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Dr. Eugenio Bianchi | 300 minuti per smettere di fumare ® | www.perSmetterediFumare.com
Prefazione
Ho conosciuto Eugenio Bianchi il giorno in cui ha smesso di fumare. Nel maggio
del 2005, a Londra durante un corso di Anthony Robbins sulla gestione delle
convinzioni, credo sia stata la prima persona con cui ho parlato la mattina presto
prima di entrare in aula. Simpatico, comunicativo, l’impressione e’ quella di una
persona onesta, per bene.
Facciamo insieme alcuni esercizi previsti dal
programma e durante le pause ci si trova per condividere la nostra esperienza.
Inevitabile cominciare a parlare della propria vita, dei motivi per cui siamo li, delle
aspettative che nutriamo.
La cosa di cui Eugenio racconta di più è la sua storia con le sigarette: trent’anni
come accanito fumatore, alcuni tentativi di smettere, altrettante ricadute, il fumo
visto come simbolo di una parte della sua vita in cui ha smesso di riconoscersi,
un’icona che non può ulteriormente imporre a se stesso, da lasciare. Compie
diversi percorsi di sviluppo personale, fa scoperte interessanti su se stesso e sui
meccanismi che lo tengono legato al fumo, eppure la trappola resta attiva, finchè
gli capita di leggere un libro sull’argomento scritto da un inglese.
Lo legge, rilegge, lo studia, segue passo per passo le indicazioni in esso
contenute, smette di fumare. Me ne parla con entusiasmo, il metodo si basa sullo
smantellamento delle ragioni per le quali si fuma. Di mestiere faccio il Coach e so
bene quanto le convinzioni che ognuno intrattiene incidano sui comportamenti,
sul modo di vedere le cose, sui limiti che ci imponiamo e sui permessi che ci
diamo. Sì, può funzionare.
Quando si scopre qualcosa di grande valore per noi, capita che la gioia, l’energia
che ci animano siano così grandi da non potere restare chiuse nel nostro cuore e
si abbia voglia di condividerle. Infatti dopo qualche giorno, quando si crea una
maggiore confidenza, Eugenio mi confida il suo sogno: non trattenere queste
preziose scoperte solo per sè, permettere ad altre persone di accedere ad un
metodo semplice, che non richiede eccessivo sforzo, fare in modo che anche altri
si liberino dalla schiavitù che ha incatenato lui per decenni.
L’idea è bella, espansiva, me ne innamoro io pure e ci divertiamo a parlare di
come il sogno possa essere tradotto in realtà. La situazione in cui siamo immersi
aiuta a sviluppare creatività e poco a poco si delinea il progetto: un corso pratico,
esperienziale, con caratteristiche tali da essere facilmente accessibile a quanti
siano seriamente motivati a smettere di fumare. Il seme è stato gettato, ma ci
vorranno due anni di lavoro per Eugenio al fine di strutturare il corso e scrivere
questo manuale.
Ci rivediamo a Milano e sono testimone dei dubbi di certi momenti sulla migliore
prospettiva da adottare, sulla scelta e la struttura degli esercizi, ho visto la
determinazione di Eugenio nel compimento della sua opera sempre sostenuta
dall’intenzione di fare qualcosa di utile per gli altri.
Un piccolo suggerimento al lettore: dalle pagine successive inizia l’esplorazione
del tuo rapporto con il fumo e un po’ anche di te stesso, vivila come una nuova
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avventura, con l’impegno dovuto, ma anche con curiosità, leggerezza
e
soprattutto divertiti ! Tu sei unico e scoprire una parte di te magari ignota finora,
ti incanterà.
Flaminia Balestreri
Milano, marzo 2007
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Introduzione
Negli Stati Uniti la percentuale di fumatori che è riuscita a smettere di fumare è
altissima. Quasi la metà delle persone con un passato da fumatore ce l’ha fatta, e
parliamo indicativamente di 50 milioni di persone. In Italia, negli ultimi anni
(2004, 2005) ha smesso circa mezzo milione di persone ogni anno. Smettere di
fumare, quindi, si può. Eppure la percezione del problema fumo è ancora poco
chiara: a livello di senso comune, non ci sentiamo certi di affermare che lasciarsi
questa esperienza alle spalle sia diventato qualcosa di semplice da fare.
Del resto, le posizioni sull’argomento fumo non sono affatto univoche. Se
vi fosse un metodo, un approccio, un farmaco, un protocollo, una strategia capace
di far smettere chiunque, indipendentemente da sesso, età, condizione sociale,
istruzione, temperamento e caratteristiche personali, ebbene, sarebbe un grande
vantaggio per tutti. Purtroppo non è così. Nessun approccio finora studiato è in
grado di assicurare al fumatore la certezza del risultato, se per risultato si intende
quello di avere smesso di fumare. Tuttavia non si deve trascurare il fatto che ogni
volta che un fumatore fa un nuovo tentativo, viene comunque acquisita
un’esperienza utilissima, che ha un grande valore vista nella prospettiva dei suoi
risultati futuri. Tra i dati che abbiamo a disposizione troviamo infatti che
mediamente ogni fumatore ha fatto più tentativi prima di smettere
definitivamente.
