NEV NOTIZIE EVANGELICHE protestantesimo ecumenismo religioni 17 dicembre 2008 settimanale anno XXIX numero 51 * EDITORIALE: Guardare Eluana con gli occhi dell'amore senza dogmatismi, di Maria Bonafede * Immigrazione. Domani a Roma tutti in piazza contro il "pacchetto sicurezza" * Riconciliazione. Il messaggio natalizio di Samuel Kobia, segretario del CEC * Ecumenismo. A gennaio 2009 la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani * Europa. UE e chiese a confronto sui temi dell'istruzione nella società multiculturale * Solidarietà. Alle "Valli Valdesi" più di 60mila euro per i danni dello scorso maggio * Africa. Conclusa l'Assemblea quinquennale della Conferenza delle chiese di tutta l'Africa * TELEGRAFO: Notizie in breve * APPUNTAMENTI * DOCUMENTAZIONE: Le raccomandazioni dopo la Consultazione di Palermo * ANTEPRIMA: La tutela del papa ______________________________________________________________________________ Questo è l’ultimo numero dell’anno. Il prossimo numero uscirà in data 7 gennaio 2009 A TUTTI VOI UN BUON NATALE E UN FELICE ANNO NUOVO ______________________________________________________________________________ ABBONAMENTI 2009 Care amiche, cari amici, con l’approssimarsi della fine dell’anno, desideriamo ricordarvi di rinnovare il vostro abbonamento al nostro bollettino. Come potete notare, le tariffe di abbonamento per il 2009 sono leggermente aumentate… d’altronde erano invariate dal 1999, a parte un arrotondamento di pochi centesimi fatto nel 2004! Di seguito le condizioni di abbonamento sia per l'edizione email che cartacea del bollettino. SETTIMANALE email: euro 20; supplemento MENSILE su carta con rassegna stampa: euro 30, edizione SETTIMANALE email + MENSILE su carta: euro 35. Per rinnovare il vostro abbonamento utilizzate il CONTO CORRENTE POSTALE n. 82441007 intestato a: NEVNOTIZIE EVANGELICHE, via Firenze 38, 00184 Roma. Grazie per il vostro sostegno. La redazione ______________________________________________________________________________ EDITORIALE Guardare a Eluana con gli occhi dell'amore e non dei dogmatismi di Maria Bonafede, moderatora della Tavola valdese Con ogni evidenza sul corpo di Eluana Englaro si sta giocando uno scontro politico cinico e lesivo della dignità di una persona e della sua famiglia. Con un vero e proprio accanimento politico, governatori e ministri si ergono a paladini di un simbolo e di una visione della vita che pretendono universale e che invece è parziale ed esclusiva. Politici, teologi, commentatori di ogni tipo disputano su Eluana richiamandosi a principi e dogmi assoluti: guardano verso l'alto sfuggendo allo sguardo spento di una giovane donna che, quando ha potuto, ha chiesto che si ponesse fine a un'esistenza che per lei non era più vita, a una condizione che non ha più nulla a che fare con quel dono che ha ricevuto e del quale ha goduto per un tempo troppo breve. La mia fede in Cristo mi ha sempre spinto a cercare Dio nell'amore di Cristo più che nelle formulazioni assolute delle nostre dogmatiche. Alla ricerca di una presuntuosa verità assoluta, si finisce infatti per perdere il senso della relazione d'amore, di ciò che possiamo e dobbiamo fare per sostenere il nostro prossimo che soffre. E' veramente triste vedere come in tanti si affannino a discettare su un corpo ormai spento e impossibilitato ad ogni relazione, mantenuto in esistenza da un sondino. Io preferisco non dire, non credo di avere alcuna verità da imporre con il consenso degli apparati della comunicazione di massa o con l'autorità della politica. Io posso solo indicare una Verità che non mi appartiene e di cui non dispongo: e per me è la Verità in Cristo e nel suo messaggio di amore, una verità debole, crocifissa e proprio per questo più forte di tutte le altre. Non ammettiamo speculazioni politiche o dogmatiche sul corpo di Eluana – le stesse che abbiamo visto al tempo di Pier Giorgio Welby o di Terry Schiavo. Vorrei solo che l'ultima parola di questa vicenda fosse l'amore per una ragazza che non voleva vivere ciò che la stiamo costringendo a sopportare nel nome di valori e visioni che non le appartenevano. L'amore, quindi, ed il rispetto. Lasciando che la storia si concluda come lei e la sua famiglia da tempo e con una ammirevole dignità hanno chiesto. Piangeremo Eluana, ma almeno potremo dire di averla rispettata. Immigrazione. Domani a Roma tutti in piazza contro il " pacchetto sicurezza" Il Servizio rifugiati e migranti della FCEI aderisce alla mobilitazione davanti Palazzo Chigi Roma (NEV) 17 dicembre 2008 La mobilitazione contro il disegno di legge 733, meglio conosciuto come "pacchetto sicurezza", in programma domani 18 dicembre dalle 10 alle 14 davanti a Palazzo Chigi, vede l'adesione di una trentina di associazioni, movimenti e sindacati attivi nel settore dell'immigrazione, tra cui il Servizio rifugiati e migranti (SRM) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). Secondo i promotori della manifestazione che hanno scelto per la mobilitazione la data del 18 dicembre, Giornata internazionale per i diritti dei lavoratori migranti e delle loro famiglie "l’insieme dei provvedimenti proposti contraddice le norme internazionali sui diritti umani fondamentali e la stessa Costituzione italiana, che afferma la pari dignità sociale delle persone, senza distinzione di sesso, razza, lingua o religione". Franca Di Lecce, direttore del Servizio rifugiati e migranti della FCEI, invitando i membri di chiesa a partecipare numerosi alla mobilitazione di domani, ha dichiarato all'Agenzia stampa NEV: "Il disegno di legge 