T1 CV PR T2 48 .Cronaca di Torino STAMPA .LA VENERDÌ 24 AGOSTO 2012 gg Dossier/La spending review g Burocrazia Partecipate Cancellate le leggi di spesa senza copertura Analisi annuale sulle società da dismettere È un dei temi con minore impatto mediatico, quindi poco noti all’opinione pubblica, eppure sostanziali per le ricadute in termini di confusione e di appesantimento della macchina amministrativa, oltre che di costi: la bonifica dell’ordinamento regionale dalle leggi e leggine inutili, se non controproducenti; parecchie obsolete. Leggi di spesa che sovente non trovano copertura nel bilancio annuale. Non a caso, ci si era posti il problema anche nella precedente legislatura: fa fede il lavoro portato avanti dall’assessore Sergio Deorsola, che nella giunta Bresso aveva anche la delega alla “semplificazione amministrativa». Adesso si rilancia: la giunta Cota, sentita la prima commissione consiliare permanente, individua entro il 30 settembre di ogni anno i provvedimenti in questione al fine di prevederne l’abrogazione. Come si premetteva, la razionalizzazione delle società partecipate non partirà da zero ma è oggetto di una revisione avviata dall’assessore Elena Maccanti e ormai a buon punto: anche in questo caso, entro il 30 settembre di ogni anno la giunta presenterà alla prima commissione consiliare permanente il monitoraggio della situazione economico-patrimoniale e finanziaria di società, consorzi, agenzie ed enti a partecipazione regionale. Entro i trenta giorni successivi la giunta compilerà l’elenco delle partecipazioni da dismettere. Difficile stimare i risparmi derivanti dallo sfrondamento delle partecipate (operazione alla quale stanno lavorando, in ordine sparso, anche Provincia e Comune). Restando al piano di Maccanti, si prevede di ridurle da 59 a 23, con un taglio di 256 poltrone di sottogoverno. Dalla vendita la giunta conta di incassare 90 milioni: 25 entro il 2012. Incentivi Criteri più rigidi per la concessione dei contributi Il secondo punto della delibera chiama in causa gli incentivi e i contributi, in primis quelli alle imprese, vincolati a due condizioni. Il primo sono criteri certi e obiettivi trasparenti: nel caso, modificando le procedure vigenti. Il secondo chiama in causa la loro efficacia. Detto in altri termini, gli incentivi concessi saranno subordinati alla misurazione dell’effetto addizionale sull’attività delle imprese. Insomma: il gioco dovrà valere la candela. Gli uffici regionali competenti valuteranno situazione per situazione verificando l’efficacia rispetto agli obiettivi: se il responso sarà negativo, scatterà la sospensione. Occhi puntati anche sui contributi regionali per l’organizzazione di eventi culturali, turistici, fieristici, sportivi: non potranno superare il limite del 20% delle spese effettivamente sostenute. Personale Niente tagli ma più flessibilità nei trasferimenti Il capitolo del personale promette di essere il punto più complesso e controverso della “spending review”: di rigore il confronto con le rappresentanze sindacali. In questo caso, più che in altri, l’assessore Quaglia vuole essere chiara: «Parlare di tagli sarebbe improprio. Il nostro obiettivo non è eliminare posti di lavoro ma favorire la flessibilità, cioè il trasferimento di competenze dove si reputerà necessario». Attingendo dai comparti dove gli organici risultano in eccesso. Proposito che ricalca quello perseguito da Paolo Monferino sul fronte sanitario: la mobilità del personale di Asl, Aso e ospedali è o dovrebbe essere uno dei cardini della riforma approvata in Consiglio. Inevitabili le resistenze, favorite dalle varie ed eventuali previste nei contratti di lavoro. Su questo fronte la partita è più che mai aperta. Patrimonio Nuova sede La nuova sede unica della Regione, ovvero l’avveniristico grattacielo progettato da Massimiliano Fuksas e in fase di costruzione sull’area ex-Fiat Avio, accoglierà gli uffici regionali per un totale di oltre 2 mila addetti: il termine dei lavori è previsto il 30 novembre 2014. Leggi inutili, affitti e auto blu I tagli di Cota A settembre