;' t9 ~ (~5 (}
( ~ ~ ~-~ ~·~
~r-~~~.ue/~ ·
La guerra di Corea ha avuto come prima conseguenza che il
problema della difesa dell ' Europa occidentale è divenuto attua=
lissimo.- Non sono più possibili reticenze o illusioni.- Tutti
\...
~ accadere
UE
hanno compreso che quel che è avvenuto in Estremo Oriente ~
da un giorno all'altro in Europa .-./ /utti sanno
AH
che la preda più sorv egliata e più desiderata dall ' imperialismo
sovietico è l'Europa occidentale, perchè quest o territorio popo=
loso, industrioso, è il .secondo complesso industriale esi stente
nel mondo, dopo quello americano, ed è caduto in un tale st a to
EU
di disorganizzazione politica e militare, che se non ci fosse
di mezzo l'America, l ' U.R.S.S. potrebbe · ingh iottirselo senza
per
uest o che alla crisi dell ' Estremo Oriente, Washington ri=
~- ~~'~!pende
intervenendo 1 ma dichiarando: Euro
J,vvfctft~ .~~
L' Europa
~ftt. +--t?. ~utto poichè
democra tica va dunque difesa, e va difesa come un
la minaccia è diretta contro tutti e non contro
~~ ~CA:/14-t:dt.t."- ~ ~~ -k ....
uel singolo paese .- i! ' Jlf~ Ef~8i!liie che l ' idea :f-'JQ.ep~ -
lis'tie: di una forza armata europea, di un .. esercito europeo, pre=
dicata da tempo dai federalisti co me uno degli istituti fonda=
EU
mentali deg li ausp icat i Stati Uniti d ' Eur op a, è improvvisamen=
te usci t a dalle mozioni, dalle dichiarazioni e dalla propagan=
da federalista ed è divenuta argomento di discussione a Strasbur=
HA
~·
first.-
AH
~~~
'
+~4~~~ questo o
~ i'~
(..,.J.~~~
vedere l ' Amer ic a ing olf arsi sempre p i -LÌ') . _e~sra , ed è
d era
UE
.: f
,~~.
HA
y.cg~;)'r·~ difficoltà alcuna.~ E ' per quest o che l ' Unione sovietica desi=
~ ~.t 'f)f,f},,),),
~.. ~w--­
~ J;s 1e
go , su tutti i g iornali, e persino nella conferenza dei ministri
degli esteri delle potenze del Patto Atlantico..S"
·~
la saggezza cominc ~ a penetrare nelle teste dure e ti=
mide . de ~·graRi i statiti democratici i quali da tre o quat tro an= ·
1
.;.;.
- 2 -
ni hanno sprecato
mili~di
dollari, energie, speranze, possi=
bilità, e forse ora all ' ultimo momento capiscono che solo un'uni=
tà profonda, irrevocabile, esprimentesi in ultima istanza nell ' e=
sistenza di un esercito fedele ad una sola bandiera, può salvare
l ' Europa e la sua civiltà{ -
UE
Ahimè, nulla di tutto questo.- Gli statisti democratici del=
l ' una e dell ' altra parte dell ' Oceano sono altrettanto fecondi in
trovate
pubblicitarie. ·~
l
quanto sono sterili di effettive azio=
anni , e
~~ chi
1e
AH
ni costruttive.- Hanno proclamato unioni economiche per due o tre
~
criticava ~ ~
un
massimali~ta,
un utopi=
EU
sta, un disfattista1 , e via dicendo.- Si dovevano~re le fon=
J.dt\.,-..._:.~
.
damenta soli~economiaj ~ ~ sarebbe venuto i~ tetto del=
l ' edifizio, l'unità politica, la federazione.- In tre anni nessun
~
v ~~-0
~~~~
serio passo è stato fatto verso l ' unità economica, Y E quando le
chiacchiere infinite e assordanti che coprivano la tenace dife=
HA
,/
Y, r;;-~
sa delle autarchie nazionali sono state dissipate dai colpi di
?·o~:~~~
cannone che hanno cominciato a risuonare in Corea, gli Europei
~~~
si sono accorti di es.s ere ancora deboli, indifesi e disuniti,
UE
r:;.k ,;,e,~
maledettamente disuniti dinnanzi al pericolo incombente.-
~·~ · fd'e~
f
~~~~~ •
Da tre mesi a~
questa parte si sta svolgendo qualcosa che
AH
·et......;---- ~--,
potrebbe chiamarsiYf~r]a, se non desse più motivi di tristez=
za cbe di ilarità.- Fra Stat m Uniti d ' America e Stati Disunì=
EU
ti d ' Europa è cominciato uno strano dialogo.-[Gli Stati Uniti
hanno detto agl i Europei .di essere pronti ad aiutarli, ma che
~~
~
provvedere ad armarsi sul serio poichè il compito del=
la~difesa e~rop ea
HA
~,
.
spettava sopratutto
~~ .
a~l i
G
Bur op ei. -lGmi Stati
Disuniti hanno applaudito (applaudono sempre quando gli Stati
Uniti dicono qualcosa) ed hanno risposto che tutto ciò '·e ji sa=
crosanto ,
~
~@
fatto il massimo sforzo p ossi=
bile, ma che questo sforzo s *~
are~be ot ats ben poca cosa di fron=
''
che essi
././.
- 3 te al colosso ru sso , e che p erci ò il compito della difesa del=
l ' Europa spetta, . sopratutto agli Americani, memre gli Europei
~
17:
j
~ ee~~bbePe dovtl~~riamente limitar~ ad aiutarli. ~LGli
Stati
Uni ~i
quanto
~~
~esse
hanno
P~a~o s ~
mostrando con l ' esempio della Corea ,
loro difficile impedire un ' inv asione avendo un ocea=
CA,
no di mezzo, e si sono stupiti nel sentir dire che non
Europ a occidentale forze
sufficienti. ~
Non si
~
e'e!aa~
~ potute.
in
ado=
UE
perare an che il pot enziale umano e industriale della Germania?-
~i Stati Disuniti hanno risposto applaudendo ed osservando che
tuttavia
bisogna~
·~
tener conto che loro eFaBo disuniti , pieni
AH
di reciproche diffidenze e paure, e che non po ~J~~ ammettere
il riarmo della Germania. ~ [?li Stati Uniti hanno detto che si
potr eb be riprendere l'idea che ave~~ ~~a~ sulla ~~~ u=
EU
ropea di un esercito sovranazionale
ganizzazione unitaria della difesa , ed
perme ~....-un ' or=
~~e~~e evit ~
tedesco.-~li
rico=
Stati Di=
HA
struzione di un vero e proprio e sercito
g JLi?a:e.B.e
suniti hanno applaudito ed hanno dichiarato Che essendo loro di=
s uniti e spettando agli
Stat~
Uniti la responsabilità pri ncipale
della difesa dell ' Eur~ si accetta~o l ' esercito D~~ropeo, o
~'
UE
atlantico che dir si
a patto che ciò
signific ~ :
a) crea=
zione di un alto comando retto da un americano e responsabile di
~~
(comitato
AH
fronte
men~~rciti
~~firti
, ,
~
· rappr es entanti dei vari s t ati; b) manteni=
nazionali attuali; c) assegnazione di
dei v ari eserciti n azionali al comando unico; d)
~·~~
EU
LÀ-C."JU·v~ · l) s-al
9.9-l (pr oblema del
"!A
~~c~ ~ - k
~c; · s~·,v..~·~a-Hsti eU:o:Pei,
UJ;;lQ
r4:::
( i)
riarmo tedesco.- ~arturiunt _ monte~ ••
la più irresponsabile genÌ a di catti=
vi g overnanti che si sia mai vist a, si s ono sentiti
HA
~lcu~i
~~·t:r
so ~disf atti
per aver f.elicemente superat o un altro scogl io conservando intat=
te se non le loro sovranità,Yi meschini· interessi sezionali
natura e conomica , militare, politica dei loro pae s i. -
- 4 -
Gli statisti americani sentono con inquietudine che non han=
no attenuato affatto il pericolo di guerra perchè non sono riusci=
ti a far sì che l ' Europa sia capace di difendersi da sè f 1 ed accan=
to all ' aggravarsi della crisi mondiale sentono l ' agg ravarsi della
vv-c&. ,., (...
crisi istituzionale nel loro paese . - Hanno
milit~ont~oco .ed ~temente
il potere
al potere civile,
Bel=
sottomesso
~
~
si trovano in una situazione storica in cui
"'"'
devono giorno per giorno
..
"'
.. .....
~ dare'P~teri,~omini efd~naro
a:
UE
~ 'l:ll.ale
off.w ~-~
~ ·e! g~nizzazione
generali , e mandarli a comandare popoli stranieri.Mac .Arthur
~
ied.
~~~ da una diecina di anni non torna in America, ~ è il padro=
non sempre
coincide~n
~
~
fa una sua politica efte
AH
~
ne di 70 milioni di giapponesi, e
quella del governo da cui dipende; il
futuro generale in capo dell ' esetcito atlantico stanziato in
EU
Europa e composto di un nucleo centrale americano e ò:i repar=
ti ausiliari forniti da stati europei vassalli, gettano sulla
costituzione americana
~
che
rassomigli~ai
a
quell~
HA
di Silla, di Mario, di Cesare.-
I recenti accordi non hanno affatto nemmeno avviato a ri=
UE
soluzione il problema della difesa europea.- Quale che sia l ' in=
teresse americano al mant enimento di un ' Europa democratica, è
illusorio credere che gli Stati Uniti possano mai organizzare una
AH
efficiente difesa europea che· renda inverosimile un • invasione,
adoperando gli europei solo come truppe ausiliarie.- La difesa
dell ' Eur~a
in realtà può essere effettuata solo dagli europei
EU
stessi/J Che i singoli eserciti nazionali ~ae\e pup e coalizzati
non possano farlo è evidente però oggi per tutti.
i~aliano
l ' hfi mostrato coa molta evidenza Enriques
HA
l'seor~ito
Cosa sia
JsgneleL ti nel namer o di agosto de "Il Ponte", e lo sLesso ra-gionamento si può fare per quello frane es e.
L'' es orcit o te de··
..s.co è ttno sp ettro che si dev-e evoca:re e che mette pau:ra al
]a
pen5iero di ev-oearlo.
~
./ ./.
30
- 5 C' è la possibilità dell 'esercito europeo.- Occorre però
rendersi conto con chiarezza di quel che si intende dire con
uesto
termine.~
~
europeo può esistere solo sulla carta e non
nella realtà finchè non esiste uno stato europeo.- Immagina=
te un po ' un esercito in cui il comand o sia scelto di comune
accordo fra i rappresentanti di stati sovrani, cui ogni sta=
met~endo a dispos{~~, ~ ~ercito nazio=
OO"S .,a 8-:i~~~E_ie~~Iw:&tr:Lde~pl.~
to contribuisca
~
nale,
,...__.{...lf'UA'-
semp re pensare che l'alleato di oggi
po~b=
l'alleanza militare Vcon tutte
te d ebolezze .- Ogni stato continua a fare la sua politica e=
dév~r
stera e
l
be essere il nemico di domani,
seg~eti,
Uno stato
f
non può
~idargli
penserà~ suo
dovere e interesse è difendere una
vasta zona europea o magari tutto il territorio
~altro
HA
le varie nazioni · alleate;
dovere e
tutti i
mettergli a disp osizione tutte le sue forze.-
EU
p ropri
pensep
Geeapg~
~QPiiie
de l=
che suo
inter~sse è solo difendere i~confini 1 ~~ di=
sint eress~ llo
sforzo comune.- In caso di conflitto uno
UE
stato potrebbe pensare di non intervenire, o di fare una pa=
AH
arata; in tal caso il suo esercito
s ~parirebbe
da un
uello i=
EU
taliano nel
assurd,i'
j
.
J
ca 1fr
HA
~w
le~o=
stat~.-~~ltre
AH
v'JJ~
. . ·lf. I ...
cui
UE
~-~-.~e~~ .
njlessi t0ell ',clra
il problema. ;Jel=
c."f
/'6. ' unif
.;.;.
- 6 -
L'esercito europeo,
condi fio~
--
sine qua non della difesa
europea, per essere realizzato presupp one
~~eetJ!!iiQp.e
.dk±tlì!D
i soldati obbedisca=
no tutti a d un solo potere, prestino giuramento ad una sola
bandiera.- Questo potere deve essere capace di decidere indi=
pendentemente dalla variabile buona volontà di questo o quel=
d'~ suevr~sorse
~ f "'~n anz~ar~e
.
.
\.14, ~;J
.
con J ~ra=
l o s t a t o ; d eve d ~sporre
limentare l'esercito; deve condurre una politica estera unita=
ria a nome di tutti g li stati che lo compong ono; deve control=
~--
economica,.t;:;e~
UE
lare gli istituti fondamentàli della vita
l'e=
conomia è la principale di tutte le armi di cui si dispone.-
9J 6;:: e
;p.eth -
E: r 1>6(.
~Jt=a una
AH
~ i4ttc~~ ~~
volta, come all ' inizio del piano Marshall, gli
statisti europei fanno la politica degli struzzi. ~ rifiutan~
-+"~
s~e.-
EU
di guardare le cose così come realmente
l
Vog liono la frit=
tata dell ' esercito europeo senza rompere il guscio del l e uova
delle sovranità nazionali.- Ma ciò non è possibile.- E' un in=
EU
AH
UE
dolori.-
HA
p~gano
HA
ganno; e tutti gli inganni si
al l a fine con amarezze e
'
l
1.. MONDO- 25 ovvemhre 1950 • Pag. 4
.. ,
•'
AH
UE
PRIMO PREMIO. - L'annuncio
dei provvedimen-ti di legge contro il
MSI ha consigliato a un giornale neofascista l'apertura di una nuova rubrica intìtolata Il MSI al contrattacco. Vi si riportano le notizie relative
alle manifestazioni di protesta inscenate in tutta Italia dagli aderenti al
Movimento, e particolarmente dai
Gruppi Giovanili. La rubrica è contraddistinta da un disegno riprodi.J cente un ragazzo in camicia nera con
la mano destra alla bocca nell'atto
di emettere quel particolare suono
labiale detto fascisticamente pernacchia. « Questa settimana n, avverte
il corsivo eli presentazione , « il posto
d'onore spetta ai ragazzi del G. G.
di Verona i quali si può dire non siano stati un solo giorno inattivi n.
Ecco i titoli di merito per cui i ragazzi veronesi si sono meritati l'ambito premio: 28 ottobre u.s.; lacerazione dei "manifesti provoca tori" affissi dalla DC e da altri partiti de mocratici. 4 novembre , partecipazione alle manifestazioni patriottiche
chiuse al canto dell 'cc Inno a R oma»
e distribuzione grat uita durante il
passeggio pomerid iano della « stampa nazionale >l. 5, 6, 7, 8 u .s., manifestazioni varie contro la c< provocazione governativa >l. 9 u.s. (notte),
· scritte sui muri e sugli argini del finme Adige . 9 u.s. (giorno). tafferuglio davanti alla sede della DC: c< i
democristiani, invano provocati e se
pure dieci volte più numerosi, non
reagivano mentre i dirigenti spariti
all'interno avvertivano telefonicamente la Questura n. 10 u.s., occu ·
pazione della sede centrale della DC :
, "i nostri giovani si accampavano nei
' locali sedendosi sui tavoli e per t erra
ed affermavano la loro intenzione dì
fare di quelle au le sorde e grige un
bivacco di manipoli n. 12, 13, 14, 15,
u.s., rinnovo delle scritte sui muri
e sngli argini del fiume cancellate
dalla polizia: c< Sulla sede della DC
veniva scritt o a caratteri cubitali:
ai venduti alla Russia, all'America e
al Vaticano noi venduti all'Italia
sputiamo in fa ccia n.
EU
"'
HA
.......
l/
_,~
,, _
_
__ _
'
pochi mesi o i framcesi avranno
preso e portato molto innanzi una
seria iniziativa per la creazione di
uno Stato fed erale continentale che
comprenda Francia, Italia, Repubblica federale tedesca e B enelux, o
ci saranno forze armate tedesche;
3) il governo tedesco ha dichiarato
di accettare di discutere il piamo
Pleven purchè si pr.eveda per la
Germania una condizione di parità
nel comune organismo politico europeo; 4) il parlamento italiano
I DUE SOLI. - I pensionati del
Altiero Spinelli chiude lif. discussione iniziata
comune di Soresina (prov . di Cremo(p iù saggio malgrado il male che se na)
aderenti alla CG IL hanno inau"Mondo" sul problema della difesa europea
n e dice, di molti giornalisti italia- gurato domenica ~corsa la loro nuova
ni) ha invitato il governo a secon- bandiera. La bandiera è formata dai
dare e prender e iniziative per la colori nazionali con al centro, nella
creazione di un parlamento e d i striscia bianca, lo « stemma del Penun governo europeo fra gli Stati sionato n disegnato per l'occasione da
bero insieme, ma se sparassero solo 1·icane ed un suo dipendente, ma a disposti a farlo, considerando ciò un pittore locale. Lo stemma censiuno d ei due, o se non sparassero, i quello di due sovrani di pari gra- prem essa del consolidamento della ste in una corona d'alloro che .racun piccolo globo terracq ueo.
due eserciti, cioè i due ftati, pen· do. Cioè se sarà il governo degli difesa europea e del riarmo tede- chiude
In cima al globo si levano due vecserebbero più alla eventualità di !:ìtati Uniti a comandare l'esercito . sco; 5) gli Stati Uniti esitano di chietti, la donna con una veste nera
una guerra fra loro che a quella di europeo, sarà poi il Pentagono a fronte alla prospettiva di inimir- lunga sino a terra, l' uomo con il bauna guerra in comune. Per car W, t~o mandare in maniera sempre più carsi la Francia, o di cominciare a stone, che salutano festosi il sole Dadi p atria non mi soffermo a p arla-. decisiva il governo americano. Così fare i padroni che damno ordini ed scente. Un esponente del socialismo
re di quel che penserebbero l'eser - muoiono le d emocrazie. E se per e~e~uono rappre~aglie con~o i riot- . / locale h.a inaugl!ra_to la banclie.ra. con
cito e lo Jtato italiano.
salvare la liber tà dal totalitarismo tos1; 6) la R1~na, benche sempre v-_ft!cunc: parole ·d1 .circostanza. Egh ha
Se invece conta in ultima istan
sovietico, si deve marciare a occhi p e~colosissima, ha preso una tale sottolineato ~he 1l ~ole 1_1ascente del~a
in Corea da sentirsi indot- speranza, cleJ l?ens10~at.l è lo stesso
za l'ordine d el comandante atlan' chiusi, accompagnati dalla garrula tscqpola
d t d'1 sole dell avvemre soc1ahsta « sole che
d
. ·,
tico, ciò significa che il manteni · loquela di giornalisti miopi, verso
e .
nell'umano consorzio a cui si tende
a a essere assa1 pm_ pru
mento d ella sovranità è un' altr?. un regime di Cesari e di Wallen- quan~o sognava poch1 mes_1 fa, 1_1 troverà una sola classe, ·quella dei
fola per altri gonzi. Quei soldati stein , è proprio il caso di chieder- ch e ?a ancora un cert? penodo d1 lavoratori, basata sulla pace, sul lavoro, su lla giustizia n. Considerata la
non sarebbero più forza· armata dì si con S. Marco: cc Quid enim pro- respiro a ll 'Europa occidentale.
presumibile età dei due vecchietti i:n
questo o quel paese. Sarebbero for .. derit homini, si lucretur mundum
DESTA congiuntura ecc.ezionalisattesa degli a umenti l'avvicinamento
za armata a çliPl?osizione ... di chi! tohtm; et detrimen,tum animae
sima non çlurerà a lungo. Quel dei due soli è stato trovato di dub ..
Creda che pc,; cenomer}i d~lh vi ' S1'·ae far:;at? >l.
~lJ.t uCct) t le: ~ un Jet...i~v é\. ~L-LO \.Ì 1
oio !)'U,i:O.
ta polltica c_,~ .ot!rnp0cauea: slanc
Per sfuggire a questa a lternati- coraggio civile europeo. E noi lo
STORIA DI UN BACIO. - Un 'acosì sconsolanti come il fatto eh•.:• va di un esercito europeo che esi- chiediamo ad alta voce con insiuomini, i quali scrivono su orga-i sta solo nella carta o di un eserci- stenza anche agli on. De Gasperi spra polemica è da circà quindici
giorni
in corso tra l'O sservatore ro ni politici democratici seri, che to europeo che non sia sottomesso e Sforza. Occorre che almeno un
cioè si propongono di educare la. ad una sovranità europea, ma che governo contimentale europeo si ri- mano e Il Paese. Si tratta di stabiopinione pubblica, siano diventat, ne sia viceversa il sovrano, si cerca volga agli altri, che si trovano di lire la liceità o meno dei baci che i
fedeli usano deporre ai piedi delle
così ott usi ai problemi ·veH---e-per ' di battere una via di mezzo. Si
fronte agli stessi problemi, alle croci e delle statue di santi provvisti
ciò sress& reali deHa politica, d a pensa che accanto all'esercito unidi particolari indulgenze. La questioaver dimenticato persino l'elemen · ficato ci dovranno ancora essere stesse preoccupazioni, proponendo ne viene considerata sotto il triplice
di convocare subito una Assemblea
tari~sima nozione secondo la q ualf'
etico, igienico e religioso.
gli eserciti nazionali, per tutti i Costituente europea Ira gli Stati di- aspetto
'
.