733, con il pretesto di contrastare l’immigrazione irregolare, delinea, in realtà, una sorta di percorso ad ostacoli per i migranti che vivono e lavorano regolarmente in Italia. Se il ddl in discussione al Senato dovesse passare porterebbe un pericoloso peggioramento delle norme sull'immigrazione: introduzione del reato di immigrazione irregolare, riduzione delle tutele dei rifugiati e dei minori, difficoltà per il ricongiungimento famigliare, l'introduzione del permesso di soggiorno a punti, il cui rilascio e rinnovo sarà più costoso (200 euro!), e prevederà l'obbligo di sottoscrivere un 'accordo di integrazione'. E ancora, medici e personale sanitario saranno tenuti a denunciare gli immigrati irregolari che hanno bisogno di cure. Tutte norme che ostacolano e destabilizzano quei percorsi positivi di inserimento dei migranti, che diventeranno così ancora più ricattabili e facilmente cadranno nella irregolarità, con gravi ripercussioni sulla pacifica convivenza nella nostra società". Tra gli altri hanno aderito: Antigone, Arci, Asgi, Cantieri sociali, Centro Astalli/JRS, Cgil, Cir, Cipsi, Cnca, DVF – per il diritto degli stranieri a vivere in famiglia, Emmaus Italia, Federazione Rom e Sinti Insieme, Fondazione Di Liegro, Gruppo Abele, La Casa dei diritti sociali, Focus, Libera, Lunaria, OsservAzione, Senza Confine, Sbilanciamoci, Sos razzismo, Terra del fuoco, Uil, Unione Inquilini Roma e Lazio. Domani, nelle più importanti città d’Italia, nelle stesse ore si effettueranno presidi davanti alle Prefetture. Riconciliazione. Il messaggio natalizio di Samuel Kobia, segretario del CEC Roma (NEV), 17 dicembre 2008 “E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:14). Si apre con questa citazione dell'evangelo secondo Giovanni il consueto messaggio di Natale del segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), Samuel Kobia. “In Cristo – scrive nel suo messaggio centrato sul tema della riconciliazione – Dio ha riconciliato il mondo a lui. Riconciliazione è un messaggio glorioso. Offre la possibilità che qualcosa di sbagliato del passato possa essere rimessa a posto, che la verità si possa affermare comunque, che si possa cercare il perdono e persino che antichi nemici possano vivere insieme in un clima di rispetto reciproco. E' un messaggio di grazia e di speranza che riflette il grande dono dell'amore di Dio in Gesù Cristo”. Le Nazioni Unite hanno dichiarato il 2009 anno della riconciliazione e, nota Kobia, le chiese di tutto il mondo e il CEC stanno sostenendo questo sforzo attraverso progetti e iniziative che si inquadrano nel “Decennio per sconfiggere la violenza” che si concluderà nel 2010. “Come cristiani – conclude – e con la forza dello Spirito santo impegniamo noi stessi per questo grande obiettivo. E ringraziamo Dio, padre del nostro Signore Gesù Cristo, per l'opportunità che ci dona di lavorare per la riconciliazione con donne uomini di buona volontà in tutto il mondo”. Il CEC è il più ampio organismo ecumenico mondiale. Ha sede a Ginevra e raccoglie 349 chiese protestanti, ortodosse e anglicane presenti in 110 paesi del mondo per un totale di circa 660 milioni di membri. Il CEC ha rapporti permanenti con la Chiesa cattolica. Il segretario generale, pastore Samuel Kobia, proviene dalla chiesa metodista del Kenya. Ecumenismo. A gennaio 2009 la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani Il testo biblico quest'anno è proposto dalle chiese coreane Roma (NEV), 17 dicembre 2008 “Che formino una cosa sola nella tua mano” (Ezechiele 37,17) è il tema della “Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani” del 2009 (1825 gennaio). Quest’anno il testo biblico della Settimana è stato proposto dalle chiese cristiane in Corea le quali, forti della propria storia di popolo diviso tra Nord e Sud, hanno trovato ispirazione nel profeta Ezechiele, vissuto anch'egli in un paese tragicamente diviso, mentre desiderava l’unità per il suo popolo. Spunto di meditazione vuole essere la seconda grande visione del profeta che descrive due pezzi di legno, simboleggianti i due regni in cui Israele era divisa, che tornano ad essere uno (Ezechiele 37, 1523). Secondo Ezechiele la divisione del popolo era riflesso e risultato del peccato e dell’allontanamento da Dio. Gli israeliti avrebbero potuto tornare ad essere un solo popolo rinunciando al loro peccato, abbracciando una conversione e tornando a Dio; dopotutto è Dio stesso che unisce il suo popolo purificandolo, rinnovandolo e liberandolo dalle divisioni. Per Ezechiele questa unione non è semplicemente un mettere insieme due gruppi previamente divisi, ma costituisce una nuova creazione, la nascita di un nuovo popolo che dovrebbe essere segno di speranza per gli altri popoli e per tutta l’umanità. La riflessione durante gli “otto giorni” della Settimana vuole portare ad una più profonda consapevolezza di come anche l’unità della chiesa sia per il bene della comunità umana. Con tale consapevolezza nasce anche una grande responsabilità: tutti coloro che confessano Cristo Signore dovrebbero cercare di realizzare la sua preghiera: “che siano tutti una cosa sola [...] così il mondo crederà che tu mi hai mandato” (Gv 17, 21). Questo il motivo per il quale gli otto giorni cominciano tutti con una riflessione sull’unità dei cristiani. "I titoli proposti per ciascuno dei giorni della Settimana … pongono le comunità cristiane di fronte alle vecchie e alle nuove divisioni, alla guerra e alla violenza, all’ingiustizia economica e alla povertà, alla crisi ecologica, alla discriminazione e al pregiudizio