opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:28 Pagina 1 LUIGIA TINCANI Serva di Dio Una Vita per la Verità e per l’Amore 5 Vice Postulazione Unione S. Caterina da Siena delle Missionarie della Scuola opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:28 Pagina 2 La vita di Luigia Tincani Questo foglio vuol esser e uno strumento di collegamento e di informazione per coloro – amici, insegnanti, giovani in ricer ca – che seguono con speranza il pr ocesso di canonizzazione della Serva di Dio Luigia Tincani. Si da notizia del cammino della Causa di Canonizzazione. Si fa conoscere ogni volta un momento della vita della Tincani. Si riportano brevi scritti della Serva di Dio. Si da spazio alle testimonianze ricevute fino ad oggi sulla personalità di Madre Tincani e sulle grazie ottenute per sua intercessione. Madre Tincani è fra noi e dimostra la sua affettuosa pr esenza intercedendo a favore di ammalati, studenti, famiglie e perso ne in difficoltà che a lei si rivolgono. È una presenza sommessa, silenziosa ma sicura. Si dichiara che con il presente opuscolo non si intende in nessun modo prevenire il giudizio dell’Autorità Ecclesiastica. © 2008 VICIS SRL Agenzia Editoriale Viale delle Provincie, 37 - 00162 Roma - Italy Tel. +39 06 44 25 22 94 www.vicis.it - [email protected] Finito di stampare nel mese di Aprile 2008 negli stabilimenti del CGF - Foggia Apostola della verità e dell’amore Vogliamo oggi incontrare Luigia Tincani apostola. Apostolato per lei significa donare agli altri quello che scopre nei suoi incontri con il Signore. La vediamo assorta nella preghiera e dedita allo studio, ma sempre partecipe della vita della gente, a fianco degli altri, creature come lei, cristiani e non, giovani e adulti, poveri e ricchi. I suoi studi filosofici la portano a dare un senso profondo a questo suo bisogno di vita per gli altri: è chiara per lei la stretta relazione tra il principio della solidarietà di tutte le creature fra loro e la vocazione cristiana che si riassume nella carità. Per indicare l’interdipendenza costitutiva degli esseri fra di loro, il bisogno di dialogo fra le creature trova l’espressione metafisica della carità. L’innata timidezza rende forse meno facili, ma più delicati e intimi i suoi incontri con le persone. Da bambina non sa tenere per sé la gioia di vivere, la condivide con le compagne e i compagni di Cuneo. Con loro pratica giochi vivaci, divertenti e spericolati, e alle fiere paesane si diverte nelle danze pubbliche, ballerina accanita e rinomata. Con gli stessi piccoli amici si ferma in preghiera davanti ai grandi Crocifissi sanguinanti delle valli del Cuneese: l’incontro col Signore passa anche da quelle immagini, capisce di essere tanto amata da Gesù e sente l’ansia di comunicare la sua scoperta. Le Suore di San Giuseppe, che la preparano alla Confessione e alla Comunione, trovano in lei una bambina sensibile, tutta aperta alla fede. Presto a Bologna sarà lei la catechista, insieme alle sorelle Angiolina e Bice, presso i ragazzi del Collegio S. Luigi e della sua Parrocchia dei Santi Giuseppe e Ignazio. Partecipa attivamente alla vita della Chiesa locale. 3 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:28 Pagina 4 Emma Gramatica e Ruggero Ruggeri È immersa nella vita culturale della città, segue conferenze, conosce personalità eminenti, quali Carducci e Pascoli, va con le sorelle Angiolina e Bice al teatro Arena, alle serate di Emma Gramatica, di Ruggero Ruggeri che interpreta Pirandello e recita canti di Dante, poesie del Carducci. Vive intensamente queste sue esperienze e sta cercando una forma di annuncio che possa veicolare il messaggio cristiano, un’espressione adatta ai tempi e alle persone. È in questi anni che si fa strada per qualche tempo l’idea di essere apostola con il teatro. Scrive la sorella Bice: “La prima attrattiva di Gina giovinetta fu il teatro. Avrebbe voluto portare in quell’ambiente l’ardore del suo apostolato. Fu per qualche tempo in corrispondenza con 4 Domenico Oliva, critico di teatro, conosciuto per mezzo del babbo, ma proprio lui la sconsiglierà a seguire la sua prima idea di praticare la vita di teatro”. Nella Basilica di S. Domenico sente la chiamata a seguire Cristo nella vocazione contemplativa e nella missione apostolica domenicana, attuata al femminile nella sua totalità e nella sua pienezza, come Caterina da Siena, prolungando la missione del Verbo incarnato, Maestro di verità e di amore ai fratelli. Chiede a San Domenico e alla Madonna del Rosario il modo di attuare l’ideale che sogna. Per la risposta il Signore attende Gina a Messina. Scopre nel libro “Umanità e Umanesimo” del domenicano P.Weiss un pensiero che non dimenticherà mai: il più grande miracolo che Dio possa fare è quello di adoperare gli uomini per far del bene agli altri. Solamente