la delibera sarà presentata in giunta Nuovo giro di vite in Regione per liberare risorse ALESSANDRO MONDO Tagliare il tagliabile senza inchiodare la macchina: cioè senza compromettere i servizi essenziali che rappresentano il senso stesso di un’amministrazione pubblica. È la sfida, una vera e propria acrobazia contabile, alla quale si lavora in Regione in vista della ripresa dell’attività istituzionale. Ma anche in prospettiva: gli indirizzi messi a punto dall’assessorato al Bilancio e al Patrimonio puntano a liberare risorse preziose non solo per il bilancio di previsione 2013, atteso tra fine settembre e inizio ottobre, ma anche per quelli a venire. La delibera Il senso di questo sforzo è contenuto nella bozza di delibera che verrà approvata dalla giunta a inizio settembre, nella prima seduta utile. Una “spending review» in salsa piemontese, caratterizzata da nuove misure rispetto a quelle già previste nella manovra di assestamento per il 2012 (vedi la riduzione del budget degli assessorati). La strada obbligata segnata da un’altra “spending review», quella nazionale, che Roberto Cota ha criticato in più occasioni: «I tagli del Gover- no, in primis quelli della Sanità, sono inaccettabili. In più, dobbiamo fronteggiare il disavanzo lasciatoci in eredità dalla precedente legislatura». Il fronte dei tagli Un tenaglia alla quale la Regione cerca di sottrarsi intervenendo su fronti diversi: dalla riforma sanitaria, portata avanti dall’assessore Paolo Monferino, al riordino delle società partecipate, una partita seguita dalla collega Elena Maccanti, fino alla «spending review» calibrata da Giovanna Quaglia, assessore al Bilancio e al Patrimonio. La quale mette le mani avanti: «Ci muoviamo in questa direzione non per ridurre i servizi di base ma per salvaguardare quelli esistenti». In quest’ottica vanno letti i provvedimenti contenuti nella delibera, che dopo il via libera della giunta sarà dirottata in prima commissione consiliare. Il titolo - «Interventi urgenti per la razionalizzazione delle spese regionali» - è tutto un programma: dalla «bonifica» legislativa alla riduzione delle auto blu, passando per il riordino delle partecipate e la razionalizzazione del patrimonio immobiliare - , non c’è aspetto della macchina regionale esonerato dal «tagliando». Di fatto, è la prosecuzione della politica riassunta dal governatore a inizio mese, in occasione dell’approvazione dell’assestamento: «Siamo riusciti a fermare la crescita del debito, che aggrediremo con una gestione oculata delle risorse». Le cifre Impossibile prevedere il risparmio atteso dalle misure individuate. Il dato meno approssimativo riguarda le «auto blu», un capitolo sul quale si concentra periodicamente l’attenzione dell’opinione pubblica, e prevede un taglio di circa mezzo milione nel 2013. Obiettivo: scendere a 760 mila euro rispetto alle risorse iscritte nel bilancio 2012 (1,1 milioni). Nel 2011 il costo dei canoni e di funzionamento della flotta regionale pesava per 1,5 milioni. Una progressiva contrazione, insomma, che si è già tradotta in un meno 30% rispetto al 2009. Sugli altri fronti si tireranno le somme quando si entrerà nel merito: dalla dismissione delle partecipate alla revisione dei contratti di affitto, oggetto di una negoziazione appena avviata. Una cosa sembra certa: quella imboccata dalla giunta è una strada dalla quale difficilmente si tornerà indietro. Immobili condivisi con altri enti per abbattere i costi Il risparmio, e quindi la possibilità di liberare risorse da destinare dove serve, passerà anche dalla revisione delle sedi decentrate che si apprestano ad affrontare anche Province e Comuni. L’altro obiettivo è valorizzare il patrimonio regionale. Due le soluzioni: le sedi delle società, aziende, agenzie, enti e consorzi a partecipazione regionale saranno localizzate, salvo casi eccezionali, in immobili di proprietà dell’ente; la Regione promuoverà inoltre convenzioni e accordi di collaborazione con gli enti locali per utilizzare uffici di loro proprietà. Fatta salva la disponibilità di spazi, inutile mantenere