.
.:1 ...... - ..... hl ... ._.. .... __ .:...,....,.---...:1; ..... 1 .... ............ 11 ""' ...... ..... .. +
AH
CHI COMANDERA
IN EUROPA?
HA
EU
ARTICOLO da me pubblicato cinrtue settimar:e or
sono sul cc Mondo >> e stato seguÙ ') da una discussione eu\ h anno partecipato il gen. Gabriele Boglione e
Aldo Garosci, ed accompagnato da
tre articoli di Antonio Calvi, ch e,
pur senza fare riferimento a lla nostra discussione, si occupano dello
stesso argomento. Debbo confessa·r e che quando ho scritto l'arti colo non avrei mai pensato che in
un mese gli avvenimenti si sarebbero dati la briga ~sottolineare
in modo così netto 1e tesi sostenrute
da Garosci e da me.
Avevo detto ch e il mantenimento d ella sowanità in politica estera
avrebbe impedito la formazione di
un esercito e uropeo. La risposta
dei fatti è venuta subito. L a Francia non ha accettato le decisioni di
New York; il riarmo tedesco e la
nomina del comandante supremo
sc5no stati rinviati. Quantunque tutti i saputi assicu•r assero che ormai
non c'era più da discutere, essendo la d ecisione già stata presa,
tutto è rimasto campato in a ria,
perch è evidentemente i governanti degli Stati Uniti , i quali h anno
più senso di responsabilità dei giornalisti che impartiscono loro quotidianamente insegnamenti nel corso
dei quali non guardano mai a l di
là della punta del loro naso, h anuv c..apilo c..Le ll rialiHO della. Germania implica va il distacco a brevissima scadenza. della Fra ncia da
quella vaga e f·r agile, ma pur importante cosa, che è la comunità
d ei paesi democratici. Gli Stati
Uniti non h anno evidentemente dimenticato che è ancora formalmente in vigore, e ch e potrebbe essere rispolverato da un giorno Lal-...
UE
p1u unico che raro: i delegati all'ONU dell'URSS (Malik), della Gl·an Bretagna (Jebb) e degli Stati
contemporaneamente la mano per dare la loro approvazione ad- una proposta della · presidenza.
Con questo articolo
nel numero 42 del
DI ALTIERO SPlNELLl
abilità di matematici che possa risolvere il problema della quadratura del ciifcolo. O si deve limitare
la sovranità d egli Stati europei, o
si deve rinunziare alla forza a'fmata unitaria, contentandosi di una
coalizione, come ce ne sono state
sempre nella storia europea.
Per mostrare che la quadratura
del cerchio era possibile Antonio
Calvi si è dato ad elucubrazioni
veramente strane. Ha sostenuto
a·nzitutto che il Patto atlantico non
prevede l' astensione per decisione
unilaterale di u,no degli Stati firmatari in caso di guerra, ma solo
l'astensione per decisione collegiale . Dato e non concesso che ciò sh
esatto (non concesso perchè l 'art.
5 del Patto atlantico dice: cc ... se
l'attacco si verificherà. . . ognuna di
esse ... assisterà... intraprendendo,
individuamen t e o di concerto con
le altre parti, l'azione che "giudicherà" necessaria, i vi compreso
l'uso delle forze armate ») , resta il
fatto ch e a l momento decisivo d ell'inizio della guerra, uno Stato
:-n
Q
~
~,
•
u. vv..l.ù' lY Cl.
J. J,
5VV V.lJ..lV
d.lH Cl ! CiLUU . \......O SI
muoion o le dem ocrazie . E se per
salvare la libertà d al t otalita rismo
sovietico, si d eve m arcia re a occhi
chiusi, accompagnati dalla garrula
loquela di giornalisti miopi, v erso
un regime di Cesari e di Wallensteìn, è proprio Ìl caso di chiedersi con S. Marco: << Quid enim proderit homini, si tucretur mundum
totum; et detrimen-tum animae
s11-ae fa cjat? >1 .
.• ·
UE
AH
Il fatto è che gli eventi marciano
ormai ad un ritmo più rapido di
Mo' di corollario, di non lieve quel che sospettino il generale Boimportanza, è da aggiungere che glione e l'amico Calvi. Essi credola presenza nel corpo politico no che quando si parla di federadegli Stati Uniti di un possente_ ,;c-,__o-;.;-~,.._:;z~io;;n:;:e~~slf;-.'Pp~a.,rl,n-i-+.,d""i-"'una behla cosa
mando militare americano, .f, •
che fare o che
dal territorio americano, con
appena ora
che fare con
mercenarie non americane
gli eventi quotidiani, e si limitano
~;cerebbe ancor più il
pPrciò a commentare solo quel che
militari in America. Si .,,..,,-Ll;.,r,.,.,...;h_ succede ora per ora senza cercare
be pericolosamente la
mai di antivedere. Non è v ero che
tuzionale americana ,
siamo lontani dalla possibilità di
<1.perta per chiunque ab
realizzare una federazion e sul cont o di storico e che si è
tinente europeo. Mai, dalla !ine
Jere plasticamente oersiJno l.al
della guerra ad oggi, ci siamo stati
ma sotto forma
così vicini. Infatti :• r) E' ormai
' Wake fra Truman
chiaro e scontato che per ora l'Inehe rassomigliava all 'in.conti~Q
ghilterra non accetterà legami fetra il capo delle forze a.•••ua.~v 1, a.t.uo;:;- derali; 2) è ormai chiaro che entro
A
1
~
Per sfuggire a questa alternativa di un esercito èuropeo che esista solo nella carta o di un esercito europeo che non sia sottomesso
ad una sovranità europea, ma che
ne sia viceversa il sovrano, &i cerca
di battere una via di mezzo. Si
pensa che accanto all'esercito unificato ci dovranno ancora essere
gli eserciti nazionali, per tutti i
paesi fuorchè per la Germania, la
quale dovrà contribuire solo all'esercito unificato. In altre parole la Germania fornirà solo mercenari al potere superiore, mentre gli
altri vassaUi saranno semi-indipendenti, come i cosacchi sotto lo
Zar, come i reguli di Roma , come i
rajah dell'impero inglese. Tutto
ciò le orgogliose nazioni europee,
che sembrano non poter proprio limitare le loro sovranità federando si perchè troppo onuste di gloria ,
se lo lasciano dire ogni giorno da
giornalisti e da governanti senza
arrossire. Questa soluzione è la
peggiore delle tre agli effetti miEtari. Perchè gli eserciti nazionali
saranno più deboli essendosi dedi cata una parte d elle risorse nazionali all'esercito comune, mentre
l' esercito comune sarà troppo piecolo per risolvere effettivamente
il problema della difesa europea.
Inoltre i tedeschi non si adatteranno mai, ed avranno ragione, ad
essere vassalli inferiori agli altri, e,.
continueranno ad essere rosi dall
~s nazionalismo.
EU
HA
UE
,
- - - -- -- - --r-- . . ..., •
re di quel ch e p enserebbero l 'eser
cito e. lo -ft at o ital~ano . .
.
Se mvece conta m ultima 1sta n
za l'ordin e d el comandante atlanl
tioo, ciò significa che il manteni ·
mento della sovranità è un' altr;.
fola per altri gonzi. Quei soldati!
non sarebbero più forza· armata d1
que$to o quel paese . Sarebbero for.l
za armata a di!O-posizione ... di chir
Credo che pc;; r.enomeuL.della vi ~ .
ta po).itica L. _ . • cmporanea smnc
così sconsolanti come il fatto ch(:l
uomini, i quali scrivono su orga·,
ni politici democratici seri, che!
cioè si propongono di educare la1
opinione pubblica, siano diventat1
così ottusi ai problemi vefi e pet'i
ciò s~ reali deUa politica, d;;
aver dimenticato persino l'elernen
tari~iina nozione secondo la qualr
il problema primordiale nella struttura di qualsiasi comunità barbara
o civile, libera o servile, democratica o autocratica, è quella di chi
controlla la forza armata. Poichè
chi la .controlla è il vero sovrano .
Il resto son fanfaluche.
Controllerà questo esercito euro~eo, sottratto alla sovranità degli
:Dìtati europei, chi lo pagherà e gli
darà gli ordini. Allo stato attuale
di cose questo esercito, se si formerà veramente, sarà pagato .dagli Stati Uniti, in parte direttamente, in parte indirettamente, in
quanto gli Stati Uniti pagheranno
gli Stati europei affi.nchè questi
contribuiscano alla formazione dell'esercito unico. Comanderà l' esercito un generale che nominalmente
sarà generale d el Consigli-o atlantico (come MacArthur lo è delle
truppe dell'ONU), ma in realtà degli Stati Uniti. Cioè il vero sovrano saranno gli Stati Uniti. Le
truppe provenienti dagli altri paesi, pagate dal contribuente americano, sottratte alla sovranità dello
Stato nazionale, saranno truppe
mercenarie, piaccia o non piaccia
il tern1 ìne al generale Boglione.
·
AH
p
._
semp re nella st oria e uropea.
Per mostra re che la qua dratura
del cerchio era possibile Antonio
Cal vi si è dato ad eluc ubrazioni
veramente strane. Ha sostenuto
a·nzitutto che il Patto atlantico non
prevede l'astensione per decisione
unilaterale di uno degli Stati firmatari in caso 'di guerra., ma solo
l'astensione per decisione collegiale . D ato e non concesso che ciò si_:1
esatto (non concesso perchè l ' art.
5 del Patto atlantico dice: « ... se
l'attacco si verificherà.. . ognuna di
esse .. ·. assisterà... intraprendendo,
individuamente o di concerto con
le a:ltre parti, l'azione che "giudich erà" necessaria, i vi compreso
l'uso delle forze armate >>), resta il
fatto ch e al momento decisivo dell'inizio della guerra, uno Stato
ch e mantiene la sua sovranità, può
sempre dire che non reputa opportuno intervenire. Se, nel momento
in cui il paese A, aderente al Patto, foss e aggredito )(il_paese B decidesse a torto o a1 ['agwne, ma comunque nel pieno esercizio dei suoi
diritti sovrani, di astenersi dal
prend ere le armi, a chi dovrebbero
obbedire i reparti versati nell' esercito comune? Al governo del proprio paese o al comando militare
unificato? Si prega di r~pondere
con precisione e non facendo i
giochetti che ~a Calvi quando dice
che, ad esempio, la Norvegia potrebbe astenersi da un intervento
nel Nord della Sca·ndinavia e tuttavia le sue truppe potrebbero
combattere in Germania . Lo stato
di guerra fra due paesi non è determinato dal fatto che .si combatte alle frontiere comuni, ma dal
fatto che i soldati di un paese ammazzano soldati e civili dell'altro.
Se il gen. Boglione si trovasse a
capo di reparti italiani dell'esercito
unificato e ricevesse dal suo comandante atlantico l'ordine di sparare, e dal suo governo italiano
l'ordine di non sparare, a chi obbedirebbe? Qui, ridotto ai suoi termini più semplici, ma nie:cte affatto semplicistici, è il succo di
tutta la faccenda dell'esercito europeo. Se conta in ultima istanza
il comando del governo nazionale,
ciò significa che l'esercito europeo
o atlantico che dir si voglia è una
fola per gonzi. Siamo di fronte ad
una semplice coalizione di antico
stile. Ed in tal caso non facciamoci illusioni: la presenza di due eserciti, francese e tedesco (per non
parlare che del problema cruciale)
avrà come conseguenza che, si, se
i russi commettessero la · follia di
sparare contemporaneamente sugli
uni e sugli altri, essi combattereb-
HA
EU
..
n 1 sapun assiCU(I"assero cn e orma1
non c'era più da discutere, essendo la d ecisione già stata presa ,
tutto è rimasto campato in a ria,
perchè evidentemente i governanti degli Stati Uniti, i quali hanno
più senso di responsabilità dei gio~­
nalisti che impartiscono loro quotidianamente insegnamenti nel corso
dei quali non guardano mai al di
là della punta del loro naso, hanuo ca_[JiLo d.1e il ria1.uo ddl<L Germania implicava il distacco a breVissima scadenza. della Francia da
quella vaga e kagile, ma pur importante cosa, che è la comunità
dei paesi democratici. Gli Stati
Uniti non hanno evidentemente dimenticato che è ancora ~ormai­
mente in vigore, e che potrebbe essere rispolverato da un giorno all'altro, un patto di alleanza fra
Russia e F ·ra.nçia; sanno che se si
ricostituirà una rivalità franco-tedesca in Europa, ogni prospettiva
di orientamento politj.co e militare
comune .clell'Europa occidentale sarà una ~se senza senso. Ma anche
se per caso se ne fossero dimenticati, ci sarebbe stata l'URSS a ricordarlo . L'accoglienza fatta dai
francesi él.llle proposte russe sulla
Germania, mostra l' enorme facilità
che ha l'Unione Sovietica di reinserirsi nel gioco diplomatico di una
Europa occidentale dominata d alla
rivalità fra i due suoi Stati principali.
A v evo detto che la sovranità in
materia finanziaria provocava una
disformità di atteggiamenti nei singoli paesi di fronte al problema del
r.iarmci; ed è sopravvenuta a dimo!·.trarlo la polemica :lira Dayton e
PeHa, circa la quale non era un
"'egreto che si trattava non di in- :l:lazione o non inflazione, ma di
una richiesta di forzare gli investimenti a scopo di preparazione militare.
Di fronte a questi fatterelli, alla
domanda del generale Boglione se
s1ano da considerare: « semplicisti
Lutti i dodici ministri degli Esteri
-lel Consiglio atlantico, e con essi i
loro governi che a quell'impegno
li hanno autorizzati >>, è da rispon:iere che il rimorovero andrebbe
espresso co~ termini più duri di
qu el che 0 contenuto n ella parola
<·: s<'Jnplicisti >>. Essi hanno tentato
dì risol ù :> W il seguente problema:
Come è possibil e creare una forza
armata milibre poc la difesa dell'Europa senza tocc.are la piena sovranità degli .,tati europei e senza
ridare la piena sovra niti alla Germania? Il problema è senza soluzione, e non c'è abilità di ministri
che possa risolveilo, come non c'è
scen'te . un esponente del soc ialismo
contro i riot- .l locale ha inaug~ ra_to la bandie_ra. con
tosi; 6) la R&ia , benchè sempre v-_f1Jc un~ parole ò 1 _cn costanza. Egli ha
p ericolosissima, h a preso u na tale sottolineato ~h e 1l ~ol~ r:ascente della
sc..P- ola in Corea da sen t irsi indot - speranza, deJ l?e n s 10~at.1 è lo stesso
LW
. .,
d
. sole del! avvemre soc1a hsta ,, sole che
t a ad essere a ssai pm_ pru ~mte ~ 1 nell'umano consorzio a cui Si tende
qua n~o sognava poch1 m es.1 fa, 1.1 troverà una sola classe, ·quella dei
che ?a ancora un cert.o p enodo dt lavoratori, basata sulla pace, sul lare$plTO all'Europa occidentale .
voro, sulla giustizia n. Considerata la
presumibile età dei due vecchietti ;n
ÙESTA congiuntura eccezionalisattesa degli aumenti l'avvicinamento
sima non çlurerà a lungo. Quel ?ei due soli è , stat6 trovato di dub ..
.:.li e;; l,CL01 te t; un ùeLi:sv a n .u Ù1 Ul() !5U::>W.
coraggio civile europeo. E noi lo
STORIA DI UN BACIO. - Ùn'achiediamo ad alta voce con insi- spra polemica è da circa quindici
stenza anche agli on. De Gasperi giorni in corso tra l'Osser~atore roe Sforza. Occorre che almeno un mano e Il Paese. Si tratta di stabigove.rno contilnentale europeo si · ri- lire la liceità o meno dei baci che i
volga agli altri, che si trovano di fedeli usano deporre ai piedi delle
fronte agli stessi problemi, alle croci e delle statue di santi provvisti
stesse preoccupazioni, proponendo di particolari indulgenze. La questiodi convocare subito una Assemblea ne viene considerata sotto il triplice
aspetto etico, igienico e religioso.
Costitu ente europea .fra gli Stati di- L'ha
aperta il giornale comunista cosposti a parteciparvi, la quale ela- gliendo lo spunto da un cartello vibori un progetto di costituzione sto in una chiesa ove si prometteva,
federale da sottoporre all'approva- per l'appunto, un certo numero di
zione degli Stati . Quando quella giorni di indulgenza a chi baciava il
impotente lega di Stati sovrani che piede di una certa statua. n giornale
erano prima del 1787 gli Sta1:i Uni- ha chiamato in causa la Scuola di
ti d'America ha deciso, pratica- Salerno, il codice penale, i bavaglini
m ente su iniziativa di uno Stato, la igienici dei bambini con su scritto
Virginia, di convocare la conven- non . mi baciare, Dante, Sismondi,
Manzoni e lo zio di Manzoni Cesare
zione di Philadelphia, è accaduto Beccaria.
L'organo vaticano ha reche, n el giro di cinque o sei mesi, plicato citando il Vangelo, Pio VII,
l'America, che non aveva nè gover- il prof. Mantegazza, Verdi, Beccaria
no, nè parlamento, ·!llè finanze, nè e il nipote di Beccaria, Manzoni. Esamministrazione, nè esercito al di so ha respinto il riferimento al codice
sopra di qu elli dei singoli Stati, e penale precisando che " liturgicamenche an da va verso la rovina, ha te non ci sono pei fedeli baci d'obbliavuto tutto ciò, ed ha iniziato la go n e che cc il bacio religioso è sempre facoltativo e sempre condizionato
sua ascesa irrefrenabile.
al costume e all'educazione dei fede Una iniziativa simile può verifi- li». Alla polemica sono state sin ' ora
carsi in Europa nei prossimi mesi. dedicate sei puntate per un importo
Tutte le condizioni ci sono. Ma, complessivo di circa mille righe di
perchè l 'occasione non sfumi, vor- stampa .
remmo che uomini che contribui- <<Una rispllscono a formare l'opinione pubbli- staAUTOMATISMO.
così unanime è stata possibile
ca, come Boglione e Calvi, non in- grazie all'atteggiamento veramente
gannino sè stessi ed altri, affer- democratico del governo polacco che,
mam.do che c'è la possibilità di per concedere l'ingresso, non ha chiecreare una seria. difesa militare del- sto quali fossero le opinioni neppure
la democrazia sul continente eu- di un solo delegato: monarchici , catropeo senza la creazione di uno tolici , liberali o comunisti, di tutte
Stato federale continentale. Senza le delegazioni, per il solo fatto di
questa condizione non c'è ch e la essere delegati al congresso, ricevevano automaticamente il visto polacprospettiva di andare; Ìln mezzo ad co.
Grande e autentico rispetto per
un mare di chiacchiere, verso la la libertà ... >> (Da - una cronaca delrovina o verso la servitù o verso l'Unità sulle vicende del Congresso
entrambe.
della Pace spostato da Sheffl:etd a
Grazie al cielo questo tentativo Varsav·ià).
può oggi essere fatto, malgrado la
I TITOLI DELLA SETTIMANA.
ostilità inglese, perchè c.' è oggi la L'inquisizione
democrista all'opera protezione amica dell'America. Ma L'ombra di Torquemada _ Fede e ganon fidiamoci troppo della prov- lera - Avanti i giovani! - Il sabato
videnza, la quale offre delle op- fas(;ista e il suo duplice valore - Musportunità, ma punisce crudelmente solini nell'Ordine dei Serafmi - Fachi non le vuole cogliere. L' Ameri- rinacci a Cremona _ Lo sport fascista
ca ci è oggi amica, e vuole restar- nei giudizi di un francese - I nostri
ci amica.. Non obblighiamola col morti - L'Italia dei comba ttenti c
nostro comportamento a diventar- dei reduci grida il suo basta ai profanatori - Si può ancora rimediare .
ci padrona.
(Titoli dei giornali neofascisti d ella
ALTIERO SPINELLI se ttimana) .
~ ~· v , .P""'-'''-'"1 '-'" "' u&tutu u[uun eu
e~eguono rapp~esagli e
Q
-.
...................
------------------~~-- - ---------- - ~----- ----- --- ------------- - -- -~-----~~~~~
IL MONDO- 25 uovemore 1950 · Pag. 3
EBBO esser grato a Giu:>eppe Alpino p er le osservazioni contenute nell'articolo « Disoccupati in attesa », p erchè esse, offrendomi lo spunto per ritornare
~ul prbble1na della disoccupazione
e su quello strettamente connesso
d el risanamento delle aziende parassitarie, mi p ermetteranno, forse, di chiarire il mio pensiero in
proposito meglio dì quanto non sia
riuscito a fare nel precedente mio
articolo su « I parassiti del sussidio » pubblicato sul numero del 26
agosto scorso di questo settimanale. L 'argomento è del resto di tanta importanza p er l'economia del
paese che (anche a costo di ripetere cose già d ette) mette conto di
dis:mterne il ·più compiutamente
possibile da tutti i punti di vista.
