T1 CV PR T2
48 .Cronaca di Torino
STAMPA
.LA
VENERDÌ 24 AGOSTO 2012
gg Dossier/La spending review
g
Burocrazia
Partecipate
Cancellate
le leggi di spesa
senza copertura
Analisi annuale
sulle società
da dismettere
È un dei temi con minore impatto mediatico,
quindi poco noti all’opinione pubblica, eppure
sostanziali per le ricadute in termini di confusione e di appesantimento
della macchina amministrativa, oltre
che di costi: la bonifica dell’ordinamento regionale dalle leggi e leggine inutili,
se non controproducenti; parecchie obsolete. Leggi di spesa che sovente non
trovano copertura nel bilancio annuale.
Non a caso, ci si era posti il problema
anche nella precedente legislatura: fa
fede il lavoro portato avanti dall’assessore Sergio Deorsola, che nella giunta
Bresso aveva anche la delega alla “semplificazione amministrativa». Adesso si
rilancia: la giunta Cota, sentita la prima commissione consiliare permanente, individua entro il 30 settembre di
ogni anno i provvedimenti in questione
al fine di prevederne l’abrogazione.
Come si premetteva, la razionalizzazione delle società partecipate non
partirà da zero ma è oggetto di una revisione avviata dall’assessore Elena
Maccanti e ormai a buon
punto: anche in questo caso, entro il 30
settembre di ogni anno la giunta presenterà alla prima commissione consiliare permanente il monitoraggio della situazione
economico-patrimoniale e finanziaria di
società, consorzi, agenzie ed enti a partecipazione regionale. Entro i trenta giorni
successivi la giunta compilerà l’elenco delle partecipazioni da dismettere. Difficile
stimare i risparmi derivanti dallo sfrondamento delle partecipate (operazione alla
quale stanno lavorando, in ordine sparso,
anche Provincia e Comune). Restando al
piano di Maccanti, si prevede di ridurle da
59 a 23, con un taglio di 256 poltrone di
sottogoverno. Dalla vendita la giunta conta di incassare 90 milioni: 25 entro il 2012.
Incentivi
Criteri più rigidi
per la concessione
dei contributi
Il secondo punto della delibera chiama in causa
gli incentivi e i contributi, in primis quelli alle imprese, vincolati a
due condizioni. Il primo
sono criteri certi e obiettivi
trasparenti: nel caso, modificando le procedure vigenti. Il secondo chiama in causa la loro efficacia. Detto in altri termini,
gli incentivi concessi saranno subordinati alla misurazione dell’effetto addizionale sull’attività delle imprese. Insomma: il
gioco dovrà valere la candela. Gli uffici
regionali competenti valuteranno situazione per situazione verificando l’efficacia rispetto agli obiettivi: se il responso
sarà negativo, scatterà la sospensione.
Occhi puntati anche sui contributi regionali per l’organizzazione di eventi culturali, turistici, fieristici, sportivi: non potranno superare il limite del 20% delle
spese effettivamente sostenute.
Personale
Niente tagli
ma più flessibilità
nei trasferimenti
Il capitolo del personale
promette di essere il
punto più complesso e
controverso della “spending review”: di rigore il
confronto con le rappresentanze sindacali. In questo caso, più che in altri, l’assessore Quaglia vuole essere chiara: «Parlare di tagli
sarebbe improprio. Il nostro obiettivo non
è eliminare posti di lavoro ma favorire la
flessibilità, cioè il trasferimento di competenze dove si reputerà necessario». Attingendo dai comparti dove gli organici risultano in eccesso. Proposito che ricalca
quello perseguito da Paolo Monferino sul
fronte sanitario: la mobilità del personale
di Asl, Aso e ospedali è o dovrebbe essere
uno dei cardini della riforma approvata in
Consiglio. Inevitabili le resistenze, favorite dalle varie ed eventuali previste nei
contratti di lavoro. Su questo fronte la
partita è più che mai aperta.