sociale, alla malattia e alla sofferenza, alla pluralità delle religioni per giungere infine a proclamare la speranza cristiana in un mondo di separazione. Siamo dunque in attesa dello splendido annuncio di Apocalisse 21 'Ora faccio nuova ogni cosa'", è quanto si legge nella presentazione dell'opuscolo approntato per la Settimana, e curato come tutti gli anni dalla Società Biblica in Italia; la presentazione è a firma di Domenico Maselli, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI); Vincenzo Paglia, presidente della Commissione per l'ecumenismo e il dialogo della Conferenza episcopale italiana (CEI) e vescovo di TerniNarniAmelia; e Gennadios Zervos, arcivescovo metropolita ortodosso d’Italia e di Malta ed esarca per l’Europa Meridionale. I testi per la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani tutti gli anni sono preparati congiuntamente dalla commissione Fede e Costituzione del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) e dal Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani e diffusi in tutto il mondo. Suggerimenti per l'organizzazione della Settimana di preghiera sono contenuti nell’apposito opuscolo che contiene un'utile guida teologicopastorale. La brochure è scaricabile anche dal sito web di Pro Unione, http://www.prounione.urbe.it/attact/i_settpreg.html. Europa. UE e chiese a confronto sui temi dell'istruzione nella società multiculturale Roma (NEV), 17 dicembre 2008 La qualità dell'istruzione in una società multiculturale: questo il titolo del seminario promosso dalla Commissione europea, dalla Commissione chiesa e società della Conferenza delle chiese europee (KEK) e dalla Commissione delle Conferenze episcopali della Comunità europea (COMECE), svoltosi a Bruxelles lo scorso 15 dicembre nell'ambito dell'anno europeo per il dialogo interculturale. L'assunto di fondo del seminario è vedere l'istruzione “come un fattore chiave nei processi di integrazione”. D'altra parte gli esperti convenuti – tra di essi, rappresentanti delle chiese europee, pedagogisti, esperti e funzionari della UE hanno rilevato come in tutta Europa si assista a una pericolosa settorializzazione del sistema dell'istruzione; non sono pochi, infatti, quei genitori “europei” che tendono a spostare i propri figli da classi con un alto tasso di multiculturalità ad altre più omogenee. Questa settorializzazione – si è detto nel corso del seminario – rallenta e complica i processi di integrazione. Da qui la necessità, anche per le chiese, di promuovere esperienze di accoglienza, scambio e reciproco arricchimento: più concretamente – hanno convenuto i partecipanti – si deve puntare su un'architettura innovativa e funzionale rispetto a questo obiettivo; così come si dovrebbe valorizzare il ruolo delle famiglie e delle comunità nella vita scolastica, ampliando l'offerta di classi attrezzate e dei servizi di orientamento nelle biblioteche. Questo incontro si colloca nel quadro di periodiche consultazioni della Commissione europea che intende dialogare con i rappresentanti delle comunità di fede su questioni di comune interesse. Solidarietà. Alle " Valli Valdesi" più di 60mila euro per i danni dello scorso maggio Conclusa la raccolta fondi promossa dalle chiese evangeliche in seguito alle devastanti piogge Roma (NEV), 17 dicembre 2008 Si è conclusa la raccolta fondi per i gravi danni umani e materiali causati dalle abbondanti piogge a fine maggio in Piemonte, e in particolare nelle Valli Pellice e Germanasca. I doni raccolti hanno raggiunto la somma di 60.831 euro. Lo ha reso noto lo scorso 11 dicembre nella sede della Tavola Valdese di Torre Pellice (TO) la Commissione esecutiva delle chiese valdesi del I° Distretto. Tramite la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) sono arrivati 20.900 euro; dall’otto per mille delle chiese metodiste e valdesi sono giunti 20.000 euro; l'opera tedesca "Gustav Adolf Werk" ha donato 10.000 euro; mentre 9.931 euro sono le offerte provenienti dai membri di chiesa italiani e svizzeri. La somma è stata così ripartita: 7.000 mila euro alla Croce Rossa di Torre Pellice che ha avuto distrutta un’autoambulanza attrezzata che stava operando proprio nel giorno dell’alluvione; 7.000 euro ad una nuova seggiovia "13 laghi" di Prali ritenuta utile per l’intera comunità civile dell’alta Val Germanasca. La restante somma di 46.831 euro sarà devoluta alla chiesa valdese di Villar Pellice che la suddividerà tra le famiglie del piccolo comune montano maggiormente colpito dal disastro naturale. Il pastore Domenico Maselli, presidente della FCEI, esprimendo soddisfazione per i risultati raggiunti, ha dichiarato: “Questa sottoscrizione era per noi tanto più importante perché vi è uno stretto legame spirituale tra l’evangelismo italiano e le Valli valdesi, culla del nostro protestantesimo”. Tra i comuni che hanno registrato i danni più ingenti c'è proprio Villar Pellice, dove una frana è costata la vita a quattro persone, di cui una bambina di tre anni. Africa. Conclusa l'Assemblea quinquennale della Conferenza delle chiese di tutta l'Africa Il 25 gennaio Giornata africana di preghiera e digiuno per la giustizia nello Zimbabwe Roma (NEV), 17 dicembre 2008 Il peso dell'economia globale sugli stati africani e la situazione dello Zimbabwe sono stati tra i temi principali dell'Assemblea della Conferenza delle chiese di tutta l'Africa (CETA), conclusasi a Moputo (Mozambico) lo corso 12 dicembre. “Con il prevalere delle forze della globalizzazione, l'Africa sta sperimentando una nuova forma di oppressione” determinata “dall'insostenibile