Firmato digitalmente
da
Emilio Cianfaglione
CN = Cianfaglione Emilio
O = ORDINE ARCHITETTI
P.P.C. DE
L'AQUILA/93001340665
C = IT
1
RELAZIONE
Indice
1.
Premessa
2.
Tipologia delle azioni e/o opere
3.
Dimensioni e/o ambito di riferimento
4.
Complementarietà con altri progetti
5.
Uso delle risorse naturali
6.
Produzione di rifiuti
7.
Inquinamento e disturbi ambientali
8.
Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie utilizzate
9.
Descrizione dell’ambiente naturale
10. Interferenze sulle componenti abiotiche
11. Interferenze sulle componenti biotiche e connessioni ecologiche
12. Descrizione delle misure di mitigazione da adottare
13. Bibliografia
Allegati
Allegato I
– Sintesi delle informazioni rilevate e delle determinazioni assunte
Allegato II – Documentazione fotografica
Allegato III – Schede SIC
Allegato IV – Cartografia
2
1 Premessa
L’area di intervento interseca il Sito di Importanza Comunitaria (SIC)
denominato “Fiumi Giardino - Sagittario - Aterno - Sorgenti del Pescara”
(IT7110097) , inoltre, ad est a circa 2 Km. di distanza dalla linea della pista
ciclopedonale sono presenti
la ZPS della Majella (ZPS IT7140129) e il SIC
Majella (SIC IT7140203), nella parte sud-ovest, sempre a circa 2 Km. di
distanza è presente la ZPS Sirente-Velino (ZPS IT7110130), nella parte nordovest il percorso attraversa la riserva naturale Gole di S.Venanzio, ma non
attraversa il SIC Gole di S.Venanzio (IT7110096) che dista circa 500 mt. circa
dal tracciato previsto (vedi anche allegato IV).
I SIC, parimenti alle ZPS istituite con la Direttiva Uccelli (79/409/CEE),
rappresentano aree in cui viene perseguito l’obiettivo della conservazione della
biodiversità e la tutela e protezione degli uccelli selvatici e dei loro habitat. Per
tali aree, inserite nella “Rete Natura 2000”, si mira alla tutela di una serie di
habitat e di specie animali e vegetali particolarmente rari ed elencati negli
allegati I e II al provvedimento stesso.
Il presente elaborato viene redatto in osservanza di quanto disposto dal D.P.R.
357/97, Allegato G, e seguendo le disposizioni indicate dalle linee guida della
Regione Abruzzo.
La metodologia di indagine utilizzata può essere riassunta nei seguenti punti:
- Definizione dell’intervento e localizzazione rispetto ai SIC e alle ZPS;
- Descrizione delle caratteristiche dell’ambiente interessato;
- Descrizione del SIC interessato e degli habitat e delle specie floristiche e
faunistiche presenti nell’area di intervento;
- Valutazione dei possibili impatti negativi sugli habitat;
- Individuazione delle misure compensative da adottare.
.
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2. Tipologia delle azione e/o opere.
L’intervento proposto interesserà il territorio dei Comuni di Pratola Peligna,
Roccacasale, Corfinio, Vittorito, Raiano e Prezza. Il percorso volutamente ad
anello permette il facile accesso da qualsiasi luogo del comune interessato. Il
percorso si sviluppa lungo sentieri di interesse naturalistico straordinari, come
il fiume Aterno ed il fiume Sagittario e lungo percorsi di carattere religioso,
culturale e storico-artistico.
Saranno recuperati e resi efficienti sentieri già esistenti che corrono in
vicinanza dei fiumi e la viabilità interpoderale.
Previste aree di sosta, all’interno delle quali saranno predisposte bacheche con
evidenziate tutte le maggiori emergenze culturali ed ambientali che si trovano
lungo il percorso (chiese, aree di valore naturalistico, vecchi mulini ad acqua
ecc.), che guideranno il visitatore lungo i percorsi.
E’ prevista inoltre la realizzazione di opuscoli illustrativi al fine di far conoscere
ad un pubblico più ampio l’esistenza del percorso.
L’intervento proposto avrà la possibilità di stabilire porte di ingresso verso i
territori di Sulmona e Popoli (Riserva naturale Guidata Sorgenti del Pescara,
Riserva Regionale Gole di San Venanzio) e poter sviluppare successivamente
un percorso territoriale di notevole interesse naturalistico lungo i percorsi
d’acqua Sagittario-Aterno-Aterno Pescara, interessando quindi a monte anche i
comuni dell’alta valle del Sagittario ed a valle il comune di Popoli.
In particolare sono interessati al presente progetto di valorizzazione, i percorsi
dei fiumi Sagittario ed Aterno e gli ambienti lacustri della “Quaglia” a Raiano e
del fosso “Chiarelli” a Prezza.
Il percorso, concepito in maniera “ circolare” per garantire il facile ingresso da
qualsiasi postazione territoriale, si sviluppa su strade interpoderali esistenti,
lungo tratti di strada ordinaria in disuso o dismesse dai rispettivi enti ed in
particolare, in alcuni tatti, accanto al corso dei fiumi Sagittario ed Aterno e per
un breve tratto lungo il torrente Velletta, emergenze naturalistiche di
straordinaria bellezza.
Il percorso oltre che articolarsi nella viabilità esistente, attraversa anche i
Centri storici dei Comuni di Pratola Peligna, Raiano e Corfinio, evitando di
intersecare le strade ad intenso traffico veicolare.
4
Sia nel tratto che attraversa la Riserva naturale della Gole di S.Venanzio, sia in
quello che attraversa il SIC “Fiumi Giardino - Sagittario - Aterno - Sorgenti del
Pescara” saranno sfruttati percorsi già esistenti, quindi i lavori saranno solo di
ripulitura e sistemazione, solamente per un tratto di 200 mt., nel Comune di
Roccacasale, nel tratto che costeggia il fiume Sagittario sarà necessaria una
scoticatura del terreno, il quale verrà sistemato ai lati del tracciato in altezza,
favorendo una celere ripresa della vegetazione.
Non verrà asportato nessun tipo di arbusto ne’ di albero durante la
realizzazione dei lavori: laddove si interverrà si procederà alla sola rimozione
della vegetazione nitrofilo-ruderale.
3. Dimensioni e/o ambito di riferimento.
Il percorso ciclopedonale ha una lunghezza totale è di circa 34 Km., di
larghezza 1,80 mt., l’unico SIC intersecato è il SIC “Fiumi Giardino - Sagittario
- Aterno - Sorgenti del Pescara” per circa 3,3 Km., nella parte più meridionale,
in particolar modo vengono costeggiati il fiume Aterno ed il Fiume Sagittario.
Comunque esso sarà su tracciati già esistenti la cui sistemazione richiederà
interventi con un impatto minimo.
La porzione interessata dall’intervento è ubicata ad un’altitudine dai 300 m ai
360 s.l.m.
Per la localizzazione cartografica dell’area interessata
e per le tipologie di
habitat dei SIC circostanti si rimanda agli elaborati in allegato.
Volendo dare una descrizione generale del SIC “Fiumi Giardino - Sagittario Aterno - Sorgenti del Pescara” possiamo dire che esso comprende le aste
fluviali dell'Aterno e del Sagittario, con numerosi fossi e alcuni piccoli stagni, a
monte di Popoli, con ricca vegetazione acquatica.
Nel sito è compreso anche il breve corso del fiume Giardino.
L'area sorgentifera di Capo Pescara è la più importante dell'Abruzzo, con
decine di polle che formano un limpido specchio lacustre-palustre.
Varie sono le comunità di idrofite e di elofite. Il sito per le sue caratteristiche
ecologiche viene attribuito alla regione biogeografica mediterranea anche se
ricade per il 57% nella regione alpina all'interno dei 7 Km di buffer.
5
L'elevata eterogeneità ambientale legata all'ambiente fluviale e zone circostanti
favorisce la dinamica di molte popolazioni di uccelli. Notevole è la diversità
paesaggistica. Valore elevato per la fauna ittica.
Altissima è la ricchezza di invertebrati, importante anche il valore didattico per
la rappresentatività di alcuni habitat.
Nelle acque che scorrono più velocemente si trova una piccola comunità di
piante acquatiche formate dal muschio d’acqua (Fontinalis antipiretica), dalla
Brasca
di
laguna
(Potamogeton
natans),
dal
Ceratofillo
sommerso
(Cerathophyllum submersum), dal ranuncolo d’acqua (Ranunculus aquatilis) e
dalla Peste d’acqua (Elodea Canadensis). Negli ambienti più palustri, dove
l’acqua tende a stagnare, vivono la Lenticchia d’acqua (Lemma minor) e l’Erba
vescica (Utricularia australis). La pianta più diffusa è, comunque, la Cannuccia
di palude (Phragmites australis). Sulle sponde si osservano la Tifa maggiore
(Typha latifolia), la Carice di sponda (Carex riparia) mentre in primavera è
possibile osservare le splendide fioriture gialle del Giaggiolo d’acqua (Iris
pseudacorus).
Il bacino è contornato da una fascia di vegetazione arborea composta da Salici
bianchi
(Salix
alba)
e
Pioppi
neri
(Popolus
nigra).
Tra gli arbusti sono diffusi il Sambuco nero (Sambucus nigra) e la Rosa
selvatica (Rosa canina). Il canneto della riserva è un riparo per molte specie
d’uccelli sia stanziali sia di passo.
4. Complementarietà con altri progetti
All’interno del SIC “Fiumi Giardino - Sagittario - Aterno - Sorgenti del Pescara”,
e negli altri SIC circostanti non sono noti
interventi da sottoporre a
Valutazione di Incidenza che possano inteferire con il progetto in questione e
quindi avere impatti significativi dell’ecosistema.
5. Uso delle risorse naturali
Durante la realizzazione del lavoro, non verranno utilizzate risorse naturali
prelevate dal territorio circostante, non vi sarà alcun taglio di arbusti ne’ di
alberi, né vi sarà alcuna captazione al sistema idrico.
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6. Produzione di rifiuti
Non vi sarà produzione di rifiuti, dove sarà necessario rimuovere
il terreno
per la realizzazione del tracciato esso verrà posto ai lati del tracciato stesso in
altezza.
7. Inquinamento e disturbi ambientali
Non
sono
previsti
lavori
che
possano
immettere
sostanze
nell’ambiente, né di tipo solido, né liquido, né atmosferico.
operazioni per la realizzazione
sarà prodotto
inquinanti
Durante le
inquinamento di tipo acustico
limitato nel tempo. Si ritiene che tale forma di inquinamento non possa
incidere sull’ecosistema in generale. Dove necessaria la scoticatura
verrà
realizzata con un Bobcat, con una paletta da 1,80 mt., il terreno che se ne
ricava verrà sistemato ai lati del tracciato, in altezza, ciò garantirà inoltre una
ripresa rapidissima delle specie erbacee autoctone.
Non è prevista illuminazione, non vi sarà quindi alcun tipo di inquinamento
luminoso.
8. Rischio di incidenti per quanto riguarda le sostanze e le tecnologie
utilizzate
Tutte le operazioni condotte in fase di esecuzione degli interventi saranno
condotte da ditte e personale qualificato e in adempienza alle norme previste
in materia antinfortunistica.
9. Descrizione dell’ambiente naturale interessato
I tratti del percorso a maggior valenza naturalistica sono quelli
che
costeggiano gli argini fluviali e più precisamente il Fiume Aterno nel Comune di
Raiano all’interno della Riserva delle Gole di S.Venanzio, nel Comune di
Vittorito all’interno del SIC “Fiumi Giardino - Sagittario - Aterno - Sorgenti del
Pescara” e lungo il fiume Sagittario,
nei Comuni di Popoli e Corfinio, sempre
all’interno dello stesso SIC.