la sua onnipotenza può usare come strumenti creature inadatte quali siamo noi. Ricopia in un quadernetto le scoperte di quei giorni. Essere strumento nelle mani di Dio diventa il suo programma in quell’ambiente di poveri che cercano la verità. Gina è felice. Sta trovando la strada per comunicare la gioia della sua fede: educare. Ricorderà sempre la beatitudine dell’intimità con Dio in quegli anni. Ricorderà a Bice la passeggiata notturna, la sera del Natale 1911, quando “unite per sempre, con l’amore di Dio nel cuore” sognavano la nuova famiglia religiosa di formatrici cristiane. Era pronta a tutto il bene da fare che il Signore le poneva dinnanzi. La scuola innanzitutto, come luogo di missione, ma accanto ad essa ogni forma di presenza ai giovani, per aiutarli a vivere nell’amicizia con Dio. Da Messina un giorno parte perfino la richiesta delle Tincani alla loro amica Maria Sibaud, che ha frequentato con loro la scuola di Crocerossine a Bologna, “sul modo di rendersi utili ai nostri soldatini grigi”, ossia su un possibile arruolamento come crocerossine nella guerra di Libia. La Sibaud, reduce dal servizio prestato in Africa come infermiera volontaria sulla nave da guerra “Menfi”, risponde invogliandole ad essere presenti come cristiane in quell’ambiente. I genitori Tincani si oppongono decisamente alla partecipazione a quel servizio di guerra, ma il desiderio rimane e testimonia che cosa c’è nel cuore delle due sorelle. E il desiderio si attua nell’agosto e nel settembre 1915, quando Bice e Gina possono prestare servizio a Roma, al Leoniano, allora ospedale militare, di giorno o di notte. Portavano con sé il piccolo Crocifisso ricevuto nel 1914 da Pio X perché lo facessero baciare ai soldati moribondi. Il 24 agosto di quell’anno Bice scrive ai suoi: “Carissimi, siamo tornate come al solito stanche e piene di sonno dalla nostra nottata, ma ora, dopo due o tre ore di sonno, andiamo a pranzare riposate. I nostri malati e feriti stanno bene, di gravi non c’era che un alpino ferito alla testa che è morto l’altra settimana. Povero ragazzo! Dopo l’operazione non era più tornato in sè. 5 opuscolo n5 - B 15-04-2008 Giovanni Papini (sopra) e Don Giuseppe De Luca (sotto) 6 9:28 Pagina 6 L’ho vegliato io l’ultimo giorno e mi pareva che mi riconoscesse e mi capisse quando gli parlavo e l’accarezzavo: perché mi sorrideva e mi stringeva la mano. È morto 12 ore dopo ch’io l’avevo lasciato piena di speranza poiché mi pareva migliorato”. A Roma, all’Università, la Tincani trova strade sempre nuove per accostare le compagne e trasmettere il gusto della ricerca di Dio e di ogni verità. L’amicizia che si stabilisce tra lei e gli altri è una strada di apostolato semplice, spontaneo, efficace. Da molta fiducia a chi cerca e ritrova Dio: è ammiratrice e amica degli increduli convertiti, tanto da farseli collaboratori del suo apostolato tra i giovani, chiamandone alcuni al Circolo Universitario e al Corso di Religione, perché diano testimonianza ai giovani e agli adulti del loro cammino di conversione. Ad esempio, il 14 e il 21 febbraio 1934 le insegnanti del gruppo Tincani hanno la sorpresa di un’improvvisa visita di Giovanni Papini, condottovi da Don Giuseppe De Luca. Lo scrittore, grande convertito, fa una relazione, molto intima, riguardante la sua conversione. Quella testimonianza nessuno l’avrebbe più dimenticata. Gli anni della seconda guerra mondiale e soprattutto i lunghi mesi in cui è praticamente impossibile ogni regolare svolgimento delle attività apostoliche e ogni spostamento, la Tincani concentra la sua attività a Roma, dove non mancano le occasioni per fare il bene, partecipa al dolore e all’ansia di tutti e agisce. Il suo apostolato si esprime in una carità evangelica pronta e creativa: raccomanda di pregare per tutti, vivi e morti, in particolare per gli Ebrei, vittime innocenti. Nel pensionato universitario Regina Mundi trovano rifugio alcune Signore ebree e i loro figli: nessuno ne conoscerà mai il nome. Contribuisce a costruire una rete di carità che permetterà di vincere con la forza del bene le forze scatenate del male: fa parte della sua carità clandestina l’ospitalità data ai ricercati, soprattutto ebrei, mentre più palese è la collaborazione alla distribuzione di viveri e oggetti di prima necessità. Nel dopoguerra la Tincani si interessa di tutto quanto può far risorgere dalla distruzione. Contribuisce a far rinascere, dopo la soppressione del fascismo, l’associazione degli scout. Vede nel loro programma una strada di ricostruzione per la valorizzazione di quei principi umani e cristiani che fanno crescere i ragazzi, li aiutano a diventare autonomi, responsabili, tanto maturi da sapersi donare agli altri, principi assai diversi da quelli totalizzanti degli anni del fascismo. Su segnalazione dell’amico Igino