Teoria dello scambio e
della scelta razionale
Randall Collins - Teorie sociologiche
cap.7:" Lo scambio sociale e le teorie
collegate"
1
Presupposti e origini della teoria dello
scambio

La teoria dello scambio sociale si concentra sulla spiegazione e
l’analisi delle micro-interazioni, intese come transizioni di beni
“simbolici” (e materiali) tra individui tendenzialmente razionali
(elemento fondamentale di distinzione dagli studi su
reciprocità e dono di Mauss e Lévi-Strauss).
-
Presupposti della teoria dello scambio (che nasce come
tentativo di razionalizzare teoricamente alcune “evidenze”
empiriche) sono:
Il comportamentismo in psicologia (modello stimolo-risposta,
influenza dell’apprendimento sull’azione, comportamenti colti
estrinsecamente);
Il paradigma utilitarista dell’homo oeconomicus.
a)
b)
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Presupposti e origini della teoria dello
scambio

1)
2)
Prima che venisse sistematizzata, alcuni presupposti e
fonti di ispirazione della futura teoria dello scambio, si
ritrovano negli approcci e nelle conclusioni di alcune
importanti ricerche empiriche degli anni ’30:
Ricerche di Willard Waller sul matrimonio (mercati
matrimoniali);
Ricerche di Elton Mayo sulla psicologia del lavoro
(scuola delle relazioni umane; effetto Hawthorne).
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3
George Homans
a)
b)
c)
d)
Ha gettato i fondamenti della teoria dello scambio;
Nel complesso, per Homans:
Occorre concentrarsi sull’individuo singolo, colto da un punto
di vista comportamentista, per comprendere la società
(individualismo comportamentista);
Gli individui sono tendenzialmente razionali e la loro
razionalità è quella utilitarista del senso comune (utilitarismo);
le leggi fondamentali della sociologia sono psicologiche
(riduzionismo);
Ciò che è convezionale finisce per diventare normativo
(convenzionalismo).
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4
George Homans

Attraverso un lungo percorso di ricerca che parte dallo studio delle
dinamiche di gruppo, in particolare di quelle relative alla formazione della
coesione interna in presenza di eguaglianza di status tra gli attori sociali,
egli formula le seguenti proposizioni analitiche generali, sull’interazione
sociale:
a)
Un individuo compirà una certa azione con tanta più probabilità quanto:
Più spesso è stata ricompensata in passato;
Più prezioso è per la persona il risultato di quell’azione.
L’agire dell’individuo è regolato dalla legge dell’utilità marginale
decrescente (dinamica deprivazione-sazietà).
La dinamica ricompensa-punizione (attese) rinforza o indebolisce la
riproduzione di una certa azione, così come rinforza o indebolisce il valore
del risultato atteso dell’azione stessa.
Gli individui scelgono le loro azioni in base ad un criterio di appropriatezza
determinato dalla combinazione: ricompensa più probabile e ricompensa
più preziosa.
b)
c)
d)
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La teoria Blau-Emerson