Mi sia consentito anzitutto di affermar e che a nessuno più che ad un
meridionale ch e di questi argomenti si si~ occupato e che abbia avuto occasionè di stare talvolta a diretto contatto con le masse rurali
del SucJ, può meglio apparire i:n
tutta la sua manifesta ingiustizia
lo stridente contrasto esistente fra
le condizioni di vita d egli operai
delle aziende parassitarie e quelle
d ei braccianti agricoli del Mezzogiorno, i quali in m edia solo per
150-18o giornate all'anno ri escono
a spuntare u:n misero salario camminando e lavorando dall'alba al
tramonto nelle desolate campagne
d elle zone latifondistiche.
Ma proprio perchè tale stato di
cose è ormai consolidato da decenni, non si può, a mio avviso, sperare di poter ristabilire di botto la
giustizia conculcata. Altrimenti si
corre il rischio di cadere 1!1ell 'astratto ·e di contribuire, senza volerlo,
al m antenimento in · vita- dell'attuale assetto delle aziende parassitarie, cui soPo oggi legati moltepli- ·
ci interessi, oltre quelli di limitate
s::-.hiere di operai privilegiati.
Ora, per giudicare il problema
del risanamento di queste aziende
con la n ecessaria compiutezza ma
senza alcuna passionalità, è d'uopo chiedersi quali prospettive di
pratica attuazione potrebbe avere
il puro ~ semplice licenziamento,
coi normali sussidi, del p ersonale
esuberante. Non certo molte. Perchè, a mio avviso, non soltanto
l'attuale governo, ma forse neanche un gover.no dittatoriale avrebbe la forza di effettuare il licenziamento di a lcune diecine di migliaia
di opera i fortemente organizzati
che anche in passato fruirono semLa scala immo.h ile dei salari.
pre .di una situazione di privilegio.
IJ'altra p arte, la linea di condotta fin oggi seguita (consistente nell'accollare la mano d'opera esuberante alle aziende economicamente
inefficienti, salvo poi a concedere
ad esse sovvenzioni e privilegi attra,·erso gli aumenti del fondo di
dotazione dell' IRI, i prestiti FIM,
1c garanzie d el Tesoro per l' emissione di obbligazioni, ed il rinsal0 rtmentn rli un'alta protezion P- 9oLa nog!ra d isoccupn:r.im:a; F -. }h·à essei'e gr a. .!.:. <;.!.;J'l.;;;:J t~ ce ~ uinata soltaut &:;e ai iH't'à il
ganal e) è stata deleteria p er la vita
coraggio e la forza di adottare una "terapia urto", concentrando i mezzi disponibili in
d el p aese. Qu esta linea di' condot. ta ha infatti reso passive anche le
quei
settori nei quali gli sforzi da compiere possono assicurare il massimo rendimento
imprese che altrimenti avrebbero
avuto la possibHità di avere una
g estione economica ; ha contribuito
larga m ente ad attenuare lo stimolo a ben operare nei dirigenti e n egli operai; ed infine, ciò ch'è ancoPassando ora ad esaminare le
ra più grave, ha fatto in modo che nostra inferiorità economica nei riscontro un affievolimento della « produttività tecnica>> e non già,
coesione e quindi della forza po~- come si dovrebbe, in base alla conseguenze sulla produzione di
il costo della assistenza sociale ef- c.onfronti degli altri paesi.
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LA DISOUUUPAZIONE AGGREDITA
DI GlUSEPPE DE MEO
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quali è inutile insistere·. Val qui però la pooa di sottolineare la grandissima importanza del libero accesso ai mercati interna+ionali delle materie prime, il ·quale potrebbe
essere accordato senza inconvenienti alle industrie trasformatrici, allorquando taluni settori che
attualmente producono le materie
prime per quelle ·
fossero
completamente
pio, un impulso
rebbe dato all'i'rldttsti~ ~ne<:ca.nic;a
(che conta
iJ.ieci volte I;Uétg~[lOJre
senza
stij
(pur .t <~nejpdo
mo.\~ o
neffl CJP'JportEln
spesa~
ne di gr:an1de;~z;a .~<rt . utll.-d
liardi anriui :
risulterebbe
quella l'-·
corrispondente
intero se.latio ,,-.
percepito da tu
gli addetti a lla
siderurgia nel corso di un anno.
Il minor prezzo della materia
prima si i radurrebbe immediatam en1Je in w1a riduzione di prezzo
d el prodotto finito cui seg uirebbe
subito l'espansione della domanda
interna ed estera, e quin · in definitiva, l' aumento delle
.'tà lavorative economicamente utilizza·
bili. Tutti, infatti, si r endono in tuitivamente conto della grande
importanza delle materie prime in
qualsiasi i>ndustria. :rfon sarà tuttavia inutile ricordare che ad esempio n ell'industria automobilistica
(un'industria che dovrebbe trovare
condizioni largamente favorevoli
nel nostro paese a causa delle elevate aliquote di lavoro da essa assorbite) il costo d ei materia li, in
buona parte ferrosi, incide per circa il so % sul prezzo di vendita dell'autoveicolo; mentre ad esempio il
costo delle lamiere a profondo
stampaggio da essa sopportato per
effetto della protezione siderurgica, è di 220/250 lire al Kg . contro
97 lire in Francia, 47-58 lire in
Gran Bretagna e 76-120 lire negli
Stati Uniti.
di terminare, mi sia consentito di fare qualche breve
considerazione sulla proposta
contenuta nell'articolo «Disoccupati
in attesa» rivolta a lenire la disoc cupazione. Essa si concreterebbe ,
in sostanza, nella più equa ripartizione dei posti di lavoro dispon ibili fra i capi di famiglia, e quin·ii
nella eliminazione dei « salari multipli » vale a dire del cumulo di
due o più salari nel medesimo
gruppo familiare . Ora, non v'è
dubbio che UJn simile provvedimento, mentre instaurerebbe una
maggiore giustizia distributiva,
accrescerebbe, in certa misHra , le
probabilità pei capi famiglia di
trovare o::-.cupazion e . E' d'Ul.•J?O
tuttavia chiedersi fino a qual punto,-. in un paese che n ella grande
maggiorahz;. ~ o.èomposto di povera
gente (come ha messo anche in
evidenza un 'interessante indagine
dell'Istituto Doxa), possa essere
attuabile, daU'aspetto politico e
pratico, un provvedimento come
quello proposto.
Ma, d'altro canto, anche a prescindere dalle effettive possibilità
di attuazione (sulle quali lo stesso
proponente esprime delle riserve}
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DI GlUSEP'fE DE MEO
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· Chi, d el r esto, avesse dubbi sull'importanza psicologica e quitndi
politica di siffatta concentrazione,
non avrebbe che da considera re il
peso re~ativamente piccolo ch e nella vita politica italia na ha sempre
avuto il proletariato agricol o ; il
quale·, essendo disseminato su migliaia di chilometri quadrati, h a
evidentemente possibilità di gran
lunga minori di quello industriale
di far sentire la sua voce . Ed è
mol.to probabile, anzi, che proprio
a causa della prevedibile diminuzione d ella forza politica delle maestranze, il sistema proposto incontrerebbe la vivace resistenza di alculli dirigen ti sindacali .
Si osservi poi che col sistema
stesso verrebbe a mancare il punto d'appoggio delle cosiddette «esigenze sociali» che viene invariabilm ente adoperato per far leva sul
governo e per spillare decine di
miliardi d ei contribuenti dalle casse dello Stato. Corrispondentement e, si avrebbe quindi un affievoli mento d ell'eventuale resistenza
p assiva. (spesso fatta in bua na fed e) da parte dei dirigenti delle im prese da risanare . Questi appartengono in certo senso a quella più
vasta categoria di «controllati-controllori » sulla quale don Luigi
Sturzo ha autorevolmente richiamata l'attenzione dell 'opinione
pubblica. Ed invero, a causa della
comll'nanza di opinioni e di interessi coi funzionari d ell' Amministrazione centrale · d ello Stato (ai
quali in sostanza sarebbe devoluta
la d ecision e della soppressione d elle gestioni parassitarie) i detti dirigenti ed amministratori (talvolta
essi stessi funzionari di Stato) pur
essendo interessati al mantenimento in v ita delle loro a ziende, possono di fa tto influire sulla decisione finale d el mantenimento medesimo. Accade così che in parte p er
intere5se, ed in parte p er paternalismo verso i propri dipendenti,
.questi a mministratori (malgrado le
p erdite passate e presenti e nonostante le prospettive di perdita per
il futuro) son quasi sempre indotti
a sostenere, coi più speciosi argomenti, la necessità di non chiudere
le imprese amministrate. Non va
dimenticato, del resto, che nell'esprimere giudizi del genere, amche le p ersone colte, in perfetta
buona fede, cadono spesso nell' errore di giudicare in base a.lla
UE
li .
« produttività tecnica » e non già,
come si dovrebbe, in base alla
<< produttività economica »; ossia
nell'errore di ritenere che la produzione, e quindi la prosperità del
paese, si accresca solo pel fatto che
alcuni stabilimenti siano in funzione, sebbene il loro esercizio risulti
fortemente passivo per la collettività nel suo complesso.
Se a tutto ciò si aggiunge : da
una parte, lo spauracchio o il v ero
pericolo delle agitazioni operaie, e,
dall 'altra, le pressioni delle autorità amministrative e politiche d elle zone nelle quali trovansi le
aziende che andrebbero riconverti t e o soppresse, no:n ci si potrà affatto meravigliare se in pratica
non si sia fin oggi potuto radicalmente risanare nessuna d ell e imprese parassitarie che da decenni
vanno silenziosamente rosicchiando
il nostro magro reddito nazionale.
Dopo quanto è stato detto, non
sembra dubbio che una politica di
elevati sussidi (ah e giungessero ad
esempio al 75-80% della retribuzione m edia complessiva) t enderebbe a ridurre molto considerevolm ente le resistenze attive e passive
che hanno fin oggi ostacolato il risanamento dei settori più ammalati della nostra struttura produttiva .
1
AH
riscontro un affievolimooto della
coesione e quindi d ella forza politica di queste maestranze : in
quanto tale forza prevalentem~nte
si basa sulla caratteristica conc.en·
trazione di grandi masse di lavoratori in pochi complessi industria-
HA
nostra inferiorità economica nei
confronti d egli altri paesi.
A qu esti danni direttamente derivanti dalle aziende con partecipazioni d eUo Stato, andrebbero aggiunte le distruzioni di ricchezza
cagionate da l fatto che l'autarchia,
sebbene scomparsa come vocabolo
nel linguaggio corrente, è tuttora
in vigore n ella m;,t.ggior parte dei
settori d ell'economia italiana.
Ed a chi si m era vigliasse come
m a i tanti sperperi abbiano potuto
verificarsi p er anni ed anni, bast erebbe ricordare le parole che Vilfredo P a reto lasciò scritte n ei sui
Sy stèmes Socialistes: .(( L e privilège, rném e s'il d.oit couter roo à la
masse et n e produire que so pour
les pri vilégiés, le reste se perdan.t
en faux frais , sera en général bien
accueilli, car la masse n e comprend
guère qu' elle est dépouillé tandis
que !es privilégiés se rendent · parfai tement compte des advan tages
dont ils jouissent ».
Ora, se si vogUono più razionalm ente impiegare gli scarsi m ezzi
disponibili p er la soluzione d ei probl emi che affliggono la nostra economia, è n ecessario che lo Stato
provveda direttam ent e, col minor
costo possibile, alla assistenza d elle maestranze che t emporaneamen t e rimarranno disoccupat e per il risanamento d elle aziende parassitad e. Ciò si impone non soltanto per
ottenere i vantaggi ch e qui di seguito elencherò, ma sopratutto p er
rendere più . sopportabile alla collettività il costo m edio per unità
assistita.
E ' ben v ero che , com e p oco sopra ho ricordato, il licenziamento
puro e semplice d elle maestranze
economicamente esuberanti esigerebbe urna forza che forse n essun
governo può avere. Ma è d el pari
·vero che se, come è stato già praticato all' estero, al licenziamento
seguisse la corresponsione, garantita p er un lungo periodo, di un
elevato sussidio, il provvedimento
risulterebbe m eno difficilmente attuabile dall 'aspetto politico: non
foss 'altro pel fatto che le eventuali reazioni d egli operai da Ucenziare non troverebbero facilme.nt e
buona accoglienza nella pubblica
opinione, proprio · per effetto del
trattamento largamente favorevole
ad essi riservato. Si aggiunga poi
che accordando ai licenziati. il diritto di precedenza n elle riassunzioni delle azioode del settore e di
quelle affini, verrebbe creato un
ulteriore motivo per l'accoglimento
senza serie difficoltà dei provvedimenti proposti. Inoltre, alla diminuita probabilità di ritrovarsi · in
un comune luogo di riunione (la
fabbrica o lo stabilimento) farebbe
UE
PROPOSITO
La · no~:ra disoecupaziviH~ p<~trà essere gr~~!m-~te ~linata e;oltnnto se ei aYJ.'à il
coraggio e la forza di adottare una "terapi~ urto'', concentrando i mezzi disponibili in
AH
delle conseguenze
d ella linea di condotta seguita
in questo campo (dato e non
concesso che di una «linea>> si possa
parlare), sarebbe a nzi d esiderabile
che il governo portasse a conoscenza del parlamento e d ella pubblica
opinione un consuntivo d elle effettive utilizzazioni che le singole
aziende con partecìpazione d ello
Stato, i:n questi ultimi anni, han
fatto del pubblico danaro ad esse
affluito con gli aumenti Qel fondo
di dotazione dell'IRI, con l' er oga. zione di oltre 39 miliardi di « prestiti » FIM, nonchè, infine, con la
concessione della garanzia del Tesoro per l'emissione delle obbligazioni. Significa questo chiedere
troppo? Non pare; se è vero che si
può forse fare a meno dei ce.n tesimi che la Ragioneria generale dello
Stato continua. ad annotare nei
«Conti consuntivi del Tesoro»; ma
che; viceversa, non sarebbe inutile
utn po' di maggior dettaglio per le
· operazioni che importano decine di
· miliardi.
··
Non occorre molta fantasia per
immaginare . a quali · conclusioni,
grosso modo, l'anzidetto consuntivo condurrebbe: che cioè negli ultimi anni abbiamo sciupato una
enorme quantità di ricchezza per
fare un'assistenza ~ciale che
avrebbe potuto essere assicurata
con mezzi di gran lunga inferiori;
e per di più (ostacolando l'evoluzione del nostro apparato produttivo verso un più idoneo assetto) abbiamo in definitiva consolidata la.
A
LA DISOUUUPAZIONE AGGREDITA
HA
EU
D'altra parte, la linea di condott a fin oggi seguita (consistent e nell'accollare la mano d 'op era esuberante alle aziende economicamente
inefficienti, salvo poi a concedere
ad esse sovvenzioni e privilegi attra,·erso gH aumenti del fondo di
dotazione· dell' IRI, i prestiti FIM,
~c gàranzie d el Tesoro per l' emissiol1e di obbligazioni, ed il rinsalc:lamento òi un' alta protez.ion ~ çloganale) è stata deleteria per la vita
d el pa ese. Questa linea di condot. ±a ha infatti reso passive anche le
imprese che altrimenti avrebbero
avuto la possibiUtà di avere una
gestione economica; ha contribuito
largamente ad attenuare lo stimolo a ben operare :nei dirigenti e negli opemi; ed infine, ciò ch'è ancora più grave, ha fatto in modo che
il costo della assistenza sociale effettuata attraverso le aziende, sia
risultato spesso di gran lunga maggiore a quello che lo Stato avrebbe
sopportato se avesse assunto a suo
diretto carico l'intero peso del personale esuberante. E che questo
dovesse accadere risulta fin troppo evidente quando si considera:
che p er mantenere in vita le azien de malsan e, oltre al costo d ella
mano d'opera, bisogna sostenere
ingenti spese generali e quote di
ammortamento di impianti solo in
parte sfruttati (che invece andrebbero risparmiate se l'impresa v enisse riportata alle sue economich e
dimensioni ovvero le venisse concessa la _r< libertà -di fallire»); che,
inoltre, le sovvenzioni ed i prestiti r< addomesticati » costituiscono
spe~so coperture di perdite già verificatesi al momento della concessione; e che, infine, n elle imprese
del genere manca spesso, nei diri genti, un diretto interesse al migliore rendimento economico della
azienda.
La scala immo,b ile dei salari.
.
corresponsione di tali sussidi
verrebbe però limitata a quei
settori particolarmente bisogn-evoli di profonda ricon versione
pez quali la somma degli oneri accollati allo Stato risulterà minore al
vantaggio diretto ed immediato che
la collettività potrà ritrarre dal
provvedimento. N è si creda che pochissimi siano tali settori. Ho già
avuto occasione di ricordare, su
queste colonne,. la situazione dell'industria siderurgica e di quella
d ei cantieri navali (cfr. gli articoli:
«< vascelli fantasma » e <rLa catena
di ferro» nei numeri IO e 22, Anno II di questo settimanale) per le
quali appunto la spesa necessaria
a corrispondere sussidi pari ad es.
all'Bo % d ella retribuzione a tutto il
personale esuberante, risulterebbe,
anche nelle ipotesi più pessimistiche, notevolmente minore d ell'onere che di fatto viene sopportato dal
contribuente-consumatore a causa
della difettosa struttura d ei settori
produttivi medesimi.
Nè sostanzialmente diversa dovrebbe risultare la situazione delle
altre aziende panÌ.ssitarie quando ·si
facesse il confronto fra il costo dell ' « assistenza sociale» fatta attraverso le aziende stesse ed il costo
di un'assistenza sia pure larghissima direttamente eseguita dallo
Stato .
L
A
Passamdo ora a d esaminare le
conseguenze sulla produzione di
una politica ec.onomica come quella qui delineata, osseryerò anzitutto che nelle aziende n elle quali venisse compiuto l'allontanamento
della mano d'opera esuberante,
t enderebbe subito a crescere la produttività degli operai rimasti alla- :
voro . Infatti, quando le aziende da
risanare avessero effettivamente
ampia libertà di azione in materia
di mano d'opera, il p ericolo della
perdita del posto (il licenziamento
è più proba bile . p er i soggetti di
minore capacità e volontà) nonchè
dì una parte anche non rilevante
della paga, agirà sugli operai com e stimolo p er il massimo rendimento. E d'altra parte, l'operaio
licenziato che dovrà seguire i corsi
obbligatori di riqualificazione p er
poter fruire del sussidio, sarà anch'esso stimolato a migliorare le
proprie attitudini per avere maggiori probabilità di ritornare a.l lavoro se mai con una mansione alquanto diversa dalla primitiva .
Inoltre, man mano che si allontanerà il giorno del licenziamento,
molti dei licenziati, pur fruendo
d el sussidio, cercheranno di arrotondare le loro entrate attraverso
occupazioni marginali che permett eranno loro, in qualche caso, di
guadagnare più di prima . E non
sarà questa una conseguen.7.a deprecabile. Infatti, poichè n ei settori nei quali i provvedimenti in
questione andrebbero adottati, il
costo dei sussidi sarebbe inferiore
al vantaggio garantito alla collettività, è fin troppo evidente che il
reddito reale d el paese (inteso com e valore d el flusso annuo di beni
e servizi prodotti) risulterebbe anche esso accresciuto per effetto di
tali attività marginali, anche se
queste fossero rivolte , poniamo, a
riparare o abbellire la propria casa
o a costruire giocattoli. Alcuni dei
licenziati, è vero, preferiranno godersi tranquillamente il sus~idio
senza · far nulla; ma non bisogna
cadere nell'errore di ritenere che gli
infingardi siano numerosi fra i nostri lavoratori; sicchè n el complesso, dai provvedimenti in questione, sembra lecito attendersi un apprezzabile incremento del valore
del prodotto lordo nazionale .
Ma i più sensibili vantaggi del
sistema proposto si avrebbero nella graduale modifica della nostra
struttura produttiva: modifica che
a sua volta determinerebbe un assorbimento di unità lavorative largamente sufficiente a compensare
i . licenziamenti effettuati dalle
aziende riconvertite o soppresse.
Caratteristici, a qu·esto proposito,
gli esempi poco sopra ricordati, sui
nella eliminazione d ei << salari multipli " vale a dire del cumulo di
due o più salari nel m edesimo
gruppo familiare. Ora, non v' è
dubbio che UJU simile provvedimento, mentre instaurerebbe una
maggiore giustizia distributiva,
accrescerebbe, in certa m isura , le
probabilità pei capi famiglia di
trovare o:::.cupazione . E ' d'tW[)O
tuttavia chiedersi fino a ,. qual punto, · in un paese che n eh a grande
maggiorahz;-. 6 .:omposto di povera
gente (come ha messo anche in
evidenza un 'interessante indagine
d ell' Istituto Doxa), possa essere
attuabile, dall 'aspetto politico e
pratico, un provvedimento come
quello proposto.
Ma, d 'altro canto, anch e a prescindere dalle effettive possibilità
di attuazione (sulle quali lo stesso
proponente esprime d eUe riserve)
ci si può domandare se il detto sist ema sia sufficiente a lenire i n
modo apprezzabile la nostra disoccupazione. Ora, non essendo disponibili, p er quanto mi risulta.
dati statistici in argomento, non
saprei dare una risposta esauriente
a questa domanda. Ritengo tuttavia molto probabile che la frequenza dei « sala ri multipli >> venga in
gen ere inconscia m ente esagerata
p er la naturale t endenza, b en nota
agli statistici, che conduce a far
stimare in eccesso i casi che più
degli altri colpiscono la nostra immaginazione. Allo stesso modo,
prima che le rilevazioni e la t ecnica statistica si sviluppassero, taluni studiosi credettero p erfino ch e
il ra pporto d ei sessi alla nascita
fosse all'incirca di r maschio per
6 femmine : impressione, questa,
che, come tutti oggi sarnno , è di
gran lunga errata ma che trova la
sua ragione psicologica nel fatto
che generalmente la nascita di una
femmina veniva spesso accolta con
un certo disappunto; ed i casi che
contrastano la nostra aspettativa ,
colpendo la nostra immaginaziont>
più dei casi che corrispondono al
nostro desiderio, v engono ·spesso
inconsciamente sopravalutati .