Patrimonio
Nuova sede
La nuova sede unica della Regione, ovvero l’avveniristico grattacielo progettato da
Massimiliano Fuksas e in fase di costruzione sull’area ex-Fiat Avio, accoglierà gli uffici regionali
per un totale di oltre 2 mila addetti: il termine dei lavori è previsto il 30 novembre 2014.
Leggi inutili,
affitti e auto blu
I tagli di Cota
A settembre la delibera sarà presentata in giunta
Nuovo giro di vite in Regione per liberare risorse
ALESSANDRO MONDO
Tagliare il tagliabile senza inchiodare la macchina: cioè senza compromettere i servizi essenziali che rappresentano il
senso stesso di un’amministrazione pubblica.
È la sfida, una vera e propria
acrobazia contabile, alla quale
si lavora in Regione in vista
della ripresa dell’attività istituzionale. Ma anche in prospettiva: gli indirizzi messi a
punto dall’assessorato al Bilancio e al Patrimonio puntano
a liberare risorse preziose non
solo per il bilancio di previsione 2013, atteso tra fine settembre e inizio ottobre, ma anche
per quelli a venire.
La delibera
Il senso di questo sforzo è contenuto nella bozza di delibera che
verrà approvata dalla giunta a
inizio settembre, nella prima seduta utile. Una “spending review» in salsa piemontese, caratterizzata da nuove misure rispetto a quelle già previste nella manovra di assestamento per il 2012
(vedi la riduzione del budget degli assessorati). La strada obbligata segnata da un’altra “spending review», quella nazionale,
che Roberto Cota ha criticato in
più occasioni: «I tagli del Gover-
no, in primis quelli della Sanità,
sono inaccettabili. In più, dobbiamo fronteggiare il disavanzo lasciatoci in eredità dalla precedente legislatura».
Il fronte dei tagli
Un tenaglia alla quale la Regione
cerca di sottrarsi intervenendo
su fronti diversi: dalla riforma sanitaria, portata avanti dall’assessore Paolo Monferino, al riordino
delle società partecipate, una
partita seguita dalla collega Elena Maccanti, fino alla «spending
review» calibrata da Giovanna
Quaglia, assessore al Bilancio e al
Patrimonio. La quale mette le
mani avanti: «Ci muoviamo in
questa direzione non per ridurre
i servizi di base ma per salvaguardare quelli esistenti».
In quest’ottica vanno letti i
provvedimenti contenuti nella
delibera, che dopo il via libera
della giunta sarà dirottata in
prima commissione consiliare.
Il titolo - «Interventi urgenti
per la razionalizzazione delle
spese regionali» - è tutto un
programma: dalla «bonifica»
legislativa alla riduzione delle
auto blu, passando per il riordino delle partecipate e la razionalizzazione del patrimonio immobiliare - , non c’è aspetto della macchina regionale esonerato dal «tagliando». Di fatto, è la
prosecuzione della politica riassunta dal governatore a inizio
mese, in occasione dell’approvazione dell’assestamento:
«Siamo riusciti a fermare la
crescita del debito, che aggrediremo con una gestione oculata
delle risorse».
Le cifre
Impossibile prevedere il risparmio atteso dalle misure individuate. Il dato meno approssimativo riguarda le «auto
blu», un capitolo sul quale si
concentra periodicamente l’attenzione dell’opinione pubblica, e prevede un taglio di circa
mezzo milione nel 2013. Obiettivo: scendere a 760 mila euro
rispetto alle risorse iscritte nel
bilancio 2012 (1,1 milioni). Nel
2011 il costo dei canoni e di funzionamento della flotta regionale pesava per 1,5 milioni. Una
progressiva contrazione, insomma, che si è già tradotta in
un meno 30% rispetto al 2009.
Sugli altri fronti si tireranno
le somme quando si entrerà nel
merito: dalla dismissione delle
partecipate alla revisione dei
contratti di affitto, oggetto di
una negoziazione appena avviata. Una cosa sembra certa:
quella imboccata dalla giunta è
una strada dalla quale difficilmente si tornerà indietro.
