NOTE 1 MERCINTRENO 2014 VI EDIZIONE DEL FORUM ANNUALE SUL TRASPORTO FERROVIARIO MERCI Alcuni spunti di riflessione per il recupero di affidabilità del settore La nota che segue non ha l’ambizione di esaurire tutte le complesse problematiche del settore ma solo fornire alcuni spunti di riflessione sulle questioni che potrebbero essere affrontate sin da subito per il miglioramento del servizio merci ferroviario in termini di credibilità e affidabilità. IL CARGO FERROVIARIO E L’IMPORTANZA DI POLITICHE CAPACI DI CATTURARE NUOVI CLIENTI di Annita Serio ([email protected]) I nuovi concetti in materia di mobilità non possono essere imposti. Per favorire comportamenti maggiormente sostenibili è necessario incoraggiare attivamente una migliore pianificazione della mobilità…. Va da sé che l’affermazione della Commissione Europea, contenuta nel Libro Bianco dei Trasporti, presuppone, con riferimento al trasporto merci, una efficace politica per la sostenibilità ambientale della mobilità delle merci e prima ancora adeguate condizioni prestazionali e di efficienza del sistema ferroviario. In Italia si persegue una politica in tal senso? La recente vicenda del paventato aumento delle tariffe elettriche per la trazione ferroviaria, recuperato poi in zona Cesarini e contenuto nell’art. 29 del Decreto Competitività, non è stato certo un bell’esempio di coerenza e ha riacceso le polemiche su un settore che tutti ritengono essenziale per la sostenibilità ambientale ma che, nei fatti, soffre per l’assenza di una politica di sistema e di iniziative di sostegno e promozione. I dati sui flussi di traffico sono scoraggianti, accentuati da una crisi economica tutt’altro che risolta,con il trasporto su strada che rimane la modalità prevalente e un ferroviario merci che ha raggiunto la quota modale del6,5% con una diminuzione, dal 2007, del 40% (fonte Fercargo). Quindi l’obiettivo del riequilibrio tra le diverse modalità di trasporto è ben lungi dall’essere raggiunto e difficilmente, alle condizioni attuali, il 30% (per le percorrenze superiori a 300 chilometri) del traffico merci su strada, come auspica la Commissione Europea, potrà essere trasferito, entro il 2030, verso altre modalità di trasporto e che tale percentuale arrivi al 50% nel 2050. Per molti ormai la battaglia è persa e l’obiettivo è solo un’utopia. Certo lo squilibrio tra ferrovia e strada è tale che l’effetto sul traffico stradale di un eventuale trasferimento su ferro delle merci, per essere significativo, dovrebbe interessare una quota consistente di prodotti e comunque, la rete, per poter soddisfare il conseguente aumento di domanda, dovrebbe avere capacità e prestazioni diverse da quelle attuali. MERCINTRENO 2014 2 Pur tuttavia, il riequilibrio ferro/strada, dando per scontate le motivazioni per le quali la ferrovia rappresenta un valore da recuperare, va perseguito comunque, inquadrando però il problema in una logica multimodale e puntando soprattutto ad un più razionale uso delle diverse modalità con la contestuale realizzazione di tutti gli interventi necessari per migliorare l’offerta del servizio ferroviario. E come? Sull’argomento non mancano certo gli approfondimenti e le proposte degli operatori compresi i disegni di legge all’ordine del giorno del Parlamento che affrontano i nodi del sistema con soluzioni in molti casi condivise. In questa sede vogliamo soffermarci su alcuni aspetti del problema la cui discussione, a nostro giudizio, non è più rinviabile come ad esempio la delicata questione degli incentivi pubblici al settore. La crescente domanda di qualità del servizio di trasporto merci, infatti, impone, alla luce anche della spending review, una profonda riflessione sul sistema complessivo della mobilità e sulla asimmetria e inutilità di alcuni interventi che hanno visto impegnate risorse pubbliche consistenti senza influire minimamente sulla competitività delle modalità non stradali e sulla qualità dello stesso trasporto stradale che pur continuando a conservare il suo vantaggio competitivo rispetto al ferroviario risulta comunque peggiorato per i suoi ritmi di crescita. Sul punto, di recente è intervenuta la Corte dei Conti (8 agosto 2014) con una relazione contenente i risultati di un’indagine svolta per verificare come siano state indirizzate e gestite le risorse per il sostegno all’autotrasporto merci assegnate dall’art. 33, comma 10, della legge n. 183/2011. NOTEE Le conclusioni della Corte delineano un quadro di misure inefficaci che si connotano più come misure passive di sostegno, ormai strutturali nelle dinamiche produttive, che come strumenti di sviluppo in ottica pluriennale di medio lungo termine. Dal documento emerge che gran parte degli interventi sono frutto di vecchie norme introdotte in modo non organico, talora con duplicazione di risorse per le medesime finalità, sulla base di diverse disposizioni, a volte stanziate su diversi capitoli di bilancio. Con riferimento al 2012 risulta, inoltre, che su 373,6 milioni di euro stanziati, ben 121 milioni non sono stati effettivamente destinati al concreto stimolo del settore e ulteriori 98,2 non sono stati finalizzati ad incentivi, tanto che la stessa Corte ha invitato i soggetti destinatari della relazione (ministeri Trasporti, Economia, Sviluppo Economico, Lavoro ecc.) a una profonda riflessione sulla reale utilità delle politiche di settore. Alla luce di quanto sopra ci auguriamo che l’analisi e i risultati dell’indagine della Corte, in considerazione della critica situazione del comparto, possano essere finalmente l’occasione per una discussione serena sull’argomento. È necessaria, infatti, una valutazione complessiva sull’efficacia delle modalità fin qui adottate per il sostegno non solo dell’autotrasporto ma anche del trasporto intermodale ferroviario e del combinato stradamare e il dibattito nazionale sembra maturo per la verifica della praticabilità di altre forme di sostegno (come ad esempio quelle tese a premiare, con adeguate leve fiscali, quanti scelgono di trasportare i loro prodotti con modalità di trasporto le meno impattanti possibili). NOTE 3 MERCINTRENO 2014 Ovviamente gli incentivi da soli non sono sufficienti a dare al cargo ferroviario la spinta necessaria per il recupero di credibilità e affidabilità che negli anni ha perso. Occorre innanzitutto assicurare, come si diceva, un servizio di qualità con caratteristiche di capillarità, velocità e puntualità, sicurezza delle merci e affidabilità, in grado, cioè, di rispondere, con una organizzazione adeguata, alla domanda di trasporto su tutte le relazioni, originata da ogni parte del paese e per tutte le destinazioni nazionali e non. In tal senso i provvedimenti contenuti nel decreto Sblocca Italia e l’avvio di bandi per un consistente cofinanziamento europeo di 11,9 miliardi di euro sui 26 disponibili destinati ai 9 corridoi ferroviari europei della rete TEN-T, vanno nella giusta direzione, anche se questi ultimi potranno incidere sul sistema solo in una prospettiva di lungo periodo, con l’incognita, comunque, dei