Ri as~umendo , si può dire che la
nostra disoccupazione (ch e è r<strutturale» in quanto scaturisce dal difettoso assetto produttivo formatosi a causa d ell'autarchia e del
nostro vecchio n azionalismo economico), potrà essere gra datamente
eliminata soltanto se si avrà il coraggio e la forza di adoti\tre una
specie di «terapia urto» : allo stesso modo come, p er avviare un vitale processo di elevamento economico e sociale nel Mezzogiorno, è
indispensabile che lo Stato, con una
ingente spesa pubblica, dia un apporto decisivo e massiccio all ' economia delle regioni del Sud. E com e nella soluzione della qu estione
meridionale le limitate r isorse disponibili dovranno esser concentrate in quelle zone che presentano le
maggiori possibilità ·e prospettive
di rapido aumento del reddito rea le, così altrettanto per « aggredire >> le cause profonde d ella nostra
disoccupazione, bisogna concentrare i mezzi disponibili in quei settori nei quali gli sforzi da compiere
pos~ono assicurare il massimo rendimento. E, purchè il risultato
possa essere con maggiore probabilità raggiunto , poco conta se bisognerà per qualche tempo ancora
accontentarsi di ridurre ma non di
eliminare del tutto le gravi ingiustizie di ieri e di oggi.
GIUSEPPE DE MEO
Amminish azjou(: e Direzione Pubblicità: Edìtoriale D omus,
Milano, Mont di Pieb\, 15, Tel. 87-742 . Roma: Via Veneto ro8.
Tel. 47o-41 . Ufficio di Torino: Corso Rosselli 44, Tel. 31-o7I
Una copia L. wo; "tero: Dollari 0,30- Abbonamento: un anno
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Direttore: MARIO PANi'I'UNZIO - Editore : Gu 'NJ ~L\L7 UCCH1
Direzione e R edazione: Roma, Campo Marzi o 24, T1:.l. 6~ 4-687
Redazione di Milano: Via Monte di Pietà rs, Tclefor.to S; 74I.
Manoscritti , disegni e fotografie anche non pubblicati, non si
restituisc()no. - Tutti i diritti riservati a nonna delle ·v igentì
Leggi . - H.cg. Trib. Milano N. 246 bis zo-T -49· Printed. in J.tal~ .
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SETTIMANALE DI POUTICA E U:TT.ERATURA
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prima intervista concessa al suo ritomo da N ew York,
dove aveva partecipa to a lle
conferenze d el P atto atlantico, il
ministro Sforza h a riafferma~la
sua fede in una Europa fed era'h e
la sua convinzione ch e, con gli
accor di presi per il riarmo europ eo, si era fa tto cc un gran passo
verso queU'Europa unita che è una
n ecessità suprema per noi tutti,
ma specialmente per n oi italiani
c he :.abbiamo tanto bisogno di libera aria al di là dei nostri ristretti
confi ni ».
·
Convinti che il problema della
<life~ h a un carattere veramente
-cruciale p er l'unificazione d ell 'Europa, poichè rigilarda l'organizzazion e della forza, senza la quale
nessun corpo pol.itico ha consisten za, abbiamo letto con piacere questa dichiarazione. Con .essa il nostro ministro d P.gli Esteri tlimostm
di rendersi. conto con chiaren:rt rlP-1
senso in cui occorre indirizzare la
politica estera del nostro paese,
affi.nchè il problema d el ria rmo e
della difesa comune d ell 'Europa
-democratica, cui abbiamo il dover e di parte::.- ipa re. ricevan o soluzioni a d eg uate alla situa zione eu ropea.
Dichia rare in fatti ch e si vuole
N
HA
DI ALTlERO SPlNELLI
pea ch e cosa potrebbe essere un a
forza arrpata europea ? Non una
cassa comune, p erch è manca l'organo fi scale europeo; non ci sarebb ero che co ntributi d ei singoli 1ta.ti, ch e potrebbero venir m eno non
appena uno .§tato non avesse più
voglia di v ersarli . Non soldati E:: uropei , p erchè i soldati resterebbero
sogge tti alla sovra nità d ello ~tato
nazionale, cui dovrebbero obbedire in ultima istanza, e non potrebb ero essere "addestrati e organ iz zati" in modo " da fare un corpo
militare omogeneo ed efficace t a n to in pace ch e in guerra" , come
vorrebbe la dichiarazione pubbli cata a N ew York. Non un coman do unico , salvo che sulla carta,
.Perchè il comando unico di eserciti
d\. div ersj 1tati nazionali è conce pibile , benchè estremamente difett oso n el suo funzionam ento, quan do si sia in guerra e gli alleati
sia no d ' accordo n el com une oboiettivo d ella vittoria milita re;
non ha senso in . t empo di pace
quando i diversi ~tati sviluppano
oom es~resa iene el-8113 1oro sg ; fft
·ftrlQ.. atteggiamenti diversi di m aggiore o minore amicizia o inimicizia anche verso il probabile n emico.
Sovranità assoluta d egli attua li
·§tati europei ed esercito europeo
sono insomma tennini inconciliabili .
Ove i governanti· europei non si
decid essero a giungere ad una li mitazione d elle sovranità su una
base fed erale , cioè di uguaglia nza
democr2.tica, potn:bbe ancora accaderE· ch e l'idea clell ' esercito P- U-
O TTOHU.E 19;)0
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t~' ESERCITO
EUROPEO
ROMA 2
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t'.('\p{~0
rr!\!:d~~: se
sl :,c;-pv, rna in
tale caso l' esercito e uropeo divent erebbe esso stesso uno strumento
di limitazione d elle sovranità, in
un senso completamente diverso.
Il cosidetto eserc ito e urop eo potrà
anche essere un esercito di cui ::._m ericano sia il n erbo centrale, a m ericano l'armamento, a.mericana
la direzione politica. Poichè gl i
At::lti
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n ella comune difesa della libertà,
e non i suoi imp•.)tenti, mis0rab ili
e rintt0c.:i " <•"'S"l l!i .•
L' on. Sforza ha. giustamente n cordato ch e non da ieri egli è u n
convinto assertore della necessità
di un'Europa F ed erata . Noi vorremmo, p erò, ch e a questa convinzione corrispondesse una adeguata azione p olitica n el c riticissimo mom ento presente, in cui il
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L'unica azione dirigistica in campo occupativo, che
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disronibli in buona posizione da nno esca a nuove iniziative; olf •·rltdi macchine usate a. poco pn'l.7.•ì
fanno sorgere aziendine a rtigianv.
In ambiente di piena mobili tà dci
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Convinti che il problema della .§tati europe i ed esercito europ eo
difesa ha un carattere veram ente sono insomma t ermini in concili<Lc ruciale per l' unificazione dell'Eu- bili .
ropa, poichè rignarda l'organizzaOve i governanti europei non si
zion e della forza, senza la quale decidessero a giungere ad una li Fort Knox. Reclute dell'esercito si allenano alla lotta giapponese.
nessun corpo politico ha consisten- mitazione delle sovranità su una
za, abbiamo letto con piacere que- base federale, cioè di uguagli~n za
sche domande del mercato, <· agsta dichiarazione. Con .essa il no- democr2.tica, potn!bbe ancora ac- n ella comune difesa della libertà,
giuugono più modern e ,ma cchiit c
stro ministro degli Esteri dimostra cadere ch e l'idea dell'esercito f!U - e non i suoi impotenti, mi>-.:!rabili
o:.."dirir.te a terze imprc$; t e rn·ni
di rendersi. conto COTh chiaren~ cl P.l rl'\pP{)· pr!~!!d~ sse 31 ::.c:pv, n1~ ia e riAtt "Ì " <•o::s"'l.l!i. ·
disponibli in buona posizione d a 1 •
L 'on. Sforza hc.. giustamente n senso in cui occorre indirizzare la tale caso l'esercito europeo di venno esca a nuove iniziative; olT1· rk
politica . estera del nostro paese, terebbe esso stesso uno strumento cordato che non da ieri egli è un
di macchine usate a poco pn'n •ì
affinchè ·il problem a del riarmo e di limitazione d elle sovranità, in convinto assertore della necessità
fanno sorgere aziendine artigio.tnl·.
della difesa comune dell 'Europa un senso completamente diverso. di un'Europa Federata. Noi vorIn ambiente di piena mobilità dci
democratica, cui abbiamo il dove- Il cosidetto esercito europeo potrà remmo, però, che a questa confattori, si hanno a umenti di prore di partecipare. ricevano solu- anche essere un esP.rc.ito di cui a- vinzione corrispondesse una adeduzione e di occupazione . In quezioni adeguate a lla situazione eu- mericano sia il nerbo centrale, a- guata azione politica nel criticissisto dopoguerra poi, con gli ampi
ropea.
mericano l'armamento, americana mo momento presente, in cui il
margini di valore reale d ell'attivo
L'unica azione dirigistica in campo occupativo, che
Dichiarare i11fatti che si vuole la direzione politica . Poichè gli · problema degli armamenti si prerispetto alle cifre di bilancio, sacostituire un esercito europeo è re- §tati europei continuano a vivere senta così immediatamente conpossa definirsi equa e sociale, è quella che affronrebbe sempre rimasto un soddi falativamente facile, ma ~ costi- grazie agli aiuti americani, nè sem- nesso col problema della nostra licente riparto p er gli azionisti, così
ti la questione dei salari plurimi, per garantire
tuirlo sul serio (e chiunque abbia bra abbiano alcuna voglia di ri- bertà politica.
da non deprimere la fiducia d el
Non c'è più tempo da. perdere.
a cuore le sorti dell'Europa e del nunciarvi, sarà all ' America sempre
anzi tutto un posto di lavoro a ogni capo famiglia
risparmio. E: il caso di dire che lce
nostro paese deve essere interessa- più facile richiedere in controparti- Gli accordi p er l'esercito europeo
prima libertà d.a reclamare, in una
to a costituirlo sul serio) implica ta un'uniformità di atteggiamenti devono essere accompagnati da aceconomia sana, sia quella di poter
risolvere alcuni gravi problemi .
nella loro politica estera e milita· cordi per l'unificazione federale .
fallire .
Finchè gli ~ati manteranno la re. Si potranno fissare d 'autorità e Ed il primo passo serio in questa
Ma la sovvenzione statale, che
loro assoluta sòvranità in materia con r elativa precisione i loro con- direzione non può essere a ltro che
ARIE sono le vie per eli- zione civile, sollecitati all' espan- no n si può rifiutare e che prescindi politica estera, militare e finan- tributi in uomini e risorse . Ogni la convocazione di una conferenza
minare la . disoccupazio~e · sione produttiva d.alla (( esplosione de dai giudizi economici e immet ziaria, l' esercito europeo resterà un ftato e uropeo cercherà di scari - dei rappresentanti degli Stati decome fenomeno appan- di domanda » in tutti i mercati te burocrati e politici nei consigli
progetto, così come è rimasto, per care sugli a ltri 1tati che parteci- mocratici del continente , più discente e per eliderne le del mondo . Il danno più vistoso e di amministrazione, toglie quella
]e stesse ragioni, privo di r ealizza- pano al Patto atlantico il maggior r ettamente minacciati e p erciò più
incidenze individuali. In precisabile di quel grave atto di libertà, vieta la liquidazione m enzione il piano di unificazione eco- peso di sacrifici, e la propension e a l interessati alla comune difesa, p er
nomica d ell 'Europa preconizzato tradimento sarà sempre assai for- accordarsi sullo statuto dell' As- un 'economia a ncora fondata sul- vincqlismo emerge dai massicci tre è meno d.annosa· agli interessada Marshall .
te, ma questo difetto di solidarietà semblea Costituente europea. Que- l'impresa privata si possono ripar- interventi finanziari pubblici nei ti e conveniente alla collettività.
La sovranità in poli tiça estera profonda potrà essere controbilan - sto statuto dovrebbe poi essere tire i disoccupati, secondo quote settori d el p1imo gruppo, in varie Essa consente di continuare la criimplic.a ch e ogni singolo t!ato de- ciato costruendo un esercito il cui l'oggetto dì un trattato interna- imponibili, tra 1e aziende indu- forme: con i grossi aumenti d ei si finanziaria fino alla crisi patricide per conto proprio se r estare nucleo centrale sia sicuro, perchè zionale da sottoporre alla ratifica striali, commerciali e agricole; o fondi di dotazione IRI per copri - rnoniale e alla scom parsa (( reale )>
assegnarli ad attività marginali fi- re le continue p erdite di gestione dell' azienda. Un chiaro esempio
in buoni o cattivi tpporti con americano, ed i cui continge nti eu- dei rispettivi parlamenti.
questo o quell'altro tatò , sia in- ropei siano resi omogenei ed obbeBisogna cominciare subito con nanziate coi contributi di quell e specie d ei gruppi siderurgico e di ciò si ha n el caso della Isotta terno chè esterno al a coalizione. dienti con una adeguat11 disciJ?lin 1 chi ci vuole stare; non p erdere aziende; o assorbirli in imprese c cantieristico, con i mutui di .t i- Fraschini, che p er prima ebbe a
La Francia ad esempio, considera che imponga la fe deltà non al pae- t empo con chi non n e vuole in iniziative create e finanziate diret- conversione e poi le sovvenzioni denunciarsi in crisi, nel dicembre
ancora lo t.tato tedesco come un se, al comandante . Non si creda alcun modo sapere, rifiutando per- tamente dallo Stato. Il risultato del FIM in altri b en noti gru p p i, 1945, avendo erogato in salari im potenziale nemico, mentre gli Sta- che per combattere con :valore oc- fino di prendere in esame qualsiasi sarà in ogni caso la riduzione d el- con la cassa integrazioni salariali produttivi le ingenti disponibilità
liquid e, che possedeva a ll 'atto d elti Uniti non vorranno vederci che corra essere anima ti da grand e a - proposta di limitazione della so- la produttività media d~l. la'.'oro e p er la gen eralità delle imprese .
E ' ovvio che simili interventi, la liberazione e che avrebbe gal'offerta di beni e serv1z1 p1ù coun a lleato. L 'Italia potrà no n ave- mor di patria. La legione straniera vranità nazionale.
re buoni rapporti con la Jugosla- di Francia, i marocchini di SpaNon contro l ' Inghilterra; ma an- stosi e, p~r una certa parte, no~1 non abbinati a un sia pur gradua- rantito la riconversione ad azien domandati dal mercato: ma 1l le riordinamen to dimensionale del- da subito a ll eggerita.
via, m entre l 'Inghilterra cercherà gna, le truppe indiane d'Inghilter- che ~enza l'Inghilte rra.
in tutti .i modi di amicarsela. Ogni ra, i lanzich en ecchi, i giannizzeri
L'iniziativa di questa conferen- danno massimo sì avrà con la pri- le imprese e mossi solo da pretese
UE
anni dopo, nel bilansingolo €_tato potrà in caso di guer- ed i pretoriani di cui ci parla la za preliminare darebbe un carat- ma soluzion e, che sovverte an che finalità sociali , non potessero evicio al 31 dicembre 1947, l'in ra partecipare o astenersi dal con- storia sono stati fra le truppe più tere completamente diverso agli ne·i settori privati le combinazio- tare gli aggravamenti di crisi e i
debitamento privato dell'Isotflitto , cosa prevista dallo stesso valorose e più fedeli ai loro coman- accordi in corso per l'esercito eu- ni produttive efficienti (secondo dissesti. Mi pare non si sia chiariPatto atlantico. Anche dopo en- danti. Non c'è che da applicare ropeo. Anche se dovesse essere af- la legge delle proporzioni definite) to a sufficienza che le sovvenzio- ta, essenzialmente 385 · milioni
trato in guerra insieme ai suoi al- una certa tecnica, il "Drill" prus- frontato il rischio di cozzare con- e riduce, con l 'attrito degli indi- ni, mentre portavano un gratuito verso banche e 855 verso forleati ogni $tato sovrano conserverà siano, e l' esercito occidentale, ob- tro ostacoli oggi insormontabili, vidui applicati in soprannumero, il vantaggio ai dipendenti (compresi rùtori, non u sci va da t ermin i
il diritto di resistere , cedere, fare bediente ad un comandante unico, posti dalle diffidenze e dagli odii rendimento della stessa maestran- anch e quadri abbondanti di non quantitativi n ormali, ma già comsempre geniali dirigenti), non fa- parivano, come effetto della cripace separata, o continuare per stanziato in Europa, ma non sot- ereditati dalla guerra, dalle bori e za « economica » .
Questa soluzione è la. più vic!- vorivano certo le imprese sov ve- si ininterrotta, ben 785 milioni di
suo conto la guerra.
tomesso ad alcun potere statale nazionalistiche, dagli interessi seLa sovran ità in materia militare e uropeo, "efficace tanto in pace zionali, sarebbe un'iniziativa che na a quelle dell' economia colletti~ v.u.te e anzi recavano ad esse la mutui IMI e 772 odi primi finan implica ch e ogni singolo ~ato or- che in guerra'', cioè capace di à- bisognerebbe prendere subito, pri- vistica, ove il problema non SI spinta e lo strumento del totale ziamenti FIM . Tuttavia la situaganizza il proprio esercito m modo vere una propria politica estera e m a che fosse troppo tardi; e noi pone in termini s uoi proprii, ma dissesto. Lasciata a se stessa, l'a- zione patrimoniale non era andiverso, questo dandogli strumenti militare e di · imporre i necessari vorremmo che fosse presa dal no- rientra n ella generale manovra zienda in crisi poteva esperire la cora del tutto compromessa. Inpotentissimi, quello contando di tributi agli dtati europei, può sor- stro governo impegnando in essa della mano d 'opera ai fini dell' e- via dell ' indebitamento privato, col fatti, nel bilancio il totale dell'atsecuzione d ei piani produttivi, fido dei fornitori e specialmente tivo figurava in 4 .400 milioni e
più sugli uomini; questo sperando gere .
tutte le sue energie, sacrificando ad
· Si arriverebbe così a lla limita- essa tutte le questioni di dettaglio , fissati dalla direzione politica , sen- delle banche , ma solo fino al li- il passivo, esclusi capitale sociale
di utilizzare un segreto militare,
quello una particolare struttura fi- zione d elle sovranità d egli Stati e u- ,ormai divenute provinciali, me- za intervento d ella domanda d ei mite segnato dai giudizi pruden - e riserve, in 4 .271: considerando
sica dei propri confini; questo nu- ropei con la instaurazione di una schine, nella prospettiva della lot - consumatori e con scarsa conside- ziali di qu elli, ossia a non oltre un però che le attività. permanenti
razione dei costi. E proprio a tale 15 -20% d el suo patrimonio effet - (fabbricati, macchine, impianti)
trendo modestamente i soldati, dittatura militare, esercitata da un ta presente.
soluzione ci si è tenuti n el dopo- tivo. A questo punto , ossia in fa- erano iscritte per appena 178 miquello non facendo loro mancare corpo militare completamente eUna battaglia sfortunata per il guerra in Italia, a be':e.ficio non_ se di semplice crisi (( fin a nziaria >> lioni e che esse, oltre a l saldo di
nulla; ciascuno elaborando i piani straneo ai poteri civili europei.
ritorno in Libia o per l'ammissiostr ategici in vista anzitutto della
Evid entem ente è tata la consa- n e nell 'ONU può significare una dei diso ccupati effettwt ma dz e non ancora (( pa trimoniale », l' a- rivalutazione monetaria a.ccertato
difesa dei propri con.fini .
pevolezza di qu esto pericolo, cui diminuzione del prestigio dell'Ita- quelli potenziali (personal.e ecce- zi enda avrebb e dovuto sospendere ai tassi di legge in I. II7 milioni
La sovranità in materia fman- va incontro l'idea dell'esercito eu- lia n el mondo e maggiori motivi dente d ei settori gonfia ti dalla sala1i e rifornimenti e mettersi in erano certo comprensive di a ltro
ziaria. significa che ogni singolo ropeo di restare un progetto cam - d i discordia fra gli italiani. Una guena o comunque colpiti dalla liquid azion e, come situazione per « surplus » r eale , si potevano ri Stato d ecide p er conto proprio qua- pato in a ria o di trad ursi in un battaglia sfortunata per l'unifica- congiuntura di cen~ente) '.col bloc- passare senza vincoli a l riordina· tenere ancora salvi il capitale sole t'razion e d elle risorse umane e corpo militare stanziato in Europa zione federale significherebbe pur co dei licenziam enti er ed1tato dal- m ento o come v ero reali,zzo d el- ciale (I. 235 milioni) e una discreta rise rva.
l 'attivo.
naturali di cui dispon e debba es- e sottratto ad ogni controllo e uro- sempre aver inna lzata la bandie- la repubblica di Salò.
