Tempo di Grazia per lo Spirito Tempo di Grazia per lo Spirito Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 - Euro 0,50 Gli auguri dell’Arcivescovo ai fedeli di Capua per la Pasqua 2015 Occhi che raccontano L’annuncio della Resurrezione vince la morte di ogni uomo “Nel rumore assordante del mondo che desidera stordirsi perché è triste accorgersi del vuoto di esistenze senza senso, una notizia strabiliante e in-credibile attraversa i secoli e proclama ancora di non cercare tra i morti Colui che è risorto. È la bella notizia del cristianesimo. La Risurrezione di Gesù rimuove la pesante pietra dei nostri egoismi e ci fa uscire dalla prigionia del nostro rifiuto di amare. È il dono del Risorto che, come tutti i regali, non ha motivazioni se non quella della gratuità dell’amore. Lo documenta bene l’apostolo Paolo quando scrive ai cristiani di Roma: “A stento si trova chi sia disposto a morire per un giusto; forse ci può essere chi ha il coraggio di morire per una persona dabbene. Ma Dio dimostra il suo amore verso di noi perché, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi“(Rm 5, 7). Esulti il coro degli angeli, esulti l’assemblea celeste, canta il diacono all’apertura della Veglia di Pasqua. Il “Preconio pasquale” o Exultet racconta la strabiliante avventura nella quale l’uomo è coinvolto da Dio Creatore e Salvatore ed ha espressioni paradossali che esprimono lo stupore di fronte all’iniziativa dell’Onnipotente: “Felice colpa che meritò di avere un così grande Redentore!”. Il peccato originale viene chiamato felice colpa. “O immensità del tuo amore per noi! O inestimabile segno di bontà: per riscattare lo schiavo, hai sacrificato il tuo Figlio!”. Dire oggi all’uomo sfiduciato e stanco, che non crede più a nessuno ma sa che l’unica certezza è SOMMARIO PAG. 5 PAG. 8 E 9 La nostra croce: albero della nostra salvezza La festa in onore della Vergine Maria dell’Agnena PAG 11 PAG 13 Corteo Nazionale per la Vita La famiglia Merola avrà una casa 2 Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 OCCHI CHE RACCONTANO Calendario SEGUE DA PAG. 1 la morte: “Gesù è il Signore, Gesù è il Risorto”, significa dirgli: “sappi che la fede in Cristo dà senso alla tua vita, ti libera da te stesso e ti riscatta dall’ultima sconfitta che puoi subire, perché con Lui la morte la vinci e la superi”. Che traspaia dai nostri volti lo splendore del Risorto, che i nostri occhi raccontino lo stupore dell’incontro con Colui che ha vinto la morte, che i compagni di viaggio su questa terra, segnati dalle contraddizioni e talvolta feriti dal male, si accorgano che anche per loro è la liberazione e si lascino contagiare dal bene. Buona Pasqua”. Salvatore, arcivescovo Foto tratte dalla celebrazione della Messa Crismale del 2 Aprile 2015 Incontri con S. E. Mons. Salvatore Visco Nel tempo di Quaresima l’Arcivescovo, Mons. Visco, ha deciso di svolgere degli incontri domenicali con varie realtà Diocesane. Riportiamo di seguito il programma dell’incontro e le componenti del Popolo di Dio suddivise per le diverse domeniche: Atrio Seminario Accoglienza e Presentazione ore 9:45 Sala Baccarini Incontro dialogico con l’Arcivescovo ore 11:00 Spostamento nella Chiesa Cattedrale ore 11:30 Santa Messa -----------II Domenica di Pasqua (Divina Misericordia): Operatori della Carità ore 9:00 Non cerco di convincere d’errore il mio avversario, ma di unirmi a lui in una verità più alta. Jean-Baptiste Henri Lacordaire Se posate la mano su una cosa fresca, presto questa cessa di esserlo; il nuovo è freschezza. Il bisogno di nuovo è bisogno di freschezza. La sola freschezza che non si riscaldi è Dio Jean Cocteau Noi lavoriamo ma il nostro lavoro ci oltrepassa. Benedetto Croce Insegnami la dolcezza ispirandomi la carità, insegnami la disciplina dandomi la pazienza e insegnami la scienza illuminandomi la mente. Sant’Agostino Un lungo viaggio di mille miglia si comincia col muovere un piede. Lao Tze La vita è una grande sorpresa. Non vedo perchè la morte non dovrebbe essere una sorpresa ancora più grande. Vladimir Nabokov La vita di chiunque è abbastanza lunga se la si risparmia. E non è un mediocre vantaggio fare ogni cosa al momento giusto. Erasmo da Rotterdam Il corpo in verità è il vestito dell’anima, che vive nella voce, e perciò è giusto che il corpo attraverso la voce canti con l’anima lodi a Dio Ildegarda di Bingen CHIESA Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 3 Domenica di Pasqua (della Resurrezione del Signore) “E vide e credette” MONACI BENEDETTINI SILVESTRINI Splende, nel primo giorno della settimana, l’alba della nuova umanità redenta da Dio. Gesù di Nazaret, Maestro e Messia, Figlio di Dio, morto in croce, è risorto! Il Padre lo ha liberato dalle catene della morte. Questo evento dal significato ineffabile è il culmine della missione di Gesù Cristo. L’apostolo Pietro ne fa una sintesi pregnante nel discorso ai cittadini di Gerusalemme (I lettura). Dopo la missione di Giovanni Battista, suo precursore, egli ha attraversato le strade di tutta la terra d’Israele liberando coloro che erano sotto il potere del maligno, colpiti nel corpo o nello spirito. E i discepoli sono testimoni di tutto ciò, della violenza dei capi religiosi e dei romani che lo hanno portato a subire immani sofferenze fino alla morte infamante della croce. Ma il terzo giorno fu risuscitato dal Padre, compiendo VINO NUOVO In verità vi dico che io non verrò più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo nel regno di Dio. Mc. 14, 25 Come sa il cielo il volo d’un uccello Il ramo il peso d’una melagrana Ed il mare la rotta d’un veliero So che da te lontano altro non sono Che una maschera priva del suo volto. Perciò ti ho chiesto di restarmi accanto Ma senza il dubbio che non sia per sempre. E tu, forse nel sogno, m’hai risposto: “Oscillando tra impulsi ed indolenze Sii in ogni cambiamento, a te fedele Somigliando all’immagine che dai Del tuo “io” migliore allorché aneli Di stringere la mano di Colui che la lasciò per anni scivolare Carezzevole proprio sul quel legno Sul quale la vedeva già inchiodata Ricevendone in premio il potere Di mutare il suo corpo per noi in cibo E quello dei risorti in luce d’astri” E, somma degnazione, hai poi soggiunto: “A te basti arrivare dove sei Abolendo fra noi ogni distanza E sommando le nostre differenze In tensione d’ascesa verso dove Mentre altre cose ed altri vai dicendo Mi parlano di te le tue parole E anche se taci e solo te che ascolto”. Onore pari a quello che ci attende Nella cena celeste in cui berremo Commensali di Lui quel “vino nuovo” Che è simbolo sublime e fonte viva D’una delizia così intensa e arcana Che neppure c’è dato immaginare. Giuseppe Centore tutte le scritture dei profeti. Questo compimento, però, non fu chiaro ai suoi discepoli, all’inizio. Di fronte al sepolcro vuoto, tutti pensarono a un trafugamento del cadavere di Gesù. C’era paura, stupore, smarrimento. Solo, infatti, lo sguardo di fede del Discepolo prediletto diretto sui teli e sul sudario piegato a parte, comprende il significato della Scrittura. Non bisogna pensare a una durezza di cuore di Pietro ma a una maggiore sensibilità del Discepolo amato, che scaturisce dal suo lasciarsi amare da Gesù: egli fu il più svelto a correre e il primo a credere. A chi crede è concesso il perdono dei peccati, per mezzo del nome di Gesù. Chi in lui è stato battezzato, è stato associato alla sua morte, morendo al peccato e risuscitando alla vita di grazia (II lettura). Così la vita del cristiano è come custodita dal grembo di Dio fino alla manifestazione di Cristo, che lo renderà pienamente partecipe della sua gloria. La resurrezione di Cristo è, per Paolo, invito a tenere fisso lo sguardo alle realtà celesti come meta definitiva della nostra esistenza, a volgere continuamente il pensiero ad esse per non essere schiavi delle cose della terra. CELEBRARE ...CANTANDO a cura di Pietro Santoro Il canto e la Sacra Scrittura La modalità di canto proposta dal libro dell’Esodo, fu assunta per la lode, inevitabilmente, anche dalle prime comunità cristiane. Il canto fu sin dal principio, presso tali comunità, uno nei metodi di maggior pregio per tessere le lodi del Signore. Ne abbiamo chiara testimonianza nella Lettera di Paolo agli Efesini al capitolo 5, versetto 18, Paolo scrive: «Siate ripieni di Spirito Santo recitando tra voi salmi e inni e canti spirituali» e ancora, quando scrive ai cristiani di Corinto dice: «Quando vi adunate alcuni tra voi cantano il salmo»(1 Cor 14,26). Questa linearità nella dimensione orante della Chiesa con il popolo di Israele è tangibile non solo nel canto in quanto tale, ma anche negli stessi strumenti: «Il salterio diviene in per se stesso il libro di preghiera della Chiesa in cammino, che proprio in questo modo è divenuta una Chiesa che prega con il canto»1. Questa continuità modale ha un’unica sorgente, sia nel popolo di Israele, sia nella Chiesa: gli strumenti, la voce, la musica, il canto, superano la valenza comunicativa della semplice parola. Essi oltrepassano il timpano, restano nelle mente, per poi scendere nel cuore di chi ascolta e di chi la canta: la musica è il linguaggio che solo l’amore decodifica. La storia di Israele, altro non è che una storia di amore, un amore per il quale Dio «ha mandato il Figlio» (Gv 3, 15). Continuando a leggere i Vangeli con questa chiave ermeneutica, ci balzerà subito agli occhi la pericope di Marco 2, cui Gesù, parlando del digiuno, si autoqualifica come «lo Sposo». E la sposa? Chi è? La dimensione del banchetto nuziale è cardine del Libro che chiude le Scritture: l’Apocalisse. «Il canto del servo di Dio Mosè, (…) ora diventa il canto dell’Agnello»2, tutto il popolo di Dio, la «sposa adorna», canta l’inno di vittoria dell’amore al suo «Sposo». 