peso economico di relazioni internazionali e commerciali ingiuste, e da un debito estero insostenibile”. È quanto si legge nel documento conclusivo dell'Assemblea, massimo organo di governo della CETA che si riunisce a cadenza quinquennale. Su questo tema il principale oratore è stato il pastore sudafricano Frank Chikane: “Il mondo occidentale e le sue multinazionali sono colpevoli del peggior tipo di terrorismo nei confronti delle nazioni povere”. Molto intenso e partecipato il dibattito sullo Zimbabwe. Le chiese della CETA hanno lanciato un appello “per la fine del governo illegittimo” della nazione africana e hanno accusato il presidente Mugabe di utilizzare i negoziati con l'opposizione “per prendere tempo e continuare a esercitare il proprio controllo sul paese”. L'Assemblea ha chiesto all'Unione africana e alla Comunità per lo sviluppo dell'Africa meridionale (SADC) di intensificare la propria pressione sul governo di Mugabe, denunciando l'inefficacia di quanto fin qui tentato, anche da parte dei rappresentanti delle chiese. La dichiarazione chiede inoltre che venga rispettata la libertà religiosa di ogni comunità di fede, a fronte delle limitazioni e delle violenze che devono oggi subire le denominazioni mostratesi critiche verso l'operato del presidente Mugabe. Affinché tutte queste rivendicazioni non cadano nel vuoto la CETA ha indetto per il prossimo 25 gennaio una Giornata africana di preghiera e di digiuno per la giustizia nello Zimbabwe. Sullo Zimbabwe è anche intervenuto il pastore Ishmael Noko, segretario generale della Federazione luterana mondiale (FLM), che in questi giorni ha inviato una lettera a tutte le chiese luterane dei paesi appartenenti al SADC, chiedendo loro di agire affinché i loro “governi facciano ulteriori passi per porre fine alle sofferenze del popolo della nazione sudafricana”. TELEGRAFO (NEV) – Il presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), pastore Domenico Maselli, ha inviato al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e ad altre cariche istituzionali, il documento finale dell'Assemblea della Rete cristiana europea per l'ambiente (ECEN), svoltasi a Triuggio (Milano) dal 24 al 28 settembre scorso (vedi NEV 40/08). Il documento, scrive Maselli nella lettera di accompagnamento, vuole essere “un utile supporto dato dalle chiese cristiane alla difesa dell'Ambiente. Il cambiamento climatico – prosegue la lettera – è una sfida per l'Europa che fra molte contraddizioni sta cercando di imboccare la strada di un'economia alimentata da energie rinnovabili e sostenibili”. Una sfida che coinvolge anche l'Italia che “al suo interno sa di dover puntare su un posizionamento strategico internazionale basato su tecnologie innovative anche sul piano energetico”. Il documento è stato inviato anche agli ex presidenti della Repubblica, Cossiga, Scalfaro e Ciampi, ai presidenti delle Commissioni ambiente di camera e Senato e ai ministri dell'Ambiente e delle Infrastrutture. (NEV) – Il Dipartimento di evangelizzazione dell'Unione cristiana evangelica battista d'Italia (UCEBI) annuncia l'apertura delle iscrizioni per la Scuola Asaf per animatori e animatrici musicali per il culto e la missione. “Questa scuola – spiega il maestro Carlo Lella che ne è il direttore – è nata nel 2007 con l'intento di valorizzare il patrimonio musicale evangelico e di favorire la formazione di ministeri musicali all'interno delle nostre chiese soprattutto nell'ambito della liturgia e dell'azione di testimonianza”. Il nome Asaf si riferisce all'omonimo poeta biblico a cui sono attribuiti 12 Salmi. Per informazioni sui corsi e iscrizioni: 081.2203051; [email protected] (NEV/BWA) – E' in corso presso la Duke Divinity School a Durham, North Carolina (USA), il terzo incontro della seconda serie di conversazioni teologiche tra l'Alleanza battista mondiale (ABM) e il Vaticano (20062010). Tema in discussione “La Parola di Dio nella vita della Chiesa: Scrittura, Tradizione e Koinonia”. Scopo degli incontri è raggiungere una mutua conoscenza delle due confessioni, apprezzare la diversità delle tradizioni, incoraggiare una fattiva collaborazione su questioni etiche quali la giustizia, la pace e la santità della vita. La prima serie di conversazioni tra battisti e cattolici si è tenuta tra il 1984 e il 1988. La seconda serie ha già avuto due incontri annuali a Birmingham (USA) nel 2006, e a Roma nel 2007. (NEV/AsiaNews) I cristiani dell'India hanno chiesto al governo di Nuova Delhi garanzie per uno svolgimento pacifico delle feste natalizie, soprattutto nella regione dell'Orissa. L'iniziativa è stata presa dal National United Christian Forum e si è concretizzata con una petizione al primo ministro Manmohan Singh, firmata congiuntamente dal vescovo metodista Taranath S. Sagar, presidente del Consiglio nazionale delle chiese in India, e dall’arcivescovo di Delhi, mons. Vincent Concessao. Ciò che maggiormente preoccupa i rappresentanti delle chiese è l'ultimatum dei nazionalisti indù del VHP che minacciano di organizzare manifestazioni e scioperi per Natale, se la polizia non arresterà per tempo i responsabili dell’omicidio del proprio leader, Swami Laxmanananda Saraswati. Fu proprio l'assassinio dell'esponente del VHP, lo scorso 23 agosto, ad innescare le sanguinose violenze anticristiane nell'Orissa. Rassicurazioni per uno svolgimento pacifico delle festività natalizie sono state chieste alle autorità indiane anche dai rappresentanti delle ambasciate d’Italia, Gran Bretagna, Irlanda, Olanda e Finlandia. (NEV) Sabato 20 dicembre, si terrà presso la