rimanenti 250 miliardi necessari per il completamento delle opere (come ha tenuto a precisare lo stesso Ministro Lupi). È evidente che, date le sue caratteristiche, il ferroviario merci può garantire tutto questo e recuperare traffico anche sulle brevi distanze solo con modelli gestionali dove l’intermodalità diventa il punto di forza. Da qui la scelta di approfondire, nel convegno di apertura, le possibili aree di convergenza fra le varie modalità di trasporto, pur nella diversità di posizioni e interessi e nella consapevolezza che la qualità del servizio ferroviario è determinata dall’efficienza di un complesso sistema organizzativo di cui la rete ferroviaria è solo un aspetto. C’è poi la questione delle regole (IV pacchetto ferroviario ed altro) che devono dare risposte a domande non più eludibili (Separazione societaria fra gestore delle infrastrutture e gestore dei servizi? Separazione gestionale fra servizi finanziati e non? Regole di accesso asimmetriche? ecc..) sulle quali, peraltro, le associazioni delle imprese ferroviarie private in più occasioni hanno fatto sentire le loro rivendicazioni. Certo rimane il problema della incertezza delle risorse per investimenti anche privati finalizzati all’ammodernamento del materiale rotabile, alla fattibilità di nuovi modelli di intermodalità, all’eliminazione dei colli di bottiglia, all’adeguamento della rete italiana soprattutto quella regionale ai livelli delle prestazioni previste dalle normative europee anche in tema di sicurezza, all’integrazione anche fisica del sistema marittimo ferroviario e logistico ecc. Le variabili quindi sono tante e tutte coinvolgono una pluralità di soggetti e richiedono interventi risolutivi i cui tempi di realizzazione sono programmabili ma non prevedibili e difficilmente potranno avere in breve tempo gli esiti auspicati, ma nel frattempo si può lavorare per rilanciare il settore puntando sul miglioramento dell’offerta del servizio e su tariffe più competitive agendo in un contesto di intermodalità e sui costi di produzione. In tal senso l’aumento della velocità commerciale dovrebbe essere presa a riferimento come parametro di efficienza del sistema. MERCINTRENO 2014 4 NOTEE FERROVIARIO MERCI E TRACCE ORARIE DEDICATE Parlando di velocità commerciale competitiva il primo problema che si pone è quello delle tracce orarie e delle priorità nella circolazione dei treni. È possibile valutare in modo più equilibrato le esigenze del trasporto passeggeri e quelle delle merci analizzando il sistema delle priorità oggi in vigore? LE PRIORITÀ NELL’ALLOCAZIONE DELLE TRACCE E NELLA GESTIONE DELLA CIRCOLAZIONE di Franco Marzioli ([email protected],) Il tema delle priorità fra le tracce nei processi connessi con l’accesso all’infrastruttura ferroviaria, ricorrente nelle occasioni conflittuali fra imprese e fra queste e il gestore, non appare sufficientemente approfondito con frequenti “misunderstanding” fra priorità riferite a due distinte situazioni, ovvero l’allocazione delle tracce e la gestione della circolazione perturbata. Priorità nell’allocazione Le priorità che il gestore dell’infrastruttura è tenuto ad applicare nell’allocazione delle tracce orarie alle imprese ferroviarie sono state introdotte in Italia nel 1998 con il DPR 277, e quindi inserite da RFI nella prima edizione del Prospetto Informativo della Rete (anno 2000) e confermate tal quali nelle edizioni successive fino a quella oggi vigente. PIR RFI dicembre 2013, capitolo 4, paragrafo 4.4.3.2 comma 1. Nella assegnazione delle tracce orarie relativamente a richieste per un orario e per un adeguamento intermedio GI dà priorità: • ai servizi di trasporto internazionali; • ai servizi di trasporto qualitativamente e quantitativamente sufficienti a soddisfare la mobilità dei cittadini, disciplinati da appositi contratti di servizio da stipulare fra IF e lo Stato o le Regioni; • ai servizi di trasporto ad alta velocità effettuati totalmente o parzialmente su infrastrutture appositamente costruite o adattate, ed ai servizi di trasporto merci effettuati su linee specializzate per tali servizi. fra le priorità di legge (primo ordine Nel 2003 il DLgs 188 ha introdotto un di priorità) non risulta tuttavia un nuovo meccanismo di risoluzione dei ordine di applicazione, e le stesse si conflitti nell’assegnazione di tracce, la procedura di coordinamento; per riferiscono solo a conflitti fra differenti tipologie di servizi e non anche fra risolvere i conflitti ancora irrisolti a valle di detta procedura, ha lasciato al imprese ferroviarie operanti nella gestore dell’infrastruttura la medesima tipologia di servizio: non determinazione dei criteri di priorità e erano pertanto sufficienti a la loro esposizione nel Prospetto disciplinare tutte le possibili situazioni Informativo della Rete. Le edizioni del di conflitto. RFI ha di conseguenza PIR successive al DLgs 188/03 hanno proposto ulteriori criteri (secondo e consolidato lo schema delle priorità terzo ordine di priorità), approvati dal quale risultava dal quadro normativo MIT e introdotti nel 2000 con la prima precedente. edizione del PIR e confermati in quelle successive. NOTE 5 MERCINTRENO 2014 PIR RFI dicembre 2013, capitolo 4, paragrafo 4.4.3.2 commi 2 e 3. 2. Le eventuali incompatibilità fra servizi di pari priorità ai sensi del presente paragrafo comma 1 sono disciplinate considerando prioritario il servizio finalizzato al traffico caratteristico della fascia oraria di interesse, nel modo seguente: • i servizi di trasporto quantitativamente e qualitativamente necessari a soddisfare la mobilità dei cittadini disciplinati da appositi contratti di servizio da stipulare fra IF e Stato o Regioni sono prioritari rispetto agli altri servizi indicati al comma 1 nelle fasce orarie pendolari. Le fasce orarie sono individuate dalle 6.00 alle 9.00 e dalle 17.00 alle 19.00; • i servizi di trasporto ad Alta Velocità effettuati in tutto o in parte su infrastrutture appositamente costruite o adattate sono prioritari sull’intero percorso rispetto agli altri servizi indicati al comma 1 nella fascia oraria dalle ore 7 alle 21, con l’eccezione delle fasce orarie di cui al punto precedente; • i servizi di trasporto merci internazionali ovvero effettuati su linee specializzate per tali servizi sono prioritari sull’intero percorso rispetto agli altri servizi indicati al comma 1 nella fascia oraria dalle ore 22 alle ore 6. 