1 Ib. Ib.133. 2 4 CHIESA Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 Pasqua 2015 La Risurrezione come narrazione dell’Amore trinitario DON AGOSTINO PORRECA Il mistero pasquale è il centro dell’economia della salvezza. La risurrezione di Cristo è l’evento straordinario, originale, irripetibile, unico nella storia umana. È il dato centrale del cristianesimo e della testimonianza cristiana, dall’inizio e sino alla fine dei tempi. E’ la fonte e la sintesi di tutta la predicazione cristiana e della speranza cristiana; conferisce senso a tutta la liturgia, alle nostre Eucaristie, fonte e culmine di tutta la vita della Chiesa. Domenica delle Palme L’umiltà è lo stile di Dio DON AGOSTINO PORRECA Nell’Omelia della Celebrazione della Domenica delle Palme e della Passione del Signore, il Santo Padre ha posto l’attenzione sull’espressione presente nell’inno della Lettera ai Filippesi: «Umiliò sé stesso» (2,8). «Questa parola ci svela lo stile di Dio e, di conseguenza, quello che deve essere del cristiano: l’umiltà. Uno stile che non finirà mai di sorprenderci e di metterci in crisi: a un Dio umile non ci si abitua mai!». Umiliarsi - ha sottolineato il Papa- è prima di tutto lo stile di Dio: Dio si umilia per camminare con il suo popolo, per sopportare le sue infedeltà. Francesco ci invita a vivere la Settimana Santa come cammino sulla strada dell’umiliazione di Gesù. E solo così sarà “santa” anche per noi! «Sentiremo il disprezzo dei capi del suo popolo e i loro inganni per farlo cadere. Assisteremo al tradimento di Giuda, uno dei Dodici, che lo venderà per trenta denari. Vedremo il Signore arrestato e portato via come un malfattore; abbandonato dai discepoli; trascinato davanti al sinedrio, condannato a morte, percosso e oltraggiato. Sentiremo che Pietro, la “roccia” dei discepoli, lo rinnegherà per tre volte. Sentiremo le urla della folla, sobillata dai capi, che chiede libero Barabba, e Lui crocifisso. Lo vedremo schernito dai soldati, coperto con un mantello di porpora, coronato di spine. E poi, lungo la via dolorosa e sotto la croce, sentiremo gli insulti della gente e dei capi, che deridono il suo essere Re e Figlio di Dio». Questa è la via di Dio, la via dell’umiltà. E’ la strada di Gesù, non ce n’è un’altra. E non esiste umiltà senza umiliazione. La strada contraria all’umiltà e alla spoliazione è quella della mondanità. La mondanità ci offre la via della vanità, dell’orgoglio, del potere, del successo. La Settimana Santa è l’occasione per metterci decisamente sulla strada dell’umiltà e del nascondimento, con tanto amore per Lui, il nostro Signore e Salvatore. Sarà l’amore a guidarci e a darci forza. E dove è Lui, saremo anche noi (cfr Gv 12,26). La Pasqua è la festa principale, più importante di tutto l’anno, “il fondamento e il nucleo di tutto l’anno liturgico” (Sacrosanctum Concilium, 106). La risurrezione di Cristo è l’atto di infinita tenerezza e misericordia con cui il Padre, dopo l’immane sofferenza della Passione, ridesta, mediante lo Spirito Santo, il Figlio suo da morte e lo costituisce Signore. E’ un atto trinitario. La risurrezione di Gesù è storia trinitaria, è un nuovo inizio del mondo, i cui protagonisti sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, datore di vita. È anzitutto storia del Padre. La testimonianza ampia dei testi afferma che Cristo è stato resuscitato. L’iniziativa è di Dio, il Padre: «Dio lo ha resuscitato» (At 2,24; la formula ritorna continuamente negli Atti). La risurrezione è un’azione potente di Dio, “Padre della gloria”, che mostra in essa “la straordinaria grandezza della sua potenza”, “l’efficacia della sua forza” (Ef 1,19). In essa il Padre fa storia, perché prende posizione sul Crocifisso dichiarandolo Signore e Cristo: «Dio ha costituito Signore e Cristo quel Gesù che voi avete crocifisso» (At 2,36). La risurrezione – afferma il teologo B. Forte – è il grande “sì” che il Dio della vita dice sul Figlio suo e in lui su di noi, prigionieri della morte: perciò essa è il tema dell’annuncio e il fondamento della fede, capace di dare senso e speranza alle nostre opere e ai giorni: «Se Cristo non è resuscitato, allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la nostra fede» (1 Cor15,14). La risurrezione è storia del Figlio: è ampiamente attestata la tradizione che afferma: “Cristo è risorto”. Cristo risorge, prendendo attivamente posizione rispetto alla sua storia e a quella degli uomini per i quali si è offerto alla morte. «Pasqua è storia del Figlio e, proprio per questo, è anche storia nostra, perché per noi il Risorto ha vinto la morte e ha dato la vita» (B. Forte). La risurrezione è infine storia dello Spirito: è nella sua forza che Cristo è stato resuscitato. Lo Spirito è anzitutto colui che è donato dal Padre al Figlio perché l’Umiliato venga esaltato, e il Crocifisso viva la vita nuova del Risorto: ed insieme è colui che il Signore Gesù dona secondo la promessa. La risurrezione di Gesù da morte è evento della storia trinitaria del Dio. Nella risurrezione la Trinità si presenta nell’unità del duplice movimento dal Padre nello Spirito al Figlio, e dal Padre per il Figlio nello Spirito agli uomini, nell’unità cioè della risurrezione di Cristo e della nostra vita nuova in Lui: l’evento pasquale rivela l’unità della Trinità aperta a noi nell’amore, e perciò è offerta di salvezza nella partecipazione alla vita del Padre, del Figlio e dello Spirito. La risurrezione è, dunque, l’evento del Padre che, mediante lo Spirito Santo, risuscita Gesù da morte e lo costituisce Signore e Cristo, aprendo all’uomo la possibilità di partecipare alla vita di comunione di Dio Amore. CHIESA Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 5 La nostra croce: albero della nostra salvezza Riflessioni sull’omelia di Mons. Visco della Domenica delle Palme ASSUNTA MEROLA Con l’Eucaristia della Domenica delle Palme, l’Arcivescovo, monsignor Salvatore Visco, ha dato inizio, in Cattedrale, alle celebrazioni della Settimana Santa, che culmineranno nella Pasqua di Resurrezione, centro e cuore della fede cristiana. La solenne celebrazione ha avuto inizio nella Chiesa dell’Annunziata, gremita di fedeli. Insieme all’Arcivescovo hanno concelebrato monsignor Giuseppe Centore e don Gianni Branco, parroco di Parrocchie Capua Centro, mentre il servizio liturgico è stato assicurato dai seminaristi diocesani. Tra i tanti fedeli presenti gli scout, i bambini del catechismo accompagnati dai genitori e dalle catechiste e i fratelli del Cammino Neocatecumenale della parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo. La liturgia è stata caratterizzata dalla consegna delle palme da parte dell’Arcivescovo ai circa cinquanta fratelli della prima Comunità Neocatecumenale di Capua. Tre anni fa, nell’itinerario di formazione cristiana, la Chiesa aveva consegnato a questi fratelli il Credo (Traditio Symboli), compendio della Scrittura e della Fede, inviandoli a predicarlo, a due a due, per le case della parrocchia. Nel corso di questi anni essi hanno approfondito e celebrato, articolo per articolo, il Simbolo apostolico e quest’anno, durante il tempo di Quaresima, lo hanno restituito alla Chiesa (Redditio Symboli), confessando pubblicamente la loro fede. Dopo il rito della consegna delle palme la processione si è snodata lungo il Corso Appio per dirigersi verso la Cattedrale. Momento bello e significativo con cui fin dall’antichità la Chiesa commemora l’ingresso trionfale, festoso e doloroso, del Signore a Gerusalemme, prima della Sua Passione. Il Vangelo proposto nella Domenica delle Palme, racconta proprio questo evento e il suo significato profondo, riconoscere nel Cristo il Messia atteso, il Sal- vatore, il Figlio di Dio e Figlio dell’uomo. Ciò è espresso bene nelle parole del canto: “Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!” La parola ebraica “Osanna” significa, letteralmente, “aiutaci, salvaci”. La folla, allora, con questo canto invoca salvezza e vittoria da Dio. Allora la palma, il ramo di ulivo non è un talismano, né un portafortuna, né un oggetto scaramantico. Scambiarsi un ramo d’ulivo non può essere un gesto banale o solo ispirato a devozione, specialmente in questi nostri tempi così significativi per noi cristiani e per la nostra fede. Noi non seguiamo un vincitore, un trionfatore umano, ma neppure un vinto. Seguiamo uno che è risorto dalla morte, perché si è consegnato volontariamente alla morte. Il grido: “Crocifiggilo! Crocifiggilo!”, risuona ancora oggi, come forse mai prima nella storia della Chiesa, contro tanti cristiani, spesso anche dimenticati! È l’ora delle tenebre. Sembra l’ora della vittoria del male, l’ora in cui Dio stesso pare aver dimenticato la sua creatura, l’ora senza speranza alcuna. Ma Dio c’è. Quell’uomo che muore su quei due pezzi di legno è Dio. Dio è lì, sulla croce stessa. Grida all’uomo che non crede, a me e a te: “Ecco come ama Dio!”. “Ecco fino a che punto ama Dio!”