Giordani è chiamata dagli Americani nel marzo 1945 a far parte del Regional Education Office per progettare il riordinamento della scuola italiana secondo i principi democratici. Studia, insieme alle sue Missionarie, la situazione giovanile delle periferie di Roma: “ragazzi a rischio” della Borgata Gordiani, della zona di Ponte Milvio, S.Basilio al Tiburtino, Primavalle, Tor Melaina. È in contatto con quelli che organizzano “Centri di assistenza all’infanzia” a S.Gregorio al Celio, a Porta Cavalleggeri, al S. Michele in Trastevere. Nel 1951 aderisce alla grande missione organizzata dall’Azione Cattolica in regioni italiane moralmente depresse, prepara all’insolita non facile missione le giovani missionarie, tutte universitarie. Dopo la grave crisi di cuore degli anni 1950/1951 che la porta sull’orlo della morte, riprende con novità di slancio la sua attività. Sono gli anni nei quali legge Maritain, Congar, Loew, Suhard, Voillaume, ritrovandosi con l’originalità del suo carisma in una Chiesa nuova, preconciliare, più vicina al popolo, più inserita nel quotidiano. Nella Chiesa guarda con interesse al fenomeno di una presenza di testimoni che preferiscono all’annuncio diretto della Parola una testimonianza L’amico Igino Giordani 7 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:29 Pagina 8 silenziosa, nella condivisione di vita con i fratelli. La Tincani, pur essendo sempre più convinta dell’attualità della vocazione domenicana - contemplata aliis tradere e della necessità di un annuncio coraggioso della verità, riafferma quell’aspetto originale di testimonianza in mezzo agli altri che fin dall’inizio aveva comunicato alle prime compagne: essere il buon profumo di Cristo e motivi viventi di credibilità fra la gente del mondo. Dissemina le sue Missionarie, a piccoli gruppi, nelle periferie delle grandi città, in appartamento, al servizio della Chiesa locale, dove studiano nuovi modi di andare incontro agli altri: non chiuse nei conventi, ma sparse coraggiosamente sulle vie dove i fratelli camminano e aspettano la mano che si stenda loro per guidarle a Dio. Costituisce piccole comunità a Roma, a Palermo, a Bologna dove manda anche le giovanissime a collaborare per l’apostolato nei sobborghi e nelle parrocchie di periferia coi “Padri della squadra volante” del Cardinale Lercaro. Guidata dalle circostanze, da lei venerate perché portatrici delle intenzioni di Dio, coinvolge alcune sue Missionarie in esperienze di vita isolata in Europa: Italia, Francia, Spagna; in America: USA; in Asia: Pakistan e India; in Africa: Egitto. Le Missionarie partono per le nuove missioni che la Chiesa indica nei paesi cristiani, nelle “giungle d’asfalto”. E se il richiamo di una presenza tra le masse porta le Missionarie a spargersi nel mondo, si fa più viva in loro l’esigenza della vita contemplativa, nelle pause di raccoglimento e di preghiera, di scambio fraterno, a Villa Ave Maria, casa di studio e di preghiera, dove la Madre stessa le accoglie, per pregare con loro, per ascoltarle, per inviarle di nuovo nel mondo. Negli ultimi anni della vita, anche in terra di missione, in Pakistan e in India, attua il suo sogno dei pic- 8 coli centri di irradiazione di luce e di carità, presso i cristiani sparsi nei quartieri cittadini, nel vicino deserto e nel circondario agricolo, al servizio totale dei poveri, nella carità di una donazione peregrinante di villaggio in villaggio, di casa in casa. Specifico dell’apostolato di Luigia Tincani in Pakistan è la formazione della donna cristiana e musulmana alla quale apre la via dello studio e delle professioni. Si apre così a un dialogo coi musulmani in vista della loro formazione umana. Oltre alla supervisione di scuole parrocchiali cattoliche affidata alle Missionarie dai Vescovi, si organizza una scuola di lavoro e un dispensario di pronto soccorso. Durante tutte queste esperienze inedite la Tincani esclama: “Così vorrei vedere le nostre Sorelle: Missionarie vere, sempre, dovunque”. Oggi la vita delle Missionarie porta in sé la vitalità di questo lavoro individuale e comunitario, carisma di Madre Tincani. La situazione dei giovani, nella famiglia, nella scuola, per la strada, aspetta un numero grande di nuove missionarie entusiaste e innamorate di Dio e dei fratelli. 