Sul ruolo attivo del fumatore c’è molto da dire: un metodo o una strategia serve
ad una persona nella misura in cui essa effettivamente la usa, se ne serve. Nulla
può sostituirsi all’impegno in prima persona del fumatore. Smettere di fumare è
qualcosa che fa qualcuno con l’aiuto di qualcosa, difficilmente può trattarsi di un
risultato che viene indotto da qualcos’altro, magari con la complicità, o il
benestare passivo di un soggetto (o, peggio ancora, contro la sua volontà).
Affinché un fumatore sia effettivamente in grado di operare un
cambiamento, occorre che questi sia passato da una fase di “intenzione” ad una di
“determinazione”. L’idea che un cambiamento possa realmente avvenire deve
essere completamente accettata, vissuta come una possibilità concreta che viene
attivamente ricercata. Ma come abbiamo già accennato, difficilmente si è cosi
fortunati da trovare subito la soluzione su misura. Purtroppo non c’è i l – metodo
– sicuro – pronto - per – te.
Quello che invece è sempre disponibile è la possibilità di fare
un’esperienza. E’ importantissimo andare oltre lo schema successo-fallimento
relativamente ad un metodo o strategia; siamo noi ad avere successo o meno
utilizzando un dato metodo; occorre accettare una logica più aperta, in cui
ognuno, assumendosi fino in fondo la propria responsabilità, si impegni a capire
le cose un po’ alla volta, in base ai risultati conseguiti. L’impegno necessario è
quello di apprendere, imparare ad ogni tentativo sempre qualcosa di utile. Ecco
perché definisco l’impegno di smettere di fumare un compito non difficile, bensì
impegnativo, delicato, un compito che richiede attenzione e concentrazione.
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Personalmente, sono un ex-fumatore. Lascia quindi che ti presenti
brevemente la mia esperienza. Ho fatto studi filosofici (mi sono laureato nel 1990
a Bologna), poi ho lavorato molti anni in ambito commerciale presso gruppi
editoriali locali e nazionali. Più che questo, può essere di interesse il fatto che per
quasi trent'anni sono stato un fumatore direi senz’altro "incallito". Da studente
superavo talvolta i due pacchetti al giorno e successivamente, per un periodo
durato almeno quindici anni, non riuscivo nemmeno ad arrivare alla prima
colazione della mattina se prima non avevo fumato almeno una sigaretta. Negli
ultimi 5/6 anni da fumatore, con mia figlia molto piccola, feci vari tentativi di
smettere, tutti falliti miseramente.
Solamente l'ultimo tentativo, compiuto nel Maggio 2005, è finalmente riuscito. I
metodi che ho sperimentato sono stati, in ordine cronologico: graffette sui lobi
auricolari, serata “terrorizzante” organizzata da una Chiesa Avventista di Bologna,
agopuntura; poi, dal 2000 in avanti cerotti alla nicotina, corso antitabagismo
tenuto da una ASL della provincia di Bologna, gomme da masticare (sempre alla
nicotina), lettura di un testo. In pratica, ho sperimentato tutti i principali metodi
tranne l'ipnosi. Non che fossi contrario, semplicemente non avevo trovato
nessuno che mi avesse saputo indirizzare ad uno specialista.
Se stai pensando che sono stato proprio un “caso disperato”…beh lo pensavo
anch’io.
La cosa incredibile, almeno apparentemente, è che sono riuscito a smettere
grazie alla semplice lettura di un libro, naturalmente soltanto dopo aver messo in
pratica tutti i consigli in esso contenuti, dal primo all'ultimo, ed alla
contemporanea frequentazione di un corso di formazione sulla gestione delle
convinzioni. I riferimenti del libro si possono trovare nella bibliografia pubblicata
in fondo a questo manuale, l’autore è l’inglese Allen Carr. Il corso di formazione
si chiamava invece “Sprigiona il potere che è in te”, dell’americano Anthony
Robbins. Quello che ha fatto scattare in me la decisione di volerci provare con
una convinzione diversa da prima è stato che grazie alla lettura ho finalmente
capito come funziona il meccanismo della nicotina, sia da un punto di vista
fisiologico che da quello psicologico o mentale. Mi sono reso conto di quanto
sbagliate ed illusorie fossero la maggior parte delle convinzioni che avevo sul
fumo. Grazie al corso di Robbins, invece, ho compreso il modo in cui è possibile
gestire le proprie convinzioni. Infine ho sommato le due cose e ho potuto
smettere di fumare.
Ciò che veramente penso è che si tratti di un percorso che si possa
imparare abbastanza facilmente, e che proprio per questo valga la pena
impegnarsi a lottare contro la normale diffidenza e i preconcetti dei fumatori
convinti del contrario.
Questo accadeva verso la metà del 2005. Ho cominciato quindi ad
interessarmi a tutto ciò che veniva detto e scritto a proposito del fumo, siti
internet, articoli, libri, riviste e altro. Mi sono reso conto di diversi approcci ed
anche di alcune evidenti contraddizioni.
