_____________________________________________________________________________________________________________________________________ Decreto Legislativo 81/08 Formazione dei lavoratori sui rischi specifici Lavoro di ufficio Pericoli e interventi preventivi a contrasto del rischio VDT Materiali per la rielaborazione dei contenuti dei Corsi Sicurezza anno scolastico 2013-2014 Anno 2014 ECO 86 a r.l. Via F. Baracca n. 44 23900 Lecco Tel. 0341-365798 Fax. 0341-371887 e-mail [email protected] BIESSE Studio snc di A. Sartori e P. Benzoni - Via M. d’Azeglio 15 23900 Lecco – Tel 0341-255306i HIRELIA S.r.l.. V.le Monza 133 Milano -Soggetto Formatore Accreditato Reg. Lombardia n. 710 1 DISPENSA ad uso degli OPERATORI degli UFFICI Indice INTRODUZIONE.............................................................................................................................................................3 LAVORO D’UFFICIO E VIDEOTERMINALI (VDT) .............................................................................................................4 COSA DICE LA LEGGE ....................................................................................................................................................5 I REQUISITI MINIMI DELLE ATTREZZATURE VDT ...........................................................................................................6 PULIZIA E IGIENE DEL POSTO DI LAVORO ...................................................................................................................10 ESERCIZI PER GLI OCCHI..............................................................................................................................................11 LA BACK-SCHOOL AT WORK ......................................................................................................................................13 2 INTRODUZIONE Tra le più significative innovazioni tecnologiche dell’ultimo secolo, il personal computer occupa un posto di sicuro rilievo. Il suo utilizzo si è progressivamente diffuso in ogni settore dell’attività umana, lavorativa e ricreativa, anche per la possibilità d’accesso, tramite esso, ai servizi offerti dalla rete Internet. Nel mondo del lavoro l’introduzione di questa attrezzatura ha innegabilmente prodotto un sostanziale miglioramento dell’attività produttiva e gestionale (informatizzazione dei processi). Tuttavia, come spesso accade con il rapido succedersi delle innovazioni tecnologiche, l’uso della tecnologia emergente inizialmente non ha dato luogo ad un contemporaneo ripensamento dell’ambiente, dell’organizzazione e dei tempi di lavoro per renderli più confacenti all’adattamento degli operatori. Conseguentemente, tra gli addetti all’attività al videoterminale (VDT) ha cominciato a diffondersi, con sempre maggiore frequenza, l’attribuzione di disturbi psico-fisici correlati al suo utilizzo. Il manifestarsi di tali disturbi, fin dalla prima metà degli anni ’80, ha indotto la comunità scientifica, e la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità, a realizzare specifici studi sul tema della nocività del lavoro ai videoterminali i cui risultati tuttora dimostrano che i fattori di rischio per la salute riguardano principalmente il modo d’uso piuttosto che l’attrezzatura in sé. L’utilizzo del videoterminale, soprattutto se prolungato, ma anche il lavoro d’ufficio o comunque una postazione costretta seduta, può provocare qualche disturbo, essenzialmente per l’apparato muscoloscheletrico e per la vista, o problemi di affaticamento mentale. I suddetti rischi, riconducibili alla progettazione delle postazioni ed al modo di lavorare, possono essere contenuti con interventi di natura preventiva. Questo opuscolo può essere utile per informare correttamente sui rischi a cui sono esposti i lavoratori che utilizzano abitualmente il videoterminale e per spiegare loro come sistemare la postazione di lavoro e usare le apparecchiature in modo corretto. 3 LAVORO D’UFFICIO E VIDEOTERMINALI (VDT) I fattori di rischio nel lavoro di ufficio sono molteplici, ma riassumibili in: - affaticamento psicofisico - affaticamento visivo - posture incongrue fisse e ripetute - esposizione a polveri, aria secca, microrganismi - affaticamento fisico e posturale in genere Mal di testa, rigidità alla nuca, bruciore agli occhi, lacrimazione, dolori in corrispondenza di spalle, braccia e mani sono i disturbi che più frequentemente interessano gli addetti ai videoterminali. Negli ultimi anni questi disturbi sembrano essere più frequenti e ciò può essere spiegato da un lato con la maggiore diffusione del videoterminale e di apparecchi similari, utilizzati in ogni situazione, come pceasy, tablet, Ipad, smartphone, cellulari e dall’altro dal maggior tempo che si passa in posizione seduta utilizzando questi dispositivi o guardando schermi come la televisione o quelli per videogiochi, ed assumendo posture incongrue fisse e ripetute per molte ore al giorno anche nella vita extralavorativa . 