9 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:29 Pagina 10 Parole della Serva di Dio Luigia Tincani La chiamata all’apostolato è dopo la Redenzione il più gran segno di amore che il Creatore possa dare alla sua povera piccola creatura. Con ciò Egli l’innalza a una dignità altissima, ne chiede in qualche modo l’aiuto, la fa in qualche modo partecipe del suo operare divino! Dobbiamo convincerci che il più grande miracolo è proprio questo: che Dio si degni di accettare, anzi richieda ed esiga la nostra cooperazione per chiamare le anime a sé e per darsi a loro; la sua azione diretta è onnipotente, se Egli vuole; il nostro intervento è sempre un ostacolo, è sempre un’ombra che si frappone fra Dio e l’altro a cui pure noi vorremmo rivelare Iddio. Bisogna scomparire, annientare noi stesse nel lavoro di apostolato, lasciando operare e parlare Dio solo. 30 gennaio 1927 “Dimmi anche se c’è questa gioia, se tu comprendi la grandezza della nostra vocazione e il dono immenso di Dio che chiama noi deboli e misere creature a partecipare alla missione del Figlio suo. Medita questo pensiero e dimmi se suscita nel tuo cuore e nella tua volontà un bisogno immenso di purificazione e di santificazione, un ardore di donazione completa”. 1918 Chi vive in mezzo al mondo, ha bisogno di sentirsi appoggiata sopra una salda roccia, ha bisogno di non sentirsi sola mai, di sentire continuamente intorno a sè altre anime che con lei lavorano, di non dimenticare mai che essa, e gli altri che con lei lavorano, sarebbero immediatamente travolti, se con loro non lavorasse sempre Colui che ha detto io ho vinto il mondo. 3 febbraio 1919 Bisogna salvare quella originalità individuale che la provvidenza dà ad ognuna come il suo proprio strumento per la santificazione personale e per l’apostolato, rispettare quei caratteri personali che troppo compressi toglierebbero agilità e forse fecondità all’apostolato. 31 dicembre 1922 Bisogna crescere, bisogna esser pronti, bisogna offrirsi al lavoro missionario con tutto l’ardore e tutto il distacco da ogni cosa che non sia Dio o i fratelli. 27 marzo 1925 Gesù ha amato fino alla dedizione completa si è fatto simile a quelli che amava e voleva salvare; ne ha assunto le infermità di natura; ne ha condiviso completamente le condizioni di vita, le più umili e penose; ha assunto la responsabilità di tutte le loro miserie, di tutte le loro colpe per pagarle, coi suoi divini infiniti dolori; ha accolto tutti, indulgendo a tutte le miserie fisiche e morali. 13 novembre 1926 Dobbiamo sforzarci di imparare ad amare gli altri non soltanto con desideri troppo vaghi e astratti, ma di un amore concreto, che attui il desiderio di una volontà sempre pronta ad agire e a soffrire per salvare i fratelli. Il sacrificio è l’essenza dello spirito missionario. 6 giugno 1940 In alcuni luoghi non si potrà esercitare un apostolato diretto, con la parola e con l’opera: dovremo noi stesse farci motivi viventi di credibilità con il nostro modo di vivere e di agire, perché Dio, perché Gesù Cristo si riveli agli increduli, ai non cristiani, attraverso la figura della Missionaria. 22 giugno 1928 10 11 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:29 Pagina 12 È più da Missionaria andare incontro agli altri, che attenderle dove siamo noi. 12 maggio 1930 Il contatto con il mondo è un dovere e un pericolo grave per noi. Quel mondo in cui si deve lavorare e che si vuole condurre a Dio, bisogna conoscerlo. Ci vorrà gradualità e prudenza, ma non si può ignorarlo. Chi potrebbe dire buono il medico che volesse curare i corpi senza conoscere l’anatomia e la fisiologia? 12 settembre 1934 Lavoriamo per ridare ad ogni figlio di Dio l’immagine del Padre. 11 settembre 1936 C’è tutto un mondo, una folla di creature che la miseria, il dolore, il peccato tengono lontane da Dio, che non conoscono l’amore di Gesù, la pace della grazia, la gioia della speranza. Gesù vedeva tutto ciò, moltiplicato nei secoli, nei luoghi tutti della terra, moltiplicato a milioni; lo vedeva dall’alto della Croce, e ha gridato alto la sua sete che era sete di anime. Non solo di anime per salvarle, ma di chi si desse a Lui per aiutarlo a salvarle; di chi sapesse farsi crocifiggere con Lui, di chi sapesse raccogliere sulla Croce il suo sangue per portarlo ai lontani. Quella sete di Gesù sulla Croce noi dobbiamo sentirla così. 17 marzo 1951 È certo che il bene lo facciamo con l’irradiamento della nostra personalità. 27 febbraio 1952 Sii un focolare di energia buona, un raggio di buona luce, e Gesù sarà contento te! 10 agosto 1952 Il nostro apostolato è un lavoro di penetrazione negli ambienti più spiritualmente bisognosi, con una penetrazione veramente illuminata e guidata da Dio. Agosto 1955 Missionarie è l’essenza, della Scuola una specificazione che, pur essendo la principale o almeno la prima in ordine di tempo, non è né necessario né utile che sia l’unica. Agosto 1955 Vi vorrei capaci di qualsiasi forma di apostolato missionario: apostolato nella scuola pubblica, ma anche apostolato sociale fra i poveri, apostolato intellettuale nelle professioni liberali, negli impieghi di Stato e non di Stato! Agosto 1955 Bisogna accendere sempre più nelle nostre anime il fuoco del desiderio di agire, di fare del bene in mezzo al mondo. Agosto 1955 Fare della propria casa un centro irradiatore di bene! Agosto 1955 Vediamo che le anime hanno sete e bevono con gioia purché ci sia chi porge loro da bere. 23 marzo 1956 Quanta responsabilità ha l’inerzia dei buoni! 