. Facciamo nostro questo insegnamento che dà senso e significato alla nostra esistenza. Così ci suggerisce il nostro Arcivescovo, monsignor Salvatore Visco, nell’omelia. Forse è il caso di chiedersi come abbiamo vissuto questo tempo di Quaresima. Cosa ci chiede il Signore? Siamo pronti a perdere qualcosa per Lui? Siamo consapevoli del fatto che solo per amore Gesù è salito sulla croce spalancando per le noi le porte del Paradiso? Siamo consapevoli di essere annunciatori, testimoni e portatori di una speranza che non delude, di una verità che ci supera e ci trascende? Siamo consapevoli del fatto che nel tenere in mano la palma della vittoria confermiamo il proposito di voler camminare con Lui nella vita, quando si è colpiti dal dolore, nella morte con la fede nella risurrezione. Mettiamola bene in vista nella nostra casa e ogni tanto buttiamoci l’occhio per domandarci: oggi, in questa situazione sto seguendo e amando Gesù? Cero, a volte vorremmo dire a Gesù: Signore, il tuo giogo non è per niente leggero, anzi tremendamente pesante. Ma guardando poi a Lui che ha portato tutto , che su di sé ha assunto tutta la nostra debolezza, la nostra ignoranza, la nostra fragilità, le nostre passioni, il dolore, tutto il buio, allora questi nostri lamenti si perdono e la croce, la nostra croce diviene per noi l’albero della nostra salvezza. VERSO FIRENZE 2015 IN GESÙ CRISTO IL NUOVO UMANESIMO a cura di don Agostino Porreca Un uomo solo prodotto? «Perdere i legami che ci costituiscono porta a concepire l’uomo come una costruzione indeterminata, affidata esclusivamente alle proprie mani, alle leggi del sistema o alla tecnica. Più timore, però, si ha del futuro, più incerto si fa l’orizzonte, più spasmodica diviene la ricerca di punti di appoggio artificiali, quali garanzie che riducano i rischi del vivere. Si oscilla tra l’inseguire le possibilità aperte dinanzi all’individuo, senza precludersene alcuna, e la rigida definizione di un programma di vita. In ogni caso, si rischia di rimanere centrati su se stessi mentre viene a mancare, o si fa fatica a collocare, l’altro: l’altro con cui ci incontriamo e ci scontriamo, l’altro che costituisce un limite al nostro io, l’altro con le sue esigenze a volte irritanti o il suo interpellarci col volto contratto in un muto grido, come nella famosa opera pittorica di Edvard Munch. La difficoltà a riconoscere il volto dell’altro causa il dissolversi del nostro stesso volto perché solo nella relazione e nel reciproco riconoscimento prendono forma i volti. Il volto è il modo in cui l’altro mi si manifesta e in cui io mi manifesto all’altro: «il Vangelo ci invita sempre a correre il rischio dell’incontro con il volto dell’altro, con la sua presenza fisica che interpella, col suo dolore e le sue richieste, con la sua gioia contagiosa in un costante corpo a corpo» (Evangelii gaudium 88). Se perdiamo la capacità di correre questo rischio, difficilmente comprendiamo che cosa significhi essere umani» (dalla Traccia). 6 CHIESA Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 FORANIA S. MARIA C.V. – VIA CRUCIS ALL’ANFITEATRO Ci ha amati fino a morire! TERESA PERILLO Tra le iniziative promosse dalla Forania di Santa Maria C.V. per il tempo liturgico della Santa Pasqua, venerdì 27 marzo si è svolta la tradizionale “Via Crucis” nei pressi dell’antico Anfiteatro campano. La macchina organizzativa dell’evento ha richiesto una stretta cooperazione tra parrocchie e realtà scout del territorio sammaritano, sotto il coordinamento di una commissione tecnica che si è occupata della programmazione della manifestazione in tutte le sue sfaccettature. La delicata fase preparatoria è stata però definita soltanto nella riunione tenutasi lunedì 16 marzo presso il salone parrocchiale della chiesa di San Pietro Apostolo, sotto la sapiente guida di Padre Clemente Basilicata e don Agostino Porreca. Al centro della Via Crucis ci sono state riflessioni-testimonianze della vita familiare; infatti, genitori, giovani sposi, mariti, mogli e figli, a turno, hanno preso la parola per fare un tratto di strada al fianco di Gesù lungo il cammino che porta al Calvario e, nel medesimo tempo, hanno riflettuto su se stessi e sul ruolo che rivestono all’interno del focolare domestico. L’intenso momento della Passione e della morte di Nostro Signore Gesù Cristo è quanto mai attuale, visto che lo si vive quotidianamente ogni qual volta si condanna ingiustamente l’altro, quando si compiangono le proprie miserie senza confidare nella prospettiva di un cambiamento e ancora, quando si umilia un innocente e lo si sottopone ad ogni tipo di privazione della sua dignità fino a togliergli la cosa più sacra che possiede: la vita! La stazione incipitaria, per capirci quella che introduce alla contemplazione dell’iniqua condanna a morte nei confronti di Gesù, ci mostra in trasparenza i limiti umani; il peso della croce si trasfigura nell’impegno costante verso i propri simili; la prima caduta di Gesù simboleggia la sofferenza; l’incontro con la madre, l’incomprensione nei confronti della sorte ingiusta toccata al Figlio; il personaggio del Cireneo, la mancanza e/o la perdita della fede; la Veronica, l’aiuto reciproco; la seconda caduta di Gesù, le prove e i momenti di crisi; le donne afflitte dal pianto, la vicinanza; la terza caduta di Gesù, l’umiltà e l’ubbidienza; la spoliazione delle vesti fa risaltare la forza del perdono; la crocifissione santifica il dolore e lo trasforma nella luce della conversione; la morte chiama a sé il silenzio; la deposizione di Gesù dalla croce rappresenta il legame affettivo che perdura oltre la morte; il sepolcro chiuso pone in causa la scelta tra il bene e il male ed infine, la resurrezione fa gioire il cuore che si mette alla ricerca di Dio. Nell’approssimarsi della Settimana Santa questo momento di sentito raccoglimento e di fervida preghiera si è concluso con l’intervento dell’Arcivescovo Salvatore Visco che, prima di congedare i numerosi fedeli accorsi, ha impartito la solenne benedizione sugli astanti. ATTUALITA’ Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 7 Parte l’Ancestors Tour Sulle tracce delle proprie origini L’idea di un campano diventa occasione di sviluppo turistico ORSOLA TREPPICCIONE Tra la fine dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento (periodo storicamente denominato della grande emigrazione) furono molti i nostri corregionali a partire in cerca di fortuna. Alcuni scelsero paesi europei come la Francia, l’Austria, la Germania o la Svizzera. Altri scelsero la meta più ambita, l’America; sbarcando in Argentina e Brasile se diretti verso il sud, approdando al Castle Garden Immigration Depot di Manhattan o ad Ellis Island (isolotto alla foce del fiume Hudson) se diretti negli Stati Uniti, al nord. Per migliaia di coloro che decisero di andare nelle Americhe, l’emigrazione divenne una scelta definitiva: pur soffrendo di nostalgia pe la madrepatria, “afferrarono” le opportunità offerte dal Nuovo Mondo. Nostalgia che si rivelava nei racconti fatti ai nipoti, quei tanti italoamericani che sognano di visitare i paesi di provenienza dei loro avi. Nasce con l’intenzione di assecondare questo desiderio l’Ancestors Tour-“In cammino con gli antenati”, idea di Michele Cartusciello fondatore del “Museo del Cognome” con sede a Padula, Salerno. Proposto a Salt Lake City, Utah (Usa), al RootsTech, la più grande manifestazione a carattere genealogico del mondo, “il progetto vuole intercettare i discendenti di quelle famiglie partite per le Americhe e riportarli in Italia per poter ricostruire i tasselli mancanti della propria Storia di famiglia”, ha detto Cartusciello. Occasione anche di sviluppo turistico e “una risorsa economica per quei piccoli borghi del Sud da cui sono partiti molti nostri conterranei, poco conosciuti sul mercato turistico estero”. Nei tre giorni del RootsTech, lo stand del Museo, unica realtà italiana presente alla manifestazione, è stato visitato da centinaia di persone “originarie di Napoli, del Sannio, dell’Irpinia, soprattutto del Cilento”. A loro è stato proposto un vero e proprio pacchetto viaggio, con tanto di programma ed esperto genealogista che aiuterà nelle ricerche, che darà “la possibilità di fare un tuffo nel passato alla scoperta delle origini della propria famiglia, e perché no, anche di quelle tradizioni tipiche di un tempo”. Così, le nuove generazioni potranno visitare i luoghi dove gli antenati sono nati e vissuti, con l’opportunità di conoscere usi, costumi e piatti tradizionali del passato; ricostruire l’albero genealogico; incontrare eventuali parenti o persone aventi lo stesso cognome”. Al di là dell’Ancestors Tour, il Museo del Cognome è una piacevole scoperta, considerato che non esiste un altro museo di questo tipo in tutto il mondo. Nato per passione della genealogia, non ha velleità di ricerca scientifica, ma “carattere didattico”. Infatti, al visitatore si spiega come “muoversi per fare una ricerca sulla propria famiglia e quali strumenti adottare”. Non dimenticando un percorso didattico ideato per i più piccoli: “il bambino si diverte a fare il detective e si appassiona, per questo cerco di spiegare loro la genealogia con slides a fumetti e video”. Informazioni: ORSOLA TREPPICCIONE In questi giorni, le nostre case si sono riempite degli odori e sapori della cucina pasquale; tutti piatti della tradizione che, nel giorno di festa, “vestono” le nostre tavole. Ed è la rivalutazione della tradizione in cucina la molla dell’AgriCatering, iniziativa della Associazione Donne in Campo, imprenditrici agricole della Cia (Confederazione italiana agricoltori), nata per “scoprire e rilanciare le antiche ricette dei territori rurali”. Quelle, per intenderci, delle