tre sedi di tre diverse amministrazioni (Regione, Provincia, Comune) nello stesso luogo. Il nuovo grattacielo che accorperà sull’area exFiat Avio a Torino gran parte dei dipendenti regionali rientra in questa filosofia. La flotta Macchine di servizio Fuori le Delta, tocca alle Bravo La questione «auto blu» rientra a pieno titolo nella spending review: saranno limate anche quelle. La consistenza della flotta regionale è di 241 vetture a noleggio o in proprietà: 132 sono assegnate per i servizi generali (36 all’autocentro di via Pisano, 10 per gli assessori, 6 al settore fitosanitario, 3 alla Protezione civile, 55 sul territorio a servizio degli uffici decentrati); 109 mezzi, comprese le Mitzubishi, alcuni trattori e altri veicoli definiti dal ministero «a uso promiscuo», fanno capo alla Direzione Opere Pubbliche, difesa del suolo... Una trentina sono in proprietà. Già ora alcuni assessori non hanno assegnata una vettura di servizio - le «Delta» sono impiegate a rotazione - e Cota si sposta con l’auto personale. In ogni caso, per lanciare un altro segnare di virtuosismo, la giunta pensa di sostituire le «Delta» con altrettante «Bravo». L’intervento riguarda i posti per la riabilitazione dei pazienti Spending review Mille letti da tagliare si rivedono i piani per il Valdese L’ospedale Valdese SARA STRIPPOLI A PAGINA VII Il caso Il nuovo colpo di scure imposto dalla spending review su 4.500 posti disponibili Mille letti post-acuzie da tagliare si rivedono i piani per il Valdese ILLE posti letto da tagliare sul post-acuzie, una diminuzione significativa se si tiene conto dei dati complessivi del Piemonte, 4500 posti letto in totale su tutta la Regione. Si parla di riabilitazione ad esempio, cardiologica, ortopedica, una fase assai importante nella vita di un paziente appena curato o operato che necessita di cure successive al periodo trascorso in ospedale. La scure è imposta dal decreto della spending review ed entro novembre il Piemonte dovrà presentare un piano dettagliato dove si indicano le soluzioni trovate dimostrando, conti alla mano, che la percentuale fissata dello 0,7 per mille abitanti è stata rispettata. Al momento la situazione piemontese indica un esubero, spiega il direttore regionale Sergio Morgagni, mentre non ci sono problemi per i posti letto per acuti in ospedale, che rispettano i criteri fissati dal decreto governativo. La difficoltà, precisa ancora il direttore, è che questi tagli devono essere fatti per il 40 per cento nelle strutture pubbliche. Inevitabile allora le perplessità sul futuro dell’ospedale Valdese per il quale l’assessore alla sanità regionale Paolo Monferino ha previsto un futuro come struttura dedicata proprio alla cura per post-acuti. Che senso avrebbe immaginare un destino del genere per l’ospedale di via San Pio V, quando il governo chiede proprio di tagliare quei posti letto? Morgagni ammette che il problema è concreto: «Bisognerà fare una riflessio- M L’ospedale Valdese Il direttore della Sanità, Morgagni “Bisognerà riflettere su una riorganizzazione” ne all’interno della riorganizzazione della rete ospedaliera», dice. Chiarendo tuttavia che non si tratterebbe di una chiusura di posti letto, ma di una riconversione, per esempio in posti riservati alla lungodegenza. Tutto da rifare allora per il piccolo Valdese, che da mesi combatte per la sua sopravvivenza? Mentre un’équipe dell’Asl To1 era già al lavoro per studiare le fasi della riconversione, la spending review del governo Monti obbli- gherebbe invece ad un ripensamento che potrebbe portare alla decisione di prevedere una trasformazione in rsa, residenza sanitarie per anziani. «Non siamo in grado al momento di anticipare quali saranno le scelte», spiega il direttore regionale. Nel frattempo, all’inizio di agosto, i direttori generali delle aziende hanno ricevuto una comunicazione dell’assessorato in cui si chiede di attendere le linee guida regionali prima di deliberare qualsiasi atto aziendale di riorganizzazione dell’attività negli ospedali. Qualcuno era già pronto ai primi incontri con i sindacati. Tutto