3. Per le incompatibilità non risolubili con le regole fissate attraverso i commi precedenti, la capacità sarà assegnata prioritariamente ai servizi che, nell’ordine: • sono espletati con orari cadenzati anche se realizzati da più IF in base a specifici accordi commerciali, da documentare a GI all’atto della richiesta di tracce e comunque stipulati nel rispetto dei principi sanciti dall’art. 81 del Trattato e della pertinente normativa nazionale; • utilizzano maggiormente tracce omologhe settimanali; • utilizzano tracce che segmentano in misura minore la linea sviluppando singolarmente il maggior numero di chilometri; e, qualora persistesse ulteriormente l’impossibilità a risolvere il conflitto, con la priorità rappresentata dall’ordine cronologico di presentazione delle richieste. Per completezza, nella allocazione della capacità per richieste in corso d’orario la priorità è determinata dall’ordine cronologico di presentazione delle richieste (PIR RFI, capitolo 4, paragrafo 4.4.3.2 comma 4). A oggi, pertanto, il processo di allocazione delle tracce è governato da criteri di priorità datati quasi 15 anni, nel corso dei quali tuttavia gli scenari di infrastruttura, di mercato e di produzione sono significativamente variati. Focalizzando l’attenzione sui servizi merci, sono indicati nel primo ordine di priorità quelli internazionali e quelli "effettuati su linee specializzate per tali servizi", unitamente ai servizi regionali oggetto di contratti di servizio e a quelli AV effettuati totalmente o parzialmente su infrastrutture a tal fine costruite e adeguate. In caso di incompatibilità con questi altri servizi a quelli merci è data priorità nella fascia oraria notturna (secondo ordine di priorità). In caso di perdurante mancata risoluzione dei conflitti si passa MERCINTRENO 2014 6 all’applicazione del terzo ordine di priorità basato sulle caratteristiche delle tracce e non dei servizi. Restano pertanto fuori dal primo ordine di priorità tutti i servizi merci nazionali che non interessino le linee dichiarate "specializzate" per il trasporto merci; di questi restano fuori anche dal secondo ordine di priorità tutti quelli che circolano nel periodo diurno. Le linee “specializzate” per il servizio merci sono dichiarate in altra sezione del PIR (allegato 6): il loro numero e Ben diversamente è accaduto per le linee “costruite e/o adattate per servizi AV”, le quali determinano l’applicazione del primo ordine di priorità a tutte le tracce che le interessano “totalmente o parzialmente”. Vengono oggi dichiarate come dedicate all’AV (PIR, allegato 5) complessivamente 5 linee, per un totale di .circa 850 km (fino al 2006 lo era la sola DD Roma-Firenze), sulle quali non sono ammessi treni NOTEE la loro estensione sono invero molto limitati, 9 linee tutte al nord per un totale di circa 340 km (il 2% dell’intera rete) peraltro con esclusione delle fasce orarie pendolari. Esse sono sostanzialmente rimaste invariate nel corso degli anni: infatti rispetto al PIR edizione 2008 l’unica implementazione è stata l’inserimento della linea AlessandriaGenova via Aqui Terme. Su tutte queste linee è ammessa comunque la circolazione anche di treni viaggiatori. di altro tipo salvo che sulla citata DD Roma-Firenze, ma non i treni merci. Opportuno sottolineare come i treni che le percorrono anche solo in parte sono considerati prioritari su tutto il loro percorso, quindi anche nei nodi e sulle linee storiche di affluenza/deflusso verso/da linee AV/AC di gran rilevanza per i servizi merci. La conseguenza è che tutti i treni AV rientrano nel primo ordine di priorità sull’intero percorso, e 7 NOTE segnatamente anche sugli assi Il mantenimento degli originari criteri di priorità anche dopo sostanziali mutamenti di infrastruttura e di produzione delle imprese ne altera significativamente i riflessi sul mercato. Concludendo, i criteri di priorità nell’allocazione di tracce tuttora vigenti non solo sono datati, ma anche non attuali in un contesto profondamente mutato e fortemente penalizzanti per i servizi merci. Priorità nella circolazione gestione della Nella risoluzione dei conflitti in gestione della circolazione vengono adottati criteri di priorità, indicati nell’articolo 7 della Prefazione Generale all’Orario di Servizio (PGOS), che nulla hanno a che vedere con quelli applicati nella allocazione delle tracce. Premesso che il treno in anticipo non deve provocare ritardi a treni in orario indipendentemente dalla categoria e quindi del tipo di servizio svolto, la PGOS definisce dei princìpi e fornisce una tabella della graduatoria di importanza (ossia “priorità”) da applicare nella risoluzione dei conflitti fra treni in caso di circolazione perturbata. MERCINTRENO 2014 fondamentali del trasporto merci. In primo luogo viene specificato come per i conflitti fra treni in ritardo debba tenersi conto degli indicatori di regolarità fissati per le diverse categorie dei treni. Questi risultano in appendice al capitolo 6 parte C del PIR, rispettivamente per tracce assegnate a più o meno di 5 giorni dalla data di effettuazione del treno, nella misura di 5’/60’ per i treni passeggeri regionali o metropolitani, 15’/60’ per treni passeggeri a mediolungo percorso, 30’/120’ per tutti i treni merci. Questi valori non aiutano certo i servizi merci, tanto più considerando che una parte significativa di essi è richiesta a breve termine a differenza dei servizi viaggiatori, per ovvie differenti caratteristiche dei mercati di riferimento, e quindi ha un indicatore di puntualità di 120’. A seguire si specifica che nella risoluzione dei conflitti debbano essere protetti i treni più prossimi al termine di corsa oppure a uno dei grandi nodi di interscambio viaggiatori fra i principali sistemi nazionali e internazionali. Ne consegue anche qui che il treno merci, di regola a mediolunga percorrenza, sia penalizzato rispetto ai treni viaggiatori metropolitani e regionali, sempre abbastanza prossimi al termine di corsa, e a quelli a medio/lungo 8 MERCINTRENO 2014 NOTEE percorso, che nel loro itinerario servono sistematicamente le grandi stazioni di interscambio fra loro a distanza non eccessiva. Infine la PGOS fornisce una tabella dettagliata, dove con M1 sono indicati i merci con velocità di almeno 120 km/h, con M2 quelli, la grande maggioranza, a velocità inferiore. È evidente come la maggior parte dei merci (M2) sia considerata prioritaria solo rispetto alle circolazioni di servizio, tradotte, locomotive isolate e invii di materiale vuoto. è prioritaria solo rispetto ai servizi regionali e metropolitani (che di notte non ci sono!) e alle circolazioni di servizio. Viene indicato infine che nel periodo notturno (quello prioritario per il merci nell’allocazione delle tracce) i treni merci sono da considerare in graduatoria superiore di un livello a quello indicato in tabella. Malgrado ciò risulta comunque che la grande maggioranza dei merci (M2) di notte Appare evidente come norme datate e concepite in uno scenario completamente differente dall’attuale non costituiscano sicuramente un incentivo all’auspicato sviluppo del trasporto ferroviario delle merci. Conclusione Allegato 6 Linee specializzate per il trasporto merci PIR 2014 (edizione dicembre 2013). LINEE SPECIALIZZATE PER IL TRASPORTO MERCI (Riferimento art. 8.3.b DPR 146/99) Linea Domodossola–Novara (via Borgomanero) Treviso–Portogruaro Servizi Fasce orarie Merci tutti Udine–Cervignano Merci tutti Alessandria/Acqui T.