REGIONANDO 2000 REGIONE EMILIA ROMAGNA AZIENDA USL RIMINI PROGETTO ASSISTENZA PERSONALIZZATA NEI REPARTI DI CARDIOLOGIA – UTIC DEL PRESIDIO OSPEDALIERO DI RIMINI Il grosso limite di un’assistenza infermieristica organizzata per compiti è la tendenza all’automatismo delle tecniche e la mancata considerazione del bisogno complessivo della persona e delle caratteristiche che esso può presentare da individuo ad individuo. Il modello operativo basato sulla divisione per compiti porta inevitabilmente a trattare l’assistenza come catena di montaggio che ha lo scopo di fornire numerose prestazioni in poco tempo, dando poco peso alla globalità ed individualità di ogni singola persona ed alla competenza del professionista. Inevitabilmente ne deriva una sempre più diffusa disaffezione del personale infermieristico ed una difficoltà a garantire un’assistenza di elevata qualità. La domanda di salute della popolazione (oggi più informata ed esigente), la nuova normativa in campo infermieristico e la necessità di esprimere la propria competenza in modo tale che l’operato infermieristico non sia soltanto un insieme d’atti ma significhi prendersi cura dell’altro come persona, porta alla necessità di sperimentare un modello d’assistenza infermieristica per obiettivi. Tale modello consente al professionista infermiere di farsi carico globalmente delle persone, avvalendosi di un ampio corpus di conoscenze che tradurrà con competenza nella pratica quotidiana per gestire efficacemente ogni specifica situazione. La pratica si traduce così in un “atto creativo” come soluzione flessibile al problema delle persone ed allo stesso tempo rafforzando in chi lo compie la stima di sé come persona e la competenza come professionista. 1. COMUNICAZIONE 1.1 COMUNICAZIONE E CONDIVISIONE DEL PROGETTO Il personale infermieristico dei reparti di Cardiologia e UTIC del Presidio Ospedaliero di Rimini ha già da tempo individuato una criticità organizzativa nell’assistenza infermieristica che si riflette all’interno dell’organizzazione in termini di conflittualità e scarso entusiasmo nella propria attività professionale ma che impedisce un reale miglioramento nella qualità del servizio offerto ai pazienti. Vi sono stati alcuni incontri tra le Capo sala e gli operatori più motivati, prima tra loro e poi con i Dirigenti medici, per verificare la possibilità di soluzioni organizzative che potessero portare al superameno delle problematiche rilevate. L’incontro con gli operatori del corso Orsa Maggiore è stato decisivo per riuscire ad elaborare un progetto di miglioramento della qualità che tenesse conto delle varie esigenze interne ed esterne all’organizzazione e che potesse contare su un supporto metodologico sia nella fase di progettazione degli interventi che nella fase di realizzazione oltre che di risorse adeguate. Una prima bozza di progetto è stata presentata in un incontro collegiale a tutti gli operatori del reparto per acquisire osservazioni e suggerimenti. Successivamente il gruppo di coordinamento ha incontrato il Primario e i dirigenti medici per gli ulteriori riscontri e considerazioni. Vi sono stati poi i contatti con i Dirigenti del servizio infermieristico e con la Direzione della scuola infermieri. La proposta “definitiva” è stata di nuovo oggetto di comunicazione a tutti gli operatori con una condivisione completa dei contenuti, tanto che è stato possibile costituire i gruppi di lavoro con la partecipazione attiva pressochè totale di tutto il personale infermieristico. La Direzione del Presidio e la Direzione Generale dell’Azienda USL hanno accolto con favore la proposta del progetto di miglioramento assicurando il supporto e le risorse necessarie e mostrando interesse per l’eventuale trasferibilità del progetto ad altre unità operative aziendali. 