a cura di
Mi opero di
Lucio Buratto
CATARATTA
CAMO
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
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Ogni anno in Italia più di quattrocentomila persone vengono sottoposte ad intervento chirurgico per cataratta
e nella grande maggioranza dei casi con ottimi risultati.
Scopo di questo opuscolo è di spiegare in maniera semplice cos’è una cataratta, come si manifesta, quali sono le tecniche per operarla, quali sono i cristallini artificiali più idonei a permettere
un buon recupero della funzione visiva e come si
deve comportare il paziente nel decorso postoperatorio per facilitare la guarigione dell’occhio.
Spiega anche quali sono i rischi e le complicazioni
dell’intervento.
Raccomando perciò di leggerlo con molta attenzione.
Prima dell’intervento è indispensabile che il paziente legga, comprenda e firmi il Consenso Informato. Esso autorizza il chirurgo ad eseguirlo e informa il paziente sui vantaggi e sui
rischi che esso comporta. Il consenso informato
non esonera il chirurgo dalle sue responsabilità.
Chi non desidera leggere tutto il fascicolo dovrebbe
per lo meno consultare la seconda parte, dalla pagina
36 alla 40.
Lucio Buratto
Il presente libretto viene stampato ad uso
esclusivo dei pazienti in cura presso
il Centro Ambrosiano Oftalmico
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ANATOMIA DELL’OCCHIO
L’occhio si compone di varie strutture anatomiche ognuna delle
quali deve avere caratteristiche ben precise per consentire una
visione corretta.
La parte anteriore è costituita dalla cornea, una struttura di forma
convessa formata da tessuto trasparente; proprio sulla cornea
viene eseguita la maggior parte degli interventi “rifrattivi” che consentono cioè la correzione dei difetti di rifrazione (miopia, astigmatismo, ipermetropia).
Ai lati la cornea si continua alla periferia con un tessuto quasi
bianco, la sclera.
Appena dietro la cornea c’è l’iride; quando si dice che una persona ha gli occhi azzurri ecc. ci si riferisce appunto al colore dell’iride.
L’iride ha al centro un foro che è la pupilla, il diametro della quale
varia con l’intensità della luce ambiente regolando così la quantità
di luce idonea all’occhio per vedere correttamente.
Dietro la pupilla e l’iride c’è il cristallino; si tratta di una lente trasparente, un po’ più grande di una lenticchia.
Il cristallino ha lo scopo di filtrare e convergere la luce che entra
nell’occhio in modo da convogliarla sulla retina; il cristallino ha la
proprietà di cambiare la sua forma e quindi la distanza focale della
Il cristallino è una piccola lente situata all’interno dell’occhio: esso
si compone di:
a. Capsula - b. Corticale - c. Nucleo esterno - d. Nucleo centrale
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luce che entra nell’occhio (processo di accomodazione); in tale
maniera l’occhio è in grado di mettere a fuoco un oggetto situato
a varie distanze, sia esso lontano o vicino.
Dopo i 40 anni il cristallino perde progressivamente la sua capacità di mettere a fuoco gli oggetti vicini (ad esempio i caratteri
della scrittura); è l’inizio della presbiopia, un fenomeno naturale di
senescenza del cristallino.
Se il cristallino diviene opaco in parte o completamente si ha
la cataratta; in una tale evenienza occorre procedere chirurgicamente; per creare delle condizioni visive il più possibile vicine a
quelle di un occhio normale, è importante inserire un cristallino
artificiale al posto di quello opaco che è stato rimosso. Dietro il
cristallino, c’è il vitreo, una sostanza gelatinosa e trasparente che
riempie tutta la parte centrale posteriore dell’occhio.
Anatomia del bulbo oculare: si evidenziano le varie strutture che
compongono l’occhio
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Sulla superficie posteriore dell’occhio, internamente, è situata la
retina che è la membrana visiva dell’occhio; paragonando l’occhio ad una macchina fotografica essa ha le stesse funzioni della
pellicola. La parte più importante, dal punto di vista visivo, della
retina è la macula; è con la macula che uno legge, lavora al pc,
guida la macchina. Se la macula subisce alterazioni (DMLE Degenerazione Maculare Legata all’Età) si ha una riduzione, anche
consistente, della capacità visiva.
La luce dopo esser passata attraverso la cornea, la pupilla, il cristallino, il vitreo raggiunge la retina; qui stimola alcune speciali
cellule chiamate fotorecettori; esse trasmettono lo stimolo ad altre
cellule che attraverso dei prolungamenti vanno a formare il nervo
ottico.
Il nervo ottico è costituito da prolungamenti delle cellule retiniche
e trasporta gli impulsi nervosi dalla retina al cervello.
Il cervello in una sua area chiamata corteccia visiva riceve gli
impulsi nervosi dall’occhio, li elabora e ne permette la loro identificazione. Solo a questo punto si può parlare di visione e perché
ciò avvenga correttamente è necessario che tutte le strutture fino
ad ora menzionate siano integre e funzionanti.
Da un punto di vista strettamente rifrattivo, cioè ottico, le due
strutture più importanti sono la cornea ed il cristallino; ed è su
queste due che si può agire chirurgicamente per modificare la rifrazione di un occhio e quindi correggere i cosiddetti difetti di vista
(miopia, astigmatismo, ipermetropia) e talora anche la presbiopia.
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CAUSE DI INSORGENZA DELLA CATARATTA
La cataratta è la principale causa di
cecità, trattabile, in Italia e nel mondo.
Consiste nella opacità parziale o totale del cristallino, una piccola lente
situata all’interno dell’occhio.
Per comprendere come questo opacamento possa interessare la visione,
si può paragonare l’occhio ad una
macchina fotografica. Sia l’occhio
Occhio con pupilla dilatata di colore
che la macchina fotografica hanno
uniformemente nero, come appare in
lenti di focalizzazione: la lente della
un occhio privo di cataratta
macchina fotografica focalizza e trasmette l’immagine sulla pellicola così
come la cornea e il cristallino dell’occhio focalizzano l’immagine sulla retina.
Se la lente dell’apparecchio fotografico è parzialmente o totalmente opaca, la luce passerà in maniera insufficiente e la pellicola fotografica verrà
impressionata male, quindi le fotoOcchio con cataratta centrale poste- grafie saranno scadenti; egualmente
riore: è quella più fastidiosa: la cata- quando il cristallino è opaco la
ratta è l’opacità biancastra situata al luce verrà parzialmente arrestacentro della figura
ta, per cui la visione diventerà
opaca, nebbiosa e indistinta.
La cataratta è un fenomeno che interessa soprattutto le persone
in età avanzata; le probabilità di avere una cataratta aumentano
quindi con il passare degli anni ed il fenomeno è frequente soprattutto oltre i sessant’anni. I miopi l’hanno più frequentemente e più
precocemente.
Essa comunque non è una patologia esclusiva dell’anziano; esistono infatti anche cataratte congenite cioè presenti alla nascita e
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Esempio di visione di un occhio sano
e privo di cataratta: tutto appare limpido e chiaro
Esempio di visione con i colori alterati
in un occhio con cataratta di media
densità; gli oggetti osservati appaiono decolorati ed anche offuscati
Esempio di visione con i colori alterati
e visione offuscata in un occhio con
cataratta piuttosto densa
cataratte di varia origine come quelle da esposizione prolungata a fonti di calore intense, quelle da traumi
locali e generali; ci sono poi le cataratte secondarie a forme patologiche dell’occhio (glaucoma, uveite) o
dell’organismo (cataratta del diabetico, cataratta da scarsità di calcio); relativamente frequenti e precoci sono
inoltre le cataratte nelle miopie elevate e quelle indotte da assunzione di
farmaci utilizzati localmente o per via
generale (cataratta da cortisone).
Sintomi avvertiti dal paziente con
cataratta
Il sintomo più comune è l’abbassamento progressivo e graduale
della vista: il paziente si accorge
che la visione si oscura e si annebbia,
perciò incontra difficoltà a leggere, a
vedere la televisione, a distinguere
oggetti posti a modesta distanza, a
guidare specialmente di notte (per effetto di abbagliamenti) ecc.
Frequente è anche la percezione alterata dei colori.
La cataratta talvolta impiega solo
qualche mese per svilupparsi, ma
il più delle volte il processo richiede
anni; a volte causa disturbi già all’inizio, altre volte invece passa inosservata per mesi e mesi senza provocare alcun fastidio. L’opacamento del
cristallino può inizialmente interessare una piccola zona e allora interferisce poco con la visione oppure può
interessare tutto il cristallino riducendo la vista in maniera più drastica, sia
come quantità che come qualità . Un
altro disturbo, che spesso il paziente
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avverte, è un cambiamento dell’occhio verso la miopia per cui
viene percepito un miglioramento nella capacità di leggere ; ne
deriva la necessità di cambiare con una certa frequenza il potere
della lente dell’occhiale.
Non rara è pure la percezione di immagini sdoppiate e la
presenza di aloni intorno alle sorgenti di luce (fari, lampade,
ecc.); frequente è pure il fastidio alla luce intensa.
Questi sintomi di abbassamento o di cambiamento nella qualità
della visione sono importanti segnali e non vanno trascurati; la
cosa più saggia è recarsi dal medico oculista per un parere.
Poiché i primi disturbi provocati dalla cataratta possono facilmente essere confusi con sintomi di altri problemi oculari, solamente
un dottore specializzato in oculistica può diagnosticare la cataratta e raccomandare l’appropriato trattamento.
Una volta che è stata diagnosticata una cataratta è necessario
avere regolari controlli periodici; la visita permette al paziente e
all’oculista di sapere a che punto è la cataratta e quindi di scegliere il momento opportuno per l’intervento.
La cataratta solitamente prima si sviluppa in un occhio ma poi
compare quasi sempre anche nell’altro.
Nei pazienti affetti da cataratta è frequente il fastidio alla luce
intensa
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La decisione di operare
La decisione di eseguire l’intervento chirurgico viene presa in
base a diversi fattori; occorre considerare lo stato di “maturazione” della cataratta, la capacità visiva dell’occhio, ma dipende soprattutto dall’ostacolo che la cataratta oppone ad un corretto uso della vista; per la maggior parte delle persone anche
un leggero abbassamento di vista è inaccettabile: esse vogliono
vedere nitidamente per leggere, guidare, lavorare; questi pazienti
hanno quindi necessità di operarsi precocemente.
Altri preferiscono, sebbene l’intervento eseguito precocemente
sia più semplice e comporti numerosi altri vantaggi, attendere il
più possibile.
L’intervento comunque non deve essere ritardato troppo perché
la cataratta può indurre danni all’occhio; inoltre occorre considerare che una vista ridotta, oltre a rendere difficoltose diverse
attività quotidiane ed indurre un senso di insicurezza, aumenta il
rischio di cadute e quindi di fratture, particolarmente pericolose nelle persone anziane.