A parte le dolorose incidenze
Ma col bilancio 1948 la situa Chi volesse fa r e il conto di
sen· d edica ta direttam ente agli ar- peo, ad indurre l 'on. Sforza a co n- ra attorno alla qua le si d evono
mamenti, quale al potenziamento nettere strettamente il problem a rac::-ogliere i popoli europei per la quanto il (( blocco. » sia costato, a~ ­ sui singoli, nel quadro dell' econo- zione precipitava . Solo nel 2° se·ec onomico, q ualc alla. sicurezza so- della difesa con q ue1lo d ella fede - salvezza della. loro libertà ed av er la collettività, gmngerebbe a CI- mia generale i fallim enti hanno iJ mestre si era provveduto a licenciale. Non è affatto detto che il razion e, cioè della creazione di un fatto uscire la nostra vita politi - fre eno rmi. A parte la soppressio- carattere di soluzioni eroich e di ziare 1.402 dipend enti (coi consuesistema di priorità più convenien - parlamento e di un governo euro- ca dalla morta gora in cui si è ne di ogni stimolo a l r: ndimento miglioramento, con distruzione mi- ti trattamenti extra: 900 ore agli
t e ad uno Stato lo sia anche p er p eo, che deterrninin~ un _' u~ic3.: po- impantanata, chiamando gli ~ta ~ e al miglioramento d el smgolo, era nima di fattori produttivi e suc- operai, 5 m esi agli impiegati, p enun nltro, ma è certo ch e la. disfDr- litica estera p er tutt1 gh Stati fE:- liani a combattere per i me des1m1 anzitutto evidente l 'assurdo di un a cessiva loro vivificazione: impian- sione suppletiva agli anziani) e
mità di criteri finanziari si traduce derati; ad essa adeguino la politi - id eali per i quali ha nno co m?attu - misura che scoraggiava ogni tra- t i e fabbrica ti sottoutilizzati pas- soLo a settembre la fattura.zio n,· ,
i n una di sfonnità di atteggiamenti ca militare ; finanzino e controllino to i lo ro padri durante la nvolu - sferimento d_i person.e d.ai. se ttor~ sano a imprese in espansione e dai 250 milioni m ensili di IJ!Ìnci della produzwne belhca. btsogno~t vengono sfruttati in pieno; in al- pio d'anno, era rimon t.J.ia a 6oo:
<lei singoli paesi (li fronte a l pro- l ' unica forza armata eu ropea . Al · zione d el Risorgimento .
di alleggeYimenti e .di costose n- tri impianti e fabbric ati subentra- intanto le p erdite erano salite a
lora, e solo allora, potremo csse rf'
hlc>ma d'el riann o.
ALTIERO SPH•WLJ.I ro11VP·rsioni, a quEl/t della prodtt- n o aziende nuove, sorte da fre- circa 3 miliardi e i f1 n;11tziamenti
Senza una unione' fedt' rale Puro- ,·cramentP gli a lleati clc>ll ' Americét
w'
Il
IL MONDO · Z l ottobre 1950 - Png. 2
·.
[~._D_I_A_R_I_O_P_O_L_IT_I_C_.o_.·_]
NIEINTE INFLAZIONE
UE
EU
perchè il caso dell' Isotta e molti
altri analoghi stanno alla base delle attuali assurde quotazioni azionarie (ossia della proprietà aziendale) e della fuga dei risparmiatori dagli impieghi industriali . Di-
UE
CHIARO
HA
strutta la preziosa pianticella d ella fiducia, da fatti dipendenti assai più da pressioni legali e illegali ~ull e gestioni che non dal classico rischio d'impresa, vengono a
fermarsi i finanziamenti per rimod ernare le aziende (e conservare il
posto agli occupati) e per crearn e
di nuove o ingrandirle (e dare il
posto ai disoccupati).
che, n onostante i fiu-
mi di r etorica sul tragico
AH
E'
problema della disoccupazion e, nell'azione concreta lo Stato
e i sindacati si adoprano quasi so-
gato dai disoccupati, che vedono
sparire i m f!zzi e le prospettive dell/l loro assunzione . Per essi restano i soliti cantieri-scuola e i piani
di opere non n ecessarie e di lavori
raffazZJonatì, che non danno frutto utile a lla collettività e che, p er
la loro n a tura occasionale ed
extraeconomica, non risolvono un
problem a occupativo.
.
Il grande errore d ella pretesa
politica sociale dei sindacati e d el lo Stato è n el p ers eguire il b en e
collettivo riducendo l'economia a
un corpo imbalsamato, il bene d ei
singoli evitando loro trasferim enti
e s timoli : m entre la salute non
sta entro i v etri d ella serra, ma
n el movimento, a ll 'aria libera
che a nima e t empra. Può darsi che
l 'attuale stato di cose convenga
agli occupati d ei gruppi più fa voriti, ma esso non soddisfa certo
i_ d~ socc upati e i giovani delle leve
HA
EU
lo a t·utelare il posto e il tenore
di guadagno degli occupati, sovente proprio a spese dei disoc cupati. Si spendono decine di miliardi per tener vive aziende sulle
estrem e trincee d ell'antieconomicità, a precario beneficio di · poch e
migliaia di occupati, e in vasti
settori si spingono i salari sopra
la. produttività del lavoro in t ermini internazionali : ossia si sprecano gli scarsi capitali e si compri-·
m e l 'area di convenienza dell'occupazione e lo scotto di ciò è pa-
m ondo, nessuno dice ligrafico . L a leggerezza di qu este
di volere una polmonite, ma censure sa suggerire solo ch e i fonnon tutti prendono sempre le di per la politica produttivistica
ra gionevoli precauzioni per evitar- dovrebbero esser e forniti dai ricla. E' il discorso ch e si potrebbe chi attraverso una più e-..nergica tasfare a proposito dell' inflazione. sazion e . Noi non siamo entu siasti
N essuno natura lmente dice di vo- dell'attuale sistema f1scale e siamo
ler l' inflazione, e cioè la polve- disposti a concedere ch e si v erifirizzazione della Ura, il rialzo dei cano notevoli evasioni. Ma non va
prezzi , la corsa folle in cui prez- dimenticato che i tributi assorbono
zi e salari si rincorrono fino a l- già circa il 24 % d el reddito naziola catastrofe fin a le d el dissesto fi - nale, cifra questa altissima in relananziario e d el caos economico . zione all'esiguità del reddito e ch e
Ma non son pochi coloro che per non potrebbe essere elevata senza
una ragione o p er l' a ltra danno rend er intollera bile la pressione ficonsigli o esprimono opinioni ch e, scale. Nè gli incrementi del gettito
se accolte, condurre bbero difilato d elle imposte dirette, ch e potrebb ero derivare da più rigorosi accerall'inflazione.
Ha incominciato il sig. Dayton. tamenti, potrebbero mai essere proSono venute poi, è v ero, le smenti- porzionati ai fabbisogni di centite al « New York Times », la let - naia di milia rdi necessari ad una
tera dello stesso all'an. D e Gaspe- politica di tipo laborista. Senza diri, i colloqui D e Gasperi, Dun!"l, re p oi ch e la tassazione come riDayton ed Hoffman, e le tranqUil- sorsa per gli investimenti può esselizzanti dichiarazioni dell'an . D e re operante solo n ell 'ipotesi k eyneGasperi al gruppo parlamentare siana di un r eddito risparmiato e
del suo partito. Comunque stiano non investito, n ell'ipotesi cioè ch e
le cose, è inevitabile che la politi- esista un risparmio inerte e inutica del riarmo europeo consiglierà lizzato. In ogni altra ipotesi, la tasil governo di Washington a cercare sazione può servire a trasformare
di mettere nella maggior misura gli investimenti privati in investipossibile il costo del riarmo a ca- m enti pubblici, ma non può servire
rico delle nazioni interessate, e ad aumentare di un centesimo il
quindi a premere sui rispettivi go- volume .
v erni perchè essi invertano l' ordiInfine il ricorso ai prestiti h a sune delle precede11ze dei loro pro- perato da un pezzo il suo punto
blemi e stanzino n ei loro bilanci i limite . Con l'annuncio di un nuovo
fondi necessari ad integrare il oon- lancio di 156 milioni, non soltanto
tributo che l'America è disposta a avremo un ulteriore indebitamen concedere. Si tratta di un «big bus- te d ello Stato, ma avremo fatto
iness » d'interesse comune , e non l'ultima confisca d el risparmio , d vi è nulla di sorprendente o di ir- tre la quale non si sa a quali ulteritante se Washington negozia riori m ezzi dovrebbe attingere la
con Londra, con Parigi e con Ro- fantasiosa programmazione d ella
ma, e se in codesti n egoziati ognu- politica produttivistica. P er quanto
no cerca di conciliare i propri ob- riguarda le sollecitazioni, vere o
blighi sociali con la salvagua,rdia presunte, che ci sarebbero venute
migliore dei propri interessi parti- dall' est erno, le dichiarazioni d elcolari. Senonchè le critich e attri- l' on. D e Gasperi autorizzano forse
buite a torto o a ragione dal signor a ritene re ch e da parte americana
Dayton alla politica economica e ci sia stata un'adeguata comprenfinanziaria d el nostro governo han- sione d ella nostra situazione. L' on .
no poi trovato un'eco in diversi D e Gasp eri ha infatti riconfer,n ,1.to
settori dello scacchiere politico in- che il n ostro sforzo finanziario per
terno, i quali non si sono associati il ria rmo sarebbe stato contenu~o
al sig. Dayton per una politica di n ei
miliardi già stanzia ti e in
riarmo, ma si sono u g ualmente· altri roo da stanziare e cioè n ei
espressi in fa v ore della possibilità limiti che il ministro del Tesoro
e d ell'opportunità di una politica a v eva riten uto compatibili con le
di maggiori spese. E così abbiamo nostre risorse. E poichè tale n eonav uto e forse continueremo ad ave- ferma è venuta dopo i colloqui ed
r e una duplice spinta inflazionisti- i chiarimenti con i rappresentanti
ca : una che ci viene dall'esterno diplo m atici ed economici di W ash ed un'altra che ci viene dall'in- ington, si dovrebbe d edurre che le
terno, una p er i cannoni ed una t esi d el nostro governo sarebbero
per il b urro .
. state riconosciute giuste. Queste teNon è il caso in questa sed e di si, secondo l' esposizione fattane
riconfutare per l' ennesima volta le dall'on. P ella, consistevano essen t esi dei vari dilettanti k eynesiaoi zialm ente: r) n el richiamare l'atch e in questi giorni sono insorti t enzion e sulle difficoltà di un Paecontro la politica dell'an. P ella. se ch e h a oltre un milion e e mezAppoggiate a generiche e confuse zo di disocc upati ed un ridottissia rgomentazioni, esse accu~ano la mo reddito medio individuale. E
loro origine ed i loro scop1 pura- l "on. Pella, se glielo avessero con mente politici. I sociald emocratici, sen tito il suo ottimismo personale
sempre in crisi di coscienza per la e il prestigio d el suo partito, avrebloro partecipazione a l gov~rno d~- ~ e_ potut~ aggi ungere ch e il nostro
-- - - ___ ; _ J.. ; _ _ .....
...:
,.• .t . . . -.-. ....
r.,_, ... ...
A
AH
Fil\1 a circa 5,2 miliardi. Onde la
relazione J ' maggio 1949 del commissario giudizia le, n omin ato per
la procedura di ooncord ato preventivo, r egistrava poi un totale
di passività di I I .077 milioni
(compresi 7 .ogr di mutui IMI c
FIM) contro un attivo di 9·936 ,
questo di dubbia consistenza: infatti vi figuravano 4 .135 milioni
per le già citate attività permanenti, stavolta a prezzi dì stima e
per azienda funzionante (non certo realizzabili in liquid a zione), e
3.627 d i m erci finite e in lavorazione, svalutate solo d el ro % sui
prezzi contabili (di costo) . Evidentemente erano persi il capital e nomina le e reale e già gran parte dei denari dello Stato .
, L e conseguenze si sono succedute in breve: licenziam ento d ei
circa 5 .ooo dipendenti r esidui e
soornparsa d el titolo dai listini di
Borsa, a conferma d ella p erdita
totale subita dagli azionisti. Cosa, quest ' ultima , assai meno trasc ura bile di quanto mostrano di
ritenerla i nostri dirigenti politici:
Newmarket. Appena sceso dall'aereo proveniente da Copenaghen, Winston Churchill ha
preso posto sull'aereo per Blackpool don si svolge il Congresso del Partito Conservatore.
attesa di questa azione, che risponde a esigenze non solo economiche ma anche di giustizia. E
a giustizia debbono rispondere le
pr:ovvidenze, dirigistich e o meno,
che intanto si vogliano prender e
p er temperare , in via parziale e
transitoria, le incidenze d ella di soccupazione.
P er questo non giustificherei la
soluzione di un (( esercito del lavoro » , nel quale i disoccupati c
i giovani di lev a avrebbero condizioni ben più gravose di quelle
d egli occùpati, restando poi distolti dal far loro concorrenza. Nè
giustificherei il sistema suggerì to
da De Meo per poter risanare l e
aziende d ecotte, la sciando a casa
la maestranza eccedente a salario
quasi pieno : considerando il misero sussidio . del disoccupato o le
500 lire che non tutti i giorni il
bracciante d el Sud ricava camminando e la varando d a prima
d ell'alba a dopo sera, già mi pareva ass urdo garantire, con la cassa integrazione, il quasi pieno
P"ll :::tn::>P"nn ::> P"li
nn Pr::> i
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nr:::.rin ri -
l!ACCUINO]
QUESTO
so
Autodafè
TEMPO fa, a Torino, si uccise un
uomo . Era uno scrittore molto noto
e uno degli intellrtt uali piu in vist a del P.C .I. Prima di porre in
atto il suo proposito si era raccomandato di non fare pettegolezzi .
Ma dimenticava, per l'appunto , di
essere uno degli intellettuali più in
vista del P.C.I. Amici ed avversari non potevano rinunciare, in omaggio ai " rispetti umani », ad impadronirsi della sua m orte. -Prima furono gli avversari. Il suiJ
ciclio era accolto come una specie di
Giudizio di Dio e indicato agli altri intellettua li « la ici » come un t erribile monito: ecco dove porta il ripudio della religione.
I comunisti t acquero per un pezzo. Ora si sono decisi anche loro a
parlare. L'ultimo numero di R ina~· r,; l n
1..,
.,.-;"ict~
11.f-(;,..;~ l~
rlo l
n-:lT"titr'l
cune lo lasciano e gli danno la sensaz ione maledetta che egli non possa mai avere, completamente per sè,
il cuore di una donna . .. Si sfoga a
scrivere , a raccontare le sue vicen de, i suoi disinganni, a favoleggiare sui miti . Proprio questa ricerca
del mito lo porta a perdizione perchè imprime quella fatalità a certi
suoi gesti, ai suoi incontri intimi,
finchè una donna lo abbandona. Ne
soffre come eli un male fisico. Dopo l' a bbandono si sente come un
minorato . La disperazione gli t oglie
la volontà, lo deprime; il suo fisico n e risente, si altera persino la
voce . .. >> . L 'amico cita, a questo
punto, il passo di una lettera in
cui lo scrittore illustra il suo pa rticolare stato d'animo. « Dopo questa. lettera », commenta l' amico, «ho
T"
r.
...=~~
r.,
mbdzta complessiva di salari reali
stimolando i pmduttori d'ogni gra~
do al maggior rendimento.
Ammetto che oggi, formatasi
una vasta disoccupazione strutturai~ .. il subitaneo ripristino della
flmdità del fattore lavoro col ritorno di salari di ooncorre~za, non
sarebbe senza sfasature profonde.
Nell'articolo « Disoccupati si nasce )) ho dimostrato l'esistenza di
un grosso squilibrio tra mano d'opera da occupare e risorse capitali,
che va colma t o non con la manovra monetaria ma con aumento di
risparmio reale: o ra anche la creazione di maggiori convenienze di
costo, dal ripristino di salari di
merca.to, non basterebbe a provocare 111 breve un sufficiente aum ento del risparmio interno o
dell'afflusso di capitali esteri. Onde l'aumento di occupazione resta pur sempre legato a una caduta della produttività marginale: ad esempio, il nuovo assunto
che, in mancanza di macchine, sia
messo al banco ad « aggiustare ))
con la lima il particolare che andrebbe lavorato alla fresatrice
non si guadagnerebbe un salari~
al limite minimo di sussistenza.
Ma va considerato che l'azione
coalizzatrice dei sindacati saprebbe pur sempre evitare un salario
di piena concorrenza. L ' azione
principale spetta oggi allo Stato:
cessare il drenaggio dei capitali
dal mercato, per finanziare costosi e. ineffi caci piani occupativi, e
lasCiare 11 compito ai settori privati; cessare l'assistenza attraverso le aziende decotte (ave il costo,
come ha ricordato De Meo, supera di troppo il risultato) e lasciar
giocare la concorrenza e la selezion e delle imprese; abolire ogni inamovibilità e tutti gli enti senza
compiti oggettivi ma in funzione
occupahva; regolare la lotta sindaalc e rep1'i1nere le cause di disper-
sion e c di non rendimento che rincarmw i costi e riducono lo sbocco
dei prodotti e. quindi, la domanda
di lavoro. I disnrcn nati sono in
UE
AH
l'intera o~erta di lavoro può esser e ass~r:bita, e la massima dispo-
C
EU
quale sola p1t'ò assicurare in modo
non fittizio la massima occupazione, creando le condizioni in cui
HA
e disoccupati ,. sono i più interessati, e non solo come consumatori, a · un'economia di mercato: la
UE
lav~ratori ne.l complesso, occupati
Per questo non giustificherei la
Autodafè
soluzione di un « esercito del laTEMPO
fa,
a
Torino,
si
uccise
un cu ne lo lasciano e gli dan no la senvoro)), nel quale i disoccupati e
uomo. Era uno scrittore molto noto sazione maledetta che egli non posi giovani di leva avrebbero condi- e uno degli intell c>tt uali piu in vi- sa mai a.vf're, completamente per sè,
zioni ben più gravose di quelle sta· del P.C.I. Prima di porre in il cuore di una donna... Si sfoga a
degli occupati, restando poi di- atto il suo proposito si era racco- scrivere, a raccontare le sue vicenstolti dal far loro concorrenza. Nè mandato di non fare pettegolezzi. de, i suoi disinganni , a favoleggiaMa dimenticava, per l'appunto, di
giustificherei il sistema suggerito essere uno degli intellettuali più in re sui miti. Proprio questa ricerca
da De Meo p er poter risanare le vista del P.C.I. Amici ed avversa- , del mito lo porta a perdizione perchè imprime quella fatalità a certi
aziende decotte. lasciando a casa ri non potevano rinunciare, in omag- suoi ,gf's ti , ai suoi incontri intimi,
la maestranza eccedente a salario gio ai " rispetti umani », ad impaJ finche una donna lo abbandona. Ne
quasi pieno: considerando il mi- dronirsi della sua morte . ..,
soffre come di un male fisico. DoPrima furono gli avversari. Il suiJ po l' abbandono si sente come un
sero sussidio del disoccupato o le
cidio era accolto come una specie di minorato. La disperazione gli toglie
500 lire che . non tutti i giorni il Giudizio di Dio e indicato agli albracciante del Sud ricava cam- tri intellettuali « laici >> come un ter- la volontà, lo deprime; il suo fisico ne risente, si altera persino la
minando e lavorando da prima ribile monito: ecco dove porta il ri- voce . . ». L'amico cita, a questo
dell'alba a dopo sera, già mi pare- pudio della religione.
comunisti tacquero per un pez- punto, il passo eli una lettera in
va assurdo garantire, còn la cas- zo .I Ora
si sono decisi anche loro a cui lo scrittore illustra il suo parsa integrazione, il quasi pieno parlare . L'ultimo numero di Rina- ticolare stato d 'animo . cc Dopo queguadagno agli operai a orario ri- sci ta, la rivista ufficiale del partito, sta lettera », commenta l'amico, «ho
dotto e oggi mi parrebbe iniquo riporta la versione autorizzata di qu el voluto subito incontrarmi con lui.
