NOVEMBRE 2009 – ANNO 3 NUMERO 21 CCORDINATORI : SANDRO CANDOTTI – ROBERTO DE MARTINO (la responsabilità degli articoli appartiene ai singoli redattori) [email protected] IN QUESTO NUMERO Telecomunicando vuole porsi un obbiettivo ambizioso: dare voce alla gente. Vuole essere un foglio pieno di notizie sulla nostra quotidianità lavorativa, una fucina d'idee, e scambio di informazioni. La nostra aspirazione è quella di creare un punto di contatto, complementare al nostro sito WEB, nel quale raccogliere le vostre osservazioni e i suggerimenti sui servizi che gradireste fossero attivati. TELECOMUNICANDO vuole essere uno strumento di confronto di idee che contribuisca ad un reciproco arricchimento. Ed è per questo che abbiamo bisogno del contributo di tutti, perché questo foglio diventi realmente la voce di tutti. Se vuoi , collaborare, contribuire con le tue idee e le tue informazioni, contattaci. FACEBOOK E CAFFE' POVERE BUSTE PAGA LA VERA VELOCITA' DEL WEB PERMESSI LEGGE 104/92 PRIMI RISULTATI DEL NOSTRO SONDAGGIO DALLA PADELLA ALLA BRACE LA FOTO DEI LETTORI SEGRETERIA NAZIONALE CISALCOM VIA GIULIO CESARE 21 00192 ROMA 06916505495 FAX 06233231073 CI RISIAMO Dopo una pausa estiva particolarmente lunga, siamo tornati a far sentire la nostra voce. Questo mese si parla di mense e del diritto dei lavoratori al pasto, delle ricerche effettuate da prestigiose Università sulle nostre amate connessioni internet, di socializzazione “da macchinetta del caffè”, delle nuove regole per la fruizione dei permessi per chi ha famigliari disabili a carico e, dulcis in fundo, possiamo comunicare i primi risultati sul sondaggio svolto dal nostro sito inerente la qualità del nostro posto di lavoro. Buona lettura. SIAMO SU INTERNET! VISITATE IL SITO WEB ED IL FORUM AGLI INDIRIZZI: WWW.CISALCOM.ORG CISALCOM.FORUMUP.IT Facebook e caffè Per venire incontro ai lavoratori, quando non fosse sufficiente il buon senso, interviene una ricerca dell'Università di Melbourne (Australia) secondo la quale la frequentazione di “Facebook” od altri cosiddetti “social network” può arrivare ad aumentare la produttività dei dipendenti fino al 9%. I “social network”, per quell'ormai esigua minoranza di noi che non lo sapessero, sono dei siti specializzati nel mettere in relazione fra di loro gli utenti che vi si sono iscritti, scambiando messaggi ed informazioni più o meno personali: una specie di enorme piazza di paese. Tralasciando le enormi polemiche ed i problemi che nascono dall'utilizzo e dalla visualizzazione in Internet di dati strettamente confidenziali, volevo soffermarmi sul risultato della ricerca in quanto, nonostante sia evidente che staccare dal lavoro per qualche minuto non possa che essere un toccasana per la nostra mente, qualcuno, come ad esempio il Ministro per la Pubblica Amministrazione e Innovazione Brunetta, vede in un utilizzo di questa risorsa della Rete un nemico da combattere, tanto da dichiarare di voler applicare un filtro sui pc degli impiegati al fine di impedire loro di collegarsi al sito. Non è che all'interno di Telecom manchino (soprattutto fra quadri ed aspiranti tali) i seguaci di Stachanov, ma per la nostra ditta sembra che il peggiore di tutti i mali non sia l'abuso nell'utilizzo di Internet (possibile del resto solamente da alcune postazioni), bensì il caffè. Naturalmente non mi sto riferendo ai danni a cui potrebbe andare incontro l'organismo di chi abusasse nel consumo della bevanda tropicale, ma all'enorme perdita di tempo (secondo i pareri dei nostri responsabili) causata dalla “pausa caffè”: allontanarsi dalla scrivania per qualche minuto al giorno, sgranchirsi le gambe e scambiare due chiacchiere con un collega, cioè la versione non virtuale del “social network”, sembra causi danni incommensurabili all'Azienda, tanto da giustificare le e-mail di biasimo ricevute da alcuni lavoratori ai quali