nostre nonne, zie e mamme che in alcune case vengono custodite gelosamente e continuano ad essere preparare mentre in altre se ne è persa memoria. Presentato il mese scorso, il progetto propone, a chi lo desidera, un catering di qualità che non copia i piatti dei grandi chef o riduce il tutto alle “solite” Iniziativa della Associazione Donne in Campo-Cia Agricareting, la tradizione è servita L’imprenditoria agricola femminile fiorisce a tavola tartine e brioche salate, ma “da un lato, valorizza i prodotti locali e di stagione, soprattutto quelli dimenticati o a rischio, e le ricette antiche, con una funzione educativa e culturale; dall’altro, combatte la crisi creando una nuova forma di integrazione al reddito agricolo” come sottolineato dai presidenti Mara Longhin (Donne in Campo) e Dino Scanavino (Cia) durante la conferenza di presentazione. L’offerta è a «filiera corta»: tutto quello che viene cucinato passa direttamente dai campi al rinfresco, dal produttore al consumatore. Insomma, prodotti ai più alti standard qualitativi, garantiti dall’agricoltore stesso che li ha coltivati, ha chiosato Scanavino. Dopo la speri- mentazione in Toscana e Basilicata, ora si punta a coinvolgere quante più Donne in Campo è possibile attraverso le associazioni territoriali presenti su tutto il territorio italiano; una “una vera e propria rete nazionale” che unisca il Nord e il Sud valorizzando “la passione e la capacità creativa delle donne dell’agricoltura”, come sottolineato da Mara Longhin. E per fare questo, le imprenditrici agricole della Cia si sono già dotate di un regolamento ben preciso, un marchio “ad hoc” e un rigido disciplinare. Per cui “i prodotti agricoli impiegati nell’attività di AgriCatering devono provenire prevalentemente dall’impresa dal territorio in un cui essa opera”; le ricette proposte de- vono essere “del territorio di riferimento, offrendo in particolare quelle legate alle culture rurali e alla biodiversità locale” specificando “la provenienza dei prodotti, i tipi di produzione, la stagionalità degli alimenti e i requisiti del servizio (cottura forno a legna ecc.)”; non dimenticando di illustrare “il risparmio energetico e di combustibili fossili dovuti alle minori distanze e alla stagionalità dei prodotti”. Gli adetti ai lavori hanno calcolato che “proiettata su scala nazionale è un’operazione che rivela un potenziale da 150 milioni di euro l’anno”. Non male per delle ricette e sapori contadini che “si portano dietro la nostra storia” spesso, dalle persone, soprattutto i giovani, “forse nemmeno mai conosciuti”. Per informazioni: www.donneincampo.it. 8 VITULAZIO Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 La festa in onore della Vergine Maria dell’Agne “Grandi cose ha fatto p DOMENICO CUCCARI Ci siamo. La domenica della Resurrezione di Cristo (auguri a tutti) evoca a Vitulazio la Domenica in Albis, che un poco – non sembri irriverente - offusca la stessa S. Pasqua. Ma qui regna nel cuore di tutti un’antica e sempre viva tradizione. E’ il giorno in cui l’immagine della Vergine dell’Agnena percorrerà, portata dagli accollatori che si alternano, le strade del paese per un’intera giornata. E tutta la comunità ne resta coinvolta, è la festa che richiama anche chi è andato a vivere altrove. Un paese che in qualche modo si ritrova e si stringe intorno alla Madonna. In questi momenti di gioia riaffiorano antichi e cari ricordi dei familiari che non ci sono più e che si commuovevano sino alle lacrime quando la sacra e venerata statua si fermava davanti casa o sotto il balcone. E’ la festa dei grandi sentimenti e del profondo significato religioso. “Grandi cose ha fatto il Signore per Maria”, ha scritto don Pasquale nel messaggio vergato per la festa di quest’anno, “ guardando «all’umiltà della sua serva», preservandola dal peccato e glorificandola con l’assunzione al cielo. Ella, dun- que, è l’immagine di ciò che saremo, se, imitando la sua vita che è stata un pellegrinaggio nella fede, ci sforzeremo in ogni modo affinché avvenga di noi secondo la volontà di Dio”. Perciò bisogna vivere i festeggiamenti cristianamente: “Maria è icona della Chiesa. Dobbiamo nutrire per la Chiesa lo stesso amore che abbiamo per Maria perché per analogia la Chiesa è nostra madre, e come tale, ci educa alla fede, alla giustizia e alla carità”, ha rammentato Don Pasquale. E, a sua volta, Mons. Pietro Lagnese (che celebrerà la S. Messa di ringraziamento dell’“ottava”), nel salutare e ricordare la comunità, ha voluto sottolineare la tenerezza di Maria, quella tenerezza propria di una madre: “Come il Figlio suo Gesù, Maria è donna dal cuore pronto e generoso! Proprio di Lei, San Luca dice nel suo Vangelo che conservava tutto nel suo cuore! (cfr 2,14). Ella è Donna premurosa, mai superficiale, sempre desiderosa di vivere relazioni, incontri e situazioni ponendo il massimo dell’attenzione, sapendo che ogni incontro è un avvenimento e che ogni esperienza ha in sé qualcosa di straordinario! D’altronde questa attenzione è propria delle mamme! Sanno riconoscere i figli prima ancora che varchino l’uscio della casa e basta uno sguardo per… capire! Le mamme sono così! Con i figli non conoscono cosa sia la distrazione!”. In questa ottica, allora, bisogna vivere i festeggiamenti che anche quest’anno il Presidente delegato del Comitato feste, Pasquale Cioppa, con tutti i suoi validi collaboratori, ha saputo ben organizzare. C’è un nutrito programma di eventi che si terranno durante tutta la settimana. Ogni anno il Presidente presenta una novità, una sorta di fiore all’occhiello, per caratterizzare il fitto calendario delle manifestazioni. La chicca del 2015 è senz’altro la possibilità di vedere all’opera, lunedì 13 aprile alle h. 15, per la prima volta a Vitulazio, i Maestri della Pittura di strada, dell’Associazione Culturale “Scuola Napoletana dei Madonnari” (NA), che mostreranno la loro abilità, interpretando, con i loro colori, i momenti salienti dei festeggiamenti dedicati alla nostra Protettrice. Inoltre, ci sarà un interessante Convegno di Studi nell’ Auditorium “Giovanni Paolo II” del Centro Parrocchiale: “Le richieste di Intercessione - Dal culto di Mitra all’invocazione dei Santi” in col- laborazione con la Casa Editrice Piccola Editalia di Vitulazio. Due, ed entrambi rilevanti, sono gli immancabili appuntamenti musicali con il complesso “ Zero Assoluto” ed il noto cantautore Ron. Sarà bello anche rivedere don Paolo Dello Stritto, viceparroco di qualche tempo fa, chiamato a celebrare la S. Messa dell’ultimo giorno del triduo. A tutti buona festa. Programma dei festeggiamenti dal 6 al 19 APRILE 2015 LUNEDì IN ALBIS 6 APRILE Ore 10.30: Agli ingressi principali del centro abitato saranno solennemente collocati i “Quadri” raffiguranti la Vergine Santissima dell’Agnena. MERCOLEDì IN ALBIS 8 APRILE Ore 18.30: S. Messa. Al termine il simulacro della Beata Vergine Maria dell’Agnena sarà collocato su un artistico trono. GIOVEDì IN ALBIS 9 APRILE Ore 10.00: In località Agnena, nella storica cappella dedicata alla nostra Amatissima Protettrice, il nostro Amministratore Parrocchiale M. Rev. don Pasquale Violante, celebrerà una Santa Messa Solenne. Ore 12.00: Un nutrito lancio di granate e il suono festoso delle campane annunceranno l’apertura dei festeggiamenti. Ore 18.30: Inizio del Triduo Solenne, con la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal M. Rev. Mons. Pietro Piccirillo, già Amministratore Diocesano. Al termine lancio di bombe carta. VENERDì IN ALBIS 10 APRILE Ore 18.30: Seconda sera del Triduo Solenne con la celebrazione della Santa Messa, presieduta dal M. Rev. Mons. Giuseppe Centore, Canonico Teologo del Rev.mo Capitolo Cattedrale. Al termine lancio di bombe carta. SABATO IN ALBIS 11 APRILE Ore 08.00: Spettacolo pirotecnico a cura della ditta “Pietro Siciliano” da Vitulazio e suono festoso delle campane. Ore 08.30: Il Gran Concerto Bandistico “Città di Francavilla Fontana” (BR) girerà per le vie del paese, allietandoci con notissime marce. Ore 11.00: Il suddetto Gran Concerto Bandistico eseguirà, in Piazza Riccardo II, scelti brani di musica classica. Ore 18.00: Giro, per le vie principali del centro abitato, da parte del Gran Concerto Bandistico. Ore 18.30: Ultima sera del Tri- duo Solenne con la celebrazione della Santa Messa della II domenica di Pasqua e della Divina Misericordia, presieduta dal M. Rev. don Paolo Dello Stritto, parroco del Duomo di S. Michele Arcangelo in Marcianise. I canti saranno eseguiti dai “Cori Riuniti” della nostra parrocchia, diretti dal M° Raffaele Russo, nostro concittadino. Seguirà la tradizionale lettura delle offerte, pervenute dall’estero e dall’interno nonché quella dell’Associazione Carristi “S. Maria dell’Agnena”, con i relativi aderenti. Ore 20.00: La Sacra Immagine della Vergine Santissima dell’Agnena, sarà solennemente collocata su di un artistico carro VITULAZIO Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 9 ena con la presenza della Scuola dei Madonnari per me l’Onnipotente” allestito dalla ditta “F.lli D’Errico”, da Grumo Nevano (Na). Successivamente, presso il Centro Parrocchiale, la ditta “Pierluigi Siciliano” da Vitulazio, eseguirà uno spettacolo pirotecnico multicolore. Al termine, come è ormai consuetudine, il Comitato insieme alle Autorità Religiose,Civili, Militari e ai Fedeli, accompagnati dal Gran Concerto Bandistico “Città di Francavilla Fontana” (BR), si porterà in Piazza Riccardo II, dove sarà accesa