–Ovada– Genova Merci tutti FI Rovezzano–Fara Sabina (linea LL Roma–Firenze) Luino–Laveno Merci tutti Tutte eccetto dalle 6.00 alle 9.00 Tutte eccetto dalle 6.00 alle 9.00 Tutte eccetto dalle 6.00 alle 9.00 dalle 13.00 alle 15.00 dalle 17.00 alle 19.00 Tutte eccetto dalle 5.00 alle 9.00 dalle 16.00 alle 20.00 Dalle 22.00 alle 6.00 Laveno–Gallarate Merci tutti Laveno–Sesto Calende Merci tutti Sesto Calende–Vignale Merci tutti Merci tutti Merci tutti Tutte eccetto alle 9.00 Tutte eccetto alle 9.00 Tutte eccetto alle 9.00 Tutte eccetto alle 9.00 Altri servizi ammessi Viaggiatori Viaggiatori Viaggiatori Viaggiatori Viaggiatori dalle 6.00 Viaggiatori dalle 6.00 Viaggiatori dalle 6.00 Viaggiatori dalle 6.00 Viaggiatori 9 NOTE MERCINTRENO 2014 Allegato 5 Linee costruite o adattate per servizi di trasporto ad Alta Velocità/Alta Capacità PIR 2014 (edizione dicembre 2013) LINEE COSTRUITE O ADATTATE PER SERVIZI DI TRASPORTO AD ALTA VELOCITÀ/ALTA CAPACITÀ (Riferimento art. 8.3.b DPR 146/99) Linea Servizi Fasce orarie Altri servizi ammessi Firenze Rovezzano– Settebagni (DD RomaFirenze) Viaggiatori con velocità non inferiore a 200 km/h senza fermate intermedie intera giornata Viaggiatori con velocità uguale intera giornata o superiore a 150 km/h Roma Tiburtina/ Prenestina– Dev.Est. NA C.LE (ROMA–NAPOLI AV-AC) Viaggiatori con velocità non inferiore a 250 km/h senza fermate intermedie dalle 6.00 alle 22.00 Origine TO-MI AV– Milano Certosa (TORINO–MILANO AV-AC) Viaggiatori con velocità non inferiore a 250 km/h senza fermate intermedie dalle 6.00 alle 22.00 Milano Rogoredo– Bologna C.le (MILANO– BOLOGNA AV-AC) Viaggiatori con velocità non inferiore a 250 km/h senza fermate intermedie dalle 6.00 alle 24.00 Bologna C.le– Firenze Castello (BOLOGNA– FIRENZE AV-AC) Viaggiatori con velocità non inferiore a 250 km/h senza fermate intermedie dalle 6.00 alle 24.00 MERCINTRENO 2014 10 NOTEE IL FERROVIARIO MERCI E IL MERCATO Per costruire una buona offerta di servizi occorre conoscere le esigenze del mercato ed adeguarsi alla sua evoluzione. IL MERCATO DEL TRASPORTO MERCI AL CENTRO DELLO SVILUPPO DELL’OFFERTA FERROVIARIA di Paolo Guglielminetti ([email protected]) Analizzare le caratteristiche del mercato del trasporto merci significa comprendere e descrivere le caratteristiche che sono importanti i c.d. caricatori (shippers) cioè per i clienti del servizio, nonché la loro evoluzione nel tempo. Tale comprensione consente ai vettori di identificare meglio i loro segmenti di mercato, di differenziare i loro prodotti e la loro commercializzazione, e quindi è (o comunque dovrebbe essere) parte dell’attività abituale delle imprese ferroviarie, tanto più nell’attuale scenario competitivo. Il mercato in oggetto è – come è noto – molto segmentato. I principali fattori alla base di tale segmentazione sono, tra gli altri: • • la disponibilità, l’accessibilità e l’attitudine all’utilizzo dei diversi modi di trasporto; • i requisiti di qualità, quali quelli in termini di tempi di consegna, affidabilità, minimizzazione del rischio di perdite e danni, inventari; • il peso del costo dei trasporti sul valore dei beni, ed in generale l’attenzione maggiore o minore del caricatore rispetto a tale variabile; • la politica aziendale del caricatore in termini di trasporto, ed in particolare il livello di fedeltà per determinate modalità di trasporto e/o vettori, in funzione dell’esperienza, dei mercati da servire ecc. la tipologia delle merci da trasportare, come valore, densità, deperibilità, facilità di handling, fragilità, rischio di sottrazione, Le analisi del mercato svolte nel eventuali prestazioni speciali settore sono numerose ed hanno richieste, ecc.; consentito di sintetizzare tali aspetti attraverso la definizione di alcune • i requisiti di trasporto, quali le macro-tipologie di “clienti” dei servizi dimensioni, la frequenza ed il trasporto merci, un esempio delle tipo di spedizione; quali è presentato nella tabella seguente. 11 NOTE Segmento shippers di MERCINTRENO 2014 Caratteristiche Imprese di produzione/ distribuzione in settori altamente competitivi • • • • Orientati prezzo • • Prezzo del trasporto è l’elemento chiave Bassa sensibilità ad altri fattori di qualità del trasporto • Velocità e soprattutto affidabilità estremamente importanti Tolleranza zero rispetto a perdite e danni Attesa per soluzioni di trasporto dedicate e “sartoriali” rispetto alle proprie scelte aziendali Tracking&tracing della merce costituisce requisito importante Conoscono e sanno utilizzare tutte le modalità di trasporto, inclusa la ferrovia Attenzione meno spinta alla velocità ed affidabilità di trasporto Possono condizionare le tariffe in ragione dei grandi volumi spediti al Orientati servizio al • • • • • Di grandi dimensioni • • Orientati a ridurre il rischio di danni e perdite • • Molto sensibili al customer service Tolleranza zero rispetto a perdite e danni Nessuna scorta in eccesso Interessati ad ottimizzare e agevolare gestione stock Attenzione al prezzo del trasporto Tolleranza zero rispetto a perdite e danni Minore sensitività a velocità e prezzo rispetto ad altri segmenti Non sono decisionmakers del trasporto sull’intero percorso (es. spediscono FOB) da oppure • Influenzati fattori esterni Influenzati gestione magazzino dalla del Spediscono beni soggetti a normative specifiche sul trasporto (es. merci pericolose) ecc. • • • • Interessati a soluzioni di trasporto che ottimizzino ed agevolino la gestione stock Attenzione all’affidabilità del servizio Tracking&tracing della merce costituisce requisito indispensabile Fonte: PwC – Università di Roma La Sapienza, Study on single wagon – Final Report, Study on behalf of the EC DG MOVE, 2014 (sviluppata sulla base di una ricerca di Michael Mc Ginnis pubblicata sull’US, Transportation Journal). MERCINTRENO 2014 12 Non esiste quindi un unico mercato dei trasporti, ma un complesso variegato di esigenze e priorità, peraltro in continua evoluzione rispetto ai cambiamenti dei flussi di acquisto e vendita, l’emergere di nuovi mercati, il cambiamento nella natura dei prodotti scambiati, e così via. Questa eterogeneità crea quasi inevitabilmente delle difficoltà al trasporto ferroviario, caratterizzata da una rigidità di fondo legata al costo elevato ed ai tempi di realizzazione molto importanti che sono legati ad ogni variazione quantitativa o qualitativa nella capacità di trasporto da offrire, sia a livello di infrastrutture che di rotabili. A questo aspetto strutturale si aggiunge l’attuale posizionamento complessivo del trasporto ferroviario, largamente minoritario come quota (al di sotto del 10%) in Italia ma anche gran parte dei paesi dell’Unione Europea. Questo aspetto, oltre agli effetti socio-economici ben noti legati al dominio di modalità più inquinanti, ha determinato una progressiva riduzione della conoscenza su come utilizzare la ferrovia da parte di una porzione significativa di attori del settore, specie se di dimensioni medie o piccole, siano essi caricatori, spedizionieri o operatori logistici. Due appaiono gli aspetti cruciali per affrontare queste problematiche ai fini del rilancio del trasporto merci su rotaia: NOTEE • il recupero della conoscenza del mercato, sia quello già servito dalla ferrovia