12 aprile 1952 Tutte le occasioni debbono essere buone per gettare il buon 12 13 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:30 Pagina 14 seme e per rendere testimonianza alla verità. 27 marzo 1956 Il coraggio e lo spirito di iniziativa sono strumenti necessari della nostra vocazione e per il nostro apostolato. 8 agosto 1956 L’apostolato del sorriso è un apostolato facile e fruttuoso. 23 gennaio 1958 La nostra voce risuoni Gesù, Gesù esprimano le nostre azioni, i nostri cuori amino Gesù nel tempo e nell’eternità! per essere testimoni di Gesù, espressioni di Gesù in mezzo al mondo. 2 Gennaio 1961 Il primo modo di fare in noi una meravigliosa somiglianza con Gesù per esprimerlo al mondo, è quello di essere serene, piene di gioia, piene di sorriso, piene di carità. 2 Gennaio 1961 Tutto il mondo è malato e attende soccorso e amore, molto amore! 21 maggio 1965 Una tradizione ci vuole, perché saremmo un albero senza radici, saremmo senza linfa, senza principio vitale, senza capacità di respiro della luce, del calore, dell’acqua che le stagioni del tempo ci offrono. Ma una vocazione come la nostra deve anche mantenere la sua agilità, la sua doverosa mobilità missionaria per rispondere efficacemente alle richieste di Dio e del mondo, in ogni tempo, in ogni luogo, con le diverse esigenze delle anime. E tocca a noi cooperare fedelmente con lo Spirito Santo per mantenere l’Unione in tale equilibrio evangelico. 19 marzo 1957 14 Testimonianze La rubrica raccoglie brani di lettere di chi ha conosciuto personalmente Madre Tincani e di chi è ricorso a lei con la preghiera. Gli scritti attestano la stima della comunità ecclesiale per la Serva di Dio e la fiducia nella sua efficace intercessione ampiamente sperimentata. Riportando le grazie non si intende prevenire il giudizio della Chiesa. “Non soltanto parlava di fede, ma la esprimeva nei fatti. Viveva con semplicità, naturalezza, spontaneità, e sempre portava i suoi interlocutori a pensare a Dio. Le sue espressioni e gli atteggiamenti di fede lasciavano trasparire una forza di convinzione, che derivava dall’esperienza personale”. Un’amica delle Missionarie, 1971 “La Madre Tincani ebbe come pochi il senso che l’esercizio di una attività, specialmente nella prospettiva dell’apostolato, implica, anzi impone, una preparazione professionale seria e solida. Ella vide così il problema dominante oggi, nella società civile; e, come attestano i corsi di formazione teologicocatechistica ch’ella pensò e promosse, vide che l’esigenza non era meno urgente e viva nell’ambito ecclesiale”. Carlo Adami [F. Alessandrini] “L’Osservatore della Domenica” 25 luglio 1976 “Ricordo la giovane Tincani che collabora nell’ufficio dell’Azione Cattolica: fedele e intelligente interprete delle direttive della Chiesa. Bastava vederla, cogliere qualche sua parola per sentirsi di fronte a una donna di grande fede e di volontà decisa. Era oberata di lavoro per la fondazione dell’Istituto delle Missionarie della Scuola, l’insegnamento di pedagogia, la ricerca scientifica, la collaborazione per l’Università Cattolica. Animata dallo spirito di S.Caterina da Siena poteva ripetere come lei: «Si distilla la vita mia in questa dolce sposa di Cristo: la Chiesa!» Ricordo che diceva: «Il lavoro di quest’ufficio suscita l’amore all’apostolato». Pensava certamente a noi, a volte non troppo convinti del valore di tante carte, documenti, progetti”. Don F. Bellando, Bollettino della sua Parrocchia S. Ippolito a Bardonecchia, I Santi incontrati nella mia vita, 1990 15 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:30 Pagina 16 “Ne ho sentito parlare sempre con gratitudine, ammirazione e venerazione, come di una donna totalmente consacrata a Dio nella contemplazione di amore e nell’adorazione piena della Trinità beata, e consacrata ai fratelli in un apostolato ricco e ardito, soprattutto nella formazione della mente e della coscienza dei nostri fratelli più lontani dalla pienezza di vita cristiana, anche se a noi vicini fisicamente. Ne ho sentito parlare anche come di una donna che voleva vivere nel cuore della Chiesa, con un grande amore per la Sposa di Cristo, con un grande desiderio di lavorare dall’interno per renderla più bella, più fedele e adeguata ai tempi”. Monsignor Johannes Gerardus Ter Schure SDB, Vescovo di ’s-Hertoghenboch (Paesi Bassi) Lettera alle Missionarie della Scuola, 1997 “L’ho vista apostola nel suo letto di dolore porgendole ogni mattina Gesù Eucaristia tra le labbra sempre serene. Quale insegnamento nel suo silenzio!” P. D. Magrini, Viceparroco della Parrocchia di San Sebastiano fuori le Mura “Sull’esempio di Maria nella Visitazione, Madre