2. OBIETTIVI 2.1 MOTIVAZIONE E CRITICITÀ SITUAZIONE ATTUALE Attualmente l’organizzazione del lavoro nel nostro Reparto è per compiti. Il personale infermieristico è composto di 30 infermieri, divisi fra UTIC e CARDIOLOGIA DEGENZA, 2 Caposala, 5 infermieri addetti ai laboratori di EMODINAMICA ed ELETTROSTIMILAZIONE. Il turno vigente è a sei unità e prevede che l’infermiere jolly sia designato all’esecuzione della terapia mentre gli altri due infermieri sono responsabili della rilevazione dei parametri, esecuzione degli elettrocardiogrammi, della gestione della vie venose, della dimissione e di tutte le attività burocratico-amministrative che non sono svolte dal Caposala nonché di quei lavori di riordino di reparto che permettono un miglior coordinamento nella gestione dello stesso. Nel turno di notte non vi è una così netta suddivisione del lavoro. Con questo tipo di organizzazione ogni infermiere è addetto all’esecuzione di un determinato compito meccanizzando l’attività quotidiana; ciò se da una parte permette di acquisire una maggiore velocità d’esecuzione ed una migliore manualità della tecnica, dall’altra comporta una maggiore facilità nel commettere errori, escludendo a priori la centralità della persona, concentrandosi sull’atto e non sull’obiettivo avendo così una visione approssimativa dell’individuo e non una visione globale. È sulla base di queste considerazioni e sollecitazioni che è maturata l’idea di sperimentare un modello assistenziale personalizzato che presuppone la suddivisione dei posti letto per infermiere: N° CAMERA 1-2-3 4-5-6 7-8 9 CARDIOLOGIA DEGENZA Infermiere primo mattino e primo pomeriggio Infermiere primo mattino e primo pomeriggio Infermiere jolly mattino e pomeriggio Infermiere fuori turno o con minor carico di lavoro al mattino Infermiere con minor carico di lavoro al pomeriggio N.B. Ogni infermiere ha la responsabilità di sei pazienti. Durante il turno notturno non sono previste suddivisioni dei pazienti. N° LETTO 1-2-3-4 5-6-7 8-9-10 UTIC Infermiere jolly mattino e pomeriggio Infermiere primo mattino e primo pomeriggio Infermiere primo mattino e primo pomeriggio N.B. L’infermiere jolly è responsabile di quattro pazienti in quanto a minor complessità assistenziale; gli infermieri di primo mattino e pomeriggio sono responsabili di tre pazienti. Durante il turno notturno non sono previste suddivisioni dei pazienti. L’organizzazione del lavoro viene ricostruita in modo che ciascun infermiere mantenga la continuità nel rapporto assistenziale. L’introduzione di questo modello organizzativo può rendere più agevole l’applicazione del processo di nursing nella prassi operativa, come trama logica sulla quale si basa tutta l’operatività infermieristica. Il processo di nursing è un metodo di lavoro scientifico e dinamico, costituito da una logica successione di fasi legate fra loro che ne fanno un’approccio ponderato, orientato all’unificazione e soluzione del problema per soddisfare i bisogni d’assistenza infermieristica. Dal processo di nursing scaturisce come strumento di lavoro il piano di assistenza, che permette d’individuare l’assistenza in funzione dei bisogni della persona considerata nella sua globalità, nonché nell’evoluzione dei bisogni stessi. Tale metodo, dunque, poiché è propositivo, dinamico, sistematico, interattivo oltre ad incidere sulla qualità assistenziale, va ad incidere anche sulla “rigidità” dell’operatore spezzando quel circolo della routine-abitudine e resistenza al cambiamento che con l’andare del tempo, da una rigidità esterna (prassi di lavoro), diventa interna all’operatore (modo di pensare). E’ importante quindi prevedere un momento formativo del personale infermieristico orientato oltre che a creare coesione e condivisione sull’adozione del nuovo modello organizzativo, anche a riappropriarsi della metodologia del processo di nursing e gli strumenti che lo sorreggono. ARGOMENTI INCONTRI FORMATIVI 1 Il nuovo profilo professionale dell’infermiere alla luce dell’abolizione del mansionario 2 I modelli organizzativi: analisi dei modelli esistenti, vantaggi/svantaggi della loro 3 4 5 6 applicazione Il processo di nursing come metodo di lavoro La diagnosi infermieristica Il piano di assistenza Il nuovo codice deontologico dell’infermiere NB La maggior parte degli incontri sono gestiti direttamente dal personale del reparto. 