fermo invece, in attesa che sia la Regione a fissare i criteri. (s.str.) © RIPRODUZIONE RISERVATA DOMODOSSOLA. I DATI DEL PRIMO SEMESTRE Parti in aumento ma è vicina la fine del punto nascite Il manager dell’Asl Giacoletto conferma lo stop “Nessun blitz estivo ma il progetto va avanti” RENATO BALDUCCI DOMODOSSOLA «E’ quasi passata l’estate e non c’è stato nessun blitz come temevano, anche perché l’avevo escluso. Nulla è però cambiato: resta la delibera della Regione a esprimere chiaramente la necessità di chiudere il punto nascite di Domodossola. Siccome io continuo ad avere questa prescrizione da Torino, dovrò andare in quella direzione». Adriano Giacoletto, direttore generale dell’Asl Vco, conferma che si sta avvicinando il giorno in cui l’azienda sanitaria darà il via alle disposizioni dell’assessorato alla Sanità che porteranno allo smantellamento del punto nascite al San Biagio. Una decisione inevitabile, che Giacoletto ha ripetuto mercoledì a Bernardino Gallo e Doris Tartari, presidente e vice del comitato «Sos Ossola», che lo hanno voluto incontrare per parlare della situazione generale dell’Asl. «In autunno - spiega Gallo - saranno necessari ulteriori tagli per rientrare negli standard indicati dalla Regione. Si restrin- Adriano Giacoletto dell’Asl gerà il turnover e poche figure che abbandoneranno il servizio potranno essere sostituite». La situazione difficile è confermata da Giacoletto: «Non ci sono più soldi; c’è stata una recente delibera regionale che ha rivisto tutti i conti sulla sanità». Nell’incontro sono stati resi noti i dati dei parti del primo semestre: in tutto 401, dei quali 113 a Domodossola e 228 a Verbania. Con il San Biagio che ha fatto registrare 28 nascite in più rispetto ai primi sei mesi del 2011, mentre Verbania ne avuti 87 in meno. Il difficile quadro della situazione non fa stare tranquillo il comitato «Sos Ossola» che ribadisce di non condividere «il tentativo politico di dialogo avviato dalla rappresentanza dei sindaci, né la posizione adottata con un ordine del giorno dal Consiglio provinciale. Non crediamo a queste iniziative». Il comitato ha chiesto notizie anche su emodinamica. «Tutto procede - rassicura Giacoletto -. Dal punto di vista medico siamo abbastanza avanti: abbiamo mandato un dottore a Novara per incrementare l’esperienza che già aveva accumulato e poi assunto un altro cardiologo che lavorava alla clinica San Gaudenzio. Ora faremo una convenzione con l’Asl di Novara affinché una delle loro due divisioni di cardiologia ci dia copertura in casi di urgenza e in termini di esperienza». Gallo ha però alcune perplessità: «Temiamo ci siano molti ostacoli. Sarà molto dura da perseguire la crescita, in termini di risorse anche umane, di un’emodinamica funzionante 24 ore su 24, per sette giorni la settimana». CASALE. COLPITE DONNE E UOMINI CHE MAI HANNO LAVORATO ALL’ETERNIT Amianto, record di decessi Una mezza dozzina di vittime del mesotelioma solo nell’ultimo mese Una mezza dozzina di morti di mesotelioma nell’ultimo mese, a Casale e stretti dintorni, è una strage. E l’età impressiona (per lo più, donne e uomini tra i 50 e i 60 anni), anzi, mette i brividi: scende nella fascia dei 40 e anche meno. L’aver lavorato all’Eternit non c’entra più. Queste vittime, dentro la fabbrica, non ci sono mai state. E non hanno neppure avuto padri e madri che portavano a casa le tute sfarinate di «puvri» d’amianto. Da un po’ di tempo, si conta una cinquantina di nuove diagnosi di mesotelioma all’anno, ma bisognerà vedere quale sarà il consuntivo del 2012. E quale sarà quello dei decessi in questo annus horribilis: nei primi 2 mesi e mezzo erano già una decina, ora, solo nell’arco dell’ultimo mese, una mezza dozzina. È un refrain infondato quello che recita che sono comunque troppo pochi, in generale, i malati di mesotelioma per smuovere le aziende farmaceutiche a investire nella ricerca. I numeri sono «piccoli» se non li si cerca e se li si conta solo in luoghi circoscritti, come Casale e pochi altri. I manufatti d’amianto sono stati diffusi ovunque, perché erano