7
La zona immediatamente al di sopra del limite delle acque è interessata da
vegetazione igrofila: si tratta di specie legnose, con portamento arboreo ed
arbustivo, che segnano il passaggio tra le aree prossime all’alveo, in cui gli
elementi vegetali sono influenzati dall’ambiente acquatico, e le aree circostanti
in cui si insediano i tipici popolamenti zonali.
L’associazione Salicetum albae (Sòo, 1930) caratterizza tali ambienti: la specie
tipica di tali consorzi è Salix alba, che si rinviene, nel sito in oggetto, isolato o,
associato a Populus sp., in piccoli nuclei di boscaglia. In tale ambito c’è anche
intrusione di specie alloctone ed invasive quali Ailantus altissima e Robinia
pseudoacacia.
Nello strato arbustivo ed in quello erbaceo di tale cenosi si sviluppano specie
nitrofile, frutto del disturbo antropico legato ad attività antiche e recenti. Si
tratta di associazioni afferenti alle classi Artemisietea vulgaris (Lohm, Prsg et
Tx in Tx. 1950) e Agrostieta stoloniferae (Oberd. in Oberd et al 1967).
L’alleanza che riunisce le associazioni pioniere insediate lungo le rive dei corpi
idrici è l’Agropyro-Rumicion. Appartengono a tale alleanza le cenosi a
dominanza di Festuca arundinacea, con Potentilla reptans, Poa trivialis, Juncus
inflexus, Mentha longifolia, Urtica dioica, Phragmites australis, Convolvulus
arvensis, Taraxacum officinale, Eupatorium cannabinum.
Tuttavia la classe fitosociologica prevalente sulle rive è costituita dalla classe
Artemisietea vulgaris, molto ricca di specie che comprende le comunità nitrofile
di erbacee perenni legate a diversi ambienti disturbati da attività antropiche.
In questo ambito si rinvengono le associazioni Eupatorietum cannabinum, con
Urtica dioica, Rubus caesius, Calystegia sapium, Arctium minus, Rubus
ulmifolius e Petasitetum hybridi
con Urtica dioica, Silene alba, Lamium
maculatum e Sambucus ebulus.
Sempre nell’ambito della classe Agrostietea stolonifera nell’area in oggetto si
rinviene l’associazione a Ebbio (Sambucetum ebuli), nella quale Sambucus
ebulus forma densi popolamenti
quasi monospecifici, con intrusione di
Calystegia sepium, Eupatorium cannabinum, Daucus carota, Convolvulus
arvensis, Vitis vinifera subsp. sylvestris, Clematis vitalba.
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In alcune zone si rinviene anche l’aggruppamento a Urtica dioica, con l’ortica
altamente dominante accompagnata da un buon numero di specie della classe
Artemisetea.
La presenza di avifauna presente nel luogo è innumerevole, sia da quello che si
evince dal formulario delle schede SIC (vedi allegato III), sia dal risultato degli
uccelli acquatici svernanti svolto dal 1990 al 2005 dalla Stazione Ornitologica
Abruzzese, nelle sorgenti del Pescara dove sono risultati essere presenti negli
anni:
Tuffetto
(Tachybaptus
ruficollis),
Svasso
maggiore
(Podiceps
cristatus),
Garzetta (Egretta garzetta), Airone cenerino (Ardea cinerea), Oca selvatica
(Anser anser), Fischione (Anas penelope), Canapiglia (Anas strepera), Alzavola
(Anas
crecca),
Germano
reale
(Anas
platyrhynchos),
Mestolone
(Anas
clypeata), Moriglione (Aythya ferina), Moretta tabaccata (Aythya nyroca), Falco
di Palude (Circus aeruginosus), Gallinella d’acqua (Gallinula chloropus), Folaga
(Fulica atra).Inoltre dalla ricerca effettuata a scopo di inanellamento scientifico,
in 7 anni nelle sorgenti del Pescara sono risultati essere presetni 68 specie di
uccelli di vari ordini e famiglie. di cui 59 Passeriformi, 4 Piciformi, 2
Accipitriformi,1
Strigiforme,
1
Gruiforme
ed 1 Columbiforme. Inoltre dall’Atlante degli anfibi e rettili d’abruzzo, nella
cella chilometrica della pista ciclabile (10 Km.x 10 Km.)
risultano esseri
Bufo bufo (Rospo comune)
Tarentola mauritanica (Geco comune)
Lacerta viridis (Ramarro occidentale)
Podarcis muralis (Lucertola muraiola)
Podarcis siculus (Lucertola campestre)
Vipera aspis (Vipera comune)
Lissotriton italicus (Tritone italiano)
Lissotriton vulgaris (Tritone punteggiato)
Hemidactylus turcicus (Geco verrucoso)
Elaphe quatuorlineata (Cervone)
Hierophis viridiflavus (Biacco)
Zamenis longissimus (Saettone comune)
Pelophylax bergeri, Pelophylax klepton hispanicus (Rana di
Berger, Rana di Uzzell)
Natrix natrix (Natrice dal collare)
Natrix tessellata (Natrice tassellata)
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9
IUCN
ENDEMICA
BARCELLONA all. 2
HABITAT Ap.5
HABITAT Ap.4
HABITAT Ap.2
BONN Ap.2
BONN Ap.1
BERNA Ap.3
NOME SPECIE
BERNA Ap.2
presenti le seguenti specie (alle quali si descrive anche lo status di protezione):
Tra gli anfibi potenzialmente presenti, 2 risultano endemici (Tritone italiano e
Tritone punteggiato), per quanto riguarda il tritone italiano, la specie frequenta
per lo più ambienti di tipo lentico sia permanenti che temporanei, come stagni
di piccole o medie dimensioni e pozze (Ferri e Di Cerbo 1996).
Nei canali di irrigazione nella zona di Popoli e in particolare nei canali limitrofi
alle sorgenti del fiume Pescara i tritoni sono stati rinvenuti nel corso d’acqua
per tutto l’anno (Di Tizio L., comm. Pers.)
Il tritone punteggiato è presente nella Riserva Regionale delle sorgenti del
Pescara, l’Abruzzo è il limite meridionale della presenza della specie.
10. Interferenze sulle componenti abiotiche
Non sono previsti impatti sulla stabilità e sulla natura dei suoli. Non è altresì
previsto inquinamento, anche temporaneo, delle falde, dei corpi idrici e del
sistema idrogeologico generale.
11. Interferenze sulle componenti biotiche e connessioni ecologiche
Si ritiene che il percorso nella sua morfologia non possa essere un ostacolo per
l’attraversamento sia di anfibi e rettili, sia dei mammiferi.
Inoltre non è prevista illuminazione, tale consentirà la regolare vita della fauna
notturna.
Si precisa che l’intervento non inciderà in alcun modo sulla vegetazione
ripariale. Saranno in buona parte sfruttati i tracciati già esistenti e laddove si
interverrà si procederà alla sola rimozione della vegetazione nitrofilo-ruderale.
Se saranno rispettate le prescrizioni della presente Valutazione di Incidenza,
non si prevede alcuna interferenza con le componenti biotiche del sito.
10
12. Descrizione delle misure di mitigazione e compensazione da
adottare
- Piantumazione con essenze autoctone (Ontani- Alnus glutinosa- ) all’interno
dl SIC “Fiumi Giardino - Sagittario - Aterno - Sorgenti del Pescara”.
Una piantumazine con 19 Ontani è prevista dopo la confluenza del Velletta
lungo il Sagittario, questo tratto interesserà il comune di Roccacasale
nell’argine destro del fiume e costeggiando per un breve rettilineo, essendo
tale zona particolarmente assolata ed a forte impatto con la strada statale
n.17, un’altra piantumazione con 5 ontani avverrà nel Comune di Corfinio in
località “Boschetto” sempre lungo l’argine del fiume. Tale piantumazione
comporterà vantaggi per lo stazionamento e la nidificazione di varie specie di
avifauna, oltre a contribuire all’ aumento della stabilità del terreno grazie
all’apparato radicale: la messa a dimora delle essenze vegetali è utile contro le
alluvioni ed il dissesto idreogeologico e per implementare la capacità di
autodepurazione dell’alveo fluviale.
- Valorizzazione e preservazione di 2 pozze per anfibi:
Si ricorda che nella zona come si evince dall’Atlante dei rettili e anfibi
d’Abruzzo sono potenzialmente presenti 15 specie differenti di rettili e anfibi, di
cui 2 risultano endemici (Tritone italiano e Tritone punteggiato),
Una pozza verrà valorizzata e preservata all’interno del SIC “Fiumi Giardino Sagittario - Aterno - Sorgenti del Pescara”, nel Comune di Corfinio, dove dal
Sagittario diparte un ramo minore, con una velocità idrica quasi stagnante.
Un’altra pozza verrà preservata ed evidenziata con opportuna cartellonistica in
prossimità dell’area di sosta chiamata il “il Boschetto”, lungo l’argine del fiume
Aterno, essa ha circa 6 metri di diametro, ricade nel Comune di Vittorito e dista
circa 700 mt. in linea d’area sia dal SIC “Gole del Sagittario” che dal SIC “Fiumi
Giardino - Sagittario - Aterno - Sorgenti del Pescara” . In tale area già
stazionano diverse specie di anfibi, i quali saranno così tutelati e valorizzati.
-Altra pannellistica è prevista lungo la pista ciclopedonale per illustrare le zone
vegetazionali di maggior pregio.
11
Firmato digitalmente da
Emilio Cianfaglione
-I lavori inizieranno a giugno inoltrato, dureranno circa 180 giorni, in questa
maniera il disturbo per il periodo di nidificazione dell’avifauna sarà esiguo.
CN = Cianfaglione Emilio
O = ORDINE
ARCHITETTI
Nello
specifico, all’interno del SIC i lavori saranno svolti nel mese di Agosto, in
P.P.C. DE
L'AQUILA/93001340665
maniera da preservare il periodo di riproduzione di tutte le specie
C = IT
dell’ornitofauna, compresi i rapaci.
Lì 30.09.2013
12
13. Bibliografia
AA. VV. Avifauna della Riserva Naturale Regionale Sorgenti del Pescara
(ricerca condotta mediante la tecnica dell’inanellamento a scopo scientifico)
(2005) Provincia di Pescara- ed Cogecstre
AA. VV. Risultati dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti in Abruzzo
1990-2005, S.O.A.-Provincia di Pescara
Comune di Fano-Oasi dello Stagno Urbani-Progetto di rete, piccola fauna,
oasi dello stagno urbani
CONTI F., ABBATE G., ALESSANDRINI A., BLASI C.(eds.) (2005). An
annotatet checklist of the italian vascular flora. Palombi editori.
CORBETTA
F.,
ABBATE,
FRATTAROLI
A.R.,
PIRONE
G.
(1998).
Vegetazione e specie da conservare S.O.S. verde. Ed. Agricole.
LASTORIA MICHELE (1989) Flora d’Abruzzo.
Luciano Di Tizio, Mario Pellegrini, Nicoletta di Francesco, Marco Carafa
(2007) Atlante dei rettili d’Abruzzo. Societas Herpetologica Italica.
PIGNATTI S. (1982) Flora d’ Italia
PIRONE G. (1995) Alberi, arbusti e liane d’Abruzzo. Ed. Cogestre
Regione Abruzzo – Stazione Ornitologica Abruzzese (2007) Criteri e
indirizzi per l’elaborazione dei piani faunistici-venatori provinciali (Allegato A).
Spegnesi
M., Zambotti L. (2001) Raccolta
delle
norme
nazionali
e
internazionali per la conservazione della fauna selvatica e degli habitat.
