L’esercito per Roma fu sempre un elemento molto importante
non solo sul fronte bellico, ma divenne il vero e proprio fulcro
della cultura e della vita dell’ intera città.
Tradizionalmente l’esercito di Roma è nato quando Romolo
fondò la città ed era formato dai componenti delle tre tribù
originarie di Roma.
Inizialmente combatteva in modo simile a quello della
falange greca ed era composto da uno schieramento di nobili
armati in modo differente in base alle possibilità economiche
di ognuno. L’unica differenza radicale a livello di fazioni era
quella tra fanteria e cavalleria ; infatti i cavalieri erano coloro
che erano tanto ricchi da permettersi un’armatura pesante ed
un cavallo.
Dopo le sconfitte nelle guerre con i Sanniti , culminate con
l’episodio delle «Forche Caudine», l’esercito di Roma subì un
cambiamento radicale per quanto riguarda il tipo di armamento,
che si alleggerì molto, e la divisione in schiere all’interno della
fanteria. Infatti la fanteria fu divisa in varie classi con compiti e
peculiarità specifiche:
 Hastati: i più giovani dell’esercito, armati di lancia, a loro
spettava il compito di sostenere il primo impatto con le fila
nemiche.
 Principes: soldati esperti, che costituivano il nerbo della fanteria.
 Triarii: i soldati in terza linea
 Veterani: soldati anziani, che assicuravano solidità ed
intervenivano in caso di necessità.
 Velites: arcieri armati in modo leggero, erano sparsi tra la fanteria
e davano supporto.
Un’ altra riforma fondamentale per la
storia dell‘esercito di Roma è stata
quella operata da Caio Mario, che
introdusse la figura del comandante
militare. Fino ad allora le legioni erano
state comandate dai consoli e non da
un personaggio esterno, ma la vera
novità
fu
l’introduzione
dell’arruolamento
volontario,
che
permise anche ai provinciali di entrare
a far parte delle legioni e di ottenere
così la cittadinanza. Ciò rese l’esercito
uno strumento di mobilità sociale, ma
aprì anche le porte all’ ingresso dei
provinciali nelle fila dell’esercito,
fenomeno che poi non sarà più
controllabile e causerà la caduta
dell’impero d’Occidente.
Il crescente potere dell’esercito permise
a diversi comandanti e strateghi di
mettere in luce le proprie qualità.
Primo tra tutti Cesare.
Cesare non modificò la struttura
dell’esercito, ma sviluppò molto le
tattiche militari, che poi in seguito
avrebbero fatto la fortuna dell’impero,
ad esempio la marcia di due colonne su
un unico obiettivo.
Il merito più grande di Cesare è quello
di
aver
saputo
utilizzare,
all’occorrenza,
sia
le
tecniche
tradizionali,
sia
quella
meno
convenzionale del logoramento, già
utilizzata dal console Fabio Massimo
contro Annibale.
L’imperatore Diocleziano e, dopo
di lui, Costantino trasformarono la
composizione
e
la
finalità
dell’esercito
portandolo da un
esercito di fanteria adatto alla
conquista, ad uno di cavalleria con
attitudini prettamente difensive.
Infatti difendere i confini era la
preoccupazione principale degli
imperatori a partire da Traiano, che
portò Roma al suo massimo
splendore.
La Flotta
Nonostante non abbia mai
goduto
di
grande
considerazione presso i Romani,
la flotta era un reparto molto
importante nelle azioni belliche
di Roma. La tradizione vuole
che i Romani abbiano imparato
come costruire navi da guerra
osservando un relitto di origine
cartaginese. Grazie alla loro
straordinaria attitudine pratica,
riuscirono a trasformare il modo
di combattere in acqua. Infatti
montavano sulle loro navi un
corvus, strumento che serviva
per agganciare le navi nemiche e
così trasformare il conflitto da
navale a terrestre.
Il gladio iberico, un’arma letale nel
corpo a corpo, con una lama corta e
larga ,che permetteva grande
manovrabilità.
Elmo da centurione, facilmente
distinguibile , per via della
striscia trasversale, era
indossato dai comandanti delle
centurie.
Corazza a lamine, era molto più
leggera di quelle
precedentemente usate in ferro
ed offriva un ottima resistenza .
Scutum, con un anima di ferro
ed un rivestimento di legno,
resisteva ai colpi dei nemici in
modo efficace.
Pilum, tipico giavellotto da legionario;
ogni soldato ne portava due, una volta
lanciati si deformavano e non erano
riutilizzabili dal nemico.
Caliga-ae, tipici calzari da
legionario.
Macchine
belliche
L’esercito
di
Roma si è spesso
trovato
ad
assediare le città
nemiche e per
queste occasioni
utilizzava
una
vasta gamma di
macchine
belliche, tra le
quali
baliste,
rampe, arieti e
torri mobili.
Mario Di Napoli
Alessio Mitilini
2 A liceo scientifico
Luca Martinelli
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l`esercito romano