l’artistica illuminazione in una particolare atmosfera di luci, suoni, fuochi e sarà dispiegata la gigantografia della Vergine Santissima dell’Agnena. Ore 21.30: Il summenzionato Gran Concerto Bandistico, valentemente diretto dal M° Prof. Ermir Krantja, eseguirà uno scelto programma di musica operistica. spari di artistiche batterie a devozione dei cittadini in esse residenti. Fuochi particolarmente spettacolari saranno offerti dagli Artigiani e Commercianti in Piazza Vitulatini nel Mondo (Area Mercato), organizzati dall’Associazione “Vitula Focus”. Ore 10/19: Chiesa Parrocchiale, celebrazione della S. Messa. All’arrivo della Madonna nel Centro Parrocchiale, dopo un momento di raccoglimento ai piedi della Croce del III Millennio, il M° Raffaele Russo, accompagnato dai “Cori Riuniti” della parrocchia, intonerà l’ “Ave Maria” di Shubert e l’ “Ave Madonna Santa”. Al termine, prima del rientro della Vergine Santissima in chiesa, la ditta “Nuova Pirotecnica Padre Pio” di Presutto e Florio, da San Severo (FG), eseguirà uno spettacolo piromusicale. DOMENICA IN ALBIS 12 APRILE L’Alba del GIORNO TANTO ATTESO sarà salutata da uno spettacolo pirotecnico a cura dalla ditta “Pierluigi Siciliano” da Vitulazio e dal suono festoso delle campane. Ore 06.30: Santa Messa Solenne. Ore 08.00: Un particolare omaggio alla Vergine Santissima dell’Agnena accompagnerà l’uscita della Sacra Immagine sul piazzale antistante la chiesa. Seguirà un grandioso spettacolo pirotecnico, eseguito dalla premiata ditta “Pirotecnica PAOLELLI” da Tagliacozzo (AQ). Al termine avrà inizio la solenne processione con la Miracolosa Immagine della “Nostra Cara Mamma Bella” che, portata a spalle dall’Associazione Carristi “S. Maria dell’Agnena”, attraverserà tutte le vie cittadine. Si alterneranno, durante il percorso, il Gran Concerto Bandistico “Città di Francavilla Fontana” (BR), il Concerto Bandistico “Amedeus” da Bracigliano (SA) ed il Concerto Bandistico “Città di Triflisco Terme - G. Verdi” (CE). Nelle strade attraversate dalla processione, si terranno LUNEDì 13 APRILE Ore 07.30: Lancio di bombe carta. Ore 08.30: Giro per le vie del centro abitato del Premiato Gran Concerto Bandistico “Città di Gioia del Colle” (BA) e dello Storico Gran Concerto Bandistico “F. Fenaroli - Città di Lanciano” (CH). Ore 10.30: I suddetti Gran Concerti Bandistici eseguiranno, in Piazza Riccardo II, scelti brani di musica classica. Ore 15.00: Per la prima volta a Vitulazio, i Maestri della Pittura su Strada, dell’Associazione Culturale “Scuola Napoletana dei Madonnari” (NA), mostreranno la loro abilità, interpretando, con i loro colori, i momenti salienti dei festeggiamenti dedicati alla nostra Protettrice. Ore 18.00: Giro per le vie principali del centro abitato, da parte dei due Gran Concerti Bandistici. Ore 18.30: Nella chiesa parrocchiale, Santa Messa Pontificale, presieduta da S. E. Rev.ma Mons. Salvatore Visco, Arcivescovo di Capua. I canti, che accompagneranno la liturgia, saranno eseguiti da arti- sti provenienti da diverse istituzioni musicali campane e dai Cori riuniti della nostra parrocchia, diretti dal nostro concittadino M° Raffaele Russo. Saranno, altresì, intonati antichi inni in onore della Beata Vergine e l’antica “Ave Maria” del M° Cimmaruta (detta delle campane). Al termine, lancio di granate. Ore 20.30: Il Premiato Gran Concerto Bandistico “Città di Gioia del Colle”, diretto dal M° Prof. Giuseppe Carbonara e lo Storico Gran Concerto Bandistico “Città di Lanciano”, diretto dal M° Prof. Michele Milone, si alterneranno in Piazza Riccardo II, eseguendo scelti brani di musica classica e sinfonica. GIOVEDì 16 APRILE Ore 19.30: Nell’ Auditorium “Giovanni Paolo II” del Centro Parrocchiale, Convegno di Studi: “Le richieste di Intercessione Dal culto di Mitra all’invocazione dei Santi”, in collaborazione con la Casa Editrice Piccola Editalia di Vitulazio. Durante il Convegno, distribuzione dell’opuscolo sulle richieste di intercessione alla Vergine Santissima dell’Agnena tratte dal Libro “Di cinque antichissime chiese dell’Archidiocesi di Capua Cenni Cronostorici” di Alfonso Cantone, rettore curato della Chiesa di Vitulazio, del 1906. Seguirà la Mostra Iconografica di S. Maria dell’Agnena e di alcuni “programmi antichi della Festa”. VENERDì 17 APRILE Ore 18.30: Santa Messa con il rito dell’unzione degli infermi e atto di affidamento a “Maria Salus Infirmorum” per tutti i malati della parrocchia. Seguirà un’agape fraterna. Ore 21.00: In Piazza Riccardo II, serata musicale con il noto Gruppo di Canti Popolari “SPAKKA NEAPOLIS 55”. Ore 22.30: In Piazza Vitulatini nel Mondo (Area Mercato), “ZERO ASSOLUTO” in Concerto. SABATO 18 APRILE Ore 08.00: Lancio di bombe carta. Ore 19.00: Gara Podistica “1° Trofeo S. Maria dell’Agnena” in collaborazione con l’Associazione Sportiva Dilettantistica “Vitulazio Running Team”. Al termine, in Piazza Riccardo II Premiazione dei vincitori. Ore 22.00: In Piazza Vitulatini nel Mondo (Area Mercato), il noto cantautore RON in Concerto. DOMENICA 19 APRILE - OTTAVA Ore 08.15: Lancio di granate e suono festoso delle campane. Ore 08.30: Giro per le vie del centro abitato, da parte del Concerto Bandistico “Città di Triflisco Terme - G. Verdi”. Ore 11.00: Il suddetto Concerto Bandistico, diretto dal M° Giovanni Aiezza, eseguirà, in Piazza Riccardo II, alcune marce sinfoniche. Ore 16.30: Inizio della ormai tradizionale “Maratona delle Batterie”, che interesserà alcune strade del centro abitato, organizzata dall’Associazione Fuochi Pirotecnici “Vitula Focus”, alla quale va il nostro più vivo ringraziamento per l’impegno profuso. Ore 18.00: In Viale degli Ulivi, grandioso spettacolo pirotecnico diurno eseguito dalla ditta “Fireworks Events di Luigi Di Matteo” da Sant’Antimo (NA) Ore 18.30: Il suddetto Concerto Bandistico girerà per le vie cittadine. Ore 19.00: S. Messa di Ringraziamento, presieduta da S.E. Rev.ma Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Ischia e nostro concittadino. Al termine, spettacolo pirotecnico a cura della ditta “Pietro Siciliano” da Vitulazio. Ore 21.00: In Piazza Riccardo II, estrazione della lotteria “Aspettiamo insieme la festa”. Al termine sarà ripetuta l’accensione dell’artistica illuminazione con suoni e fuochi. Ore 22.00: In Località Iardino, a chiusura dei festeggiamenti, grandioso spettacolo pirotecnico a colori, a cura della ditta “Giacomo Del Vicario” da San Severo (FG). 10 VITA CONSACRATA Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 L’augurio pasquale della Madre Generale delle Suore Carmelitane, Madre M. Amabile Sono risorto e sono sempre con te. Alleluia!!! AFF.MA. MADRE M. AMABILE DI S. GIUSEPPE E’ bello poter condividere come le altre Famiglie Religiose l’augurio che la nostra Madre fa a noi in occasione della S. Pasqua. Le sue parole sono di conforto e di sprone per noi e possono diventare una piccola luce anche per tutte e perché no anche per tutti coloro che li leggeranno Torino, S. Pasqua 2015 Carissime Sorelle, voglio raggiungere ognuna con il mio augurio: Buona Pasqua! Il Signore è risorto! Il nostro cuore e tutta la Chiesa esultano per la fedeltà del Signore nei riguardi di ogni creatura, e - ciascuna può dire - in particolare “per me”. Dio Padre ha risuscitato il Figlio nella forza dello Spirito, perché ognuno di noi avesse la sua vita e la sua salvezza. Tutto ci parla della sua vittoria sulla morte e sul peccato. Sul mio peccato, sulla mia mediocrità, sul mio ripiegamento, sulle mie pretese, sulle mie miserie… La liturgia stessa è ricca ed impregnata di esultanza, di stupore, di offerta della nuova vita: “Come bambini appena nati, bramate il puro latte spirituale, che vi faccia crescere verso la salvezza” (1Pt 2,2) Quale latte spirituale prevalentemente desidera il mio cuore? È una domanda personale, ma oso fare una proposta: in questo momento storico della nostra famiglia religiosa, nell’ Anno della Vita Consacrata, nel V° centenario della nascita della Santa Madre Teresa, tutte insieme dobbiamo bramare il latte della GIOIA COMUNITARIA e della DISPONIBILITÀ alle SORPRESE DI DIO. Una gioia che traspare dalla mia presenza e si manifesta nel mio volto, nel mio pensare, nel mio parlare, nei miei gesti concreti e nelle mie relazioni… (non c’è spazio per la tristezza, per le lamentele, per le chiusure). Chi mi avvicina deve sperimentare la gioia del Risorto, la gioia di chi vive la qualità della comunione fraterna, spazio di vero bene per tutte le sorelle e per ogni singola sorella. Una disponibilità totale che testimonia che appartengo al Signore, che sono nelle sue mani per un prezioso progetto, che mi fido e mi affido perché mi sento amata, che desidero solamente la sua volontà. Disponibilità che si traduce in un “Eccomi!” concreto, secondo le necessità della mia famiglia religiosa. La gioia e la disponibilità sono caratteristiche del Profeta e, in forza del nostro essere consacrate, noi siamo “profeti” per an- nunciare il Regno di Dio e intercedere la speranza e la pace del Risorto per ogni nostro fratello. Ci affidiamo alla Vergine Maria, la prima testimone del Risorto, perché come ogni madre - ci faccia il dono di accogliere il puro latte spirituale. Nuovamente porgo i miei riconoscenti auguri ad ogni sorella, ai suoi familiari e alle persone a lei care. Sempre chiedo un preghiera per me. Nella gioia del Risorto, un abbraccio! Dalla prova del dolore all’esperienza della risurrezione “Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?” SUOR