Il paziente inoltre deve essere a conoscenza del fatto che la cataratta può essere operata anche quando non è giunta a
completa maturazione; egli non deve cioè
attendere che la visione
sia molto bassa per operarsi; così facendo evita
quella lenta progressiva e
fastidiosa menomazione
dovuta all’abbassamento continuo progressivo
della visione.
Solitamente la cataratta La cataratta più è densa più rende
viene operata in un oc- la visione sfocata, priva di dettagli, il
chio per volta e si ope- che può rendere la guida insicura e
ra per primo l’occhio con pericolosa, soprattutto di notte
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l’opacità più avanzata in modo da conservare la visione dell’altro occhio per il periodo successivo all’intervento; dopo qualche giorno o qualche settimana è bene operare il secondo
occhio. Naturalmente la visione è migliore quando ambedue gli
occhi sono stati operati; non solo ma c’è maggior senso di profondità, miglior valutazione delle distanze e maggior percezione
dei colori; maggior capacità di lettura e miglior equilibrio visivo.
Il trattamento della cataratta
Allo stato attuale non esiste un trattamento medico o farmacologico valido per prevenire o evitare la formazione della cataratta,
essa quindi può essere asportata solo con un intervento chirurgico. Con esso si rimuove il cristallino opacato.
Quando la cataratta è stata rimossa, la luce può entrare nuovamente nell’occhio liberamente; ma esso, per focalizzare correttamente la luce sulla retina, cioè per vedere nitidamente, ha bisogno
di un’altra lente che sostituisca quella opaca che è stata rimossa.
Ci sono tre metodi ottici per compensare la mancanza del cristallino umano rimosso:
•lente per occhiale: raramente utilizzata
•lente a contatto: raramente utilizzata
•cristallino artificiale o lente intraoculare; quest’ultimo è di gran lunga il metodo migliore.
Per estrarre la cataratta si utilizza:
•la tecnica della facoemulsificazione coadiuvata o meno dal laser
a femtosecondi.
Nella facoemulsificazione tradizionale, la cataratta viene frammentata dentro l’occhio e contemporaneamente i frammenti vengono
rimossi mediante un sistema di irrigazione e aspirazione Inizialmente viene asportato l’involucro anteriore della cataratta (capsula anteriore) e poi viene frammentata e aspirata via la parte
centrale (il nucleo e la corticale); l’involucro posteriore (capsula
posteriore) viene ben deterso e lasciato in sede per costituire il
supporto alla lente intraoculare.
L’intervento viene sempre eseguito al microscopio operatorio, generalmente in anestesia locale.
La facoemulsificazione, fra tutte le modalità per operare la catarat-
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ta, rappresenta la tecnica più sicura
e precisa di chirurgia della cataratta;
è anche la metodica che comporta la
guarigione più rapida ed il recupero
visivo più precoce, specialmente con
tutte le innovazioni introdotte negli ultimi anni (laser a femtosecondi e cristallini pieghevoli).
Rimozione del nucleo della cataratta
con gli ultrasuoni del facoemulsificatore
La facoemulsificazione presenta numerosi altri vantaggi:
•trauma chirurgico ridotto per la limitata apertura (2,0 - 2,5 mm); ne
deriva anche una rapida guarigione dell’occhio;
•recupero visivo rapido: in parecchi casi l’occhiale, se necessario, viene prescritto tre-quattro giorni dopo l’intervento;
•nella gran parte dei casi l’intervento non richiede l’applicazione di punti di sutura per cui non ci sono fastidiose irritazioni
locali dovute alla sutura e non occorre rimuovere i punti;
•predispone molto bene ad un impianto di cristallino artificiale da camera posteriore;
•riabilitazione generale rapida: l’operato può riprendere dopo
pochi giorni la sua abituale attività; ciò è molto importante per
i pazienti che svolgono ancora attivamente un’attività lavorativa;
•abolizione del ricovero ospedaliero: ne deriva che la gran parte
dei pazienti può essere operata in ambulatorio;
•bassi rischi e/o complicazioni: le emorragie chirurgiche e
post-chirurgiche sono rare essendo il taglio corneale molto piccolo (importante soprattutto per i diabetici e per molti cardiopatici);
•mobilizzazione immediata: il paziente dopo l’intervento non ha
cioè bisogno di stare immobile a letto e ciò è importante per certi
pazienti (bronchitici, prostatici, cardiopatici, ecc.);
•l’occhio operato non viene bendato o viene bendato per un solo
giorno;
•l’intervento può essere eseguito in anestesia locale e per la
maggior parte dei casi in anestesia topica cioè con anestesia a
base di soli colliri (cioè senza iniezioni).
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Il LASER A FEMTOSECONDI
NELL’OPERAZIONE DELLA CATARATTA
La nuova frontiera per l’intervento di cataratta si chiama laser a
femtosecondi, una tecnica che operando con impulsi laser della
durata del miliardesimo di secondo consente di eseguire il taglio
necessario per accedere al cristallino opacizzato e quindi incidere
l’involucro della cataratta e frammentare la sua parte centrale dura.
Si tratta di una tecnica rivoluzionaria che la scienza, in continua evoluzione, ha messo a punto qualche anno fa; esso consente una
precisione d’intervento, una sicurezza operativa e un decorso
operatorio e post-operatorio più semplici con una guarigione
più veloce ed un migliore recupero visivo dell’occhio operato.
Come si svolge l’intervento a femtosecondi
Nella chirurgia della cataratta come solitamente viene svolta oggi
con facoemulsificatore (frammentazione della cataratta ad ultrasuoni) esistono diversi passaggi chirurgici. Si parte con l’incisione
corneale che serve al chirurgo per penetrare all’interno del bulbo
e rimuovere la cataratta; essa viene eseguita con un sottile bisturi;
poi si procede con un ago ripiegato o con una pinza appuntitaall’apertura dell’ involucro anteriore della cataratta per arrivare alle
porzioni opache interne del cristallino (nucleo centrale della cataratta), quindi si frantuma il nucleo stesso con una sottile cannula
che vibra a velocità ultrasonica (facoemulsificazione); i frammenti
poi vengono aspirati con un sistema di irrigazione ed aspirazione
prima di introdurre il cristallino artificiale morbido nel sacco capsulare, cioè all’interno dell’involucro della preesistente cataratta.
Il laser a femtosecondi agisce in varie fasi dell’operazione; innanzi
tutto consente di eseguire il taglio del tessuto corneale monitorando con precisione la sua estensione e profondità (quindi non
più il bisturi!); per quanto riguarda la cataratta vera e propria, consente il taglio dell’involucro anteriore (e quindi non più aghi dentro
l’occhio!) per il raggiungimento della porzione centrale dura della
cataratta (nucleo) e come ultimo passaggio, di frantumare la ca-
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taratta stessa per la sua successiva rimozione con la facoemulsificazione.
Questo passaggio della frantumazione laser è utile soprattutto
nelle cataratte dure nelle quali la procedura di emulsificazione del
cristallino con ultrasuoni è più difficoltosa e può presentare dei
rischi di lesioni delle strutture vicine.
La frantumazione della cataratta con laser a femtosecondi riduce
(ma non elimina del tutto) l’utilizzo della frammentazione classica
fatta con la sonda ad ultrasuoni del facoemulsificatore che, comunque, allo stato attuale della chirurgia con femtolaser è ancora
necessaria; poter usare il laser è comunque un grande vantaggio
perché minore è la manipolazione meccanica all’interno dell’occhio, minore è il rischio che le strutture oculari possano soffrire per
l’intervento.
Inoltre le incisioni del laser sulla cornea, oltre ad essere eseguite
con un raggio di luce invece che con un bisturi, sono molto esatte,
al millesimo di millimetro, nette e facilmente programmabili ( sia
come forma , dimensione , profondità ed estensione ) e riducono il
problema del possibile astigmatismo corneale, indotto dall’operazione, con possibilità anche della correzione di quello preesistente.
La incisione dell’involucro che avvolge la cataratta può essere programmata dal chirurgo che quindi può ottenere una apertura estremamente precisa per diametro, forma e centratura; il tutto con una
precisione ed una accuratezza decisamente superiore a quella di
un bravo chirurgo. E ciò senza usare strumenti chirurgici.
Il materiale catarattoso viene frammentato per cui diventa più facilmente rimovibile, in tempi più brevi e utilizzando minor energia e minori liquidi durante l’intervento stesso ; il tutto si traduce in un minor trauma chirurgico e di conseguenza in un decorso postoperatorio più tranquillo.
Non più lame, non più bisturi e non più aghi od altri strumenti taglienti nella nuova operazione con il laser!
Altri vantaggi del laser
Il vantaggio nell’utilizzo del laser in altri passaggi chirurgici dell’operazione è sicuramente la precisione del taglio, la sua programmabilità e prevedibilità, la sua riproducibilità, la maggior possibilità
di pianificazione.
Nella chirurgia della cataratta, come in altra chirurgia dell’occhio e
come in altri atti chirurgici, la precisione del laser sostituisce e
sempre più sostituirà l’atto chirurgico attualmente fatto dalla
mano del chirurgo con i taglienti (lame, bisturi,aghi, pinze etc).
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La fase con il laser a femtosecondi: il
chirurgo fornisce al tecnico laser le indicazioni per una corretta programmazione della procedura laser in funzione
del caso clinico. É un tempo chirurgico
non sterile
Il laser esegue l’OCT,una specie di
TAC dell’occhio ed in particolare della
cataratta e, con esso, l’operatore può
programmare profondità ed estensione
dell’attività laser all’interno dell’occhio
Il raggio laser esegue l’incisione dell’involucro anteriore della cataratta (la capsulotomia) in modo molto preciso ed
accurato
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Emissione del laser all’interno del nucleo della cataratta (la parte più dura
ed opaca) per dividerlo in quadranti e
prepararlo alla rimozione con il sistema
ad ultrasuoni della facoemulsificazione
Il laser esegue infine le incisioni necessarie al chirurgo per rimuovere i frammenti di cataratta ed inserire il cristallino
artificiale
Il facoemulsificatore rimuove più facilmente la cataratta trattata prima con il laser
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I vantaggi del laser
Sostituisce alcuni strumenti chirurgici invasivi ( lame , bisturi, aghi..);
quindi chirurgia senza lame!
L’accuratezza, la precisione, la riproducibilità del laser è superiore
alla microchirurgia eseguita manualmente
Il laser è controllato da una specie di scanner che programma la
miglior profondità e l’estensione del suo lavoro; ciò aumenta la standardizzazione e riduce il rischio di complicazioni.