(Quaderni di Conservazione della Natura Ministero dell’Ambiente -Servizio
Conservazione della Natura-, Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica).
Spina F. & Volponi S., 2008 - Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia.1.
non-Passeriformi.
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del
Mare, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Tipografia CSR-Roma. 800 pp.
Spina F. & Volponi S., 2008 - Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia.
2. Passeriformi. Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare,
Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Tipografia
SCR-Roma. 632 pp.
Vincenzo Ferri, Luciano Di Tizio, Mario Pellegrini (2007) Atlante degli
anfibi d’Abruzzo. Societas Herpetologica Italica.
13
ALLEGATO I
Sintesi
delle
informazioni
determinazioni assunte
rilevate
e
delle
Dati identificativi del progetto
Titolo dell’intervento
Itinerario ciclopedonale
ad anello e che
attraversa i
Comuni di Pratola Peligna,
Roccacasale, Corfinio, Vittorito, Raiano e
Prezza.
Codice, denominazione,
localizzazione e
caratteristiche dei siti
Natura 2000
Il percorso attraversa il Sito di Importanza
Comunitaria (SIC) denominato “Fiumi Giardino
- Sagittario - Aterno - Sorgenti del Pescara”
(IT7110097) e in alcuni tratti del suo percorso
dista 500 mt. circa dal SIC “Gole di
S.Venanzio” (IT7110096)
Descrizione dell’intervento L’intervento proposto interesserà il territorio
dei Comuni di Pratola Peligna, Roccacasale,
Corfinio, Vittorito, Raiano e Prezza. Il percorso
volutamente ad anello permette il facile
accesso da qualsiasi luogo del comune
interessato. Il percorso si sviluppa lungo
sentieri di interesse naturalistico straordinari,
come il fiume Aterno ed il fiume Sagittario e
lungo percorsi di carattere religioso, culturale
e storico-artistico.
Saranno recuperati e resi efficienti sentieri già
esistenti che corrono in vicinanza dei fiumi e la
viabilità interpoderale.
Previste aree di sosta, all’interno delle quali
saranno predisposte bacheche con evidenziate
tutte le maggiori emergenze culturali ed
ambientali che si trovano lungo il percorso
(chiese, aree di valore naturalistico, vecchi
mulini ad acqua ecc.), che guideranno il
visitatore lungo i percorsi.
E’ prevista inoltre la realizzazione di opuscoli
illustrativi al fine di far conoscere ad un
pubblico più ampio l’esistenza del percorso.
L’intervento proposto avrà la possibilità di
stabilire porte di ingresso verso i territori di
Sulmona e Popoli (Riserva naturale Guidata
Sorgenti del Pescara, Riserva Regionale Gole
di San Venanzio) e poter sviluppare
successivamente un percorso territoriale di
14
notevole interesse naturalistico lungo i
percorsi
d’acqua
Sagittario-Aterno-Aterno
Pescara, interessando quindi a monte anche i
comuni dell’alta valle del Sagittario ed a valle
il comune di Popoli.
In particolare sono interessati al presente
progetto di valorizzazione, i percorsi dei fiumi
Sagittario ed Aterno e gli ambienti lacustri
della “Quaglia” a Raiano e del fosso” Chiarelli”
a Prezza.
Il percorso, concepito in maniera “ circolare”
per garantire il facile ingresso da qualsiasi
postazione territoriale, si sviluppa su strade
interpoderali esistenti, lungo tratti di strada
ordinaria in disuso o dismesse dai rispettivi
enti ed in particolare, in alcuni tatti, accanto al
corso dei fiumi Sagittario ed Aterno e per un
breve tratto lungo il torrente Velletta,
emergenze naturalistiche di straordinaria
bellezza.
Il percorso oltre che articolarsi nella viabilità
esistente, attraversa anche i Centri storici dei
Comuni di Pratola Peligna, Raiano e Corfinio,
evitando di intersecare le strade ad intenso
traffico veicolare.
Sia nel tratto che attraversa la Riserva
naturale della Gole di S.Venanzio, sia in quello
che attraversa il SIC “Fiumi Giardino Sagittario - Aterno - Sorgenti del Pescara”
saranno sfruttati percorsi già esistenti, quindi
i lavori saranno solo di ripulitura e
sistemazione, solamente per un tratto di 200
mt., nel Comune di Roccacasale, nel tratto che
costeggia il fiume Sagittario sarà necessaria
una scoticatura del terreno, il quale verrà
sistemato ai lati del tracciato in altezza,
favorendo
una
celere
ripresa
della
vegetazione.
Non verrà asportato nessun tipo di arbusto ne’
di albero durante la realizzazione dei lavori:
laddove si interverrà si procederà alla sola
rimozione della vegetazione nitrofilo-ruderale.
Intervento direttamente
L’intervento non è connesso o necessario alla
connesso o necessario alla gestione del sito.
gestione del sito (se
15
applicabile)
Descrizione di altri piani o
progetti che possano dare
effetti combinati
Non sono previsti altri progetti all’interno del
Sito SIC IT7110096 e del SIC IT7110097, che
possano dare effetti combinati e quindi impatti
significativi nell’ecosistema.
Valutazione della significatività degli effetti
Descrizione di come
l’intervento (da solo o per
azione combinata) incida
sul sito Natura 2000
Spiegazione del perché gli
effetti non si debbano
considerare significativi
Consultazione con gli
Organi e Enti competenti
L’incidenza dell’intervento non è significativa.
Se verranno mantenute le prescrizioni inserite
nella
presente
Valutazione
Tecnica,
l’intervento non inciderà negativamente su
habitat e/o specie animali e/o vegetali per cui
è stato creato il sito Natura 2000.
L’intervento previsto è
competente in materia.
proposto
dall’Ente
Dati raccolti per l'elaborazione della verifica
Responsabili
della verifica
Fonte dei dati
Luogo dove
Livello di
possono essere
completezza
reperiti e
delle
visionati i dati
informazioni
utilizzati
Banca Dati Ministero
dell’Ambiente e della
Tutela del Territorio.
Adeguato
Bibliografia varia.
Indagini dirette sul
campo.
Sito internet
Ministero
dell’Ambiente e
della Tutela del
Territorio
Bibliografia
allegata
Valutazione riassuntiva
16
Nel complesso si può ritenere che, se saranno osservate le prescrizioni
indicate nella presente Valutazione Tecnica, è improbabile che possano
verificarsi effetti significativi sul sito Natura 2000 in oggetto.
Dichiarazione firmata dal professionista incaricato
Firmato digitalmente da
Emilio Cianfaglione
CN = Cianfaglione Emilio
O = ORDINE ARCHITETTI
P.P.C. DE
L'AQUILA/93001340665
C = IT
17
ALLEGATO II
Foto 1- Particolare della vegetazione nitrofilo-ruderale (Sambucus ebulus)
Foto 2 – Salix alba tipico della vegetazione ripariale della zona: con l’intervento
non si andrà in nessun modo ad incidere sulla vegetazione igrofila
18
Foto 3 - Veduta d’insieme della vegetazione ripariale con intrusione di specie
aliene di Ailanthus altissima
Foto 4 - Comune di Roccacasale: veduta del tracciato già esistente che
verrà prevalentemente usato per il percorso ciclopedonale
19
Foto4 Comune di Roccacasale: veduta del tracciato già esistente che
verrà prevalentemente usato per il percorso ciclopedonale
20
ALLEGATO III
SCHEDE SIC
Di seguito vengono riportate le tipologie di habitat, la nomenclatura
delle specie animali e vegetali elencate nella banca dati dei SIC del
Ministero dell’Ambiente.
Si rammenta che l’unico SIC che interseca la pista ciclopedonale e il
SIC “Fiumi Giardino – Sagittario – Aterno – Sorgenti del Pescara”.
Per completezza, si aggiunge anche l’elenco delle specie dei SIC e
della ZPS distanti massimo
2Km. dalla pista ciclopedonale
(vedi
anche cartografia allegata).
SIC IT 7110097 “Fiumi Giardino – Sagittario – Aterno –
Sorgenti del Pescara”.
TIPI DI HABITAT DEL SITO IT7110130
PALUDI, ACQUITRINI, ACQUE AL LIMITE
DELLA VEGETAZIONE
FORESTE ARTIFICIALI MONOCOLTURALI
(PIOPPO, ALBERI ESOTICI)
%
COPERTURA
10
5
BOSCHI DECIDUI DI LATIFOGLIE
5
PRATERIE SECCHE, STEPPE
5
INCOLTI, GARIGHE ECC.
2
PRATERIE UMIDE, PRATERIE MESOFILE
5
COLTURE ESTENSIVE DI CEREALI
10
CORPI IDRICI INTERNI (ACQUE STAGNANTI,
ACQUE CORRENTI)
40
COLTIVI
5
ALTRO (INCLUSO STRADE, EDIFICI, ECC.)
21
13
Uccelli migratori abituali elencati nell’Allegato I della Direttiva
79/409/CEE
Alcedo Atthis-(Martin pescatore): occupa un areale molto vasto che
coprende gran parte dell'Eurasia, il Nordafrica e la porzione occidentale
dell'Oceania.
Tuttavia,
la
specie
è
stanziale
soltanto
nella
stragrande
maggioranza del suo areale europeo, nel subcontinente indiano, in Giappone,
Indocina e Melanesia. In altre aree, poste prevalentemente nella porzione
settentrionale dell'areale (Scozia, penisola scandinava, Russia, Asia Centrale,
Manciuria, Corea, Hokkaido). Infine, vi sono delle aree (Sud-est asiatico,
Indonesia, Filippine, Medio Oriente, e gran parte del Nordafrica, sebbene vi
siano popolazioni residenti in Marocco e sui Monti dell'Atlante) in cui questi
uccelli svernano per poi ripartire verso nord in primavera.
Il martin pescatore predilige eleggere a propria dimora fiumi e ruscelli a corso
lento, ma si adatta molto bene anche a vivere sulle rive di laghi, mangrovieti,
canneti, estuari, insenature e perfino porticcioli. Per procurarsi il cibo si
posiziona su rami o canne sporgenti sui corsi d'acqua dove vive, che elegge a
punti d'osservazione e dai quali si tuffa per catturare le sue prede. Nella lista
IUCN è catalogato come LC (rischio minimo).
Calandrella brachydactyla (Calandrella):
Migratore nidificante, nidifica in europa meridionale nelle zone aperte secche,
spesso su distese di fango asciutte. La popolazione è considerata in declinio, in
Italia negli ultimi dieci anni si stima che sia scesa del 10%. In Italia si contano
15.000-30.000 coppie.
Ixobrychus minutus (Tarabusino):
E’ diffuso in Europa centrale e meridionale, alcuni individui si spingono
regolarmente più a nord. Vive in mezzo alla palude di argini preferibilmente
ricche di canneti, dove nidifica in coppie isolate.
Nel 2006 posto nelle lista rossa delle spedie a rischio da birdlife international,
la popolazione stimata è di 82.000-590.000, sembra essere scesa del 30%
negli ultimi dieci anni.
22
Anfibi e rettili elencati nell’allegato II della direttiva 92/43/CEE
Salamandrina perspicillata (Salamandrina dagli occhiali
settentrionale):
E’ una specie di salamandra molto simile alla Salamandrina terdigitata, dalla
quale è stata separata nel 2005 in base a studi genetici.
È endemica dell'Italia a nord del fiume Volturno, ed è più frequente sul
versante tirrenico. A nord è diffusa fino in Liguria. Frequenta principalmente
zone montuose e collinari degli Appennini,solitamente tra i 200m. e i 900m. di
altitudine. L'habitat preferito: aree forestali con abbondante sottobosco.
Nella lista IUCN è catalogata come LC (rischio minimo).