2.2 OBIETTIVI ATTESI E INDICATORI DI RISULTATO Finalità del Progetto: 1. MIGLIORAMENTO DELLA QUALITA’ DELL’ASSISTENZA attraverso un’assistenza personalizzata più completa e scrupolosa che riduca il margine d’errore ed abbia una maggiore congruità tra la qualità dell’intervento ricevuto ed il bisogno di assistenza. 2. MIGLIORAMENTO DELL’ATTIVITÀ PROPRIA LAVORATIVA DEGLI INFERMIERI attraverso l’interazione con i malati e la maggiore autonomia e responsabilità professionale. 3. MIGLIORAMENTO DELLA FORMAZIONE E INSERIMENTO DEGLI ALLIEVI attraverso un più utile rapporto di collaborazione con la scuola infermieri. Indicatori di risultato: - N° reclami rilevati attraverso la somministrazione di questionari (rilevazione semestrale) - N° incidenti critici accaduti in un trimestre - N° operatori presenti alle riunioni sul totale degli operatori - Valutazione stato di soddisfazione del personale infermieristico 3. PIANIFICAZIONE 3.1 LE FASI DEL PROGETTO 1. Elaborazione progetto di miglioramento della qualità e condivisione dei contenuti con gli operatori dell’unità operativa coinvolta e con la Direzione del Presidio Ospedaliero 2. Formazione del personale infermieristico sulla metodologia e gli strumenti del processo di nursing con incontri d’aula e sul campo 3. Attivazione gruppi di lavoro per la elaborazione di strumenti operativi a supporto del nuovo modello organizzativo 4. Sperimentazione nuova modalità organizzativa 5. Valutazione effetti sperimentazione 6. Standardizzazione e monitoraggio del nuovo modello organizzativo 3.2 LE AZIONI DA ATTIVARE 1 FASI PROGETTO Elaborazione progetto di miglioramento della qualità § § 2 3 § Formazione del personale infermieristico sulla metodologia e gli strumenti del processo di nursing § Attivazione gruppi di lavoro § § § § § 4 5 6 Sperimentazione nuova modalità organizzativa Valutazione effetti sperimentazione § § § § Standardizzazione e monitoraggio della nuova organizzazione § § ATTIVITÀ DA SVOLGERE costituzione gruppo di lavoro per elaborazione progetto di miglioramento della qualità incontro iniziale con gli operatori del reparto (medici e infermieri), il Primario e la Direzione del Dipartimento per la valutazione sulla fattibilità del progetto e per la condivisione dei contenuti Individuazione bisogni formativi per il personale infermieristico Pianificazione incontri formativi Stesura protocolli/linee guida per uniformare l’assistenza basandosi su principi scientifici Elaborazione piani di assistenza Realizzazione cartella infermieristica Elaborazione piano inserimento allievi Realizzazione opuscolo informativo per i pazienti da consegnare alla dimissione Verifica lavoro svolto dai gruppi Monitoraggio attività di reparto Valutazione risultati Produzione rapporti di valutazione del progetto Diffusione del progetto alle altre unità operative aziendali Valutazione continua del processo per eventuali miglioramenti 3.3 TEMPI PREVISTI Descrizione attività Elaborazione Progetto Formazione operatori Gruppi di lavoro Sperimentazione progetto Valutazione sperimentazione Standardizzazione Dic. Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. 