Il vento dell’Europa sull’educazione ai media Sui Corecom la mano pesante dei partiti politici il Telespettatore Anno 47° - N.1 TESTIMONI DIGITALI La comunità ecclesiale di fronte alle sfide delle continue innovazioni tecnologiche nel decisivo settore delle comunicazioni Gennaio 2010 ➤ spazio aperto A tu per tu con il lettore La TV all’acme della volgarità Ho letto su Avvenire del 27 dicembre scorso una bella intervista a Renzo Arbore. Che uomo di spettacolo, ‘inventore, scopritore, rivoluzionario ‘gentile del linguaggio televisivo’ (sono parole dell’intervistatore Massimo Tondini) come Renzo Arbore esprima giudizi sulla TV in piena sintonia con quelli dell’Aiart è un fatto importante, che merita di essere segnalato. Perché non pubblicate l’intervista? Grazie Gino Lentini (Roma) Condivido il Suo giudizio e trascrivo alcuni dei più significativi brani dell’intervista di Arbore. “La Rai mi corteggia da tempo. Ma non c’è spazio vitale per uno come me che non vuole sottostare alla tirannia dei numeri. Quando non posso fare programmi di qualità, io mi ritiro. Ma non sono l’unico. Anche Fiorello l’ha fatto. Arrivato al top, non poteva rischiare che i giornali scrivessero: il suo show in prima serata ieri ha perso centomila spettatori… La dittatura della quantità è assurda e sbagliata. Ricordo un ti- tolo di giornale di qualche anno fa: ‘la zingara batte Biagi’. Emblematico no? Ma chi l’ha detto che chi vince in base ai numeri sia il migliore? Speravo nella bontà della teoria di Vico dei corsi e ricorsi storici, cioè che dopo la cattiva TV degli anni ’90 sarebbe tornata la qualità. Invece dalle sorelle Lecciso, capaci solo di accarezzarsi i capelli guardandosi nei monitor, adesso si deve sputare in diretta o fare altre robacce che vediamo nei reality o nei talk show. E’ una corsa al peggio. Meglio la musica, con la mia Orchestra Italiana e la Napoli di ieri e di domani”. Altro che la sua ‘Bandiera gialla’. Lei sventola proprio bandiera bianca…. “oggi per fare audience devi invitare Fabrizio Corona o parlare di lui, anche se ti ripugna. Questa è la comunicazione. Tutto è rissa in un clima sovraeccitato che nasconde la mancanza di vere idee e di capacità artistiche. In ossequio ai numeri, rischi di diventare il ‘migliore’ anche se sei un bestemmiatore. Ma nell’arte la regola dei numeri non può essere un totem”. Si faccia pure la TV commerciale, e anche la Rai in parte, lo è di- ventata, purché non sia diseducativa. Da liberale filoamericano che non ha mai demonizzato ideologicamente il mercato e le sue leggi, ho dovuto rivedere questa posizione. Tutto questo pregiudica la bontà e la qualità della comunicazione, anche sui giornali, dove la rissa e il gossip dominano. Siamo all’acme di questo momento drogato. Dall’ideologico ossequio all’arte pura non commerciale degli anni ’60 e ’70 si è passati alla tirannia dei numeri, oggi maschera di ogni volgarità”. Oroscopi in Tv Egregi Signori, finalmente leggo sui giornali qualcosa contro questo sconcio degli oroscopi nelle tv di Stato. Quello di Rai2 non è comunque l’unico. C’è di peggio. Da tempo sto cercando di portare all’attenzione lo scandalo di Raiuno “La prova del cuoco” di ogni sabato. In quella trasmissione dedicata ai bambini e con decine di bambini in studio, una tale arzigogola su stelle e pianeti. Se ciò è assolutamente volgare ed in educativo in linea generale, farlo in presenza di bambini è irresponsabile e colpevole. Francesco Ottanà In distribuzione la Parabola n.17 2 Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 In questo numero Anno 47° - n. 1 - Gennaio 2010 spazio aperto 2 [ l’Editoriale ] La difficile azione di tutela dei diritti degli spettatori A tu per tu con il lettore editoriale 3 La fatica di remare controcorrente La fatica di remare controcorrente [ DI LUCA BORGOMEO ] ✉ [email protected] commenti 4 Il vento dell’Europa sull’educazione ai media di Antonio Vitaliano ........................................................ 4 Il messaggio evangelico e la nuova cultura mediale di Vincenzo Grienti .......................................................... 8 Non si allenta la presa di tutti i partiti politici di Giuseppe Antonelli .................................................... 10 Una bussola per orientare la navigazione nei media di Massimiliano Padula ................................................. 12 Basta con gli oroscopi nei programmi della Rai di Francesco Giacalone .................................................. 14 cinema 15 Le maglie troppo larghe delle “regole” italiane di Vincenzo Franceschi aiart news 16 rassegna del sito 18 di Domenico Infante il Telespettatore M E N S I L E D E L L ’ A I A R T - A S S O C I A Z I O N E S P E T TAT O R I O N L U S Via Albano, 77 - 00179 Roma - Tel. 06.7808367 - Fax 06.7847146 www.aiart.org - [email protected] C/C Postale n. 45032000 distribuzione gratuita ai soci Spedizione in abbonamento postale art. 2 comma 20/c L.662/96 Filiale di Roma - Abbonamento annuo € 20,00 Direttore Responsabile: Luca Borgomeo Registrazione Tribunale di Roma n. 10108 del 5/12/64 Progetto grafico e stampa: Tipografica Artigiana S.r.l. Via Acqua Donzella, 19 - Tel. 06.7843977 - 06.78851073 www.tipografica-artigiana.com - [email protected] Giorno dopo giorno diventa sempre più difficile l’azione di tutela dei cittadini utenti dei media (giornali, tv, internet, videotelefonia, videogiochi, cinema). E’ un dato oggettivo. Un fatto, non un’opinione. I motivi sono molti. Innanzitutto il continuo e impetuoso ingrossarsi del fiume di notizie, informazioni, messaggi, veicolati da un crescente numero di “mezzi”, sempre più tecnologicamente avanzati, interconnessi, alla portata di tutti per facilità di accesso, trasportabili, poco costosi. La crescita, poi, del potere economico-fìnanziario, politico e culturale dei media tende a preoccupanti concentrazioni a danno del pluralismo e della stessa libertà d’informazione; infine la scarsa capacità - o mancata volontà - del sistema politico-istituzionale di definire un quadro normativo per dare regole certe ad un’attività che ha grande influenza sullo sviluppo culturale e sociale della comunità e sulla sua vita democratica. Questi dati, oggettivi, rendono l’azione dell’aiart molto più difficile e complessa e sollecitano una crescita dell’impegno culturale ed organizzativo e una più forte ed ampia mobilitazione di tutti gli uomini e le donne dell’aiart, in una stagione segnata dal preoccupante calo di partecipazione, dalla crisi dell’associazionismo (che non colpisce solo i partiti e i sindacati), dalle difficoltà del volontariato “vero”, dal prevalere di sentimenti d’indifferenza, egoismo sociale, chiusura al prossimo, dalla mancanza di ideali e dalla sfiducia nel futuro. E su questi aspetti è elevata l’influenza (e la responsabilità) dei media. Si avverte la sensazione di remare controcorrente e, purtroppo, di non veder premiati gli sforzi fatti per assicurare un’adeguata tutela agli utenti, comunque sollecitati ad essere sempre più consapevoli della necessità di fruire in modo responsabile dei media e a denunciare, denunciare, denunciare le tante quotidiane violazioni di regole e leggi. Queste considerazioni, comunque, non attenuano la nostra voglia di batterci, ma sono stimolo a pensare di più, a prepararci di più, ad impegnarci di più per un obiettivo di grande valenza etica, culturale e sociale e al servizio della persona e dell’intera comunità. Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 3 ➤ commenti Il vento dell’Europa sull’educazione ai media Presentato a Bruxelles, per iniziativa della Commissione Europea, la ricerca sulla “Media Literacy” nei 27 Paesi della Comunità, curata da Paolo Celot e Josè Perez Tornero. La relazione del Presidente dell’aiart sull’iniziativa di introdurre nelle scuole italiane l’educazione ai media www.aiart.org [email protected] [ DI ANTONIO VITALIANO ] ✉ [email protected] Quando Aviva Silver, della Direzione Generale del servizio Informazione e Media della Commissione Europea, ha chiuso i lavori della Conferenza Internazionale sulla Media Literacy, rilevando l’importanza dei temi trattati e la positiva prospettiva operativa che ha aperto alla futura iniziativa che la stessa Commissione Europea andrà ad assumere per la diffusione della Educazione ai media nei 27 Paesi della Comunità, un lungo applauso da parte dei numerosi partecipanti ha espresso non solo il compiacimento e l’apprezzamento per il lavoro svolto, ma anche la generale volontà di proseguire lungo la strada indicata. 4 Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 L’incontro si è svolto, in una Brussels ricoperta di neve, presso il centro Internazionale delle Conferenze Albert Borschette ed ha visto la partecipazione di rappresentanti di Istituzioni internazionali, come Unesco e Consiglio d’Europa, rappresentanti dell’associazionismo di utenti, docenti universitari ed esperti dei problemi dei media, provenienti da 25 Paesi della Comunità. I lavori della Conferenza, coordinati da Matteo Zacchetta, hanno esaminato 2 ponderosi studi sulla “Misura del Pluralismo dell’informazione in tutti i Paesi della Comunità” e la “Valutazione dei livelli di educazione ai media nei vari Paesi europei”. Il primo studio è stato illustrato da Peggy Valcke, del Centro interdisciplinare per la legge e l’informazione di Lovanio; il secondo, curato dall’EAVI (Associazione Europea di utenti di media), è stato presentato dal Segretario Generale EAVI, Paolo Celot, da Josè Manuel Perez Tornero e da Tapio Varis. Le ricerche consentono di avere un quadro compiuto sia del “pluralismo dell’informazione”, sia della “Educazione ai media” in tutti i Paesi Europei e costituiscono una base fondamentale non solo per la conoscenza della situazione generale, sia a livello europeo, sia dei singoli Paesi, dei problemi dell’informazione e dell’educazione ai media, ma ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti anche per orientare scelte operative finalizzate ad armonizzare le politiche comunitarie nel settore strategico dei media. Per un esame analitico dei dati e delle risultanze delle ricerche si rimanda al sito www.eavi.eu. Nel suo intervento Paolo Celot ha richiamato la Conferenza Internazionale svolta a Roma presso la Camera dei Deputati, promossa dall’Eavi, dall’Aiart e dall’Eurispes, e che ha segnato l’avvio della raccolta firme dell’Aiart per una proposta di legge di iniziativa popolare per l’inserimento, nella scuola italiana, dell’educazione ai media, ed ha sottolineato “L’importanza strategica ed i benefici per gli attori sociali coinvolti, di promuovere la media literacy, l’educazione ai media e l’interesse pubblico”. Celot ha anche espresso la grande soddisfazione dell’EAVI per l’approvazione, nella scorsa settimana, da parte della Camera dei Deputati in Spagna della “Legge sul sistema della Comunicazione Audiovisiva”. Su questa legge, che si richiama ai principi cardini della Media literacy (competenze per utilizzare i media con spirito critico e partecipare alla vita pubblica), si è poi soffermato José Manuel Perez Tornero, dell’Università di Barcellona, sottolineandone la grande rilevanza sociale. Alla Conferenza, invitato dal Gruppo Esperti di Media Literacy della Commissione Europea, è intervenuto il Presidente nazionale dell’Aiart, Luca Borgomeo che ha svolto una relazione sul tema:” Media Education in School. A political initiative from Aiart,Italy”. Borgomeo, con l’ausilio di 30 dia- La slide di apertura presentata a Brussel dall’Aiart “ È significativo che sia l’Europa a promuovere l’educazione ai media ” positive a colori,proiettate su un grande schermo, ha rapidamente fornito un quadro dell’aiart, delle sue finalità, delle sue attività culturali, formative, editoriali ed organizzative, soffermandosi in particolare sui problemi che un’associazione spettatori, - una onlus che si avvale del lavoro e dell’impegno di volontari, autonoma dal quadro politico, laica, ma d’ispirazione cristiana – deve affrontare per assicurare agli utenti dei mezzi di comunicazione (tv, internet, videotelefonia, videogiochi) un’efficace tutela.”Oggi – ha detto il Presidente dell’Aiart – sono notevolmente accresciuti i compiti delle Associazioni degli spettatori e, in generale, degli utenti dei media. Ciò deriva dalla crescita del potere (politico-sociale, culturale,economico-finanziario) dei media, dall’accresciuto numero degli utenti, la loro generalizzazione, l’accesso di tutti, indipendentemente dall’età, dal genere, dal livello d’istruzione, dal reddito, dalla condizione sociale. Va inoltre rilevata la continua riduzione dei costi dei vari media, la facilità del loro uso, la trasportabilità, lo sviluppo delle tecnologie e l’interconnessione tra i vari media”. A questa crescita dei compiti e delle responsabilità delle Associazioni di spettatori – ha proseguito Borgomeo – non corrisponde purtroppo una mag- Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 5 ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti Dal rapporto finale della ricerca dell’EAVI CRITERI DI VALUTAZIONE DEI LIVELLI DI ALFABETIZZAZIONE AI MEDIA IN EUROPA L’Associazione europea che tutela gli interessi dei telespettatori ha pubblicato lo studio 2009 sui criteri di valutazione del livello di alfabetizzazione ai media in Europa. Lo studio è stato prodotto per la Commissione europea in collaborazione con il Ministero dell’Educazione Nazionale Francese (CLEMI), con l’Università Autonoma di Barcellona (UAB), con l’Università Cattolica di Louvain (UCL) e con l’Università di Tampere (UTA). In risposta agli obiettivi del Trattato di Lisbona e con la direttiva sui servizi audiovisivi, la Commissione europea e l’EAVI hanno cercato di fornire un criterio con cui possono essere misurati i livelli di alfabetizzazione mediatica in Europa. Educazione ai media riguarda: l’accesso, l’utilizzo, l’analisi e la partecipazione con i media in tutte le forme, compresa la televisione, la radio, internet, i telefoni cellulari e la stampa. La diffusione dei mezzi di comunicazione è sempre di più al centro della nostra quotidianità. I cittadini devono alfabetizzarsi in modo che possano partecipare ad ogni aspetto della vita pubblica, dal social networking alla ricerca su internet. Essi devono essere dotati delle competenze necessarie per utilizzare e quindi beneficiare dei media, e per far questo gli Europei hanno bisogno di acquisire nuove competenze, oltre a quelle tradizionali di alfabetizzazione e capacità critica. In riconoscimento di questa esigenza, la Commissione europea sta compiendo grandi passi verso il rafforzamento della cultura dei suoi cittadini. Lo studio del 2007 (di cui l’EAVI era collaboratore) sulle tendenze e sugli approcci riguardanti la Media Literacy in Europa, ha messo in evidenza che l’alfabetizzazione mediatica è importante e necessaria. Lo studio del 2009, dunque, fa seguito al precedente per rilevare e classificare i vari componenti di educazione ai media in modo tale che i vari livelli possano essere agevolmente misurati. In ragione della natura astratta della materia, una diagnosi accurata non è mai stata realmente intrapresa. Pertanto qualsiasi comprensione delle azioni che devono essere adottate per aumentare tali livelli era precedentemente molto difficile. Lo studio, oggi, ha fornito però una valutazione sintetica e replicabile, grazie a strumenti che possono essere utilizzati in tutti gli Stati membri. E’ stata infatti stilata una precisa classifica, fra le nazioni, dei livelli di alfabetizzazione mediatica. Questo studio è innovativo e siamo lieti di poter annunciare che la Commissione europea è soddisfatta dei risultati ottenuti; nei prossimi anni si potranno accrescere i livelli di alfabetizzazione mediatica a beneficio di tutti i cittadini. 