Ho già accennato come In Italia non vi sia un orientamento univoco sul
trattamento del fumo. Ho maturato il parere che un metodo psicologico, a
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dispetto di alcune autorevoli posizioni che continuano a puntare principalmente
sull’utilizzo dei farmaci, sia quello che meglio risponda allo scopo del fumatore
che voglia smettere, ammesso che lo scopo sia quello di smettere di assumere
nicotina definitivamente e - fondamentale - senza forzature.
Una nota terminologica: ho cercato di evitare il più possibile termini “dotti”
o complicati. Uso i termini “psicologico” o “mentale” come sinonimi ed in modo
generico, per lo più contrapposti a “fisico” o “fisiologico”. Tengo a precisare che la
denominazione di “metodo psicologico” è qui utilizzato in senso generico, non
essendovi in questo testo nessuna indicazione terapeutica o clinica, nulla a che
fare con alcuna forma di terapia psicologica o psicoanalitica.
Negli anni 2002-2007 sono stati pubblicati in Italia diversi importanti lavori
sul trattamento del fumo, oltre al già citato testo del Sig. Carr; ad esempio
l'importante volume "Smetti di fumare! 7 regole per riuscirci" , la sintesi
statunitense di oltre 90 anni di lotta contro le malattie polmonari, con
approvazione della American Lung Association, organizzazione che ha elaborato
un riuscito programma per aiutare i fumatori a liberarsi dalla nicotina. Sono stati
inoltre recentemente tradotti nella nostra lingua interessanti contributi di autori
tedeschi, spagnoli, francesi, e sono stati naturalmente pubblicati lavori di
importanti autori italiani. Su Internet si trovano interessanti siti che permettono di
scaricare utili opuscoli e guide che possono aiutare i fumatori nel loro scopo. Se
ne può trovare un elenco in fondo al libro.
Ho perciò cercato di raccogliere quanto di più interessante è emerso in questi
libri, articoli, siti, testimonianze ed esperienze, e ho voluto dare la possibilità al
lettore di approfondire i temi più importanti con note e rimandi ad altri testi.
L'intenzione di fondo resta quella di dare a questo materiale un taglio più
pratico possibile. Ogni sezione chiama infatti il lettore a fare degli esercizi di
verifica; questo non è un manuale che va soltanto letto, è piuttosto un percorso
lungo il quale si fa esperienza di una nuova percezione di noi stessi. Il lettore
deve percepire, sperimentare il cambiamento dei propri punti di vista, delle
proprie convinzioni e delle proprie sensazioni. A questo servono i numerosi
esercizi, che altro non sono se non momenti di verifica pratica.
C’è un proverbio che recita: chi non supera la montagna è destinato a
rimanere nella valle. Trovo che sia un’affermazione suscettibile di diverse
possibili interpretazioni.
A me piace intenderla come un incitamento ad avere coraggio: la montagna può
rappresentare una difficoltà della vita, un problema da superare.
Oggi ti propongo di imparare, in 300 minuti (il tempo di un pomeriggio),
un metodo che ti permetterà di smettere definitivamente di fumare. Non si deve
far ricorso ad alcuna sostanza esterna, né farmaci, né diete particolari; non si
rendono necessari interventi sul corpo, come graffette alle orecchie, agopuntura o
altro. Non viene utilizzata l’ipnoterapia.
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Non verrà fatto alcun terrorismo sui danni provocati dal fumo, ma si
andranno semplicemente a riesaminare le principali convinzioni che formano le
“certezze” del fumatore. Una volta messe in discussione le vecchie convinzioni e
sostituite con nuove
convinzioni in grado di portarci nella direzione dei nostri reali desideri, ci
troveremo esattamente sul crinale che separa una vallata dall’altra, e potremo
decidere liberamente sul da farsi: andare avanti o tornare indietro.
Ma lascia che ti domandi: tu sei veramente alla ricerca di un aiuto per
smettere di fumare? I cambiamenti importanti avvengono quando la causa
scatenante sorge all’interno di noi stessi. Non importa tanto che io o qualcun altro
ti riempiamo la testa di buone ragioni per smettere di fumare. Questo non ti
servirebbe a nulla. L’unica cosa veramente importante è che tu sia alla ricerca di
un cambiamento.
Scusa se sono franco, ma qui si tratta di capire se nella tua testa c’è o non
c’è una sorta di tarlo che, almeno di tanto in tanto, ti produce pensieri del tipo: “
io non mi riconosco più come individuo fumatore, il fumare entra in conflitto con
l’idea che voglio avere di me stesso, e per questo sono alla ricerca di qualcuno o
qualcosa che mi aiuti a smettere di fumare”. Se la risposta è affermativa, allora
abbiamo delle buone possibilità. Altrimenti, in tutta onestà, ritengo tu abbia due
alternative: leggere lo stesso il manuale fino alla prima pagina che troverai noiosa,
per poi lasciarlo qualche anno sul comodino o in un
angolino di libreria, oppure, ed è la seconda possibilità, regalarlo a qualche tuo
amico/a che sai sta cercando di smettere con il fumo.
Se al contrario riconosci veramente la presenza di questo tarlo, allora è
importante che iniziamo subito a mettere a fuoco il nostro scopo con la massima
chiarezza e definizione possibile, ovvero imparare a smettere di fumare,
possibilmente senza soffrire.