viene rimproverata una frequenza troppo assidua alla macchinetta. Senza scomodare i Docenti australiani, l'intelligenza suggerisce che una pausa od una distrazione sono un toccasana per mente, corpo e produttività: quanti di noi sono riusciti a trovare la soluzione di un problema pensando ad altro per qualche minuto? L'imperativo deve essere quello, appunto, di utilizzare il buon senso. A proposito di produttività aziendale, le e-mail ricevute, le occhiate ed i controlli non proprio casuali con lo sguardo fisso sull'orologio fatti dai capò insigniti al controllo da parte dei responsabili negli orari classici da pausa caffè non inducono certo a pensare che l'obiettivo finale sia migliorare il modo di lavorare ed il "piacere di lavorare": alla lunga questi atteggiamenti sono vissuti da quei colleghi che svolgono tutti i giorni correttamente la loro attività come una fonte di stress e conseguentemente una disattenzione alla gestione. Povere buste paga L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) ha recentemente pubblicato il proprio studio sulle retribuzioni dei trenta paesi aderenti relative all'anno 2007. I dati, riferiti ad una persona single senza famigliari a carico, non sono certamente edificanti per quanto riguarda il nostro Paese: ci piazziamo al ventitreesimo posto, guadagnando il 47% in meno di un Coreano ed il 30% in meno di un tedesco. Questo risultato deve farci riflettere maggiormente in quanto le cifre vengono adeguate alle differenze del costo della vita vigenti nei vari Stati in modo da renderle realmente confrontabili fra loro. I valori riportati in tabella sono espressi in dollari e rappresentano quanto percepito dal lavoratore al netto del cuneo fiscale (cioè la differenza fra quanto erogato dalle aziende e quanto arriva materialmente nelle tasche dei lavoratori), che per l'Italia è pari al 46% circa (sesto valore più alto del campione studiato). Trasformando in Euro il valore che ci interessa più da vicino, un italiano porta a casa 1.125 Euro al mese. 1) Corea 37.488 2) Regno Unito 37.299 3) Svizzera 34.136 4) Lussemburgo 33.726 5) Giappone 33.189 6) Norvegia 32.513 7) Usa 31.053 8) Australia 30.775 9) Austria 29.144 10) Paesi Bassi 29.008 11) Germania 28.435 12) Islanda 27.429 13) Irlanda 26.720 14) Svezia 26.647 15) Canada 26.531 16) Grecia 25.572 17) Francia 25.555 18) Finlandia 25.525 19) Belgio 25.425 20) Danimarca 24.205 21) N. Zelanda 22.783 22) Spagna 22.207 23) ITALIA 19.861 24) Portogallo 17.184 25) Rep Ceca 13.485 26) Turchia 11.572 27) Polonia 11.350 28) R. Slovacca 11.198 29) Messico 9.968 30) Ungheria 9.822 Media OCSE 24.660 • La vera velocità del web Chiunque utilizzi Internet ad un certo punto ha sentito la necessità di conoscere la velocità della propria connessione al di là dei proclami pubblicitari del provider. Utilizzando i risultati forniti dai test effettuati nel maggio 2008 da 8 milioni di utenti del sito specializzato www.speedtest.net, le università inglese di Oxford e spagnola di Oviedo (attualmente impegnata nello sviluppo di nuove tecnologie) hanno redatto una ricerca sulla velocità delle connessioni a livello mondiale in un ottica di utilizzo orientato alle applicazioni multimediali con presenza sempre maggiore di contenuti video. I ricercatori hanno elaborato un “indice di qualità della Larga Banda” (Broadband Quality Score) calcolando una media pesata fra le velocità di download ed upload ed il tempo di latenza. Si è quindi considerato pari a 32 il valore minimo di BQS per fruire agevolmente dei contenuti odierni presenti sulla rete. Il Paese con l'indice BQS più elevato (pari a 98) è risultato il Giappone con una velocità media di download pari a 16720 Kbps, ottenuta anche grazie ad una diffusione dei collegamenti in fibra ottica pari al 42% del totale, seguono, notevolmente distanziati, Svezia (BQS=55) ed Olanda (BQS=49). Risultato