Maria Grazia Batzella il Madrigale ed il poeta di madrigali: Giovanni Battista Guarini Edizione: Vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 CONSERVATORIO DI MUSICA G.P.DA PALESTRINA CAGLIARI Forme di poesia per la musica Maria Grazia Batzella ____________________ IL MADRIGALE ed un famoso Poeta di Madrigali: GIOVANNI BATTISTA GUARINI _____________________ Il madrigale L'origine della parola madrigale è a tutt'oggi discussa: se ne ipotizza l'etimologia dal latino volgare mandria-mandrialis in riferimento al contenuto rustico e pastorale o sempre dal latino "materialis" , ovvero “cose materiali” o grosse, di argomento profano, opposto a "spiritualis". _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 1 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Il madrigale è una forma poetica profana, nata in Italia a partire dal 1200 dalla ballata o canzone breve, formata da due o più spesso tre strofe (terzine) e da un ritornello, in cui le due o tre terzine sono in rima incrociata o incatenata, in endecassilabi in numero da sei a quattordici, e con la parte finale o ritornello in rima baciata. La ballata, ben più lunga, era stata usata nei secoli precedenti in forma monodica dai trovatori provenzali, ispiratori delle forme poetiche delle successive lingue romanze. Alla fine del XIII° secolo passa in Italia e si trasforma in una forma poetica più breve costituita da quattro strofe, due uguali all’inizio e alla fine, detti rispettivamente ripresa e volta, e da due, primo piede e secondo piede, uguali all’interno. La metrica della ballata è costruita proprio per riprendere il canto e il ballo senza interromperlo (ripresa), da qui il suo nome. Il madrigale nasce come modifica ulteriore per sostituzione dell’ultima strofa con il ritornello. E’ soprattutto di argomento galante o pastorale, a volte licenziosamente a doppio senso, più o meno esplicito, ma in seguito potrà essere anche satirico o politico. Alla fine del XIII° secolo, partendo da questa forma poetica che accompagna l’affermarsi dell’Ars Nova (caratterizzata da movimento vivace delle voci con accumulo di note e introduzione di nuove misure e segni ritmici), i musicisti italiani, quasi tutti inizialmente di estrazione ecclesiastica, ne effettuano una trasposizione in componimento musicale per gruppi vocali di 3-6 voci. Infatti anche la polifonia, nata in _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 2 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Francia nel 1200, arriva adesso in Italia, soprattutto a Firenze (che ha una sua produzione autoctona), Bologna e Padova. La prima frase musicale del madrigale è uguale per tutte le strofe, il ritornello è invece musicalmente diverso; è dunque strofico, con un distico finale, ed è molto diverso da quello astrofico, assai più variegato che sarà la stessa futura forma del 1500. Nel 1300 i musicisti tendono a scollarsi dall’ambiente ecclesiastico e intonano le loro composizioni seguendo i dettami di Dante Alighieri. Egli nella Divina Commedia ricorda due amici musici, Sordello e Casella; questi nel Purgatorio mentre intona una delle sue canzoni del Convivio “Amor che nella mente mi ragiona”. Dante nel suo “De vulgari eloquentia” aveva codificato le forme poetiche da usarsi nella poesia colta. Affermava inoltre che il testo poetico colto deve essere in endecassilabi, tra essi il migliore è l’endecassilabo piano (con l’accento sulla penultima sillaba), e che il testo ha sempre preminenza rispetto alla musica; infatti la natura della composizione musicale è trascurabile. Per questo motivo tutti i musicisti “di cultura” utilizzeranno da allora in poi madrigali poetici già pubblicati e attingendoli da autori famosi. Faranno eccezione solo quelle forme derivate dalla musica popolare, dette frottole (a quattro strofe, tipiche delle corti del Nord Italia, in particolare Mantova), barzellette, villanelle alla napoletana (a tre strofe), villotte venete (omoritmiche e _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 3 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 gioiose), scritte sempre in ottonari e il cui poeta, a volte modesto, è spesso sconosciuto. Esse sono basate sulla pratica dell’improvvisazione, invenzione o variazione estemporanea di rimatori “virtuosi” che con uno strumento, in genere il liuto, cantano, improvvisando, le loro creazioni letterarie su melodie conosciute e di tradizione orale variamente ornate. Tutte queste forme sono tipicamente e autonomamente italiane e si affiancano alla linea musicale polifonica colta praticata in quel periodo dai musicisti fiamminghi. I primi madrigali in musica che ci sono noti partono dal 1330 circa, sono affini ai conduits francesi, sono a 2 e raramente a 3 voci, di cui la prima melodica, e la seconda, più bassa, ha funzioni di sostegno armonico. Nell'esecuzione possono anche essere impiegati gli strumenti ed esistono infatti madrigali puramente strumentali, ma in prevalenza sono creati per sole voci. In quel tempo i maggiori musici compositori di madrigali, di ballate e di cacce (composizioni con un testo in prosa non strofico, a movimento rapido, che descrive una scena movimentata e agitata, musicalmente ottenuta con largo impiego della imitazione a canone e in cui le voci si inseguono e la inferiore é pensata come una voce strumentale) sono Giovanni da Cascia, Iacopo da Bologna e Francesco Landini. Con l'inizio del Quattrocento, si ha un'eclissi dei generi sia poetici che musicali descritti. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 4 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Alla fine del secolo si assiste all'affermazione in Toscana della “canzonetta”, elegante canzone a ballo più elastica rispetto alla canzone e con ricorrenza di versi, e del “canto carnascialesco” di Lorenzo il Magnifico e di Angelo Poliziano, intonato in mascherate, per carri e trionfi, e per descrizione dei mestieri, tutti aspetti a carattere eminentemente collettivo, il che favorisce l’aspetto polifonico. Nel nord Italia si afferma invece la “frottola”, composizione all’inizio popolare poi divenuta colta e raffinata, in uso nelle corti, generalmente con un contenuto frivolo e amoroso, e quindi più intimo e liricamente individuale, che si indirizzerà poi verso la semplicità monodica e accordale. La frottola ha forma di ballata ma è in ottonari (come è tipico delle composizioni di tipologia popolare), é fatta di quattro strofe (ripresa), e da stanze, mutazione e volta, per lo più di sei o otto versi. Varie rime regolano tra loro i versi, e la volta della stanza termina con una rima che richiama quella del primo verso della ripresa, a sua volta regolarmente replicata tra le stanze: ciò riprende le figurazioni di un ballo e di un canto che ricomincia senza sosta. La frottola è musicata a 3 o 4 voci, di cui la prima spicca monodicamente, con possibilità espressiva, e le altre a solo contrappunto, per cui possono essere raggruppate bene sul liuto per un accompagnamento musicale. Nasce una lirica più vicina all’espressione, con più intesa tra musica e parole. I maggiori musicisti del genere sono Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara, entrambi di area mantovana. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 5 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 È in stretto rapporto con lo strambotto napoletano, forma poetica di tono sentimentale e a volte malinconico (fatto da un’ottava di endecassilabi più il ritornello) ma più polifonico, la barzelletta, la villotta, lo stornello, il rondò (ripetersi continuo dei versi). La forma letteraria del madrigale persiste ancora ma lentamente si trasforma; i poeti perdono interesse ad esso perché il Petrarca non lo aveva mai usato e preferiscono cambiare la iniziale forma ballata in un componimento in cui, a partire dal 1500, gli endecassilabi, non organizzati in strofe, si alternano con settenari. Ha quindi accentazione libera e si perdono le ricorrenze finali. Il verso non è più strofico ma continuo (forma aperta). Solitamente è chiuso da un distico a rima baciata o da una coppia di distici o anche da un solo verso. Può essere anche un sonetto, anch’esso in endecasillabi, formato da 2 strofe (o stanze) di 4 versi e 2 strofe di tre versi. Il sonetto, che nei secoli precedenti il Petrarca poteva essere anch’esso una forma di canzone e che dal Petrarca in poi assumerà la forma descritta, era allora la forma poetica colta usata più spesso in Italia proprio a imitazione del grande poeta. Il madrigale in musica in questi due secoli si è anch’esso molto trasformato. I musicisti non musicano l’intera composizione poetica, spesso di autori classici, ma cominciano ad utilizzarne solo alcune parti (utilizzazione a blocchi) e vi aggiungono strumenti a sostegno delle voci. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 6 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Infine nel 1600 esso perde la polifonicità e diventa solo monodico con aggiunta strumentale. Ormai è diventata la trasposizione musicale di un componimento in forma aperta, più spesso un sonetto, composto da un poeta famoso per altri fini. Si instaura pertanto uno scollamento completo tra la figura del poeta e quella del musicista. La dimensione produttiva del madrigale musicale cinquecentesco, di cui si conservano a stampa circa 40.000 brani, è tale che supera ampiamente l'intera produzione polifonica vocale non liturgica di tutte le altre forme vocali profane e influenza quasi tutta la produzione musicale europea del 1500 e 1600. Nel 1500 si ha la sua piena affermazione: il nuovo madrigale è una fusione della frottola italiana con la polifonia francese e fiamminga e infatti i maggiori compositori sono inizialmente soprattutto fiamminghi, come Adrian Willaert, Jaques Arcadelt, Philippe Verdelot, Maistre Jan e Cipriano de Rore, attivo a Venezia e poi a Parma. Quest’ultimo, autore di armonie complesse e di contrappunti intricati, avvia il madrigale sulle vie del cromatismo, comincia ad usare note alterate, cura l’adesione della musica al testo con ritmi variati e declamazione raffinata. La sua musica serve da modello a tutti i compositori successivi che dedicano cura alla corrispondenza del testo con la musica attraverso ricerche cromatiche ed espressive, con effetti d’eco e contrappunto, fino a giungere alla cosiddetta musica visiva o affresco della musica in cui si fanno corrispondere a sillabe _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 7 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 testuali come sol, mi, fa, re le note omonime, a utilizzare le note nere (o, al contrario, le note bianche), per esprimere sentimenti di tristezza o di gioia, a innalzare la melodia in corrispondenza di parole come cielo facendola scendere in corrispondenza di parole come profondo e simili. Da qui nasce il termine di “madrigalismo” che evidenzia, per qualsiasi forma musicale, questa capacità illustrativa della musica. È una composizione a forma aperta, con un'invenzione continua. Si usano in particolare contrappunto ad imitazione, episodi accordali, ritmi rapidi o lenti, registri gravi o acuti, salti melodici inusitati, accordi con cromatismi o consonanti. La forma è a 4 o 5 voci, tutte con valenza polifonica, cioè senza una voce principale e altre d'accompagnamento. Non è fondamentale la comprensione del testo poetico cantato, ma solo la tragicità suggerita dalla musica. Tratta diversi temi come, ad esempio: un amore stilnovistico nel 1500 o carnale nel barocco, associato alla morte, così come un argomento religioso (da esso deriverà il madrigale religioso, inizio dell’oratorio). Tra i musicisti più noti di madrigali di questo periodo ricordiamo, oltre Giovanni PierLuigi da Palestrina, Orlando di Lasso, Andrea e Giovanni Gabrieli, Luca Marenzio e Carlo Gesualdo da Venosa. Claudio Monteverdi conclude la stagione aurea del madrigale italiano: i suoi Nove libri di madrigali ripercorrono l’evoluzione del genere. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 8 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Ai madrigali del Quinto libro, 1605, ancora polifonici a 5 voci, viene aggiunto il basso continuo e fa capolino la monodia, cioè la preminenza di una voce, normalmente il soprano, sulle altre. La tendenza giunge a prevalere nel corso dei quattro libri successivi a 1, 2, 3 voci con basso continuo e strumenti obbligati, che costituiscono un tratto d'unione del madrigale classico con la monodia. Bibliografia Massimo Mila, Breve storia della musica, Torino, Einaudi, 1963 AA: VV:, La musica, enciclopedia storica, Torino, UTET, 1966 Franco Abbiati, Storia della musica, Milano, Garzanti, 1971 Elvidio Surian, Manuale di storia della musica, Rugginenti Editore. I Vol., Milano, 1999 _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 9 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Un famoso poeta di madrigali: Giovanni Battista Guarini Giovanni Battista Guarini merita uno studio attento per l’importanza delle sue composizioni poetiche musicate da alcuni famosissimi madrigalisti. Egli infatti fu scelto, tra i poeti maggiori del tempo, soprattutto da Monteverdi, da Luca Marenzio e Carlo Gesualdo da Venosa, oltre che da numerosi musicisti minori. Pertanto occupa un posto più importante in musica che in letteratura. Nato a Ferrara nel 1538, é studente e poi professore di eloquenza a Padova. Qui fra i 20 e 30 anni di età vive frequentando l’ambiente di letteratura disimpegnata e allegra creatosi attorno a Scipione Gonzaga e alla Accademia degli Eterei di Padova, in contatto con numerosi altri poeti tra cui Torquato Tasso. Nel 1567 il libro a stampa “Rime degli Accademici Eterei” accoglie l’attività di questo gruppo di intellettuali; in esso sono presenti 35 sonetti, un madrigale e una canzone composti dal Guarini. Nel 1569 passa al servizio del duca Alfonso II° Este di Ferrara, dove anche si trovava il Tasso, assunto però non come poeta, come egli auspicava ( l’Este già stipendiava un altro poeta, suo segretario, Giovan Battista Pigna), ma con compiti diplomatici. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 10 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Sei anni dopo, alla morte del Pigna, il duca lo invita a poetare per le feste e le serate di svago letterario e musicale organizzate dalle sorelle Lucrezia e Leonora d’Este, che si deliziavano a raccogliere, far leggere e cantare i componimenti galanti scritti per esse e le loro dame di compagnia (Concerto delle Dame). Già dalla seconda metà del Quattrocento, Ferrara costituiva un importante centro musicale, grazie alla presenza di compositori di scuola franco-fiamminga come Desprez e Obrecht. Il prestigio venne consolidato nel secolo successivo e raggiunge l’apice fra il 1559 ed il 1597, proprio sotto il regno di Alfonso II d’Este. Tra le iniziative che, all’epoca, rendono la città famosa ed invidiata in tutta Europa, vi é il rinomato Concerto delle Dame, così chiamato perché la formazione di partenza era costituita dalle cantanti Lucrezia e Isabella Bendidio (cognate del Guarini), Leonora Sanvitale e Vittoria Bentivoglio e dal basso Giulio Cesare Brancaccio. Questo primo gruppo venne sciolto per vari motivi ma é ricostituito in breve tempo dalla giovanissima Margherita Gonzaga, terza moglie di Alfonso II, che porta con sé da Mantova la cantante e arpista Laura Peverara e la cantante e violista Livia d’Arco. Insieme a Anna Guarini (cantante e liutista, figlia di Giovanni Battista), formano un trio di formidabili interpreti, attivo a partire dal 1580, che diventa il vanto della corte estense. Le musiche eseguite dall’ensemble sono scritte appositamente da Luzzasco Luzzaschi e da autori minori sui testi di Giovanni _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 11 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Battista Guarini, padre e cognato delle musiciste, il che porta ad un connubio musicale e letterario praticamente irripetibile. Il Guarini riprende a poetare con notevole impegno e compone in questo periodo le sue migliori produzioni letterarie (tra cui il Pastor Fido). In esse dimostra di usare concessioni stilistiche e tematiche di impianto melico fatte per appagare le richieste dei cantanti e dei musicisti, soddisfatte con la sensibilità che gli deriva da un continuo contatto con loro. Il grosso della produzione di questo periodo non viene stampata fino agli anni 90 perché il duca la considera a solo uso privato della corte. Infatti Alfonso è gelosissimo di questa attività musicale che dà lustro al suo ducato e la vuole tenere segreta al pubblico. In effetti dalla vicina Mantova, ove fiorisce una grande tradizione musicale, e dal Granducato di Toscana si cerca di carpire le novità musicali ferraresi inviando ambasciatori con compito di spionaggio; Alessandro Striggio da Firenze, è uno di questi. Alfonso pressa il Guarini alla produzione di madrigali e di dialoghi per “competizioni” canore, versi di lunghezza variabile, variamente rimati, e interrotti da ritornelli, che pare producessero sugli ascoltatori un effetto sorprendente. Di esse non ci sono arrivati né i testi, forse perduti, né le musiche del Luzzaschi che solo nel 1601 riprenderà 12 madrigali, piccola parte di un repertorio amplissimo se non sterminato, per la nuova autorità di Ferrara, il cardinale Pietro _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 12 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Aldobrandini, come omaggio postumo al famoso “Concerto delle Dame”. Però, anche se non edite dall’autore, alcune di queste forme poetiche sono musicate anche da altri numerosi musicisti dell’epoca o in forma anonima o con attribuzione erronea; cinque dal Fiesco nel 1569, una nel 1571 da Filippo del Monte, attivo a Praga, nel suo “Quarto Libro dei Madrigali” e una nel 1575 da Giovanni Agostino Veggio, musicista di area farnese, attribuendola al Tasso (lo stesso madrigale fu in seguito musicato anche da Luzzasco Luzzaschi). Nel 1578 Meldert, musicista fiammingo al servizio di Giulio II, musica il lungo madrigale “Tirsi morir volea”, anch’egli attribuendolo al Tasso; in esso il Guarini descrive, con la terminologia metaforica del petrarchismo, l’atto d’amore tra una ninfa e il pastore Tirsi. L’errore di attribuzione va probabilmente riferito all’esistenza di un altro madrigale tassiano “Nel dolce seno della bella Clori” che sviluppa una situazione analoga, così simile all’impianto guariniano da suscitare il sospetto di una gara poetica tra i due. Nel 1583 viene intonata da Girolamo Belli anche la canzone “Baci soavi e cari”(poi ripresa da Monteverdi) e il sonetto “Taccia il cielo e la terra al nuovo canto”, sempre con attribuzione anonima. Solo con il consenso del duca in quegli anni è possibile al Guarini pubblicare qualcosa nell’ambito della corte ferrarese. Nel 1582 Luzzasco Luzzaschi inserisce nel “Terzo Libro dei madrigali”, dedicato alla duchessa, tre composizioni del _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 13 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Guarini, questa volta con il nome dell’autore, ma altri dodici sono dello stesso in forma anonima. Sempre in quell’anno Luca Marenzio ne musica due nel suo “Terzo libro dei Madrigali”, poi tre nel Quarto e uno nel Quinto e può anch’esso nominare l’autore, forse per intercessione del cardinale Luigi d’Este, suo protettore. Nel 1583 il Baldini, musicista sempre di ambito ferrarese, ne intona due nel “Lauro verde, madrigali a sei voci di diversi autori”. Infine altri due compositori estranei al ducato, Orazio Vecchi nel Libro Primo del 1583 e Ascanio Trobetti, nello stesso anno, ne intonano una. In pratica, in corrispondenza dell’allentamento del legame con la corte di Ferrara, la conoscenza delle rime del Guarini si allarga ben oltre i confini della cittadella estense, raggiunge musici attivi anche in altri centri e la sua fortuna, fin qui in qualche modo contenuta e condizionata dal divieto di diffusione, diventa strepitosa. E’ una marea dilagante; cinque compositori sfruttano le sue rime nel 1584, otto nel 1585 e undici nel 1586 (tra cui Jaches de Wert, che, allontanato da Ferrara, porta a Mantova i madrigali del Guarini). Ciò pone le premesse perché un fenomeno di gusto essenzialmente musicale diventi un caso letterario consacrato dalla pubblicazione del libro di Giovan Battista Licino “Rime di diversi celebri poeti dell’età nostra”. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 14 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 La pubblicazione avviene nel 1587, lo stesso anno in cui Claudio Monteverdi pubblica il 1° Libro dei Madrigali contenente tre composizioni del Guarini, tra cui “Baci soavi e cari”. Nello stesso anni 1587 é stampato anche “Rime di diversi eccellenti autori fatte nelle nozze felicissime degli illustrissimi il sign. Marco Pii di Savoia … e…Clelia Farnese raccolte per Alfonso Caraffa” in cui il Guarini compare con 3 madrigali di omaggio, presumibilmente letti, se non cantati al cospetto degli sposi. Inoltre produce i testi degli intermezzi I, II e IV della pastorale “Sacrificio” di Giovanni Beccari recitata a Sassuolo nel giorno dei festeggiamenti. Ma l’avvenimento più importante dello stesso anno é la stampa di una raccolta voluta da Giovan Battista Licino, l’editore del Tasso, dal titolo “ Rime di diversi celebri poeti dell’età nostra” che promuove la prima comparsa autorevole del madrigale letterario in veste non più di comprimario ma di protagonista, cui si riconosce dignità assoluta. Il Guarini vi appare in primo piano, con una cinquantina di composizioni degli anni 75-80, in compagnia di Torquato Tasso e di altri poeti. Lo scopo del libro è quello di offrire un compendio di madrigali raffinati cui riferirsi anche e oltre la disponibilità ritmica del metro. Per i madrigalisti la pubblicazione di questa raccolta diventa fonte di nuove e ricorrenti intonazioni, in un gioco di influenze reciproche fra musica e poesia che scemerà solo nel secondo decennio del Seicento _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 15 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 In quel periodo però i contrasti tra il Guarini e il duca Alfonso d’Este si intensificano e si arriva alla rottura nel 1588. Nel 1597, Alfonso II muore senza lasciare eredi e il suo regno torna allo Stato della Chiesa. Di conseguenza finisce anche l’esperienza del Concerto delle Dame e un notevole flusso di uomini di cultura, compreso Luzzaschi, lascia Ferrara alla volta di Roma. La memoria del leggendario trio é però ancora sempre viva, rinverdita nel 1601 dalla pubblicazione, nella città capitolina, di una piccola parte della produzione di Luzzaschi. Per tale motivo, nel 1608 il marchese Enzo Bentivoglio, nipote di Alfonso e del Guarini, in qualità di ambasciatore, da Ferrara si reca in missione a Roma, con il preciso scopo di riportare in auge il Concerto delle Dame. Riesce a costituire nel suo palazzo romano un gruppo formato da tre cantanti. Il nuovo ensemble non raggiunge grande notorietà, ma passa alla storia in quanto le artiste sono accompagnate da Piccinini, inventore dell’arciliuto e da Girolamo Frescobaldi, all’epoca giovane clavicembalista. Il Guarini intanto, dopo la rottura con il duca, nel 1590 vede pubblicato il suo madrigale “Crudel perché mi fuggi” da Claudio Monteverdi nel 2° Libro dei madrigali. Nello stesso anno pubblica a Venezia il “Pastor Fido”, la sua opera più nota, un dramma pastorale in endecassilabi e settenari composto tra il 1580 e il 1583, singolare per l'accostamento di elementi tragici e comici, poi rappresentata a Padova e quindi a Ferrara e Mantova. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 16 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Il Pastor Fido diventa un successo tale che conta più di cento ristampe in pochi anni ed è tradotta in tutte le lingue europee. Esso inaugura un nuovo genere, quello tragicomico, privo di precedenti nella classicità. Proprio questo trasgredire le regole dei generi teatrali senza rispettare quelle aristoteliche, frutta a Guarini alcune critiche, cui risponde nel Compendio della poesia tragicomica, pubblicato nel 1601. La vasta polemica letteraria che ne segue è di interesse per la storia, iniziata nel 1600, della lotta contro l’aristotelismo. Il Pastor Fido ispira a sua volta numerosi musicisti di madrigali tra cui Jaques de Wert, Claudio Monteverdi ( nel 5° libro su 16 madrigali ben 11 sono tratti dal Pastor Fido), Luca Marenzio, Sigismondo d’India (che musica “Cruda Amarilli”), Alessandro Grandi, Tarquinio Merula e Heinrich Schutz. A parte merita una menzione la musica di Luca Marenzio composta sulle rime del Pastor Fido perché, in quelle che sono le sue ultime composizioni, anch’egli si avvicina ad una forma di monodia accompagnata dalle altre voci, che prelude al passaggio dal madrigale contrappuntistico alla monodia. Un’altra menzione merita Claudio Monteverdi che basterebbe da solo a dare l’immortalità al Guarini e che lo sceglie tra i poeti preferiti per la sua produzione musicale, insieme al Tasso, il Chiabrera e il Marino. Abbiamo già detto del 1° e 2° Libro dei Madrigali. Monteverdi nel 1592 pubblica il 3° Libro in cui, su 15 madrigali, 9 sono del Guarini; nel 1603 pubblica il 4° Libro con 9 madrigali su 18 del Guarini (uno tratto dal I° atto del Pastor Fido), abbiamo già _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 17 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 detto del 5° Libro, pubblicato nel 1605, nel 1619 pubblica il 7° Libro, con 6 madrigali su 29 del Guarini, nel 1638 pubblica l’8° Libro, in cui 3 su 22 sono del Guarini. Infine sappiamo che nel 1608 Monteverdi musica il prologo della Commedia l’Idropica del Guarini, rappresentata nel palazzo ducale di Mantova e andata poi perduta. Ancora nel 1602 Giulio Caccini nel suo “Le nuove musiche” formato da 23 madrigali dei poeti Rinuccini e Chiabrera ne utilizza quattro del Guarini. Né si può dimenticare Carlo Gesualdo da Venosa che tra il 1594 e il 1611 pubblica 5 libri di madrigali: nel 1° libro è contenuto il madrigale del Guarini “Tirsi morir volea”; nel secondo “O com’è gran martire”, nel terzo “Voi volete ch’io mora” e “Dolce spirto d’amor”, nel quarto “Cor mio, deh, non piangete”, nel quinto “Occhi del cor vita” e “T’amo mia vita”. Negli anni seguenti il Pastor Fido è la storia che avrà più larga influenza sui librettisti d’opera fino al Metastasio. Lo stesso Georg Frederich Handel ne musicherà un’opera lirica. Dopo la rottura col duca di Ferrara il Guarini segue a pubblicare altri madrigali (nel 1591 compare “Mentre vaga angioletta”, poi ripresa da Monteverdi) e si interessa alla nuova stampa de “Le rime” nel 1598. Questa stampa si rivela importante perché creata allo scopo di dimostrare come alcuni madrigali del Guarini fossero cambiati nell’uso musicale rispetto alla stesura poetica primitiva. Infatti sull’onda dell’enorme successo ottenuto dal Guarini, l’editore veneziano Giovanni Battista Ciotti vuole ristampare i _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 18 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 madrigali del poeta già contenuti nel fortunato libro del Licino del 1587 più quelli ancora inediti o editi con attribuzione errata o comparsi anonime negli anni ferraresi, e che con l’uso musicale o con la divulgazione incontrollata avevano subito modifiche. Si rivolge pertanto direttamente al Guarini per averne la stesura autentica ma il poeta non corrisponde all’intento dello stampatore, si instaura tra i due un conflitto che alla fine si esaurisce solo quando il Ciotti riesce, per vie traverse e con la collaborazione di un probabile amico traditore (lo stesso cardinale della dedica?) ad avere i testi autentici. Nella stesura finale del libro, dedicata al cardinale Pietro Aldobrandini, compaiono 32 modifiche su 170 composizioni attribuite fino ad allora al Guarini, ciò vale a dire che circa il 20% della produzione guariniana prima del 1598 era stata cambiata dalla trascrizione musicale. La vicenda è così descritta dallo stesso Ciotti nella prefazione del suo libro: “Queste son quelle Rime del signor cavalier Guarini, lettori miei humanissimi, dal mondo tanto richieste, et lungamente desiderate, al quale volendo io, secondo il mio solito, sodisfare il più che fosse possibile, mi diedi già é gran tempo a farne una buona raccolta, non solo dalle mani del proprio autore, ma dalle rime de gli Eterei, et da quelle d’altri scrittori, al quale scarsamente erano state iscritte, et dalle mani di coloro che n’havevano in penna, et dalla musica di Ferrara, e in somma da qualunque altra parte, ov’io potessi immaginarmi di haverle. Et quando mi credetti di essere a fin dell’opera, et di _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 19 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 poterne far parte al mondo, fui avvertito che l’autore le haveva già buona pezza mutate in modo, che trasformate più tosto, che corrette si potevan chiamare. Ond’io fui costretto a mutar pensiero, et darmi tutto a vedere com’io potessi haverne l’originale tratto dal proprio autore, che stava appresso gran personaggio. Dalle mani del quale prima ch’io l’habbia ricoverato, et che l’autore stesso, non me l’habbia conteso, ho durato la maggior fatica, et hovvi avuta la maggior patienza del mondo. Nella quale però mi consolo, essendo ella sì bene ricompensata con l’eccellenza dell’opera: sicurissimo di recarvi una finissima gioia di lingua , di concetti, di vivezze, di leggiadria, e, quello che tutto importa, di perfettissima purità sostenuta con numero et maestà…..Sopra tutto vi porto il vero testo, et legittimo dell’autore, di che, oltre la fede ch’io ve ne fo, voi per voi stessi il potrete conoscer dalla finezza dell’opera in tutte le sue parti si ben corrispondente a gli altri rari, et maravigliosi scritti di lui, che gran fatica non durerete a riconoscerla per suo parto. Il Guarini muore a Venezia nel 1612. Con il cambiare del gusto musicale e il tramonto del madrigale anche la sua fama di poeta verrà poi notevolmente ridimensionata. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 20 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 BIBLIOGRAFIA Marco del Vaglio. Il concerto delle dame di Ferrara. http://classicvillage.net/varie/100-il-concerto-delle-dame-diferrara.html Massimo Mila. Breve storia della musica. Einaudi, Torino, 2005 Antonio Vassalli. Appunti per una storia della scrittura guariniana: le rime a stampa prima del 1598 Elio Durante - Anna Martellotti. Il cavalier Guarini e il concerto delle dame da Guarini, la musica, i musicisti. Libreria Musicale Italiana, Lucca, 1997 _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 21 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Poesie del Guarini musicate da Claudio Monteverdi Claudio Monteverdi: Libro I Primo libro de madrigali (1587) In Venetia Appresso Angelo Gardano. 1. Ch'ami la vita mia nel tuo bel nome 2. Se per avervi, ohimè, donato il core 3. A che tormi il ben mio 4. Amor, per tua mercé vattene a quella 5. Baci soavi e cari 6. Se pur non mi consenti 7. Filli cara e amata _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 22 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 8. Poi che del mio dolore 9. Fumia la pastorella 10. Se nel partir da voi, vita mia, sento 11. Tra mille fiamme e tra mille catene 12. Usciam, ninfe, homai fuor di questi boschi 13. Questa ordì il laccio, questa 14. La vaga pastorella 15. Amor, s'il tuo ferire 16. Donna, s'io miro voi, giaccio divengo 17. Ardo, sì ma non t'amo 18. Ardi o gela a tua voglia 19. Arsi et alsi a mia voglia 5. Baci soavi e cari Battista Guarini Baci soavi e cari, cibi della mia vita, ch'or m'involate or mi rendete il core: per voi convien ch'impari come un'alma rapita non senta il duol di mort'e pur si more. Quant'ha di dolce amore, perché sempr'io vi baci, o dolcissime rose, in voi tutto ripose; e s'io potessi ai vostri dolci baci _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 23 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 la mia vita finire, o che dolce morire! 17. Ardo, sì, ma non t'amo (Giovan Battista Guarini) Ardo, sì, ma non t'amo, perfid' e dispietata, indegnamente amata da un sì leal amante. Ah, non fia più che del mio amor ti vante, perch'ho già sano il core: e s'ardo, ardo di sdegn'e non d'amore. 18. Ardi, o gela a tua voglia (Battista Guarini ?) Ardi o gela a tua voglia, perfid' ed impudico, or amante or nemico. Ché d'incostante ingegno poco i' stimo l'amor e men lo sdegno: e se l'amor fu vano, van fia lo sdegno del tuo cor insano. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 24 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Claudio Monteverdi: Libro II Libro secondo de madrigali (1590) A 5 voci. In Venetia Appresso Alessandro Rauerij 1. Non si levav'ancor l'alba novella 2. Bevea Fillide mia 3. Dolcissimi legami di parole amorose 4. Non giacinti o narcisi 5. Intorno a due vermiglie e vaghe labbra 6. Non sono in queste rive 7. Tutte le bocche belle in questo nero volto 8. Donna, nel mio ritorno il mio pensiero 9. Quell'ombra esser vorrei 10. S'andasse amor a caccia 11. Mentr'io miravo fiso 12. Se tu mi lassi, perfida tuo danno 13. Ecco mormorar l'onde 14. La bocca onde l’asprissime parole 15. Dolcemente dormiva la mia Clori 16. Crudel, perchè mi fuggi? 17. Questo specchio ti dono, Rosa _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 25 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 18. Non m'è grave 'l morire 19. Ti spontò l'ali amor, la donna mia 20. Cantai un tempo, e se fu dolc'il canto 16. Crudel, perché mi fuggi Giovanni Battista Guarini Crudel, perché mi fuggi s’hai della morte mia tanto desio? tu sei pur il cor mio. Credi tu per fuggire, crudel, farmi morire? Ah! non si pò morir senza dolore e doler non si pò chi non ha core _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 26 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Claudio Monteverdi: Libro III Terzo libro de madrigali (1592) a 5 voci. In Venetia Appresso Piccardo Amadino. 1. La giovinetta pianta 2. O come è gran martire 3. Sovra tenere erbette e bianchi fiori 4. O dolc’anima mia, dunque è pur vero 5. Stracciami pur il core 6. O rossignuol ch’in queste verdi fronde 7. Se per est rem’ardore 8. Vattene pur, crudel, con quella pace 9. O Primavera, gioventù de l'anno 10. Perfidissimo volto 11. Ch'io non t'ami, cor mio? 12. Occhi un tempo, mia vita 13. Vivrò fra i miei tormenti e le mie cure 14. Lumi miei, cari lumi 15. Rimanti in pace _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 27 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 2. O come è gran martire Battista Guarini O come è gran martire a celar suo desire, quando con pura fede s’ama chi non se ’l crede. O soave mio ardore, o giusto mio desio, s’ognun ama il suo core e voi sete il cor mio, allor non fia ch’io v’ami quando sarà che viver più non brami. 3. Sovra tenere erbette e bianchi fiori Sovra tenere erbette e bianchi fiori stava Filli sedendo ne l’ombra d’un alloro, quando li dissi: «Cara Filli, io moro». Ed ella a me volgendo vergognosetta il viso, frenò frangendo fra le rose il riso che per gioia dal core credo ne trasse Amore. Onde lieta mi disse: «Baciami, Tirsi mio, che per desir sento morirmi anch’io». _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 28 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 4. O dolc’anima mia, dunque è pur vero Battista Guarini O dolc’anima mia, dunque è pur vero che cangiando pensiero per altrui m’abbandoni? Se cerchi un cor che più t’adori ed ami, ingiustamente brami; se cerchi lealtà, mira che fede, amar quand’altrui doni la mia cara mercede e la sperata tua dolce pietate. Ma se cerchi beltate, non mirar me, cor mio, mira te stessa in questo volto, in questo cor impressa. 5. Stracciami pur il core Battista Guarini Stracciami pur il core; ragion è ben, ingrato, che se t’ho troppo amato porti la pena del commess’errore. Ma perché stracci fai de la mia fede? Che colp’ha l’innocente? Se la mia fiamma ardente non merita mercede, ah, non la merta il mio fedel servire? _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 29 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Ma straccia pur, crudele: non può morir d’amor alma fedele. Sorgerà nel morir quasi fenice la fede mia più bell’e più felice. 7. Se per estrem’ardore Battista Guarini Se per estrem’ardore morir potesse un core, saria ben arso il mio fra tanto incendio rio. Ma come salamandra nel mio foco vivo per la mia donna in festa e ’n gioco. E se m’avien talora che per dolcezza i’ mora, mercé d’Amor risorgo qual fenice sol per viver ardend’ognor felice. 9. O primavera, gioventù de l’anno Battista Guarini - "Pastor fido", III, I O primavera, gioventù de l’anno, bella madre de’ fiori, d’erbe novelle e di novelli amori, tu ben, lasso, ritorni, _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 30 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 ma senza i cari giorni de le speranze mie. Tu ben sei quella ch’eri pur dianzi, sì vezzosa e bella; ma non son io quel che già un tempo fui, sì caro a gli occhi altrui. 