6 Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 “ Un generale consenso all’iniziativa organizzativa dell’Aiart ” giore capacità di iniziativa e, quindi, un’azione efficace di tutela. E le principali cause vanno individuate:a)negli ordinamenti giuridici e nelle legislazioni di molti Stati che, pur riconoscendo la rilevanza dell’associazionismo, non ne favoriscono lo sviluppo, limitandosi a non contrastarlo; b)nel carattere meramente volontario di queste associazioni; c)nella carenza di adeguare risorse finanziarie, d) nell’azione di “disturbo” di associazioni e movimenti, scarsamente rappresentativi, sostenuti – anche con risorse finanziarie – da titolari di interessi che l’azione delle associazioni autonome può limitare o contrastare; d)nell’azione “ostile” dei media – specialmente da parte della tv – che, nel migliore dei casi, oscurano le iniziative delle associazioni. Partendo da queste considerazioni e dalla preoccupazione di veder continuamente ridotta la capacità di tutelare i cittadini-utenti, l’aiart ha preso l’iniziativa di mobilitarsi per inserire nei programmi della scuola l’educazione ai media, ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti La raccolta delle 50mila firme sulla ME L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie all’azione editoriale dell’Aiart, nazionale e locale. • Il Telespettatore • La Parabola • il sito web • manifesti • volantini • cartoline Una slide per presentare le attività svolte dall’Aiart considerando che – e non solo in Italia – le tradizionali agenzie educative (famiglia e scuola) non riescono a contrastare la straordinaria influenza dei media (tv,internet, videotelefonia, videogiochi) hanno soprattutto sui minori e gli adolescenti. Borgomeo ha illustrato l’attività svolta per raccogliere le 50mila firme, necessarie per una proposta di Legge di iniziativa popolare finalizzata ad inserire nella scuola l’educazione ai media e con i media. Il raggiungimento del traguardo delle 50000 firme (sono quasi 60000) è stato reso possibile per la mobilitazione di moltissime strutture dell’aiart e dell’impegno di centinaia e centinaia di quadri e iscritti, per il sostegno della stampa cattolica La Media Education in Spagna La settimana scorsa, la Camera dei Deputati in Spagna ha approvato una legge sul sitema della Comunicazione Audiovisiva. La legge richiama ai principi cardine della media Literacy (competenze per utilizzare i media con spirito critico e partecipare alla vita pubblica). E’ proprio in questo contesto che l’EAVI ha organizzato la sua III Conferenza Internazionale proprio a Madrid il 25 e 26 novembre scorso, al Senato spagnolo con il sostegno della Commissione Europea. (Avvenire, Famiglia Cristiana, Asca, Sir, giornali diocesani ecc) e per la collaborazione dell’Age e del Med. Nelle conclusioni della sua relazione il Presidente dell’Aiart ha sottolineato l’importanza che “ la Comunità Europea assegni un ruolo strategico alla Media Literacy nell’ambito di un’azione finalizzata a garantire il pluralismo dell’informazione, la sua libertà e, di conseguenza, a tutelare i cittadini europei nei loro diritti ad essere correttamente informati e “intrattenuti” dai mezzi di comunicazione; diritti che sono il fondamento della consapevole partecipazione dei cittadini, che è la linfa essenziale di ogni sistema autenticamente demo■ cratico. Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 7 ➤ commenti Il messaggio evangelico e la nuova cultura mediale “Testimoni digitali” è il tema del Convegno promosso dalla CEI. Si svolgerà a Roma dal 22 al 24 aprile e si concluderà con l’udienza generale con Benedetto XVI nell’Aula Paolo VI. L’impegno dell’aiart a sostenere l’iniziativa coinvolgendo strutture e iscritti www.chiesacattolica.it [ DI VINCENZO GRIENTI ] ✉ [email protected] Testimoniare il Vangelo di Gesù anche nel mondo digitale fatto di volti e linguaggi cross mediali è possibile senza dimenticare naturalmente l’importanza delle relazioni interpersonali e la trasmissione del messaggio evangelico nella vita reale. Questo e altro verrà approfondito al convegno nazionale Testimoni digitali promosso dall’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali e dal Servizio nazionale per il progetto culturale della Cei che si terrà a Roma dal 22 al 24 aprile 2010 concludendosi con l’udienza dei partecipanti con Benedetto XVI presso l’Aula Paolo VI, in vaticano. Gli obiettivi del convegno sono 8 Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 molteplici: “Principalmente si vuole rafforzare l’attenzione della comunità ecclesiale alla comunicazione nel contesto dell’evangelizzazione – spiega il vescovo di Macerata Claudio Giuliodori, Presidente della Commissione episcopale per la comunicazione e la cultura -. Oggi il fattore che incide maggiormente sul mutamento sociale è l’innovazione tecnologica, soprattutto nel campo dei media. Ebbene, con il convegno si vuole elaborare una riflessione che aiuti tutti a integrare il messaggio del Vangelo dentro questa nuova cultura digitale. Per la riuscita dell’iniziativa, che ci auguriamo possa registrare un’ampia partecipazione, puntiamo sui contenuti che saranno proposti alla realtà ecclesiale e, soprattutto, ad un mondo che si interroga sul futuro. Siamo infatti consapevoli che ad ogni passaggio tecnologico corrisponde una ridefinizione dell’umano, che finisce per incidere sull’esperienza quotidiana”. Il convegno si svolge a circa otto anni di distanza del precedente Parabole mediatiche nel 2002:”Fu l’occasione per prendere coscienza dello scenario in cui la Chiesa italiana rinnovava il suo impegno nel mondo della comunicazione alla luce degli orientamenti pastorali per il decennio – ricorda il vescovo Giuliodori -. ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti Oggi il contesto delle comunicazioni sociali è profondamente cambiato e gli strumenti mediatici hanno subito una innovazione che incide sullo stile di vita delle persone”. Testimoni digitali sarà utile al fine di produrre una riflessione che aiuti a pensare il messaggio evangelico in questa nuova cultura digitale”. Come sempre, tutti i linguaggi, compresi quelli di questo tempo in cui si registra la presenza dei social network, interpellano la testimonianza credente. Di ciò quanti operano nel mondo delle comunicazioni sociali a vari livelli e nel mondo dei centri culturali impegnati in ambito territoriale sono chiamati a fare crescere la consapevolezza senza che questo ponga in secondo piano quelle verità fondamentali che offrono i criteri interpretativi dell’esistenza. “Penso alle numerose realtà nazionali e locali che hanno risposto in questi ultimi anni alla necessità di entrare nei linguaggi digitali e dei nuovi media come in una «seconda pelle» senza mai perdere il riferimento all’appartenenza ecclesiale – ha modo di dire monsignor Domenico Pompili, sottosegretario e portavoce della Cei -. Basta citare, ad esempio, la nascita dei «Portaparola», che sono dei veri e propri mediatori culturali, o il corso e-learning per gli animatori della comunicazione e della cultura, www.anicec.it E poi non va dimenticata tutta quella rete di persone impegnate nella comunicazione in parrocchia, nelle diocesi, nelle associazioni e nelle realtà religiose: una rete capillare e vi- Internet e sacerdoti, quale uso? Quale è l’uso che i sacerdoti della Chiesa cattolica fanno di Internet? Cerca di rispondere a questa domanda la ricerca scientifica internazionale PICTURE lanciata in occasione dell’Anno Sacerdotale. La Congregazione per il Clero della Santa Sede ha dato il suo sostegno a questo progetto, che può essere interessante non solo per comprendere meglio l’attitudine dei sacerdoti rispetto a questo nuovo medium, ma anche per progettare una più efficace comunicazione online della Chiesa. La ricerca studierà un campione rappresentativo degli oltre 400.000 sacerdoti di tutto il mondo. La ricerca PICTURE, acronimo inglese per le pratiche d’uso delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione da parte dei sacerdoti, è condotta dal New Media in