Proprio così, hai capito bene: sto affermando che si può smettere di fumare senza
soffrire.
Capisco il fatto che in questo momento le mie parole ti sembrino assurde,
so che nella maggioranza delle persone vige la convinzione che smettere di
fumare sia difficile e, proprio per questo, farlo equivalga ad intraprendere una
lotta, una battaglia contro sé stessi, un vero e proprio conflitto nel quale assume
un ruolo strategico la forza di volontà che ciascuno saprà tirare fuori. Lo so.
Per questo motivo introduco subito un concetto che verrà spesso utilizzato
in questo manuale: una credenza, ossia una affermazione che ci convince in modo
totale, per quanto possa essere socialmente condivisa non è necessariamente una
verità assoluta ed incrollabile.
Riconosco come vero che l’affermazione “è difficile smettere di fumare”
suoni ovvia per la maggior parte dei fumatori (e non). Fortunatamente, come
vedremo dettagliatamente più avanti, si tratta di una convinzione, una credenza
che, per quanto ben radicata, è tuttavia suscettibile di essere modificata.
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Se guardiamo ai secoli passati troviamo facilmente esempi di convinzioni,
altrettanto radicate e condivise, che ad un certo momento sono state messe in
discussione e superate. Uno dei casi più famosi risale al tempo di Tolomeo, nel
quale tutta la comunità credeva che il sistema solare ruotasse intorno alla Terra,
fino a quando quel modello è stato totalmente rovesciato da Copernico nel 1543.
Presumo che adesso tu voglia dirmi: “ma dai, come posso credere che
smettere di fumare non sia difficile…siamo seri” !
Vedi, effettivamente la differenza è proprio qui. Tutto dipende dalla
consapevolezza che ognuno di noi ha relativamente alle proprie credenze. Se
diamo per scontato che smettere sia penoso e difficile, difficilmente la nostra
esperienza si discosterà da quanto ci aspettiamo. Ma questo è proprio uno di
quei casi in cui faremmo bene a chiederci se veramente dobbiamo accettare per
buona quella credenza, oppure se possiamo almeno mettere alla prova le
argomentazioni sulle quali tale credenza poggia.
La domanda giusta è: che sia forse possibile compiere una piccola “rivoluzione
copernicana” relativamente a quella e ad altre credenze sul fumo?
Questa è esattamente la sfida che ti propongo: andare a verificare, una ad
una, tutte le principali convinzioni che hai accettato per buone e coltivato fino ad
oggi relativamente al fumo del tabacco. Ti renderai conto di quali credenze
continuano effettivamente a convincere, e a quali invece sei disposto a sostituire
con nuove convinzioni. Prova a fidarti, non ci rimetti nulla, no?
Prima di proseguire, desidero esprimere tutto il mio rammarico rivolto alle lettrici:
purtroppo la lingua italiana obbliga chi scrive rivolgendosi ad una seconda
persona ad utilizzare il genere maschile. Non è affatto giusto, lo riconosco.
Chiedo scusa a tutte le lettrici le quali, mio malgrado, non vengono favorite da
questa regola.
Penso che uno dei traguardi più importanti nella crescita di un bambino sia
la conquista dell’equilibrio in posizione eretta. Come papà di una bimba ho avuto
il privilegio di poter seguire il lungo periodo di prove, di apprendistato che ha
preceduto il tanto atteso risultato. Anche da adulti, però, riconosciamo un “valore
speciale” a tutte le piccole e grandi conquiste che ci hanno veramente impegnato.
Credo che ognuno di noi ricorderà con particolare piacere quel momento di
soddisfazione che ha contraddistinto l’aver raggiunto un obiettivo per il quale
abbiamo a lungo lavorato: che so, la conclusione di un corso di studio, aver
ritirato la nostra prima auto o moto nuova alla concessionaria, aver infilato la
chiave nella toppa del nostro primo appartamento.
Non si potrebbe forse dire che, in tutti questi casi, la misura della
soddisfazione che abbiamo provato è stata proporzionale all’impegno che ci è
costato raggiungere quell’obbiettivo? E non si potrebbe ancora aggiungere che
quando siamo stati proprio noi, in prima persona ad aver superato le mille
difficoltà, ad aver trovato tutte le soluzioni che sono servite al conseguimento di
quel risultato finale, noi abbiamo sentito quel risultato particolarmente “nostro” e
assai prezioso?
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Analogamente, si potrebbe concludere che:
1) Smettere di fumare è una conquista, è un’abilità che si impara, esattamente
come fa un bambino quando impara a camminare.
2) Farmaci, trattamenti corporei o ipnosi per smettere di fumare costituiscono
soltanto inopportune scorciatoie in grado al massimo di rendere il compito
apparentemente più leggero, e solo in funzione della prima metà del compito,
quello di interrompere l’assunzione di nicotina.
Credo fermamente che per la seconda metà del compito, quella assai più
importante, ovvero rimanere non fumatori nel tempo, l’aver utilizzato scorciatoie
diventi controproducente. L’unica cosa di cui abbiamo veramente bisogno è il
(buon) funzionamento della nostra testa, intendendo con ciò, naturalmente, la
tenuta delle nostre nuove convinzioni.