La “luce laser” è più delicata rispetto alla tecnica chirurgica standard di facoemulsificazione a ultrasuoni eseguita di routine oggi
(con risultati, per la verità, ottimi).
Come funziona il laser a femtosecondi
Il laser, che lavora in femtosecondi, emette l’energia focalizzata in
un punto piccolissimo, ciò vaporizza una micro porzione di tessuto; con migliaia di vaporizzazioni, una vicino all’altra, su un piano
orizzontale, si ottiene la separazione di tessuto equivalente ad un
taglio orizzontale; emettendo le vaporizzazioni in piano verticale,
si ottiene un’incisione. Un taglio di una cataratta richiede circa un
milione di impulsi laser di circa 2-3 micron (millesimi di millimetro)
ciascuno; il tempo necessario per il taglio è di circa 60 “.
Il trattamento laser vero è proprio è preceduto da alcune minuziose ed accurate misurazioni di tutte le strutture oculari su cui esso
dovrà agire; ciò avviene mediante un esame chiamato tomografia
a coerenza ottica (una specie di TAC dell’occhio)
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A CIASCUNO IL PROPRIO CRISTALLINO
L’operato di cataratta se vuol avere una visione distinta dopo l’intervento deve ricorrere ad una correzione ottica; questa, come è
stato precedentemente detto, può essere di tre tipi: occhiali, lenti
a contatto o cristallino artificiale.
Il metodo più valido e più efficace per restituire una visione
soddisfacente ai pazienti operati di cataratta è quello che
prevede l’utilizzazione di un cristallino artificiale (o lente intraoculare).
•Occhiali: l’occhiale per l’operato di cataratta (occhiale da afachia) è pesante, antiestetico e le lenti producono un notevole
ingrandimento dei bulbi oculari del paziente che sembra avere
“occhi da bue”.Il ricorso all’occhiale da afachia dopo l’intervento
è ormai raro.
•Lenti a contatto: anche l’uso delle lenti a contatto per correggere l’afachia è un metodo in via di abbandono per varie ragioni:
- difficoltà di adattamento
- scarsa tolleranza
- difficoltà di maneggiamento per il paziente anziano
- necessità di sostituzione periodica
- impossibilità di tenerle per tutto il giorno
Le lenti a contatto rimangono invece molto valide per correggere
altri difetti di vista, quali ad esempio la miopia quando non sia
possibile fare l’intervento con il laser ad eccimeri.
•Il cristallino artificiale o IOL (Intra Ocular Lens) è una piccola lente di plastica che viene inserita all’interno dell’occhio dal
chirurgo durante la fase terminale della seduta operatoria necessaria per la rimozione della cataratta; esso viene collocato per lo
più proprio nella posizione originalmente occupata dal cristallino
umano (cristallino da camera posteriore).
La lente intraoculare, quando è correttamente inserita in un oc-
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chio idoneo, è perfettamente tollerata e non comporta fenomeni
di rigetto; inoltre il materiale con cui è costruita è pressoché inalterabile nell’arco di vita del paziente per cui essa è utilizzabile anche
in pazienti giovani.
Questa lente, una volta posizionata, rimane fissa entro l’occhio e
non richiede di essere pulita o sostituita; essa rimpiazza il cristallino naturale opacato (cataratta) e restituisce all’occhio una visione
pressoché naturale (a condizione che le altre strutture dell’occhio
siano sane).
Salvo poche eccezioni, tutti i pazienti sono idonei all’impianto di
un cristallino artificiale; sta però all’oculista decidere se e quando
utilizzarlo.
Il cristallino artificiale può essere rigido o morbido; ambedue funzionano ottimamente.
Attualmente si preferisce il cristallino morbido perché potendo essere piegato può essere inserito attraverso un’incisione molto piccola; in tal modo nella maggioranza dei casi si può evitare
l’applicazione di punti di sutura (quando si inserisce quello rigido
invece occorrono dei punti) e, quindi, la loro rimozione.
Trenta milioni sono i cristallini artificiali inseriti negli ultimi
due anni nel mondo. Oltre settanta milioni inseriti a livello internazionale dalla data della loro invenzione. In Italia sono circa due
milioni e mezzo i portatori di un cristallino artificiale.
Il cristallino artificiale è probabilmente la più importante innovazione nella moderna oftalmologia se si considera il miglioramento nella qualità della vita portato a così tanti milioni di persone.
Ma non tutti i pazienti sanno che
oggi ci sono cristallini e cristallini.
Cosa vuol dire? Oltre a differenti materiali, forme e dimensioni,
sono disponibili cristallini capaci di
offrire prestazioni particolari, per
rispondere a specifiche esigenze
del paziente.
I cristallini pieghevoli sono prodotti in
vari materiali, tra cui silicone, acrilico
idrofobo, acrilico idrofilo; la parte viIl cristallino artificiale che viene inseri- siva del cristallino, cioè l’ottica, può
to è molto più piccolo di una moneta essere monofocale, multifocale, accomodativa, torica, fotocromatica
da un centesimo
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C’è quindi una vasta possibilità di scelta e “personalizzazione” di ogni intervento chirurgico.
Dal punto di vista della facilità d’impianto, tutte le case produttrici
di cristallini artificiali stanno cercando di fornire i cristallini iniettabili. L’iniettore è un dispositivo, che rassomiglia ad una siringa,
necessaria alla corretta iniezione del cristallino artificiale all’interno
dell’occhio, attraverso l’incisione, che in questo modo diviene ancora più piccola, riducendosi da circa 6.5mm di una lente rigida
ad un 2,0 - 2,2 mm di una lente pieghevole da microincisione.
Con l’impianto di cristallino artificiale, la chirurgia della cataratta è sempre di più anche un intervento rifrattivo; cioè in mani esperte e
competenti consente al
paziente, non solo di
eliminare l’opacità che
impedisce una vista
ottimale, ma anche di
correggere eventuali
difetti rifrattivi preesistenti; in pratica se pri- Il cristallino morbido viene inserito atma il paziente portava traverso una piccola incisione grazie
occhiali per lontano (per- ad un sistema ad iniezione
chè miope o ipermetrope
o astigmatico) dopo l’intervento può sperare di
vedere senza gli occhiali.
Ciò si ottiene calcolando il potere del cristallino
artificiale in base alle esigenze particolari di ogni
singolo paziente. Il potere ottico del cristallino
artificiale viene calcolato
sulla base di alcuni esami strumentali. Questi,
però, anche se ottenuti
con grande accuratez- A fine intervento il cristallino resta poza, possono non essere sizionato dentro il “sacco capsulare”,
estremamente precisi e cioè dentro l’involucro della precequindi è possibile che, dente cataratta
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talvolta, si renda necessario successivamente all’intervento l’uso
di occhiali o per lontano o per vicino o per ambedue le distanze.
Da alcuni anni si impiantano anche cristallini multifocali e accomodativi; essi, grazie ad un particolare disegno, sono in grado di
permettere la messa a fuoco a varie distanze; essi possono, quindi, consentire al paziente di eliminare, completamente o quasi,
non solo l’occhiale per lontano, ma anche quello per vicino e far
vivere al paziente una vita senza occhiali.
Le opzioni disponibili per i pazienti sono molteplici.
Per quanto riguarda i materiali, i cristallini o IOL (Intra Ocular
Lens) si distinguono:
•IOL rigide in PMMA
•IOL morbide in vario materiale: acrilico idrofobo, acrilico idrofilo, collamero, silicone. Quelle maggiormente utilizzate sono le acriliche.
Per quanto si riferisce all’ottica delle lenti, ci sono:
•IOL sferiche standard.
•IOL asferiche: per migliorare la qualità visiva, specialmente notturna, del paziente
•IOL con filtro giallo: aggiungono una maggiore protezione della macula dalle radiazioni blu, che sono potenzialmente tossiche (la maculopatia senile o DMLE Degenerazione Maculare
Legata all’Età è la principale causa di cecità legale nei paesi
industrializzati).
•IOL toriche: correggono anche l’astigmatismo preoperatorio.
•IOL multifocali: per la visione da lontano e da vicino; essi
consentono ai pazienti affetti da cataratta una vita non
più dipendente dagli occhiali.
•IOL accomodative: per fornire una buona visione da lontano ed
a distanze intermedie (50-70 cm).
•IOL composite multifocali, toriche, asferiche, gialle: in corso di
pubblicazione di questo libro sono state messe in commercio
anche lenti che possono includere in una unica lente tutte le
caratteristiche suddette!
Le IOL più frequentemente impiantate sono quelle monofocali
asferiche.
Un altro passo avanti per una vista sempre migliore!
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I CRISTALLINI PER TUTTE LE DISTANZE:
MULTIFOCALI E ACCOMODATIVI
Accomodazione e capacità visiva
Il cristallino naturale e trasparente della persona giovane cambia
di dimensioni e di forma durante l’uso degli occhi, permettendo la
messa a fuoco della vista a distanze diverse (il fenomeno si chiama accomodazione).
Dopo i 40-45 anni di età la capacità di accomodazione si riduce
progressivamente, rendendo sempre più difficoltosa la visione nitida da vicino.
Se il paziente è interessato a leggere senza occhiali dopo l’intervento di cataratta, c’è come opzione un impianto di lente multifocale o accomodativa di nuova generazione.
Il termine “multifocale” significa che la lente fornisce letteralmente molteplici punti focali permettendo di vedere a diverse distanze.
Il termine “accomodativo” invece vuol dire che la lente ricopia il
sistema accomodativo naturale dell’occhio. Ambedue le lenti con
meccanismo diverso permettono, nella grande maggioranza dei
casi, di leggere, lavorare al computer, guidare e svolgere le attività
quotidiane senza dover utilizzare gli occhiali.
Qui di seguito verranno date informazioni sulle due categorie di
lenti ma occorre subito precisare che questi cristallini accomodativi e multifocali non sempre possono essere usati nei miopi forti
perché per motivi tecnici non possono essere prodotti per chi ha
forti difetti visivi.
Capacità visiva
Per definire la capacità visiva in genere si prendono in considerazione tre distanze dall’ occhio.
La visione per lontano (cinema, guida etc..), la visione per vicino (lettura, cucito etc:.), la visione intermedia detta anche
visione per il computer o per dispositivo tablet o cellulare.
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Per capire bene il funzionamento delle lenti correttive è utile sapere che il nostro apparato visivo ci dà una prestazione visiva con
due caratteristiche ben precise:
•L’acuità visiva: ad esempio alcuni occhi possono vedere 10/10
(che di solito corrisponde all’acuità visiva ottimale, cioè, massima),
altri , invece, riescono a vedere solo 6 o 5/10 o meno (quantità
visiva ridotta) perché la retina o il nervo ottico o la cornea hanno
qualche problema e non consentono il raggiungimento della massima acuità visiva.