Parlammo a lungo. .. Mi disse che
continuare un analogo dono, an- suicidio e delle sue cause. Per darle aveva superato anche questa crisi e
che extra lavoro, a taluni solo maggior valore la stesura è stata af- che le donne le doveva lasciare non
fidata a un amico intimo dello scritperchè un giorno entrarono in una tore che l'ha potuta corredare di sulle ginocchia di Giove ma di roBreda o in un' Ansaldo. Se pater- citazioni da lettere e colloqui pri- busti avversari . Invece venne la
morte con le cartine di sonnifero.
nalismo e dirigismo debLono esse- vati . Eccone i passi essenziali:
Ecco ricondotta al filo della cronacc Tale suicidio è da considerarsi
re in campo occupativo, la sola
ca la sua morte >J.
azione davvero << so ciale n (ossia un caso di disgrazia , come egli fosse
Può essere che tali rivelazioni rimorto sotto un'operazione chirurgivolt'a a tutelare il bisogno senza ca
o colpito da polmonite. Ecco la conducano « al filo. della cronaca "
scapito ' del rendim.e nto) mi pare sua malattia. I primi sintomi risal- il tristissimo caso. Ma è certo, tutquella· che, come si fa per lo zuc- gono agli anni di Universitù, quan- tavia, che esse dimostrano anche,
chero o il pane quando sono scarsi, do il suo amico più caro, cc.mpagno una volta di più, come si possa traregoli equamente la distribuzione di studi, innamorato eli una giova- dire con la cronaca le ragioni più inragazza che non potrà sposare, time eli una decisione. La cronaca
dei posti di lavoro. V edasi il caso ne
parte con lei, sa lgono al Cervino e di Rinasci ta ci ricorda i grandi
dei salari multipli.
ass.ieme si uccidono con due colpi processi politici che organizzano i
di rivoltella... Egli rimase così scos- comunisti quando sono al potere, con
HI par-agona le posizioni di red- so che, dopo tre giorni, 'sali in colgli autodafè degli imputati che si
dito della famiglia del disoccu- lina e tentò il suicidio, ma la pal- umiliano accusandosi dei più vili
delitti per esaltare, nella loro miselottola
fini
conlì.ccata
in
un
albepato o del capofamiglia occupato e avente più bambini (çhe im - ro.. Si è salvato dalla prima tenta- ria , il Partito. Questa volta l'accupegnano a casa la madre), con zionE' ma il male rimane e lo perse- sato non poteva recitare personalguita. Lo perseguita con tutte le mente la sua parte poichè proprio
quelle della famiglia col capo e più donne
che incontra e lo interessano. della sua morte si doveva giudicare.
figli a l lavoro (e solo una donna a Non riesce con nessuna per lungo Allora, al suo posto, è venuto a tecasa) o dei coniugi entrambi occu- tempo a mantenere il colloq uio, al- <>timoniare il suo intimo amico.
pati (senza bambini o col bambino
a ll' asilo-nido) , rileva, a quasi pariVangelo ed e(·.onomia
tà di bisogni, divari enormi. E
NON
ce
n'eravamo
nemmeno ac- nale. Il prii!cipip è naturale e vipoichè si tratta di famiglie d egli
corti. Colpa della nostra cultura po- vo; la s ua estensione segna un prostessi ceti, di gusti analoghi e per litica, che ha tratto origine dalle gresso;
il mondo non tornerà indielo più di livel.lo modesto, la pres- opere del Machiavelli e del Guic- tro. Quel principio è entrato fra le
sione della domanda dei nuclei con ciardini, invece che dalle omelìe dei regole di vita internazionale bene ordinata, e vi resterà ".
alta capacità di spendita si accen- predicatori quaresimali.
Anche se non ce n'eravamo accorti,
E' una fortuna che oggi sia di
tra in prevalenza sui generi essenla storia per6, ha ormai segnato moda guardare soltanto alla cifra
ziali di con~umo, aggravando la una svolt.o1.. Ce l'assicura l'on. Fan- del reddito, del consumo, degli in posizione, già difficile 'i n assolu·ta, fani in un articolo di fondo sulia vestimenti , nei diversi paesi, consiStampa. Siamo entrati in una nuo- derati come unità, e alle medie che
dei nuclei a reddito minimo.
La questione è complessa e cer- va era. Fanfani scrive òi non aver risultano dividendo tali cifre per il
mai dubitato che il Piano Marshall numero degli abitanti; altrimenti gli
to non è facile indurre norme con- potesse
aver termine nel i955. E americani potrebbero accorgersi che
crete, per liberare posti di lavoro . questo non perchè gli Stati Uniti parecchi loro compatrioti stanno
Il campo più adatto a criteri au- hanno , anche loro, interesse ad evi- molto peggio eli certi europei; che
tomatiçi, con maggior presunzio- tare un collasso dell' economia euro- nel loro paese esistono pure aree dene di non fare ingiustizie, è quello pea, che renderebbe molto più dif- presse; che gli slums delle loro me·
ficile fermare l'espansione imperia- tropoli non hanno ni erite da invidelle donne sposate o per le quali listica clell'URSS; nè perchè il Di- diare alla sporcizia dei peggiori q ua.rrisultano altri proventi o sostegni. partimento di Stato ha scoperto nel tieri delle nostre grandi città.
Si hanno casi, ovviamente critica- piano Marshall uno strumento di
In tutti i modi vogliamo sperare
tissimi, di funzionari e persino di- grande efficacia per imporre indi- che il principio evangelico trovi nei
rettamente la propria politica ai go- rapporti internazionali un terreno
rigenti con le mogli impiegate nel- verni
naziona)i europei; nè perchè più favorevole di quello che ha trole stesse aziende. E si propugnano gli industriali e i commercianti fa- vato
finora nei rapporti fra indjgli asili-nido, che consentono a lla voriti dagli acq uisti con i dollari vidui, per la mancanza di una chiadonna sposata di tenere il posto deli'ECA premono sul Congresso per ra definizione del superfluo . Se l'on.
del disoccupato, e si vara la nud- avere ancora uno sbocco assicurato Fanfani avesse la curiosità di doin Europa con i denari dei contri- mandare a diversi suoi colleghi, miva legge sul trattamento delle la- . buenti;
nè perchè l'imponente e ben liardari e ferventi cattolici, che cosa
voratrici-madri che, a parte l'e- pagato stuolo di «esperti " del Pia- intendono
con questa parola , si connormità riguardo alle aziende e al no non si rassegna volentieri ad es- vincerebbe subito che la scarsa preproblema dei costi, consentirà in ser licenziato . .. Queste sono ragioni cisione di quel concetto lascia poco
teoria un'assenza quasi ininÙrrot- che possono aver peso per dei ma- da distribuire ai poveri.
terialisti. Non certo per l' on. FanfaE speriamo anche che quel printa e in pratica abolirà qualsiasi ni,
che ad esse non accenna neppure . cipio, che " ha tale potenza esplodimissione per motivi familiari. So
La fiducia dell 'on. Fanfani nella siva da far presagire altre neces~i­
bene che nessun partito .si com- continuazione del Piano Marshall al tà di coordinamento n porti presto
muoverà, i.n. nome dei disoccupa- di là della data stabilita al suo ini- ad una migliore distribuzione del suti, di questo stato di cose antiso- zio, anzi la sua « fede ». come perfluo americano. Non sembra giuegl:i dice, è nata cc dalila consta- sto che gli inglesi, i quali hanno
ciale: le donne votano e nessun par- tazione della vitalità di un prin- tanto meno bisogno di noi, abbiano
lamentare vorrà scontentarle, an- cipio evangelico, dal quale , consa- aiuti tanto maggiori.
che se in cuor suo nutre l'antiqua- pevolmente od inconsapevolmente,
Forse si tratta soltanto di una catta opinione che il loro posto sia a Marshall era partito: il superfluo ai tiva interpretazione dell'altro princasa coi bambini e a fare la calza. poveri! Questo principio con Mar- cipio evangelico: A chiunque ha, sashall è passato dal piano individua - rà dato, ed egh sovrabbonderà . (S.
GIUSEPPE ALPINO li' e rli gruppo. ;ll piano internazio- Matt eo '25-27).
AH
tendersi l~ massima espansione
posstbtle aelle occasioni di lavoro
o, quanto meno, una maggior circolaztane. E' allora chiaro che i
uc•
>SUCCUJ!Cl.Z!UUt::.
HA
EU
uv 1 =>vll LI cct l i L.ten-scuo!a e 1 piani
di opere non necessarie e di lavori
raffazwnati, che non danno frutto utile alla collettività e che, per
la loro na tura occasional e ed
extraeconomica, n on risolvono un
problema occupativo.
Il grande errore della pretesa
politica sociale dei sindacati e dello Stato è nel perseguire il bene
collettivo riducendo l'economia a
un corpo imbalsamato, il bene dei
singoli evitando loro trasferim enti
e 'stimoli: mentre la salute non
sta entro i vetri della serra, ma
n el movimento , all'aria libera
che anima e tempra. Può darsi che
l'a~tuale sta~o di cose convenga
agh..occupati dei gruppi ·più favanti, ma esso non soddisfa certo
i disoccupati e i giovani delle leve
di lavoro, che hanno diritto di at-
JV
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P.
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riarmo, ma si sono -·ugua lmente a ltri roo da stanziare e cioè nei
espressi in favore d ella possibilità limiti che il ministro d el Tesoro
e dell ' opportunità di una politica aveva ritenuto compatibili con le
di maggiori spese. E così abbiamo nostre risorse. E poichè tale neonavuto e forse continueremo ad ave- ferma è venuta dopo i colloqui ed
r e una duplice spinta inflazionisti- i chiarimenti con i rappresentanti
ca : una che ci viene dall'esterno diplomatici ed economici di Wash ed un'altra che ci viene dall'in- ington, si dovrebbe d edurre che le
terno, una per i cannoni ed una tesi del nostro governo sarebbero
per il burro.
state riconosciute giuste. Queste teNon è il caso in questa sede di si, secondo l ' ~spo~izione fattane
riconfutare per l' ennesima volta le dall'on. Pella, consistevano essentesi d ei vari dilettanti keynesiani zialmente: 1) nel richiamare l'atch e in questi giorni sono insorti tenzion e sulle difficoltà di un Paecontro la politica d ell'an. Pella. se ch e ha oltre un milione e mezAppoggiate a generiche e confus~ zo di disoccupati ed un ridottissiargomentazioni, esse accusano la mo reddito medio individuale. E
loro origine ed i loro scopi pura- l ' on. Pella, se glielo avessero conmente politici. I socialdemocratici, sentito il suo ottimismo p ersonale
sempre in crisi di coscienza p er la e il prestigio del suo partito, avrebloro partecipazione al governo de- b e potuto aggiungere che il nostro
mocristiano, si sforzano di acqui- bilancio ha tuttora un deficit efstare il maggior numero possibile fettivo di cinquecento miliardi; che,
di titoli giustificativi per codesta nonostante tutti i fr eni contro l'inpartecipazione agli occhi della loro flazione, il volume della circolazioclientela proletaria e dei loro criti- ne, degli assegni e d ei buoni d el
ci d el PSU . Non contenti di quan- Tesoro è in continua ascensione;
to ha fatto il governo in tema di che infine i mille e seiCento miliarpolitica sociale, essi si fanno un di previsti per gli investimenti giuobbligo di chiedere di più. Con dicati indispensabili, sono in parte
oscuro lingu aggio parlano dell'esi- solo sulla carta; 2) nel prospettare
genza << di un minor distacco, tanto che, in tale situazione, era ' un' esidal punto di vista d elle strutture genza ev idente d'interesse comune
organizzative pubbliche, quanto che lo sforzo del riarmo non comda quello del volume del prodotto promettesse la nostra stabilità ecolordo del nostro Paese, nei con- nomica e finanziaria. Ogni sforzo
fronti degli a ltri Stati economica- che fosse àndato al eli là, non
mente e socialmente più evoluti JJ. avrebbe giovato a n ess uno, e a
Ed invocano « maggiore audacia n ulla sarebbe valso avere qualche
per risolvere il problema dei fatto- division e in più, quando poi il Paeri produttivi inutilizzati ed in par- se fosse stato esposto a l dissesto ed
ticolare della mano d ' opera >J. So- a lle agitazioni interne.
no frasi a orecchio che, se non sono
E' verosimile tuttavia ch e il protradotte in cifre ed in calcoli ben blema non possa considerarsi d efi ponderati, hanno appena il sapore nitivamente chiuso. Sono ancora
della facile demagogia. , Ancora da decidere n el. prossimo Consiglio
più scoperte sono poi le critiche ve- convocato a Washington per l'otnute dalle fazioni dissidenti de1la tobre i contingenti militari da acstessa democrazia cristiana, evi- collare alle singole nazioni. Sono
dentemente suggerite da vecchie e ancora da decidere le quote delnuove rivalità e da t enaci e giova- l'ERP e quell e PAM . Sono da deni ambizioni, per le quali ogni oc- cidere le influenze che il P AM esercasione è buona per passare al- citerà sul Piano Marshall. E perciò
l'attacco. Praticamente, nessun ar- la soluzione accennata nel discorgomento valido e disinteressato è so dell'on. De Gasperi non può
stato portato per riaprire una di- non avere carattere provvisorio ed
scussione, che doveva ritenersi interlocutorio.
chiusa fin da quando Einaudi, miN elle trattative ch e seguiranno
nistro del Bilancio, aveva segna- non ci sembra dubbio che il nostro
to le linee maestre della nostra po- governo mentre dovrà difendere
litica economica e .finanziaria, e quella stabilità sociale, politica ed
l 'on. P ella, poi, aveva mostrato la economica, che, come si è detto,
buona volontà se non l' energia di costituisce un interesse comune, e
1ispettarle. Allora prevalse il prin- che non è dettata dal desiderio di
cipio che tutto poteva essere fatto misurare con avarizia il proprio
o tentato subordinatamente però . contributo finanziario al riarmo, ma
alla condizione che la moneta fosse è imposta solo dalle necessità di
stabilizzata ed il bilancio statale proporzionarlo alle effettive capafosse avviato al pareggio. Non vi è cità italiane del momento, dovrà
alcun ragionevole motivo per tor- nel tempo stesso cercare di dissipanare su quella decisione e per rie- re le diffidenze che si manifestano
saminare quel principio. Coloro in certi ambienti sulla sua buona
che in questi giorni sollecitano una volontà di assolvere lealmente gli
politica più produttivistica, una obblighi di solidarietà che le d eripolitica di maggiori investimenti e vano dal Patto atlantico, offrenche nel tempo stesso si dichiarano do alla causa comune tutti quegli
naturalmente contrari all'inflazio- apporti di varia specie non inne, invece di dissertare a sproposi- fluenzabili dalla scarsità d ei suoi
tq di dirigismo e liberismo e di dare mezzi. Ed è da presumere che in
per antiquata la politica Einaudi - questa. direzione il governo trovePella accusandola di ispirarsi a Ba- rà l'appoggio d ell'opinion e pubblistiat (tutte cose queste che non ca, perchè è troppo chiaro che il
hanno il minimo rapporto con il prestigio , la considerazione e il peproblema in esame che è solo qu el- so del nostro P aese saranno in ralo: inflazion e o non inflazione) do- gione diretta dei contributi ch e esvrebbero dimostrare una sola co- so sarà in grado di dare. E nessu sa: che oggi, in Ita lia, esiste un no potrà augurarsi che per renimargin e inutilizzato di risparmio tenza l' Italia decada dal rango di
nazionale e che i maggiori in ve- nazione alleata a qncllo di n a zione
stimenti sarebbero possibili, senza prot etta.
doversi aff1dare a l torchio del P oAVERROE'
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Et1.R0l?A.FEDERA1'A
lftlfHit M~HDIAU~MI f~ Atlftl MIIIVI
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insegna come si deve fare per rgalizzarla .. . trebbe1·o, relativamente agli ~Itri, perdere
Alcune correnti sostengono la necessità di entrando in una federazione, in tma assoappoggiare l'ONU e di fornirle la, forza per ciazione · democratica. Il sud povero ha
far valJere le sue decisioni; ma l'ONU .ha forse perduto più del nord ricco entrando
ripetuto gli erro'l'i della S. d. N . ed è de- nella nazione italiana (o ha guadagnato
sti.nata a subirne le sort-i . Non $i n:::.iS.C:QllO meno). Con tutto ciò, malgrado tutte le
federalmente popoli che noJJ, hantkO Ùt possibili cc questioni meridionali )), la vita
comune le concezioni fonilameatf!.li della anche dell'Italia del sud è sempre qualvita. Perchè il r-egime feik.ra!e -fu~il1'ni cosa di .assai più ricco, di meno augusto
oon·e che chi p(lss·a da uno sta,to' a un altro e putriscente di quel che sarebbe rimasta
si senta ancora ù-, C(!Sf!. P'.ropr.ia~- ·. Contro con i Bò'rboni . Il fatto.re <c sicurezza )), il
questo ostacolo urtarpo tutti i mavim.enti fattore (( prosperità )), nella federazione
univers(Llisti ... )),
sarebbe anche per quegli stati europei che
Tutto gius to; ma forse al Mochi - che p erdessero certe antiche prerogative, un
forse abusa un po' delle definizioni: so- compenso tale che non vi sarebbe ro perdite
gno, utopi[l - sfugge appunto quello . che relative capaci di bilanciarlo.
è U carattere base dell'ispirazione politica
Perciò i federalisti hanno, per ora, ridel mondialismo. Il mon dialismo calca il nunciato ad altendere il permesso o il socproprio schema su quello dell' ONU pro- corso dell'Inghilterra per t entare di costiprio perchè continua, come Roosevelt, a
tuire intanto l 'unità politica di quei paesi
a ver fi.duci;t nella possibilità che al limite - Italia, Francia, Germania - in cui è
la Russia si persuada a K-farsi garantire ))
più evidente l'impotenza dello stato nala propria pace interna o il proprio r egime zionale, p er intelligenza e sacrificio che
interno da una formazione politica i cui vi mettano i loro uomini politici, a soddidirigenti sarebbero i << grandi )). Il mon- sfare certi bisogni immediati di sicurezza,
dialismo ha il suo aspetto politico; e con- di prosperità e anche di auività politica
siste o. nello sperare ·. in una ripresa del sulle scene del mondo. Quando due indivi« direttorato mondiale )) istituito a Y.alta
dui costituiscono una società , non tanto
e a Potsdam o nello .scontaxe una disposiconta la quota parte del prodotto che si
zione unificatri"ce degli Stati Uniti in caso divideranno, quanto il fatto. che la società
di loro vittoda in un, conflitto mondiale. sia una _necessità per entrambi quegli indiNel <c mondialismo )) co1_1.1e a Y.alta e a
vidui per proseguire i loto .affari, s,-ilupPolsdam l'Europa non ha si può dire luoparli con profitto, ecc. Nella « società Eugo, mentre ne tengono uno importante _i
ropa )) c'è, diciamo noi, un margine di guapaesi coloniali, oggetto _d elle preoceupa- dagno per tutti. Può .darsi che taluno non
zioni di America e Russia.
lo -senta ora; p er esempio l'Inghilterra, ove
Accanto al mondialismo, Mochi critica
il fede ralismo fu molto vivo nel tempo
però anch e quello che egli chiama « feçledella crisi, della guerra, sembra oggi più
ra/oisrno em.pirioo )) . Il federalismo empi - sOl" da a questi problemi; e i fede:r alisti
ri co sz;trebbe nient'altro che il federalismo
possono aspettare che maturi anche per
tont oonrt, il quale si propone di meUere essa il momento della piiL chiara perçealla . base d ell'unione politica formata da :done degli interessi, a condizione di non
vari slati la volontà democratica dei citdover frattanto veder condannato all'inerlp.d.ini, espressa atlraverso una assemblea zia anche il moto delle nazioni del contidemocratica. Ma questa fcderaziuue non nente, che cercano la salvezza.
spossesserà cc gli abbienti )) ? Gli stati più
D'altra parle piuttosto vaghe sono anche
ricch}, numeri"camente minorizzati da alle idee del Mochi sul sistema mondiatri più deboli economicamente e pòli.licale che succederebbe alla federazione eurom ente, come possono accettare di so ltopea, se anche non prive .di una generica
m ettersi a una fe-derazione? «Nessun paese, verità. Sull'esempio della fe derazione eudice Mochi, accetterà, per formarla, di ropea egli vede la possibilità che si fonniperdere la situazio·n e -int~rnazioual~ ch'e ha no poco· -él poco . nel mondo occidentale un
raggiunta a costo di denaro e di sangue; se cinque o sei grosse unità federali tra loro
ri nunci·a ad una parte del controllo dei pro. associate con legami confederali; e vede il
pri beni dovrà essere certo di rwn perd-ere mondo orienlale tenuto a bada da una enerpiù di quanto guadagna a.ttr.averso al digici\ politica la quale .assicuri assieme posritto di controllare una parte d ei beni sibilità di a-ccesso al godimento dei vantagaltrui )).