Immobili condivisi
con altri enti
per abbattere i costi
Il risparmio, e quindi la
possibilità di liberare risorse da destinare dove
serve, passerà anche
dalla revisione delle sedi
decentrate che si apprestano ad affrontare anche
Province e Comuni. L’altro obiettivo è valorizzare il patrimonio regionale. Due le
soluzioni: le sedi delle società, aziende,
agenzie, enti e consorzi a partecipazione
regionale saranno localizzate, salvo casi
eccezionali, in immobili di proprietà dell’ente; la Regione promuoverà inoltre
convenzioni e accordi di collaborazione
con gli enti locali per utilizzare uffici di
loro proprietà. Fatta salva la disponibilità
di spazi, inutile mantenere tre sedi di tre
diverse amministrazioni (Regione, Provincia, Comune) nello stesso luogo. Il nuovo grattacielo che accorperà sull’area exFiat Avio a Torino gran parte dei dipendenti regionali rientra in questa filosofia.
La flotta
Macchine di servizio
Fuori le Delta,
tocca alle Bravo
La questione «auto blu»
rientra a pieno titolo nella
spending review: saranno limate anche quelle.
La consistenza della flotta regionale è di 241 vetture a noleggio o in proprietà:
132 sono assegnate per i servizi generali
(36 all’autocentro di via Pisano, 10 per gli
assessori, 6 al settore fitosanitario, 3 alla
Protezione civile, 55 sul territorio a servizio degli uffici decentrati); 109 mezzi, comprese le Mitzubishi, alcuni trattori e altri
veicoli definiti dal ministero «a uso promiscuo», fanno capo alla Direzione Opere
Pubbliche, difesa del suolo... Una trentina
sono in proprietà. Già ora alcuni assessori
non hanno assegnata una vettura di servizio - le «Delta» sono impiegate a rotazione
- e Cota si sposta con l’auto personale. In
ogni caso, per lanciare un altro segnare di
virtuosismo, la giunta pensa di sostituire
le «Delta» con altrettante «Bravo».
L’intervento riguarda i posti
per la riabilitazione dei pazienti
Spending review
Mille letti
da tagliare
si rivedono i piani
per il Valdese
L’ospedale Valdese
SARA STRIPPOLI
A PAGINA VII
Il caso
Il nuovo colpo di scure imposto dalla spending review su 4.500 posti disponibili
Mille letti post-acuzie da tagliare
si rivedono i piani per il Valdese
ILLE posti letto da tagliare sul post-acuzie,
una diminuzione significativa se si tiene conto dei dati
complessivi del Piemonte, 4500
posti letto in totale su tutta la Regione. Si parla di riabilitazione
ad esempio, cardiologica, ortopedica, una fase assai importante nella vita di un paziente appena curato o operato che necessita di cure successive al periodo
trascorso in ospedale. La scure è
imposta dal decreto della spending review ed entro novembre
il Piemonte dovrà presentare un
piano dettagliato dove si indicano le soluzioni trovate dimostrando, conti alla mano, che la
percentuale fissata dello 0,7 per
mille abitanti è stata rispettata.