Bombina pachipus (Ululone appenninico o ululone italiano):
È una specie endemica italiana: la si ritrova a sud del Po, lungo tutta la dorsale
appenninica sino alla Calabria; assente in Sicilia, Sardegna e nelle isole minori.
Si incontra soprattutto in specchi d'acqua piccoli e temporanei, talvolta
minuscoli. È molto raro in pianura, le popolazioni più abbondanti sono in zone
di collina o montagna. Raggiunge i 1600 metri nel Parco nazionale del Pollino.
Molto simile a Bombina variegata (ululone a ventre giallo).
La
pelle
è
ruvida
per
piccole
escrescenze
ghiandolari.
Si tratta di un anuro di piccole dimensioni che non supera i 6 cm di lunghezza.
Nella lista IUCN è catalogato come EX (in pericolo).
L'ululone appenninico ha subito un drammatico declino in gran parte del suo
areale da circa 10 anni. Le cause di questa rarefazione non sono note, si crede
che la diffusione di un fungo
sia stata una delle cause determinanti. Anche
fattori antropici come la cementificazione e la distruzione dei luoghi di
riproduzione, ad esempio con il prosciugamento dei fontanili e con la bonifica
delle piccole raccolte d'acqua, sono stati determinanti nel declino di questa
specie. Attualmente le popolazioni in condizioni migliori sono quelle calabresi.
Elaphe quatuorlineata (Cervone)
Aree di pianura, raramente oltre i 600 m., in ambienti di macchia mediterranea
o con vegetazione più rada come i coltivi.
23
Predilige muretti a secco, edifici abbandonati, ruderi. Depone le uova alla base
di cespugli, in muretti a secco, fessure nella roccia.
Tritutrus carnifex (Tritone crestato)
Predatori dallo spettro alimentare ampio, adatta la sua dieta alla quantità e alle
dimensioni delle prede disponibili: piccoli crostacei e vermi, ma anche
sanguisughe e lumache. Il cibo preferito è però rappresentato dalle uova e
dalle larve di altri anfibi. Il Tritone crestato vive principalmente in ambienti
caratterizzati da un’elevata densità di specchi d’acqua.
Pesci elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
Salmo
macrostigma
Barbus
plebejus
Trota macrostigma: vive in corsi d’acqua peninsulari
caratterizzati da abbondante vegetazione acquatica,
acqua limpida e moderata corrente con temperatura
estiva vicino ai 20°: Il suo habitat è costituito
prevalentemente da ambienti di risorgiva che originano da
zone carsiche
Barbo comune: vive nei tratti di fiume al limite tra la zona
delle trote e quella dei ciprinidi, in acque limpide e ben
ossigenate a fondo ghiaioso. Il barbo comune è specie
endemica italiana tipica del distretto
ittiogeografico
tosco-laziale di cui molti fiumi abruzzesi fanno parte.
Lampreda di ruscello: Questa specie dimora stabilmente
in acqua dolce, soprattutto corrente, ma anche in
ambienti lacustri, fossati e ruscelli; sembra tuttavia
prediligere quelli melmosi. È presente ma rara in Italia
lungo il versante tirrenico fino al fiume Sele, anche a
Lampetra
quote superiori a 600 m s.l.m. È nota una popolazione
planeri
isolata nel fiume Pescara, sul versante adriatico. Corpo
lungo fino a 20 cm, cilindrico affusolato, compresso nella
parte posteriore; pinne dorsali contigue; denti disposti
come nella Lampetra fluviatilis, ma più piccoli ed ottusi.
Nella lista IUCN è catalogata come LC (rischio minimo).
Rovella: È una specie endemica dell’area dell'Arno e del
Tevere. Si è diffusa in tutto il versante peninsulare
tirrenico ed è stata introdotta in alcuni fiumi e laghi del
versante adriatico e in Sicilia nonché in alcune acque della
Pianura
Padana
(fenomeno
della
Rutilus rubilio
transfaunazione).Predilige acque con una leggera corrente
e ricche di piante acquatiche. Vive anche nei laghi e in
torrenti a fondo sabbioso e ghiaioso mentre è rara negli
stagni.Nella lista IUCN è catalogata come NT (prossima
alla minaccia).
24
Invertebrati elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE
Osmoderma eremita
Coleottero Cetoniidae (in senso più lato: Scarabaeidae).
L’habitat sembra dato da foreste di quercia o castagno da frutto, ma anche da
boschi ripariali, in cavi d'albero ricchi di deposito umoso, specialmente in
Aesculus, Tilia, Quercus, Salix, Fagus, Fraxinus, raramente essenze da frutto.
Da adulto è frequente su infiorescenze, ad es. Crataegus. E' stato rinvenuto
sino ai 1200-1300 metri di altitudine, ad esempio ai piani di Aspromonte.
Nella lista IUCN è nella categoria VU (Vulnerable).
Eriogaster catax
Specie sub-continentale di clima caldo-umido. Si rinviene generalmente in
boschi radi di latifoglie inframmezzati di radure, soprattutto dove le pratiche
silvo-culturali sono estensive. Frequenta anche ambienti ecotonali quali
margini di boschi e siepi. In forte regresso in tutta l’Europa centrale negli ultimi
è sporadica quasi ovunque nelle zone in cui in passato era presente.
Piante elencate nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE
Adonis distorta (Adonide curvata)
Specie perenne caratterizzata da foglie divise in lacinie e fiori con 8-18 petali
gialli. Si rinviene tra i 2000 e 2500 m di altitudine nei brecciai con clasti di
piccole dimensioni e quasi privi di terreno. Fiorisce da Luglio ed Agosto. E’ una
specie rara in base alla Lista Rossa delle piante d’Italia ed è un endemismo
dell’Appennino centrale. E’ inoltre inclusa nell’appendice I della Convenzione di
Berna.
25
SIC IT 7110096 “GOLE S.VENANZIO”
TIPI DI HABITAT DELLA ZPS
%
COPERTURA
Altri territori (include città, villaggi, strade,
discariche, cave, siti industriali)
10
Acque interne (stagnanti e fluviali)
10
Macchie, garriga, ericacee
20
Pascoli secchi, steppe
15
Foreste decidue a foglia larga
15
Foreste miste
20
Rocce interne, falesie, ghiacciai e nevai
permanenti
10
Uccelli migratori abituali elencati nell’Allegato I della Direttiva
79/409/CEE
A091-Aquila chrysaetos (Aquila reale)
Specie sedentaria, vive solitaria o in coppia e raggiunge la maturità sessuale
intorno ai 4-5 anni.
Nidifica, da febbraio a luglio, sulle pareti rocciose, occasionalmente anche
sugli alberi e depone da 1 a 3 uova, ad intervalli di 3-4 giorni producendo
una sola generazione per anno.
Vive generalmente in zone aperte dove la caccia è più agevole; il suo
territorio può raggiungere i 200 km² di superficie.
Si nutre di mammiferi di medie e grandi dimensioni, uccelli, rettili e, in
inverno anche di carogne.
Può spingersi a quote anche molto elevate, al di sopra dei 2.500 - 3.000
metri, se vi è disponibilità di cibo o per i lunghi spostamenti tra una zona e
l’altra.
In Italia la specie è presente lungo l’ Arco Alpino, l’ Appennino settentrionale,
centrale e meridionale, la Sardegna e la Sicilia.
26
Perseguitata come animale nocivo e pericoloso, negli ultimi trent’anni l’aquila
reale è diminuita nella penisola italiana ed in Sicilia del 50% circa a causa
del bracconaggio, del depredamento dei nidi e dell’ alterazione degli habitat.
Attualmente in Italia sono presenti circa 400 coppie, con densità ottimali
solo sulle Alpi e in Sardegna, sull’Appennino e in Abruzzo in particolare
risulta seriamente minacciata
A101- Falco biarmicus (Lanario)
Vive in Africa, nella penisola arabica, in Asia minore, in Italia e nei Balcani.
Non si trova in Europa centrale. Comunemente classificato “a rischio” è
inserito nella categoria SPEC 3 ed elencato anche nell’appendice II del
CITES. Il Lanario si può considerare a rischio di estinzione presso le
popolazioni in cui è comune la pratica del furto delle uova e dei pulcini:
Tunisia, Italia, Israele, Turchia e Grecia. Nel biennio 2003 - 2004 è stato
prodotto il Piano d'Azione Nazionale per il Lanario dall'Istituto Nazionale per
la Fauna Selvatica (INFS) su richiesta del Ministero dell'Ambiente e della
Tutela del Territorio.
A412-Alectoris graeca saxatilis (Coturnice)
Questa sottospecie vive nelle Alpi, in Slovenia e nell'Appennino settentrionale.
In inverno vive in grandi colonie, in primavera le coppie si isolano e la femmina
depone dopo 26 giorni 12 - 15 uova giallastre in cumuli al di sotto dei cespugli
o in rupi scoscese.
Si nutre di tutti i tipi di sostanze derivate dalle piante e di piccoli animali e
mangia anche la punta di cereali giovani.
Secondo la lista rossa dell’IUCN la popoalzione globale stimata è di 80.000160.000 individui. Il trend non è stato quantificato, ma c’è un evidenza del
declinio della popolazione.
A103-Falco peregrinus (Falco pellegrino)
Il suo status in Abruzzo, lo riconosce come stanziale e nidificante, ma anche
migratore regolare, frequentatore di ambienti con grandi pareti rocciose e zone
aperte nelle vicinanze; d’inverno, per ragioni trofiche, caccia anche lungo zone
27
palustri e corsi d’acqua. Si alimenta di uccelli che cattura in picchiata e depone
le uova su rocce a strapiombo, anche in nidi costruiti da altre specie.
A346-Pyrrhocorax pyrrhocorax (Gracchio corallino)
In Abruzzo è stanziale e nidificante, con una popolazione che risulta essere la
più importante e la più studiata dell’Italia centro-meridionale. Frequenta
ambienti montani, con vallate a quote elevate, effettuando migrazioni
stagionali
rispetto
all’altitudine,
per
la
ricerca
del
cibo.
Questo
è
sostanzialmente costituito da insetti, lombrichi e ragni, ma in inverno include
anche frutti e bacche. Si tratta di una specie coloniale, che si muove in gruppi
anche con numero molto numeroso di individui, sia in volo, che a terra
all’interno del territorio. Nidifica in cavità o fessure di rocce.
E’ una specie di notevole interesse, numerose sono le pubblicazioni scientifiche
a riguardo.
Comunque, frequentando ambienti montani, non dovrebbe risentire l’impatto di
un impianto posizionato nell’area di valle.
A338-Lanius collurio (Averla piccola)
Specie migratrice, vive in zone cespugliose, siepi incolte, in boschi radi,
campagne con siepi e alberi, dalle zone di pianura sino ad oltre i 1500 metri
di altitudine; nidifica tra i cespugli, piccoli alberi e ciuffi di sambuco.
L’alimentazione
è
composta
principalmente
da
grossi
insetti,
piccoli
mammiferi, lucertole, rane e anche piccoli nidiacei. Dai posatoi si lanciano
sulle prede, uccise dal potente becco. Una caratteristica metodologia usata
solo dalle Averle per uccidere le prede è quella di infilzarle su ramoscelli,
spine o anche sul filo spinato.
In Italia è di passo ed estiva, e risulta ampiamente distribuita: è presente,
infatti, su tutto il territorio, esclusa la Puglia meridionale e gran parte della
Sicilia.
A280-Monticola saxatilis (Codirossone)
In Italia è di passo estivo e non molto frequente. Arriva nella nostra penisola
in primavera e vi soggiorna sino all’ inizio dell’autunno.