chiesa valdese di Milano (vedi appuntamenti) una veglia di preghiera per chiedere al Signore di aiutare quanti guidano le chiese a vincere la paura dell'omosessualità. Il testo biblico che guiderà l'incontro – organizzato dal gruppo Varco, dal gruppo Guado, dalla chiesa evangelica valdese, da Noi siamo chiesa e dalla parrocchia vetero cattolica di Gesù di Nazareth è “Coraggio, sono io, non abbiate paura!” (Matteo 14:27). Il tema è stato suggerito anche dalla presa di posizione del Vaticano di non appoggiare la proposta di moratoria per i reati di omosessualità. “Opporsi a chi lavora per superare le norme che condannano lesbiche, gay e transessuali a pene che talvolta prevedono la morte – si legge nella presentazione della veglia , significa non riconoscere il valore della dignità umana e, perciò, tradire l'annuncio cristiano che ci ricorda come in ogni uomo risplenda, in maniera unica e irripetibile, l'immagine dell'unico Dio. Si tratta di un atteggiamento che nasce dalla paura per la diversità e che rischia di rendere gli uomini ciechi di fronte alle situazioni di ingiustizia e di violenza”. (NEV/CPCE) – La Comunità di chiese protestanti in Europa (CPCE) ha un nuovo logo e un sito web rinnovato. Il nuovo simbolo della CPCE è stato pensato con due esigenze: essere semplice e di impatto immediato; rappresentare efficacemente la natura di questo organismo che raggruppa 105 chiese luterane, metodiste, riformate e unite di 29 stati d'Europa. Il risultato è una croce stilizzata di colore blu. “Si tratta di un logo armonioso e semplice allo stesso tempo”, spiega Daniela Tobler, designer dell'agenzia svizzera “Bro+Webdesign” che lo ha prodotto. Il colore blu richiama l'idea della comunicazione, mentre la croce, formata da due parti separate ma che al tempo stesso formano l'immagine intera, esprime l'idea di unità nella diversità riconciliata che caratterizza le chiese della CPCE. Il nuovo sito web è trilingue – inglese, francese e tedesco – ed offre maggiori possibilità di informazione: è possibile abbonarsi gratuitamente a due bollettini periodici, “Internet Newsletter” e “Euro Info from Brussels”, oltreché scaricare la rivista “CPCE Focus”. www.leuenberg.eu (NEV) Curato dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), è uscito “Un giorno una parola” (ed. Claudiana, pagg. 304, euro 9), l'edizione italiana 2009 delle “Losungen”, la raccolta di passi biblici e meditazioni giornaliere edite fin dal 1731 dalla comunità dei Fratelli Moravi. Un lezionario tradotto in 43 lingue che costituisce uno strumento quotidiano di riflessione per una vasta comunità internazionale ed ecumenica di lettori. Il volume si apre con una introduzione del teologo valdese Paolo Ricca che ricorda la figura del riformatore Giovanni Calvino di cui, nel 2009, si celebrerà il 500° anniversario della nascita. Il testo è arricchito da dodici illustrazioni commentate da Giorgio Tourn. Claudiana, via S. Pio V 15, 10125 Torino; www.claudiana.it (NEV) “Le parabole di Gesù” (pagg. 36, euro 9.50) è il libretto che l'editrice Claudiana dedica questo Natale ai suoi lettori più piccoli. Scritto da Claire Musatti e illustrato da Silvia Gastaldi, il libro riprende le parabole più note raccontate da Gesù: dalla pecorella smarrita al padre generoso, dal tesoro nascosto al seme di senape. Scrive la giornalista Gabriella Caramore nella presentazione: "Gesù faceva dei paragoni questo è il significato della parola parabole molto semplici, perché tutti potessero riconoscere briciole della loro esperienza nelle storie che raccontava, ma soprattutto perché queste storie potessero mostrare le cose importanti che si possono vedere solo con gli occhi del cuore. Cose che non si vedono ma che sono importanti quanto e più di quelle che si vedono”. Claudiana, via S. Pio V 15, 10125 Torino; www.claudiana.it (NEV) A partire dalla cosiddetta "lezione di Ratisbona" tenuta dal pontefice Benedetto XVI, e dalla risposta del vescovo evangelico di Berlino, Wolfgang Huber, il rapporto tra fede e ragione è nuovamente al centro di una disputa sui criteri etici e politici della convivenza civile e sociale. Non si tratta solo di un dibattito sui fondamenti del cristianesimo e sui suoi rapporti con la cultura religiosa e scientifica occidentale, ma anche di un confronto sul rapporto tra fede e modernità, sul ruolo pubblico della religione e sulla laicità. Sono proprio questi i temi che vuole affrontare “Laicità della ragione, razionalità della fede? La lezione di Ratisbona e repliche”, (ed. Claudiana, pagg. 192, euro 15), facendo dialogare, su un piano scientifico e non polemico, giuristi e politologi, filosofi e teologi nel tentativo di delineare uno spazio di discussione tra credenti, tanto protestanti quanto cattolici e laici che contribuisca a chiarire i rapporti tra fede e ragione, preservandone la rispettiva autonomia. Curato da Luca Savarino, il volume presenta i saggi di Oreste Aime, Pietro Barcellona, Claudio Ciancio, Piero Coda, Fulvio Ferrario, Paolo Ricca, Sergio Rostagno, Mario Tronti e Gustavo Zagrebelsky. Claudiana, via S. Pio V 15, 10125 Torino; www.claudiana.it (NEV) – Si apre con una meditazione del decano Holger Milkau l'ultimo numero del 2008 di “MiteinanderInsieme”, organo di informazione del Concistoro della Chiesa evangelica luterana in Italia (CELI). In occasione dei sessant'anni della rivista, la quarta di copertina ripropone il primo numero uscito nel dicembre del 1949 interamente in lingua tedesca, accompagnato da un articolo di Alberto Saggese che commemora la ricorrenza. In sommario, una sezione dedicata