Education Lab dell’Università della Svizzera italiana (Lugano), in collaborazione con la Facoltà di Comunicazione Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce (Roma). I sacerdoti sono invitati a contribuire a questa ricerca compilando un questionario, che è disponibile in sei lingue (francese, inglese, italiano, portoghese, spagnolo e tedesco) a questo indirizzo: www.pictureproject.info/?page_id=278 “ Mons. Pompili: “un’occasione per mettere in rete tanti operatori dei media” ” vace che va curata e fatta crescere”. Testimoni digitali sarà l’occasione per mettere in rete tutte queste realtà, “un’occasione per intessere relazioni e – aggiunge Pompili -, in un’ottica più ampia, di fare rete. È importante che tutte queste esperienze e queste persone si conoscano e si «raccordino» tra loro. E poi, valore aggiun- to non trascurabile, daremo l’opportunità di dialogare con studiosi ed esperti dei nuovi media, tra questi abbiamo invitato anche il noto informatico statunitense Nicholas Negroponte”. In merito al titolo del convegno, poi, monsignor Pompili aggiunge: “Il sostantivo richiama l’atteggiamento né pregiudiziale né rassegnato di fronte ai cambiamenti che stanno avvenendo sotto i nostri occhi mentre l’aggettivo digitale evoca precisamente il nuovo contesto in cui ci muoviamo, segnato dai caratteri della istantaneità, della molteplicità, della pervasività. Ci muove però una convinzione di fondo: ogni cambio tecnologico ha qualcosa di «gattopardesco» nei suoi esiti. Cambia tutto in effetti, ma per rispondere agli stessi bisogni di sempre del■ l’uomo”. Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 9 ➤ commenti Non si allenta la presa di tutti i partiti politici Una esemplare sentenza del TAR del Piemonte ripropone l’annoso problema delle nomine dei membri dei Corecom, operate spesso dai Consigli Regionali senza tener conto dei requisiti previsti dalla legge, delle competenze e della terzietà. L’iniziativa dell’aiart nei confronti delle Regioni alla vigilia delle elezioni. www2.agcom.it/operatori /operatori_utenti.htm# [ DI GIUSEPPE ANTONELLI ] ✉ [email protected] Il Consiglio Regionale della Regione Piemonte ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la sentenza del TAR Piemonte che nell’estate scorsa con propria e motivata decisione collegiale aveva deciso la bocciatura/decadenza del Presidente e di un componente il CORECOM piemontese. Il ricorso avviato dal massimo organo politico piemontese ci sorprende per una sorta di arroganza che promana da tale decisione. Invece di meditare sulle fondate e pertinenti motivazioni emessi dai giudici amministrativi piemontesi e di utilizzarle per conseguenti decisioni si preferisce rispondere con un’iniziativa che tende a ripristinare la lesa supremazia della casta politica sulla normalità giuridica. Per noi dell’AIART, Associazione di volontariato per la difesa dei diritti e della dignità del cittadinoutente mediatico, la decisione della giustizia amministrativa piemontese giunge a conferma di un al- 10 Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 larme che ripetutamente avevamo lanciato verso le Istituzioni e il mondo politico preposto alla nomina dei componenti i CORECOM (Comitato Regionale per le Comunicazioni). Non ci piace il gioco autoesaltativo “dell’avevamo già detto” ma inascoltati più volte, forse fin troppo, avevamo evidenziato la deriva ‘cencelliana’ che era contenuta nelle decisioni di molti Consigli Regionali. Quella che nella individuazione dei componenti dell’Autorità di Garanzia Regionale (qual’é per sostanza e definizione statutaria il CORECOM) si privilegiava l’appartenenza partitica, prescindendo spesso dalle competenze richieste per i membri del Corecom- dalla stessa legge regionale. La vicenda piemontese, che replica una deprecabile prassi diffusa in quasi tutte le Regioni , esalta prepotentemente la fedeltà partitica e soffoca la competenza e l’esperienza valoristica in tema di media edu- cation. Non siamo cittadini alieni e non viviamo su Marte, ma pur ammettendo una “docile sensibilità partitica” ci risulta davvero incomprensibile l’accanimento degli apparati politici nel voler indicare i soggetti a corto di competenze per esercitare ruolo e responsabilità loro affidati. Come associazione che ha fatto della dignità del cittadino/utente mediatico la sua ragione sociale e la sua missione di vita siamo sinceramente dibattuti tra un contrastato sentimento di soddisfazione e di rammarico. Soddisfazione, perché finalmente un autorevole arbitro richiama le Istituzioni politiche all’indipendenza, alla terzietà e alla competenza nella individuazione dei soggetti da eleggere. Doti, queste, previste in tutte le leggi istitutive dei CORECOM italiani ed esplicitate nella decisione della magistratura amministrativa nel ribadire che “le funzioni di con- ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti trollo e garanzia del Corecom richiedono una condizione di indipendenza e terzietà rispetto agli interessi commerciali del settore e all’influenza del sistema politico istituzionale ….” Rammarico, perché ancora una volta la magistratura viene, suo malgrado, a compiere un’azione di supplenza alla politica che dimostra con questi atti di arroganza, deficit di trasparenza e preoccupante distacco dal paese reale. Autorevoli organi di stampa, commentando la decisione del TAR, hanno evocato un comportamento della politica da casta in splendido e miope isolamento, dimenticando un tessuto sociale, quello piemontese, ricco di vivacità e intelligenze che popolano il mondo della medialità e della educazione al consumo critico ed intelligente dei media: volontariato di settore, Forum genitoriali e familiari, Media Educatori, Uffici Diocesani delle Comunicazioni Sociali, Dipartimenti universitari di settore, operatori della comunicazione eticamente animati. Un mondo totalmente ignorato dalla politica verso cui approfondisce il solco e il distacco. Distacco ed isolamento che come AIART ci preoccupa ancor più in una stagione in cui l’Autorità nazionale per le Garanzie nelle Comunicazioni si appresta a delegare ai CORECOM Regionali nuove e più importanti funzioni a garanzia dei cittadini nel settore della informazione e della comunicazione. La vicenda piemontese, paradigmatica di una situazione diffusa nel paese, conferma e rafforza la nostra convinzione che la rivendicazione periferica di maggiori prerogative deve corrispondere ad una accresciuta trasparenza democratica dei vertici politici regionali ed ad una elevazione delle competenze morali e professionali in capo ai soggetti individuati a comporre i CORECOM. Per l’AIART, questi organi ausiliari delle Presidenze dei Consigli Regionali, ormai alla seconda legislatura, devono assolvere alla funzione Giù le mani dall’Inno di Mameli E’ stato sospeso, per volontà dell’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, lo spot Calzedonia che utilizzava l’inno di Mameli. A presentare un esposto era stata l’Associazione Difesa Consumatori Sportivi che ha così ottenuto il ritiro della pubblicità su tutte le reti nazionali e regionali; l’Associazione si è quindi fatta interprete nei giorni scorsi delle rimostranze e dello sdegno di molti cittadini e, avvalendosi della preziosa consulenza dell’Avv. Elisa Maria Caltagirone, ha inoltrato denuncia all’IAP per immediata interdizione dello spot in questione, ottenendo così il ritiro della contestatissima pubblicità. I ricorsi sono fondati sulla violazione dell’art. 292 c.p. che tutela il rispetto degli Emblemi dello Stato tra cui senz’altro rientra l’Inno Nazionale, che unitamente alla bandiera è la massima espressione del “nazionalismo” positivamente inteso, L’art. 10 del Codice delle Comunicazioni Commerciali prevede che la comunicazione commerciale non deve offendere le convinzioni morali, civili e religiose e l’art. 4, lett. C, del D. lgs. 177/2005 statuisce che la disciplina del sistema radiotelevisivo, a tutela degli