•La qualità visiva: anche se un occhio riesce a vedere 10/10 cioè
il massimo può vedere sfuocato o con qualche distorsione o anomalia; ciò vuol dire che la qualità visiva non è ottimale.
Uno dei parametri per fare un’analisi accurata della qualità visiva
è la cosiddetta “sensibilità al contrasto” , cioè la capacità che
l’ occhio ha di percepire due immagini vicine come distinte o vedere due colori diversi anche se la loro differenza cromatica non
è rilevante. Questa capacità del nostro occhio è fondamentale in
alcune condizioni della vita quotidiana: visione al tramonto o di
notte, visione di schermi luminosi (computer, tv) etc..
Quindi una buona visione generale è quella permessa da una lente che abbia in sé le caratteristiche di dare buona quantità e
buona qualità visiva..
I cristallini multifocali
Le lenti intraoculari multifocali o cristallini artificiali multifocali sono lenti di nuova generazione che permettono, come
le lenti multifocali degli occhiali (che però hanno una modalità di
funzionamento nettamente diversa), di avere visione sia per
lontano che per vicino.
Queste nuove lenti sono costruite esattamente con lo stesso
materiale delle lenti intraoculari monofocali (che consentono una
buona visione solo per una distanza o da vicino o da lontano o
intermedia) e sono ottimamente tollerate dall’occhio; esse differiscono solo per l’architettura che permette “prestazioni” diverse
grazie al disegno particolare della lente .
Per quanto riguarda l’architettura della lente, la differenza principale sta nel fatto che la parte ottica di questo cristallino ha diversi
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anelli concentrici di diverso potere che consentono la funzione
visiva a distanze diverse; in pratica è come se ogni lente fosse
un “insieme” di lenti per permettere la visione a diverse distanze.
Con queste lenti si può ottenere così una condizione che permette di svolgere gran parte delle attività quotidiane senza dipendere
dall’occhiale per le diverse distanze, sia pure con qualche inconveniente:
•innanzitutto occorre un certo periodo perché avvenga un fenomeno chiamato “neuradattamento”, fenomeno per cui il cervello
si adatta ad utilizzare il nuovo tipo di visione offerto dalla MIOL
(Multifocal Intra Ocular Lens);
•nella visione da lontano, i risultati sono generalmente ottimali ma
può esserci qualche difficoltà in visione notturna; infatti, gli anelli
della lente possono provocare qualche abbagliamento od alone in presenza di luci artificiali, nelle ore serali o notturne; inoltre, la sensibilità al contrasto è lievemente inferiore rispetto
alle altre lenti; perciò queste lenti non sono sempre consigliabili a
chi guida molto di sera;
•nella visione per vicino, le lenti multifocali consentono nella grande maggioranza di leggere senza occhiali ma talvolta occorre avvicinare o allontanare l’oggetto di lettura;
•nella visione intermedia, la lente multifocale intraoculare non sempre offre una sufficiente visione per il computer e talvolta può richiedere una correzione aggiuntiva con occhiali.
Occorre precisare che esistono cristallini multifocali che
hanno un potere più idoneo alla lettura ed altri che sono
più adatti alla visione del pc o del cellulare, cioè più adatti
alla visione intermedia piuttosto che a quella per vicino.
Due tipi di cristallini multifocali: forniscono visione da lontano e da vicino, eliminando o riducendo la necessità di occhiali
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In effetti i cristallini per visione intermedia sono quelli che più soddisfano le molteplici attività visive di una giornata.
Per scegliere il cristallino multifocale più adatto occorre che il chirurgo conosca bene le esigenze del paziente. Chi richiede l’impianto di un cristallino multifocale deve essere a conoscenza che
l’intervento , come anche nel caso delle altre lenti intraoculari monofocali più tradizionali, non dà la sicurezza matematica dell’eliminazione totale del difetto di refrazione (miopia, astigmatismo ed
ipermetropia).
Questo cristallino, più di quelli monofocali, affinchè le sue qualità
ottiche siano ottimizzate, richiede, dopo la completa guarigione
dall’intervento, l’assenza di difetti rifrattivi residui (astigmatismo,
miopia, ipermetropia): il paziente che desidera un impianto di cristallino multifocale per realizzare il sogno di tutti di e fare vita senza occhiali, deve quindi essere al corrente che un ritocco laser o
chirurgico può rendersi necessario successivamente all’intervento
di cataratta con impianto di cristallino multifocale per raggiungere
un buon grado di soddisfazione visiva. D’altronde talvolta dopo
l’intervento, può rimanere un lieve difetto di refrazione pur essendo stati eseguiti correttamente i calcoli preoperatori per scegliere
il potere del cristallino artificiale (i tessuti umani non sempre rispondono esattamente ai calcoli matematici!). Ciò soprattutto se
prima dell’intervento c’era un po’ di astigmatismo e se, comunque, dell’astigmatismo rimane dopo l’intervento.
In casi molto rari , può addirittura rendersi necessaria la sostituzione del cristallino impiantato con un altro, per fornire un buon
risultato visivo ed una visione confortevole.
Con le lenti multifocali di nuova generazione, più dell’ 80% delle
attività quotidiane possono essere fatte senza l’uso degli occhiali.
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Scegliere la giusta lente per soddisfare lo specifico stile di vita
Il primo passo per aiutare il chirurgo nella scelta della lente da
impiantare per migliorare il sistema visivo del paziente è capire le
proprie abitudini, esigenze e necessità rispondendo a delle semplici domande come:
•Quanto tempo dedico alla lettura?
•Quanto sto al computer ogni giorno?
•Quanto tempo passo nell’arco della giornata in un ambiente chiuso (casa, ufficio, ecc.) e quanto all’aperto (guida, sport e altro)?
•Quanto e quando guido?
•Quali sono i miei passatempi?
•Voglio essere indipendente dagli occhiali o dalle lenti a contatto?
•L’idea di portare occhiali da lettura mi infastidisce?
Un esempio di cristallino accomodativo
Il cristallino accomodativo
I risultati ottenuti con queste lenti variano leggermente da persona a persona, secondo le condizioni rifrattive
ed anatomiche preoperatorie.
In generale, e nella gran parte dei
casi (circa l’80% dei casi), i risultati
sono buoni, permettendo l’eliminazione dell’occhiale per la visione da
lontano e per la lettura.
Le lenti accomodative hanno capacità di “accomodazione”, ovvero di
spostarsi e flettersi in risposta alle
contrazioni muscolari nell’occhio,
quasi come avviene nel cristallino
umano. Le contrazioni guidano il movimento del cristallino, consentendo
all’occhio di mettere a fuoco immagini vicine, a distanza intermedia e per
lontano.
Ma non è tutto positivo per le lenti
accomodative; alcune di queste lenti
accomodative possono perdere efficacia con il passare del tempo.
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IN PREPARAZIONE
ALL’INTERVENTO CHIRURGICO
Tre-quattro giorni prima dell’intervento occorre sospendere l’uso delle lenti a contatto morbide nell’occhio da operare; il trucco
alle palpebre invece va arrestato almeno tre giorni prima; occorre
inoltre sospendere eventuali terapie locali a base di colliri, pomate
ecc. ed iniziare quella prescritta dal chirurgo.
Prima di uscire di casa per l’intervento lavare il viso e le palpebre
con sapone; utile è anche munirsi di un paio di occhiali da sole da
utilizzare dopo l’operazione.
Anestesia per l’intervento
L’operazione è un intervento di microchirurgia molto delicato e
preciso che richiede molta competenza ed esperienza; esso deve
essere sempre eseguito con l’aiuto di un microscopio operatorio.
L’intervento dura quindici-venti minuti ed è indolore quale che sia
l’anestesia.
L’anestesia può essere totale o locale o topica; la più usata attualmente è quella topica.
Anestesia mediante colliri anestetici: è quella più gradita dai
pazienti e quella più usata dai chirurghi più esperti; con questa
procedura si evitano le iniezioni intorno all’occhio pur potendo
eseguire l’operazione in maniera indolore. Non solo, ma il paziente comincia a vedere, anche se in maniera non precisa, già alcuni
minuti dopo l’operazione; inoltre egli non necessita di bendaggio
per cui può lasciare l’ambulatorio chirurgico con l’occhio protetto
solo da un paio di occhiali da sole.
Anestesia locale il chirurgo inietta un anestetico nella regione
circostante all’occhio; questo ottiene vari risultati: evita al paziente ogni dolore durante l’intervento, inoltre impedisce i movimenti
dell’occhio e la chiusura delle palpebre; consente quindi al chirurgo di operare quasi come se il paziente fosse addormentato.
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Anestesia totale il medico anestesista addormenta completamente il
paziente. Viene raramente utilizzata.
I progressi fatti recentemente nella chirurgia oculare consentono di
eseguire, nella maggioranza dei casi,
l’intervento in anestesia topica, cioè
con colliri, senza dare dei punti ed in
maniera ambulatoriale. Quando durante l’operazione vengono applicati
dei punti di sutura essi vanno quasi
sempre rimossi; la manovra è semplice ed indolore e viene eseguita in
ambulatorio.
Le lenti a contatto vanno tolte 3-4
giorni prima dell’intervento
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L’INTERVENTO
Innanzitutto vengono instillati colliri anestetici e antibiotici, il paziente viene poi condotto in una sala operatoria sterile e viene
disteso su un lettino; l’area circostante l’occhio viene detersa con
prodotti disinfettanti, poi viene delimitata con un telino sterile.
Con un sottile bisturi metallico viene eseguita una piccola incisione nell’occhio al limite tra la zona trasparente e quella bianca (cioè tra cornea e sclera) e poi viene introdotta una sostanza
densa e viscosa (chiamata viscoelastica) ; viene poi incisa con un
sottile ago ripiegato in punta la capsula anteriore della cataratta
( l’involucro che la racchiude ); quindi con la punta ad ultrasuoni
dello strumento chiamato facoemulsificatore viene frammentato il
nucleo cioè a parte centrale dura della cataratta ed infine vengono
poi aspirati i frammenti ancora presenti dentro l’occhio
Infine viene posizionato, il cristallino artificiale all’interno del sacco
capsulare ( l’involucro della preesistente cataratta ); viene quindi
rimossa la sostanza viscoelastica (che è servita a formare spazi
e proteggere le strutture interne dell’occhio durante le manovre
necessarie per posizionare il cristallino); se necessario vengono
quindi applicati, ma ciò è poco frequente, uno o più punti di sutura
in relazione all’ampiezza dell’incisione effettuata e quindi il paziente viene fatto alzare e condotto in un’area post-operatoria.
I progressi fatti recentemente nella chirurgia oculare consentono
di eseguire, nella maggioranza dei casi, l’intervento in anestesia
topica senza dare dei punti ed in maniera ambulatoriale.