al Natale, alla Rete delle donne e alle cronache dalle chiese; articoli su Giornata mondiale di preghiera, caso Englaro, legge Gelmini. MiteinanderInsieme, via Aurelia Antica 391, 00165 Roma; www.chiesaluterana.it (NEV) – Si apre con un editoriale del tenente colonnello Massimo Paone, “Saper accogliere il migrante”, il numero di dicembre de “Il grido di guerra”, periodico mensile dell’Esercito della Salvezza in Italia. In sommario, un articolo sul tema della giustizia, il messaggio di Natale del generale Shaw Clifton, riflessioni sul Natale, l'opera dell'Esercito della Salvezza in Italia e nel mondo. Il grido di guerra, via degli Apuli 39, Roma. APPUNTAMENTI SALERNO – Giovedì 18, nell'ambito del Salone internazionale della satira, incontro sul tema “Mass media e satira: la satira in televisione, a teatro, sul web”. Interviene, tra gli altri, Sergio Velluto, direttore della rivista online di satira teologica “Il peccato” (www.ilpeccato.org). Alle 10 presso il salone dei Marmi, Palazzo di Città. SALERNO – Giovedì 18, il Dipartimento di sociologia e scienza della politica dell'Università di Salerno, organizza il seminario “Il dialogo interreligioso a Salerno e in Campania”. Intervengono rappresentanti di diverse comunità di fede, tra cui, Angelo Barra, Massimo Abdullah Cozzolino, Franco Grillo, Pietro Ravallese, Antonio Squitieri e Alessio Tafuri. Alle 14.30 presso la biblioteca “A. Santucci”, Università degli Studi. ROMA – Venerdì 19, per l'iniziativa “Leggiamo la Bibbia tutti insieme”, Franco Giacobini e Angela Goodwin terminano la lettura del vangelo secondo Luca. Alle 19.30 presso la cripta della chiesa di S. Lucia del Gonfalone, via dei Banchi Vecchi 12. MILANO – Sabato 20, il gruppo Varco, il gruppo Guado, la chiesa valdese, Noi siamo chiesa e la parrocchia vetero cattolica di Gesù di Nazareth, organizzano una veglia di preghiera per vincere la paura dell'omosessualità. Alle 18 presso il tempio valdese, via Francesco Sforza 12a. MILANO – Sabato 20, il Centro culturale protestante e la chiesa metodista invitano alla rappresentazione “La buona novella reloaded”, rivisitazione musicale dei testi di Fabrizio de' André. Alle 20 in via Porro Lambertenghi 28. TORINO – Domenica 21, incontro ecumenico di natale “Gloria a Dio, pace in terra. La preghiera nei canti natalizi delle diverse tradizioni cristiane”. Partecipano cori cattolici, evangelici e ortodossi. Alle 16.30 presso la parrocchia del Sacro Cuore di Maria, via Odino Morgari. CAMPAGNA (Salerno) – Domenica 21, la corale “Con una sola voce” invita al concerto “A new Christmas atmosphere”. Alle 20 presso l'auditorium della chiesa cristiana evangelica di via Starza. TORINO – Lunedì 22, per il ciclo “Musica e preghiera”, concerto del tempo d'Avvento con il Trust in Jesus Gospel Choir e la corale Intonando. Meditazione biblica a cura di Giuseppe Platone. Alle 20.45 presso il tempio valdese, corso Vittorio Emanuele II 23. PALERMO – Venerdì 26, la chiesa valdese organizza un “Concerto di Natale. Inni, letture e riflessioni bibliche”. Alle 18 presso il tempio valdese di Via Spezio 43. ARICCIA (Roma) – Martedì 6 gennaio, la chiesa battista invita alla rappresentazione del musical “Il sogno di Giuseppe”. Alle 16.30 in via Chigi 38. TELEVISIONE – Lunedì 22, su RAIDUE alle 9.30, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda la replica della puntata con i servizi “La recente scomparsa di Alessio II, patriarca di tutte le Russie e protagonista della scena religiosa internazionale”, “Karl Barth, la riscoperta di Dio”, e “Le chiese americane e la presidenza Obama”. Giovedì 25, su RAIDUE alle 10, a cura della rubrica “Protestantesimo”, Culto evangelico di Natale in eurovisione dalla chiesa valdese di Milano: “Natale 2008 nei contrasti: il buio e la luce, la paura e la speranza, la miseria e lo splendore”. Predicazione a cura del pastore Gianni Genre; liturgia presieduta dalle pastore Dorothee Mack e Anne Zell. Domenica 28, su RAIDUE all'una di notte circa, la rubrica “Protestantesimo” manda in onda una puntata con “La storia di Codino: un racconto di Natale”. Replica, lunedì 29 all'una di notte circa e lunedì 5 gennaio alle 7, sempre su RAIDUE Le trasmissioni sono disponibili anche sul sito della RAI, attraverso il link alla pagina www.fedevangelica.it/servizi/ssrtv041.php RADIO – Ogni domenica mattina e nei giorni di Natale e Capodanno, alle 7.30 su RAI Radiouno, “Culto Evangelico” propone una predicazione (21, 25 e 28 dicembre, pastore Emmanuele Paschetto e Didi Saccomani; 1° gennaio, pastore Domenico Maselli; 4 gennaio, pastora Caterina Duprè), notizie dal mondo evangelico, appuntamenti e commenti di attualità. Le trasmissioni possono essere riascoltate collegandosi al sito di RAI Radiouno, attraverso il link alla pagina www.fedevangelica.it/servizi/ssrtv031.php DOCUMENTAZIONE Le migrazioni cambiano il panorama religioso Le raccomandazioni dopo la Consultazione di Palermo Roma (NEV), 17 dicembre 2008 Dal 20 al 23 novembre si è svolta a Palermo la prima Consultazione internazionale sul tema “Le migrazioni e il cambiamento del panorama delle chiese”. A qualche giorno di distanza la segreteria della Commissione delle chiese per i lavoratori migranti in Europa (CCME), ha pubblicato un documento con delle raccomandazioni rivolte alle chiese, alle comunità locali ed alle diverse leadership che operano sia in Africa che in Europa. Segue il testo integrale, tradotto dall’inglese a cura dell’Agenzia NEV. Le migrazioni hanno portato e portano dei cambiamenti nel panorama religioso. Migranti sono diventati membri di