utenti, garantisce la diffusione di trasmissioni pubblicitarie di televendite leali ed oneste (…) che non offendano convinzioni religiose o ideali. Ha fatto sapere il presidente dell’Associazione Difesa dei Consumatori Sportivi Antonella Bellucci: “Riteniamo di aver centrato un obiettivo importante a tutela dell’Inno d’Italia e di quello che rappresenta per tutti gli italiani. Era assurdo che l’emblema musicale della nostra Nazione venisse utilizzato a scopi meramente commerciali per vendere calze! Crediamo di aver interpretato in questo modo il pensiero non soltanto di ogni cittadino ma anche di tutti coloro che hanno imparato ad amare e cantare l’Inno di Mameli attraverso lo sport, in occasione degli incontri delle nostre nazionali ad Olimpiadi e Campionati del Mondo . Alla nostra associazione erano arrivate nei giorni scorsi numerose proteste e segnalazioni da parte del mondo sportivo affinchè venisse fatto qualcosa per porre fine a tale scandalo. Abbiamo immediatamente inviato una richiesta di sospensione e, visto l’esito dell’esposto, crediamo di aver svolto al meglio il nostro compito a difesa di tutti i consumatori”. di Autorità di Garanzia e tutela dei cittadini assegnata loro in tutti gli Statuti Regionali. Recuperare questa dignità e autorevolezza sottraendo i CORECOM alla logica spartitoria e ‘cencelliana’, è l’imperativo primario dell’Istituzione Regionale. I CORECOM non possono essere utilizzati come camera di compensazione per ricercare equilibri tra le varie forze partitiche, men che meno ‘posti’ ove collocare spesso ex parlamentari o ex amministratori locali. La politica, specie in questo settore pedagogicamente rilevante e legislativamente in evoluzione, superi la sua sterile autosufficienza e si faccia ‘contagiare’ da intelligenze ed esperienze portatrici di competenze e sensibilità specifiche nel settore della comunicazione. Non possiamo concludere queste osservazioni senza sollecitare una doverosa funzione di controllo da parte dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sulle funzioni delegate, sugli atti e sull’operato dei CO.RE.COM Regionali, di fatto, almeno dal punto costitutivo, ‘filiazioni periferiche’ dell’autorità Centrale. L’AIART continuerà a seguire con particolare attenzione l’operato e le iniziative dei CORECOM italiani, evidenziando limiti ed inefficienze e, nel contempo, esaltando comunque gli aspetti positivi al fine di essere sempre e solo al fianco del cittadino, specie del de■ bole e ‘senza voce’. Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 11 ➤ commenti Una bussola per orientare la navigazione nei media Il Dizionario della Comunicazione, curato da Dario Viganò è un’opera “monumentale” (1300 pagine, 106 autori, due anni di lavoro) con una completezza e varietà di contenuti lontana dall’immaginario comune dei dizionari. La novità dell’opera e della proposta di un approccio teologico al mondo della comunicazione www.carocci.it [ DI MASSIMILIANO PADULA ] ✉ [email protected] Insegnare, studiare e praticare la comunicazione. Tre verbi che sintetizzano un’opera ambiziosa, il Dizionario della Comunicazione, che Dario Edoardo Viganò ha curato per l’editore Carocci. Viganò, oltre ad essere Presidente della Fondazione Ente dello Spettacolo e docente alla Lateranense e alla Luiss, è consulente ecclesiastico dell’Aiart e da anni manifesta il suo impegno sul fronte della diffusione, dell’educazione e della formazione delle pratiche comunicative. Lo testimonia quest’opera “monumentale” – come lui stesso la definisce dell’introduzione –, che esce alla fine del 2009, anno caratterizzato da un’onnipresenza mediatica rilevante. Si pensi, per citare solo alcuni eventi, al terremoto dell’Aquila, agli scandali sessual-politici, alle aggressioni al Premier e al Papa, tutti eventi fagocitati, stritolati e riproposti dai media, in salse variegate, non sempre commestibili. 12 Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 La comunicazione, i media, rischiano, pertanto, di sfuggire di mano. Più che un controllo restrittivo è bene entrare negli anfratti profondi che li strutturano, capendone i meccanismi. È questa una delle armi di difesa più efficaci. Tra gli obiettivi de Dizionario c’è senza altro quello di proporsi come bussola per orientare quegli sventurati ed ignari fruitori di messaggi e argomentazioni non sempre così innocue. Spulciandone l’indice, si percepisce, infatti, una completezza contenutistica lontana dall’immaginario comune del dizionario. Più che un insieme di voci asettiche, il volume è una raccolta di saggi sintetici costruita secondo una struttura a matrioska. Ci sono i dieci approcci, (storia, media, economia, semiotica, sociologia, psicologia, educazione, teologia, etica, politica) che definiscono ognuno dei settori disciplinari definendo i paradigmi teorico-critici e le procedure metodologiche di riferimento, tratteggiando gli sviluppi cronologici e le personalità di spicco della disciplina. Dentro di essi si trovano gli ambiti, contributi di taglio distintamente informativo, attraverso i quali vengono presentati argomenti, temi, percorsi e nodi concettuali fondamentali per indagare il mondo della comuni- ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ ■ commenti cazione a partire dalla prospettiva disciplinare di riferimento. In ultimo, ci sono i focus, vere e proprie cartelle informative che presentano correnti culturali, movimenti di opinione, invenzioni, opere, eventi e fatti di varia natura. Così se si volesse indagare cosa c’è dietro agli ingranaggi della comunicazione di un terremoto, ecco disponibile un focus sulla comunicazione di crisi, oppure se si intendessero decodificare le differenze tra un blog ed un chat o saperne di più su un social network, ci sono gli ambiti sulla multimedialità e l’informazione on line. Ancora sarà possibile scoprire i segreti della pubblicità, i legami tra economia e media, la politica in televisione, le ricadute psicologiche e pedagogiche di un contenuto digitale, la media education e tantissimo altro ancora. Non sembra mancare di nulla il Dizionario della comunicazione anche per l’importante spiegamento di forze di cui ha usufruito nei quasi due anni di lavoro. Sono 106 gli autori, provenienti da più di venti università italiane e straniere tra cui la Pontificia Università Lateranense (Viganò è preside dell’Istituto pastorale Redemptor Hominis dell’ateneo vaticano), la Luiss, l’Università Cattolica di Milano, l’Università di Pisa, l’Università della Svizzera italiana di Lugano, l’Università di Stirling in Inghilterra, la Pontificia Università Cattolica di Buenos Aires. Tra i protagonisti dell’opera c’è anche Massimo Baldini, compianto professore di semiotica e Preside della Facoltà Scienze Politiche della LUISS Guido Carli, a cui il dizionario è dedicato. Questo ventaglio di capitali umani dimostra come il Dizionario non abbia un’impostazione esclusiva e delle chiavi di lettura a senso unico, ma sia un caleidoscopio multiforme di pensiero, conoscenze e «metodiche che arricchiscono – spiega Dario Edoardo Viganò – l’approccio al mondo della comunicazione». Viganò insiste poi, sulle novità L’Auditel e i “numeri” sull’audience UNA LETTERA ALLA COMMISSIONE PARLAMENTARE DI VIGILANZA SUI SERVIZI RAI Gentili deputati e senatori, buon anno a voi perché sia un anno migliore della nostra Tv, tanto spesso svenduta ed umiliata sull’altare di interessi economici e politici estranei alla missione del servizio pubblico. Abbiate in questo 2010 il coraggio di onorare il ruolo assegnatovi dal Parlamento di vigilare sui servizi radiotelevisivi ponendovi dalla parte dei cittadini, uomini, donne, bambini, giovani, anziani sacrificati da una programmazione sottomessa – perfino nell’informazione giornalistica - alla dittatura dell’audience, regolata dall’Auditel, sistema di rilevamento quantitativo degli ascolti, del tutto convenzionale al fine spartire gli investimenti pubblicitari, inaffidabile sul