che quello potenziale; tale aspetto non deve tradursi nella sola azione di business development nei confronti di singoli potenziali clienti da parte delle funzioni commerciali delle imprese ferroviarie (cosa ben presente e spesso ottimamente svolta), ma deve costituire un elemento strategico di comprensione dell’evoluzione dei diversi segmenti di potenziale clientela e dei loro specifici requisiti; • la diffusione dell’attenzione al mercato in tutte le componenti della catena del trasporto ferroviario, e quindi non soltanto le imprese ferroviarie, ma anche altri soggetti (gestori dell’infrastruttura, operatori di terminali) che – pur non rappresentando un’interfaccia diretta verso il cliente finale del servizio di trasporto – devono conoscere i cambiamenti dei flussi e dei requisiti del traffico merci per orientare correttamente le loro politiche, anche attraverso specifiche azioni di consultazione del mercato. Con riferimento al secondo punto, una prima indicazione nel senso del cambiamento da implementare è la procedura prevista dall’art. 13.6 della Direttiva UE 2012/34, il cosiddetto “Recast” del primo pacchetto ferroviario. Tale comma precisa, per NOTE le facilities specificate nell’allegato II.2 della stessa direttiva (stazioni passeggeri, scali merci, scali di smistamento, depositi, centri di manutenzione, ecc.), la necessità di una interazione tra gestore dell’infrastruttura ed operatori prima di procedere alla chiusura di un impianto di tale tipo non utilizzato da almeno due anni. Il proprietario dell’impianto deve infatti rendere pubblico che la gestione dell’impianto di servizio è disponibile per locazione o leasing come impianto di servizio ferroviario, in tutto o in parte, a meno che non si dimostri che un progetto di riconversione in corso ne impedisce l’uso da parte di un’impresa ferroviaria. La norma è forse troppo articolata e limitata come ambito ai soli impianti a rischio di dismissione, e la direttiva ancora da recepire in molte legislazioni nazionali. Tuttavia, indica un positivo orientamento verso la creazione di una maggiore interazione tra i diversi attori. Nello studio sul traffico diffuso, che PwC e l’Università di Roma La Sapienza hanno da poco concluso per la Commissione Europea, è emersa tra le azioni prioritarie per il rilancio di questa particolare tipologia di offerta, la necessità di norme ancora più spinte in questa direzione, ad esempio migliorando la suddetta prescrizione normativa attraverso l’imposizione di tempistiche chiare per il processo di cui all’art. 13.6 (es. un preavviso sufficiente prima di procedere alla decisione di dismettere 13 MERCINTRENO 2014 definitivamente un impianto), e di completarla con la previsione di un obbligo di realizzare specifiche analisi di mercato (comprensive della consultazione delle imprese ferroviarie e dei clienti, quali operatori logistici, associazionismo imprenditoriale ecc.), prima di decidere la chiusura di impianti di cui all’allegato II.2. Lo stesso studio, i cui obiettivi erano stati presentati alla scorsa edizione di Mercintreno, ha ovviamente analizzato un set più ampio di misure, proponendole poi alla valutazione di un ampio panel di stakeholders (imprese ferroviarie, gestori d’infrastruttura, associazioni di settore incluso quelle di shippers ecc.). Limitandoci a quelle relative al dimensionamento dell’infrastruttura, proprio le due citate (analisi di mercato e avviso con sufficiente anticipo prima delle chiusure) sono risultate tra quelle considerate più importanti dalla maggioranza degli attori (rilevanti o molto rilevanti per poco meno del 90% del panel) 14 MERCINTRENO 2014 NOTEE Simplified certification rules for PS Simplified requirements for lines dedicated to freight Rightsizing of available "essential" infrastructure Independent management of marshalling yards Market analysis to be performed by the IM before freight stations / yards closure PSOs for the management of unprofitable infrastructure 28% 24% VERY RELEVANT RELEVANT 41% 35% 33% 39% 28% 43% 46% 28% Funding / incentives for the construction and rehabilitation of private sidings Notice in sufficient advance before closing freight stations connecting private siding(s) 28% 44% 56% 16% 77% 50% 11% 17% 6% 38% 12% NOT RELEVANT Fonte: PwC – Università di Roma La Sapienza, Study on single wagon – Final Report, Study on behalf of the EC DG MOVE, 2014 Come si evidenzia, l’altro tema molto sentito è quello di garantire fondi ed incentivi per costruire o riabilitare i raccordi industriali privati. Per il trasporto ferroviario convenzionale, infatti, la connessione diretta con chi spedisce e/o riceve la merce richiede che sia possibile accedere ai luoghi di carico e scarico direttamente con i vagoni, ma è evidente che le spese di realizzazione o gestione della relativa infrastruttura rischiano di essere una barriera importante per gli shippers, tale quindi da far rinunciare all’uso del treno. Anche questo è tema, in fondo, di mercato: un segmento che non può accedere all’offerta di trasporto ferroviario convenzionale, pur magari potendo generare volumi adeguati a giustificare il servizio, inevitabilmente dovrà orientarsi verso altre soluzioni e non sempre l’intermodale consente di servire comunque quell’impresa con una soluzione rail-based, ad es. per specifiche caratteristiche della merce o per le caratteristiche non adeguate dell’offerta disponibile in termini di terminali, frequenza e destinazione dei servizi ecc. Questi pochi cenni esemplificativi indicano come un’attenzione strategica per il mercato da parte dei diversi attori della catena del valore ferroviaria, nessuno escluso, sia indispensabile per accompagnare le tipiche azioni di cui più si parla per mantenere e rilanciare il ruolo della ferrovia nella movimentazione delle merci (nuove infrastrutture e terminali, regolazione delle modalità di trasporto più inquinanti, forme di sostegno economico per consentire l’equilibrio delle condizioni di mercato tra la ferrovia e le altre modalità ecc.). NOTE FERROVIARIO MERCI E LOGISTICHE MULTIMODALI 15 MERCINTRENO 2014 L’EFFICACIA DELLE CATENE Il rapporto cargo ferroviario/autotrasporto non deve essere orientato alla competizione modale, ma alla ricerca dei punti di convergenza che a partire dalla comune funzione di vettori favoriscano un percorso condiviso di integrazione funzionale e operativa. L’INTERMODALITÀ E LA LOGISTICA NELLA PROSPETTIVA DELL’AUTOTRASPORTO A SERVIZIO DEL FERROVIARIO MERCI di Fulvio Quattroccolo ([email protected]) Per inquadrare la prestazione di trasporto come parte della supplychain di produzione e distribuzione delle merci è necessario considerare tutte le alternative modali possibili come un sistema, da gestire in modo integrato, con l’obiettivo di ottimizzare il rapporto costo/efficienza dei processi di creazione del valore. Questo richiede agli operatori logistici la capacità di predisporre un programma di trasporto articolato in funzione dei segmenti di maggior efficienza delle varie modalità, e di gestirlo in modo flessibile