·
gi sociali a.lle masse più diseredate. Ora,
In ve1:ità, il Mochi , che qui introduce nel
Lutti possiamo vagheggiare o non 'aghegdiscorso un ahro ptoblema, che .g li sta a
giare tali soluzioni, ma ci pare che il metcuore, quello de.l la rappresentanza demo- ter!~ come prospettiva d eli ' unificazione eu.
cratica e della SU[l adeguatezza o m eno a
ropea sarebbe uscire da quello stretto ter>esprimere situazioni differenziate, - c una reno di lotta sul qualt<_ il federalismo si
polemica contro la proporzionale che è la
lien e . Noi non sappiamo se in seguito alla
stessa fatt:t a suo tempo contro il suffragio
fe derazione europea sarà possibile giununiversale, non tien e conto del massimo
gere a una maggiore armonia, diciamo cofattore sul quale contano i federalist i: il sì estel'na, nei rap}wrti mondiali. Sappiafattore del pe•l'icolo comune, dell'insuffimo solo che la federazione europea vorcienza comune .ai compiti politiei .a cui -rebbe dire la prima sconfitta del principio
gli stati Jlazionali affermano di far fronte;
delle zone di influenza, che fu imposto d.a
fattore di c1'1isì dello stato nazionale, senza Stalin e di buon grado .accettato da Roodi cui il federalismo non esisterebbe. Non sevelt a Y.alta e Potsdam, la ripresa di forsolo i paesi ricchi,. ma i paesi p-o veri po(continua a pag. 15)
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<< La Nuova Italia )) di Firenze, nella sua
collana «·Orientamenti )), in cui già figurano parecchi testi federalisti di alto ·interesse, pubblica ora il breve saggio di uno
studioso da poco scomparso. Alberto Mochi, dal titolo. pieno di ·promesse << Oriente
comunista e federazione ·europea )) . -In verità, queslo saggio, pur rientrando, in gen erale, nella letteratura Jederalista, si
occupa di par-ecchie . altre · cose, dal rap porto tra .democrazia cristiana e partiti democratici, alla polerp.ica contro il socialismo. .e in generale contro la politica dirigista, in cui l'autore scopre un nucleo
tirannico, alle particolari concezioni del
Mochi circa il rappo-rto tra la visione scientifica e ·quella politica e arizi, tr:a l' arte
del clinico e quella del politico. E', 'insomma, uno di quei saggi, non infrequenti nel
periodo immediatamente successivo alla
liberazione , in cui l'autore fa i suoi conti
con tutto un po' della realtà contemporahea; e di quel genere di saggi ha i pregi
e i difetti; i pregi, e cioè 1-ma ~~ert a ampiezza di interessi (che oggi tendono a
r es tringersi; ben pochi sono ancora quelli
che; per lo meno n~lle lorò conversazioni
private amano discutere di principi; e
questa assenza di entusiasmi e di fiducia
nella ragione è probabilmente la maggiore
responsabile per l'estendersi del fenomeno
neofascista nelle università); · i difetti, e
cioè una certa mancanza di organicilà, un
metter assieme un po' a caso, secondo le
indicazioni della cron~ca, i proble mi trattati. ·
· Noi ci òccuperemo qui soltanto del con tenuto f€deralista del sàggio . Di questo si
può dire che esso è, nell'assieme, ben
orientato, pur- manc~mdo di un ·profilo netto, di una precis·a messa a punto politica
nel momento dato. l temi che il Mochi ha
' visto, con chiarezza, come i più importanli,
sono : .l'insufficienza del federalismo mondiale, in un momento come . questo, a ·ri-solvere il problema della pace e dei rap porti con l' URSS : il fallo che il prohlem:.1
federal e è il problema delle nazioni libere
' dell' Eu~·opa e non di più yasti o meno
definiti aggruppamenti; il fatto che la disuguf!glianza effettiva di condizioni e di
interessi minori costituisce sempre .un o stacolo alla federazione, specialmente per le
più t:icche o le meno minacciate ha le
nazioni europee; infine l'o p in ione eh~ un
mondo in cui esistesse un 'Europa _federata
sarebbe assai meno penetrabile alla propaganda e alla min accia comunista e potrebbe
perciò consentirsi diversi e più vasti sviluppi politici ed economici di quelli _attuali. Naturalmente non tutti questi problemi sono risolti in modo altrettanto
felice; ma è gi~ pregio dell'opera l'averli
indicati, e quindi il saggio non sfigura tra
la ormai ricca letteratura uscita nel dopoguerra su questo genere d'argomenti.
Di molto buon senso sono le obbiezioni
d el Mochi contro l' a,ttuaUtà delle :,c:oluzio:rii
mondialiste « Dall'America - egli scrive
-· ci giunge 'rinnovato il sogno della pace
perpetua dttraverso la form.aziou~ lLi uno
st!ato mondiale: ma, ne:jsuno dei numero~i
movimenti per la feder(J;zione 11nivg_[s_ale
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LETTERA TURA
FEDERAL-ISTA
14 Ottobre 195u
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Dal momento ìn cui gli Stati Uniti si
sono trovati nella necessità di mandare ge nerali a governare il Giappone e la Germania e di provvedere alla polizia anticomunista nel mondo intero, si è iniziata in quel
paese una sorda crisi politico-costituzionale, che può forse essere ancora nrestata,
nia che se non lo sarà, avrà una portata
storica pari a quella della trasfo1·mazione
della Repubblica Romana in Impero. Poichè anche allora Roma era divenuta l'unico centro importante di vita politica libera
nel mondo antico, e qu;indo quel centro si
corruppe, occorsero migliaia d'anni perchè
di nu~vq la libertà politica passasse dai libri di storia e dai sogni di poeti nella realtà. Lo ste~so accadrà se la libertà imputridirà in America . Il potere militare in America è ancora sottoposto formalmente
al potere civile; il · presidente degli Stati
Uniti, un civile., è il capo delle forze armate. Ma le forze armate americane · non sono
più raccolte per una guerra e dissolte dopo
la guer~·.a; sono diventate permanenti. Non
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La responsabilità degli e uropei
Non è un segreto che c'è oggi 1ma politica della Casa Bianca ed una politica .del
F'entagond . La prima pensa al <wontain·
ment)) dell'espansionismo russo, e la seconda alla guerra preventiva . Quella pensa
ad un processo di unificazione europea su
base democratica e questa pensà :.td avere
truppe vassalle, sicure, mostrandosi absolutamente indifferente se siano di Fnmco
o di popolt liberf .
Truman, Acheson, Marshall tengono
ancora testa al Pentagond~ ma lentamente
cedono e con essi cede la democrazia, cede
la libertà. E' vero che lo scopo dell'acl'l'esciuto p eso · dei militari nella vita puhbli"èa.
americana è la conseguenza dell'intenzìo·
n e ameri'c ana di difendere la libe rtà contro la minaccia comunisti\. Il modo sbagliato con cui questa difesa si va organizzando
fa sì che la battaglia per la libertà minaccia ogni giorno di più di essere persa nel·
l'interno stesso del mondo libero, in Europa ed in America.
La responsabilità che incombe su noi Eu·
ropei è immensa . Oggi è l'America che può
difenderci d11i Russi. Ma spetta a noi di
difendere noi stessi e l'America (la un. altro totalitarismo militarista che ci minac·
eia entrambi.
A tal fine bisogna rendersi conto che
l'Europa va difesa sì con l'aiuto degli Am e ricani, ma va~ difesa innanzi tutto
dagli Europei . Per avere un esercito e uropeo, che sia organo di difesa delle istituzioni libere e non organo che si mangia
queste istituzioni, occorre che un parla·
mento europeo stabilisca il bilancio del. l'esercito em·opeo; che un governo f;uropeo
faccia la politica estera europea ed abbia
a sua assoluta disposizione le forze armate
europee; che una fiorente economia europeaò renda possibile lo sforzo militare senza imporre ai cittadini eccessivi <~acrifici;
che infine gli abitanti delle varie nazioni
vedano la più grande patria europea non
come un vuoto slogan .di propaganda, ma
come un insieme vivo e fecondo di istituti
su cui si fonda un autorità democratica e
con essa la loro libertà ed il loro benessere.
Fuori di questa prospetti~a non c'è che
inganno; e tutti gli inganni si pagano alla
fine con amarezze e dolori.
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AH
-~ :e~• quandQ . si . sia ben. ~iflettu~o s:u quel
che .. essa significa, ogni spirito amante
della libertà deve sentire non dubbi o scetticismo o l~ggere preoccupazioni o cattiva
coscienza, ma orrore per la macchina che
si vuoi mettere in moto e che; se veramente
dovesse muoversi, non sappiamo se ci salverà dal bolscevismo (forse farà con esso
un qualsiasi compromesso e combatterà
piccole battaglie marginali tipo Corea,
blocco ·di Be rlino, guerriglia di Grecia),
ma certo schiaccerà fatalmente prima ]e
libertà europee e poi quelle americane .
Un esercito è uno strumento· pericoloso
non solo rispetto al probabile nemico, ma
lo è altresì rispetto al potere civile che lo
crea, e che lo mette in azione, poichè esso
è la forza n ella sua forma più bruta e più
precisa, più assoluta, ed il potere di go·
vernare gli uomini tende sempre ad andare
a finire là dove c'è la forza. La forma più
elementare di soci~tà è quella in cui gli
uomini armati hanno un potere assoluto
sugli uomini disarmati, e tutte le società
tendono sempre a risprofondarsi a questo
1ivello barbarico. I costruttori di quella
fragile e grande cosa che è la libertà civile,
hftnno sempre cercato tutti gli accorgim enti posibili per far sì che le forz~ militari fossero sottomesse al potere civile, che
questo fissasse il loro bilancio di spese,
e n e nominasse i capi, che le forze .annate
non avessero. politica propria e risorse
proprie. Questo obbiettivo spesso è stato
. realizzato solo parzialmente, ma :;oltanto
· ]à dove è stato realizzato in misura assai
larga la libertà ha prosperato. Ed ove. hen
si rifletta si scoprirà ·c he, se glistati liberi
.;.sono meno propensi alla guerra degli stati
autoritari, ciò è 'dovuto al fatto che in que ·
!5ti di solito i ~nilitari hano un grande po·
:sono p IU raccolte in p a Lria sotto l' oet·b io
vigile dei governanti civili; sono in buona
parte stanziate fuori _dei c&nfini . Un gene ·
r·a le Jtmericano, che da dieci anni non rientra ·in patria, ha .un potere da proconsole
su un popolo di una settantina di milioni
di giapponesi. Ed ora, grazie all'insipienza dei governanti europei, un altro generale dovrebbe venire ad esercitare una fun·
zione di proconsole in Europa, con un esercito solo parzialmente americano a sua disposizione, e con imprecisati ma vasti poteri autonomi in materia di politi ca estera
e militare.
La conseguenza di tutto ciò è già, e sarà
sempre più, che il potere militare, divenu ·
lo troppo grande, dilagato oltre i limiti
del paese, non si adatt;_ più alla -nbordinazione in cui finora è stato ri sp etto al potere civile.
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J'enJre\
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u~~Ja. r
lere, mentre nei primi i governanti lumno
paura non tanto .della guerra quanto dell'eccessivo potere che in guerra i generali
acquist;u10. Quan:do le forze armale non
sono state sottoposte a ·u n duro e diffidente
controllo da parte del potere civile, sono
sorti sempre e sempre sorgeranno i ' =esari,
i Wallen~te in, . i Nap~leoni, gl~Hitl.er.
. Ora, l eser·Clto occidentale ~ s1 vnol
vedere accampalo. neJl'Europa democra·
tica , senza che vi sia uno stato demoeratico
d'Europa e che lo controlli e lo tenga al
suo servizio, significa uè più nè meno che
creare un corpo militare estraneo ai poteri
civili europei. Quale parlamento fi sserà il
bilancio di questo esercito? Nessuno, poichè i Parlamenti sara1mo chiamati solo a
ratificare i contributi fissati da un eosidetto
Comitato militare del Patto Atlantico,
cioè in realtà dal comando unico dell' esercito occidentale. Quale governo stabilirà
la .politica in cui deve inserirsi l 'esercito
occidentale ? Nessuno, poichè i singoli governi saranno chiamati ad ade guars i~
alla pol itica fissata dal comando ~upremo.
In questa situazione fra stati europ e i ed
esercito occidentale non potrà regnare che
diffidenza e sospetto. L'esercito occidenta·
le, cioè l'esercito americano con mercenari
europei lo saprà, e si preparerà ad imporsi con durezz(l ai rimttanti, a spezzare le
resistenze, a · fare l 'unità europea, si, ma
una unità n ella servitù e non una nella libertà.
Ma poniamoci pure al di là delle preoceupaziou i democratiche europee . .3uppo·
niamo pnre che l'unificazione europea sia
destinata a passare attraverso una dittatura militare. Si ·può tuttavia p en sare d1.e
questo esercì lo occidentale il un potere ci ·
vile è pur sempre di fatto sottoposto, e
cioè al potere dello stato americano . Si
può spera1·e che ciò debba impedirgli di
diventare un potere autonomo, e gli conservi il carattere di uno strumento al ser ·
vizio di ideali civili. In fondo è questa l'i potesi cui confidano tutti i democratici,
face nèlo mostra di una eccezionale ignoranza d elle più elementari cogn izioni di
teoria e di storia politica.
UE
sempre assai forti, ma questo difetto di soliclal'Ìetà profond..r;I, si potrà controbilancia re
costruendo un esercito il cui nucleo cen·
trale sia sicuro, perchè am~ricano, ed i cui
contingenti europei siano resi omogenei ed
obbedienti con una adeguala disciplina
che inipohga loro la fedeltà non al paese
na al comandante. Non si creda che per
combattere con valore h isogna essere ani·
mati.da grande arnO<r di patria. La legione
straniera di F ri!ncia, i rnarocchini di Spa·
gua, le truppe indiane d ' Inghilterra, i gian·
nizzeri ed i pretoriani di cui parla la sto·
ria sono stati fr.a le truppe più valorose e
più fedeli ai loro ·comandanti. Non c'è che
da ~pplicare tina. certa tecnica, il « Drill >>
prussiano, e l'esercito occidentale, obbediente .ad un comandante unico, stanziato
in Europa ma non sottomesso a nessun po·
tere statale europeo, ~apace di limitare ed
annullare la sovranità nazionale, « efficace
tanto in pace che in guerra )), cioè capace
di avere una propria politica estera e militare, di impo:(re i necessari tributi agli
stati europei, può sorgere.
La bcilità con ~ui i governanti dei paesi
demÒcratici d ' Europa prendono decisioni
e la difficoltà con cui le realizzano fan sì
che questa prospettiva probabilmente non
si realizzerà, o -ehe appena si abbozzeeà
e potrà essere sostituita da altre éostru ·
ziòni più consone agli ideali di libertà civile, ma la prospettiva e la possibilità di
vederla re11lizzata esiste.
ALTIERO SPINELLI
LUAvfJ..
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· 14 Ottobre
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quello stato significa fra l' altro organizzare e disporre le proprie forze armate .in
questo o quel modo, d estinare ad esse questa o quella p ercentuale del reddito nazio nale, prepararle spiritualmente a battersi
con ques to o quel n emico.
Se l e soVl'anità nazionali saranno abbastanza tenaci, esse faranno cadere nel nulla
il tentativo dell'esercito ~mico occidentale,
come hanno fatto cadere nel nulla il tentaÙvo dell'unificazione economica e uropea.
La resistenza francese al riarmo tedesco
non è che un primo , esempio di quel che
accadrà continuamente. I tedeschi non vorranno partecipare con loro contingen ti se
non si restituirà loro la piena sovranità
nazionale. Ogni stato cercherà di titteuere
il massimo di garanzie per sè a scapito
degli alleati . Ogni stato cercherà di • onser·
vare i propri più gelosi segreti J..a ilitari,
perchè non sa se gli alleati di oggi saranno
nemici di domani. Lo sforzo che i :'lingoli
popoli potranno fare sarà differente; nessuno vorrà esaurirsi per la difesa altrui, e
perciò ciascuno cercherà di metter pochi
uomini e risorse n el fondo comune e di
conservare il massimo de gli uni e delle
altre. Ogni paese avrà vedute differenti
circa il paese potenzialmente avversario;
così che l' U.R.S.S. potrà .approfondire
questa diversità di vedute, sviluppando una
politica estera diversa con i diversi paesi.
Chi crede éhe la -Russia continuera"intleterminatamente a considerare in blocco tutti
gli altri paesi come nemici, si fa dellé
grosse illusioni. La sconfitta in Corea indurrà la Russia a sfumare il suo :ttteggiamento pe r indebolire il già debole schieramento antitotalitai'io. Ma una diversa
veduta circa i rapporti con l'avversario significa una diversa politica estera ed m1a
diversa politica militare . Si immagini quel
che sarebbe stata la guerra di Corea se
fosse stata condotta, anzichè da un esercito
americano, da ùn vero e pro.prio esercito
delle Nazioni unite, ogni membro delle
quali ha diverse concezioni delle proprie
relazioni con la Corea del Sud, con la Corea del Nord, con la Cina e con la Russia.
Oggi si starebbe ancora .a d· scutere sul da
fare.
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uando le chiacchiere infinite e d ingannevoli che coprivano la tenace difesa .tlegli
·interessi sezionali collegati alle sovranit à
nazionali sono -state dissipate dai colpi di
cannone della Corea, gli europei si sono
accorti . di essere ancora deboli, indifesi,
disuniti dinanz i al p~ricolo incombente . '
Si è allora parlato della necessità di Ol'•
ganizzare una comune difesa, poiehè la
minaccia era diretta conti· o tutti, e non
contro questo o: quel singolo paese . IL comune peri'colo ha fatto sì che l'idea di una
forza armata e uropea, d i un esercito europeo, p1·edicat a ·da tempo dai federalisti
come uno d·e gli istituti fondame ntali degli
St~ti Uniti d ' Eurdpa, · è impl'ovvisamente
uscita · dalle· mozioni, ·dalle dichiarazÌoni
e dalla propaganda federalista; e d ·è divenuta argomento di discussione a Strashurgo, sn tutti i giornali, e · n 'e lla confe·r enza
di New .York degli· stati .aderenti al P a tto
Atlantico. Si poteva · quasi pensare che la
saggezza cominciasse a p enetrare negli spiriti timidi e confusi degli statisti democratici, i quali forse ora, all'ultimo momento, capivano · che solo · un'unità profonda , irrevocabile, esprimentesi in ultima
istanza nell'esistenza di un· esercito ·unico,
dipendente da un solo ~ governo demo- ·
criltico europeo, poteva salvare · l'Europa e
la sua civiltà.
Ahimè, non sì · trattava· di nulla·· di tutto
questo. Si è stabilito a New York di costit:,u ire in Europa mi e~ercito occidentale,
'verosimihnente stanziato in territorio tedesco, composto di contingenti forniti dai
vari pae-si 4 de1·enti al ratto Atlantico e sottoposto ad un colnàri.dante sup1·emo unico,
il quale addestre rà e organizzerà tutti i
suoi sold.ati in modo <( da farne nn <'Orpo
militare omogeneo ed efficace tanto in pace
che in guerra )). La direzione politica e
strategica dell' ese1·cito unificato sarà eser cit a ta da un gruppo permanente del Comit ato militare del Patto Atlantico. N.::m si
parla del finanziamento ·di questo e:>ercito,
e non si sa perciò ancora se i singoli stati
contribuiranno a d una cassa comune , o se
ad essa affluiranno :direttamente gli aiuti
milit;ui che gli Stati Uniti si sono impegnati a fornire agli Stati Europei. In en trambi i casi è evidente che il finanzia m ento sarà, direttamente o indirettamente,
americano. Am ericano sarà il n erbo centrale di ques to esercito, americano l' arn'Lamento, ·.americano il comandante .
I vari stati conserveranno tuttavia la
.loro sovranità in materia di politica estera
e di politica militare, cioè avranno forze
armate proprie oltre quelle che invierànno
n ell'esercito comune, e potranno decidere
p è r conto propi'io se restare in buoni o cattivi rappor ti con questo o quell'altro t.1ato,
se, in caso di guerra, partecipare, as tene i''5Ì,
r esistere, ced er e, far paci separate. (.luesta indipendenza nella politica ; ste ra· e
militare dei vari stati ha avuto la sua· pri- ·
ma manifestazione clamorosa nell'opposizione d ella Francia all'utilizzazione del
potenziale militare ed economico della
Germania, utilizzazione ·necessaria .al rafforzamento della difesa occidentale, ma di
cui la · Francia ha paurf!, perchè non sa se
alla lun ga una·Ge rmania armata continuerà
a restare sua alleata o se non le volgerà
ilncora una volta le armi contro.
Malgrado queste diffi'coltà si spera che
l 'esercito . occidentale potrà costituire un
efficace strumento di 'difesa e .di unifica zione de i .popoli liberi d'Europa. Perchè?
U na forza armata più o meno mlificata,
costituita da contingenti provenienti dana.
zioni alJeate ma sovrane, non è una novità
in tempo di guerra. Il sistema ha funzionato
sempre male, perchè il comando unico non
. riesce ad imporsi ad eserciti dipendenti
da stati soyrani, pieni di reciproca diffid enza, e forniti di visioni e prospettive
diver se della guerra pur condotta i1lSieme.
Inoltre la possibile defezione .di questo o
quello stato m embro della coalizione , che
implica l'uscita istantanea di tutte le forze
nazionalf ·dal comune fronte di lotta, a
chiunque esse siano militarmente So)ttopo:ste, rischia sempre di creare vuoti imp.r ov visi ed irreparabili nello schier:tmento
militare , come hanno mostrato :ad esempio
le defezioni della Rus~ia nel 1917, della
Francia nel 1940, dell'Italia nel 1943 dalle
rispe ttive coalizioni. Tuttavia, malgradQ
Lutti questi difetti, il sistema del comando
unico e dell' esercito unico in tempo di
guerra funziona, perchè e finchè esiste fra
i coalizzati il comune obbiettivo di spezzare la potenza militare del nemico.
'in tenipo .di pace esercito unico s~tlo un
comando unico, e sovranità nazionali sono
termini ' inca'nciliabili, perchè l'esercito è
lo" strumento. piii importante della politica
este~·a di un paese. Fare una politica esteri!
di amicizia
di · inimicizia v~ì-so ·qu e's to 'o
UE
E' da augurarsi che i popoli democratici
dell'Europa finiscano un giorno per trovare
la via giusta della loro unificazione , ma
se ci si arriverà bisognerà r iconoscere che
i loro attuali gove1;nanti avranno prima fa t.
to tutto il possibile per farli corr ere dietro
apparenze incons'i stenti, per metterli su
strade false, per mandarli incontro ai più
gravi p edcoli.
Fino fl qualche' tempo fa era di ··moda
fra i governanti d 'Europa dichiarare che
verso l'unità europea si doveva avanzare
tenendo ì piedi sulla terta, e non sperdendosi n elle nuvole, come facevano i federalisti. Si dovev;mo gettare le fondamenta
solide dell' unità nell'economia; poi sarebbe venuta a guisa di completamento d ell' edifizio, l'unità politica, la federazione .