piano scientifico, strumentale per l’uso che se ne fa fino a tributare ai suoi dati la valenza di consenso finanche politico ed ormai assolutamente obsoleto rispetto alla nuove tecnologie digitali. L’Auditel è una società privata che opera in regime di monopolio da ben 23 anni, ‘cassaforte’ di liquidità quotidiana per chi ne conosca la combinazione. Al presidente Zavoli, chiedo in particolare di risparmiarci tante belle, dotte e nostalgiche parole per una buona ‘Tv che non c’è’ – come abbiamo ascoltato nel recente Seminario per una Tv di qualità promosso dalla Commissione - e di realizzare fatti per una buona ‘Tv che sia’ oggi, a partire dall’avvio di sistemi di rilevamento degli ascolti qualitativi e di altre forme di raccolta dei pareri degli utenti, così come previsto dai Contratti di servizio della Rai e mai realizzati in spregio della legge. A tutti i membri della Commissione di ogni partito e ideologia chiedo di agire secondo coscienza, pensando anzitutto ai propri figli e nipoti, che da questa Tv irrispettosa dei principi democratici e della dignità delle persone saranno formati. Quasi certamente questa mia lettera passerà inosservata agli occhi dei vostri/e assistenti e segretari/e che difficilmente ve ne daranno notizia, non per questo posso rinunciare ad appellarmi a voi, perché possiate restituire la Tv e non solo quella pubblica ai cittadini italiani. ROBERTA GISOTTI dell’opera e sulla proposta di un approccio teologico alla comunicazione che evidenzia – chiarisce l’autore – come «dal Vaticano II al Web 2.0 si sono aperte diverse opportunità nel rapporto della Chiesa con i mass media. È evidente che nel Web 2.0 viene promossa la dimensione comunitaria. E questo lo sanno bene le tante diocesi e le tante parrocchie che sono presenti in Rete. Si apre così un nuovo modo di essere comunità e di condividere la propria fede. La sfida per la Chiesa in Rete – conclude Vigano – è quella di trasformare il semplice contatto in forme di vera interazione e partecipazione che possono anche divenire scelte di vita». Le quasi 1300 pagine del Dizionario della comunicazione gettano un sasso nello stagno: quello di affrancarsi come un contributo autorevole all’insegnamento, alla pratica e allo studio delle esperienze comunicative provocando quel senso critico che troppo spesso i fabbricanti di comunicazione e contenuti mediali tendono a soffocare. ■ Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 13 ➤ commenti Basta con gli oroscopi nei programmi della Rai Vasta risonanza sui media alla ferma presa di posizione dell’aiart che critica la Rai-servizio pubblico per il programma in prima serata sugli oroscopi. Il monito del Papa a non affidarsi ai pronostici. [ DI FRANCESCO GIACALONE ] ✉ [email protected] “Almeno la Tv pubblica eviti di dedicare intere trasmissioni all’oroscopo 2010. Diversamente sarebbe uno spreco di denaro pubblico”. L’Aiart anche lo scorso anno ha protestato nei confronti di Raidue che dedicò una serata intera alle previsioni astrologiche. Anche il Papa, durante l’Angelus di domenica 3 gennaio, ha messo in evidenza il pericolo di affidarsi ai pronostici. Sono tanti astrologi e cartomanti di vario tipo “pretendono” di leggere il futuro. I maghi non delineano il nostro destino, anche se a volte la Tv conferisce ad essi una credibilità assolutamente fuori luogo a danno delle persone più deboli. Autorevoli quotidiani come Repubblica, Il Corriere della Sera e Il Tempo hanno riportato le parole di Papa Benedetto XVI, mettendo nel contempo in risalto le proteste dell’Aiart riguardo all’eccessivo spazio concesso dalla Rai agli oroscopi. In un periodo profondamente incerto come quello odierno non ci sono di certo pronostici che rassicurino gli animi degli italiani ma nonostante tutto vi è una loro impressionante diffusione nei programmi della Tv, nei quotidiani e nelle riviste. Non a caso, come si 14 www.aiart.org Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 legge sul Corriere del 4 gennaio, il Garante per le Comunicazioni, ha già denunciato “lo sfruttamento della credulità e della superstizione delle persone più vulnerabili”. Troppi s’illudono di vedere il futuro attraverso le proprie “qualità paranormali”. Molto influisce (in questo preciso settore) la televisione che con trasmissioni appositamente dedicate, rischia di fare da volano a queste forme di superstizione in cui molto spesso la gente comune fa affidamento. Il messaggio di Benedetto XVI suona ancora più forte poiché espresso all’inizio del nuovo anno: non è solo il momento dei bilanci, ma anche quello in cui si cerca di capire cosa sarà dell’anno che verrà. Si consultano gli astri e gli astrologi, si guardano le previsioni economiche, per cercare, in qualche modo, di comprendere come muoversi. Un’esigenza dettata anche - e soprattutto - dall’insicurezza che tutti vivono in questo preciso periodo di recessione. La consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium manifestano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Per questo, i fedeli – secondo il Papa - devono diffidare da “improbabili pronostici”, materia vasta e dai contenuti sfumati, in cui si dilettano maghi, cartomanti e ciarlatani di ogni specie. Al tema degli oroscopi in tv e, più in generale a quello della fondatezza dei “pronostici” per l’anno 2010, è stata dedicata la puntata della “Vita in diretta“ del 5 gennaio; il programma di Raiuno, condotto da Lamberto Sposini, ha visto la partecipazione del Presidente nazionale dell’Aiart Luca Borgomeo che ha duramente polemizzato contro chi mette in risalto “la presunta fondatezza” degli oroscopi e soprattutto con coloro i quali scelgono di puntare su di essi con appuntamenti fissi o trasmissioni ad hoc al fine di attirare grosse fette di pubblico. Ciò che gli utenti si aspettano dalla Tv è ben altro: programmi di qualità, di cultura, un sano intrattenimento e abbondanti dosi di professionalità. La Rai però sembra intenzionata a dar ancora spazio a personaggi che potremmo definire enigmatici, insistendo sulla “moda” dell’oroscopo a scapito di programmi da ■ vero servizio pubblico. ➤ cinema Le maglie troppo larghe delle “regole” italiane Grande successo di pubblico per Avatar, il film di fantascienza diretto da James Cameron. Ma alcune scene sono troppo violente e possono procurare danni soprattutto ai minori. Ferma presa di posizione dell’A.G.E (Associazione Genitori) [ DI VINCENZO FRANCESCHI ] ✉ È arrivato nelle sale italiane, l’attesissimo nuovo film di James Cameron, “Avatar”. Il kolossal, che negli Stati Uniti ha già incassato oltre 1 miliardo di dollari, fa parlare di sé per i record battuti ma anche per le polemiche che ha generato. Dopo essere stato accusato di incitare alla violenza, ‘Avatar’, è stato visionato in Italia dalla IV Commissione di revisione cinematografica al dipartimento cinema del Ministero dei Beni Culturali ed ha avuto l’ok per tutti i pubblici, e sarà nelle sale italiane dal 15 gennaio, distribuito da Fox. Si tratta di una decisione decisamente diversa rispetto a quella presa dagli Stati Uniti dove il film è stato classificato nella categoria Pg 13 (Pg sta per Parent Guidance) un codice sempre accompagnato dalla scritta Ii genitori sono messi in guardia: alcune scene potrebbero essere inadatte ai minori di 13 anni”. Anche in Finlandia e Argentina il film potrà essere visto solo dai maggiori di tredici anni e in Gran Bretagna il film è stato vietato ai minori di do- www.age.it [email protected] dici, come anche in Germania, Olanda, Svizzera e Irlanda. La censura a maglie larghe in Italia, rispetto ad altri Paesi europei fa discutere e protestare le associazioni dei genitori. Il tentativo di Cameron di creare un film sulla tolleranza e sul rispetto degli altri non è stato dunque “colto” da tutti gli spettatori. Il protagonista del film è Jake Sully, un ex marine costretto a vivere su una sedia a rotelle. Nel 2154 sul nuovo pianeta Pandora il giovane vi incontra