non molto lusinghiero per l'Italia (al ventiseiesimo posto) ed al di sotto della soglia di BQS=32, in compagnia, fra gli altri, di Regno Unito, Australia e Canada. La ricerca si conclude pronosticando che, a causa del continuo aumento di contenuti video, per il futuro prossimo (dai tre ai cinque anni), al fine di fruire pienamente delle nuove caratteristiche e dei nuovi documenti presenti nel web sarà necessario un indice pari a 75, ottenuto, allo stato attuale delle reti mondiali, dal solo Giappone. Permessi Legge 104/92 Recentemente Telecom Italia ha pubblicato un opuscolo inerente le agevolazione e gli obblighi derivanti dalla legge che tutela l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità fisiche (L. 104/92). Riportiamo di seguito i passi più importanti, invitando chiunque fosse interessato a scaricare il libretto dal nostro sito utilizzando l'apposito collegamento sulla pagina WEB, oppure cliccando QUI. • L’accertamento della disabilità è effettuato dalle competenti commissioni mediche delle Aziende Sanitarie Locali che hanno 180 giorni di tempo per pronunciarsi. • • Le richieste vanno inoltrate alla sede INPS di competenza territoriale. Sono previste agevolazioni per il lavoratore disabile e per parenti (discendenza diretta) e/o affini (discendenza del coniuge) entro il terzo grado che assistano una persona disabile. Sono previsti le seguenti tipologie di permessi (da fruire con modalità ed in tempistiche diverse secondo il tipo di disabilità, grado di parentela, età dell'eventuale figlio disabile, ecc): ◦ permesso giornaliero; ◦ permesso mensile; ◦ prolungamento del congedo parentale ◦ congedo straordinario. Primi risultati del nostro sondaggio Sta avendo successo l'iniziativa proposta dalla nostra Organizzazione Sindacale riguardante lo stato degli stabili nei quali lavoriamo e viviamo oppure nei quali siamo semplicemente di passaggio per la nostra attività lavorativa. Purtroppo il quadro complessivo (seppur provvisorio) non è per niente edificante. La stragrande maggioranza delle segnalazioni (87%) arriva da locali e sedi normalmente presidiati; cioè luoghi in cui i lavoratori espletano abitualmente la loro attività lavorativa. La dislocazione geografica delle segnalazioni è quasi equamente distribuita fra il Nord (50%) ed il Centro (principalmente Roma, 45%), mentre quelle provenienti dal Sud si attestano al 5%. Questo dato non deve trarre in inganno: non è vero che in Meridione la situazione sia più rosea, ma semplicemente che sono arrivate meno segnalazioni. Se sicurezza e decoro arrivano entrambe al 29%, la parte del leone viene svolta dagli avvisi riguardanti pulizia ed igiene dei locali (42%). Le sterili cifre però non rendono l'idea delle situazioni che ci sono state denunciate; partiamo da un generico “bagni sporchi e indecenti” che “non vengono puliti tutti i giorni”, passiamo per: “il livello dei locali comuni è da terzo mondo”, “non c'è neanche una cassetta per il pronto soccorso”, “in mensa piove e l'acqua viene raccolta in bidoni che non vengono svuotati”, per finire con locali privi di areazione, condizionamento e riscaldamento. Naturalmente, a sondaggio terminato, sarà nostra cura pubblicare i risultati analitici. Per finire vale la pena ricordare che dopo il rinnovo delle convenzioni per mense e buoni pasto, sempre più numerosi arrivano i commenti negativi riguardanti quantità e qualità della refezione, ma questo è un altro argomento, di cui ritorneremo a parlare. Dalla padella alla brace La determinazione del concetto di “mensa”, trova il suo fondamento nella contrattazione collettiva ed in particolar modo nella contrattazione di secondo livello (territoriale). Tuttavia spesso la materia viene implementata o chiarificata da pareri, circolari, risoluzioni, sentenze sia in sede giurisprudenziale che istituzionale (Inps, Inail, Agenzia Entrate). Dall’altro lato