Al momento la situazione
piemontese indica un esubero,
spiega il direttore regionale Sergio Morgagni, mentre non ci sono problemi per i posti letto per
acuti in ospedale, che rispettano
i criteri fissati dal decreto governativo. La difficoltà, precisa ancora il direttore, è che questi tagli devono essere fatti per il 40
per cento nelle strutture pubbliche. Inevitabile allora le perplessità sul futuro dell’ospedale
Valdese per il quale l’assessore
alla sanità regionale Paolo Monferino ha previsto un futuro come struttura dedicata proprio
alla cura per post-acuti. Che
senso avrebbe immaginare un
destino del genere per l’ospedale di via San Pio V, quando il governo chiede proprio di tagliare
quei posti letto? Morgagni ammette che il problema è concreto: «Bisognerà fare una riflessio-
M
L’ospedale Valdese
Il direttore della
Sanità, Morgagni
“Bisognerà
riflettere su una
riorganizzazione”
ne all’interno della riorganizzazione della rete ospedaliera», dice. Chiarendo tuttavia che non
si tratterebbe di una chiusura di
posti letto, ma di una riconversione, per esempio in posti riservati alla lungodegenza. Tutto da
rifare allora per il piccolo Valdese, che da mesi combatte per la
sua sopravvivenza? Mentre
un’équipe dell’Asl To1 era già al
lavoro per studiare le fasi della
riconversione, la spending review del governo Monti obbli-
gherebbe invece ad un ripensamento che potrebbe portare alla decisione di prevedere una
trasformazione in rsa, residenza
sanitarie per anziani. «Non siamo in grado al momento di anticipare quali saranno le scelte»,
spiega il direttore regionale.
Nel frattempo, all’inizio di
agosto, i direttori generali delle
aziende hanno ricevuto una comunicazione dell’assessorato
in cui si chiede di attendere le linee guida regionali prima di deliberare qualsiasi atto aziendale
di riorganizzazione dell’attività
negli ospedali. Qualcuno era già
pronto ai primi incontri con i
sindacati. Tutto fermo invece, in
attesa che sia la Regione a fissare i criteri.
(s.str.)
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DOMODOSSOLA. I DATI DEL PRIMO SEMESTRE
Parti in aumento
ma è vicina la fine
del punto nascite
Il manager dell’Asl Giacoletto conferma lo stop
“Nessun blitz estivo ma il progetto va avanti”
RENATO BALDUCCI
DOMODOSSOLA
«E’ quasi passata l’estate e
non c’è stato nessun blitz come temevano, anche perché
l’avevo escluso. Nulla è però
cambiato: resta la delibera
della Regione a esprimere
chiaramente la necessità di
chiudere il punto nascite di
Domodossola. Siccome io continuo ad avere questa prescrizione da Torino, dovrò andare in quella direzione». Adriano Giacoletto, direttore generale dell’Asl Vco, conferma
che si sta avvicinando il giorno in cui l’azienda sanitaria
darà il via alle disposizioni dell’assessorato alla Sanità che
porteranno allo smantellamento del punto nascite al
San Biagio.
Una decisione inevitabile,
che Giacoletto ha ripetuto
mercoledì a Bernardino Gallo
e Doris Tartari, presidente e
vice del comitato «Sos Ossola», che lo hanno voluto incontrare per parlare della situazione generale dell’Asl. «In autunno - spiega Gallo - saranno
necessari ulteriori tagli per
rientrare negli standard indicati dalla Regione. Si restrin-
Adriano Giacoletto dell’Asl
gerà il turnover e poche figure
che abbandoneranno il servizio
potranno essere sostituite». La
situazione difficile è confermata da Giacoletto: «Non ci sono
più soldi; c’è stata una recente
delibera regionale che ha rivisto tutti i conti sulla sanità».
Nell’incontro sono stati resi
noti i dati dei parti del primo semestre: in tutto 401, dei quali
113 a Domodossola e 228 a Verbania. Con il San Biagio che ha
fatto registrare 28 nascite in
più rispetto ai primi sei mesi
del 2011, mentre Verbania ne
avuti 87 in meno. Il difficile quadro della situazione non fa stare tranquillo il comitato «Sos
Ossola» che ribadisce di non
condividere «il tentativo politico di dialogo avviato dalla rappresentanza dei sindaci, né la
posizione adottata con un ordine del giorno dal Consiglio provinciale. Non crediamo a queste iniziative».
Il comitato ha chiesto notizie anche su emodinamica.