28
Vive sia a basse quote, nei vigneti e nelle conche rocciose delle valli, che ad
alte quote, spingendosi anche oltre i 2000 metri di altezza. E' un migratore che
raggiunge l’Africa in inverno.
Nidifica nelle fessure delle rocce e dei muri. La deposizione delle uova (4 - 6),
con guscio sottile e tinta uniforme verde-azzurrognola, ha luogo in primavera;
entrambi i “genitori” partecipano sia alla cova che all' allevamento della prole.
Si tratta di una specie con importanza protezionistica limitata, anche se si
comincia ad osservare una certa sua diminuzione in Abruzzo, sul massiccio del
Gran Sasso.
Anfibi e rettili elencati nell’allegato II della direttiva 92/43/CEE
1193-Bombina variegata (Ululone dal ventre giallo)
Ululone dal ventre giallo, habitat: comune nelle aree collinari o pedemontane,
frequenta ambienti acquatici vari come torrenti e ruscelli a debole corrente,
piccole pozze, laghetti.
1175-Salamandrina terdigitata (Salamandrina dagli occhiali)
Specie tipicamente terricola, notturna e attiva con il tempo coperto e piovoso.
Vive fino ai 1.300 m. nei boschi di latifoglie con ampie radure e spesse lettiere
e talora nelle vicinanze dei centri abitati, campi e giardini. I siti di riproduzione
sono pozze, fossi e abbeveratoi e più frequentemente tratti a debole corrente
di piccoli corsi d’acqua con ricca vegetazione arbustiva sulle rive.
1279-Elaphe quatuorlineata (Cervone)
Aree di pianura, raramente oltre i 600 m., in ambienti di macchia mediterranea
o con vegetazione più rada come i coltivi. Predilige muretti a secco, edifici
abbandonati, ruderi. Depone le uova alla base di cespugli, in muretti a secco,
fessure nella roccia.
1167-Tritutrus carnifex (Tritone crestato)
Predatori dallo spettro alimentare ampio, adatta la sua dieta alla quantità e alle
dimensioni delle prede disponibili: piccoli crostacei e vermi, ma anche
29
sanguisughe e lumache. Il cibo preferito è però rappresentato dalle uova e
dalle larve di altri anfibi. Il Tritone crestato vive principalmente in ambienti
caratterizzati da un’elevata densità di specchi d’acqua.
Mammiferi elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE
1352-Canis Lupus (Lupo)
Vive in ambienti montani, boschi, zone aperte, talvolta anche in pianura per la
caccia del cibo. Fascia di altitudine 700 – 2000 metri. Il lupo, oggi, è presente
sull'intera catena degli Appennini, sulle Alpi Occidentali, la popolazione odierna
conta, secondo le ultime stime, circa 500-600 esemplari.
Pesci elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
1108
Salmo
macrostigma
1137
Barbus
plebejus
Trota macrostigma: vive in corsi d’acqua
peninsulari
caratterizzati
da
abbondante
vegetazione acquatica, acqua limpida e
moderata corrente con temperatura estiva
vicino ai 20°: Il suo habitat è costituito
prevalentemente da ambienti di risorgiva che
originano da zone carsiche
Barbo comune: vive nei tratti di fiume al limite
tra la zona delle trote e quella dei ciprinidi, in
acque limpide e ben ossigenate a fondo
ghiaioso. Il barbo comune è specie endemica
italiana tipica del distretto
ittiogeografico
tosco-laziale di cui molti fiumi abruzzesi fanno
parte.
Altre specie importanti della flora e della fauna
Campanula fragilis ssp. cavolini
Cotinus coggyria
Daphne sericea
Ephedra major
Iberis sempervirens
Viola eugeniae ssp. levieri
30
ZPS IT7140129 SIC IT7140203 “MAJELLA”
TIPI DI HABITAT DEL SITO IT7140203
Corpi d’acqua interni (acque stagnanti e
correnti)
Steppe, praterie
%
COPERTURA
2
18
Praterie alpine e sub-alpine
7
1
Colture di cereali estensive
Foreste decidue
36
Foreste di conifere
1
Foreste sempreverdi
1
Foreste artificiali monocultari
1
Rocce, falesie, nevai e ghiacciai permanenti
Zone paludose, acquitrini
20
1
Brughiere, macchie e garighe
10
Altro territorio (edifici, strade, cave e siti
industriali)
31
2
ZPS IT7140129 “MAJELLA”
TIPI DI HABITAT DEL SITO IT7140203
%
COPERTURA
Corpi d’acqua interni (acque stagnanti e correnti)
1
Steppe, praterie
22
Praterie alpine e sub-alpine
5
7
Colture di cereali estensive
Altri terreni arabili
3
Foreste decidue
3
Foreste di conifere
1
Foreste sempreverdi
1
Aree coltivate
1
Nevi permanenti e ghiacciai
3
Foreste artificiali monoculturali
3
Zone paludose, acquitrini
22
Brughiere, macchie e garighe
21
Altro territorio (edifici, strade, cave e siti
industriali)
5
1352-Canis Lupus (Lupo)
Vive in ambienti montani, boschi, zone aperte, talvolta anche in pianura per la
caccia del cibo. Fascia di altitudine 700 – 2000 metri. I branchi di lupi cacciano
insieme qualunque grande erbivoro si trovi nel loro territorio, mentre gli
esemplari solitari si limitano di norma alla caccia di prede piccole e medie,
nonché di bestiame come pecore, capre e vitelli. . I lupi cacciano anche roditori
e piccoli animali, seppure in maniera limitata, poiché un lupo medio necessita
per sopravvivere, dai 1,3 ai 4,5 kg di carne al giorno. Ciò non significa che i
lupi abbiano la possibilità di mangiare ogni giorno: i lupi di rado mangiano
quotidianamente, così, quando ne hanno la possibilità, arrivano ad ingurgitare
anche 9 kg di carne.
32
Quando cacciano prede molto grandi, i lupi attaccano da tutte le direzioni,
puntando specialmente al collo ed alle parti laterali dell'animale. Normalmente,
le prede sono animali troppo anziani, feriti, o troppo giovani; tuttavia, anche
animali sani possono occasionalmente soccombere.
La presenza del lupo in Italia ha toccato il suo punto più basso agli inizi degli
anni settanta. Una stima indicava che la popolazione si era ridotta a un
centinaio di lupi, concentrati sui monti dell'Abruzzo e della Calabria. Grazie alle
leggi di protezione, il numero dei lupi è lentamente cresciuto, e stime recenti lo
calcolano in circa 800-1000 esemplari, distribuiti lungo tutto l’Appennino,
dall'Aspromonte fino alle Alpi Marittime, con presenze anche sui preappennini
laziali e nella Toscana centro-meridionale. A nord il lupo è tornato sulle Alpi
Occidentali, sconfinando sui massicci alpini francesi e svizzeri.
1354- Ursus arctos (Orso bruno)
L'orso bruno è un mammifero onnivoro della famiglia degli Ursidi, diffuso in
gran parte dell'Eurasia settentrionale e del Nordamerica. Pesa tra i 130 ed i
700 kg ed i suoi membri più grossi contendono all'orso polare il titolo di
carnivoro terrestre più grande del mondo. L’areale dell'orso bruno si è
notevolmente ristretto, con una popolazione totale di circa 200.000 esemplari.
I Paesi che comprendono la maggior parte del suo areale sono la Russia, gli
Stati Uniti (specialmente l'Alaska) ed il Canada.
Benché facendo riferimento ai dati più recenti ed attendibili si possa
distinguere una sola sottospecie per l'Europa e l'Asia settentrionale, molti
studiosi fanno ancora riferimento, per l'Italia, a due sottospecie distinte: l'orso
bruno europeo (Ursus arctos arctos) e l'orso marsicano (Ursus arctos
marsicanus).In
Abruzzo è presente una popolazione isolata (da alcuni
considerata sottospecie), l'orso bruno marsicano, di cui rimangono solo circa
80-100 esemplari.
Rhinolophus ferrumequinum (Rinolofo maggiore)
Pipistrello che predilige aree di bassa o media altitudine. Gli ambienti di
foraggiamento ideali consistono in mosaici di pascoli permanenti e formazioni
forestali a latifoglie mesofite.
33
Come siti di rifugio utilizza cavita' ipogee ed edifici (vani ampi di sottotetti o
scantinati); raramente e' stata rinvenuta in cavita' arboree
Rhinolophus hipposideros (Ferro di Cavallo minore)
E’ specie che predilige zone calde, parzialmente boscate, in aree calcaree,
anche in vicinanza di insediamenti umani, fino a circa 2000 m. Utilizza cavità
ipogee quali siti di rifugio, riproduzione e svernamento, anche se nelle zone più
fredde la si può rinvenire in edifici. Può formare colonie riproduttive composte
anche da qualche centinaio di esemplari.
Myotis blythii (Vespertilio minore)
Segnalata fino a circa 1000 metri s.l.m., utilizza ambienti di foraggiamento
caratterizzati da prevalente copertura erbacea (steppe, praterie, pascoli, prati
polifiti con alte erbe). Le colonie riproduttive vengono costituite in edifici o
ambienti ipogei relativamente caldi. Esemplari isolati sono stati osservati in
cavita' arboree. L'ibernazione avviene in ambienti ipogei.
Miniopterus schreibersi (Miniottero)
Pipistrello che vive in zone aperte sia in pianura che in montagna, dove puó
spingersi anche oltre i 2000 metri di altitudine. Si rifugia in caverne, vecchi
fabbricati, sugli alberi. Gregario, vive in grandi colonie (anche diverse migliaia
di individui).
Lutra lutra (Lontra)
Mammifero di medie dimensioni (raggiunge anche i 120 cm, compresa la lunga
coda) che trova il suo habitat ideale lungo i fiumi e i laghi europei ed asiatici.
La
lontra
vive
solo
in
zone
non
antropizzate
ed
è
molto
sensibile
all'inquinamento, inoltre è un'ottima pescatrice che è entrata in competizione
con l'essere umano: questo significa che negli ultimi 2-3 secoli la convivenza
non è stata per nulla facile, a discapito della lontra, che è stata cacciata, nel XX
secolo XX secolo anche per la sua pelliccia, usata per abbigliamento femminile.
34
Anfibi e i rettili elencati nell’Allegato II della direttiva 92/43/CEE:
Bombina variegata (Ululone dal ventre giallo)
Ululone dal ventre giallo, habitat: comune nelle aree collinari o pedemontane,
frequenta ambienti acquatici vari come torrenti e ruscelli a debole corrente,
piccole pozze, laghetti.
Salamandrina terdigitata (Salamandrina dagli occhiali)
Specie tipicamente terricola, notturna e attiva con il tempo coperto e piovoso.
Vive fino ai 1.300 m. nei boschi di latifoglie con ampie radure e spesse lettiere
e talora nelle vicinanze dei centri abitati, campi e giardini. I siti di riproduzione
sono pozze, fossi e abbeveratoi e più frequentemente tratti a debole corrente
di piccoli corsi d’acqua con ricca vegetazione arbustiva sulle rive.
Elaphe quatuorlineata (Cervone)
Aree di pianura, raramente oltre i 600 m., in ambienti di macchia mediterranea
o con vegetazione più rada come i coltivi. Predilige muretti a secco, edifici
abbandonati, ruderi. Depone le uova alla base di cespugli, in muretti a secco,
fessure nella roccia.
Tritutrus carnifex (Tritone crestato)
Predatori dallo spettro alimentare ampio, adatta la sua dieta alla quantità e alle
dimensioni delle prede disponibili: piccoli crostacei e vermi, ma anche
sanguisughe e lumache. Il cibo preferito è però rappresentato dalle uova e
dalle larve di altri anfibi. Il Tritone crestato vive principalmente in ambienti
caratterizzati da un’elevata densità di specchi d’acqua.