Intervento con il laser a femtosecondi
Qualora venga utilizzato il laser dopo l’ingresso in sala operatoria
il paziente viene disteso sotto il lettino del laser, viene applicata sull’occhio una specie di ventosa che aderisce all’occhio ed
esercita una moderata pressione; il tecnico del laser inserisce il
programma di trattamento ed il laser esegue le incisioni ( al posto
del bisturi metallico ) per accedere all’interno dell’occhio, poi incide l’involucro anteriore della cataratta ( al posto dell’ago ripiegato
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in punta ) ed infine frammenta il nucleo della cataratta rendendolo
anche più morbido e quindi rimovibile con maggior facilità dalla
punta ad ultrasuoni del facoemulsificatore.
Il paziente viene poi spostato sotto al microscopio operatorio e
l’intervento prosegue come descritto sopra. Con l’uso del laser
viene abolito l’uso di lame , bisturi ed aghi.
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INTERVENTO IN AMBULATORIO
Il Day Surgery del Centro Ambrosiano Oftalmico è nato e quindi organizzato ed attrezzato per eseguire la chirurgia dell’occhio
in maniera ambulatoriale; il paziente si reca al Centro il mattino
dell’operazione, riceve la necessaria preparazione, viene operato
e poi va a casa a fine mattina.
Gli interventi laser sull’occhio non richiedono ricovero in quanto
sono interventi che riguardano un piccolo organo quasi indipendente dal resto dell’organismo; inoltre sono interventi che non
alterano le condizioni fisiche generali del paziente anche perché
sono di breve durata non richiedono anestesie profonde, ma solo
l’instillazione di gocce anestetiche.
L’intervento avviene con l’assistenza di un anestesista e
l’ambiente è dotato degli strumenti necessari ad assistere il paziente sia durante che dopo l’intervento; inoltre la sala operatoria è
attrezzata con le più recenti apparecchiature per la moderna
chirurgia oftalmica.
Premesso che le attuali tecniche chirurgiche sono già per conto
loro più sicure e più precise di quelle utilizzate fino a pochi anni
or sono, la chirurgia oftalmica eseguita in ambulatorio presenta,
rispetto a quella eseguita in ospedale, parecchi vantaggi:
•la sala chirurgica e le sale complementari (sale d’attesa, sala postoperatoria) sono attrezzate per le specifiche esigenze dell’oculista e del paziente oftalmico;
•il paziente viene assistito da personale specificamente educato e
preparato alla chirurgia oftalmica; esso quindi ha una competenza
specialistica maggiore e si occupa meglio del paziente;
•l’utilizzazione sempre dello stesso personale permette di ottenere
una sua migliore conoscenza e familiarità con le strumentazioni e
quindi un miglior uso delle stesse;
•il paziente evita il ricovero, elemento questo che comporta sempre una certa ansia e preoccupazione (a nessuno piace andare in
ospedale... anche perché spesso proprio in ospedale si prendono
delle malattie...);
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Il chirurgo con la
sua equipe durante un intervento di
impianto di cristallino artificiale
•il paziente può essere mobilizzato subito, può cioè alzarsi, camminare etc;
•il paziente può avere la compagnia e l’assistenza dei suoi familiari
per cui egli si trova in un’atmosfera rilassante prima e dopo l’intervento; ciò riduce il suo stato di ansia e di tensione per cui egli
affronta con maggior tranquillità l’operazione con indubbi effetti
positivi sul risultato finale; tutto ciò permette anche di utilizzare
una minor quantità di farmaci sedativi ed anestetici.
Dopo l’operazione il paziente viene trattenuto al centro per una
mezz’ora circa e poi, dopo un adeguato controllo sanitario, se
abita vicino alla struttura chirurgica, viene inviato a casa (accompagnato da un familiare); egli quindi può contare sull’assistenza
di un parente o di un amico e sul proprio ambiente domestico
evitando così la fredda ed impersonale struttura ospedaliera.
A casa non è richiesta una particolare assistenza generale, solo la
compagnia di qualcuno.
Se invece abita lontano (a più di un’ora e mezza dalla struttura
chirurgica) è bene che rimanga a dormire per la prima notte in un
albergo nelle vicinanze dell’ambulatorio chirurgico.
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DISAGI, RISCHI E COMPLICANZE
La rimozione della cataratta è un intervento chirurgico delicato ma
generalmente sicuro. Comunque, come qualsiasi altro intervento,
non è privo di rischi e il suo successo non può essere garantito
in quanto possono intervenire condizioni che potrebbero avere
ripercussioni negative sulle condizioni finali della vista.
Alcuni possibili inconvenienti o complicanze successivi all’intervento sono:
•Sensazione di fastidio o dolore più o meno accentuati
•Incompleta chiusura della ferita chirurgica.
•Innalzamento della pressione intraoculare.
•Infiammazione della parte anteriore o posteriore dell’occhio.
•Abbassamento della palpebra superiore.
•Deficit muscolare dell’occhio.
•Arrossamento dell’occhio.
•Ematoma alla congiuntiva o alla palpebra.
•Percezione di mosche volanti, sensibilizzazione accresciuta alla
luce, sdoppiamento della vista.
•Emorragie, che generalmente vengono riassorbite spontaneamente senza conseguenze visive; altre volte le emorragie sono
più gravi e possono comportare riduzione permanente della vista.
•Alterazioni temporanee o permanenti della cornea con possibilità
di opacità corneale.
•Irregolarità della pupilla.
•Distacco di retina o peggioramento delle alterazioni retiniche preesistenti.
•Infezione: è un rischio estremamente raro ma possibile; nei casi più
gravi esse possono condurre anche a gravi ripercussioni sulla vista.
•Talvolta anche nel caso sia già stato programmato l’impianto della
lente intraoculare, si possono verificare condizioni intraoperatorie
che rendono non indicato o non possibile l’uso del cristallino artificiale; la decisione finale può essere presa solamente dal chirurgo al
momento dell’intervento.
•L’operazione talvolta comporta l’insorgenza di astigmatismo; in
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caso di preesistente astigmatismo è possibile programmarne la
correzione anche se essa non è sempre ottenibile.
•In alcuni casi, nell’immediato periodo postoperatorio o dopo mesi
o anni, potrà essere necessario dover rimuovere e sostituire la
lente impiantata oppure di doverla riposizionare.
L’intervento di cataratta in occhi già sottoposti ad interventi di
glaucoma, retina o cornea aumenta di difficoltà ed è maggiormente soggetto ad imprecisioni.
La difficoltà aumenta anche in caso di patologie oculari preesistenti (malattie della cornea, miopia elevata, glaucoma).
Fra le complicazioni postoperatorie alcune sono controllabili con terapie mediche; altre possono essere permanenti o rendere necessario un successivo intervento (trapianto di cornea, distacco di retina).
Occasionalmente settimane, mesi e anche alcuni anni dopo l’intervento chirurgico si può verificare la necessità di riposizionare o
rimuovere il cristallino artificiale.
Il recupero visivo è legato, oltre che alla corretta conduzione dell’intervento, alle condizioni anatomiche e funzionali
preoperatorie del nervo ottico e della retina, oltre che allo
stato della pressione intraoculare ed alle condizioni generali dell’occhio.
Quindi se esistono danni alla retina o al nervo ottico o altrove, la visione potrà essere imperfetta malgrado la corretta
esecuzione dell’intervento di cataratta e l’inserimento di un
cristallino artificiale.
Per ulteriori e maggiori informazioni, vedere il consenso informato.
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PRECAUZIONI E PRESCRIZIONI
DOPO L’INTERVENTO
Le cure
Prima di lasciare il centro chirurgico viene consegnato un foglio
con le istruzioni dei farmaci da utilizzare.
Il paziente deve iniziare le cure dopo un paio d’ore dall’intervento, deve cioè iniziare a prendere le pillole e i colliri prescritti
dal chirurgo.
Il paziente non deve mai sospendere
le cure (colliri o pillole) a meno che sia
il chirurgo a dirlo; esse aiutano l’occhio operato a guarire meglio ed a
prevenire complicazioni.
Per applicare i colliri (per le pomate la
procedura è uguale) nell’occhio operato, il paziente deve sedersi su una
sedia (in alternativa può stare sdraiato a letto), deve aprire bene ambedue
gli occhi e guardare verso il soffitto;
Modalità di applicazione del collirio: poi deve abbassare con l’indice della
con le dita di una mano si abbassa la mano sinistra la palpebra inferiore; in
palpebra e con l’altra mano si instilla tal maniera fra l’occhio e la palpebra
si forma una specie di coppa che
una goccia di collirio
serve a ricevere le gocce di collirio
medicinale; qui con la mano destra vanno instillate 1-2 gocce del
prodotto. Il paziente deve poi chiudere le palpebre (senza stringerle) e attendere per qualche secondo l’assorbimento del prodotto.
Quando i colliri prescritti sono più di uno essi vanno applicati uno
di seguito all’altro a distanza di qualche minuto. E’ bene che almeno nei primi 2-3 giorni sia un familiare ad instillare i colliri.
Durante l’applicazione del collirio occorre prestare attenzione a
non esercitare pressioni nell’occhio appena operato.
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Le precauzioni
L’occhio operato viene raramente bendato; il più delle volte viene
protetto con un paio di occhiali da sole che hanno lo scopo di
riparare l’occhio dalla luce, dall’aria, dalla polvere e soprattutto
da eventuali traumi; gli occhiali da sole non occorre che siano
molto scuri, ma vanno tenuti durante tutta la giornata, quindi
anche in casa, per almeno una settimana; in casa, possono anche essere chiari (il paziente che si appresta ad affrontare l’intervento di cataratta si munisca di un occhiale appropriato).
Durante la notte invece l’occhio, per la prima settimana, va
protetto con una “conchiglia” in plastica che in genere viene
fornita alla dimissione; la conchiglia va tenuta in sede con due o
tre cerotti; essa serve ad evitare involontari traumi all’occhio ed a
proteggere contro strofinamenti, sempre possibili nel sonno.
Una o due volte al giorno le palpebre dell’occhio operato vanno
delicatamente pulite con un fazzolettino detergente o con un po’
di cotone bollito; chi esegue tale manovra deve evitare pressioni sul bulbo oculare e comunque sulla parte operata.
Nel periodo successivo all’intervento il paziente deve inoltre usare
alcune altre attenzioni:
•non si deve assolutamente strofinare l’occhio operato (per
almeno un mese); è opportuno evitare gli strofinamenti, soprattutto se pesanti, anche nei mesi successivi.
•Non si deve inoltre fare sforzi fisici eccessivi (per i primi 2-3
giorni); per esempio non si devono sollevare pesi superiori ai dieci
chilogrammi, non prendere in braccio bambini ecc.
•L’uso di macchinari o di strumenti pericolosi è sconsigliato per un
periodo di almeno una settimana.