La capacità di tenuta delle nuove convinzioni dipende in ultima istanza dalla
nostra capacità di condizionare noi stessi, da quanto efficacemente impariamo a
dare nuove istruzioni al nostro cervello; questo è un compito al quale non
possiamo sottrarci, è qualcosa che possiamo fare soltanto noi, in prima persona;
sarebbe assurdo aspettarsi tale risultato come effetto di farmaci o trattamenti
corporei.
3) Ritengo quindi che imparare a smettere utilizzando un metodo psicologico
basato sul
cambiamento di credenze costituisca il miglior modo per rimanere non fumatori
nel tempo,
poiché solo un simile approccio è in grado di produrre quel senso di sicurezza e
di soddisfazione che viene percepito in quei casi in cui una conquista personale
viene raggiunta attraverso l’uso esclusivo delle proprie forze. Solo questa
condizione riesce, a mio parere, a ridurre al minimo i rischi di una ricaduta nel
tabagismo.
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Capitolo 1
Prendiamo le misure.
§ 1.1 Partenza!
A nessuno piace soffrire. O almeno, così dovrebbe essere.
I fumatori sul pianeta sono stimati circa un miliardo e trecento milioni di persone.
Tutti i fumatori (o quasi) sanno benissimo che non dovrebbero fumare, eppure
continuano a farlo, anche se ciò comporta il prezzo di entrare in contraddizione
con sè stessi. Come è possibile questo? L'unica ragione che possa spiegare una
situazione del genere è attribuibile al fatto che ogni fumatore in cuor suo associa
molta sofferenza all'idea di smettere di fumare. Pur essendo consapevole che
esistono ottime ragioni per le quali non dovrebbe fumare, egli soffre ancora di più
al solo pensiero di smettere. Il fumatore si trova quindi nella spiacevole situazione
di chi può soltanto scegliere tra due "mali"; com'è ovvio in questi casi, si sceglie il
minore tra i due, e quindi si continua a fumare.
"Un giorno o l'altro smetterò", "in questo momento non sono nella situazione
propizia, ma prima o poi so che lo farò", etc etc... questi sono i pensieri che
passano di solito nella testa del fumatore quando pondera tra sè e sè la
questione.
Esiste una via d'uscita? Ebbene si, per fortuna esiste.
Anche se il fumatore è convinto, probabilmente come lo sei tu, che smettere
di fumare comporti sofferenza, è possibile lavorare su questa convinzione fino al
punto da sostituirla totalmente con una nuova convinzione, che ci permette di
associare non più dolore, ma piacere all'idea di smettere di fumare.
L’americano Anthony Robbins, riconosciuto formatore ed autore di
numerosi manuali, così esprime questo concetto:
“La verità è che possiamo apprendere a condizionare la nostra mente, il
nostro corpo e le nostre emozioni ad associare piacere a qualsiasi cosa scegliamo.
Cambiando quello cui associamo piacere o dolore, cambieremo immediatamente
anche il nostro comportamento. Per quanto riguarda il fumo, per esempio, tutto
quello che dovete fare è associare abbastanza dolore al fumo, e abbastanza
piacere a smettere di fumare. Avreste la capacità di farlo ora, subito, ma non
sfruttate questa capacità perché avete abituato il vostro corpo ad associare
piacere al fumo, oppure temete che smettere sarebbe troppo doloroso. Eppure, se
incontrate qualcuno che ha smesso, scoprirete che il suo comportamento è
cambiato in un solo giorno, il giorno in cui questa persona ha veramente
cambiato il significato che il fumo aveva per lei” (1).
Mi si dirà: finalmente la verità! Quello che mi proponi è fare un lavaggio del
cervello!
Potrebbe essere, ti rispondo. Parliamone un attimo. Onestamente non riesco
a capire per quale motivo fare un "lavaggio del cervello" venga spesso considerato
così negativamente, come qualcosa da evitare a tutti i costi: se esistesse infatti un
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modo per correggere alcune nostre idee o comportamenti da noi stessi ritenuti
sbagliati e grazie a questo vi fosse la possibilità di vivere in modo più coerente e
felice, beh, sinceramente non vedo quale mai sarebbe il problema. Siamo pur
disposti a subire operazioni sul nostro corpo per riacquistare una piena salute
fisica, giusto? Per quale motivo non dovremmo essere egualmente disposti a fare
altrettanto con le nostre credenze se il fine è quello di riacquistare un perduto
equilibrio psicologico?
Sostengo inoltre che in alcune circostanze sia esattamente una sorta di
lavaggio del cervello quello che noi stessi facciamo - e spontaneamente - per
uscire da una situazione di dolore nella quale non intendiamo più restare. Vuoi un
esempio?
Facciamo finta per un minuto di essere di nuovo adolescenti, e di essere ne bel
mezzo di una bellissima love story con qualcuno. Questa avventura ci eccita e
coinvolge come non mai, e viviamo momenti di grandissima euforia. Siamo
innamorati e felici. Di questa persona vediamo solo gli aspetti attraenti e positivi,
mentre, anche se ve ne sono, non diamo alcuna importanza ad eventuali difetti e
ombre.
