Francesco Zito
LA CONFRATERNITA del SS. SUDARIO di TORINO
La diffusione delle Confraternite, nate come associazioni laiche animate da spirito
religioso per promuovere attività caritative e di lato respiro sociale, fu fenomeno
diffuso nel Medioevo e all’epoca della Controriforma in molti paesi europei, e
diede vita istituzioni ospedaliere dalle quali ebbero origine molti degli Ospedali dei
giorni nostri.
La Reale Confraternita del SS. Sudario di Torino fu istituita con decreto
arcivescovile del 25 maggio 1598 e con Rescritto Sovrano (di Carlo Emanuele I)
del 28 maggio 1598. Fu un gruppo di fedeli devoti alla Sindone, portata da
Chambéry a Torino dal Duca Emanuele Filiberto nel 1578, a chiedere
l’approvazione dell’Arcivescovo Carlo Broglia.
La Confraternita svolse la propria attività a favore della Sindone, per accrescerne
la devozione e la diffusione; fondò una casa di soccorso per i poveri, si occupò di
assistenza degli infermi, costituì doti da assegnare a fanciulle bisognose ed altre
forme di assistenza per giovani traviate o ragazzi senza occupazione.
Nel 1625 Papa Urbano VII concesse alla Confraternita il riconoscimento canonico.
La prima sede fu presso la parrocchia di San Pietro del Gallo, nei pressi del
Municipio, soppressa con decreto Arcivescovile del 7 aprile 1728 che riordinava le
giurisdizioni parrocchiali.
Nel 1729 il Vescovo assegnò alla Confraternita quale sede provvisoria la chiesa di
Santa Maria di Piazza.
Intanto la Confraternita, su invito che Re formulò nel 1727, decise la costruzione di
un ospedale per i malati di mente (fino ad allora non ne esistevano nello stato
Sabaudo). Nel 1735 la Confraternita costruì, grazie al contributo dei Confratelli ed
alla vendita di alcune proprietà, lo ”Spedale dei Pazzarelli” su un terreno donatole
sette anni prima da Vittorio Amedeo II, il quale aveva tra l’altro concesso alla
Confraternita l’uso della livrea reale ed il Gran Collare dell’Ordine Supremo della
SS. Annunziata.
Acquistò il terreno per la costruzione di una chiesa, e ne affidò il progetto
all’ingegner Mazzone, il quale la disegnò in stile barocco piemontese.
L’affresco della volta fu affidato ad Antonio Maria Milocco da Pioda, e i contorni
ornamentali a Pietro Alzeri. Il disegno della cantoria fu affidato a Benedetto Alfieri.
La costruzione della Chiesa doveva servire come oratorio per gli ospiti del
manicomio e per i confratelli. Nel quartiere circostante la Confraternita erano di
stanza le famiglie delle truppe militari; per questo sentì il bisogno di provvedere
all’educazione spirituale ed intellettuale di dette famiglie. In tale ottica nel 1764
ottenne da Carlo Emanuele III il permesso di aprire la chiesa al pubblico. Nel 1767 i
confratelli ecclesiastici stamparono l’opuscolo formativo “Obbligo e modo di
apprendere la dottrina cristiana”; nel 1768 l’opuscolo “Istruzione cristiana alla
gente militare” e nel 1770 l’opera “Lezioni sacre e morali ad uso della gente
militare”. Nel 1774 fondò il “Regio rifugio per le Figlie dei Militari” per dare saggia e
cristiana istruzione alle fanciulle orfane.
È del 1759 la realizzazione di un organo affidata ai fratelli Concone su disegno di
Bernardo Vittone.
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Nel 1811 la Confraternita fu soppressa dall’Arcivescovo di Torino e tutti i beni
furono trasferiti nella Chiesa Parrocchiale del Carmine. La chiesa trasformata in
magazzino militare. Solo nel 1814, al rientro di Re Vittorio Emanuele I, la
Confraternita rivide la luce, ma non riuscì a recuperare tutti i beni alienati. Nel
1836, con la riforma delle Opere Pie, promossa da Carlo Alberto, la Confraternita si
separò dall’Ospedale, che nel frattempo era stato trasferito nella sede di via
Giulio.
Nel 1859 la chiesa, che nell’occupazione napoleonica aveva perso l’organo,
acquisì un nuovo orga-no costruito dai maestri Collino.
Dal 1895 iniziano i lavori di restauro affidati all'architetto Angelo Reycend per le
parti architettoni-che ed al Professor Reffo per gli affreschi.
Con Regio Decreto del 1933 fu riconosciuta alla Confraternita personalità giuridica
a scopo di culto, ora accolta e sancita dal canone 313 del Codice di Diritto
Canonico.
Dopo le ostensioni del 1931 e del 1933 ebbe vita un sodalizio di studiosi, approvato
dal Cardinale Fossati, col titolo di “Cultores Sanctæ Sindonis”, che organizzò nel
1939, sotto la presidenza di Padre Agostino Gemelli, il I Congresso Nazionale degli
Studi della S. Sindone, e nel 1950 il I Congresso internazionale di studio sulla Santa
Sindone. I “Cultores” fecero presto proseliti in tutto il mondo. Confraternita e
Cultores radunarono oggetti e documenti sulla Sindone in un Museo e allestirono
una ricca biblioteca di testi sulla Sindone anche molto antichi.