Uccelli migratori abituali elencati nell’Allegato I della Direttiva
79/409/CEE
Ficedula albicollis (Balia dal collare)
Specie migratrice regolare e nidificante in Abruzzo, la Balia dal collare vive nei
boschi maturi di latifoglie o conifere, con grandi alberi ricchi di cavità,
prediligendo i tratti con presenza acqua.
35
Cattura insetti partendo da un posatoio e nidifica in cavità di albero. E’
presente in montagna fino a 1800 metri.
Dendrocopos leucotos (Picchio dorsobianco)
Specie sedentaria ed estremamente elusiva, è presente nei boschi maturi di
latifoglie o di conifere. Il picchio dorsobianco è il più specializzato, come
dieta, tra i Picidi europei; si nutre principalmente di larve di Coleotteri che
trova all'interno del legno marcescente.
In Italia ha una distribuzione estremamente localizzata e limitata a circa 200500 coppie nidificanti nel Parco Nazionale d'Abruzzo, sui Monti Ernici e sulla
Majella, un nucleo riproduttivo è stato identificato nel Gargano. E' da
considerarsi un “relitto glaciale” e quindi meritevole di una attenzione
particolare.
E' in decremento e sarebbe auspicabile una corretta gestione forestale per
mantenere intatto il suo habitat.
Pernis apivorus (Falco pecchiaiolo)
Specie migratrice regolare e nidificante in Abruzzo, l’habitat di tale uccello è
costituito da boschi non troppo fitti di conifere e latifoglie, con zone aperte
nelle vicinanze, dove può trovare le sue prede preferite. In Europa è dato per
‘sicuro’ come abbondanza di popolazioni, anche se al livello di conservazione,
nelle liste rosse viene considerato ‘vulnerabile’.
A091-Aquila chrysaetos (Aquila reale)
Specie sedentaria, vive solitaria o in coppia e raggiunge la maturità sessuale
intorno ai 4-5 anni.
Nidifica, da febbraio a luglio, sulle pareti rocciose, occasionalmente anche
sugli alberi e depone da 1 a 3 uova, ad intervalli di 3-4 giorni producendo
una sola generazione per anno.
Vive generalmente in zone aperte dove la caccia è più agevole; il suo
territorio può raggiungere i 200 km² di superficie.
Si nutre di mammiferi di medie e grandi dimensioni, uccelli, rettili e, in
inverno anche di carogne.
36
Può spingersi a quote anche molto elevate, al di sopra dei 2.500 - 3.000
metri, se vi è disponibilità di cibo o per i lunghi spostamenti tra una zona e
l’altra.
In Italia la specie è presente lungo l’ Arco Alpino, l’ Appennino settentrionale,
centrale e meridionale, la Sardegna e la Sicilia.
Perseguitata come animale nocivo e pericoloso, negli ultimi trent’anni l’aquila
reale è diminuita nella penisola italiana ed in Sicilia del 50% circa a causa
del bracconaggio, del depredamento dei nidi e dell’ alterazione degli habitat.
Attualmente in Italia sono presenti circa 400 coppie, con densità ottimali
solo sulle Alpi e in Sardegna, sull’Appennino e in Abruzzo in particolare
risulta seriamente minacciata.
A412-Alectoris graeca saxatilis (Coturnice)
Questa sottospecie vive nelle Alpi, in Slovenia e nell'Appennino settentrionale.
In inverno vive in grandi colonie, in primavera le coppie si isolano e la femmina
depone dopo 26 giorni 12 - 15 uova giallastre in cumuli al di sotto dei cespugli
o in rupi scoscese.
Si nutre di tutti i tipi di sostanze derivate dalle piante e di piccoli animali e
mangia anche la punta di cereali giovani.
Secondo la lista rossa dell’IUCN la popoalzione globale stimata è di 80.000160.000 individui. Il trend non è stato quantificato, ma c’è un evidenza del
declinio della popolazione.
A103-Falco peregrinus (Falco pellegrino)
Il suo status in Abruzzo, lo riconosce come stanziale e nidificante, ma anche
migratore regolare, frequentatore di ambienti con grandi pareti rocciose e zone
aperte nelle vicinanze; d’inverno, per ragioni trofiche, caccia anche lungo zone
palustri e corsi d’acqua. Si alimenta di uccelli che cattura in picchiata e depone
le uova su rocce a strapiombo, anche in nidi costruiti da altre specie.
A346-Pyrrhocorax pyrrhocorax (Gracchio corallino)
In Abruzzo è stanziale e nidificante, con una popolazione che risulta essere la
più importante e la più studiata dell’Italia centro-meridionale. Frequenta
37
ambienti montani, con vallate a quote elevate, effettuando migrazioni
stagionali
rispetto
all’altitudine,
per
la
ricerca
del
cibo.
Questo
è
sostanzialmente costituito da insetti, lombrichi e ragni, ma in inverno include
anche frutti e bacche. Si tratta di una specie coloniale, che si muove in gruppi
anche con numero molto numeroso di individui, sia in volo, che a terra
all’interno del territorio. Nidifica in cavità o fessure di rocce.
E’ una specie di notevole interesse, numerose sono le pubblicazioni scientifiche
a riguardo.
Comunque, frequentando ambienti montani, non dovrebbe risentire l’impatto di
un impianto posizionato nell’area di valle.
Bubo bubo (Gufo reale)
Frequenta ambienti con pareti rocciose circondate da boschi, oppure lo si può
osservare in foreste fitte con grandi alberi, canyon e burroni. Si tratta di un
predatore principalmente notturno, che si nutre di animali di varie dimensioni,
da un topo ad una lepre, da un passero ad una Ghiandaia, scovandole da un
posatoio o esplorando il territorio con ripetuti voli. In Abruzzo è stanziale e
nidificante, specie comunque presente con un numero limitato di coppie, a
causa della sensibilità al disturbo antropico.
Caprimulgus europaeus (Succiacapre)
Specie legata a terreni secchi e soleggiati, con copertura arborea ed
arbustiva discontinua. Si riproduce nelle aree ai margini dei boschi o delle
radure, presso incolti o vigneti abbandonati, dove depone le uova sul
terreno.
Il succiacapre ha una distribuzione ampia su tutto il territorio nazionale,
manca sulle cime alpine più elevate, nella Pianura Padana orientale, nel
Salento e nella Sicilia centro meridionale.
La popolazione a livello europeo è considerata in calo moderato.
38
A338-Lanius collurio (Averla piccola )
Specie migratrice, vive in zone cespugliose, siepi incolte, in boschi radi,
campagne con siepi e alberi, dalle zone di pianura sino ad oltre i 1500 metri
di altitudine; nidifica tra i cespugli, piccoli alberi e ciuffi di sambuco.
L’alimentazione
è
composta
principalmente
da
grossi
insetti,
piccoli
mammiferi, lucertole, rane e anche piccoli nidiacei. Dai posatoi si lanciano
sulle prede, uccise dal potente becco. Una caratteristica metodologia usata
solo dalle Averle per uccidere le prede è quella di infilzarle su ramoscelli,
spine o anche sul filo spinato.
In Italia è di passo ed estiva, e risulta ampiamente distribuita: è presente,
infatti, su tutto il territorio, esclusa la Puglia meridionale e gran parte della
Sicilia.
Lullula arborea (Tottavilla)
Specie sedentaria che si nutre di semi ed insetti. Lullula arborea risulta
diffusa, con densità omogenee, tra i 250 e i 1800 metri di quota. Si rinviene
in ambienti aperti, in zone rocciose con scarsa vegetazione e ai margini di
boschi. Nidifica da fine marzo a giugno-luglio sul terreno, tra l’erba; migra in
marzo e da metà ottobre a metà novembre. Specie diffusa in tutta l'Europa,
Africa settentrionale e nell'Asia sud-occidentale. Ampiamente distribuita e
molto comune nell’ Appennino centro-meridionale, compreso l’Abruzzo.
La specie è inserita nella lista SPEC2 di birdlife, ed è in declino in tutto il centro
Europa, in Italia comunque si contano tra le 50.000 e le 100.000 coppie.
Anthus campestris (Calandro)
Migratore regolare e nidificante in Abruzzo, lo si può trovare in ambienti aperti
asciutti e aridi, con pochi alberi sparsi, oppure in zone steppose inframmezzate
da coltivi, o ancora su dune sabbiose. Si muove a terra alla ricerca del cibo,
costituito principalmente da insetti, ma integrato in inverno con vari tipi di
semi. Ancora a terra, forma una coppetta di materiale vegetale nascosta tra
l’erba, per deporvi le uova.
39
Charadrius morinellus (Piviere tortolino)
E’ uno degli uccelli nidificanti più rari a livello nazionale e regionale. In Italia
sono noti due soli siti di nidificazione utilizzati per più anni. Uno dei quali è
localizzato sul massiccio della Majella, con presenze di 4-5 coppie. Nidifica in
zone a bassa pendenza nella tundra o in zone montane con vegetazione scarsa
o assente e presenza di pietraie e rocce affioranti.
Occupa un vasto areale, al di sopra dell'equatore, in Italia sono stati trovati
nidi solo nelle regioni centrali al di sopra dei 2000 m. s.l.m., è comunque
visibile durante le migrazioni, i suoi habitat preferenziali, sono costituiti dagli
spazi aperti.
Emberiza hortulhana (Ortolano)
Passeriforme , migratore nidificante in tutta Italia, escluse le isole e la
Calabria, nidifica in zone abbastanza coltivate aperte o in zone montane con
alberi sparsi.
La popolazione in Europa è molto ampia, ma ha visto un lento declino
dappertutto a partire dagli anni ‘70, la popolazione stimata in Italia è di 4.00016.000 coppie, a livello internazionale è considerata in diminuzione.
Monticola saxatilis (Codirossone)
In Italia è di passo estivo e non molto frequente. Arriva nella nostra penisola
in primavera e vi soggiorna sino all’ inizio dell’autunno.
Vive sia a basse quote, nei vigneti e nelle conche rocciose delle valli, che ad
alte quote, spingendosi anche oltre i 2000 metri di altezza. E' un migratore che
raggiunge l’Africa in inverno.
Nidifica nelle fessure delle rocce e dei muri. La deposizione delle uova (4 - 6),
con guscio sottile e tinta uniforme verde-azzurrognola, ha luogo in primavera;
entrambi i “genitori” partecipano sia alla cova che all' allevamento della prole.
Si tratta di una specie con importanza protezionistica limitata, anche se si
comincia ad osservare una certa sua diminuzione in Abruzzo, sul massiccio del
Gran Sasso.
40
Turdus torqatus (Merlo dal collare)
Il suo habitat sono le zone collinari e montuose, dove nidifica tra i cespugli di
erica
e
ginepro.
Migratore,
diffuso
in
Europa
centrosettentrionale
(in
primavera-estate) ma svernante in Africa e nell'area mediterranea. In Italia è
di passo ed irregolare.
Montifringilla nivalis (Fringuello alpino)
Stanziale e nidificante in Abruzzo, il Fringuello alpino frequenta gli ambienti
rocciosi di alta montagna verso i 2000 metri di quota, con pareti a strapiombo,
ghiaioni, rocce. In inverno compie migrazioni stagionali a quote più basse per
la ricerca del cibo. Si tratta di un uccello coloniale, che si nutre di insetti, semi,
ragni e germogli; nidifica in cavità di rocce o edifici rustici. Nella regione viene
particolarmente monitorato (Stazione di Inanellamento di Campo Imperatore),
per studiarne l’ecologia e l’etologia a causa delle relazioni con i cambiamenti
climatici.