10. Perfidissimo volto Battista Guarini Perfidissimo volto, ben l’usata bellezza in te si vede, ma non l’usata fede. Già mi parevi dir: «Quest’amorose luci che dolcemente rivolgo a te, sì belle e sì pietose, prima vedrai tu spente che sia spento il desio ch’a te le gira.» Ahi, ch’è spent’il desio, ma non è spento quel per cui sospira l’abandonato core. O volto troppo vago e troppo rio, perché se perdi amore non perdi ancor vaghezza, o non hai pari a la beltà fermezza? _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 31 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 11. Ch’io non t’ami, cor mio? Battista Guarini Ch’io non t’ami, cor mio? Ch’io non sia la tua vita e tu la mia? Che per novo desio e per nova speranza i’ t’abandoni? Prima che questo sia, morte non mi perdoni. Ma se tu sei quel core onde la vita m’è sì dolc’e gradita, fonte d’ogni mio ben, d’ogni desire, come poss’io lasciarti e non morire? 12. Occhi, un tempo mia vita Battista Guarini Occhi, un tempo mia vita; occhi, di questo cor fido sostegno, voi mi negate, ahimè, l’usata aita? Tempo è ben di morire; a che più tardo? A che torcete il guardo? Forse per non mirar come v’adoro? Mirate almen ch’io moro. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 32 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 14. Lumi, miei cari lumi Battista Guarini Lumi, miei cari lumi, che lampeggiate un sì veloce sguardo ch’a pena mira e fugge e poi torna sì tardo che ’l mio cor se ne strugge; volgete a me, volgete quei fuggitivi rai, ch’oggetto non vedrete in altra parte mai con sì giusto desio, che tanto vostro sia quanto son io. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 33 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Claudio Monteverdi: Libro IV Quarto libro de madrigali (1603) a 5 voci. In Venetia Appresso Ricciardo Amadino. 1. Ah dolente partita 2. Cor mio, mentre vi miro 3. Cor mio, non mori? 4. Sfogava con le stelle un infermo d'amore 5. Volgea l'anima mia soavemente 6. Anima mia, perdona 7. Luci serene e chiare 8. La piaga c'ho nel core 9. Voi pur da me partite, anima dura 10. A un giro sol de' bell'occhi lucenti 11. Ohimè, se tanto amate 12. Io mi son giovinetta 13. Quel augellin che canta si dolcemente 14. Non più guerra pietate 15. Sì, ch’io vorrei morire 16. Anima dolorosa, che vivendo 17. Anima del cor mio 18. Longe da te, cor mio 19. Piagn' e sospira _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 34 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 1. Ah, dolente partita Battista Guarini Ah, dolente partita, ah, fin de la mia vita! Da te part’e non moro? E pur i’ provo la pena de la morte, e sento nel partire un vivace morire che dà vita al dolore, per far che moia immortalment’il core. 2. Cor mio, mentre vi miro Battista Guarini Cor mio, mentre vi miro, visibilmente mi trasform’in voi. E, trasformato poi, in un solo sospir l’anima spiro. O bellezza mortale, o bellezza vitale, poi che sì tosto un core per te rinasce e per te nato more. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 35 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 3. Cor mio, non mori? Cor mio, non mori? e mori! L’idolo tuo, ch’è tolto a te, fia tosto in altrui braccia accolto. Deh, spezzati mio core, lascia, lascia con l’aura anco l’ardore, ch’esser non può che ti riserbi in vita senza speme ed aita. Su, mio cor mori. Io moro, io vado a Dio, dolcissimo ben mio. 5. Volgea l’anima mia soavemente Battista Guarini Volgea l’anima mia soavemente quel suo caro e lucente sguardo, tutto beltà, tutto desire, verso me scintillando e parea dire: «Dam’il tuo cor, ché non altrond’i’ vivo». E mentr’il cor sen vola ove l’invita quella beltà infinita, sospirando gridai: «Misero e privo del cor, chi mi dà vita?» _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 36 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Mi rispos’ella in un sospir d’amore: «Io, che son il tuo core». 6. Anima mia, perdona Battista Guarini Anima mia, perdona a chi t’è cruda sol dove pietosa esser non può, perdona a questa, nei detti e nel sembiante rigida tua nemica, ma nel core pietosissima amante. E se pur hai desio di vendicarti, deh, qual vendetta aver puoi tu maggiore del tuo proprio dolore? Che se tu se’ il cor mio, come se’ pur malgrado del ciel e de la terra, qualor piangi e sospiri, quelle lagrime tue son il mio sangue, quei sospir il mio spirto e quelle pen’e quel dolor che senti son miei, non tuoi tormenti. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 37 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 9. Voi pur da me partite, anima dura Battista Guarini Voi pur da me partite, anima dura, né vi duol il partire: ohimè, quest’è un morire crudele, e voi gioite? Quest’è vicino aver l’ora suprema, e voi non la sentite? Oh meraviglia di durezza estrema: esser alma d’un core e separarsi e non sentir dolore! 10. A un giro sol de’ belli occhi lucenti Battista Guarini A un giro sol de’ belli occhi lucenti ride l’aria d’intorno, e ’l mar s’acqueta e i venti, e si fa il ciel d’un altro lume adorno. Sol io le luci ho lagrimose e meste: certo quando nasceste, così crudel e ria, nacque la morte mia. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 38 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 11. Ohimè, se tanto amate Battista Guarini Ohimè, se tanto amate di sentir dir ohimè, deh, perché fate chi dice ohimè morire? S’io moro, un sol potrete languido e doloroso ohimè sentire, ma se, cor mio, volete che vita abbia da voi, e voi da me, avrete mill’e mille dolci ohimè. 13. Quel augellin che canta si dolcemente Giovanni Battista Guarini - "Il pastor fido", Act. I, sc. I Quell’augellin che canta sì dolcemente e lascivetto vola or da l’abete al faggio ed or dal faggio al mirto, s’avesse umano spirto, direbb’ardo d’amor, ardo d’amore, ma ben arde nel core e chiam’il suo desio, che li rispond’ardo d’amor anch’io. Che sii tu benedetto, amoroso, gentil, vago augelletto. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 39 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 14. Non più guerra, pietate Battista Guarini Non più guerra, pietate, pietate, occhi miei belli, trionfanti, a che v’armate contr’un cor ch’è già pres’e vi si rende? Ancidete i rubelli, ancidete chi s’arma e si difende, non chi, vinto, v’adora. Volete voi ch’io mora? Morrò pur vostro e del morir l’affanno sentirò sì, ma sarà vostr’il danno. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 40 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Claudio Monteverdi: Libro V Quinto libro de madrigali (1605) a 5 voci col basso continuo per il clavicembalo, chitarrone o altro simile instromento; fatto particolarmente per li sei ultimi, et per li altri a beneplacito. In Venetia Appresso Ricciardo Amadino. 1. Cruda Amarilli 2. O Mirtillo, Mirtill'anima mia 3. Era l'anima mia 4. Ecco, Silvio, colei ch'in odio hai tanto 5. Ch'io t'ami e t'ami più de la mia vita 6. Che dar più vi poss'io? 7. M'è più dolce il penar per Amarilli 8. Ahi, com'a un vago sol cortese giro 9. Troppo ben può questo tiranno amore 10. Amor, se giusto sei 11. T'amo mia vita! 12. E così a poc'a poco torno farfalla 13. Questi vaghi concenti _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 41 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 1. Cruda Amarilli Battista Guarini Cruda Amarilli, che col nome ancora d’amar, ahi lasso, amaramente insegni; Amarilli, del candido ligustro più candida e più bella, ma de l’aspido sordo e più sorda e più fera e più fugace, poi che col dir t’offendo i’ mi morrò tacendo. 2. O Mirtillo, Mirtill’anima mia Battista Guarini O Mirtillo, Mirtill’anima mia, se vedessi qui dentro come sta il cor di questa che chiami crudelissima Amarilli, so ben che tu di lei quella pietà che da lei chiedi avresti. Oh anime in amor troppo infelici! Che giova a te, cor mio, l’esser amato? Che giova a me l’aver sì caro amante? Perché, crudo destino, _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 42 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 ne disunisci tu, s’Amor ne stringe? E tu perché ne stringi, se ne parte il destin, perfido Amore? 