MIRIAM BO E’ Pasqua. Cristo è risorto! La gioia della vita vera che trionfa sulla morte sgorga dal cuore di chi veramente, passando attraverso il dolore, la morte, il tradimento, l’annientamento del chicco di grano, ha sperimentato la risurrezione, il passaggio alla luce di Cristo. Pensando alla Pasqua nei giorni scorsi il cuore era colmo di attesa, quella stessa attesa provata di fronte al mistero dell’Incarnazione, nella notte Santa del Natale, ma ora un’attesa più consapevole, più reale, più profonda perché attesa del compimento, del culmine del Mistero. Il Dio che si è fatto carne, ora è Risorto, mistero sublime di amore che si incarna nella nostra umanità e ce la restituisce trasfigurata. Mi auguro che questa è stata la nostra attesa e quindi oggi la nostra gioia. Quante persone in questi giorni sono state prostrate nel dolore, nella morte di una persona cara, nella sofferenza di una spietata malattia, nella solitudine non voluta e mai cercata, nello spegnersi di desideri e nella stretta della paura per una vita senza senso e intrisa di disperazione. Quanto dolore, quanta passione! Mi auguro oggi che è Pasqua, giorno eterno in cui possiamo con il cuore, la mente, e tutta la nostra volontà gridare: “Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”, come recita la Sequenza pasquale. Mi auguro oggi di camminare per le strade della mia esistenza, per le vie della mia città, di incontrare qualcuno di quelli che è passato attraverso la “tribolazione” e dire come nella Sequenza: “Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?”. E questi possa rispondermi con fede, con gioia: “La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea”. Questo il mio augurio per chiunque tu sia, perché insieme a me tu possa affermare con forza: “Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto”. EVENTI 11 Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 Appuntamento a Caserta per sabato 11aprile Corteo Nazionale per la Vita Insieme per dire un fermo No all’aborto PIERO DEL BENE Al Corteo Nazionale per la vita di Sabato 11 APRILE, ore 15.30, ci saranno Mons. Angelo Spinillo, Presidente per il Sud della Commissione Episcopale Italiana, don Maurizio Patriciello, don Antonello Giannotti, Paola Mancini, Segretaria nazionale Movimento per la Vita (Roma) Raffaele Mazzarella Direttore Festival della Vita Rosa Marzullo, Presidente Regionale CIF Centro Italiano Femminile (Napoli) Agnese Ginocchio, Movimento per la Pace Per un giorno Milano e Caserta sfileranno insieme per la vita e saranno meta di gruppi pro-life provenienti anche da altre province del Sud. Sabato 11 aprile prossimo, infatti, a partire dalle ore 15.30, si terrà anche a Caserta il Corteo nazionale per la vita contro l’aborto. Un appuntamento organizzato dal comitato No194, in collaborazione con il Movimento per la Vita, il C.I.F., Alleanza Cattolica, Giuristi per la Vita, Infanzia da Vivere Parco Verde di Caivano, Comunità Luigi Del Prete di Frattaminore, Una speranza per l’infanzia. Saranno presenti inoltre rappresentanti dell’AVO, Ass. Volontari Ospedalieri, del Rinnovamento dello Spirito Santo, di Azione Cattolica, i Boy Scout. Tra i partecipanti al corteo anche Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa e Presidente, per il Sud, della Conferenza Episcopale Italiana, la dott.ssa Paola Mancini Segretario Nazionale del Movimento per la Vita, don Maurizio Patriciello parroco di Caivano, don Antonello Giannotti parroco del Buon Pastore a Caserta, la prof.ssa Rosa Marzullo Presidente Regionale del Centro Italiano femminile, Agnese Ginocchio, del Movimento per la pace, il dott. Raffaele Mazzarella “Festival della vita”, l’avv. Fabio Candalino dei Giuristi per la vita, il dott. Roberto Pugno di Alleanza Cattolica. Il corteo prevede il Raduno alle ore 15.30, in Piazza Vanvitelli, e l’arrivo in Piazza Carlo III di fronte alla Reggia. ”Quello di sabato 11 aprile -spiega il preside Paolo Mesolella, coordinatore casertano del movimento- è un corteo per dire un forte SI alla Vita e un NO fermo alla legge 194, legge ingiusta e assassina che ha causato, dalla sua entrata in vigore ad oggi, oltre 6 milioni di bambini soppressi nel grembo materno. Legge che ci rende complici di questi delitti in quanto commessi nei nostri ospedali e pagati con i soldi delle nostre tasse. La legge 194 è una legge che d’altra parte non ha eliminato la piaga degli aborti clandestini che, solo in Italia, sono oltre 30 mila all’anno. A dimostrazione del fatto che la legalizzazione dell’aborto non ha per nulla sconfitto la piaga della clandestinità, ma ha aggiunto ad essa, un altro male legalizzato. L’aborto, del resto non è privo di oneri per lo Stato se si pensa che è gratis per le donne che devono abortire, ma costa anche 5 mila euro per i contribuenti”. 12 GIOVANI Dalla tomba vuota al tempio del nostro cuore Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 Se crediamo in un Dio Risorto, ecco quando sperimentiamo la Sua presenza nella vita quotidiana non riusciamo a sentirLo. “Non c’è peggior “Dio agisce nell’umiltà sordo di chi non vuol e nel silenzio, il Suo sentire!”, recita un noto stile non è lo spettaproverbio. E noi abcolo”. Parole, queste, biamo, spesso, l’aggradi Papa Francesco. “Sì, vante di essere pure ok – diremmo noi – ci ciechi. Molte, infatti, sta tutto. Però … un sono le circostanze in segno … almeno un cui, a ogni passo che aiutino per capire che facciamo, in ogni situaTu ci sei!”. È inevitazione che viviamo, pobile, abbiamo bisogno sitiva o negativa, Dio è di prove, costantelì, aspettando che Lo mente: prove che ci di- ascoltiamo e rallegranmostrino che il nostro dosi quando Lo troamico ci vuole abbaviamo. stanza bene da poter re- “Ecco, io sono con voi stare fedele a ciò che tutti i giorni, fino alla promette; prove che ci fine del mondo” (Mt diano la certezza quasi 28, 20): così si chiude matematica che il noil Vangelo di Matteo, stro iPhone, pagato un con Gesù che, dopo esocchio della testa, non sere risorto, promette ai faccia cilecca, e che sia Suoi discepoli la Sua migliore dell’ultimo costante, fedele e amomodello uscito soltanto rosa vicinanza. Il Gesù qualche mese prima. Risorto parla anche a Prove, “cuscinetti mor- noi, ogni giorno. E sebidi” su cui cadere, condo Silvana Ramos, braccia sicure che ci di- giovane mamma e incono: “Ti prendo io, gegnere di 37 anni, colvai tranquillo!”. Lo laboratrice del portale facciamo anche con “Catholic link”, Dio ci Dio: Lo mettiamo con- parla così … tinuamente alla prova, «Quando mi sveglio e Gli lanciamo, talvolta il mio primo pensiero inconsapevolmente, è per Dio. Aprire gli delle sfide pazzesche, occhi e riconoscere che subdole, perché vola mia vita è un regalo gliamo avere la cerdi Amore infinito, maltezza che Lui ci sia. E grado i momenti diffici sia nell’ora esatta in cili e di prova. cui ‘pretendiamo’ che Quando i miei doni si Lui si manifesti a noi. rendono presenti. Ci Non di rado, forse, pro- sono momenti in cui rinunciamo o sentiamo conosco capacità che dire frasi come “Dio mi sono solo mie (poter ha abbandonato”, “Dio dare un buon consiglio, non mi ascolta” o “Non aggiustare qualcosa, so dove sia Dio”. Vicantare, sorridere ...), viamo di fretta, imdoni che mi rendono mersi nella routine e unico e irripetibile, così nelle migliaia di atticome Dio mi ha penvità che il mondo di sato. oggi ci richiede. Tante Quando sono assalito cose possono farci per- dall’ira e, all’imdere il senso della noprovviso, prendo costra vita, e in qualche scienza di cosa mi sta momento possiamo ar- capitando. La prerivare a sentirci disosenza di quella riflesrientati, soli. Ma Dio, sione nella mia vita è nostro Creatore, è sem- un segno del fatto che pre presente, anche se c’è qualcosa di più che GIUSY GRANATA mi muove, che non sono semplicemente impulsi. La coscienza rivela la presenza di Dio in me. Quando mi sento solo e un’immagine mi conforta. Spesso, nei momenti di solitudine o disperazione, guardare la Croce di Cristo dà senso ai miei dolori e ai miei dispiaceri. Egli si è preso tutto sulle spalle prima di me. Nei miei momenti di solitudine e di preghiera. La quotidianità può lasciarmi quasi senza tempo per pregare, ma quei momenti, quei minuti che forse scelgo di riservare alla fine della giornata sono la mia consolazione. Il riposo di una giornata al Suo fianco, un momento per ringraziare, per confidare, per trovare consolazione. Quando il dolore altrui diventa il mio dolore. Vedere il dolore in persone che non conoscerò mai o in posti che forse non visiterò mai, e sentirli improvvisamente come se fossero miei, è il sigillo di sapermi figlio di Dio, amando come Egli ama. Quando osservo le meraviglie della Sua Creazione. Vedere le meraviglie della Sua Creazione mi rende testimone di quell’Ordine che il mondo segue, un Ordine che non è opera del caso. Quando sono testimone dell’amore tra i miei fratelli. L’innocenza e la purezza in un bacio di bambini, ai quali non hai ancora insegnato molto. Il sigillo del Creatore visibile fin da tenera età. Quando vedo la gioia delle persone che hanno consacrato la loro vita a Dio. Mi colpisce l’allegria dei miei amici consacrati. Quando conversiamo, quando vedo come accolgono gli altri ... Quando raccontano la propria esperienza, irradiano una gioia che viene da qualcosa di molto più grande, una compagnia costante, un’unione speciale con Dio. Nei visi dei bambini pieni di pentimento. Quando i bambini combinano una marachella e capiscono