«Tutto procede - rassicura Giacoletto -. Dal punto di vista medico siamo abbastanza avanti:
abbiamo mandato un dottore a
Novara per incrementare
l’esperienza che già aveva accumulato e poi assunto un altro
cardiologo che lavorava alla clinica San Gaudenzio. Ora faremo una convenzione con l’Asl
di Novara affinché una delle loro due divisioni di cardiologia ci
dia copertura in casi di urgenza
e in termini di esperienza». Gallo ha però alcune perplessità:
«Temiamo ci siano molti ostacoli. Sarà molto dura da perseguire la crescita, in termini di
risorse anche umane, di
un’emodinamica funzionante
24 ore su 24, per sette giorni la
settimana».
CASALE. COLPITE DONNE E UOMINI CHE MAI HANNO LAVORATO ALL’ETERNIT
Amianto, record di decessi
Una mezza dozzina di vittime del mesotelioma solo nell’ultimo mese
Una mezza dozzina di morti di
mesotelioma nell’ultimo mese,
a Casale e stretti dintorni, è una
strage. E l’età impressiona (per
lo più, donne e uomini tra i 50 e i
60 anni), anzi, mette i brividi:
scende nella fascia dei 40 e anche meno. L’aver lavorato all’Eternit non c’entra più. Queste vittime, dentro la fabbrica,
non ci sono mai state. E non
hanno neppure avuto padri e
madri che portavano a casa le tute sfarinate di «puvri» d’amianto.
Da un po’ di tempo, si conta
una cinquantina di nuove diagnosi di mesotelioma all’anno, ma bisognerà vedere quale sarà il consuntivo del 2012. E quale sarà
quello dei decessi in questo annus horribilis: nei primi 2 mesi e
mezzo erano già una decina, ora,
solo nell’arco dell’ultimo mese,
una mezza dozzina.
È un refrain infondato quello
che recita che sono comunque
troppo pochi, in generale, i malati
di mesotelioma per smuovere le
aziende farmaceutiche a investire nella ricerca. I numeri sono
«piccoli» se non li si cerca e se li si
conta solo in luoghi circoscritti,
come Casale e pochi altri. I manufatti d’amianto sono stati diffusi
ovunque, perché erano funzionali
e costavano poco. E nella mag-
6
50
Decessi
Fascia d’età
Causati dal
mesotelioma
nell’arco
dell’ultimo
mese
a Casale
e dintorni
Del maggior
numero delle
vittime del
male, ma si sta
scendendo
anche al di
sotto
gior parte del mondo ancora si
producono e se ne fa uso. Senza
contare l’impiego sulle navi.
È ora di rifare i conti per accorgersi che i numeri sono appetibili
economicamente per chi fa ricerca e, umanamente, con la scoperta di una cura, si potrebbe chiudere, in modo definitivo, in un sarcofago la tragedia e l’angoscia per
[S. M.]
questo subdolo male.
Altri servizi A PAGINA 48
il caso
SILVANA MOSSANO
CASALE MONFERRATO
P
er anni, Marisa - leva 1950 - e
Paola - ‘55 - sono state vicine
di casa. Abitavano sullo stesso pianerottolo di un condominio di via Caligaris. Chiacchiere lunghe a parlare di figli, a scambiarsi ricette, a condividere speranze e
crucci. I bambini, vicini d’età, andavano
casa per casa, a giocare ora di qui ora di
là. Poi, Paola Raiteri si era trasferita a
Frassineto con il marito Mimmo Gay e i figli Alessia (ora ballerina in una Compagnia di danza classica a Roma) e Simone.
Marisa Lavazza con il marito Gigi Garoppo è rimasta lì, nella casa vicino al canale.
I figli, Alex e Fabio, si sono fatti grandi.
Ieri, per uno sghiribizzo beffardo del
destino, si sono ritrovate, uscio a uscio, in
due stanzette appaiate della camera mortuaria del Santo Spirito. Sfinite dallo stesso male: mesotelioma.
Una strage che continua inesorabile e
si ingigantisce. Lo ricordava non molto
tempo fa la presidente dell’Afeva, Romana Blasotti Pavesi: «Quando abbiamo cominciato la nostra battaglia contro
l’amianto, si contava una ventina di nuovi
casi all’anno. Man mano che andiamo
avanti con questa lotta, paradossalmente
il numero di malati aumenta. Ora nel CaSTILLICIDIO
Più di 50 ogni anno le nuove
diagnosi e tendono a crescere
ma la cura ancora non c’è
salese si è già a più di cinquanta nuove
diagnosi all’anno».