funzionali e costavano poco. E nella mag- 6 50 Decessi Fascia d’età Causati dal mesotelioma nell’arco dell’ultimo mese a Casale e dintorni Del maggior numero delle vittime del male, ma si sta scendendo anche al di sotto gior parte del mondo ancora si producono e se ne fa uso. Senza contare l’impiego sulle navi. È ora di rifare i conti per accorgersi che i numeri sono appetibili economicamente per chi fa ricerca e, umanamente, con la scoperta di una cura, si potrebbe chiudere, in modo definitivo, in un sarcofago la tragedia e l’angoscia per [S. M.] questo subdolo male. Altri servizi A PAGINA 48 il caso SILVANA MOSSANO CASALE MONFERRATO P er anni, Marisa - leva 1950 - e Paola - ‘55 - sono state vicine di casa. Abitavano sullo stesso pianerottolo di un condominio di via Caligaris. Chiacchiere lunghe a parlare di figli, a scambiarsi ricette, a condividere speranze e crucci. I bambini, vicini d’età, andavano casa per casa, a giocare ora di qui ora di là. Poi, Paola Raiteri si era trasferita a Frassineto con il marito Mimmo Gay e i figli Alessia (ora ballerina in una Compagnia di danza classica a Roma) e Simone. Marisa Lavazza con il marito Gigi Garoppo è rimasta lì, nella casa vicino al canale. I figli, Alex e Fabio, si sono fatti grandi. Ieri, per uno sghiribizzo beffardo del destino, si sono ritrovate, uscio a uscio, in due stanzette appaiate della camera mortuaria del Santo Spirito. Sfinite dallo stesso male: mesotelioma. Una strage che continua inesorabile e si ingigantisce. Lo ricordava non molto tempo fa la presidente dell’Afeva, Romana Blasotti Pavesi: «Quando abbiamo cominciato la nostra battaglia contro l’amianto, si contava una ventina di nuovi casi all’anno. Man mano che andiamo avanti con questa lotta, paradossalmente il numero di malati aumenta. Ora nel CaSTILLICIDIO Più di 50 ogni anno le nuove diagnosi e tendono a crescere ma la cura ancora non c’è salese si è già a più di cinquanta nuove diagnosi all’anno». E’ stato detto che il peggio deve ancora venire: si parla di picco di morti nel 2020-2025. Quando, qualche anno fa, questa proiezione infausta iniziò a diffondersi, inconsciamente si coltivò una speranza: che scienziati e medici avrebbero dato una sferzata al trend malvagio, individuando, in anticipo, la cura per sconfiggere il mal d’amianto. Non è stato così. Non è ancora così. Lo stillicidio continua. La strage è in atto e, purtroppo, la soddisfazione per una sentenza di condanna - quella del 13 febbraio nel processo Eternit - che rappresenta l’effettivo riconoscimento dei responsabili che hanno causato grave danno e dramma alla collettività casalese e non solo, ha l’effetto di una garza ristoratrice, ma non di un medicamento efficace. Il medicamento che vince il mesotelioma è una terapia medica. Ed è urgente. Anzi, serviva già per ieri. Certo che bisogna impegnarsi nelle bonifiche, perché l’amianto venefico va rimosso (a Casale e altrove, in Italia e in ogni parte del mondo) per ridurre fino a inibire future diagnosi infauste, ma, come dice il professor Franco Carnevale, docente universitario di medicina del lavoro, uno dei più autorevoli consulenti della procura al processo di Torino, bisogna «allontanare attivamente quell’errore “ideologico”che vede la subordinazione della cura rispetto alla prevenzione. Fiaccolata a Casale nel novembre 2008: sullo striscione l’appello «Fermiamo la strage», ma per ora purtroppo continua Mal d’amianto Strage infinita Due amiche uccise dal mesotelioma nello stesso giorno: oggi i funerali a Casale e a Frassineto Paola Raiteri Architetto Aveva 57 anni I funerali si svolgono stamane alle 10 nella basilica di Frassineto Marisa Lavazza Aveva 62 anni La diagnosi del male cinque mesi fa L’ultimo saluto oggi alle 15 al Ronzone Sono due obiettivi indipendenti che presentano difficoltà diverse, ma da affrontare». Senza una cura efficace, lo stillicidio continua. Quelli che soccombono, oggi, sono, in molti casi, i ragazzi degli anni Sessanta, Settanta. Quella che si sta compiendo, oggi, è una strage di innocenti - bambini e giovani - contaminati dalla fibra