subito di aver agito male. Il pentimento, così importante per ricominciare! Dio è lì. Quando aiuto gli altri. L’amore ha a che vedere con il dare e il servire. Ogni volta che aiuto una persona conosciuta o sconosciuta, il mio cuore trabocca allegria e verifico il senso del Comandamento nuovo che Gesù ci ha lasciato: amare Dio al di sopra di tutto e il tuo prossimo come te stesso. Quando ricordo le persone che non ci sono più. Il dolore di ricordare le persone che ho amato tanto, come i miei nonni, i miei zii, gli amici che se ne sono andati ... Dio arriva sempre nei miei pensieri con la Sua consolazione e la promessa di rivederci nell’eternità. Quando celebro il dono di avere buoni amici. Il dono dell’amicizia che mi permette di poter condividere con altri le mie esperienze, i miei ricordi, i miei giorni positivi e anche quelli negativi. L’amicizia è un dono meraviglioso. “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13). Quando mi sorprendo per l’immensa capacità creatrice dell’uomo. Vedere tutto ciò che, come esseri umani, abbiamo potuto creare, fino a dove siamo arrivati, mi rivela il riflesso creatore con il quale siamo segnati. Quando le nubi mi ricordano il Cielo. Guardare il cielo e provare nostalgia per l’Infinito, quella gioia che mi ricorda che sono chiamato a vivere una vita eterna. Quando mi sento grato di poter provare amore. Amare profondamente un altro riempie il mio cuore di allegria e mi permette di potermi donare e di voler solo dare tutto per amore. Amare come Egli mi ama. Quando il mio cuore si ribella di fronte alla fragilità della vita. Ricordare che questa vita è temporanea e sentire spesso di voler essere eterni, di voler vivere per sempre, è un richiamo che sentiamo tutti. È il segno di Dio che ci prepara per una vita senza fine. Quando nel mio cuore si accendono sentimenti e pensieri che non so da dove arrivino. Spesso abbiamo la parola giusta, la soluzione o, all’improvviso, un’ispirazione che non sappiamo da dove venga, ma arriva sempre al momento giusto. Questo mi dimostra che Qualcuno è al mio fianco, sussurrandomi e curandomi sempre». CARITA’ 13 Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 La famiglia Merola avrà una casa Proficua sinergia tra Chiesa, Pubblico e Privato TERESA MASSARO Mercoledì 31 marzo, presso l’ufficio comunale del dottor Giuseppe Turrizziani si è tenuto un incontro che speriamo possa ripetersi nuovamente. Da diversi mesi infatti era venuta alla ribalta della cronaca locale e nazionale il caso della “Famiglia Merola” una delle tante famiglie, purtroppo, rimaste senza lavoro e senza casa. Per molti mesi, prima di essere accolti dalla Casa della Divina Misericordia di Capua, i signori Merola hanno dormito presso la Stazione Ferroviaria di Capua. Anche se ci è voluto un po’ di tempo però, grazie alla collaborazione nata tra il Comune di Capua, la Caritas Diocesana, la Caritas parrocchiale delle comunità di Capua Centro, la Fondazione Misericordia Domini ONLUS (ente che gestisce la Casa della Divina Misericordia di Capua) la generosa disponibilità di un privato e una cordata di benefattori anonimi, siamo riusciti a trovare una casa per la famiglia Merola, sostenendo il fitto dell’immobile per un intero anno e contribuendo alle spese del trasloco e delle utenze. L’incontro e la collaborazione tra il pubblico ed il privato si è dimostrato uno strumento davvero efficace per dare l’opportunità ad una famiglia di ritrovare un po’ di serenità e di dignità. Questo il modello che ci auspichiamo possa trasformarsi in una “metodologia” capace di affrontare e superare situazioni di estremo disagio. Su questa storia molto è stato scritto e detto. Pubblichiamo per completezza di cronaca e giustizia, l’accordo che è stato sottoscritto tra i soggetti citati, perché vorremmo che almeno una volta si scrivesse non del solito caso di abbandono e isolamento di una famiglia in difficoltà, ma dell’impegno che tanti hanno profuso per cercare di aiutare davvero questi nostri fratelli più piccoli. Dal 23 dicembre 2014 sono ospiti presso il centro di pronta e temporanea accoglienza “Casa della Divina Misericordia” i Sig.ri Domenico MEROLA, Palma ERRICO e Immacolata MEROLA, conosciuti come la “Famiglia Merola”. Da diverso tempo ormai, la suddetta famiglia si ritrova senza una abitazione, a causa della mancanza di un reddito che permetta loro di pagare il canone di locazione. Già nei primi mesi del 2014, rivolgendosi al nostro centro per ricevere aiuto, avevamo proposto ai sig.ri Merola di essere accolti presso Casa della Carità di Vitulazio, in quanto gli stessi dormivano in macchina presso la stazione ferroviaria di Capua. Ma la famiglia Merola rifiutò sia l’accoglienza presso la Casa della Divina Misericordia sia presso Casa Carità di Vitulazio, in quanto, affermavano, in attesa di ricevere l’assegnazione di una abitazione dal Comune di Capua, che magari, sapendoli accolti presso un centro, non si sarebbe più impegnato a trovargliela. E’ trascorso il 2014 senza che una “adeguata abitazione”, a detta dei sig.ri Merola, fosse loro assegnata. Per questo motivo si sono rivolti sia ai mezzi di stampa locali che nazionali lamentandosi della “stato di abbandono” nel quale le istituzioni li avevano lasciati e che li costringeva a vivere in macchina in condizioni di estremo disagio ed anche pericolo. In realtà il Comune di Capua, già nel mese di Luglio del 2014, aveva stanziato per la famiglia Merola l’importo di € 2400,00 da destinarsi al pagamento del canone di locazione di un immobile che i sig.ri avrebbero considerato adeguato alle loro esigenze, in quanto quelli che sono nella disponibilità del comune non risultano essere, a loro parere, abitabili. Da lì la proposta del Comune di Capua di trovarsi, da soli, una casa che rispondesse ai loro standard abitativi. Ma si è verificata l’enorme difficoltà da un lato, di trovare una casa con un canone di locazione non dispendioso, e dall’altro la disponibilità dei locatori di fittare loro un appartamento, in quanto notoriamente morosi! Durante quei mesi, nei quali i Sig.ri hanno continuato a dormire in macchina presso la stazione di Capua, non è mai venuta meno la disponibilità di accoglierli presso la Casa della Divina Misericordia. Inoltre don Gianni Branco, il fondatore della Casa della Divina Misericordia, nonché il parroco delle comunità di Capua Centro, ha, in diverse occasioni, sostenuto economicamente la famiglia, attraverso un contributo che doveva essere versato come caparra per la locazione di un appartamento (che però la famiglia poi non ha fittato) (…) Anche da parte della Caritas Diocesana c’è stato un incessante sostegno a supporto delle loro svariate esigenze. Il 23 di- cembre 2014, non vedendo alcuna possibilità di fittare a breve termine una casa, hanno deciso di essere accolti presso la Casa della Divina Misericordia. Sono trascorsi ben più di 45 giorni, che è il tempo massimo di accoglienza previsto dal regolamento del centro, e la famiglia Merola ha rifiutato sia la proposta di essere accolta, a spese del Comune di Capua, presso un residence di a Capua, sia di essere ospitati presso Casa Carità di Vitulazio. Lo scopo dell’accoglienza presso la Casa della Divina Misericordia, che si fonda sui parametri di urgenza e temporaneità, è proprio quello di provvedere ad uno stato di estremo bisogno per articolare poi una diversa proposta di accoglienza, laddove possibile, agli ospiti. Premesso ciò, siamo arrivati a formulare la seguente proposta alla famiglia Merola (…): in accordo con il comune di Capua, che ha sempre confermato il proprio impegno a favore della famiglia Merola, si provvederà ad affittare un immobile, attraverso il pagamento anticipato di 12 mensilità. Una cordata di benefattori, la Caritas diocesana e quella delle comunità di Capua Centro, contribuiranno al pagamento delle mensilità e delle spese di allaccio delle utenze di acqua e elettricità… 14 ARTE E TEOLOGIA “Tό καλòv κατέχετε” Fate risuonare la bellezza di Dio Gli affreschi della Basilica di S .Angelo in Formis La via del Golgota PARTE III DON FRANCESCO DUONNOLO 6) Spartizione delle vesti: lato destro della Crocifissione Soldati che si contendono le vesti (cfr Gv 10,23-24; Mt 27,35; Mc 15,24; Lc 23,24) raffigurati in modo da non disturbare il tono generale del riquadro. In primo piano due soldati, simmetricamente affrontati intenti a tagliare con un coltello la veste senza cuciture, mentre i rimanenti spartiscono le altre spoglie. Un centurione in piedi e con lo scudo, quasi a fermare l’intero gruppo inchiodandolo nel fondo. Questo getta in aria un dato per indicare quanto afferma la SS “Non stracciamole ma tiriamole a sorte a chi tocca” (Gv 19,24). Questo ha un copricapo di colore bianco che sta a significare realtà spirituale, lui sente altro da quello che vede tanto da dire “veramente quest’Uomo era figlio di Dio (Mc 15,39). La parte dedicata alla Crocifissione non è trattata in questa sezione perchè già trattata in precedenza, su Kairos News, in “Crocifissione nell’arte e nella storia” (n. d. e.) 7) Deposizione: La scena rappresenta la deposizione del Cristo morto in una fusione di due culture diverse: il sarcofago romano e il sepolcro orientale (tugurium). Ci troviamo di fronte ad una scena non comune ma neppure rara, un simile esempio lo si trova ad Ho- Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 sios Lukas, fondata sul testo biblico di Giovanni . (Gv 19,38-42), l’unico a parlare della presenza di Nicodemo oltre a Giuseppe D’Arimatea. E’ presente anche Giovanni che in lacrime sembra accompagnare il dondolare del corpo trasportato e sostenuto da Nicodemo, Giuseppe e Maria. Sembra un’atmosfera atavica (funerale africano), anche se si legge un certo pènthos (consolazione e amore) e non lype (disperazione). La drammaticità della scena raggiunge il suo culmine nel confondersi delle due aureole, della Madre e del Figlio, l’una che si inserisce nell’altra suggerendo un particolare nodo affettivo e partecipativo (com-passione) I colori, le linee spezzate del volto della Madre, testimone del dolore si ammorbidiscono nel volto del Figlio, dove ancora si riconoscono i resti evidenti della sofferenza. La tensione attraverso il colore e le linee si arresta in alcuni punti temprando le crudezze espressive di un evento che non si è potuto impedire. 