passando dall’una all’altra secondo le evenienze che si discostino dal programma, o ancora alle mutevoli esigenze di un mercato che resta molto volatile. L’approccio intermodale strada-rotaia risponde a questa esigenza: il trasporto ferroviario sulla distanza medio-lunga può essere decisamente meno costoso e più affidabile di quello camionistico, anche se in misura variabile secondo le condizioni di ogni singolo caso, mentre la strada assicura la necessaria agilità nella terminalizzazione da/per le destinazioni di carico e scarico sul territorio. L’uso di unità di carico intercambiabili (containers, casse mobili, semirimorchi) permette in caso di bisogno di indirizzarle su un vettore diverso anche a breve termine dalla partenza o in corso di viaggio, aumentando la flessibilità. Ma anche utilizzando carri tradizionali fra terminali raccordati ferroviariamente, con rottura di carico al trasbordo da camion a treno, si possono ottenere grossi vantaggi sul piano del costo, soprattutto in presenza di volumi elevati e ben programmabili perché la flessibilità in questo caso è minore. Al di là del raggiungimento degli obiettivi ambientali di riduzione delle emissioni di CO2 dal settore trasporti indicati dalle Direttive UE, che come noto impongono di affidare alla ferrovia entro il 2030 non meno del 30% dei trasporti oltre i 300 km (50% entro il 2050), ci sono dunque precise ragioni economiche per attuare il trasferimento modale. Per cogliere questi benefici, tuttavia, occorre che produttori, logistici, trasportatori stradali, operatori ferroviari, si mettano in gioco per costruire nuovi modelli di intesa e di collaborazione nella prospettiva di ottenere un risultato complessivamente migliore per tutti. MERCINTRENO 2014 16 Nell’ottica del trasporto come sistema, la ferrovia deve poter costituire l’asse portante dello spostamento sulla lunga distanza (normalmente non meno di 300 chilometri), mentre l’autotrasporto deve avere il suo campo di azione come feeder per i terminali di trasbordo strada/rotaia e come sussidio sulla lunga distanza per la gestione delle fluttuazioni e degli imprevisti, oltre che naturalmente per i volumi che per varie ragioni non sono adatti al trasporto su ferro. Il rapporto fra autotrasporto e cargo ferroviario non dovrà allora essere orientato alla competizione modale, ma alla ricerca dei punti di convergenza che a partire dalla comune funzione di vettori favoriscano un percorso condiviso di integrazione funzionale e operativa. Questo significa da un lato dimostrare agli autotrasportatori la convenienza di conferire parte dei loro carichi alla ferrovia utilizzando equipments intermodali e organizzandosi per ottimizzare la gestione delle tratte brevi, con il risultato di ridurre il capitale investito, aumentando la produttività e la durata dei mezzi, controllare meglio i costi, migliorare le condizioni di lavoro, e ottenere comunque un utile uguale o superiore a quello del tutto strada. Dall’altro lato è necessario coinvolgere anche i responsabili della logistica per i committenti, che dovrebbero definire ovunque possibile le supply-chains in modo coerente con le esigenze del trasporto intermodale (tempi orderto-delivery, finestre orarie di accesso ai magazzini, priorità preparazione spedizioni, programmazione ordini, termini contrattuali con i vettori), perché quanto più alti sono i volumi NOTEE di traffico – anche originati da committenti diversi – disponibili a utilizzare il treno su un determinato percorso, tanto più bassi saranno per tutti i costi del trasporto e migliori le condizioni in termini di frequenza, regolarità, flessibilità. Dal canto loro gli operatori ferroviari devono offrire a clienti e partners il transit-time e orari di carico e di messa a disposizione adeguati a fornire un servizio non inferiore a quello dell’autotrasporto con l’ottimizzazione dei tempi di terminalizzazione stradale, la certezza del rispetto dei tempi di resa concordati, un miglioramento dei sistemi di comunicazione sia prima che durante il trasporto e della tracciabilità delle unità di carico che vengono loro affidate, una miglior gestione delle irregolarità nella circolazione dei treni. Avendo questo scenario come riferimento, gli obiettivi da condividere sono numerosi. Muoversi nei confronti delle Amministrazioni Pubbliche e dello Stato, per arrivare finalmente ad una politica dei trasporti sistematica ed efficace, di applicazione semplice, in grado di incidere positivamente sui livelli di efficienza e competitività dell’economia. Opporsi alla pressione al ribasso sui prezzi del trasporto, conseguente le distorsioni del mercato causate dall’improvvida modalità di apertura internazionale del mercato dell’autotrasporto messa in atto dall’Unione Europea con i fenomeni di dumping che ne sono scaturiti e che scaricano i costi occulti di ulteriori esternalità sul conto economico nazionale. Costruire le condizioni per consolidare i flussi di traffico che hanno uguali aree di origine e destinazione, in modo da NOTE formare volumi sufficienti a sostenere economicamente la circolazione di treni regolari che coprano il percorso fra gli scali di riferimento di tali aree attraverso l’organizzazione di strutture di coordinamento e cooperazione, proseguendo le esperienze già in atto per esempio nel settore della logistica della Grande Distribuzione attraverso le associazioni ECR (Efficient Consumer Response) sia in Italia che in altri Paesi europei. Promuovere la ricerca e lo sviluppo di tecniche innovative per rendere più veloce ed economico il trasbordo delle merci fra le modalità ed 17 MERCINTRENO 2014 aumentare l’efficienza e l’affidabilità del sistema. Predisporre opportunità di formazione e di conoscenza per gli operatori dei diversi settori coinvolti, in modo da favorire la comprensione degli aspetti peculiari della tecnica intermodale, armonizzare il modo di porre la domanda e l’offerta, e ridurre le possibilità di errore nell’interfacciamento fra gli attori della catena di trasporto. Sarà proprio quest’ultimo punto ad avere un’importanza fondamentale per diffondere fra gli operatori il cambiamento di mentalità che, in Italia forse più che altrove, è necessario per cambiare modalità. IL PROCESSO DI LIBERALIZZAZIONE FERROVIARIO DELLE MERCI. NEL TRASPORTO Le nuove imprese ferroviarie che rappresentano ormai il 35% del mercato, in questi anni e in più occasioni, hanno posto il problema dell’assenza di una concreta liberalizzazione del settore sostenendo uno sbilanciamento di regole e comportamenti a favore di Trenitalia. IL TRASPORTO FERROVIARIO MERCI IN ITALIA È LIBERALIZZATO !? di Giuseppe Rizzi ([email protected]) Il processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario europeo ha avuto inizio nei primi anni novanta e nel 2001 ha subito un’accelerazione a seguito dell’emanazione di Direttive e Regolamenti europei, suddivisi nei cosiddetti “pacchetti ferroviari” emanati dal 2001 al 2007. A questi interventi occorre aggiungere la volontà di istituire il mercato ferroviario unico