comunità già costituite e ne hanno formate di proprie: alcuni mantengono dei legami con le chiese nei loro paesi d’origine, altri stabiliscono dei legami con le chiese nei nuovi paesi di residenza. Le comunità e le chiese stanno cambiando: diventano più transnazionali e più diversificati. Ci sono sfide e questioni aperte: in questa prima consultazione delle chiese europee ed africane sulle migrazioni e il cambiamento del panorama religioso, organizzata dal Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), dalla Conferenza delle chiese di tutta l’Africa (CETA), dalla Commissione delle chiese per i lavoratori migranti in Europa (CCME), dalla Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), e promossa in collaborazione con la Comunità evangelica di azione apostolica (CEVAA), rappresentanti di chiese dell’Africa e dell’Europa hanno condiviso le loro esperienze e si sono scambiati i rispettivi punti di vista sulle sfide e le opportunità per la vita delle chiese e la loro missione in un tempo di accelerate migrazioni. La Consultazione ha discusso diversi aspetti collegati al tema “Migranti cristiani: credere e muoversi tra nazioni e culture”, in rapporto alla diversità delle situazioni. Sono state discusse le specifiche relazioni dei paesi europei con l’Africa alla luce del loro colonialismo, ma anche le politiche di vicinato e le relazioni missionarie tra Europa ed Africa. Si è sottolineato come differenti linguaggi e culture non costituiscono fattori di divisione per le chiese e che la comune fede e confessione può esprimersi in modi assai diversi. Comunque occorre promuovere ulteriormente tanto il riconoscimento delle comunità degli immigrati che nuove strategie di inclusione. Queste questioni sono state discusse anche alla luce delle politiche di integrazione dell’Unione europea e degli Stati membri. I gruppi di lavoro hanno discusso come le chiese africane ed europee possano rispondere insieme alle sfide di “Essere chiesa insieme” e raccomandano quanto segue: · Le migrazioni non sono una questione soltanto politica ma sfaccettata: a livello di sostegno ai diritti, la specifica identità religiosa non implica alcuna distinzione. La possibilità e il diritto di esprimere la propria fede devono essere garantiti in coerenza al diritto di libertà religiosa; · Devono essere identificate le sfide che le chiese stanno affrontando, così come i differenti retroterra storici, etici, sociali, culturali e religiosi; · Comprendere e riconoscere il cambiamento e l’integrazione già in atto; · Si dovrebbe garantire maggiore visibilità a esperienze positive di “Unità nella diversità” come una testimonianza alla società; · Si deve incrementare una conoscenza reciproca e profonda delle chiese africane e di quelle europee. E’ importante conoscere meglio i diversi retroterra e i particolari contesti delle chiese africane e di quelle europee; · Ci sono due aree sulle quali è necessario lavorare: quella ecclesiologica all’interno delle famiglie denominazionali, e quella ecumenica, anche in relazione alle chiese pentecostali e carismatiche; · Si devono riconoscere e valorizzare le leadership delle chiese africane e di quelle europee; · Scambi tra chiese africane ed europee sono utili per lavorare insieme su questioni teologiche e pratiche: sia scambio di pastori a breve o a lungo termine, che di gruppi o di membri di chiesa; · Istituire una rete tra chiese europee ed africane: una prossima consultazione dovrà prevedere il coinvolgimento di altre chiese africane ed europee, così come di altri paesi; · Rafforzare i Consigli delle chiese, le federazioni e le unioni a livello nazionale, con particolare attenzione al riconoscimento del ruolo importante che al loro interno possono svolgere le chiese e le comunità dei migranti; · Le organizzazioni ecumeniche – La CETA, il CCME, la Conferenza delle chiese europee (KEK), la CEVAA, la Coomunità delle chiese protestanti in Europa (CPCE), il CEC, ecc. – dovrebbero informare le loro chiese membro sulle sfide di “Essere chiesa insieme”; · Le istituzioni ecclesiastiche dovrebbero provvedere programmi educativi e materiali sul multiculturalismo e la diversità; · Le comunità e le chiese devono affrontare il tema della formazione e delle specifiche sfide delle seconde generazioni. Appare importante per comprendere l’integrazione, vivere le diversità, diventare più inclusivi e riconoscere che, nel frattempo, le persone e le identità cambiano. E’ stato evidenziato il bisogno di creare uno spazio per discutere delle identità e dei cambiamenti per le famiglie e le comunità; · I cristiani vivono nella società civile; le chiese e le comunità hanno bisogno di aprirsi ai nativi del paese di accoglienza per incoraggiare la vita in comune, il mutuo scambio e quindi l’integrazione; · Alcuni migranti cercano di conservare le tradizioni del loro paese, anche sottovalutando i cambiamenti che avvengono in quel contesto; questo atteggiamento può anche mettere a rischio l’integrazione con la società di accoglienza; · Continuare a lavorare sui confini culturali per riaffermare i temi sociali; · Incoraggiare le chiese a essere aperte al cambiamento, cambiamento che è un processo a due vie da parte di tutti e due i soggetti che lo perseguono. Persino nei casi in cui ci sentiamo feriti dalla perdita causata da un cambiamento, nei tempi lunghi noi sperimentiamo una crescita; · Promuovere incontri di preghiera che coinvolgano partecipanti di diverse chiese di differenti culture. Iniziare spiegando agli altri su che cosa e perché ciascun gruppo prega, e quindi