venti, trenta, quarant’anni fa. Quelli che hanno paura, oggi, - di un colpo di tosse, di un banale mal di schiena, di un po’ di affanno nel respiro sono loro. L’aveva detto al processo Nicola Pondrano: «Qui si sono uccisi i bambini, i ragazzini»: già, si sono uccisi, perché l’epilogo arriva adesso, ma il colpo mortale, con una invisibile fibra, è stato inferto tempo fa, in quelle giovani vite inconsapevoli. In Marisa Lavazza, 62 anni, le prime avvisaglie del male risalgono al 2010: qualche dolore alla schiena, il riscontro di un versamento pleurico, cure d’attacco e poi la scomparsa totale, attestata dagli esami clinici. Sembrava del tutto sconfitto, insieme alla paura. Invece, racconta il marito, a marzo nuovi dolori, e, da ulteriori accertamenti, la malattia conclamata che si è trascinata per circa cinque mesi. Paola Raiteri, 57 anni, laurea in Architettura, era presidente della Associazione Malattie Rare e ne era referente allo Sportello attivato alla farmacia di Frassineto, oltre che, a livello locale, riferimento per la maratona Telethon; impegnatissima ed entusiasta anche nelle iniziative legate al Villaggio del Libro. La ricorda Rosanna Carrano: «Aveva grande creatività e risorse inesauribili. Collaborare con lei mi ha arricchito ed è stata una grande gioia». Né Marisa né Paola avevano perso la speranza. Ma la «bestia», come molti chiamano il mal d’amianto, non le ha risparmiate. Ieri sera, alla stessa ora, in due chiese diverse, il rosario in loro memoria. Oggi, per entrambe, si svolgono i funerali: stamane alle 10 per Paola, nella basilica di Frassineto, paese dove sarà sepolta; alle 15 per Marisa, nella parrocchia del Ronzone; la salma sarà tumulata a Quarti. TRIVERO. AL CENTRO ZEGNA L’Asl “sponsorizza” il country hospital delle cure intermedie Un opuscolo informativo destinato alle famiglie L'Asl di Biella sponsorizza il country hospital di Trivero, conosciuto anche come struttura per le cure intermedie. E' stato infatti realizzato un opuscolo informativo per le famiglie dove vengono evidenziati i servizi offerti. La sede si trova all'ex ospedale al Centro Zegna che accoglie la Rsa, struttura residenziale per anziani gestita dal Cissabo. Aperta nel settembre 2005 ha fatto finora registrare, fino al giugno 2012, 7200 giorni di ricovero, per una media che si aggira intorno ai 27 giorni a paziente. Inizialmente i posti letto erano sei, dal 2010 sono scesi a quattro suddivisi in due camere da due letti ciascuna. Il servizio della struttura per le cure intermedie è destinato a brevi permanenze del paziente, per un massimo di quaranta giorni, su proposta del medico di medicina generale e successiva valutazione della struttura di cure primarie del distretto di Cossato dell' Azienda sanitaria. La componente sanitaria dell'assistenza è quindi erogata, analogamente a quanto avviene a domicilio, da periodici accessi del medico di medicina generale del paziente. L'assistenza infermieristica non viene prestata dalle infermiere domiciliari, bensì in modo più continuativo da personale infermieristico dell'Asl ogni giorno, dal lunedì al venerdì, dalle ore 8 alle 15,40. Sono assicurati dal personale infermieristico del pronto intervento, situato nel piano sottostante dell'edificio, anche eventuali interventi nelle rimanenti ore del giorno, durante la notte o nei giorni di sabato e festivi. Un'ulteriore garanzia di assistenza è data dalla presenza, all'interno del medesimo edificio, anche dai medici del primo intervento e della continuità assistenziale (guardia medica) nonché dall'ambulanza del 118, mentre quella non prettamente sanitaria è assicurata dal personale della struttura residenziale per anziani. All'occorrenza, per i pazienti vengono programmati accessi da parte di fisioterapisti, geriatri e oncologi. [M. PR.] L’edificio di piazza Martiri che una volta ristrutturato ospiterà gli ambulatori dell’Asl VIGLIANO. IN PIAZZA MARTIRI Nuovi ambulatori Asl Lavori da 930 mila euro Costerà 930 mila euro la ristrutturazione dell'edificio di piazza Martiri che ospita gli ambulatori dell'Asl. L'importo è