Prunella collaris (Sordone)
In Abruzzo è presente come specie stanziale e nidificante, migratrice parziale e
svernante, frequentatrice di ambienti montani, sopra la fascia degli alberi, con
massi, rocce, prati e pendii di altitudine; si sposta verso zone a quota inferiore
in inverno. Si ciba principalmente di insetti, ma soprattutto d’inverno, anche di
semi ed altro materiale vegetale. Nidifica in cavità rocciose e tra i massi.
Tichodroma muraria (Picchio muraiolo)
Stanziale e nidificante, migratore parziale e svernante in Abruzzo, questo
uccello predilige le grandi pareti rocciose di montagne tra i 1000 ed i 2300
metri, ma anche dighe, muraglioni e vecchi castelli. D’inverno scende di quota
lungo le vallate; a volte lo si può vedere sui muri di case rustiche. Si alimenta
con insetti, larve e ragni, prelevati scalando le rocce; nidifica in anfratti, cavità
rocciose o muri.
41
Gli invertebrati presenti elencati nella scheda SIC del Ministero sono:
Austropotamobius pallipes (Gambero dai piedi bianchi)
Vive nei torrenti e nei rii particolarmente ossigenati. Preferisce i letti ghiaiosi o
sabbiosi ma dotati di rive in cui siano presenti anfratti e luoghi sicuri,
rappresentati spesso da fronde di alberi caduti o foglie, per potersi nascondere
e riposare. La specie è considerata vulnerabile in base ai criteri della IUCN red
list.
Eriogaster catax
Lepidottero localizzato e mai comune, legata ad ambienti aperti calcarei. Si
rinviene spesso in zone riparate dal vento, tra siepi e margini di boschi, a
bassa quota, fin verso i 700 m. La specie, in declino in buona parte
dell'Europa, ha probabilmente sofferto a causa della distruzione delle siepi e
degli ambienti marginali e per l'utilizzo di pesticidi.
Coenagrion mercuriale (Agrion di mercurio)
Artropode odonato dalla colorazione colorazione azzurra e nera. La specie
tende ad essere più numerosa in terreni calcarei e nelle acque leggermente
alcaline e pulite. E' una specie rara e in declino in tutto l'areale europeo in
relazione alla sistemazione idraulica dei piccoli corsi d'acqua, alla pulizia
periodica dei canali, nonché all'inquinamento da pesticidi e all'eutrofizzazione
delle acque. La forma nominale è diffusa in Europa sud occidentale e centrale e
in Nord Africa.
Euphydryas aurinia
Lepidottero di medie dimensioni (36-40 mm di apertura alare) con elevata
variabilità cromatica.
Ha un’ampia diffusione in Europa, ma con popolazioni localizzate. Non è
presente nelle regioni più settentrionali e in quelle più meridionali. In Italia,
seppur rara, si osserva in aree montane delle regioni settentrionali e sui rilievi
centrali dell’Appennino. Frequenta aree prative di vario tipo, quali prati umidi,
brughiere, prati aridi; in Italia si osserva dal livello del mare fino a oltre
42
1500 m di altitudine. Risulta in generale minacciata e in declino in varie regioni
europee, soprattutto per la riduzione degli habitat naturali in cui si sviluppa.
Osmoderma eremita
Coleottero,
attualmente
confinato
quasi
esclusivamente
in
salici
cavi
capitozzati; si può comunque rinvenire anche su querce, castagno, faggio,
gelso ed altre latifoglie. L'areale di diffusione di questa specie comprende
buona parte dell'Europa; in Italia è presente nelle regioni centro- settentrionali.
SIC IT7110130 “VELINO SIRENTE”
TIPOLOGIA HABITAT
Praterie alpine e sub-alpine
Area di foresta non coltivate, conpiante legnose
(inclusi vigneti, frutteti, boschetti)
Steppe, praterie secche
Colture di cereali estensive
Altri terreni arabili
Foreste sempreverdi
brughiera, maccchia e garriga,
Foreste caducifoglie
Acque interne (include acque stagnanti e acque
correnti)
Praterie semi-naturali umide, praterie mesofile
Foreste artificiali in monocolture(es. piantagioni
di pioppi o alberi esotici
Rocce, neve permanente e ghiacci
Altro (incluse città, contrade, strade, discariche,
cave, siti industriali)
PERCENTUALE
COPERTURA
5%
1%
25%
2%
7%
1%
10%
25%
1%
10%
3%
3%
7%
A091-Aquila chrysaetos (Aquila reale)
Specie sedentaria, vive solitaria o in coppia e raggiunge la maturità sessuale
intorno ai 4-5 anni.
Nidifica, da febbraio a luglio, sulle pareti rocciose, occasionalmente anche
sugli alberi e depone da 1 a 3 uova, ad intervalli di 3-4 giorni producendo
una sola generazione per anno.
43
Vive generalmente in zone aperte dove la caccia è più agevole; il suo
territorio può raggiungere i 200 km² di superficie.
Si nutre di mammiferi di medie e grandi dimensioni, uccelli, rettili e, in
inverno anche di carogne.
Può spingersi a quote anche molto elevate, al di sopra dei 2.500 - 3.000
metri, se vi è disponibilità di cibo o per i lunghi spostamenti tra una zona e
l’altra.
In Italia la specie è presente lungo l’ Arco Alpino, l’ Appennino settentrionale,
centrale e meridionale, la Sardegna e la Sicilia.
Perseguitata come animale nocivo e pericoloso, negli ultimi trent’anni
l’Aquila reale è diminuita nella penisola italiana ed in Sicilia del 50% circa a
causa del bracconaggio, del depredamento dei nidi e dell’ alterazione degli
habitat.
Attualmente in Italia sono presenti circa 400 coppie, con densità ottimali
solo sulle Alpi e in Sardegna, sull’Appennino e in Abruzzo dove risulta
seriamente minacciata
A412-Alectoris graeca saxatilis (Coturnice)
Questa sottospecie vive nelle Alpi, in Slovenia e nell'Appennino settentrionale.
In inverno vive in grandi colonie, in primavera le coppie si isolano e la femmina
depone dopo 26 giorni 12 - 15 uova giallastre in cumuli al di sotto dei cespugli
o in rupi scoscese.
Si nutre di tutti i tipi di sostanze derivate dalle piante e di piccoli animali e
mangia anche la punta di cereali giovani.
Secondo la lista rossa dell’IUCN la popolazione globale stimata è di 80.000160.000 individui. Il trend non è stato quantificato, ma c’è un evidenza del
declinio della popolazione.
A103-Falco peregrinus (Falco pellegrino)
Il suo status in Abruzzo, lo riconosce come stanziale e nidificante, ma anche
migratore regolare, frequentatore di ambienti con grandi pareti rocciose e zone
aperte nelle vicinanze; d’inverno, per ragioni trofiche, caccia anche lungo zone
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palustri e corsi d’acqua. Si alimenta di uccelli che cattura in picchiata e depone
le uova su rocce a strapiombo, anche in nidi costruiti da altre specie.
A101- Falco biarmicus (Lanario)
La specie è prevalentemente africana ma anche nella penisola arabica, in
Asia minore, in Italia, in declino si riscontra la sua presenza solo dall’Abruzzo
in giù mentre nel resto dell’Europa è presente solo in Grecia. Non si trova in
Europa centrale. Comunemente classificato “a rischio” è inserito nella
categoria SPEC 3 ed elencato anche nell’appendice II del CITES. Il Lanario si
può considerare a rischio di estinzione presso le popolazioni in cui è comune
la pratica del furto delle uova e dei pulcini: Tunisia, Italia, Israele, Turchia e
Grecia. Migratore e nidificante, nidifica su pareti rocciose ma è adatta a
vivere in pianure e deserti.
La popolazione a livello europeo è molto esigua (in Italia 100-140 coppie),
quasi dappertutto è in declino, è considerata vulnerabile. E’ stata inserita
nella lista rossa IUCN come SPEC3 (ovvero a massima vulnerabilità).
Nel biennio 2003 - 2004 è stato prodotto il Piano d'Azione Nazionale per il
Lanario dall'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica (INFS) su richiesta del
Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio.
A346-Pyrrhocorax pyrrhocorax (Gracchio corallino)
In Abruzzo è stanziale e nidificante, con una popolazione che risulta essere la
più importante e la più studiata dell’Italia centro-meridionale. Frequenta
ambienti montani, con vallate a quote elevate, effettuando migrazioni
stagionali
rispetto
all’altitudine,
per
la
ricerca
del
cibo.
Questo
è
sostanzialmente costituito da insetti, lombrichi e ragni, ma in inverno include
anche frutti e bacche. Si tratta di una specie coloniale, che si muove in gruppi
anche con numero molto numeroso di individui, sia in volo, che a terra
all’interno del territorio. Nidifica in cavità o fessure di rocce.
E’ una specie di notevole interesse, numerose sono le pubblicazioni scientifiche
a riguardo.
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A338-Lanius collurio (Averla piccola )
Specie migratrice, vive in zone cespugliose, siepi incolte, in boschi radi,
campagne con siepi e alberi, dalle zone di pianura sino ad oltre i 1500 metri
di altitudine; nidifica tra i cespugli, piccoli alberi e ciuffi di sambuco.
L’alimentazione
è
composta
principalmente
da
grossi
insetti,
piccoli
mammiferi, lucertole, rane e anche piccoli nidiacei. Dai posatoi si lanciano
sulle prede, uccise dal potente becco. Una caratteristica metodologia usata
solo dalle Averle per uccidere le prede è quella di infilzarle su ramoscelli,
spine o anche sul filo spinato.
In Italia è di passo ed estiva, e risulta ampiamente distribuita: è presente,
infatti, su tutto il territorio, esclusa la Puglia meridionale e gran parte della
Sicilia.
A280-Monticola saxatilis (Codirossone)
In Italia è di passo estivo e non molto frequente. Arriva nella nostra penisola
in primavera e vi soggiorna sino all’ inizio dell’autunno.
Vive sia a basse quote, nei vigneti e nelle conche rocciose delle valli, che ad
alte quote, spingendosi anche oltre i 2000 metri di altezza. E' un migratore che
raggiunge l’Africa in inverno.
Nidifica nelle fessure delle rocce e dei muri. La deposizione delle uova (4 - 6),
con guscio sottile e tinta uniforme verde-azzurrognola, ha luogo in primavera;
entrambi i “genitori” partecipano sia alla cova che all' allevamento della prole.
Si tratta di una specie con importanza protezionistica limitata, anche se si
comincia ad osservare una certa sua diminuzione in Abruzzo, sul massiccio del
Gran Sasso.
A321-Ficedula albicollis (Balia dal collare)
Specie migratrice regolare e nidificante in Abruzzo, la Balia dal collare vive nei
boschi maturi di latifoglie o conifere, con grandi alberi ricchi di cavità,
prediligendo i tratti con presenza acqua. Cattura insetti partendo da un
posatoio e nidifica in cavità di albero. E’ presente in montagna fino a 1800
metri.
46
A215-Bubo bubo (Gufo reale)
Frequenta ambienti con pareti rocciose circondate da boschi, oppure lo si può
osservare in foreste fitte con grandi alberi, canyon e burroni. Si tratta di un
predatore principalmente notturno, che si nutre di animali di varie dimensioni,
da un topo ad una lepre, da un passero ad una Ghiandaia, scovandole da un
posatoio o esplorando il territorio con ripetuti voli. In Abruzzo è stanziale e
nidificante, specie comunque presente con un numero limitato di coppie, a
causa della sensibilità al disturbo antropico.
A224-Caprimulgus europaeus (Succiacapre)
Specie legata a terreni secchi e soleggiati, con copertura arborea ed
arbustiva discontinua. Si riproduce nelle aree ai margini dei boschi o delle
radure, presso incolti o vigneti abbandonati, dove depone le uova sul
terreno.