Improvvisamente, purtroppo, succede qualcosa che ci obbliga a
riconsiderare totalmente questa persona; lascio a te immaginare il motivo; ha
baciato qualcun altro, è un corriere della droga, una persona disonesta,
pericolosa, non so.. di fatto, siamo costretti a vedere questa persona sotto una
luce inaspettata, nuova, e comprendiamo che si rende assolutamente necessario
troncare la relazione.
In un caso del genere non potrebbe essere proprio un bel lavaggio del
cervello la cosa più opportuna da fare? Non sarebbe forse utile, per non soffrire,
andare proprio a considerare tutte le caratteristiche negative di quella persona?
Certo che sì, in quanto lo scopo finale, per superare il problema, è quello di
raccogliere sufficienti ragioni per poter sostenere che "in fondo non ho perso un
bel nulla".
Quanto detto deve valere come esempio. Non sempre è facile scegliere le
credenze utili e produttive a scapito di quelle improduttive. Nel nostro caso del
fumo, tuttavia, il quadro che abbiamo davanti ci permette ampi spazi di manovra,
tali da poter affermare che compiere questa operazione è assai più semplice di
quanto tu possa immaginare.
Allora, cosa vogliamo fare? Cominciamo?
Bene! La prima cosa che devo dirti è che il lavoro che dobbiamo fare insieme ci
terrà occupati per circa 5 ore. L’ideale è poter creare un ambiente più simile
possibile a quello di un vero è proprio corso: niente telefoni, persone intorno,
musica, distrazioni varie. Se vuoi avere il massimo risultato, crea un ambiente
dove tu possa dedicarti totalmente a questo corso, e ritagliati un pomeriggio
intero, dalle 14 alle 19. In 5 ore, pur con le necessarie pause, si termina il
manuale, e si gode della massima probabilità di successo.
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Diversamente (ma non dire che non ti avevo avvisato) puoi fare il corso a tappe,
in momenti diversi, ma a quel punto non ti so dare nessuna ulteriore indicazione,
devi inventare da solo la formula che più ti aggrada.
Hai deciso?
Sia che tu abbia pensato di seguire le mie indicazioni, sia che tu voglia
sperimentare una strada diversa, desidero congratularmi con te: hai preso una
importantissima decisione, che cambierà senz’altro il tuo rapporto con il fumo, e
quindi con te stesso.
Vuoi sapere se puoi fumare mentre fai questo percorso? Fai quello che senti più
giusto per te.
Comunque vada questo tuo importante tentativo di smettere di fumare, ne
uscirai comunque migliorato; hai ottime probabilità di riuscire nel tuo intento, ma
se anche tu non riuscissi a smettere ne sarà comunque valsa la pena, perché le
probabilità di successo legate al tuo successivo tentativo di smettere saranno
automaticamente aumentate del 30% circa, questo secondo una recente indagine
sul fumo di tabacco.
“Chi ha un fallimento (parliamo di fumo) alle spalle ha un 30% di probabilità in
più di riuscire rispetto a chi non ha mai tentato” dice Roberta Pacifici dell’ ISS
(Istituto Superiore della Sanità) che ha condotto uno studio sul fenomeno nel
2004. Poi ci sono fattori personali che aumentano le probabilità di successo: “Un
basso grado di dipendenza dal fumo; non soffrire di depressione; sentirsi
abbastanza forte da poter cambiare il proprio comportamento e le proprie
abitudini; fiducia negli specialisti”
Questo esempio mi dà la possibilità di introdurre una nota alla lettura: le parti di
manuale che troverai incorniciate come questa sopra saranno da considerare
importanti ma non
indispensabili: ho infatti deciso di inserire nel manuale alcuni interessanti aspetti
comparsi recentemente sull’argomento, anche se non direttamente legati allo
svolgimento del corso.
§ 1.2 Test di Glover – Nilson : la dipendenza psicologica, gestuale, sociale.
Poiché saranno presi in esame sia gli aspetti psicologico-mentali che quelli fisici e
fisiologici della dipendenza dalla nicotina, la prima cosa da fare è “prendere le
misure” sia degli uni che degli altri, attraverso l’uso di due comodissimi test: il
test di Glover – Nilson ed il test di Fagerstrőm.
E’ di estrema importanza che tu risponda in assoluta sincerità, ma senza studiare
troppo le risposte: segna sempre la prima risposta che ti viene in mente.
Ovviamente, se ti accorgi di avere sbagliato, puoi correggere la risposta.
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Quanto è vero per te? Per la prima domanda e solo per quella, scegli una risposta
contrassegnando un numero sulla seguente scala:
0= per niente
moltissimo.
1= un po’
2= moderatamente
3= molto
1) La mia abitudine di fumare è importante per me.
4=
0 1 2 3 4
Ora cambiamo tipo di scala utilizzata: non più “per niente – moltissimo”
ma “mai – sempre”.
Utilizza quindi la scala seguente per le prossime risposte:
0= mai
1= raramente
2= a volte
3= spesso
4= sempre.