i componenti di una base terrestre ben fortificata che, guidati da un superbo comandante, il colonnello Miles (Steppen Lang), e dalla dottoressa Grace (Sigourney Weaver), sono incaricati da una multinazionale di raccogliere pietre che dovranno servire a risolvere i problemi energetici della terra. Gli umani, per percorrere il nuovo territorio, devono essere collegati a un ’avatar’, un corpo biologico ottenuto dalla fusione tra il DNA degli uomini e quello degli indigeni. Af- ferma Miela Fagiolo, responsabile delle politiche della comunicazione dell’AGE (Associazione Italiana Genitori): “Se anche in Italia come negli Stati Uniti esistesse il Parental Guidance come forma di tutela dei minori per i film, noi rappresentati dell’AGE in commissione cinematografica, l’avremmo chiesto per Avatar. Il motivo? La violenza di alcune scene che possono impressionare i minori di quattordici anni. La legge attuale non prevede queste forme di tutela “intermedia” (avvisi ai genitori) perché di fatto è prevista l’applicazione di divieti solo ai quattordici o ai diciotto anni. In Avatar però ciò che fa la differenza è la maestria tecnica di Cameron, che per questo film ha speso quattro anni di lavoro. Raramente si assiste, in un film di fantascienza, a scene così insolite. Non tutto nell’opera di Cameron è adatto agli spettatori più giovani; piacerà invece agli adolescenti e a molti adulti, che seguiranno senza mai distrarsi i notevoli effetti speciali inventati dal regista e valorizzati dal 3D. Se Titanic ha superato ogni record negli incassi, Avatar certo ripeterà l’impresa: dopo tre settimane è già il secondo film più ricco di sempre. Cameron intanto pensa già a un Avatar 2 . ■ Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 15 news ➤ Roma Il Comitato di Presidenza ha deciso di convocare per il 23 gennaio 2010 presso l’Istituto Salesiano di via Marsala, 42 a Roma una riunione di tutti i responsabili delle sezioni territoriali dell’aiart per una riflessione organizzativa ed un progetto operativo per l’anno 2010. L’incontro sul “Rilancio dell’iniziativa dell’Aiart” affronterà i temi del programma dell’azione dell’Aiart nel triennio 2010/2012, i temi della formazione, dello sviluppo organizzativo, dell’iniziativa editoriale (Il Telespettatore, la Parabola, sito), delle risorse (strutture e mezzi finanziari) dei rapporti con le associazioni cattoliche e l’Ufficio delle Comunicazioni Sociali (nazionale e diocesano) ed i rapporti con le istituzioni (nazionali e locali) impegnate nell’attività di tutela dei telespettatori e degli utenti dei mezzi di comunicazione. Particolare attenzione sarà rivolta ai temi di “monitoraggio” dei programmi e delle denunce delle violazioni di leggi e codici che tutelano gli utenti e i minori in particolare. La riunione avrà anche l’obiettivo di incentivare le iniziative locali delle strutture Aiart (convegni, incontri di quadri, corsi di formazione, rapporti con la scuola, la stampa locale, le tv locali ecc.), iniziative che eventualmente saranno sostenute, anche organizzativamente, dalla Presidenza Nazionale. ➤ CAMPANIA - Avellino Sabato 9 gennaio alle ore 18 presso il Punto Pace di “Pax Christi”, in via S. Lorenzo 15, si è tenuto un incontro sul tema “E’ la comunicazione il futuro dell’uomo”. L’incontro è iniziato con il saluto del prof. P. Vito Mercogliano, parroco di S. M. del Carmine ed è continuato con il dibattito su “Comunione sacramentale e comunicazione sociale nell’educazione dei fanciulli”. Infine sono state presentate le proposte dell’aiart per il nuovo anno. A moderare l’incontro Simonetta Ieppariello della redazione di “Otto pagine”. ➤ LAZIO - Frosinone Il gruppo Aiart di Frosinone e la Presidente Provinciale Giuseppina Papa affermano in una dichiarazione alla stampa, che in data 7 dicembre 2009 alle ore 16, 15, nell’ambito della trasmissione “Amici” 16 Il Telespettatore - N.1 - Gennaio 2010 news news di Canale 5 così come verificabile su Youtube, si è tenuta una sfida di danza, dal contenuto discutibile, anzi, a tratti, di cattivo gusto. Volendo usare infatti le stesse regole di un’insegnate della giuria giudicante, si può affermare che tale esibizione ha avuto un’impostazione indubbiamente “sadomaso”. Per quanto lo stesso tipo di spettacolo si ritrovi sovente in molti video musicali, purtroppo di facile accesso ai minori, riteniamo che la riproduzione della stessa tipologia di ballo con coreografia annessa, debba essere evitata nel contesto di un programma “acqua e sapone” per sua natura indirizzato ad un pubblico di adolescenti. Tale visione, riteniamo, potrebbe essere fonte d’ispirazione per una pericolosa emulazione, oltre che costituire un’offesa per un’arte nobile come la danza. ➤ LOMBARDIA - Milano Primo Workshop per i liceali milanesi “I segreti di cinema e TV”, un’interessante iniziativa di formazione organizzata dall’Aiart di Milano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore. Otto agili e interessanti incontri tenuti da esperti, docenti universitari e operatori del settore cinematografico e televisivo. Gli incontri saranno rivolti prioritariamente, ma non esclusivamente, a studenti e studentesse dei Licei FAES Argonne e Monforte, per analizzare da dietro le quinte le serie televisive più belle, più amate, più famose, più appassionanti: come, dove, quando e perchè nascono, come sceglierle, come leggerle, come maneggiarle. Gli incontri, dalla durata di 2 ore dalle ore 17:00 alle ore 19:00, si terranno presso la scuola Monforte in Milano, Via Zanoia angolo Via Ponzio. Le iscrizioni, fino ad esaurimento, si potranno effettuare presso le segreterie: FAES Monforte, tel. 02 2367081 e FAES Argonne, tel. 02 67071894. ➤ MARCHE - Macerata Venerdì 29 gennaio presso l’Auditorium Parrocchia “Buon Pastore” di Collevario – Macerata, si terrà l’incontro “Genitori consapevoli per i figli protagonisti: istruzioni per l’uso” . Interverrà il prof. Massimiliano Stramaglia che insegna Pedagogia delle relazioni educative familiari presso la facoltà di Scienze dell’Educazione e della Formazione dell’Università di Macerata. news ➤ PIEMONTE - Torino La Presidente dott.ssa Francesca Brossa ed i Consiglieri dell’AIART Provinciale di Torino hanno inviato una lettera di protesta al CO.RE.COM piemontese affinchè vengano rivisti i criteri con i quali si assegna il “bollino di qualità” alle Emittenti Televisive Locali Piemontesi. In relazione alla “promozione della dignità umana” espressa nell’opuscolo distribuito dal CO.RE.COM. Piemonte: “La buona TV in Piemonte 2009”, è stato specificato che l’osservanza di tali valori vale solo per le ore diurne; invece si dovrebbe intendere che il “codice di qualità” richieda l’osservanza sempre, 24 ore su 24. ➤ PUGLIA - Foggia Anna Perna è la responsabile della nuova sezione Aiart della provincia di Foggia. La nomina è stata deliberata dalla Presidenza Nazionale, sentita la Presidenza Regionale. Anna Perna, ex insegnate, residente a S. Paolo di Civitate, convocherà l’Assemblea degli iscritti per la elezione del Presidente Provinciale e delle altre cariche. PER ADERIRE Per aderire rivolgiti all'Aiart della tua città o della tua regione; scrivi o telefona a: AIART Associazione Spettatori Via Albano, 77 - 00179 Roma Tel. 067808367 - Fax 067847146 www.aiart.org - E-mail: [email protected]. Le quote di adesione sono: minimo € 20,00 per i soci ordinari; minimo € 35,00 per i soci sostenitori, enti, associazioni e scuole; 6 € per i giovani studenti. La quota d'adesione è comprensiva dell'abbonamento al mensile Il Telespettatore: Per ricevere anche il trimestrale "La Parabola" le quote di adesione vanno aumentate di € 10. I versamenti possono essere effettuati sul conto corrente postale n. 45032000 intestato alla Sede Nazionale Aiart, Via Albano 77 - 00179 Roma oppure sui conti correnti postali provinciali ➤ rassegna del sito w w w. a i a r t . o r g [ DI DOMENICO INFANTE ] ✉ [email protected] Le visite di Dicembre ammontano a 6457. E’ un buon successo tenuto conto che a Dicembre non sono stati realizzati e pubblicati grossi eventi e quindi rappresenta un valore ottimo di normalità; se riusciamo ad assestarci su questo valore per i prossimi mesi allora potremo affermare di aver recuperato il grande gap dello scorso mese di Aprile (dimezzamento delle visite a causa di errori dei motori di ricerca) e ciò grazie al lavoro delle sezione che producono e pubblicano attività. Ma la grande notizie di questo mese è da attribuire alle visite provenienti dalla Cina; sono ben 792 con un aumento di oltre il 650%. Questo risultato si verifica a soli tre mesi da quando abbiamo accertato un parziale allentamento della censura cinese; di questo passo le visite cinesi supereranno quelle italiane. Per capire quali sono le preferenze degli utenti riportiamo di seguito i documenti più cliccati. Le 346 visite verificatesi il 29/12 sono dovute essenzialmente all’inserimento dell’articolo di Vincenzo Occhipinti “Un’informazione drogata che insidia la democrazia”. Il 30/12 si sono verificate 326 visite dovute all’inserimento dei seguenti documenti: Articolo “Sedici domande importanti per valutare un sito web” del prof. Michele Crudele; Il numero 12 de Il Telespettatore; La dichiarazione stampa di Luca Borgomeo sulla trasmissione “I fatti vostri” dedicata agli oroscopi; Ad un articolo circa i dati Istat sull’uso di internet da parte delle famiglie italiane. Il 2/12 si sono verificate 307 visite dopo l’invio della news letter, ai circa 1000 utenti della mailing list del sito Aiart, della notizia che è stata messa in linea la nuova versione del sito web. Il 15/12 si sono verificate 290 visite per l’inserimento della notizia circa la delega sulla tutela dei minori al CORECOM Campania da parte dell’’AGcom; della recensione sul “Dizionario della comunicazione” curato da Dario E. Viganò; di varie lettere inviate da utenti all’Aiart ed inserite nella cartella “A tu per tu con i lettori”. Il 16/12 si sono verificate 280 visite dopo l’inserimento di un’Agenzia ASCA della dichiarazione stampa di Luca Borgomeo sull’aumento degli spot televisivi in programmi TV per bambini e due lettere inviate da utenti all’Aiart ed inserite nella cartella “A tu per tu con i lettori”. i media che non rispettano il diritto del telespettatore ad essere informato correttamente e ad essere intrattenuto nel rispetto della sua dignità ed identità personale. Denuncia e contrasta in ogni sede per tutelare i telespettatori, in spirito di gratuità, di collaborazione e di dialogo –come struttura di servizio delle persone di ogni età, cultura, estrazione sociale, razza, confessione religiosa. In particolare tutela le famiglie. Opera lo sviluppo delle capacità critiche di ogni persona, dotandola di conoscenze indispensabili per l’uso razionale e responsabile dei mezzi audiovisivi. Favorisce alla comunicazione gli educatori nella scuola, nelle famiglie e nelle associazioni culturali. Forma la lettura critica dei mezzi di comunicazione sociale. Promuove gli utenti, in particolare i minori nel campo della comunicazione. Tutela allo sviluppo dei valori di libertà e di giustizia, all’affermazione della dignità della persona, dei diritti di famiglia, della scuola e del mondo del lavoro. Contribuisce la formazione degli utenti dei mezzi di comunicazione sociale (TV, radio, internet, videotelefonia, videogiochi) Cura L’Aiart L’associazione Spettatori Aiart (Associazione Italiana Ascoltatori Radio e Televisione) è stata fondata nel 1954. È una Onlus, associazione di volontariato, culturale, apolitica, laica, d’ispirazione cristiana. Costituito da un menù di 13 canali con diverse cartelle per un totale di 49 pagine e 1590 documenti corredati di file, immagini, audio e video Il Sito Web Trimestrale di studi e ricerche sulla comunicazione (120 pagine). Curato dal Comitato Scientifico dell’Aiart, composto da docenti universitari, esperti e studiosi dei temi relativi ai mass-media. La Parabola Mensile, 24 pagine, strumento di collegamento con gli iscritti, canale d’informazione e di dibattito. Il Telespettatore L’AIART HA UN’INTENSA ATTIVITÀ EDITORIALE: L’Aiart ha uno statuto a base democratica. È presente con sue rappresentanze e strutture in tutte le regioni e in 90 province. Il testo dello Statuto e gli indirizzi delle strutture sono riportati nel sito www.aiart.org, cartella Organizzazione del canale Aiart Onlus. Organizza corsi nazionali e provinciali di formazione per associati e per tutti coloro che sono interessati ai problemi dei mass-media. Con decreto del Ministero dell’Istruzione del 31.07.2002 l’Aiart è stata inclusa nell’elenco degli Enti accreditati per la formazione del personale della scuola ai sensi del D.M. 177/2000. L’attuale Presidente dell’Aiart è stato eletto Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Rappresentanti dell’Aiart sono inoltre presenti nel Comitato Media e Minori, nel Copercom, nel Cnal, nel Forum delle Associazioni Familiari. L’Aiart aderisce all’EAVI (European Association for Viewers Interests). Email…….....……..………………………………………………. Tel ………….……. Fax ……….…………. Cell ……………….. Cap……....… Località…………………….. Provincia….……… …………………………………….....………...........…………… Indirizzo abitazione ……….....………........….………………… Professione………………………......…………....……………… Nome……………………………………………........………….. Cognome ……………………………….....……..……………… Scheda di adesione all’Aiart La quota comprende l’abbonamento al mensile “Il Telespettatore”. Per ricevere anche “La Parabola”, trimestrale, aggiungere alla quota di iscrizione 10 euro. Soci ORDINARI:.................................... minimo 20 euro; Soci SOSTENITORI: .............................. minimo 35 euro; Soci GIOVANI (fino a 21 anni):............. minimo 6 euro. LE QUOTE ANNUALI DI ISCRIZIONE SONO: Versare la quota su c/c n. 45032000, intestato a AIART, Associazione Spettatori Onlus. Compilare il tagliando qui sotto e spedirlo - anche tramite fax - o consegnarlo all’Aiart nazionale o provinciale. Per aderire a di firme tu e tu Firma anch La forza dell’Aiart sta nella convinzione di operare per il bene comune, nella sua autonomia, nella sua capacità di elaborazione, di proposta, di denuncia, d’iniziativa. L’Aiart cresce con le idee, l’impegno volontario e il sostegno motivato degli iscritti. Data …………........………. Firma ………….........................………. autorizza, concedendo espressamente il consenso o non autorizza, negando il consenso a trasferire a terzi soggetti con cui collaborate poiché riconosce essere utili ed indispensabili per fini associativi e l’espletamento delle attività connesse e relative, gli obblighi legali e contrattuali derivanti dal nascente rapporto. autorizza, concedendo espressamente il consenso o non autorizza, negando il consenso al trattamento e all’archiviazione di tutti i dati personali raccolti, che riconosce essere utili ed indispensabili per fini associativi e l’espletamento delle attività connesse e relative, gli obblighi legali e contrattuali derivanti dal nascente rapporto; Dichiara di aver ricevuto non aver ricevuto una copia della nota informativa sul trattamento dei dati, di averne preso visione e di averla compresa in tutti i suoi punti; Dichiarazione del nuovo socio AIART Onlus ttatori zione Spe a - Associa Rom - 00179 8.47.146 no, 77 - Fax 06-7 via alba 8.08.367 org Tel. 06-7 art. aiart@ai t.org e-mail: .aiar : www sito web tori spetta are gli : Tutel essere vigili, ili AIART ab tarli ad e respons ed aiu ti e atten dia sempr o dei me nell’us (intern Raccolt posta di legge per una pro inserire nei popolare per di iniziativa scolastici l’educazione i gra i media pro mm azione con duc e l’ e iochi) ai media bile, videog telefonia mo et, Tv, radio, Aiart www.aiart.org • E-mail: [email protected] PRESIDENZA E SEGRETERIA Via Albano, 77 - 00179 Roma Tel. 06.78.08.367 - Fax 06.78.47.146 Sede Nazionale ASSOCIAZIONE SPETTATORI ONLUS Aiart L’ ti dà una mano tutelato! hai bisogno di essere Anche tu