europeo, concretizzato nel 2012 con l’emanazione della Direttiva “Recast” e con la proposta da parte della Commissione Europea, nel gennaio 2013, del 4° pacchetto ferroviario. In questo momento, gli stati membri dell’Unione Europea stanno valutando le proposte del 4° pacchetto, già modificate dal Parlamento Europeo. Questo documento non intende descrivere ed analizzare nel dettaglio gli ultimi 25 anni di interventi normativi, prodotti al fine di liberalizzare il trasporto ferroviario in Europa, la prima direttiva risale infatti al 1991. L’obiettivo è, invece, descrivere sinteticamente: il contesto economico industriale e la situazione MERCINTRENO 2014 18 del comparto, gli interventi normativi e le politiche di indirizzo che sono stati prodotti in Italia per concretizzare il processo di liberalizzazione nel trasporto ferroviario delle merci. Il trasporto ferroviario merci in Italia oggi vale circa 43 mln di treni-km (fonte RFI), dato prodotto sia dall’operatore ex monopolista (circa 65%), sia dalle nuove imprese ferroviarie (circa 35%) a fine anno 2013. Nel settore operano attualmente circa 25 IF, nate a seguito del processo di liberalizzazione, avviato concretamente a partire dall’anno 2004. Nel 2007, in Italia, il sistema del trasporto ferroviario delle merci produceva circa 70 mln di Treni-km, e le nuove IF erano solo 4-5. Questo volume di traffico si è ridotto di oltre il 40% negli ultimi 7 anni. Le cause del crollo di traffico sono diverse, a partire dalla crisi economica che da fine 2007 ha colpito tutta Europa, tuttavia non sono trascurabili le numerose scelte aziendali dell’operatore principale del mercato. L’ex monopolista, infatti, ha avviato nel periodo descritto una drastica operazione di razionalizzazione e riduzione dei servizi di trasporto, sopprimendo per esempio l’attività a carro singolo, il cosiddetto “traffico diffuso” e la diminuzione di servizi per il trasporto di merci pericolose. In questo periodo negativo per la logistica ferroviaria italiana, le nuove imprese ferroviarie hanno assunto un ruolo importante, registrando una costante crescita a partire dall’anno 2008 fino al 2013 che oggi attribuisce loro un consolidato 35% del mercato, e in molti casi hanno contribuito ad evitare un ulteriore trasferimento NOTEE delle merci verso la gomma. L’interessante risultato prodotto, tuttavia, è stato fortemente rallentato da una politica di indirizzo totalmente sfavorevole al trasporto ferroviario delle merci e da una serie di provvedimenti normativi che hanno aggravato il rilancio del comparto. L’opinione diffusa fra numerosi accademici e addetti ai lavori del trasporto ferroviario e della logistica, per cui la liberalizzazione non ha causato alcun beneficio al sistema, ma soprattutto non ha prodotto nuovo traffico, favorendo il trasferimento di merce dalla gomma alla rotaia, è facilmente confutabile analizzando i dati traffico dal 2004 al 2007 (anno pre-crisi economica). In questo periodo di riferimento, secondo una valutazione dei dati ISTAT, si assiste ad un incremento costante di tutto il comparto, sia riguardo alle tonnellate trasportate, sia riguardo alle Tonnellate-km. Occorre considerare che, in quel periodo, le IF nuove entranti erano solo 4-5. I dati riportati di seguito lasciano poco da discutere, rimane solo lo spazio per i commenti. 19 NOTE MERCINTRENO 2014 ANDAMENTO TRASPORTO FERROVIARIO MERCI PER TIPOLOGIA E DIMENSIONI DI IMPRESA PERIODO 2004-2008 Fonte ISTAT (Tonnellate-km percorrenza media in km) 2004 in migliaia; 2005 movimenti 2006 treni merci 2007 in migliaia; 2008 TIPO DI TRASPORTO Tonnellate Tonnellate-km Tonnellate Tonnellate-km Tonnellate Tonnellate-km Tonnellate Tonnellate-km Tonnellate Tonnellate-km 11.926.855 GRANDI IMPRESE N azio nale 30.319.421 11.474.821 31.182.863 11.853.662 33.751.586 12.665.038 33.603.669 12.641.029 31.100.683 Int e rna zio na le in E nt ra t a 31.450.811 6.856.342 26.230.089 5.963.760 25.261.048 5.770.086 24.959.209 5.786.456 23.379.345 5.405.143 13.702.502 2.712.557 11.239.666 2.298.650 11.564.138 2.415.760 12.171.534 2.752.139 11.402.045 2.582.204 Int e rna zio na le in Us cit a Transito 6.466 3.409 22.908 13.923 27.189 17.005 26.536 17.006 5.638 3.672 Totale 75.479.200 21.047.129 68.675.526 20.129.995 70.603.961 20.867.889 70.760.948 21.196.630 65.887.711 19.917.874 P erco rrenza media M o vimento treni merci (b) 278,8 293,1 295,6 299,6 302,3 60.770 56.781 58.634 56.464 50.764 PICCOLE E MEDIE IMPRESE N azio nale 3.018.052 141.100 3.433.707 167.256 4.335.942 290.201 4.967.581 550.754 4.140.277 517.949 Int e rna zio na le in E nt ra t a 3.102.194 561.956 9.316.819 1.183.220 13.391.407 1.402.979 14.627.192 1.812.008 12.240.111 2.038.981 Int e rna zio na le in Us cit a 14.958.283 1.725.196 13.526.017 1.353.878 1.933.718 433.119 8.329.076 1.280.177 13.837.831 1.590.241 Transito - - - - - - Totale 8.053.964 1.136.175 21.079.602 2.630.653 31.565.180 3.283.421 P erco rrenza media M o vimento treni merci (b) 34.553.056 4.087.958 15.646 2.769 29.922.051 3.913.577 141,1 124,8 104,0 118,3 130,8 2.533 3.929 5.259 6.050 7.530 TOTALE N azio nale 33.337.473 11.615.921 34.616.570 12.020.918 38.087.528 12.955.239 38.571.250 13.191.783 35.240.960 Int e rna zio na le in E nt ra t a 34.553.005 7.418.298 35.546.908 7.146.980 38.652.455 7.173.065 39.586.401 7.598.464 35.619.456 7.444.124 Int e rna zio na le in Us cit a 15.636.220 3.145.676 19.568.742 3.578.827 25.401.969 4.006.001 27.129.817 4.477.335 24.928.062 3.936.082 12.444.804 Transito 6.466 3.409 22.908 13.923 27.189 17.005 26.536 17.006 21.284 6.441 Totale 83.533.164 22.183.304 89.755.128 22.760.648 102.169.141 24.151.310 105.314.004 25.284.588 95.809.762 23.831.451 P erco rrenza media M o vimento treni merci (b) 265,6 253,6 236,4 240,0 248,7 63.303 60.710 63.893 62.514 58.294 (a) La merce trasportata, come richiesto dal rego lamento , non include il peso dei carri privati vuo ti. (b) No n so no co mpresi gli spo stamenti delle lo como tive singo le. Il trasporto ferroviario delle merci rappresenta oggi in Italia circa il 6,5% rispetto alle altre modalità. Questo risultato, come già descritto, è frutto di una serie di fattori. Un’importante responsabilità è da attribuire alla totale assenza di politiche di incentivo al settore ovvero ad una vera e propria mancata considerazione di questa modalità nei piani della Logistica che negli ultimi anni sono stati prodotti. In alcuni casi, la stessa parola “ferrovia” o “trasporto ferroviario delle merci” non erano presenti all’interno dei documenti prodotti. La mancata sensibilità da parte di molti decisori non è stata indifferente al declino del comparto. Occorre segnalare che il primo procedimento legislativo che ha evidenziato le difficoltà e le condizioni del comparto, è stato l’indagine conoscitiva sul trasporto ferroviario dei passeggeri e delle merci, iniziato nell’anno 2010 presso la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati. Questa attenzione per il trasporto ferroviario, arrivata soprattutto indirettamente, a causa della visibilità prodotta