E’ stato detto che il peggio deve ancora venire: si parla di picco di morti nel
2020-2025. Quando, qualche anno fa, questa proiezione infausta iniziò a diffondersi, inconsciamente si coltivò una speranza: che scienziati e medici avrebbero dato una sferzata al trend malvagio, individuando, in anticipo, la cura per sconfiggere il mal d’amianto.
Non è stato così. Non è ancora così.
Lo stillicidio continua. La strage è in atto
e, purtroppo, la soddisfazione per una
sentenza di condanna - quella del 13 febbraio nel processo Eternit - che rappresenta l’effettivo riconoscimento dei responsabili che hanno causato grave danno e dramma alla collettività casalese e
non solo, ha l’effetto di una garza ristoratrice, ma non di un medicamento efficace. Il medicamento che vince il mesotelioma è una terapia medica. Ed è urgente.
Anzi, serviva già per ieri.
Certo che bisogna impegnarsi nelle
bonifiche, perché l’amianto venefico va rimosso (a Casale e altrove, in Italia e in
ogni parte del mondo) per ridurre fino a
inibire future diagnosi infauste, ma, come dice il professor Franco Carnevale,
docente universitario di medicina del lavoro, uno dei più autorevoli consulenti
della procura al processo di Torino, bisogna «allontanare attivamente quell’errore “ideologico”che vede la subordinazione della cura rispetto alla prevenzione.
Fiaccolata a Casale nel novembre 2008: sullo striscione l’appello «Fermiamo la strage», ma per ora purtroppo continua
Mal d’amianto
Strage infinita
Due amiche uccise dal mesotelioma nello stesso
giorno: oggi i funerali a Casale e a Frassineto
Paola
Raiteri
Architetto
Aveva 57 anni
I funerali
si svolgono
stamane
alle 10 nella
basilica
di Frassineto
Marisa
Lavazza
Aveva 62 anni
La diagnosi
del male
cinque mesi fa
L’ultimo
saluto oggi
alle 15
al Ronzone
Sono due obiettivi indipendenti che presentano difficoltà diverse, ma da affrontare».
Senza una cura efficace, lo stillicidio
continua. Quelli che soccombono, oggi, sono, in molti casi, i ragazzi degli anni Sessanta, Settanta. Quella che si sta compiendo,
oggi, è una strage di innocenti - bambini e
giovani - contaminati dalla fibra venti, trenta, quarant’anni fa. Quelli che hanno paura,
oggi, - di un colpo di tosse, di un banale mal
di schiena, di un po’ di affanno nel respiro sono loro. L’aveva detto al processo Nicola
Pondrano: «Qui si sono uccisi i bambini, i
ragazzini»: già, si sono uccisi, perché l’epilogo arriva adesso, ma il colpo mortale, con
una invisibile fibra, è stato inferto tempo
fa, in quelle giovani vite inconsapevoli.
In Marisa Lavazza, 62 anni, le prime avvisaglie del male risalgono al 2010: qualche
dolore alla schiena, il riscontro di un versamento pleurico, cure d’attacco e poi la
scomparsa totale, attestata dagli esami clinici. Sembrava del tutto sconfitto, insieme
alla paura. Invece, racconta il marito, a
marzo nuovi dolori, e, da ulteriori accertamenti, la malattia conclamata che si è trascinata per circa cinque mesi.
Paola Raiteri, 57 anni, laurea in Architettura, era presidente della Associazione
Malattie Rare e ne era referente allo Sportello attivato alla farmacia di Frassineto, oltre che, a livello locale, riferimento per la
maratona Telethon; impegnatissima ed entusiasta anche nelle iniziative legate al Villaggio del Libro. La ricorda Rosanna Carrano: «Aveva grande creatività e risorse inesauribili. Collaborare con lei mi ha arricchito ed è stata una grande gioia».