Il succiacapre ha una distribuzione ampia su tutto il territorio nazionale,
manca sulle cime alpine più elevate, nella Pianura Padana orientale, nel
Salento e nella Sicilia centro meridionale.
La popolazione a livello europeo è considerata in calo moderato.
Ciconia ciconia (Cicogna bianca)
La cicogna bianca è un uccello di grandi dimensioni (il terzo più grande nel
genere Ciconia, dopo la cicogna bianca orientale e la cicogna maguari): dalla
punta del becco alla punta della coda può essere lunga anche 110 cm, mentre
l'apertura alare sfiora i 220 cm. Quando è in piedi è alta fino a 125 cm. Il peso
si aggira intorno ai 4 kg, con un massimo di 4,5 kg. Mediamente i maschi sono
leggermente più grandi delle femmine.
La cicogna bianca è nidificante in Europa, Nordafrica, Turchia, Caucaso, Iran e
Asia centrale.
In Italia negli ultimi anni si assiste a un lento ma costante incremento della
popolazione nidificante. Nella stagione riproduttiva 2005, la Cicogna bianca ha
nidificato in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, EmiliaRomagna, Toscana, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Sempre al
2005 risultavano presenti nel Paese centosessanta coppie; particolarmente
47
importante risulta la crescita costante della popolazione nidificante in Sicilia,
che costituisce circa il 14% della popolazione italiana.
La colonia spontanea di cicogne più grande d'Italia, infatti, si trova a Gela, in
Sicilia.
Nel 2012, 70 coppie hanno nidificato in Sicilia tra la Piana di Gela, la Piana di
Catania, le Province di Siracusa, Agrigento, Trapani e Palermo. La colonia della
Piana di Gela si è confermata la più grande d'Italia, con 38 coppie nidificanti e
80 pulcini.
La specie occupa un areale molto vasto, all'interno del quale la popolazione
sembra essere in aumento. Per queste ragioni la Lista rossa IUCN attribuisce a
questo taxon lo status "LC" (rischio minimo).
Dendrocopos leucotos (Picchio dorsobianco)
Specie sedentaria ed estremamente elusiva, è presente nei boschi maturi di
latifoglie o di conifer, in inverno è possibile trovarlo attorno alle città,. Il
picchio dorsobianco è il più specializzato, come dieta, tra i Picidi europei; si
nutre principalmente di larve di Coleotteri che trova all'interno del legno
marcescente.
E’
possibile
osservarlo
in
Eurasia,
in
Italia
ha
una
distribuzione
estremamente localizzata e limitata a circa 200-500 coppie nidificanti nel
Parco Nazionale d'Abruzzo, sui Monti Ernici e sulla Majella, un nucleo
riproduttivo è stato identificato nel Gargano.
Nidifica in primavera inoltrata, in buche di alberi marcescenti.
A246-Lullula arborea (Tottavilla)
Specie sedentaria che si nutre di semi ed insetti. Lullula arborea risulta
diffusa, con densità omogenee, tra i 250 e i 1800 metri di quota. Si rinviene
in ambienti aperti, in zone rocciose con scarsa vegetazione e ai margini di
boschi. Nidifica da fine marzo a giugno-luglio sul terreno, tra l’erba; migra in
marzo e da metà ottobre a metà novembre. Specie diffusa in tutta l'Europa,
Africa settentrionale e nell'Asia sud-occidentale. Ampiamente distribuita e
molto comune nell’ Appennino centro-meridionale, compreso l’Abruzzo.
La specie è inserita nella lista SPEC2 di birdlife, ed è in declino in tutto il centro
Europa, in Italia comunque si contano tra le 50.000 e le 100.000 coppie.
48
A255-Anthus campestris (Calandro)
Migratore regolare e nidificante in Abruzzo, lo si può trovare in ambienti aperti
asciutti e aridi, con pochi alberi sparsi, oppure in zone steppose inframmezzate
da coltivi, o ancora su dune sabbiose. Si muove a terra alla ricerca del cibo,
costituito principalmente da insetti, ma integrato in inverno con vari tipi di
semi. Ancora a terra, forma una coppetta di materiale vegetale nascosta tra
l’erba, per deporvi le uova.
A379-Emberiza hortulhana (Ortolano)
Passeriforme , migratore nidificante in tutta Italia, escluse le isole e la
Calabria, nidifica in zone abbastanza coltivate aperte o in zone montane con
alberi sparsi.
La popolazione in Europa è molto ampia, ma ha visto un lento declino
dappertutto a partire dagli anni ‘70, la popolazione stimata in Italia è di 4.00016.000 coppie, a livello internazionale è considerata in dimunizione.
Anfibi e rettili elencati nell’allegato II della direttiva 92/43/CEE
Salamandrina perspicillata (Salamandrina dagli occhiali
settentrionale):
E’ una specie di salamandra molto simile alla Salamandrina terdigitata, dalla
quale è stata separata nel 2005 in base a studi genetici.
È endemica dell'Italia a nord del fiume Volturno, ed è più frequente sul
versante tirrenico. A nord è diffusa fino in Liguria. Frequenta principalmente
zone montuose e collinari degli Appennini, solitamente tra i 200m. e i 900m. di
altitudine. L'habitat preferito: aree forestali con abbondante sottobosco.
Nella lista IUCN è catalogata come LC (rischio minimo).
Bombina pachipus (Ululone appenninico o ululone italiano):
È una specie endemica italiana: la si ritrova a sud del Po, lungo tutta la dorsale
appenninica sino alla Calabria; assente in Sicilia, Sardegna e nelle isole minori.
Si incontra soprattutto in specchi d'acqua piccoli e temporanei, talvolta
minuscoli. È molto raro in pianura, le popolazioni più abbondanti sono in zone
49
di collina o montagna. Raggiunge i 1600 metri nel Parco nazionale del Pollino.
Molto simile a Bombina variegata (ululone a ventre giallo).
La
pelle
è
ruvida
per
piccole
escrescenze
ghiandolari.
Si tratta di un anuro di piccole dimensioni che non supera i 6 cm di lunghezza.
Nella lista IUCN è catalogato come EX (in pericolo).
L'ululone appenninico ha subito un drammatico declino in gran parte del suo
areale da circa 10 anni. Le cause di questa rarefazione non sono note, si crede
che la diffusione di un fungo
sia stata una delle cause determinanti. Anche
fattori antropici come la cementificazione e la distruzione dei luoghi di
riproduzione, ad esempio con il prosciugamento dei fontanili e con la bonifica
delle piccole raccolte d'acqua, sono stati determinanti nel declino di questa
specie. Attualmente le popolazioni in condizioni migliori sono quelle calabresi.
Elaphe quatuorlineata (Cervone)
Aree di pianura, raramente oltre i 600 m., in ambienti di macchia mediterranea
o con vegetazione più rada come i coltivi. Predilige muretti a secco, edifici
abbandonati, ruderi. Depone le uova alla base di cespugli, in muretti a secco,
fessure nella roccia.
Tritutrus carnifex (Tritone crestato)
Predatori dallo spettro alimentare ampio, adatta la sua dieta alla quantità e alle
dimensioni delle prede disponibili: piccoli crostacei e vermi, ma anche
sanguisughe e lumache. Il cibo preferito è però rappresentato dalle uova e
dalle larve di altri anfibi. Il Tritone crestato vive principalmente in ambienti
caratterizzati da un’elevata densità di specchi d’acqua.
1298- Vipera ursinii (Vipera dell’orsini)
La vipera dell'Orsini è la vipera di più piccole dimensioni e possiamo trovarla in
buona parte del centro Asia e in Europa. In Italia è presente in alcune aree
dell’Appennino centrale ma è specie rara a causa dell’alterazione del suo
habitat naturale da parte dell’uomo e per questo è considerata specie protetta
da varie convenzioni internazionali tra cui il CITES.
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Mammiferi elencati nell’allegato II della Direttiva 92/43/CEE
1352-Canis Lupus (Lupo)
Vive in ambienti montani, boschi, zone aperte, talvolta anche in pianura per la
caccia del cibo. Fascia di altitudine 700 – 2000 metri. I branchi di lupi cacciano
insieme qualunque grande erbivoro si trovi nel loro territorio, mentre gli
esemplari solitari si limitano di norma alla caccia di prede piccole e medie,
nonché di bestiame come pecore, capre e vitelli. . I lupi cacciano anche roditori
e piccoli animali, seppure in maniera limitata, poiché un lupo medio necessita
per sopravvivere, dai 1,3 ai 4,5 kg di carne al giorno. Ciò non significa che i
lupi abbiano la possibilità di mangiare ogni giorno: i lupi di rado mangiano
quotidianamente, così, quando ne hanno la possibilità, arrivano ad ingurgitare
anche 9 kg di carne.
Quando cacciano prede molto grandi, i lupi attaccano da tutte le direzioni,
puntando specialmente al collo ed alle parti laterali dell'animale. Normalmente,
le prede sono animali troppo anziani, feriti, o troppo giovani; tuttavia, anche
animali sani possono occasionalmente soccombere.
La presenza del lupo in Italia ha toccato il suo punto più basso agli inizi degli
anni settanta. Una stima indicava che la popolazione si era ridotta a un
centinaio di lupi, concentrati sui monti dell'Abruzzo e della Calabria. Grazie alle
leggi di protezione, il numero dei lupi è lentamente cresciuto, e stime recenti lo
calcolano in circa 800-1000 esemplari, distribuiti lungo tutto l’Appennino,
dall'Aspromonte fino alle Alpi Marittime, con presenze anche sui preappennini
laziali e nella Toscana centro-meridionale. A nord il lupo è tornato sulle Alpi
Occidentali, sconfinando sui massicci alpini francesi e svizzeri.
1354- Ursus arctos (Orso bruno)
L'orso bruno è un mammifero onnivoro della famiglia degli Ursidi, diffuso in
gran parte dell'Eurasia settentrionale e del Nordamerica. Pesa tra i 130 ed i
700 kg ed i suoi membri più grossi contendono all'orso polare il titolo di
carnivoro terrestre più grande del mondo.L’ areale dell'orso bruno si è
notevolmente ristretto, con una popolazione totale di circa 200.000 esemplari.
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I Paesi che comprendono la maggior parte del suo areale sono la Russia, gli
Stati Uniti (specialmente l'Alaska) ed il Canada.
Benché facendo riferimento ai dati più recenti ed attendibili si possa
distinguere una sola sottospecie per l'Europa e l'Asia settentrionale, molti
studiosi fanno ancora riferimento, per l'Italia, a due sottospecie distinte: l'orso
bruno europeo (Ursus arctos arctos) e l'orso marsicano (Ursus arctos
marsicanus).In
Abruzzo è presente una popolazione isolata (da alcuni
considerata sottospecie), l'orso bruno marsicano, di cui rimangono solo circa
80-100 esemplari
Pesci elencati nell’Allegato II della Direttiva 92/43/CEE
Salmo
macrostigma
Barbus
plebejus
Trota macrostigma: vive in corsi d’acqua peninsulari
caratterizzati da abbondante vegetazione acquatica,
acqua limpida e moderata corrente con temperatura
estiva vicino ai 20°: Il suo habitat è costituito
prevalentemente da ambienti di risorgiva che originano da
zone carsiche
Barbo comune: vive nei tratti di fiume al limite tra la zona
delle trote e quella dei ciprinidi, in acque limpide e ben
ossigenate a fondo ghiaioso. Il barbo comune è specie
endemica italiana tipica del distretto
ittiogeografico
tosco-laziale di cui molti fiumi abruzzesi fanno parte.
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ALLEGATO IV
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Tav. 3 Valutazione di incidenza ambientale