•Non dormire con la faccia rivolta verso il cuscino (per almeno due
settimane); si può però dormire dal lato dell’occhio operato purché questo sia adeguatamente protetto con la conchiglia di plastica che viene fornita.
•Da evitare sono pure gli ambienti con prodotti irritanti (ambienti
con gas chimici, locali fumosi, posti polverosi ecc.); per qualche
giorno evitare pure che shampoo e sapone entrino nell’occhio
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operato (la doccia può essere fatta fin dal giorno dopo, tenendo
gli occhi chiusi quando si usa lo shampoo).
•Nelle prime due-tre settimane seguenti all’intervento non fare bagni in piscina o al mare (a meno che non si usi una maschera), non
truccare gli occhi, non esporsi a prodotti spruzzati da bombolette
spray, etc..
•L’attività sportiva leggera (corsa, ginnastica, ecc.) può essere ripresa anche dopo 3-4 giorni; per fare sport più pesanti attendere
4-6 settimane.
•Nelle prime settimane è preferibile non esporsi a lungo alla luce
intensa del sole specialmente in alta montagna o al mare senza
un’adeguata protezione con occhiali scuri dotati di filtro contro i
raggi ultravioletti; un occhiale da sole di buona marca è sufficiente
a tale scopo.
Cosa si puo’ fare dopo l’intervento
Il decorso postoperatorio non è fatto però solo di divieti; il paziente fin dai primi giorni può fare molte cose, per esempio:
•fin dal giorno dell’operazione può, con l’occhio non operato, leggere, scrivere, guardare la televisione ecc.. (in tal caso la visione dell’occhio operato è preferibile che sia esclusa applicando
un pezzo di nastro adesivo sulla superficie posteriore della lente
dell’occhiale).
•già il giorno dopo l’intervento può lavarsi regolarmente il
viso, fare la doccia, la barba, facendo però attenzione a non
strofinare l’occhio operato ed a non esercitare pressioni; è preferibile se durante la doccia l’occhio operato viene tenuto chiuso.
•L’asciugacapelli può essere adoperato purché il getto di aria calda
non venga diretto verso l’occhio operato; le signore possono andare dal parrucchiere già 2-3 giorni dopo l’operazione.
•La barba può essere fatta fin dal giorno seguente all’operazione.
•Rapporti sessuali sono permessi già 2-3 giorni dopo l’intervento.
•L’uso del computer, della televisione può iniziare uno-due
giorni dopo l’intervento se il paziente si sente di farlo; la
guida 3-4 giorni dopo.
In caso di dubbi sulle modalità della terapia da seguire o sull’andamento del decorso postoperatorio il paziente deve contattare
uno dei componenti dell’èquipe chirurgica.
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Altre informazioni
Nei giorni seguenti all’operazione l’occhio appare più o meno
“rosso” e moderatamente dolente; c’è inoltre una certa sensazione di corpo estraneo (dovuta ad eventuali punti ed al taglio
praticato) ed un certo fastidio alla luce; il giorno dell’intervento è
facile che l’occhio veda rosso; tutti questi sintomi sono normali e
non devono preoccupare il paziente.
L’occhio operato percepisce i colori in maniera più brillante e più
viva di un occhio sano e ciò vale soprattutto per il blu; talvolta
inoltre vede le luci un po’ allungate e con degli aloni intorno.
Nei primi giorni successivi all’intervento la visione dell’occhio operato è talvolta molto chiara e limpida, talvolta invece è torbida e occorre attendere qualche giorno perché
raggiunga livelli migliori; in questo periodo occorre avere un
po’ di pazienza; la guarigione completa avviene di norma entro
qualche settimana (dipende dal tipo di intervento eseguito).
Ricordare che l’entità di visione recuperabile con l’intervento, oltre che dalla corretta esecuzione dell’operazione, dipende molto
dalle preesistenti condizioni dell’occhio, in particolare della retina
e del nervo ottico.
La prescrizione definitiva dell’occhiale per l’occhio operato, se richiesta e necessaria, viene fatta dopo qualche settimana dall’intervento; nella maggior parte dei casi già dopo 4-5 giorni però è
possibile prescrivere un occhiale provvisorio.
Per concludere il paziente deve ricordarsi che anche a guarigione
avvenuta l’occhio va periodicamente controllato dall’oculista; nei mesi e negli anni successivi all’intervento egli deve quindi
sottoporsi ad alcuni periodici controlli che vengono progressivamente diradati; l’insorgenza di problemi è rara e nella gran parte
dei casi essi, quando vengono diagnosticati in tempo, possono
essere risolti facilmente.
L’opacamento della capsula posteriore
Nelle pagine precedenti è stato detto che, allo stato attuale, la
tecnica migliore per rimuovere la cataratta è la femtolaser
facoemulsificazione con impianto di cristallino artificiale
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Il Dr Buratto al laser Yag si appresta a
rimuovere l’opacamento della capsula
posteriore
morbido da camera posteriore;
questa tecnica comporta la permanenza entro l’occhio della capsula posteriore del cristallino (perché serve da
supporto al cristallino artificiale); questa con il passare del tempo, talvolta,
perde di trasparenza per cui la visione
si riduce e si offusca.
Rimuovere questa opacità è piuttosto semplice: occorre fare una seduta laser (laser Yag).
Il laser è uno strumento che emette
un particolare raggio di luce in grado
di effettuare microscopiche incisioni
dentro l’occhio in maniera precisa;
quest’applicazione si esegue ambulatorialmente ed è indolore, rapida e
semplice.
Per tale applicazione la pupilla del
paziente va dilatata con una goccia
di collirio; l’operatore fa poi sedere il
paziente di fronte al laser ed applica,
dopo aver somministrato una goccia
di collirio anestetico sull’occhio, una
Il raggio laser viene focalizzato e agisce speciale lente a contatto.
solo sull’opacità della capsula posteriore L’oculista incide poi la membrana
opaca con il raggio di luce del laser;
durante la seduta il paziente sente delle leggerissime scariche;
l’intera procedura è completamente indolore e l’opacità così rimossa, nella stragrande maggioranza dei casi, non si forma più
nemmeno dopo anni.
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CONCLUSIONI
L’intervento di cataratta, apparentemente semplice, richiede
al chirurgo anni ed anni di preparazione, grande competenza e notevole abilità chirurgica; in mano ad un chirurgo
esperto però l’intervento è divenuto sicuro ed il risultato visivo è
significativamente migliore di quello ottenibile fino a pochi anni fa.
Tutto ciò è ottenibile grazie al progredire della tecnologia e della scienza medica; molti progressi sono dovuti all’uso del microscopio operatorio che permette al chirurgo interventi di massima
precisione.
Un altro elemento di perfezionamento è legato all’uso di strumentazioni tecnologicamente molto avanzate e sofisticate (laser a
femtosecondi, facoemulsificatore…) che aiutano notevolmente il
chirurgo nella sua opera.
Un ulteriore fattore, che ha portato una straordinaria variazione
nell’operazione, è il cristallino artificiale; questo minuscolo disco
di materiale sintetico rigido o morbido è in grado di restituire nella
gran parte dei casi una visione di quantità e qualità normale ed
un’elevata garanzia di risultati nel tempo. Esso, inoltre, può anche
eliminare l’uso di occhiali o limitarne l’uso a poche funzioni particolari.
In conclusione, l’intervento di cataratta è in assoluto l’operazione più frequente sul corpo umano e quella che offre i
migliori risultati con le minori complicazioni grazie soprattutto alla facoemulsificazione, all’uso del laser a femtosecondi e all’
impianto di cristallino artificiale pieghevole da camera posteriore.
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SERVIZIO URGENZE
In orario di ufficio (10.00-12.15/13.15-18.30) chiamare lo studio
di Piazza Repubblica 21 al numero 02-6361191 e comunicare il
motivo dell’urgenza.
Solo per i pazienti operati degli ultimi tre giorni e solo in
caso di vera necessità esiste un servizio di reperibilità; esso
è operante negli orari di chiusura dell’ufficio (se possibile,
evitare le chiamate notturne).
Chiamare il numero telefonico indicato nel foglio di terapia che
viene dato alla dimissione; è il numero di un telefono cellulare, in
caso di difficoltà ripetere la chiamata o inviare un sms o lasciare il
messaggio in segreteria telefonica dicendo chiaramente e lentamente nome e cognome e numero di telefono (ripetere due volte
il numero telefonico).
Per appuntamenti, informazioni o esigenze di normale amministrazione, chiamare in giorni feriali ed in orario di ufficio lo studio
di Piazza Repubblica 21, preferibilmente al mattino, al seguente
numero: 02-6361191.
43
RISPOSTE ALLE DOMANDE CHE PIU’
FREQUENTEMENTE IL PAZIENTE
PONE ALL’OCULISTA
1. Cos’è la cataratta?
La cataratta consiste nell’opacamento di una lente (il cristallino)
che è situata nella parte centrale dell’occhio; questa lente in condizioni normali è trasparente, quando si opaca si chiama cataratta: la conseguenza è l’abbassamento della visione.
2. Perché compare la cataratta?
Le ragioni sono molteplici: nella gran parte compare come manifestazione dell’età avanzata; il fenomeno però è frequente anche
nell’età intermedia cioè fra i quaranta ed i cinquanta, ma soprattutto fra i cinquanta ed i sessant’anni.
La gran parte delle cataratte compare senza una causa precisa.
3. Come si cura?
Non esistono medicine o colliri in grado di far regredire la cataratta; l’unica terapia è l’intervento chirurgico.
4. Si può utilizzare il laser nell’intervento di cataratta?
Sì il laser a femtosecondi viene utilizzato dal settembre 2011, esso
consente di eseguire l’operazione senza che vengano utilizzate
lame, bisturi o altri strumenti taglienti.
Il laser, frammentando la cataratta, fornisce all’intervento precisione, affidabilità e sicurezza.
5. Come si toglie la cataratta?
Preparata la cataratta con il laser a femtosecondi, la rimozione
dei frammenti di cataratta si esegue con una sofisticata apparecchiatura ad ultrasuoni (il facoemulsificatore) ; terminata la rimozione della cataratta si mette un cristallino artificiale (quasi sempre
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pieghevole); l’intera procedura dura 15-20 minuti, è eseguibile in
ambulatorio ed in anestesia locale; l’intervento è indolore.
6. In preparazione dell’intervento occorre prendere qualche precauzione?
Occorre eseguire una serie di accertamenti (il chirurgo darà una
lista completa) e talvolta una visita medica generale.