2) Quando resti senza sigarette o non riesci a trovare il pacchetto ti senti in
angoscia?
0 1 2 3 4
3) Quando non hai le sigarette ti risulta difficile concentrarti e portare a termine
un qualsiasi compito?
0 1 2 3 4
4) Dopo aver eseguito un compito ti ricompensi con una sigaretta?
0 1 2 3 4
5) Giocare con la sigaretta o il pacchetto fa parte del tuo rituale del fumo?
0 1 2 3 4
6) Tieni occupate le dita e le mani per evitare le sigarette?
0 1 2 3 4
7) Ti capita di mettere qualcosa in bocca per evitare di fumare?
0 1 2 3 4
8) Quando ti trovi in un luogo dove è proibito fumare giocherelli con la sigaretta o
con il pacchetto di sigarette?
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9) Certi posti o certe situazioni ti spingono a fumare? La tua poltrona preferita, il
divano, la casa, andare in macchina, bere (caffè, alcolici, ecc.)?
0 1 2 3 4
10) Ti succede spesso di accendere una sigaretta per abitudine, senza averne
veramente voglia?
0 1 2 3 4
11) Tenere una sigaretta in mano, anche senza accenderla, ti aiuta a ridurre lo
stress?
0 1 2 3 4
12) Ti capita di mettere in bocca sigarette spente o altri oggetti (penne,
stuzzicadenti, gomma da masticare, ecc.) e li succhi per rilassarti e ridurre lo
stress, le tensioni, la frustrazione ?
0 1 2 3 4
13) Una parte dl piacere di fumare viene dall’eseguire il rito di accendere la
sigaretta?
0 1 2 3 4
14) Una parte del piacere che dà il tabacco consiste nel guardare il fumo mentre
lo espiri?
0 1 2 3 4
15) Ti capita di accendere una sigaretta senza renderti conto che ne hai già una
accesa nel posacenere?
0 1 2 3 4
16) Quando sei da solo in un ristorante, alla fermata dell’autobus, ad una festa
ecc., ti senti più tranquillo, più protetto, più sicuro di te se hai una sigaretta in
mano?
0 1 2 3 4
17) Accendi una sigaretta se lo fanno i tuoi amici?
0 1 2 3 4
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Analisi delle risposte
Somma il punteggio accumulato per gruppi di risposte:
Risposte 1, 2, 3, 4
………………
Totale (1) :
Risposte 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 13, 14, 15
……………...
Totale (2) :
Risposte 16 e 17
Totale (3) : ……………...
Dividi adesso il Totale (1) per 4 e segna il risultato:
……………
Risultato (1):
Dividi il Totale (2) per 11 e segna il risultato:
……………
Dividi il Totale (3) per 2 e segna il risultato:
……………
Risultato (2):
Risultato (3):
Il risultato (1) indica la dipendenza psicologica;
Il risultato (2) individua la dipendenza gestuale;
Il risultato (3), infine, la dipendenza sociale.
Indicativamente: 0= dipendenza nulla
2= moderatamente dipendente
1= poca dipendenza
3= molto
4= moltissimo
Bene, passiamo ora al test che ci permette di individuare la tua dipendenza
farmacologica dalla sigaretta.
§ 1.3 TEST DI FAGERSTRÖM.
DOMANDE
Dopo quanto tempo
dal risveglio fumi
la prima sigaretta?
Trovi difficile non
fumare nei luoghi
RISPOSTE
 entro 5 minuti
 6 - 30 minuti
 31 - 60 minuti
 più di 60 minuti
 sì
Punteggio
3
2
1
0
1
 no
0
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dove è vietato (chiese,
cinema, biblioteche, ecc) ?
A quale sigaretta trovi
più difficile rinunciare?
 la prima del mattino
 un’ altra
Quante sigarette fumi
al giorno?




Fumi di più nelle prime
ore dopo il risveglio che
durante il resto
del giorno?
 sì
 no
1
0
Fumi anche se hai una
malattia che ti costringe
a rimanere a letto tutto
il giorno?
 sì
 no
1
0
10
11
21
31
o meno
- 20
- 30
o più
1
0
0
1
2
3
Totale …………..
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TEST di FAGERSTRÖM Lettura dei risultati.
0–1
Bassa dipendenza, quindi scarsi o leggeri sintomi di astinenza alla
sospensione del fumo.
2–3
Dipendenza medio – bassa; i sintomi di astinenza possono essere un
ostacolo. Tuttavia, molti tra questi fumatori smettono da soli.
4–5
Dipendenza medio – alta; i sintomi di astinenza sono sicuramente
presenti e vanno trattati.
6–8
Forte dipendenza; secondo l’approccio medico prevalente, i farmaci
possono essere un elemento decisivo della terapia e così anche il
supporto psicologico.
8 – 10
La dipendenza è assai grave. Sempre secondo l’approccio medico
prevalente, è inderogabile il bisogno di un supporto farmacologico e psicologico
E’ necessario fare una precisazione sulla lettura dei risultati.