4 COSA DICE LA LEGGE Già il D.Lgs 616/94 e oggi il D.Lgs 81 che ha abrogato e sostituito da maggio 2008 il 626 definiscono il lavoro al videoterminale e ne danno dei parametri di riferimento sia sulle modalità di organizzazione di una postazione di lavoro con Vdt, sia in termini di obblighi specifici in carico ai datori di lavoro in merito a misure preventive. Si tratta del TITOLO VII con gli artt. dal 172 al 179 e dell’Allegato XXXIV. Partiamo dalle definizioni che detta l’art. 173 “ …. Ai fini del presente decreto legislativo si intende per: a) videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo di procedimento di visualizzazione utilizzato; b) posto di lavoro: l'insieme che comprende le attrezzature munite di videoterminale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati, incluso il mouse, il software per l'interfaccia uomomacchina, gli accessori opzionali, le apparecchiature connesse, comprendenti l'unità a dischi, il telefono, il modem, la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonché l'ambiente di lavoro immediatamente circostante; c) lavoratore: il lavoratore che utilizza un'attrezzatura munita di videoterminali, in modo sistematico o abituale, per venti ore settimanali…. I Computer portatili Anche qui il D.lgs 81 nell’allegato XXXIV esplicita come obbligo in carico al datore di lavoro, in caso di impiego prolungato dei computer portatili, la fornitura di una tastiera e di un mouse o altro dispositivo di puntamento esterni nonché di un idoneo supporto che consenta il corretto posizionamento dello schermo. I portatili usati senza supporto accentuano i problemi alla zona delle spalle e cervicale in quanto obbligano ad una postura con flessione del collo. L’articolo 174 detta invece gli obblighi del datore di lavoro in merito ai posti di lavoro d’ufficio con Vdt imponendo una valutazione specifica e la predisposizione dei posti di lavoro in conformità ai requisiti minimi di cui all’ ALLEGATO XXXIV, con particolare riguardo: a) ai rischi per la vista e per gli occhi; b) ai problemi legati alla postura ed all'affaticamento fisico o mentale; c) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale. Per tutti coloro che mediamente passano 20 ore alla settimana davanti al computer il D.Lgs 81/2008 prevede inoltre : - una pausa compensativa (in cui si svolgono attività diverse da quella davanti ad uno schermo come telefonate, archiviazioni, fotocopie etc) di quindici minuti ogni centoventi minuti di applicazione continuativa al videoterminale. - una sorveglianza sanitaria specifica da parte del Medico Competente con particolare riferimento: a) ai rischi per la vista e per gli occhi; b) ai rischi per l’apparato muscolo-scheletrico. 5 I REQUISITI MINIMI DELLE ATTREZZATURE VDT Ogni postazione al videoterminale deve rispettare alcuni requisiti minime dettati dal D.Lgs 81 e descritti dettagliatamente nell’ ALLEGATO XXXIV e le misure di riferimento di ogni postazione sono quelle riassunte nell’immagine qui riportata. 1. Schermo La risoluzione dello schermo deve essere tale da garantire una buona definizione, una forma chiara, una grandezza sufficiente dei caratteri e, inoltre, uno spazio adeguato tra essi. L'immagine sullo schermo deve essere stabile; esente da farfallamento, tremolio o da altre forme di instabilità. La brillanza e/o il contrasto di luminanza tra i caratteri e lo sfondo dello schermo devono essere facilmente regolabili da parte dell'utilizzatore del videoterminale e facilmente adattabili alle condizioni ambientali. Lo schermo deve essere orientabile ed inclinabile liberamente per adeguarsi facilmente alle esigenze dell'utilizzatore. Sullo schermo non devono essere presenti riflessi e riverberi che possano causare disturbi all'utilizzatore durante lo svolgimento della propria attività. Lo schermo deve essere posizionato di fronte all’operatore in maniera che, anche agendo su eventuali meccanismi di regolazione, lo spigolo superiore dello schermo sia posto un pò più in basso dell’orizzontale che passa per gli occhi dell’operatore e ad una distanza degli occhi pari a circa 50-70 cm. 2. Tastiera e dispositivi di puntamento Prima di tutto la pulizia e