indicato nel progetto preliminare, redatto dagli architetti Enrico Allorto e Anselmo Mongilardi, che il Comune ha consegnato all' Azienda sanitaria. «Attendiamo dai tecnici dell'Asl un parere sia sulle norme igienico-sanitarie dell' edificio sia sulla distribuzione degli spazi interni della parte che sarà occupata da loro», dice Martina Fossati, assessore ai lavori pubblici. Il progetto infatti prevede la ristrutturazione globale della palazzina. Al Comune resteranno il pianterreno e il seminterrato che saranno a disposizione dell'Asl, dietro pagamento di un canone di affitto. I 6 appartamenti divisi tra il primo piano, il secondo e il sottotetto saranno venduti all'impresa che si aggiudicherà i lavori. Ma solo ad opere concluse, dopo i collaudi del caso. Gli appartamenti potranno essere finiti in un secondo momento e poi messi in vendita dalla ditta. «Non appena riceveremo la risposta dell'Asl approveremo il progetto in giunta e poi si farà la gara d'appalto - annuncia Fossati -. Se ci saranno ditte interessate prevediamo che i lavori partano all'inizio del 2013». Alla scuola media, sempre in tema di lavori pubblici, lunedì inizierà la sostituzione delle due caldaie a gasolio, ormai obsolete, con due caldaie a metano al costo di 108 mila euro. E ad inizio settimana si terminerà la posa del nuovo tetto in lamiera coibentata (più duratura e più efficiente a livello energetico della vecchia guaina) costato 89 mila euro. Per l'impianto fotovoltaico della palestra comunale lunedì il Comune inviterà le ditte a presentare le offerte entro metà set[R. B.] tembre. ,, Intervista GIUSEPPINA FIORI ALBA U na delle associazioni benemerite operanti nell’Albese è l’«Asava», associazione servizi autisti volontari ambulanze, che compie in questi giorni trentacinque anni. Presidente è Claudio Rosso, perito chimico, orologiaio, che abbiamo incontrato nella sede «Asava» di corso Matteotti, dove trascorre le ferie. Presidente, chi sono i volontari «Asava»? “Ai 340 volontari delle ambulanze servono giovani leve” «Sono persone di tutti i ceti sociali, operai, impiegati, insegnanti, pensionati, imprenditori, che dedicano gratuitamente il loro tempo libero all’assistenza degli altri. Sono 340 persone impegnate in turni che coprono tutti i giorni dell’anno, 24 ore su 24, spinti unicamente dal desiderio di rendersi utili alla collettività». Quali servizi assicurate? «Siamo a disposizione dell’Asl Cn2 Alba-Bra per tutti i trasporti di pazienti che ci vengo- Sull’ ambulanza Il presidente Claudio Rosso è perito chimico e fa l’orologiaio no richiesti: in particolare ci ca- «Il 16 settembre ci sarà una mapita di trasferire malati da un nifestazione in piazza Duomo, nosocomio all’altro, per visite dove saranno esposti i ventuno specialistiche o con apparec- mezzi di cui disponiamo, tra amchiature particolari. Inoltre col- bulanze e auto, con cui nel 2011 laboriamo con il Servizio ‘’118’’ abbiamo prestato 16.000 servizi di emergenza sanitaria la cui percorrendo 900.000 chilomebase operativa è a Saluzzo. E tri. Una media di oltre cinquanta poi c’è un servizio particola- chiamate al giorno. Seguirà una re, che si chiama ‘’Virgilio’’, messa in Duomo celebrata dal che vede impegnate numero- vescovo. In municipio il sindaco se donne, presenti ogni gior- consegnerà un attestato di ricono all’ingresso noscenza a sei sodell’ospedale, CERIMONIA ci fondatori: Carper accogliere Amandola, GiuIl 16 settembre lo e accompagnaseppe Carriere, l’associazione Giovanni Lano, re nei reparti e festeggerà 35 anni Leoluca Mancunegli ambulatori le persone so, Enrico Testa, che ne hanno necessità». Giovanni Uda. La festa proseguirà in piazza Cagnasso dove saCome si diventa volontario? «Occorre presentare la doman- ranno premiati i volontari da cinda, che viene valutata. Poi sono que a trent’anni di attività». previsti corsi interni di formaUn appello? zione». «Vorrei farlo in particolare ai Come saranno ricordati i 35 giovani: di venirci a visitare e a anni dalla fondazione avve- tutti di aiutarci a mantenere efficienti i nostri automezzi». nuta mel 1977?