Questa teoria parte dall’ambito micro, dell’interazione
tra singoli soggetti, per estendersi all’ambito macrosociale (spiegazione delle caratteristiche dei ruoli sociali,
delle organizzazioni e delle istituzioni);
Il comportamento dei singoli è spiegabile tramite la
combinazione tra la loro razionalità utilitarista e la
presenza di alcune fondamentali norme sociali,
estrinseche alla volontà dell’individuo;
Il potere - come dipendenza di A da B e possibilità per
B di determinare il comportamento di A - nasce dal
micro-scambio sociale e condiziona i processi macro.
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La teoria Blau-Emerson
Per Blau, che considera le dinamiche sociali informali (intese come dinamiche
di mercato) gli elementi analitici fondamentali per la
spiegazione\comprensione del comportamento sociale:
1)
2)
3)
Il comportamento è determinato dal rapporto costi (=
deferenza)\benefici (= ricompense) attesi.
Le persone interagiscono con più probabilità con quelle persone da cui
si attendono la ricompensa più alta, tenuto conto dei costi; corollari di
questa proposizione sono:
Le persone tenderanno a stringere amicizia con quelli che hanno
uno status simile;
Nello scegliere il partner dell’interazione, vige il principio dell’utilità
marginale.
Negli scambi sociali vigono la norma della reciprocità (scambio
reciproco di ricompense, stabilito per via convenzionale e ripetizione
nel tempo) e quella dell’equità (ricompense eque per tutti i partner
dell’interazione).
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La teoria Blau-Emerson
4)
Scambi equilibrati in una relazione provocano squilibri in altre
(l’accumulo degli squilibri o la loro non-risolvibilità, genera il conflitto).
5)
Le persone sono classificate\stimate in base al tipo di ricompensa che
possono dare; le ricompense sono quattro:
denaro (la più scarsa e difficile),
approvazione,
stima,
obbedienza.
a.
b.
c.
d.
-
Ne deriva che le persone in possesso delle risorse di ricompensa più
ambite e scarse eserciteranno potere su quelle che ne sono prive (le
quali daranno in cambio prevalentemente obbedienza\deferenza): da
ciò nasce il fenomeno del potere che è sempre un fenomeno di
dipendenza (tanto maggiore quanto le alternative di A di ricevere
ricompense da altri che non sia B, sono limitate).
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La teoria Blau-Emerson
Dall’emergere del potere negli scambi sociali, derivano le macrostrutture:
A.
innanzitutto i ruoli istituzionalizzati e, dunque, le
organizzazioni complesse.
Tutto ruota intorno alla figura del leader: egli è riconosciuto come tale
in base alle ricompense che è in grado di dare e al suo contributo al
benessere del gruppo. In virtù di ciò gli individui subordinati si
conformeranno ad alcuni modelli di comportamento che, ripetuti nel
tempo, divengono obbligatori (ruoli sociali istituzionalizzati).
B.
-
In secondo luogo la società più vasta (macro-strutture).
Una volta nate, le organizzazioni o gruppi sociali intrattengono scambi
sociali governati dagli stessi principi degli scambi individuali: la società si
stratifica in gruppi e le relazioni di scambio delle ricompense e del
potere, sono formalizzate attraverso lo sviluppo del sistema normativo
(in particolar modo l’ordinamento giuridico) che gli individui
apprendono nel processo di socializzazione e dunque riprodotti.
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La teoria della scelta razionale



È quella prevalente nella scienza economica
contemporanea;
Si basa su: individualismo metodologico, attore
razionale che tende alla massimizzazione della sua
soddisfazione sulla base di una razionalità utilitarista,
scarsità delle risorse, teoria assiomatica;
Nella sociologia contemporanea, questa teoria ha
conosciuto una vasta applicazione, a partire dagli anni
’70 e ’80, grazie agli studi di Olson, Boudon, Elster,
Colemann.
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La teoria della scelta razionale

1)
2)
3)
-
Le peculiarità della sua applicazione in sociologia sono:
Tematizzazione della pluralità delle forme di razionalità oltre quella
utilitarista (in particolare, il ruolo della razionalità assiologica) a
fondamento dell’agire sociale;
L’esistenza di diversi tipi di capitale (materiale, umano e sociale),
come insieme di risorse in grado di determinare l’efficacia e gli esiti
di una certa azione individuale e di un dato processo sociale;
Analisi degli effetti di aggregazione delle azioni individuali, tale da
produrre effetti non previsti dai singoli agenti. Essi possono essere
divisi in:
Effetti emergenti (non previsti ma non necessariamente “negativi”)
– ad esempio, il determinarsi dell’industrializzazione;
Effetti perversi (non previsti e non desiderabili) – ad esempio, il
paradosso del free rider studiato da Olson.
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Il mercato come modello di
riferimento


Tanto nella teoria dello scambio (maggiormente diffusa
negli Stati Uniti) tanto in quella della scelta razionale
(che ha sussunto la prima e ha ormai una popolarità
internazionale), analizzano la società in tutti i suoi
aspetti, utilizzando la metafora e il modello del mercato;
Al livello pratico-politico, questo vuol dire che il
governo dei processi sociali deve riadattare le istituzioni
tenendo presenti gli effetti derivanti da un’interazione
tra attori razionali e, tendenzialmente anche se non
unicamente, utilitaristi-strumentali.
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