la sua igiene sono essenziali. La tastiera deve essere separata dallo schermo, facilmente regolabile, dotata di meccanismo di variazione della pendenza onde consentire al lavoratore di assumere una posizione che non provochi l'affaticamento delle braccia e delle mani. Lo spazio sul piano di lavoro deve consentire un appoggio degli avambracci davanti alla tastiera nel corso della digitazione. La tastiera deve avere una superficie opaca onde evitare i riflessi. Il mouse o qualsiasi dispositivo di puntamento in dotazione alla postazione di lavoro deve essere posto sullo stesso piano della tastiera, in posizione facilmente raggiungibile e disporre di uno spazio adeguato per il suo uso. 6 3. Piano di lavoro Il piano di lavoro deve avere una superficie a basso indice di riflessione, essere stabile, di dimensioni sufficienti a permettere una disposizione flessibile dello schermo, della tastiera, dei documenti e del materiale accessorio. L’altezza del piano di lavoro fissa o regolabile deve essere indicativamente compresa fra 70 e 80 cm. Lo spazio a disposizione deve permettere l’alloggiamento e il movimento degli arti inferiori, nonché l’ingresso del sedile e dei braccioli se presenti. La profondità del piano di lavoro deve essere tale da assicurare una adeguata distanza visiva dallo schermo. Il supporto per i documenti deve essere stabile e regolabile e deve essere collocato in modo tale da ridurre al minimo i movimenti della testa e degli occhi. 4. Sedile di lavoro Il sedile di lavoro deve essere stabile e permettere all'utilizzatore libertà nei movimenti, nonché una posizione comoda. Il sedile deve avere altezza regolabile in maniera indipendente dallo schienale e dimensioni della seduta adeguate alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore. Lo schienale deve fornire un adeguato supporto alla regione dorsolombare dell’utente. Pertanto deve essere adeguato alle caratteristiche antropometriche dell’utilizzatore e deve avere altezza e inclinazione regolabile. Nell’ambito di tali regolazioni l’utilizzatore dovrà poter fissare lo schienale nella posizione selezionata. Lo schienale e la seduta devono avere bordi smussati. I materiali devono essere permeabili e pulibili. Il sedile deve essere dotato di un meccanismo girevole per facilitare i cambi di posizione e deve poter essere spostato agevolmente secondo le necessità dell’utilizzatore. Un poggiapiedi sarà messo a disposizione di coloro che lo desiderino per far assumere una postura adeguata agli arti inferiori. Il poggiapiedi non deve spostarsi involontariamente durante il suo uso. 7 5. Illuminazione L'illuminazione generale e specifica (lampade da tavolo) deve garantire un illuminamento sufficiente e un contrasto appropriato tra lo schermo e l'ambiente circostante. L’illuminamento dovrebbe essere regolabile tra 300 e 500 lx (lux). Per la lettura delle informazioni direttamente dallo schermo bastano 300 lux; se invece occorre leggere un documento da digitare, sono giustificati 500 lux. Si devono evitare riflessi sullo schermo ed abbagliamenti disponendo la postazione di lavoro in funzione dell'ubicazione delle fonti di luce naturale e artificiale. Si dovrà tener conto dell’esistenza di finestre posizionando i pc a 90° rispetto alle finestre per evitare fenomeni di abbagliamento diretto e/o indiretto e/o riflessi sullo schermo. In ogni caso le finestre devono essere munite di un opportuno dispositivo di copertura regolabile per attenuare la luce diurna che illumina il posto di lavoro. 8 6. Il microclima e la qualità dell’aria Le condizioni ambientali sfavorevoli possono causare disturbi quali: • secchezza delle mucose degli occhi o della gola dovute a scarsa umidità o cattiva qualità dell’aria per la presenza di inquinanti (fumo di sigarette, sostanze chimiche rilasciate dagli arredi e dall’uso delle fotocopiatrici); • situazioni di mancato comfort dovuti a temperatura troppo alta o troppo bassa o per la presenza di correnti d’aria fastidiose che colpiscono una zona circoscritta del corpo (ad es. la nuca, le gambe). Il comfort termico è un aspetto importante per chi utilizza il videoterminale e lavora in spazi ristretti,e/o con scarsi ricambi d’aria. Negli uffici si raccomanda una temperatura di circa 20 °C d’inverno (18-22 °C) mentre nel periodo estivo la temperatura media ottimale è di 26°C. D’estate è tuttavia anche opportuno evitare che i lavoratori siano esposti a sbalzi termici elevati (superiori a 6-7° C) nel momento in cui entrano o escono dai locali di lavoro. Nelle località dove si registrano temperature elevate in estate sarebbe