Tincani visse in un clima di gioia e insegnò alle sorelle quella gioia non facile che sgorga dal dono totale di sé a Cristo, dal servizio ilare e pronto per la necessità dei fratelli. Madre Tincani, contemplativa e attiva, ebbe la finezza e la forza dell’educatrice che forma la personalità delle sue discepole, senza mai distruggere nulla delle loro dignità e libertà, ma esaltando l’una e l’altra P. Enrico di Rovasenda con Paolo VI nella fedele sequela di Cristo morto e risorto e nel generoso impegno dell’apostolato della scuola, nella storia reale del mondo, senza fughe e senza mimetismi, per essere nel mondo un motivo vivente di credibilità”. P. Enrico di Rovasenda O.P. 31 maggio 1978 “Ricordo il debito riconoscente della Chiesa, delle Missionarie della Scuola e di tanti laici, verso Luigia Tincani per la sua generosità nel servizio, per l’“assoluta coerenza” e per il “vigore” con cui manifestò la sua fede, per il 16 coraggio del suo carattere forte e gioioso insieme. Il primo contenuto dell’azione missionaria, “la parola accolta, assimilata, diremmo incarnata, fu poi da lei generosamente distribuita e comunicata ”. S.E. Agostino Mayer, segretario della Congregazione per i religiosi e gli istituti secolari, 29 maggio 1979 C’era in lei una forte carica umana e tanta tenerezza che la rendeva vicina a ciascuna di noi, come se ognuna fosse sola a beneficiarne; molta comprensione materna per le nostre difficoltà personali e per le difficoltà in cui qualche volta si venivano a trovare le nostre famiglie; ispirava fiducia e accordava tanta fiducia nell’affidare responsabilità e incarichi. Aveva un intuito marcato. Con lei si poteva parlare di tutto, confidarle le cose più intime, personali e di casa. Salvatrice Di Martino, 1986 Paolo Giuntella “GinaTincani raccomandava di essere per credenti e non credenti «un motivo vivente di credibilità». Credibilità della Chiesa, del Cristo, dell’esperienza di fede. Credibilità frutto della serietà e del rigore professionale, intellettuale, ma insieme frutto della donazione, della disponibilità agli altri. E dunque anche la spiritualità cateriniana, della rinuncia all’affermazione religiosa esteriore, all’abito, è uno degli elementi modernissimi della spiritualità ma anche dello stile di presenza cristiana di Madre Tincani, con la rimozione di ogni ostacolo anche esteriore al dialogo”. Paolo Giuntella, 1989 “Luigia Tincani, pur rimanendo fedele al carisma fondamentale dell’insegnamento e della cultura, non riteneva nessun campo di apostolato estraneo all’apostolato delle Missionarie della Scuola, quando se ne fosse presentata l’opportunità. Ricordo che ella si rallegrò quando le Sorelle che lavoravano nel Pakistan cominciarono ad andare nei villaggi alla ricerca dei cristiani per istruirli e riunirli a pregare”. Benedetta D’Souza, Pakistan 1989 17 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:30 Pagina 18 “La sua profezia fu disponibilità al nuovo: nuova la forma di vita religiosa che lo Spirito le chiedeva; nuova la forma dell’annuncio per la formazione dei giovani; nuova la forma di apostolato per la promozione della donna” Missionaria della Scuola, 2000 Lei non reagisce mai, in silenzio sopporta tutto e perciò stesso anche lui sta cambiando non è più violento come prima. Lei continua a pregare la Madre Tincani, perciò riesce a trovare la pace e serenità anche quando le cose non vanno bene per lei. Una Missionaria indiana Per dirle grazie! Roma, 2 settembre 2003. Ho avuto modo di conoscere una povera mamma in difficoltà nell’accudire il figliolo portatore di handicap autistico, con ritardo mentale. Per la sua particolare patologia la mamma essendo sola si è dovuta mettere alla ricerca di un ricovero in istituto ma era scoraggiata per tante difficoltà incontrate. Io ho iniziato ad interessami affidando alla Madre Luigia Tincani il caso non avendo nessuna idea dove indirizzarmi. Ho immediatamente ricevuto luce dove orientarmi telefonicamente e con mia grande sorpresa sono riuscita ad ottenere il ricovero con estrema facilità perché mi fu detto che in questi giorni si sta aprendo un nuovo padiglione per tale patologia. È stato molto evidente l’intervento della Madre che ho toccato con mano. Una catechista Grosseto, Natale 1997. In situazione disperata, per intercessione della Serva di Dio Luigia Tincani intensamente pregata insieme alla mia famiglia, ho ottenuto la grazia del buon esito di una operazione al fegato. Mi sono raccomandata alla Serva di Dio anche al momento di entrare in sala operatoria e ho affrontato l’operazione e il primo periodo post operatorio con particolare serenità e conforto per aver percepito la tenerezza di una mano che mi sosteneva la testa. Vittoria Cagneschi Jannace Vibo Valentia Roma, settembre 1998. Desidero riportare un’esperienza fatta: ho visto la