3. Era l’anima mia Battista Guarini Era l’anima mia già presso a l’ultim’ore, e languia come langue alma che more, quand’anima più bella e più gradita volse lo sguard’in sì pietoso giro che mi mantenn’in vita. Parean dir quei bei lumi: deh, perché ti consumi? Non m’è sì car’ il cor ond’io respiro come se’ tu, cor mio. Se mori, ohimè, non mori tu, mor’io. 4. Ecco, Silvio, colei che in odio hai tanto Battista Guarini Ecco, Silvio, colei che in odio hai tanto; eccola in quella guisa che la volevi a ponto. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 43 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Bramastila ferir, ferita l’hai; bramastila tua preda, eccola preda; bramastila al fin morta, eccola a morte. Che vòi tu più da lei? Che ti può dare più di questo Dorinda? Ah, garzon crudo! Ah, cor senza pietà! Tu non credesti la piaga che per te mi fece Amore: puoi questa or tu negar de la tua mano? Non hai credut’il sangue ch’i’ versava per gli occhi; crederai questo che ’l mio fianco versa? Ma, se con la pietà non è in te spenta gentilezza e valor che teco nacque, non mi negar, ti prego, anima cruda sì, ma però bella, non mi negar a l’ultimo sospiro un tuo solo sospir. Beata morte, se l’addolcissi tu con questa sola dolcissima parola, voce cortese e pia: va’ in pace, anima mia. Dorinda, ah, dirò mia, se mia non sei se non quando ti perdo e quando morte da me ricevi, e mia non fosti allora che ti potei dar vita? Pur mia dirò, ché mia sarai mal grado di mia dura sorte; _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 44 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 e, se mia non sarai con la tua vita, sarai con la mia morte. Ecco, piegando le genocchie a terra, riverente t’adoro e ti chieggio perdon, ma non già vita. Ecco li strali e l’arco; ma non ferir già tu gli occhi o le mani, colpevoli ministri d’innocente voler; ferisci il petto, ferisci questo mostro di pietad’e d’amor aspro nemico; ferisci questo cor che ti fu crudo! Eccoti il petto ignudo. Ferir quel petto, Silvio? Non bisognava a gli occhi miei scovrirlo, s’avevi pur desio ch’io te ’l ferissi. Oh bellissimo scoglio, già da l’onde e dal vento de le lagrime mie, de’ miei sospiri sì spesso in van percosso, è pur ver che tu spiri e che senti pietate? O pur m’inganno? Ma sii tu pur o petto molle o marmo, già non vo’ che m’inganni d’un candido alabastro il bel sembiante, come quel d’una fera oggi ha ingannato il tuo signor e mio. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 45 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Ferir io te? Te pur ferisca Amore, ché vendetta maggiore non so bramar che di vederti amante. Sia benedetto il dì che da prim’arsi! Benedette le lagrime e i martiri! Di voi lodar, non vendicar, mi voglio. 5. Ch’io t’ami, e t’ami più de la mia vita Battista Guarini Ch’io t’ami, e t’ami più de la mia vita, se tu no ’l sai, crudele, chiedilo a queste selve che te ’l diranno, e te ’l diran con esse le fere lor e i duri sterpi e i sassi di questi alpestri monti che ho sì spesse volte intenerito al suon de’ miei lamenti. Deh, bella e cara e sì soave un tempo cagion del viver mio, mentr’al ciel piacque, volgi una volta e volgi quelle stelle amorose, come le vidi mai, così tranquille e piene di pietà, prima ch’io moia; ché ’l morir mi fia dolce. E dritt’è ben che, se mi furo un tempo _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 46 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 dolci segni di vita, or sien di morte quei belli occhi amorosi; e quel soave sguardo che mi scorse ad amare, mi scorga anco a morire; e chi fu l’alba mia del mio cadente dì l’espero or sia. Ma tu, più che mai dura, favilla di pietà non senti ancora; anzi t’inaspri più, quanto più prego. Così senza parlar, dunque, m’ascolti? A chi parlo infelice? A un muto sasso? S’altro non mi vòi dir, dimm’almen: mori! E morir mi vedrai. Quest’è ben, empio Amor, miseria estrema: che sì riggida ninfa non mi risponda e l’armi d’una sola sdegnosa e cruda voce sdegni di proferire al mio morire. 6. Che dar più vi poss’io? Che dar più vi posa’io? Caro mio ben, prendete: eccovi il core, pegno de la mia fede e del mio amore. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 47 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 E se per darli vita a voi l’invio, no ’l lasciate morire; nudritel di dolcissimo gioire, ché vostro il fece Amor, natura mio. Non vedete, mia vita, che l’immagine vostra è in lui scolpita? 7. M’è più dolce il penar per Amarilli Battista Guarini M’è più dolce il penar per Amarilli che ’l gioir di mill’altre; e se gioir di lei mi vieta il mio destino, oggi si moia per me pur ogni gioia. Viver io fortunato per altra donna mai, per altr’amore? Né, potendo, il vorrei, né, volendo, il potrei. E, s’esser può ch’in alcun tempo mai ciò voglia il mio volere, o possa il mio potere, prego il ciel ed Amor che tolto pria ogni voler, ogni poter mi sia. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 48 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 8. Ahi, come a un vago sol cortese giro Battista Guarini Ahi, come a un vago sol cortese giro de’ duo belli occhi, on’io soffersi il primo dolce stral d’Amore, pien d’un novo desio, sì pront’a sospirar torna ’l mio core. Lasso, non val ascondersi, ch’omai conosco i segni che ’l mio cor addita de l’antica ferita. Ed è gran tempo pur che la saldai. Ah che piaga d’Amor non sana mai! 9. Troppo ben può questo tiranno Amore! Battista Guarini Troppo ben può questo tiranno Amore! Poi che non val fuggire a chi no ’l può soffrire. Quand’io penso talor com’arde e punge, io dico: ah, core stolto, non l’aspettar, che fai? Fuggilo, sì che non ti prenda mai. Ma, non so, com’il lusinghier mi giunge ch’io dico: ah, core sciolto, _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 49 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 perché fuggito l’hai? Prendilo, sì che non ti fugga mai. 10. Amor, se giusto sei Battista Guarini (?) Amor, se giusto sei, fa’ che la donna mia anch’ella giusta sia. Io l’amo, tu il conosci ed ella il vede, ma pur mi strazia e mi trafigge il core, e per più mio dolore e per dispreggio tuo, non mi dà fede. Non sostener, Amor, che nel tuo regno, là dove io ho sparta fede, mieta sdegno; ma fa’, giusto signore, ch’in premio del mio amor, io colga amore. 11. T’amo, mia vita! Battista Guarini T’amo, mia vita! La mia cara vita dolcemente mi dice, e in questa sola sì soave parola par che trasformi lietamente il core _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 50 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 per farmene signore. Oh, voce di dolcezza e di diletto; prendila tosto Amore; stampala nel mio petto. Spiri solo per lei l’anima mia: t’amo! Mia vita la mia vita sia. 12. E così, a poco a poco, torno farfalla Battista Guarini E così, a poco a poco, torno farfalla semplicetta al foco, e nel fallace sguardo un’altra volta mi consumo ed ardo. Ah, che piaga d’Amore quanto si cura più tanto men sana; ch’ogni fatica è vana quando fu punto un giovinetto core dal primo e dolce strale. Chi spegne antico incendio il fa immortale. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 51 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 13. Questi vaghi concenti Battista Guarini Questi vaghi concenti che gli augelletti intorno vanno temprando a l’aparir del giorno, sono, cred’io, d’amor desiri ardenti. Sono pene e tormenti e pur fanno le selve e ’l ciel gioire al lor dolce languire. Deh, se potessi anch’io così dolce dolermi per questi poggi solitari ed ermi, che quella a cui piacer sola desio gradisse il pianger mio! Io bramerei, sol per piacer a lei, eterni i pianti miei. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 52 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Claudio Monteverdi: Libro VII Settimo libro de madrigali (1619) a 1. 2. 3. 4. et 6 voci, con altri generi de Canti. In Venetia Appresso Bartholomeo Magni. 1. Tempro la cetra 2. Non è di gentil core chi non arde 3. A quest'olmo, a quest'ombre 4. O come sei gentile, caro augellino 5. Io son pur vezzosetta pastorella 6. O viva fiamma, o miei sospiri ardenti 7. Vorrei baciarti, o Filli 8. Dice la mia bellissima Licori 9. Ah, che non si conviene romper la fede? 10. Non vedrò mai le stelle 11. Ecco vicine, o bella tigre 12. Perchè fuggi tra salci, ritrosetta? 13. Tornate, o cari baci 14. Soave libertate 15. S'el vostro cor, madonna 16. Interrotte speranze 17. Augellin, che la voce al canto spieghi 18. Vaga su spina ascosa _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 53 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 19. Eccomi pronta ai baci, Ergasto mio 20. Parlo, miser' o taccio? 21. Tu dormi? Ah crudo core 22. Al lume delle stelle 23. Con che soavità, labbra odorate 24. Ohimè, dov'è il mio ben? 25. Se i languidi miei sguardi 26. Se pur destina e vole il cielo 27. Chiome d'oro, bel tesoro 28. Amor che deggio far? 29. Ballo: Tirsi e Clori 4. O come sei gentile, caro augellino Giovanni Battista Guarini O come sei gentile, caro augellino! O quanto è il mio stato amoroso al tuo simile! Io prigion, tu prigion; tu canti, io canto; tu canti per colei che t'ha legato, ed io canto per lei. Ma in questo è differente la mia sorte dolente: che giova pur a te l'esser canoro, ed io cantando moro. 8. Dice la mia bellissima Licori Giovanni Battista Guarini Dice la mia bellissima Licori quando talor favello seco d'amor, _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 54 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 ch'Amor è uno spiritello che vaga e vola, e non si può tenere, nè toccar, nè vedere; e pur, se gli occhi giro, ne' sugli begli occhi il miro: ma nol posso toccar, ché sol si tocca in quella bella bocca. 15. S'el vostro cor, Madonna Giovanni Battista Guarini S'el vostro cor, Madonna, altrui pietoso tanto, da quel suo degno al mio non degno pianto tal hor si rivolgesse, e una stilla al mio languir ne desse, forse nel mio dolore vedria l'altrui perfidia, e'l proprio errore, e voi seco direste: Ah, sapess'io usar pietà come pietà desio! _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 55 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 16. Interrotte speranze Giovanni Battista Guarini Interrotte speranze, eterna fede, fiamme e strali possenti in debil core; nutrir sol di sospiri un fero ardore e celare il suo mal quand'altri il vede: seguir di vago e fuggitivo piede l'orme rivolte a volontario errore; perder del seme sparso e'l frutto e'l fiore e la sperata al gran languir mercede; far d'uno sguardo sol legge ai pensieri e d'un casto voler freno al desìo, e spender lacrimando i lustri interi: questi ch'a voi, quasi gran fasci, invio, donna crudel, d'aspri tormenti e fieri, saranno i trofei vostri e'l rogo mio. 20. Parlo, miser o taccio? Giovanni Battista Guarini - "Gli Amori" Parlo, miser', o taccio? S'io taccio, che soccorso avrà il morire? S'io parlo, che perdono avrà l'ardire? _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 56 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Taci, che ben s'intende chiusa fiamma tal'or da chi l'accende; parla in me la pietade, parla in lei la beltade e dice quel bel volto al crudo core: chi può mirarmi, e non languir d'amore? 23. Con che soavità, labbra odorate (concertato a una voce e 9 instromenti) Giovanni Battista Guarini Con che soavità, labbra odorate, e vi bacio e v'ascolto; ma se godo un piacer, l'altro m'è tolto. Come i vostri diletti s'ancidono fra lor, se dolcemente vive per ambe due l'anima mia? Che soave armonia fareste, o cari baci, o dolci detti, se foste unitamente d'ambe due le dolcezze ambo capaci, baciando, i detti, e ragionando, i baci. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 57 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 Claudio Monteverdi: Libro VIII Madrigali guerrieri e amorosi (1638) Con alcuni opuscoli in genere rappresentativo che saranno per Brevi Episodi fra canti senza gesto. In Venetia Appresso Alessandro Vincenti. 1. Altri canti d'amor 2. Or ch'el ciel e la terra e'l vento tace 3. Gira il nemico insidioso 4. Se vittorie sì belle 5. Armato il cor d'adamantina fede 6. Ogni amante è guerrier 7. Ardo, avvampo, mi struggo 8. Combattimento di Tancredi e Clorinda 9. Ballo: Volgendo il ciel 10. Altri canti di Marte 11. Vago augelletto, che cantando vai 12. Mentre vaga Angioletta 13. Ardo e scoprir, ahi lasso, io non ardisco 14. O sia tranquillo il mar 15. Ninfa che scalza il piede 16. Dolcissimo uscignolo 17. Chi vol haver felice e lieto il core 18. Lamento della ninfa 19. Perchè t'en fuggi, o Fillide _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 58 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 20. Non partir, ritrosetta 21. Su su, su pastorelli vezzosi 22. Ballo delle Ingrate 12. Mentre vaga angioletta Giovanni Battista Guarini Mentre vaga Angioletta ogni anima gentil cantando alletta, corre il mio core, e pende tutto dal suon del suo soave canto; e non so come intanto musico spirto prende fauci canore, e seco forma e finge per non usata via garrula, e maestrevole armonia. tempra, d'arguto suon pieghevol voce, e la volve, e la spinge con rotti accenti, e con ritorti giri qui tarda, e là veloce; e tall'hor mormorando in basso, e mobil suono, ed alternando fughe, e riposi, e placidi respiri, hor la sospende, e libra, hoc la preme, hor la rompe, hor la raffrena; _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 59 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 hoc la saetta, e vibra, hor in giro la mena, quando con modi tremuli, e vaganti, quando fermi, e sonanti. Così cantando e ricantando, il core, o miracol d'amore, è fatto un usignolo, e spiega già per non star mesto il volo. 16. Dolcissimo uscignolo (a 5 voci, cantato a voce piena, alla francese) Giovanni Battista Guarini Dolcissimo uscignolo, tu chiami la tua cara compagnia cantando: «Vieni, vieni, anima mia». A me canto non vale, e non ho come tu da volar ale. O felice augelletto, come nel tuo diletto ti ricompensa ben l'alma natura: se ti negò saver, ti diè ventura. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 60 / 61 www.vocalists.eu Il Madrigale giugno 2012 17. Chi vol haver felice e lieto il core (a 5 voci, cantato a voce piena, alla francese) Giovanni Battista Guarini Chi vo haver felice e lieto il copre, non segua il crudo Amore, quel lusinghier ch'ancide quando più scherza e ride; ma tema di beltà, di leggiadria l'aura fallace e ria. Al pregar non risponda, alla promessa non creda; e se s'appressa, fugga pur, che baleno è quel ch'alletta, né mai balena Amor, se non saetta. _______________________________________________________ Maria Grazia Batzella 61 / 61 www.vocalists.eu www.vocalists.eu