pertanto utile che l’edificio avesse una zona di transito priva di condizionamento nella quale mantenere condizioni di temperatura intermedie tra quelle interne e quelle esterne per consentire ai lavoratori l’acclimatamento in entrata e in uscita. L’umidità relativa deve essere compresa tra il 40% e il 60%. Il ricambio d’aria deve essere adeguato. Quando c’è un impianto di ventilazione, devono essere rispettate le quantità minime di aria di rinnovo e devono essere presenti sistemi di filtrazione. I filtri hanno la funzione di purificare l’aria esterna e l’aria di ricircolo. I più comuni rischi di un impianto di condizionamento e ventilazione sono legati: all’inquinamento dell’aria per insufficiente manutenzione (non regolare sostituzione o pulizia filtri, accumulo di polveri nelle condotte, nelle prese d’aria, ecc.) e all’inquinamento biologico dovuto alla proliferazione di microrganismi patogeni (per scarsa o inadeguata pulizia) nell’unità di umidificazione o nelle zone dove si forma la condensa, soprattutto in corrispondenza dell’unità di raffreddamento dell’aria. È necessario che la postazione di lavoro non sia posta in vicinanza di fonti di calore radiante (gli elementi degli impianti di riscaldamento, le finestre nel periodo estivo) e che sia evitata la presenza di correnti d’aria fastidiose (provenienti da porte, finestre, bocchette di ventilazione, ecc.). Irraggiamento termico Il videoterminale produce calore che va eliminato con una ventilazione appropriata dell’ambiente di lavoro; ciò è importante specialmente nei casi in cui nello stesso locale siano installati più apparecchi. Occorre quindi aerare regolarmente i locali: d’inverno è bene ventilarli brevemente ma a fondo (aprire completamente la finestra e la porta per almeno 1 minuto) e di frequente (almeno 1 volta all’ora), se non è presente un adeguato impianto di climatizzazione. In tal caso in estate è importante che siano disponibili almeno piccoli ventilatori per migliorare il confort dei lavoratori. Questi però devono essere posizionati ad una distanza sufficiente a non creare correnti d’aria fastidiose per i lavoratori. L’Allegato dell’81 così cita: “ … Le condizioni microclimatiche non devono essere causa di discomfort per i lavoratori. Le attrezzature in dotazione al posto di lavoro non devono produrre un eccesso di calore che possa essere fonte di discomfort per i lavoratori ….” 9 PULIZIA E IGIENE DEL POSTO DI LAVORO La polvere e gli acari Le condizioni di pulizia dei piani di lavoro e dei pavimenti sotto i piani di lavoro sono fondamentali per evitare che si creino ambientali favorevoli all’insediamento in questi spazi con polvere e materiali organici (resti di cibo, pelle, forfora etc.) di acari. Si tratta di ACARI DERMATOFAGOIDI e sono portatori di allergie per l’uomo come l’asma bronchiale e le alveoliti allergiche. Questi animali hanno infatti nel corpo e nelle loro deiezioni fecali particelle allergizzanti che depositano sulle superfici o vengono aerodisperse e quindi inalate. Il loro sviluppo e diffusione dipende da: umidità al 60/80%, temperatura tra 15 e 30°C, ma soprattutto da sufficiente disponibilità di cibo CUTE DELL’UOMO, RESIDUI DI CIBO, MUFFE. 1 grammo di desquamazioni cutanee può nutrire migliaia di acari E’ evidente come il rischio aumenti più il tempo trascorso sia in ambienti confinati quali uffici e case. La prevenzione è certamente il livello di pulizia ed igiene anche di:tastiera, monitor, stampante, piano di lavoro e tenere ancorate alla scrivania le prese , i cavi e le “ciabatte multiple” evitando di lasciarle a terra. Ecco le operazioni da eseguire per la pulizia della tastiera del nostro PC: 1. 2. 3. 8. 9. 10. Spegniamo il nostro PC e la nostra tastiera Mettiamo sotto essa un panno morbido e grande Rivoltiamola con i tasti a contatto con la nostra scrivania e battiamola lievemente a destra 4. Facciamo la stessa operazione dal lato sinistro 5. Saremo scioccati di tutto quello che ne uscirà fuori 6. Togliamo il panno morbido pieno di sporcizie, residui pelle e polvere 7. Prendiamo una pezzuola piccola e morbida Inumidiamola con l’alcool e puliamo leggermente tutti i tasti della nostra tastiera Attendiamo dopo aver finito le operazioni di pulizia almeno 10 minuti che si asciughi Ora possiamo accendere il nostro PC. 10 ESERCIZI PER GLI OCCHI 11 12 LA BACK-SCHOOL AT WORK La Scuola della Schiena al lavoro Il mal di schiena è più che mai oggi un problema sociale. Il 40 % degli italiani sopra i 25 anni di età, soffre di mal di schiena che è la prima causa di assenteismo e assenza dal lavoro e la