presenza di Luigia Tincani. Mia sorella di 50 anni, colpita da tumore maligno al polmone, incominciò a star male e a peggiorare sempre più. Fu ricoverata in clinica e fu sottoposta a chemioterapia, ma tutto fu inutile. Grazie a una Missionaria della Scuola, ho conosciuto Luigia Tincani. D’allora, ogni giorno, abbiamo letto insieme la preghiera che chiede la sua intercessione, sperando nella guarigione, che purtroppo non c’è stata. Dopo il primo momento di naturale ed umana ribellione, mia sorella e tutti noi che la curavamo, abbiamo accettato con rassegnazione la malattia inguaribile. Non si trattava di un atteggiamento passivo, ma in noi, giorno dopo giorno, leggendo le parole di quella preghiera, cresceva una fede meravigliosa che ci permetteva di accettare serenamente il grave momento e di riconoscere sempre più la grandezza e soprattutto la bontà e le grazie di Dio. Una sorella riconoscente Mangalore, India, Dicembre 2002. Nella scuola dove insegnavo, avevo una collega hindu che era molto turbata, perché suo marito si comportava molto male con lei e non si interessava più della bambina.Ogni sera litigi, scambi di parole amare. L’ho invitata a pregare la Madre Tincani, le ho dato l’immaginetta e durante l’intervallo abbiamo recitato insieme la preghiera d’intercessione. Da due, tre mesi la situazione è cambiata. 18 USA, febbraio 2002. Non voglio più tardare a dare Testimonianza di quanto ci è accaduto il 10 gennaio. Erano circa le 5 del mattino e Tony si è alzato e ha preso la medicina (nitroglicerina) sotto la lingua perché sentiva un dolore anginoso. Il dolore non si calmava e dopo aver preso la pillola la terza volta mi chiedeva di chiamare l’ambulanza. Mi sono rivolta alla Madre Tincani pregandola di intercedere e ho telefonato a te e ti ho chiesto di pregare. Intanto è arrivata l’ambulanza e Tony era bianco in viso, la pressione era scesa molto e aveva la febbre. Lo hanno messo sotto monitor e con la flebo. Arrivati all’ospedale nella sala d’emergenza, gli hanno fatto dei prelievi e dopo 2 ore sembrava che stesse meglio. Verso le otto il medico ha detto che poteva tornare a casa perché la pressione era tornata quasi normale. A casa è rimasto a letto per tre giorni dormendo molto. Al terzo giorno stava molto meglio e da allora sta benino anzi bene, ringraziando il Buon Dio. Voglio ringraziarti per le preghiere e ringraziare la madre Tincani per la sua intercessione. Maria e Tony Roma, 14 giugno 2003. Da circa tre anni soffro di osteoporosi e artrosi con deformazioni, cedimenti e crolli vertebrali nella colonna. La deambulazione era molto dolorosa e difficoltosa. Avevo bisogno di poggiarmi sia per camminare che per salire le scale. I medici parlavano del pericolo di ulteriori “crolli”. 19 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:30 Pagina 20 Pregavo, chiedevo solo la capacità e la forza di uniformarmi alla volontà di Dio, ma nel profondo nutrivo la speranza di migliorare i movimenti degli arti inferiori. Il mio pensiero si volgeva alla Madre Tincani, fondatrice delle Missionarie della Scuola, che frequento tra gli “Amici di Luigia Tincani”. Ora ho ripreso a camminare senza poggiarmi ad altre persone. I dolori sono quasi scomparsi restano solo, più leggeri, nell’anca sinistra. Continuo ad abbandonarmi alla volontà di Dio, volgendo il pensiero a Madre Tincani con gratitudine, con speranza per il futuro. Grazie ancora. Un’ “Amica” di Madre Tincani Kochi, Kerala, India, 22 luglio 2003. Per tutto il periodo in cui ho lavorato per la mia tesi ho trovato difficoltà con il computer. In qualche occasione ho rischiato di perdere tutto il lavoro. Ma ogni volta che ho invocato la Madre Tincani la situazione si risolveva. Vorrei ringraziare la Madre anche per questo. Prima di cominciare a lavorare ho affidato la tesi alla Madre chiedendo di aiutarmi. Sono riuscita a completare la tesi in tempo e tutto è andato bene. Grazie Madre! Valsa C. Somerville, USA, dicembre 2003. Voglio rendere Testimonianza di un altro favore ottenuto per intercessione della Madre Luigia Tincani. Circa un mese fa sono stata colpita da un’infezione all’orecchio sinistro per cui avevo perso l’udito da quell’orecchio. Ho chiesto aiuto alla Madre e l’udito è tornato. Per l’infezione ho usato l’antibiotico ma pensavo che l’udito era perso invece è tornato. Maria e Tony Calabria, ottobre 2004. Madre Tincani, che chiamo la Santa, mi ha cambiato la vita. È intervenuta per la pace in famiglia dopo contrasti per una eredità, ho affidato a lei il matrimonio difficile della figlia e le cose si sono appianate. La mia vita personale sta rientrando nell’ordine della grazia. Un’amica delle Missionarie Lublino, Polonia, 11 febbraio 2005. Attesto che la preghiera per l’intercessione della nostra Madre per la guarigione di D. è stata esaudita: un mese e mezzo dopo il trapianto del rene, quando il medico ha già perso alcuna speranza per farlo “lavorare”; all’inizio della novena alla Madre (dal 24.12.04 al 1.01.05) il rene ha dato il primo piccolissimo segno di vita, e alla fine di 9 giorni della nostra preghiera insistente ha cominciato a lavorare “a tempo pieno”! 