Nel 1959 i “Cultores” presero il nome di “Centro Internazionale di Sindonologia”,
avente finalità di coordinamento degli studi sulla Sindone, di organizzazione di
convegni, di gestione del Museo della Sindone e della Biblioteca, di cura della
rivista Sindon (primo numero del novembre 1959). L’attività religiosa restò
prerogativa esclusiva della Confraternita.
Nel 1961 la Confraternita iniziò la costruzione del nuovo altare maggiore e la
ristrutturazione dello stabile di sua proprietà, dove al piano terra trovò sistemazione
il museo. Successivamente iniziò il restauro del basso fabbricato in cortile, che a
causa della mancanza di fondi terminerà nel 1973, nel cui piano terra verrà
riallestito il Museo.
Citando lo statuto in vigore:
“Scopo fondamentale della
Confraternita è promuovere
e favorire la conoscenza e il
culto della S. Sindone,
ineguagliabile rimando a
Cristo sofferente. Tale culto
costituisce
una
forte
motivazione
che
deve
condurre la Confraternita a
promuovere
fra
i
suoi
membri una vita cristiana
esemplare
fondata
sull’ascolto della Parola di
Dio e la conversione del
cuore, nella professione fedele e costante della fede cattolica in comunione con i
sacri pastori, valorizzando la partecipazione consapevole e attiva all’Eucarestia.
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Per realizzare tali finalità la Confraternita si impegna ad attuare, in comunione di
intenti e di metodo con l’Autorità ecclesiastica, ogni iniziativa valida e utile per
una pastorale di forte impegno religioso, senza mai perdere di vista il profondo
messaggio che discende dalla Sacra Sindone. La Confraternita si impegna inoltre,
in continuità con le importanti e significative opere realizzate nel passato, a
dedicarsi fattivamente all’esercizio della carità attraverso varie forme di
volontariato e di fraterna solidarietà.”.
La Confraternita è governata
dall’Assemblea generale, dal
Presidente,
dal
Consiglio
Direttivo, dal Collegio dei
Revisori
dei
Conti,
e
dall’Assistente ecclesiastico.
L’Assistente ecclesiastico della
Confraternita,
di
nomina
arcivescovile, assume l’incarico
di
Rettore
della
chiesa
confraternale. Cura la vita
spirituale della Confraternita,
soprintende agli atti di culto,
alla predicazione
ed
alla
catechesi
per
la
crescita
spirituale dei Confratelli, esprime il parere sulle iniziative di carità e di volontariato;
interviene alle sedute dell’Assemblea generale e del Consiglio Direttivo con diritto
di voto.
Dal 1992 la Confraternita, in collaborazione con il Centro Internazionale di
Sindonologia, intraprese l’iniziativa della quaresima con la Sindone, proponendo
ai cittadini conferenze sulla Sindone come strumento privilegiato di meditazione
sulla Passione, morte e Risurrezione di Gesù: tale ne fu (e ne è) il successo che negli
anni successivi venne proposta alle parrocchie anche fuori diocesi. Ad oggi, in
tutte le parrocchie che lo desiderino, la Confraternita porta una copia fotografica
della Sindone in grandezza naturale e per la settimana di permanenza, con i suoi
sacerdoti ed esperti del Centro, conduce momenti di riflessione sulla Passione di
Cristo.
Nel 1998, dopo 160 anni dalla Chiusura dello Spedale dei Pazzarelli, la
Confraternita fondò Casa Bordino”, centro di ricerca e di intervento sul disagio
psichico. L’associazione opera in collaborazione e integrazione con il Dipartimento
di salute Mentale e l'Azienda Sanitaria Locale 1 di Torino.
Dal 1996 la Confraternita ha commissionato vari restauri nella Chiesa del SS.
Sudario: affreschi, sacrestia e presbiterio sono stati mirabilmente riportati all’antico
splendore. Nel 1998 fu restaurata la cripta sottostante la Chiesa, da allora sede
definitiva del Museo della Sindone.
In occasione delle varie Ostensioni (le ultime sono state nel 1998 e nel 2000) la
Confraternita ha collaborato attivamente con la Commissione Diocesana per la
Sindone alla preparazione dell’evento, sia sotto l’aspetto della comunicazione ai
visitatori sia sotto quello organizzativo. In vista della prossima Ostensione
(primavera 2010) è previsto un forte impegno per rinnovare i locali del Museo e per
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organizzare incontri sulla pre-lettura e sulla preparazione dei fedeli.
In occasione della prossima Ostensione – come per quelle passate – molto si
dovrà all’operato attivo dei Volontari, sia quelli già operanti in seno al Museo, sia
quelli che per la prima volta vorranno offrire il proprio aiuto, segnalando sin d’ora
la propria disponibilità alla Segreteria del Museo della Sindone.
Fonti:
Statuto della Confraternita Del SS. Sudario.
Bruno Barberis - Massimo Boccaletti – Nel Nome della Sindone. La Confraternita del SS.Sudario dalla fondazione (1598) ad
oggi – Effatà, 2006.
Giovanni Donna d’Oldenico – Confraternita del Ss. Sudario e origine del Centro Internazionale di Sindologia – in Sindon,
quaderno 2, Torino, 1960.
Storia pubblicata sul sito Internet della Confraternita.
Gaetano Moroni Romano – Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica da San Pietro fino ai giorni nostri – Vol. LXII –
Venezia, MDCCCCLIII.
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