seconda d’invalidità permanente. Nella maggior parte dei casi, la schiena fa male se viene maltrattata, usata in modo non corretto o esposta a fattori di rischio, quali: Posture o movimenti scorretti Forma fisica scadente Sovrappeso, obesità e fumo Conoscere l’anatomia della schiena è importante per potersi muovere con sicurezza ed efficienza. La colonna vertebrale è composta da ossa (vertebre) e da cuscinetti (dischi) che ammortizzano gli stress compressivi; è rinforzata da legamenti e da muscoli che aiutano il mantenimento delle curve fisiologiche. L’azione dei muscoli addominali, dei glutei e della coscia permette di ridurre il carico di lavoro della schiena. I muscoli trasversi dell’addome sono la nostra “cintura Gibaud” naturale! Sono una fascia che avvolge il tronco, partendo dalla colonna vertebrale lombare fino ad arrivare al centro dell’addome. Un buon tono di questa struttura muscolare permette di mantenere i visceri addominali in posizione naturale e quindi di sostenere la colonna lombare, impedendo la formazione di una lordosi troppo accentuata. Uno squilibrio del tono muscolare anteriore/posteriore porta all’instaurarsi ed al consolidarsi di una postura impropria, che può generare nel tempo disturbi all’apparato muscoloscheletrico e non solo: mal di schiena, mal di collo, mal di testa, problemi allo stomaco e all’intestino. 13 L’unità funzionale della colonna vertebrale è costituita da due vertebre sovrapposte e da un disco intervertebrale. Le vertebre servono da sostegno, mentre il disco ammortizza e assorbe i carichi. Le vertebre sono unite da piccole articolazioni posteriori che guidano il movimento. Le vertebre lombari ed i dischi intervertebrali sopportano un carico (carico discale) che varia a seconda della postura assunta Sollevando un peso, il carico discale aumenta tanto più quanto il peso viene tenuto lontano dal corpo. Lo stesso accade se il sollevamento viene fatto piegando solo la schiena, tenendo le gambe dritte Un disco sano, in un soggetto giovane, è elastico ed ha una buona capacità ammortizzatrice Con l’età, il disco invecchia e diviene meno capace di sopportare i carichi L’invecchiamento del disco viene accentuato anche: - dagli stress compressivi (sollevamento di pesi eccessivi o in posizioni scorrette) - dal mantenere a lungo una posizione fissa: in piedi, a schiena flessa o seduti. Anche i muscoli, se rimangono in tensione a lungo, non sono ben irrorati dal sangue e diventano dolenti, riducendo la loro funzionalità Importanza della respirazione Per evitare il sovraccarico delle strutture articolari della schiena, è NECESSARIO ESPIRARE mentre si compiono sforzi: La respirazione è un’attività automatica, che influisce su tutte le attività corporee. Una respirazione “consapevole” può migliorare il controllo del movimento. Durante l’INSPIRAZIONE (presa di aria), aumentano le pressioni interne di torace e addome Durante l’ESPIRAZIONE (rilascio di aria), diminuiscono le pressioni interne di torace e addome Come il movimento, anche la respirazione è un’attività automatica Di norma, non si pensa a “come” si respira e anche in questo caso, se il principale muscolo depurato alla respirazione – il diaframma – non si muove adeguatamente, vengono messi in atto dei “compensi” (movimento dei muscoli accessori) A lungo andare, questi compensi possono portare al consolidamento degli squilibri e al manifestarsi di disturbi e/o patologie Una respirazione “consapevole” può migliorare il proprio benessere e le proprie performances 14 STIAMO SEDUTI CORRETTAMENTE? Per stare seduti correttamente, non è però sufficiente dotarsi di una sedia con schienale. Anche stare seduti sulla parte anteriore e appoggiare le spalle allo schienale (come nella foto) determina l’assunzione di una postura che influisce negativamente sulla nostra schiena! Soprattutto se la posizione è mantenuta a lungo, la curva lombare della colonna scompare (fino ad arrivare all’inversione di lordosi), mentre la lordosi cervicale aumenta se si deve mantenere lo sguardo orizzontale 15 L’uomo si muove con la totalità del proprio corpo: non importa “come” ci si muove, l’importante è riuscire a raggiungere il nostro obiettivo Se una parte del nostro corpo non riesce a muoversi adeguatamente, automaticamente vengono messi in atto dei “compensi” A lungo andare, questi compensi possono portare al consolidamento degli squilibri e al manifestarsi di disturbi e/o patologie Un movimento “consapevole” (comprensione dei propri limiti motori e dei compensi attivati) può migliorare il proprio benessere e le proprie performances 16 17