Gli americani, che erano sinceramente interessati fl questa sol~zione , hanno dato p er
anni somme enormi a fondo perduto nella
speranza di vedere infine . risorger e un ' Europa sana, libera e forte. P er tre anni miliardi di dollari, speranze, energie, possibilità sono ;:tndate sprecate, e nessun passo
serio è stato fatto verso l'unità economica,
coiJle era stato previsto dai federalisti,
perchè mancava lo strumento politico,
cioè lo stato europeo, il quale solo poteva
creare e mantenere gli istituti dell'{:eonomia unificata.
rgso
o
Verso un comando unico?
Ma, ci si può chiedere, e se invece le:
sovranità nazionali fossero deboli , se non
riuscissero a far prevalere le proprie ve dute su quelle del comando unico dell'unico esercito europeo, se questo diventasse
veramente, come è previsto nel comunicato di . New Wor'k, <<un corpo militare
effica·ce tanto in pace quanto in guerra )) ?
L' ipotesi non è inverosimile. Gli stati
europei continuano infine .--a vivere grazie
agli aiuti americani, nè sembra che abbiano alcmùl voglia di rinunciarci. Sarì:t
perciò sempre più facile alf America ri chieder loro in contropartita una uniformità di atteggiamenti n ella loro politica
estera e militare. Si · potranno fissare con
relativa precisione i loro contributi in uonnm e risorse. I ·p aesi saranno riluttanti ,
e · le propensioni · al tradimento saranno
l
EUROPA FEbERATA
1
Partito Socialista e Comisco
UE
HA
ancora , alla recente Conferenza di Londra,
il Segretario Generale del Partito francese, G. Mollett, avendo posto francamente
una domanda, si è trovato di fronte .ad un
silenzio assoluto, cioè ad un rifiuto da parte
dei laburisti di prendere un qualsiasi impegno concern ente l'avvenire. La conclusione è chiara. Per il partito laburista, le
conferenze internazionali del COM.ISCO
toccano la << sovranità » dei partiti nazionali, più che le conferenze internazionali
non tocchino quella di governo. Si tratta
sempre di vaghe chiacchiere n el cor~o delle
quali non si prende alcun impegno, n eH-un.a
parola destinata ad essere mantenuta, in
cui nessuna disciplina deve, in nessun mo·
mento, venire imposta. E' quanto dire che,
oggi come oggi, non esiste un'internazionale socialista e , di fatto, noi perdiamo il
nostro tempo in questi incontri nel corso
de i quali non ci troviamo di fronte nessuna
persona davver9 « responsabile >l.
Queste constatazioni non debbono limiLarsi a una critica d~ll'atteggiamento del
Labour Party; quel che c'è .di importante
e di grave nel suo opuscolo è eh' esso ha il
coraggio di dire esplicitamente e di a'f fermare c:on franchezza una deviazione dottrinale di eu~ soffre, senza osare confessarlo,
ognuno dei partiti nazionali. Non è per
caso che in Germania, sotto la direzione di
Schumiicher, il partito socialista tedesco ha
anch'esso preso delle posizioni strettamente
nazionaliste; non è per caso che in I'rancia
la S.F.I.O. dopo avere, in principio, preso
partito .a favore dell'Europa, trema e indietreggia ogni volta che si trovi di fronte
a una proposta che urti interessi locali e
posizioni acquisite. Dovunque il male è
Io' stesso; di tutte le nazionalizzazioni sperimentate dopo la fine della guerra, quella
dei partiti socialisti è incontestabilmente la
meglio riuscita. La tragedia del socialismo
HA
EU
Ma c'è un problema pm _grave. Questa
concezione della sovranità degli stati-c del
diritto di veto, il partito laburista l'ha estesa in questi ultimi anni alle relazioni tra
i partiti socialisti.
l. - Il COMISCO non è una lnternazio·
naie Socialista. In ognuno dei nostri incontri, abbiamo constatato che non erava~o
in presenza di partiti politici, ma soltanto
di uppresentanti di governi .fll potere che
difendevano tesi ufficiali. In particolare,
nelle relazioni col partito laburista, i dele. gati europei .al COMISCO hanno1 constatato che, fatta eccezione per Dalton, essi
no.n si sono mai trovati di fronte ad uomini
politici responsabili membri dell'Esecutivo
laburista, ma esclusivamente a f1mzionari
stipendiati che avevano ricevuto preventivamente un mandato imperativo cui non
potevano portare mutamenti. Le riunioni
del COMISCO ~i sono così ridotte all'ascoltazione di arringhe in favore delle tesi dèl
Governo di Sua Maestà Britannica senza
che mai sia apparso possibile n essun n ego·
zi~to efficiente.
Il. - Quando nelle riunioni del COMISCO, si è potuto arrivare a qualche risoluzione , il Labom· Party non l'ha mai presa
sul serio e non si è mai considerato vincolato a.d essa. Alla Conferenza di Londra
sull' internazionalizzazione della Ruhr, a
quella di Parigi sull'organizzazione della
Europa, sono stati votati testi precisi che
dicevano esattamente il contrario di .quel
che afferma oggi l'opuscolo del Labour Par.
ty. A Strasburgo, i delegati bburisti hanno
emess.o insieme con noi un voto in favore
della ·creazione .di un' .autorità sovranazionale europea « che abbia funzioni limitate
mil de i poteri reali nei limiti di tali funzioni :-» . Anche qui l 'Esecutivo laburista
ha-violato gli impegni che i suoi rappresentanti .avevano preso a. StrashurgQ. Peggio
AH
Cap. D
è proprio quella che la Chiesa cattolica ha
conosciuto alla fine 'del medio evo. Per il
fiatto ·d 'essere riuscita a rendere poco a poco umane le istituzioni medioevali e a penetrarle de] RUo spirito, la Chiesa si era a
poco a poco incarnata in esse. Quando queste istituzioni furono superate ddla evoluzione economica, la Chiesa, non avendo
saputo disimpegnarsi a tempo, divenne
clericale e reazionaria. Così i diversi partiti
socialisti sono arrivati al potere, sia djretta.
m ente, sia n ei governi di coalizion e, in un
quadro nj.lzionale, nel momento stesso in
cui questo quadro nazionale diventava un
ostacolo ali' evoluzione n ecessaria delle for·
ze produttive. La dottrina del socialismo
in un solo paese, di cui già Trotsky denun·
ciava in Russia gli inevitabili danni, diviene un'assm·dità completa n elle piccole
nazioni ,dell'occidente. Quelli che vi rP.stano attaccati, allo scopo lodevole di salvaguardare alcune conquiste sociali, sono
portati dalla forza delle cose a prendere
in politica estera posizioni sempre più conservatri"ci, contrarie allo spirito socialista
e all'ideale democratico.
Spetta ai socialisti restati fedeli :all'internazionalismo proletario, ai cristiani co·
scienti delle implicazioni profonde della loro fede, ai repubblicani fedeli all'ideale
Jaurès, di Briand, .di Blum, trarre le conclusioni necessarie. Oggi come oggi l' lnterna~ionale So·o ialista non es·i ste; bisogna
dunque crearla. Spetta .ai partiti socialisti
che ne avvertono la necessità e che sono
decisi a liberarsi dal prepotere burocratico
nazionale, spetta .ai repubblicani sinceri,
a tutti i .progressisti, qurtlunque sia l'organizzazione cui appartengono, prendere le
iniziative necessarie per raccogliere ovunque i veri socialisti internazionalisti e costituire con loro e tra loro il vero (( Partito
Socialista europeo >>.
AH
au-
contro1lati dalle commissioni dei 19 parlame:nti separati. Mano a mano che si costilttiranno l'Europa e la comunità atlantica,
noi andremo sempre p.iù verso delle ·decisioni prese su una scala che travalica di
molto il quadro nazionale e che darà luogo
ad una dittatura tecnocratica dei controlli
parlamentari. Ogni vera democrazia svanirà se non rioostituiremo la rapJ~resentanza
popolare nello stadio in cui si dis_çutono
i veri problemi, quelk dell'Europa , quello
dell'Atlantico.
Da parte nostra crediamo dunque fermam ente che, qualunque sia il quadro regionale nel quiile si lavora, nulla si farà se
non si si creeranno istituti che superino la
vecchia sovranità degli stati, capaci di decidere a maggioranza di voti, e se non li
renderemo responsabili di fronte ad Assemblee parlamentari designate il più rapidamente possibile direttamente dai popoli stessi, senza passare p er gli intermediari nazionali.
Su questi problemi fondàm entali, il partito laburista ha preso una posizione ch e
in Francia, per lunghi anni fu tenuta da
Déroulède, da Poincaré, da Tardieu e da
altri ispirati al nazionalismo di destra.
Si;tmo obbligati a dire che ciò non ha nulla
a che vedere nè col socialismo nè con la
democrazia.
EU
Presidenti britannici intestarsi a concedere
la parola soltanto alle persone che piaceva:no lonl·, ri:fiutarsi di metteTe ai veti i
testi p1·esentati dai loro colleghi, p erdere
delle ore a sottoporre senza posa delle carte
fabbricate da funzionari che avevano contro di loro, in b,flttuta, l'immensa maggioranza dei membri delle . commissioni. Ci
siamo trovati di fronte ad un sistema
tocratico che nessuno di noi è. disposto a
tollerare . Vediamo ora affermare non soltanto chè la pace non può essere co~truita
se non m ediante negoz.~ati tra governi sovrani, ma, inoltre, che i parlamenti non
possono riunirsi su piano i.n ternazionale ed
esercitare il loro potere di controllo. Ora,
c'è una realtà che balza oggi agli occhi di
tutti. I veri problemi non si po.n gono più
su piano nilzionale , ma su piano europeo
e internazionale. Quando Sta fford Cripps
ha riconosciuto la necessità di svalutare la
sterlina, non ha consultato il parlamento
britannico. E' andato a Washington. Quando noi stimiamo n ecessario organizzare
m eglio la nostra sicurezza, sono i tecnici
militari che negoziano fra loro. sotto il
controllo assai vago di alcuni ministri della
guerra. Che si tratti dell'esercito, ddl'unio.
ne d ei parlamenti, dello stesso piano Sclmmiln, è ben chiaro che, per la natura stessa
di questi problemi, essi non possono essere
9
UE
ì4 Ottobre 1950
" Com bat, per l'Europa
N el quadro · dJe.lle iniziative j~de1•alist~ i n
corso in; Frarncia, iV quo•t i,d iano p·arigino «Combai » .ha inizi,a1to la pubblicazion?_ di un Sttpplmnen to g ratuito a quattro p agine intj._era.
mente de;à!ic(lJto all' ~dea europea.
Il primo: supplemen.t o riporta due scritti po.
litici di1Lous Pauwels e; d i1 Charles Plisnierr e
la lette.ra ai deputati d' Europ:a1 dello ~crit tore
svizzero Demis d;e Rougemon.t.
Un'a ltra pagina è dedJica,ta a pensieri e giudJizi sull'unità europea d!i eminenti personalità: De Ga1speri e Spaak , Churchill e Silpn~.
AtUee e Van Zeeland.
Una grarrl!de carta ria'Ssun ti~ua delle risorse
eeo<n.omiche del monao àjmostra po.i: come la
unificazione d,e ll'economia europea porterebbe
a fare del nostro c.ontinen;te la più potemte de lle
forze nwrudiali, affrarnc.andolo dagli op posti
bl'occhi in lotta.
Una piccola antologia, del « mess,(l~gio europero » e un calendario delle tappe àell'un.i•jìcazione conti.?venta;le completano il :numero.
Il programma IÌ!i. « C ombat » prevede quattro grarmdJi refe:renilmm che vertwwnmo sulle
seguenti quBstio;n i: cc Cosa jacci:armo in FrancifT.
peq l'Europa ? >>; cc Qual' è Va potexnza delL'Europa . occidentale? » ; cc Quale può essere una
misUca europea? » ; cc Che cosq, pem•sano i popoli' d'Europ a?».
·...-
' lu
r6 settembre 1950
EUROPA FEDERATA
IL DISCORSO DI ALTIERO SPINELI I AL CONVEGNO DI BERLINO
:Jl ,pettcolo motta le pet l' Butopa
Se noi Europei non riusciremo a mettere accanto alL' America un'Europa federata libera, ricca, sicura di sè e forte,
se, come i topi dflla favola, ci lasceremo guidare solo dalLe amabili wusiche d11ll' acchiappatopi, senza preocotpttrci
del fatto che stiamo scivolando in un umiliante vassalfaggio, faremo la fine dei topi della favola.
UE
AH
EU
HA
dere trwnquillamente, poichè gli stìam o
aprendo noi. stessi le porte. O magari, per
paura eli lui, le aprùremo a n novi ,fti,!>ci sn ,i.
Koestlen ha ragione quando asseri scc
ch e tutti questi proble mi non rientrano
nell' antinomia socialismo>-capitalismo, sini.stra-destra; e l'inte•r vento di Hanon Li e
contro questa tesi ci ha i.nvolontariatn :mte
mostrato, pochi. minuti fa·, come si possa
assai bene come si possa. essere mstem e
socialiesta e conservatore.
Ma non si può per quest;o dire che tali
problemi siano scomparsi ed abbiano
perso valore . Su un piano diverso da
quello tradizimwle incom.bono su di noi,
e siamo costretti. a prender posizione di
front e ad essi .
E' L ei A rthur K oestler , per tutti questi fenorneni di degenerazione sol perchè
si trovano nel quadro della li bertà, per ..
ch è vivono insieme alla libertà culturale?
{Koestler interrompe : No !).
Ero sicuro ch e Lei avrebbe risposto no,
senzq, cercare scappatoie, puichè wut ltbertà è persa ed una cultura. m erita di
essere spazzata vin, se sopportano tali
cose.
So che si può rispon dere che di etro
l'Europa c'è l'America, la quale è sanu,
ricca, sicura eli sè e forte.
Ma se noi Eu,ropei non riuscire mo 11
m ettere accanto al'l' America un'EuropfL
federata libera, ricca, sicura di sè e forte ,
se , come i topi della, favola, ci lasc~renw
guidare solo dalle amabili musiche di li bertà dell' acchiappatopi , senza preoccnparci del fatto che stiam o scivolando i.n
nn umi linnte vassallaggio, faremo la /in e
d ei topi della favola. Ed anche l' A nwrica
sarà rovinata e trascinata nel vortice del
tot.alitari.smo , c01ne n ella tetre' profezia
di Orwell.
La libertà defila coltura può sip,uifìcare
due cose . Può essere uno slogan, come ~
dodici punti di Wlson, come la Carta
Atlantica; uno slogan della, lotta fra la
parte del mondo ch e è diventata totalitaria e que lla ch e l'o sta diventando.
Oppure può. essere Lo st,r wnento che occorre per guarire la malattid del totalitarismo che serpeggia nelle nostre ossa, p er
pace, ma per cui siamo pronti a combattere noll solo manipoli. di desperados m a
i popoli tutt'interi.
Per quale libertà culturale Lei è, Arthur J( oestler? per la steri'le libertà -parola d'ordine propagandistica - condannata a svu·o tarsi sempre più dii ogni
senso; o per la libertà che bisogna difen·
de re perchè sa costruire dei mondi?
E' questa la nostra vera. alternativa.. E
qui occorre decidersi. Qui la vostra parola.
sia sì, si; no, no, poichè tutto il resto è
del Maligno.
EU
HA
UE
Con la de cisione di. uno che ha vissuto
l'esperienza cof!l,unista e
che l' ha superata, ma che ha conservato
qualcosa della durezza comunistn, A rthur Koestler ci ha esortati a dire di fronte al problema posto dal contrasto fra i l
mondo della libertà e quello del tJolscevismo un semplice e chiaro Sì, Si, No,No.
Con ·· la stessa decisione , avendo fatto la
stessa sua esperienza, gli ri.sponderò.
Sì, bisogna respingere ogni compromesso , dichiararsi dalla parte della li-bertà, essere pronti a dare tutte le proprie
forze, a 1nettere in gioco la propria vita
per affermarla. Qualcuno di noi l' ha già
fatto qualche volta, e potrebbe ripeterlo.
Potre1nÒ ancora una volta fare gli eroi:
è così barbaricamente facile fare l'eroe,
molto più facile che voler essere pro;;a.içn·
mente uomo.
Ma potrebbe accader·e che, &opo ·<e!>•;er.si
prepara1ti a far e gli eroi, al momento della
suprema decicione, questa Europa libera
ri.sultasse altrettanto ·i nteriormente putrida quanto lo erano nel 1940 la Francia
e nel 1949 la Cina. In tal caso le no:;tre
individuali d eoisioni di batterci fino all'estremo resterebbero certamente valirle,
poichè abbiamo dato qualche prova. di
saper ntantene_re gli irnpegni presi dinnanzi a noi stessi. Ma tutto intorno a noi
se ne andrebbe in polvere, senza capacità
alcuna di resistere.
Ora., troppo marcio antiquato' esiste ancora i.n questa nostra civiltà occidentale,
ed è in questo marcio che serpeggia la
malattia del totalitarismo.
Voi ricorderete che molti i.ngenui prmsavano dieci e venti anni fl1 che il fasci.snw
ed il na:zismo fossero specifiche nwstr!IO·
sità dell'Italia e della Germania, che dall' al't.r.a parte ·vi foss ero solo la de m ocrazia,
la libertà, la · cultura. E fu una amara
delusione , quando si vide che il fascismo,
i1 nazismo, le SS, i picco·l i Hitler c l~u.s ­
.~olini erano anche i Fmncesi, Belgi, Olandesi., Norvegesi, e che l'urto 'litlo-iano
era solo stato l'occasione per farli appa·
rire itlla luce del sole .
Allo stesso modo l'impulso aJ totalitarismo esiste oggi in noi stessi, nella nost1a
civiltà. E chi conosce da vicino l'animo
d ei c01nunisti , sa che essi non sono co·m e
Hi.tler tori selvaggi che si precipitano impetuosamente sul primo panno rosso che
vedono. E ssi sono furbi. e tenaci. Per briorru, mesi , t.aini. e decenni seguono la preda;
attendono finchè sia stanca e morente, c
solo allora l' attaccano e ne vengono a
capo. Fino à quel momento essi si atteg·
.~piritualmente
giano come partigiani de lla pace, come
amici della libertà, come patrioti; nel mio
paese persino come p ii cristiani.
Se le cose stanno così - e stanno così - ; se la twstm civiltà è malata, ed i
nemici attendono pazientemente fi;rw al
momento in cui la decomposizione sia abbastanza progredita - allora che significato può avere, Arthur Koestler, il suo
e,roico, tn'a ingenuo atteggi~meuto?
A ll'ultinw m omen to Lei forse si accorge ·
rebbe di stare combattetulo per salvare un
cadavere .
Il primo pericolo è in noi stessi . E'
qui, in questo posto avanzato della nostra
ci.viltà, abbia!]w il dovere di dire ai. Berlinesi che, se le rovine materi.ali suno
nell'occidente meno gravi che qui, . quelle
spirituali sono altrettanto e forse più :;,ravi. ancora che qui.
E se noi che siamo riuniti qui a B erlino abbiamo un impegno da prendere ,
esso deve consistere n èlla decisione di fare
tutto il possibile per realizzare un' Eu·
ropa sana e unita, poichè questo è l'unico
metodo buono per tener lontana la valanga del ~o·tali tarismo com1,tnista, Lontana,
a.{lche da Berlino'. Altrimenti ci è risen·alo
·e ntro un non, lontano futuro il destino
della Cina eli Ciang-Kai·Schek.
Guardiamo le cose così come sono , con
sguardo chiaro di uomin,i e nori con l'impetuoso eroico animo eli bambini . Quando
sedici paesi vivono dell'elemosina ameri.cana, e preferiscono di vivere così, pvichè
non hanno il coraggio di riunirsi, rinunziando alle loro ridicole sovranità ed agli
i.n teressi 1wzionali che a queste sono connessi; quando il governo di. un paese che
ha. a.vu.to i p iù grandi meri ti per la nostra
salvezza dal nazismo, si dichiara rluratnl!n te e freddamente per il socialismo in
u.n paese solo e per il mantenimento del
presente eli sordine europeo; quando si è
in una situazione in cui si d eve sopportare
un Franco; quando in questo e quel p a:ese
accanto alle mene comuniste si profila
una rinascita, fa scista e nazisia; quando
in tutti i nostri paesi vediamo che c'e
una continua pressione affinchè i governi
ricorrano a misure inflazionistiche, o , pe r
impiegare la moderna ipocrita espres~ :on e
ltcl una politica nazionale di fn n e m.
ployement, perchè su scala ·naz-ionale non
è possibile realizzare un sall!O implil'so produttivo; quando si sprecano miliar·
di europei e americani per armare scioçca.mente rachitici esèrciti 1UJ,ziona.Zi e si
lascia insieme indifeso e disarmato Wl
paese come la Germania, perchè non si
ha il coraggio di creare un esercito europeo; quando accade tutto ciò, e molte aZ.tre cose ancora- ma la lista è già troppo
lunga - allora, ciò significa che la decomposizione è in noi, e che Stalin può atten-
AH
Pubblichiamo il testo del discorso pronun1eì<a;to da. i\Jtiero
Spi~ellì al Convegno per la Libertà d ella Cultura, tenntosi
recentemente a Berlino.
....
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