incoraggiare una preghiera per le specifiche preoccupazioni dei partecipanti; · Celebrare i modi nei quali siamo già “chiesa insieme”. A tre esperti del settore, invitati a partecipare alla consultazione in qualità di osservatori, è stato specificatamente chiesto di dare un giudizio sui lavori. Seguono le conclusioni del loro rapporto: Occorre complimentarsi con tutti gli organizzatori – CEC, CETA, CCME, FCEI – per aver raccolto un ampio raggio di partecipanti e per avergli dato l’opportunità di uno scambio. Questo è stato un incontro che ha messo allo stesso livello tutti e tre i soggetti convocati: gli europei, i migranti e gli africani. L’importanza di questo approccio tridimensionale è che le responsabilità e le esperienze sono state condivise, hanno mostrato il bisogno di proseguire questo processo anche in futuro. Non si è potuta dare una risposta a tutte le domande ma siamo stati arricchiti e crediamo che dobbiamo continuare per creare uno spazio per rispondere ai bisogni espressi da questa consultazione. Ci sono ancora molte importanti questioni pratiche che devono essere affrontate. Questo fa suonare una campana, così che noi sappiamo come possiamo avvicinarci il più possibile a Dio e sapere che cosa lui si aspetta da noi, trascendendo i nostri contini dei retaggi nazionali, linguistici e culturali. L’esperienza realizzata è stata unica e nonostante le nostre differenze denominazionali ci siamo sentiti come uno in Gesù Cristo, lavorando per lo stesso obiettivo. “Esclusione – come ha detto qualcuno – è la risposta a un sentimento di minaccia della propria identità”. Le questioni che noi ci dobbiamo porre sono: chi siamo? dove vogliamo andare? dove stiamo andando? Per sapere chi siamo, noi dobbiamo guardare negli occhi dell’altro o dell’altra, e guardare noi stessi come se fossimo nei suoi occhi. Ma prima di tutto noi dobbiamo incontrare quella persona. Una Consultazione di questo tipo può essere considerata solo l’inizio; raccomandiamo vivamente che continui. ANTEPRIMA La tutela del papa di Daniele Garrone Roma (NEV), 17 dicembre 2008 Proponiamo in anteprima l’articolo che verrà pubblicato sul prossimo numero del settimanale delle chiese battiste, metodiste e valdesi “Riforma”. L’autore è il decano della Facoltà valdese di teologia di Roma (www.riforma.it). In occasione del 60° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, il papa è tornato a parlare di diritti umani. “Da sempre la Chiesa ribadisce che i diritti fondamentali … sono un dato universale perché insito nella stessa natura dell’uomo. La legge naturale, scritta dal Creatore nella coscienza umana, è un denominatore comune a tutti gli uomini e a tutti i popoli … una guida universale … I diritti dell’uomo sono, pertanto, ultimamente fondati in Dio creatore, il quale ha dato ad ognuno l’intelligenza e la libertà. Se si prescinde da questa solida base etica, i diritti umani rimangono fragili perché privi di solido fondamento”. La formulazione che più mi colpisce è “solida base etica”. Ciò che è “ultimamente” fondato in Dio, ha bisogno di una base etica per non “rimanere fragile”? Non sarebbe questo il luogo per un evangelo, cioè per dire che ciò che l’umanità ha faticosamente affermato è ciò che Dio ha voluto attribuirle creandola? Invece compaiono la legge naturale e la necessità di una solida base etica. E qui sta il punto. Il papa si concepisce come l’interprete deputato della “legge naturale, scritta dal creatore nella coscienza umana”, come il provvidenziale esegeta del “denominatore comune a tutti gli uomini”. Può così rientrare dalla finestra ciò che ha dovuto uscire dalla porta perché si affermassero, nella modernità, i diritti umani, cioè la pretesa di porre un presupposto religioso alla base della convivenza umana. L’auspicio papale di un “solido fondamento” esprime, ne più e ne meno, la pretesa di esercitare una tutela, è il volto bonario che assume nel quadro della democrazia la pretesa che la propria verità (la legge naturale di cui parla il papa è una visione di una confessione cristiana, né più né meno) sia vincolante per tutti, non perché tutti vi aderiscono nella fede, ma perché è la loro natura anche se non lo sanno. Un tempo il vincolo era giuridico, oggi si presenta come soccorrevole tutela della fragilità. Fino ad un certo punto, la chiesa di Roma ha fieramente avversato i diritti umani, a cominciare dalle libertà di pensiero, di opinione e di religione, che venivano viste come insopportabile tolleranza dell’errore. Non dimentichiamoci che il Sillabo ha poco più di un secolo, e che Pio IX è santo come Giovanni XXIII! Oggi, il pontefice romano si erge a paladino dei diritti umani. Ottimo! Finalmente! Ma insieme dovrebbe riconoscere che anche la sua chiesa si è convertita, e di recente, quando non se ne poteva più fare a meno, ai diritti umani. Invece il papa si erge a paladino per fungere da tutore. E un tutore che non agisce soltanto con i suoi discorsi paternalistici, ma anche con una influente diplomazia e con una efficace attività politica. Il papa sta giocando la sua partita postmoderna e la configura apertamente come una rivalsa nei confronti della modernità, che la sua chiesa ha più di ogni altra avversato e poi subìto. Nessuno gli nega il diritto di giocare la sua partita e di proporsi come tutore. Mi auguro però che questa tutela venga, gentilmente, respinta. Per parte mia lo faccio da credente: no grazie; per sovvenire alla fragilità, mi bastano l’intelligenza, la libertà e il perdono che ho ricevuto da Dio. 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