7. Quale anestesia è migliore?
E’ bene lasciarsi consigliare dal chirurgo o dall’anestesista cioè
dallo specialista in anestesia che si occupa anche delle condizioni
generali del paziente durante l’intervento; nella gran parte dei casi
l’anestesia topica, cioè con la sola instillazione di colliri anestetici,
è più che sufficiente; in rari casi occorre l’iniezione di anestetici o
si rende necessario addormentare il paziente.
8. Si sente dolore durante l’intervento e dopo?
L’operazione è completamente indolore quale che sia l’anestesia
praticata; il paziente può però percepire fastidio e disagio. Un modesto dolore è possibile nelle prime ore successive all’intervento;
esso è però facilmente tollerato e comunque può essere ridotto
od eliminato con un semplice antidolorifico per bocca.
9. Si danno dei punti? Rimangono dopo o si tolgono?
Con le tecniche più recenti di chirurgia della cataratta e impianti di
cristallini pieghevoli si applicano raramente punti di sutura. Quando vengono dati punti essi sono in materiale idoneo ad essere
tollerato dall’occhio ed a restare quindi in sede; talvolta essi vanno
tolti, specialmente se inducono astigmatismo. I punti solitamente
vengono sempre applicati quando si inserisce un cristallino rigido.
10. Esteticamente parlando l’intervento lascia delle conseguenze?
L’occhio può essere più o meno arrossato per le prime settimane seguenti all’operazione; dopo non rimane quasi traccia visibile
dell’intervento.
11. Cos’è un cristallino artificiale?
Un cristallino artificiale o lente intraoculare è un sottile dischetto
di plastica che si introduce nell’occhio alla fine dell’operazione, al
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posto della cataratta e serve per ridare all’occhio una visione di
qualità e quantità simile a quella preesistente all’insorgenza della
cataratta. Può essere rigido o morbido; quest’ultimo può essere
piegato ed inserito attraverso un’incisione molto piccola che nella
maggioranza dei casi non richiede punti di sutura. Il cristallino può
essere monofocale o multifocale.
12. Il cristallino multifocale a cosa serve?
I cristallini multifocali , grazie ad un particolare disegno, sono in
grado di permettere la messa a fuoco a varie distanze; essi possono, quindi, consentire al paziente di eliminare completamente o
quasi, non solo l’occhiale per lontano, ma anche quello per vicino
e far vivere al paziente una vita senza occhiali.
13. Quanto dura un cristallino artificiale?
Il materiale si può considerare inalterabile nell’arco della vita del
paziente.
14. E’ possibile il rigetto del cristallino artificiale o lente intraoculare?
Il rigetto avviene solo per un tessuto umano e non per uno sintetico. L’intolleranza, con le lenti attuali, si verifica in casi rarissimi;
esse quindi, quando applicate da un chirurgo esperto e con una
tecnica chirurgica adeguata, offrono risultati di grande sicurezza.
15. Si devono usare occhiali quando si mette una lente intraoculare?
Nella maggioranza dei casi un leggero occhiale per leggere o per
la guida o per la televisione è necessario, soprattutto se non viene
impiantato un cristallino multifocale o accomodativo.
16. Se uno è miope o astigmatico o ipermetrope, con l’intervento di cataratta, si può eliminare anche questo difetto?
La chirurgia della cataratta sempre di più è anche un intervento
rifrattivo; cioè in mani esperte e competenti consente al paziente,
non solo di eliminare l’opacità che impedisce una vista ottimale,
ma anche di correggere eventuali difetti refrattivi preesistenti; in
pratica se prima il paziente portava occhiali per lontano (perchè
miope o ipermetrope o astigmatico) dopo l’intervento può sperare
di eliminare gli occhiali; se viene impiantato un cristallino artificiale
multifocale è possibile evitare anche l’uso di occhiali per vicino.
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17. Quanta visione si recupera mettendo un cristallino?
La quantità di visione recuperabile dipende dalle condizioni di salute dell’occhio; se le strutture che lo compongono sono sane
dopo l’intervento la visione raggiungerà livelli di normalità; se esistono dei danni sulla retina o sul nervo ottico o altrove, la visione
potrà essere imperfetta malgrado la corretta esecuzione dell’intervento di cataratta e l’inserimento di un cristallino artificiale.
18. Quanto impiega l’occhio a recuperare la sua massima
acuità visiva?
Già nelle prime ore successive all’intervento l’occhio comincia a
vedere discretamente, anche se spesso vede “rosso” e offuscato;
nei giorni successivi poi pian piano recupera tutto quello che è
possibile recuperare.
19. Quando si può riprendere il lavoro e la guida della macchina?
Il lavoro d’ufficio può essere ripreso anche uno-due giorni dopo
l’operazione; per i lavori pesanti, specialmente se eseguiti in ambienti polverosi, occorre attendere un periodo maggiore. La guida
della macchina nella grande maggioranza dei casi può essere ripresa dopo 2-3 giorni.
20. Quanto dura la degenza?
Nella grande maggioranza dei casi il ricovero è inutile perché l’intervento viene fatto in ambulatorio e la permanenza dura 2-3 ore.
21. Quanto dura l’intervento?
Un’operazione normale di cataratta con impianto di cristallino artificiale dura 15-20 minuti.
22. In quali casi non si può operare?
Con le moderne tecniche di anestesia (soprattutto se topica o
locale) anche i pazienti diabetici, cardiopatici, gli anziani in età anche molto avanzata, possono sottoporsi all’intervento con elevati
margini di sicurezza; le ragioni di ordine generale per cui non si
può eseguire l’intervento sono quindi pochissime; le motivazioni
di ordine locale, cioè riguardanti l’occhio, sono pure molto rare.
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23. È possibile muoversi dopo l’operazione?
Già dopo pochi minuti, il paziente può riprendere una normale
motilità, sia pure con alcune limitazioni elencate all’interno di questo libricino
24. Quali sono per l’occhio i rischi dovuti all’operazione?
Alcune complicazioni sono possibili (infiammazione, emorragia,
infezione, distacco di retina, caduta di materiale catarattoso all’interno dell’occhio,ecc.); esse variano in base alle caratteristiche
dell’occhio del paziente, all’esperienza del chirurgo, al tipo di tecnica usata, alle attrezzature disponibili in sala operatoria, alle condizioni generali dell’operato, al tipo di anestesia, alla fatalità ecc.
In casi rarissimi esse possono comportare la perdita funzionale ed
anatomica del bulbo oculare.
25. Perché il paziente deve firmare il consenso informato?
Perché le nuove disposizioni in materia sanitaria lo richiedono;
con il consenso informato il paziente autorizza il chirurgo ad eseguire l’intervento e prende conoscenza dei vantaggi e dei rischi
che esso può comportare. In consenso informato non esonera il
chirurgo dalle sue responsabilità.
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GLOSSARIO
• Afachia: è l’occhio privo di cristallino
• Anestesia: procedura per cui si rende indolore l’intervento; può essere topica (a base di gocce), locale (con iniezione) o generale.
• Astigmatismo: è un difetto di rifrazione dovuto ad una curvatura ovoidale
della cornea; comporta affaticamento visivo, mal di testa e visione
ridotta.
• Cataratta: opacità del cristallino umano
• Chirurgia rifrattiva: ogni tipo di intervento che si propone di correggere
un difetto di rifrazione (miopia, astigmatismo, ipermetropia, ecc.).
• Cheratocono: malattia della cornea; essa si assottiglia progressivamente,
subisce cambiamenti di forma e ciò induce un calo progressivo
della vista.
• Cornea: struttura trasparente situata nella parte anteriore dell’occhio; serve
a concentrare la luce sulla retina. Sulla cornea vengono eseguiti
la maggior parte dei trattamenti laser per la correzione dei difetti
rifrattivi.
• Cristallino umano: lente situata nella porzione interna dell’occhio, dietro
al foro pupillare; serve a focalizzare la luce sulla retina (se diventa
opaca, si ha la cataratta).
• Cristallino artificiale: è una piccola lente, costituita da materiale sintetico
trasparente; serve a correggere una miopia elevata o a rimpiazzare il cristallino umano quando questo viene rimosso.
• Crosslinking: terapia non chirurgica del cheratocono; se eseguito precocemente è in grado di arrestare la malattia.
• Decimi di vista: unità convenzionale di misura per valutare quantitativamente l’acuità visiva di un soggetto; non ha corrispondenza con
le diottrie che il paziente usa sull’occhiale o sulla lente a contatto.
Una persona ha dieci decimi quando può leggere le lettere più
piccole che vengono mostrate durante la visita oculistica; ha 5/10
o 1/10 solo quando legge i caratteri di media grandezza o solo
quelli più grandi.
• Degenerazione Maculare Legata all’Età (DMLE): alterazione della macula, la parte centrale e più importante della retina; la maculopatia
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è tipica dell’anziano e riduce la capacità di vedere bene.
• Diottria: è l’unità di potere rifrattivo; tanto più un difetto di rifrazione è forte
tanto più elevato sarà il numero di diottrie; tante più sono le diottrie tanto più spesso è l’occhiale e tanto più esso è necessario.
Tante più sono le diottrie del difetto tanto meno il paziente vede
senza la correzione.
• Emmetropia: condizione per la quale un occhio è privo di difetti di rifrazione.
• Errore o difetto di rifrazione: è una anomalia dell’occhio per cui occorre
una lente affinché l’occhio veda correttamente (miopia, astigmatismo, ipermetropia).
• Facoemulsificazione: tecnica di facoemuslficazione per rimuovere la cataratta: con questa metodica la cataratta viene frammentata dentro
l’occhio attraverso una piccola incisione (2,0-2,5 mm circa) e poi
aspirata con un sistema di lavaggio ed aspirazione.
• Glaucoma: è una malattia caratterizzata dalla progressiva riduzione della vista e del campo visivo causata dall’aumento della pressione
interna dell’occhio che avviene per accumulo di umore acqueo.
• ICL: Intraocular Contact Lens ossia lente a contatto intraoculare; in realtà
è un cristallino artificiale che serve a correggere elevati difetti di
miopia ed ipermetropia.
• Ipermetropia: difetto di rifrazione per cui l’occhio vede male a distanza
ravvicinata e meglio per lontano.
• Iniezioni intravitreali: consistono nella iniezione dentro l’occhio di farmaci
per curare la DMLE (Degenerazione Maculare Legata all’Età) e
altre malattie.
• Laser ad eccimeri: moderni strumenti in grado di emettere precisi fasci di
luce che consentono la correzione di difetti visivi.
• Laser a femtosecondi: è un laser che emette raggi di luce in tempi incredibilmente veloci (miliardesimi di secondo) e dotato di notevole
energia. Utilizzato in modo adeguato si comporta come un bisturi
di luce.
• LASIK: intervento e laser per la correzione della miopia lieve, media ed
elevata; viene utilizzata anche per l’astigmatismo e l’ipermetropia.