La posizione prevalente nella medicina ufficiale insiste sulla necessità di trattare il
fumatore con farmaci alla nicotina. Ma non tutti sono d’accordo. Dal canto mio
esprimo soltanto un giudizio personale, ben consapevole di non avere le
competenze necessarie per poter offrire un giudizio circostanziato sui farmaci alla
nicotina ed i loro effetti; semplicemente ho fatto l’esperienza personale sia dei
farmaci alla nicotina che di un approccio psicologico che di fatto ne esclude l’uso.
Come milioni di altri individui, ho avuto successo con il secondo, e non con
il primo.
(Tra parentesi, tengo a precisare che, al test in oggetto io ero un 7)
Ma avremo occasione di approfondire successivamente questo argomento.
Bene, vuoi conoscere la buona notizia?
Allora te la dico…è che se hai totalizzato un punteggio tra 0 e 4, 4 compreso, hai
una ottima probabilità di successo semplicemente accettando ed impegnandoti
ad imparare la mia semplice metodologia. Se invece, sei tra…. i puri, i “templari
del tabacco” (da 5 a 10) sappi che potrai anche tu smettere di fumare, traendo dal
corso ottimi ed indispensabili suggerimenti; il fatto che la tua dipendenza
farmacologia sia più alta non pregiudica assolutamente nulla; semplicemente ci
indica che la salita da percorrere potrebbe essere per te più impegnativa, ma nulla
di più.
Come vedremo più avanti, non sono gli aspetti fisiologici della dipendenza a
doverci preoccupare maggiormente. Ecco perché innanzi tutto andremo a lavorare
su quelli psicologici.
E’ a tua discrezione, tuttavia, la possibilità di affiancare all’esperienza del
manuale un supporto da concordare assieme al tuo medico. Esistono validi gruppi
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di disassuefazione dal fumo in moltissime città italiane. Per le ragioni che saranno
esposte successivamente l’utilizzo di questo metodo psicologico entra invece in
conflitto con le terapie a base di farmaci sostitutivi della nicotina.
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§ 1.4 Esercizi.
Passiamo adesso a mettere a fuoco le motivazioni che ti inducono a prenderti
l’impegno di seguire questo corso.
Ti prego di rispondere attentamente alle domande che seguono.
Domanda N° 1
Perché desideri smettere di fumare?
Dai la tua risposta libera:
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
…………………………………………………………………………………………
Domanda N° 2
Sei veramente alla ricerca di un aiuto per smettere di fumare?
Utilizzando una scala da 1 (minimo) a 10 (massimo), indica sia il grado di urgenza
che il grado di importanza che la tua ricerca ha:
Urgenza: ……….
Importanza: ………..
Domanda N° 3
Qui di seguito trovi elencati, NON in ordine di importanza, i motivi più comuni che
spingono le persone, nel nostro paese, a lasciare le sigarette.
(I dati, del 2004, sono forniti dall’ Istituto Superiore della Sanità).
Utilizzando una scala da 0 (minimo) a 4 (massimo), dai a ciascuna voce
Il “tuo” peso.
(Esempio: Vorrei lasciare le sigarette per motivi di salute .…3….)
Vorrei lasciare le sigarette perché:
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a) Non mi piacciono più/mi danno fastidio ……..
b) Gravidanza/nascita di un figlio ……..
c) Per motivi di salute ……..
d) Non voglio più essere schiava/o di un vizio ……..
e) Costo eccessivo/risparmio ……..
f) Per richiesta/imposizione del partner/ dei familiari ……..
g) Per maggiore consapevolezza dei danni ……..
h) Per i divieti ……..
i) Non voglio essere un esempio sbagliato …….
l) Me l’ha raccomandato il medico ……..
m) Altro motivo …….. (se vuoi, scrivi quale)
………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………………
Adesso raccogli di seguito le motivazioni che hanno avuto per te il massimo
punteggio (4):
A) …………………………………………………………………………………...
B) ……………………………………………………………………………………
C) ……………………………………………………………………………………
D) ……………………………………………………………………………………
E) ……………………………………………………………………………………
Torneremo al momento opportuno sulle risposte che hai dato a queste domande.
Passiamo ora alla lettura del secondo capitolo.
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Passaggi chiave del Cap. 1.
Ogni fumatore in cuor suo associa sofferenza all'idea di smettere di fumare. Pur
essendo consapevole che esistono ottime ragioni per le quali non dovrebbe
fumare, egli soffre ancora di più al solo pensiero di smettere.
E’ possibile lavorare su questa convinzione fino al punto da sostituirla totalmente
con una nuova convinzione, che ci permette di associare non più dolore, ma
piacere all'idea di smettere di fumare.
Gli spazi di manovra a nostra disposizione sono ampi; compiere questa
operazione è assai più semplice di quanto un fumatore possa immaginare.
Note al Cap. 1
(1) Robbins, Anthony, “Come migliorare il proprio stato mentale, fisico,
finanziario” (1991) , XIII Edizione Tascabili Bompiani, 2001, pag. 59.
(2) Il test di Glover-Nilson è stato tratto da: Convito, Carmen, “L’arte di smettere di
fumare” Mondadori, 2005, pag. 163-164.
(3) Il Test di Fagerström è stato tratto da: Convito, Carmen, “L’arte di smettere di
fumare” Mondadori, 2005, pag. 165.
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