si è trattato di una conquista rilevante per i lavoratori e per il moderno sistema sindacale. Il settore infatti viene regolamentato spesso e volentieri da “Accordi” sindacali volti ad aggiornare periodicamente la materia. La disciplina, dell’ istituto”mensa”, o per meglio dire il “sistema” mensa viene oggi suddiviso in due macro categorie, rispondenti ciascuna sia a livelli di efficienza economica che a standard di tipo qualitativo. Esse sono, le MENSE INTERNE ed ESTERNE ed il sistema alternativo dei TICKETS (buoni pasto): Le “mense aziendali”, sono spesso allocate all’interno dei siti produttivi, non proprio a contatto con gli impianti o gli uffici amministrativi, questo per ovvie ragioni di salubrità degli spazi ricreativi nel rispetto delle leggi in materia. La loro caratteristica è quella di consentire al lavoratore ai fini della consumazione del pasto, di raggiungere e lasciare in tempi strettissimi (solitamente 30 minuti) la sede della mensa aziendale, gia predisposta e fornita di tutti i servizi pasto oltre che naturalmente provvista di arredi ed appositi spazi (murari) dove vengono affissi oltre alla pubblicità delle società specializzate in ristorazione aziendale, i regolamenti di mensa (Normativa Europea e Nazionale) e dove vengono elencati i cibi e le bevande suddivisi per categoria e relativo prezzo. erogata al dipendente ed assoggettata per legge sia alla contribuzione previdenziale che fiscale. Dal punto di vista strettamente fiscale, viene comunque applicata l’IVA del 4% sul valore della prestazione delle mense, sia che i tratti di mense interne, sia che si tratti di mense cosiddette “esterne” in quanto ricadenti all’esterno dei locali aziendali, quali ristoranti o self-service, appaltate dall’azienda ad imprese specializzate in ristorazione e munite comunque di apposita licenza per la fornitura di servizi per la ristorazione. In buona sostanza a carico dell’azienda, vige l’assoggettamento dell’indennità di mensa ai contributi previdenziali e fiscali determinando in busta paga per il lavoratore, un valore netto. Nei “TICKETS”, o buoni pasto che dir si voglia, vige la completa equiparazione del titolo Ticket, alla giornaliera indennità di mensa quanto meno dal punto di vista “funzionale”. E’ fatta salva la soglia massima di € 5,29 per evitare l’assoggettamento dei contributi previdenziali. Il lavoratore riceve i tickets dal datore di lavoro e provvede egli stesso alla loro spendibilità per i fini indicati nel “titolo”, rilasciato dal datore di lavoro, datato e controfirmato per ricevuta, dal lavoratore stesso La foto dei lettori Brutta sorpresa quella avuta da un collega di Milano. Visto il soggetto, ottima inquadratura!. Mandaci le tue foto, cercheremo di pubblicarle Una tale organizzazione, spesso riscontrabile in aziende di medio grande dimensione, consente al lavoratore di non uscire al di fuori dei locali aziendali per provvedere al pasto giornaliero. Il primo aspetto rilevante del sistema mensa è costituito dal trattamento economico previsto dalla normativa nazionale e da quella collettiva: le indennità di mensa, sono soggette alla contribuzione previdenziale e fiscale, eccezion fatta per quei lavoratori le cui prestazioni rivestono carattere di temporaneità o discontinuità come gli addetti ai cantieri edili, oppure per quei lavoratori operanti in siti produttivi sprovvisti di locali mensa. Il secondo aspetto di natura economica, è la quota limite di deducibilità di € 5.29. Essa costituisce un vero e proprio limite ed è riferita al valore dei cosiddetti (Tickets – buoni pasto), non assoggettabili, fino a tale quota, agli oneri previdenziali e fiscali. Le mense infatti non rientrano nel campo di applicazione di tale limite ed entrano a far parte a pieno titolo nel complesso della retribuzione Hanno collaborato: Mauro Calvi Sandro Candotti Roberto De Martino Claudia Giuliani