20 Oggi, nella festa della Madonna di Lourdes, scade il terzo mese del soggiorno di D. nell’ospedale; l’ho vista personalmente a Bialystok lunedì scorso (il 7 febbraio) quasi in buona salute. Missionaria a Lublino Roma, 9 febbraio 2007. Abbiamo chiesto l’intercessione di Madre Tincani per Mino, bambino di 3 anni, che il 12 febbraio 2007 doveva subire un intervento delicato al cervello. Il 2 aprile i familiari, che si sono uniti alle nostre preghiere, hanno comunicato: “Mino tornerà a scuola dopo Pasqua, le cose sembra che siano in costante miglioramento e la famiglia ringrazia tutti coloro che le sono stati vicini nella preghiera, sostenendola nella fede”. Le Missionarie Mariapia Francesca Campobasso, 9 ottobre 2007. Abbiamo immensamente pregato affinché Giacomo e Maria Cristina avessero un figlio. Anche questa volta ci siamo rivolti a Madre Luigia Tincani affinché intercedesse per noi. Le preghiere sono arrivate al Padre celeste il quale dal cielo ci ha inviato un angioletto, una meravigliosa nipotina: Mariapia Francesca. Ora ringraziamo Madre Luigia per la sua intercessione. Maria e Giovanni Nuoro, febbraio 2008. Nonna Angela, trovandosi nell’autunno 2007 al Gemelli di Roma per la radioterapia, nel tempo libero girava per la città: ha trovato in una chiesa l’immagine di Madre Tincani, è diventata sua amica, chiede la sua intercessione e le affida le nipoti: Cristina, Dina, Agnese e M.Chiara. Il 10 febbraio 2008 comunica telefonicamente che ha ricevuto una grazia dalla Madre e che vuole sia pubblicata: la nipote Dina ha superato una prova all’Università Cattolica di Milano. Ha chiesto alla Madre la grazia del 18 e ha avuto 30. La nonna chiede ora preghiere particolarissime per la nipotina Cristina perché si appassioni allo studio. Madre Tincani insegnava, perciò si intende di queste cose. Angela 21 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:30 Pagina 22 I giorni della memoria Nel pomeriggio del 31 maggio 2008 si celebrerà il XXXII anniversario della morte della Serva di Dio Luigia Tincani. Alla Minerva il Professor Mario Pollo illustrerà la passione educativa di Luigia Tincani. Seguirà la celebrazione eucaristica in basilica. Preghiera Con approvazione ecclesiastica O Spirito Paraclito, fonte di ogni verità e di ogni bene, che hai ricolmato della tua sapienza e del tuo amore la tua Serva Luigia Tincani, concedimi per sua intercessione di essere docile a te nella ricerca della verità e di saperla comunicare con coraggio, limpidezza e santità di vita, per arrivare con tutti i miei fratelli alla verità dell’amore. E se è conforme alla tua volontà, ti prego di glorificare la tua Serva fedele, concedendomi ciò che ti chiedo con illimitata fiducia. Amen. Per chi desidera saperne di più sulla storia di Luigia Tincani si segnalano le seguenti pubblicazioni disponibili presso la Vicepostulazione delle Missionarie della Scuola, Via Appia Antica, 226, 00178 Roma: - La Madre Luigia Tincani: Note per una biografia, Roma, Edizioni Cateriniane, 1977. - D. Mondrone s.j., Madre Luigia Tincani, La scuola: un’idea che diventa famiglia, in I Santi ci sono ancora, Terzo Volume, Roma, Ed. Pro Sanctitate, 1978. - Benedetta Papasogli, Luigia Tincani. L’oggi di Dio sulle strade dell’uomo, Roma, Città Nuova, 1985. - A. Montonati, Luigia Tincani, Missionaria della Scuola, Torino, Editrice ELLE DI CI, Collana Pionieri, Leumann, 1994. - A. Montonati, Luigia Tincani. Vivere per educare, Milano, Ancora, 2001. - G. Anodal, Luigia Tincani. Tutto è luce, tutto è amore, Torino, Editrice ELLE DI CI, Collana Pionieri, Leumann, 2005. - V. Baldelli, G. Cavallini, G. Dalla Torre, C. Dau Novelli, G.P. Di Nicola, E. Ducci, A. Gaudio, N. Iorio, E. Malaspina, D. Mongillo, G. Rocca, I. Venchi, Luigia Tincani. La scuola come vocazione, Introduzione di N. Raponi. Conclusione di G. De Rosa, Roma, Studium, 1998. 22 23 opuscolo n5 - B 15-04-2008 9:30 Pagina 24 Chiunque ricevesse grazie per l’intercessione della Serva di Dio LUIGIA TINCANI, Fondatrice delle Missionarie della Scuola, è vivamente pregato di darne comunicazione alla: CURIA GENERALIZIA delle Missionarie della Scuola Via Appia Antica, 226 00178 Roma Tel. 06784411 Fax 0678441124 e-mail: [email protected] Segnalo i seguenti indirizzi di persone che come me desiderano essere informate sul corso del Processo della Serva di Dio LUIGIA TINCANI. Firma, indirizzo proprio e indirizzo delle persone segnalate: 1 2 3 CURIA GENERALIZIA delle Missionarie della Scuola Via Appia Antica, 226 - 00178 Roma