3.4 TEMPI PREVISTI PER LE VERIFICHE Ogni due settimane Incontro dei referenti i gruppi di lavoro per fare il punto della situazione A metà febbraio Incontro del Gruppo Progetto e dei referenti per le verifiche e valutazioni sul percorso formativo A metà marzo A metà maggio A metà agosto (o settembre) Incontro del Gruppo Progetto e dei referenti per la verifica degli strumenti elaborati dai gruppi di lavoro (protocolli, piani di assistenza, cartella infermieristica, piano inserimento allievi, opuscolo informativo per i pazienti) Verifica dei primi tre mesi di sperimentazione del nuovo modello organizzativo sulla base degli indicatori individuati Verifica a sei mesi di sperimentazione del nuovo modello organizzativo e valutazione complessiva delle azioni di miglioramento Definizione dei passi successivi 3.5 LE RISORSE NECESSARIE Non sono previste spese per tecnologie o attrezzature nuove ad eccezione di un elettrocardiografo in più da condividere fra i due reparti. Per la riorganizzazione del lavoro è previsto il mantenimento del personale attualmente in dotazione e l’acquisizione di tre unità OTA. Le spese correnti riguardano il corso di formazione che si avvale in parte di un docente esterno ed il materiale cartaceo. 3.6 LE RESPONSABILITA’ § § § ATTIVITÀ Elaborazione progetto di miglioramento della qualità e coordinamento operativo Individuazione bisogni formativi per il personale infermieristico e Pianificazione incontri formativi Analisi processo esistente e sviluppi di miglioramento a seguito del nuovo modello organizzativo di lavoro RESPONSABILITÀ Gruppo Coordinamento Progetto: Caposala Lombardi Denise e Semproli M. Angela Gruppo 1- I.P.: Cappella Fabiana, Chiaruzzi Marzia, Grossi Annalisa, Barletta Paola § Stesura protocolli/linee guida per uniformare l’assistenza basandosi su principi scientifici Gruppo 2 – I.P.: Bartoletti Aline, Bertozzi Monica, Bruno Eva, Urbinati Romina § Elaborazione piani di assistenza Gruppo 3 – I.P.: Ciaroni Gigliola, Bonvicini Sabrina, Rossi Roberta, D’Emilio Nadia, Tosi Guerriera, Lombardi Denise § Realizzazione cartella infermieristica § Elaborazione piano inserimento allievi Gruppo 4 – I.P.: Veterani Barbara, Gazzotti Genny, Bignardi Natascia, Fastosi M. Grazia, Semproli M.A. Gruppo 5 – I.P.: Gazzotti Genny, Semproni M.Angela, Lombardi D. § Realizzazione opuscolo informativo per i pazienti Gruppo 6 – I.P.: Urbinati da consegnare alla dimissione Romina, Bruno Eva, Bertozzi Monica, Bartoletti Aline Verifica lavoro svolto dai gruppi Valutazione risultati Gruppo Coordinamento Progetto Produzione rapporti di valutazione del progetto e Referenti gruppi di lavoro Diffusione del progetto alle altre unità operative aziendali Valutazione continua del processo per eventuali miglioramenti Monitoraggio attività di reparto Caposala Lombardi Denise e Semproli M. Angela § § § § § § CONSIDERAZIONI FINALI Il Gruppo Progetto, sulla base dei contenuti progettuali, ritiene che alcuni elementi del progetto possano considerarsi innovativi. Ci riferiamo alla nuova strategia di gestione dei servizi infermieristici per obiettivi di salute personalizzati (che tengono conto dei bisogni complessivi della persona e non più di aspetti parcellari da affrontare con estemporanei compiti assistenziali) ed all’assetto organizzativo che ne consegue. Il Progetto è coerente con la politica aziendale di fornire un’assistenza di elevata qualità ai pazienti con cortesia, appropriatezza ed efficacia, e di sostenere le competenze professionali per le migliori pratiche assistenziali attraverso la formazione ed il coinvolgimento del personale nei processi di cambiamento. Il miglioramento della qualità dell’assistenza e gli interventi di educazione alla salute (con la predisposizione di un opuscolo informativo) tendono a rendere migliore il rapporto con i cittadini-utenti, per dare loro fiducia nel servizio sanitario e garantire affidabilità e qualità nelle prestazioni. Un ulteriore vantaggio pensiamo possa essere rappresentato dalla possibilità di trasferire questa esperienza in altre unità operative dell’AUSL. Al riguardo è prevista una presentazione pubblica sui risultati del progetto in occasione del convegno annuale sulla qualità dei servizi ed una diffusione a tutti gli operatori attraverso la rivista aziendale.