Né Marisa né Paola avevano perso la
speranza. Ma la «bestia», come molti chiamano il mal d’amianto, non le ha risparmiate. Ieri sera, alla stessa ora, in due chiese diverse, il rosario in loro memoria. Oggi, per
entrambe, si svolgono i funerali: stamane
alle 10 per Paola, nella basilica di Frassineto, paese dove sarà sepolta; alle 15 per Marisa, nella parrocchia del Ronzone; la salma sarà tumulata a Quarti.
TRIVERO. AL CENTRO ZEGNA
L’Asl “sponsorizza”
il country hospital
delle cure intermedie
Un opuscolo
informativo
destinato
alle famiglie
L'Asl di Biella sponsorizza
il country hospital di Trivero, conosciuto anche come
struttura per le cure intermedie. E' stato infatti realizzato un opuscolo informativo per le famiglie dove vengono evidenziati i
servizi offerti.
La sede si trova all'ex
ospedale al Centro Zegna
che accoglie la Rsa, struttura residenziale per anziani
gestita dal Cissabo. Aperta
nel settembre 2005 ha fatto finora registrare, fino al
giugno 2012, 7200 giorni di
ricovero, per una media
che si aggira intorno ai 27
giorni a paziente. Inizialmente i posti letto erano
sei, dal 2010 sono scesi a
quattro suddivisi in due camere da due letti ciascuna.
Il servizio della struttura per le cure intermedie è
destinato a brevi permanenze del paziente, per un
massimo di quaranta giorni, su proposta del medico
di medicina generale e successiva valutazione della
struttura di cure primarie
del distretto di Cossato dell'
Azienda sanitaria. La componente sanitaria dell'assistenza è quindi erogata, analogamente a quanto avviene
a domicilio, da periodici accessi del medico di medicina
generale del paziente.
L'assistenza infermieristica non viene prestata dalle
infermiere domiciliari, bensì in modo più continuativo
da personale infermieristico dell'Asl ogni giorno, dal
lunedì al venerdì, dalle ore 8
alle 15,40. Sono assicurati
dal personale infermieristico del pronto intervento, situato nel piano sottostante
dell'edificio, anche eventuali interventi nelle rimanenti
ore del giorno, durante la
notte o nei giorni di sabato e
festivi.
Un'ulteriore garanzia di
assistenza è data dalla presenza, all'interno del medesimo edificio, anche dai medici del primo intervento e della continuità assistenziale
(guardia medica) nonché
dall'ambulanza del 118, mentre quella non prettamente
sanitaria è assicurata dal
personale della struttura residenziale per anziani. All'occorrenza, per i pazienti vengono programmati accessi
da parte di fisioterapisti, geriatri e oncologi.
[M. PR.]
L’edificio
di piazza
Martiri
che una volta
ristrutturato
ospiterà
gli ambulatori
dell’Asl
VIGLIANO. IN PIAZZA MARTIRI
Nuovi ambulatori Asl
Lavori da 930 mila euro
Costerà 930 mila euro la ristrutturazione dell'edificio
di piazza Martiri che ospita
gli ambulatori dell'Asl. L'importo è indicato nel progetto
preliminare, redatto dagli architetti Enrico Allorto e Anselmo Mongilardi, che il Comune ha consegnato all'
Azienda sanitaria.
«Attendiamo dai tecnici
dell'Asl un parere sia sulle
norme igienico-sanitarie dell'
edificio sia sulla distribuzione degli spazi interni della
parte che sarà occupata da
loro», dice Martina Fossati,
assessore ai lavori pubblici.
Il progetto infatti prevede la
ristrutturazione globale della palazzina. Al Comune resteranno il pianterreno e il
seminterrato che saranno a
disposizione dell'Asl, dietro
pagamento di un canone di
affitto. I 6 appartamenti divisi tra il primo piano, il secondo e il sottotetto saranno venduti all'impresa che si aggiudicherà i lavori. Ma solo ad
opere concluse, dopo i collaudi
del caso. Gli appartamenti potranno essere finiti in un secondo momento e poi messi in
vendita dalla ditta.