dall’ingresso di un nuovo operatore ferroviario nel settore dell’Alta Velocità, e dalle successive vicende che hanno caratterizzato l’apertura di questo segmento del settore passeggeri, non è bastata ad aumentare la sensibilità verso un comparto strategico come la logistica ferroviaria, che da troppo tempo è in condizioni critiche. Ricordiamo alcuni provvedimenti o atti di indirizzo MERCINTRENO 2014 20 politico che non hanno facilitato lo sviluppo del trasporto ferroviario delle merci in Italia. • La Direttiva Berlusconi del Luglio 2009. Con questo provvedimento di indirizzo politico, si rende possibile il trasferimento dei 2/3 degli scali ferroviari pubblici ed esistenti sulla rete ferroviaria italiana, da RFI ad altre società del gruppo FSI, compresa Trenitalia, operatore principale del settore ed ex monopolista. Con questo atto si riduce il perimetro degli scali ferroviari di due terzi, limitando i servizi di trasporto ferroviario delle merci. Il danno principale prodotto da questo provvedimento è stata la mancata consultazione di tutti gli operatori presenti sul mercato ed interessati a sviluppare traffico ferroviario e servizi, prima di individuare gli scali da mantenere operativi e con accesso pubblico. • La Legge n. 99 del Luglio 2009. In questo provvedimento, “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”, prodotto originariamente per la regolamentazione del settore delle energie rinnovabili, sono stati inseriti “magicamente”, in Commissione Industria al Senato, alcuni emendamenti riguardanti il trasporto ferroviario, che hanno disposto dagli artt. 58 al 63 una vera e propria controriforma del processo di liberalizzazione del trasporto ferroviario in Italia. La norma, infatti, modifica il D. Lgs. n. 188/2003 e il D. Lgs n. 422 del 1997 (decreto Burlando), le due leggi principali di recepimento della disciplina comunitaria contenuta nei primi due “pacchetti ferroviari”. In NOTEE particolare, le modifiche interessate al trasporto ferroviario merci sono presenti nell’art. 62 e riguardano il D. Lgs 188/2003. L’intervento normativo ha attribuito più discrezionalità al soggetto gestore infrastruttura, il principale effetto della riforma, negli anni successivi ha permesso il processo di riorganizzazione del servizio di manovra. La nuova formulazione della disposizione, infatti, prevede l’erogazione del servizio di manovra fra i servizi “ove disponibili” e non più come “diritto all’accesso ed all’utilizzo, a condizioni eque e non discriminatorie e trasparenti”. Questa novità ha prodotto un rilevante cambiamento nell’attività ferroviaria e nella gestione dei servizi di manovra ferroviaria a partire dall’anno 2014, liberando di fatto il gestore dell’infrastruttura dall’offerta dei servizi manovra e causando non pochi disagi alle IF operanti sulla rete ferroviaria italiana, rallentando in molti casi lo sviluppo di nuovi servizi e del trasporto ferroviario delle merci. • Assegnazione delle risorse per il servizio universale. A partire dal 2004 al 2014, è stato finanziato ogni anno un contratto di servizio per il trasporto ferroviario delle merci nel Sud Italia, isole comprese. Titolare e fornitore del servizio è stato l’operatore ex monopolista, che ha ottenuto l’assegnazione del servizio senza nessuna procedura di evidenza pubblica, il contributo è stato in media di circa 128 mln di euro per ogni anno. La causa del contratto risiede nel cosiddetto “servizio universale”, cioè la necessità di garantire servizi di trasporto ferroviario delle merci nel Sud Italia (isole comprese), nonostante la NOTE domanda di traffico sia rarefatta e non sufficiente a coprire costi industriali del servizio. Si segnala che dal 2004 in poi sono nate diverse imprese ferroviarie che hanno prodotto e continuano a produrre servizi per le stesse aree previste da contratto. Il contratto è stato più volte rinnovato mediante meccanismo di proroga senza considerare l’ingresso di nuove imprese nel mercato del trasporto ferroviario merci italiano. L’assegnazione di queste risorse, riguarda ormai, da circa 3 anni, un terzo dell’intero prodotto dell’operatore ex monopolista, con notevoli effetti distorsivi per la concorrenza. In merito a questa vicenda è in corso una procedura di infrazione aperta dalla Commissione Europea. • Sussidi al settore dell’autotrasporto. utotrasporto. Premesso che nel sistema logistico italiano occorre una maggiore integrazione gomma-rotaia rotaia per rilanciare l’intero comparto logisticologistico ferroviario, tuttavia, il principale concorrente del trasporto ferroviario merci spesso è l’autotrasporto. Le L risorse pubbliche assegnate ogni anno a questo comparto, lo rendono 21 MERCINTRENO 2014 eccessivamente competitivo nei confronti del trasporto ferroviario. L’effetto distorsivo non è causato dalla contribuzione in sé, ma dalla modalità di conferimento degli incentivi, preva prevalentemente a pioggia, e dall’entità degli stessi. Le somme assegnate ogni anno sono molto importanti, definite “misure passive di sostegno” anche da una recente relazione delle Corte dei Conti. In n questo difficile contesto è doveroso citare interventi positivi posi e favorevoli allo sviluppo del trasporto ferroviario delle merci e alla effettiva liberalizzazione del settore. Si tratta del provvedimento Ferrobonus del 2010 e la recente istituzione dell’Autorità dei Trasporti. • Il Ferrobonus ha previsto, per un solo anno, un incentivo alle imprese clienti che sceglievano la modalità di trasporto ferroviario. Questo minimo intervento, di soli 28 mln di euro e che sicuramente merita un miglioramento nel meccanismo di incentivo e assegnazione delle risorse, produsse nell’anno 2011 un interessante risultato di incremento del traffico. Di seguito un grafico che dimostra la crescita di tutto il sitema. MERCINTRENO 2014 22 • L’Autorità dei Trasporti. L’organismo indipendente di regolazione, istituito recentemente, ha avviato ad inizio anno un’indagine sull’accesso alle infrastrutture e reti di trasporto, con particolare attenzione alla rete ferroviaria. La presenza e attività di un soggetto regolatore indipendente favorisce sicuramente un reale aiuto al concretizzarsi della liberalizzazione del trasporto ferroviario delle merci. Il trasporto ferroviario delle merci in Italia merita attenzione da parte del decisore politico mediante scelte che favoriscano una modalità che è ormai da anni sostenuta in tutti i paesi europei. Il nostro Paese, invece, è NOTEE uno degli ultimi in Europa riguardo le quote traffico di trasporto ferroviario merci. Occorre una visione strategica e di sistema, in grado di coinvolgere tutti gli stakeholder. Gli operatori del settore devono avere l’importanza necessaria e, soprattutto, essere coinvolti nelle decisioni strategiche per il comparto. Un meccanismo sistematico di consultazione non prevede costo e impiego di risorse economiche, solo maggiore organizzazione delle istituzioni preposte alle decisioni, evitando normative che in alcuni casi hanno minacciato o addirittura prodotto danni al settore.