• Lente a contatto: sottile disco di materiale plastico che viene applicato
sulla parte anteriore dell’occhio cioè sulla cornea per correggere alcuni difetti di rifrazione (miopia, astigmatismo, ipermetropia,
afachia).
• Lente intraoculare: è stessa cosa di un cristallino artificiale.
• Macula: la parte centrale e più importante della retina; è la parte utilizzata
per leggere, scrivere, lavorare al computer, vedere la televisione,
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guidare. Se la macula si ammala (DMLE Degenerazione Maculare
Legata all’Età) la vista ne subisce serie conseguenze.
• Miopia: difetto di rifrazione per cui un occhio vede bene per vicino e male
per lontano.
• Oculista: medico specializzato nella cura delle malattie dell’occhio; fra gli
oculisti meno del 10% eseguono chirurgia rifrattiva.
• Ottico: è un artigiano diplomato che ha il compito di eseguire l’occhiale prescritto dal medico oculista e di consigliare lenti che correggono
semplici difetti visivi.
• Optometrista: è un diplomato abilitato a prescrivere lenti per la correzione
dei difetti di vista e ad applicare lenti a contatto; l’optometrista
non può prescrivere medicine, curare malattie, fare operazioni.
• Peeling: intervento chirurgico con vitrectomia che serve per la cura della
DMLE (Degenerazione Maculare Legata all’Età)
• Presbiopia: anomalia per cui un occhio non riesce ad “accomodare”, non
riesce cioè a mettere a fuoco a distanza ravvicinata; richiede occhiali per ogni attività svolta nel raggio di 20-50 centimetri o meno.
• PRK: consiste nella disintegrazione mediante laser ad eccimeri di uno strato
sottilissimo di cornea anteriore; si utilizza prevalentemente per la
correzione delle miope lievi e medie, ma anche per l’ipermetropia
e l’astigmatismo
• Retina: membrana che avvolge l’occhio all’interno; la sua integrità e funzionalità è fondamentale per una vista ottimale
• Trapianto di cornea: intervento chirurgico che consiste nella sostituzione
di una porzione di cornea malata con un eguale porzione di cornea sana di donatore proveniente da una Banca della Cornea.
Esistono vari tipi di trapianto: perforante, lamellare, anteriore, posteriore, ecc.
• Visus o acuità visiva: capacità dell’occhio a vedere; un occhio che vede
bene ha 10/10 di visus (cioè il 100 per 100 di vista) un occhio che
vede poco ha 1-2/10 cioè il 10-20% della visione totale; la minore
o maggiore acuità visiva dipende in generale dalle condizioni di
salute dell’occhio.
• Visione da vicino: quando una persona guarda qualcosa situata ad una distanza inferiore ai 50 cm circa dal suo occhio si dice che utilizza la visione
per vicino; è in pratica la visione che serve per leggere, scrivere, ecc.
• Visione da lontano: quando una persona guarda qualcosa situata a 3 metri
od oltre si dice che usa la visione per lontano; è in pratica la visione
che serve per vedere la televisione, per guidare la macchina ecc.
Si usa invece la visione intermedia quando si guarda fra i 50 cm
ed i 3 metri.
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P R I N C I PA L I AT T I V I T À D E L
C E N T R O A M B R O S I A N O O F TA L M I C O
Chirurgia:
•Cataratta
•Miopia
•Astigmatismo
•Ipermetropia
•Presbiopia
•Glaucoma
•Chirurgia del vitreo e della retina
•Iniezioni intravitreali
•Chirurgia palpebrale
•Trapianti di cornea
Laser:
•Miopia, ipermetropia, astigmatismo: laser ad eccimeri e laser a
femtosecondi
•Cataratta: laser a femtosecondi
•Opacità secondaria: laser yag
•Malattie della retina: laser argon
•Glaucoma: laser yag e argon
Diagnostica:
•Aberrometria computerizzata
•Autorefrattometria computerizzata
•Biometria
•Ecografia
•Fluorangiografia
•OCT del segmento anteriore e posteriore
•Ortottica
•Perimetria computerizzata
•Pachimetria ultrasonica
•Topografia corneale
•Tonometria ad aria
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CAMO – DAY SURGERY
È un centro attrezzato per eseguire la chirurgia dell’occhio senza
ricovero ed in piena sicurezza.
I pregi in questa modalità chirurgica sono:
•assenza di ricovero
•ambienti specificatamente studiati per la chirurgia oculare
•elevata professionalità
•assistenza personalizzata
•massima sicurezza
Nel CAMO Day Surgery sono eseguibili, fra gli altri, interventi chirurgici per:
•cataratta
•glaucoma
•miopia
•astigmatismo
•ipermetropia
•presbiopia
•chirurgia della retina
•vitrectomia
•iniezioni intravitreali
•trapianti di cornea
•chirurgia palpebrale
•ed altri
Com’è il CAMO Day Surgery?
Il Day Surgery è un insieme di ambienti progettati appositamente
per la chirurgia oculare e dotati dei più moderni e sicuri sistemi di
assistenza per il paziente:
•ha tre modernissime sale chirurgiche realizzate ed attrezzate appositamente per la chirurgia dell’occhio
•ha una sala laser dotata dei più recenti ritrovati della tecnologia laser
•ha attrezzature per anestesia locale e generale;
•dispone di personale altamente specializzato fra cui un medico
anestesista.
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E’ costruito secondo i più avanzati sistemi di sicurezza per il paziente; dispone fra l’altro di:
•impianto elettrico ad alta sicurezza dotato di alimentazione autonoma di emergenza
•aria condizionata sterile
•gas di emergenza
•impianto autonomo di sterilizzazione
•pavimenti e tappezzerie antistatici e antipolvere.
E’ dotato dei più moderni e sofisticati strumenti per chirurgia oculare; dispone fra l’altro di:
•due laser a femtosecondi
•un laser ad eccimeri
•due microscopi operatori
•quattro facoemulsificatori
•un vitrectomo
•due microcheratomi
•tanti altri strumenti necessari per la microchirurgia oculare
L’ambulatorio è stato ispezionato ed approvato dai competenti
Organi Sanitari di Controllo.
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Biografia di Lucio Buratto
Nella chirurgia oculare il Dr. Buratto si occupa della correzione laser e chirurgica di miopia, astigmatismo e ipermetropia così come
del trattamento chirurgico della cataratta. In ambedue i settori
ha ricevuto numerosi riconoscimenti a livello internazionale.
In breve ecco le sue principali tappe professionali:
Tra i primi in Europa ha cominciato ad effettuare la facoemulsificazione la tecnica di rimozione della cataratta che
a tutt’oggi, integrata dall’utilizzo del laser a femtosecondi,
è la metodica più sofisticata di intervento; egualmente è
stato un precursore nell’utilizzo di cristallini artificiali dopo
facoemulsificazione.
Ha pubblicato un trattato di chirurgia della cataratta che per numerosi anni è stato considerato la “Bibbia” della chirurgia della
cataratta.
E’ stato uno dei primi chirurghi ad eseguire l’intervento di cataratta senza sutura e ad impiantare cristallini artificiali
pieghevoli, eseguendo l’intervento in anestesia con sole
gocce ed in modo ambulatoriale.
Ha pubblicato in lingua inglese e spagnola il trattato di chirurgia della cataratta dal titolo “Phacoemulsification: principles and techniques”, che è stato il best seller internazionale.
Nel 2013 ha pubblicato il trattato “Chirurgia della cataratta
con laser a femtosecondi e facoemulsificazione”
Ogni anno organizza a Milano il più importante convegno
italiano sulla chirurgia della cataratta con la partecipazione
dei più noti chirurghi internazionali.
Ha partecipato come relatore e docente a 370 congressi nazionali
ed internazionali ed ha organizzato 54 corsi di insegnamento della
cataratta.
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Nel campo della chirurgia refrattiva che corregge miopia,
astigmatismo ed ipermetropia, il Dr. Buratto ha proposto
ed utilizzato, primo assoluto a livello mondiale, il laser ad
eccimeri all’interno della cornea per il trattamento della
miopia elevata (tecnica ora chiamata LASIK). Nel 2000 ha
ricevuto il massimo riconoscimento internazionale per un
chirurgo refrattivo, il premio “Barraquer” per le sue ricerche ed
innovazioni sulla chirurgia refrattiva con laser, al Congresso Internazionale di Dallas dell’American Academy of Ophthalmology.
A tutt’oggi ha eseguito alcune decine di migliaia di interventi chirurgici di cataratta e di chirurgia refrattiva.
È membro di dodici Società Oftalmologiche fra cui:
American Academy of Ophthalmology (AAO)
American Society of Cataract and Refractive Surgery (ASCRS)
European Society of Cataract and Refractive Surgery (ESCRS)
È Past President della Associazione Italiana di Chirurgia
della Cataratta e Chirurgia Refrattiva.
PUBBLICAZIONI nel settore della chirurgia della cataratta
A tutt’oggi ha pubblicato 66 trattati di chirurgia oculare (in varie
lingue inglese, spagnolo, russo);
gli ultimi in italiano dedicati alla cataratta sono:
•Facoemulsificazione: moderne tecniche.
•Chirurgia della cataratta.
•Chirurgia della cataratta in casi complicati.
•Chirurgia della cataratta con laser a femtosecondi e facoemulsificazione
56
Note
57
Note
58
Note
a cura di
Mi opero di
Lucio Buratto
CATARATTA
a cura di
Mi opero di
MIOPIA FORTE
CAMO
CAMO
MI opero di
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
a cura di
Mi opero di
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
a cura di Claudio
Macaluso
Lucio Buratto
Lucio Buratto
Miopia
astigMatisMo
iperMetropia
Mi opero di
CORNEA
CAMO
CAMO
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
a cura di Lucio
Buratto
Luigi Caretti
Mi opero di
GlAuCOmA
a cura di Matteo
Cereda
Lucio Buratto
Mi opero di
RETINA
CAMO
CAMO
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
a cura di
Mi opero di
Lucio Buratto
PREsbIOPIA
Lucio Buratto
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
a cura di
Lucio Buratto
OCCHIO
E NUTRIZIONE
Speciale
CAMO
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
CAMO
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
60
Indirizzo dello Studio Oculistico presso
cui visita il Dr. Lucio Buratto:
Centro Ambrosiano Oftalmico
Piazza della Repubblica, 21
20124 Milano
Contatti:
Telefono: 02.6361191
Fax: 02.6598875
Sito internet: www.camospa.it
Email: [email protected]
La struttura è specializzata
nella chirurgia dell’occhio;
in particolare nel trattamento
delle seguenti patologie:
• Cataratta • Miopia • Ipermetropia
• Astigmatismo • Presbiopia • Glaucoma
• Cheratocono • Retina • Cornea
CAMO
CENTRO AMBROSIANO OFTALMICO
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cataratta