BENEDETTO BENEDETTUCI: una storia genuina da ricordare Pagina 1 di 2 BENEDETTO BENEDETTUCI: una storia genuina da ricordare Mercoledì 13 Febbraio 2013 11:01 di Luciana Interlenghi. La curiosità e l’amore per il proprio territorio a volte vengono premiati. Lo sa bene Manuela Benedettucci, già responsabile della locale Biblioteca, attualmente in servizio presso l’ufficio cultura del Comune di Recanati. Lei che, negli ultimi tre anni, tra i libri si è mossa a proprio agio, rivolgendo l’interesse anche alle vicende dei suoi avi, noti per le qualità artistiche e non solo. I Benedettucci hanno dato lustro alla città di Recanati. Tra tutti, la figura di spicco è quella di Padre Clemente Benedettucci, a cui è intitolata la Biblioteca antica nella quale sono raccolti più di 45.000 volumi, 25 incunaboli, stampe rare e uniche e preziosi manoscritti. Manuela ha recentemente estratto dal n. 9 del periodico recanatese “GINESTRA” ( anno II del 4 agosto 1901 ) una nota dedicata a Benedetto Benedettucci, affezionato e fedele servitore dei conti Leopardi dal 1839. Riportiamo per intero la pagina che racconta di questo “vecchio dalla barba bianca” che ci piacerebbe collocare tra le piccole-grandi eccellenze del territorio recanatese e di quella parte della nostra storia da mantenere viva. Nella tradizione culturale della città di Leopardi, infatti, si incastonano narrazioni interessanti, dal singolare sapore genuino, tutto da gustare. BENEDETTO BENEDETTUCCI Dal Periodico Recanatese “Ginestra” anno II num. 9 Recanati 04 agosto 1901 Chi fosse passato parecchio tempo addietro, dal palazzo dei conti Leopardi, avrebbe visto al portone di esso, o seduto sulla bassa sporgenza dello stipite, o ritto in mezzo alla via, un vecchio dalla barba bianca, dall’aspetto grave e venerando, reso ancor più solenne dall’assisa signorile scura con gran bottoni dorati, che portava costantemente, quasi credesse di venir meno senz’essa all’antica dignità sua e de’ suoi nobili signori. Il suo parlare franco e cortese con la bonarietà della sua fisionomia e la serietà del suo portamento, gli aveva acquistato la benevolenza e il rispetto dei suoi concittadini recanatesi e anche suscitava certa curiosità, attenzione nel forestiero che in lui si fosse incontrato. Questo vecchio era Benedetto Benedettucci, l’affezionato e fedele servitore dei conti Leopardi. Nato il 7 aprile 1814, morì il 9 giugno 1901 in Recanati, sua patria, consunto dalla vecchiaia. Fu preso in servizio nell’aprile del 1839 dal Conte Monaldo Leopardi, in occasione delle nozze del Conte Pierfrancesco con la Contessa Cleofe Ferretti di Ancona. Ma già fin da ragazzetto il Benedettucci frequentava la casa Leopardi, essendo giovine di http://www.radioerre.net/news/index.php?view=article&catid=104%3Anotizie-genera... 15/05/2013 BENEDETTO BENEDETTUCI: una storia genuina da ricordare Pagina 2 di 2 bottega di un tal Pieroni falegname, il cui padre era giardiniere di casa Leopardi; e accadeva che spesse volte il ragazzetto veniva comandato dal padrone di aiutare il padre di lui ad annaffiare le piante e i fiori del giardino. E fu appunto nell’occasione in cui fu assunto al servizio, ch’elgi, il Benedettucci, potè conoscere il poeta che passeggiava solitario pei viali del paterno giardino; ma del poeta non ebbe mai la possibilità di ascoltare la parola. Fuori di casa egli lo vide una volta sola che ritornava dalla sua prediletta passeggiata al Colle dell’Infinito, col capo ricoperto dal piccolo rivolto del ferraiolo, avendo perduto il cappello. Il Benedettucci dal 1839 in poi passò la vita continuamente al servizio di Casa Leopardi, e potè essere spettatore di tutti gli avvenimenti della nobile famiglia, della quale vide fino a quattro generazioni. Assistette nell’ultima infermità il Conte Monaldo ed i genitori del vivente Conte Giacomo, che furono Pierfrancesco Leopardi e Cleofe Ferretti; e in un servizio così lungo conservò sempre uguale affezione e rispetto a’ suoi signori, mantenendo tutte quelle doti speciali e quei tratti caratteristici dei vecchi servitori dei nobili. Ebbe ancora vivendo il suo quarto d’ora di notorietà, imperocchè, essendo la guida dei visitatori della Biblioteca Leopardiana, tra i quali ce ne furono parecchi d’illustri e di varie nazioni, il vecchio servo, senza saperlo, diventava anch’egli un personaggio interessante e degno di nota, e molte volte fu intervistato dai visitatori sui fatti e sugli aneddoti riguardanti il poeta e la sua famiglia, e fu anche nominato in giornali ed opuscoli, in grazia di quell’ufficio che esercitava con tanta dignità e direi quasi nobile orgoglio. Avrebbe mai creduto egli, il buon vecchio, che anche un ultimo lembo della gloriosa aureola del poeta del dolore, avrebbe sfiorato, per dir così, anche quella sua austera e senile figura, e l’avrebbe indissolubilmente legata alla memoria veramente augusta del suo antico e glorioso signore? Ora riposa in pace nel camposanto della patria, accanto a’ suoi nobili padroni, accanto alle gentili evocazioni del poeta. 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