8) Discesa al Limbo o Anastasi: Sembra risuonare in questa rappresentazione il versetto di 1Cor. 15,55 “o morte dov’è la tua vittoria” C’è una grande luce in questa valle di paura e angoscia. Cristo arriva col suo splendore tendendo la mano verso coloro che sono morti, prende Adamo per il polso questo segno di vita. Uno squarcio nella parete rocciosa, Gesù con in mano una croce a stilo che calpesta delle porte abbattute, che finite una sull’altra hanno preso forma della croce. Si intravede Giovanni Battista, seguito dalla schiera dei profeti, col dito indicante “ Ecco l’Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il peccato del mondo” Gv 1,29. I primi due profeti con la barba, Davide e Malachia, li troviamo raffigurati singolarmente nei piedritti sottostanti. Il senso della discesa è dato dalla prospettiva efficacemente impostata sullo scalare delle figure in tre scatti: Cristo, progenitori, gruppo. Il tema non è affrontato nei vangeli canonici, per la prima volta comparve nel vangelo di Nicodemo (apocrifo) e diffuso in Oc- 15 Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 cidente tramite lo Speculum Humanae Salvationis di Vincenzo di Beauvais e La legenda Aurea di Jacopo da Varagine. E’ stato nel tempo oggetto di discordia per il fatto che tale discesa poteva essere avvenuta prima della risurre- EDITORE A.C.L.I. Progetto San Marcello C.so Gran Priorato di Malta,22 81043 Capua (CE) P.iva: 03234650616 Reg. Trib di Santa Maria C.V. n. 764 del 22 Giugno 2010 www.kairosnet.it per contatti e pubblicità: 333.88.900.94 [email protected] DIRETTORE RESPONSABILE: Antonio Casale CAPOREDATTORE Giovanna Di Benedetto GRAFICO Giuseppe Rocco REDAZIONE CAPUA Antonella Ricciardi Giusy Granata Francesco Garibaldi Lucia Casavola Nicola Caracciolo Orsola Treppiccione Raffaella Boccia Umberto Pappadia Teresa Massaro Annamaria Punzo zione, e perciò sotto forma di Spirito, oppure dopo la risurrezione, dunque anche fisicamente. Teologicamente prevalse l’opinione della discesa al limbo dello Spirito di Cristo durante i tre giorni precedenti la risurrezione, REDAZIONE SANTA MARIA C.V. Maria Benedetto Rosaria Barone REDAZIONE VITULAZIO Piero Del Bene Assunta Scialdone Domenico Cuccari Orsola Antropoli Pagine CHIESA a cura di don Agostino Porreca don Pasquale Violante Pagine VITA CONSACRATA a cura di suor Miriam Bo Pagine IMMIGRAZIONE a cura di Antonio Casale Stampato presso la Tipografia “Uthopia” CAPUA iconograficamente per la difficoltà di raffigurare un anima, si optò per la figura di Cristo ormai ricongiunto al corpo. L’arte Orientale e quella Occidentale diedero un significato diverso all’evento tanto che nel primo caso questa sostituiva la risurrezione mentre in Occidente sono due rappresentazioni separate come nel nostro caso. Si vede Eva la quale non è menzionata da Nicodemo,( quindi una invenzione bizantina) insieme ad Adamo, tirati su da Gesù. quale affermazione di vittoria sulla morte e sul male per condurre alla vita e al bene. Non è come molti erroneamente ritengono discesa all’inferno ma ricapitolazione di tutto ciò che era prima di Lui. Kairos News è distribuito presso le seguenti Parrocchie: CAPUA Santi Filippo e Giacomo San Pietro Apostolo San Roberto Bellarmino Sacro Cuore Maria Santissima Assunta in Cielo SANT’ANGELO IN FORMIS San Michele Arcangelo SANTA MARIA C V Sant’Erasmo Immacolata Concezione di M.V. Santa Maria Maggiore e San Simmaco San Pietro Apostolo Santa Maria delle Grazie BELLONA San Secondino VITULAZIO Santa Maria dell’Agnena CASTEL MORRONE San Pietro Apostolo e Luca Evangelista CASAPULLA Sant’Elpidio CASAGIOVE Santa Maria della Vittoria CURTI San Michele Arcangelo SAN PRISCO Santa Maria di Costantinopoli CANCELLO/ARNONE Maria Regina di tutti i Santi-Maria SS Assunta BREZZA /GRAZZANISE San Martino Vescovo SANTA MARIA LA FOSSA Maria SS Assunta in cielo FRANCOLISE San Germano - Santa Maria delle Grazie CASTEL VOLTURNO Santa Maria del Mare Scarica la versione pdf sul tuo smartphone Per informazioni: [email protected] Tel: 333.88.900.94 16 GIOVANI Anno 6 Numero 13 4 Aprile 2015 “Leggo per legittima difesa” A Baghdad, la prima ‘libreria’ gestita da una giovane donna. Una storia di coraggio e di passione GIUSY GRANATA Mentre a Mosul, in Iraq, i miliziani dello Stato Islamico (Isis) hanno saccheggiato e distrutto, nelle scorse settimane, le storiche biblioteche e, con esse, buona parte del patrimonio culturale del popolo iracheno, una giovane donna di 22 anni, Ruqaya Fawziya, squarcia le tenebre della furia devastatrice con una brillante e coraggiosa iniziativa: è la prima donna, infatti, a vendere i libri per le strade di Baghdad. E lancia la sfida a quella mentalità, tipica di ogni regime del terrore, che vuole mettere a tacere le coscienze, assopire l’intelletto, uccidere la libertà di espressione che nasce dalla libertà della conoscenza, della cultura: una mentalità schiavista, che vuole che il popolo resti ignorante, perché solo così può essere facilmente manipolato e indotto a sposare anche la più ignobile e scellerata causa proclamata da un qualsiasi governo. Da un lato, dunque, la macchina del terrore, che arriva perfino ad incarcerare un modesto libraio, ritenuto di essere infedele e colpevole per aver venduto libri cristiani nella sua bancarella, nella capitale Baghdad; dall’altro lato, lei, Ruqaya Fawziya, che in Al-Mutanabbi Street, un tempo centro intellettuale della città e oggi strada costellata da bancarelle-librerie, apre una ‘libreria’ tutta sua, con lo scopo di promuovere cultura e libertà. La suddetta strada della capitale irachena non è totalmente estranea ai fenomeni legati alla promozione di una sana “cultura del libro”. Alla fine dello scorso settembre, infatti, proprio qui si è svolta la terza edizione del Festival Sono iracheno, sto leggendo, una manifestazione spontanea, nata su iniziativa di un gruppo di giovani iracheni per promuovere le buone pratiche del libro e della lettura. Centinaia di ragazzi si sono dati appuntamento sulla riva del Tigri per leggere e discutere dei loro libri preferiti. Questo Festival iracheno della lettura, che da tre anni viene organizzato a Baghdad e che muove l’interesse di numerosi abitanti delle province del Paese, offre la possibilità di vivere una giornata dedicata alla cultura, occasione, questa, che acquista sempre più valore in un contesto tragicamente minacciato dal pericolo di oscurantismo da parte del terrorismo. Ed è proprio per arginare questo pericoloso oscuranti- smo che la giovane Ruqaya ha deciso di intraprendere questa non facile ma doverosa battaglia, specialmente per i giovani che rappresentano il futuro del Paese. Come dichiarato dalla stessa ragazza, la sua famiglia e le persone a cui raccontava l’idea di vendere libri per strada hanno iniziato a sostenerla solo una volta intrapreso il progetto. Quanto ai passanti e ai clienti, invece, la giovane libraia racconta: “Non ho affrontato molestie di alcun genere dalle persone che visitano Al-Mutanabbi Street, ma, a volte, la gente mi guarda con sorpresa, forse perché non ha familiarità con una donna che vende libri. Ma ci sono anche molte persone che, al contrario, mi incoraggiano”. Leggendo storie come quella di Ruqaya, mi è venuta in mente una tra le più celebri battute di Woody Allen: “Leggo per legittima difesa”. Forse, è proprio ‘un’arma di difesa’ quella che la giovane irachena spera di poter fornire, nel suo umile progetto, ai suoi stessi concittadini. È come vedere un ‘polmone verde’ nel monotono grigiore di una metropoli, dove tutto sembra uguale, con i suoi negozi, le sue strade, i suoi taxi che sfrecciano da un capo all’altro della città. Quei libri, quelle copertine colorate che attirano l’attenzione anche del più svogliato dei passanti, sono, allora, un semplice, umile ma deciso segnale di novità, segno che la speranza abita ancora a Baghdad, in quella AlMutanabbi Street che, nonostante sia anche tristemente famosa per un attentato, nel 2007, che uccise 27 persone, vuole ripartire proprio dalla cultura, vuole vincere il terrore, nella speranza di formare una coscienza di popolo che resti unita e incorruttibile di fronte alle seduzioni del male e della violenza. Kairosnews è un settimanale la cui realizzazione avviene grazie al volontariato di quanti generosamente donano tempo e competenze. Se condividi il nostro progetto, entra a far parte della nostra “famiglia”, sostenendo “Kairosnews” attraverso dei contributi annuali: di di di di 25,00 €. 50,00 €. 100,00 €. 1000,00 €. AMICO SOSTENITORE SPONSOR BENEFATTORE per contatti e donazioni: [email protected] [email protected] www.kairosnet.it