«Non appena riceveremo la
risposta dell'Asl approveremo
il progetto in giunta e poi si farà la gara d'appalto - annuncia
Fossati -. Se ci saranno ditte
interessate prevediamo che i
lavori partano all'inizio del
2013».
Alla scuola media, sempre
in tema di lavori pubblici, lunedì inizierà la sostituzione delle
due caldaie a gasolio, ormai obsolete, con due caldaie a metano al costo di 108 mila euro. E
ad inizio settimana si terminerà la posa del nuovo tetto in lamiera coibentata (più duratura e più efficiente a livello energetico della vecchia guaina) costato 89 mila euro. Per l'impianto fotovoltaico della palestra comunale lunedì il Comune inviterà le ditte a presentare le offerte entro metà set[R. B.]
tembre.
,,
Intervista
GIUSEPPINA FIORI
ALBA
U
na delle associazioni
benemerite operanti
nell’Albese è l’«Asava», associazione servizi autisti volontari ambulanze, che
compie in questi giorni trentacinque anni. Presidente è
Claudio Rosso, perito chimico, orologiaio, che abbiamo incontrato nella sede «Asava»
di corso Matteotti, dove trascorre le ferie.
Presidente, chi sono i volontari «Asava»?
“Ai 340 volontari
delle ambulanze
servono giovani leve”
«Sono persone di tutti i ceti sociali, operai, impiegati, insegnanti, pensionati, imprenditori, che dedicano gratuitamente
il loro tempo libero all’assistenza degli altri. Sono 340 persone
impegnate in turni che coprono tutti i giorni dell’anno, 24
ore su 24, spinti unicamente
dal desiderio di rendersi utili alla collettività».
Quali servizi assicurate?
«Siamo a disposizione dell’Asl
Cn2 Alba-Bra per tutti i trasporti di pazienti che ci vengo-
Sull’
ambulanza
Il presidente
Claudio Rosso
è perito
chimico
e fa
l’orologiaio
no richiesti: in particolare ci ca- «Il 16 settembre ci sarà una mapita di trasferire malati da un nifestazione in piazza Duomo,
nosocomio all’altro, per visite dove saranno esposti i ventuno
specialistiche o con apparec- mezzi di cui disponiamo, tra amchiature particolari. Inoltre col- bulanze e auto, con cui nel 2011
laboriamo con il Servizio ‘’118’’ abbiamo prestato 16.000 servizi
di emergenza sanitaria la cui percorrendo 900.000 chilomebase operativa è a Saluzzo. E tri. Una media di oltre cinquanta
poi c’è un servizio particola- chiamate al giorno. Seguirà una
re, che si chiama ‘’Virgilio’’, messa in Duomo celebrata dal
che vede impegnate numero- vescovo. In municipio il sindaco
se donne, presenti ogni gior- consegnerà un attestato di ricono all’ingresso
noscenza a sei sodell’ospedale,
CERIMONIA ci fondatori: Carper accogliere
Amandola, GiuIl 16 settembre lo
e accompagnaseppe Carriere,
l’associazione Giovanni Lano,
re nei reparti e
festeggerà 35 anni Leoluca Mancunegli ambulatori le persone
so, Enrico Testa,
che ne hanno necessità».
Giovanni Uda. La festa proseguirà in piazza Cagnasso dove saCome si diventa volontario?
«Occorre presentare la doman- ranno premiati i volontari da cinda, che viene valutata. Poi sono que a trent’anni di attività».
previsti corsi interni di formaUn appello?
zione».
«Vorrei farlo in particolare ai
Come saranno ricordati i 35 giovani: di venirci a visitare e a
anni dalla fondazione avve- tutti di aiutarci a mantenere efficienti i nostri automezzi».
nuta mel 1977?
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