PRESENZA DEL VANGELO Presenza del Vangelo è un movimento che si propone di diffondere la conoscenza, la spiritualità e la pratica del Vangelo in conformità al Magistero della Chiesa cattolica. presenza del Vangelo Trae dal Vangelo la sua ispirazione, la sua spiritualità, i suoi metodi e si impegna con specifiche iniziative nella missione evangelizzatrice della Chiesa per contribuire all'avvento del Regno di Dio nel mondo. Presenza del Vangelo in forza della sua denominazione, si impegna a lavorare apostolicamente affinché il Vangelo sia presente nella coscienza e nella vita di ogni uomo e nelle varie forme della vita ecclesiale e sociale. Presenza del Vangelo si inserisce attivamente nella Chiesa locale e svolge il suo apostolato nelle famiglie, nella scuola, negli uffici, nel mondo del lavoro e in qualsiasi altro ambiente anche se difficile e lontano. Vuole essere presente tra i piccoli, i poveri e i sofferenti, consapevole della predilezione di Gesù nei loro riguardi. Per informazioni e richieste: MOVIMENTO PRESENZA DEL VANGELO Via Chiarandà, 7 - Tel. (091) 44 14 34 Tel. (091) 446131 - 90125 PALERMO NUMERO SPECIALE DEDICATO AL FONDATORE P. PLACIDO RIVILLI 1/2000 SOMMARIO presenza del Vangelo IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI Rivista bimestrale di spiritualità e di cultura edita a cura del Movimento Cattolico «Presenza del Vangelo» Anno LIII n. 1 - 2000 DIRETTORE RESPONSABILE: Nino Barraco 2 Placido Rivilli, In lotta per Cristo 5 Placido Rivilli, Responsabilità e futuro 7 Rosario Calò, Un cammino che continua 9 Consiglio del Movimento, Rimpianto e gratitudine “INVIATI AD EVANGELIZZARE” 11 Nino Barraco, La strada come “lectio” 7 Agosto Ore 12,00 Ore 16,30 13 Venanzio Ferraro, La Messa alla Gancia Ore 17,30 17 Pietro Sorci, Il ricordo si fa preghiera Ore 21,00 21 L’Osservatore Romano, Testimone e missionario RESPONSABILE DEL MOVIMENTO: Rosario Calò LE TESTIMONIANZE DIREZIONE: Casa del Vangelo Via Chiarandà, 7 - Tel. (091) 44 61 31 90125 Palermo Centro Crociata del Vangelo Via Chiarandà, 7 - Tel. (091) 44 14 34 90125 Palermo C.C.P. intestato alla Direzione: 12949905 ABBONAMENTI: L. 30.000 L. 50.000 L. 40.000 L. 5.000 L’abbonamento decorre da Gennaio a Dicembre. Chi si abbona durante l’anno riceverà i numeri arretrati. Michele Savasta, Uno “spostato” di Dio Ore 12,00 Ore 15,30 Ore 21,00 25 Grazia Napoli, Un grande dono per tutti 9 Agosto 25 P. Giovanni Salonia, Presenza forte e significativa Ore 19,00 Ore 21,00 26 Rina Amato, La morte non è una catastrofe 28 Orazio Sapienza, Una ragione di essere 10 Agosto Ore 08,30 Ore 09,00 30 Maria Lo Curto, Parola della sua Parola 32 Gaetano Di Liberto, La forza del Vangelo 34 Vincenzo Vanadia, La semplicità, la sua grandezza 35 Sr M. Agnese Pavone, Ha voluto le Contemplative 37 Aristide Raimondi, Il nostro grazie alla Trinità 37 Anna Pulizzotto, È passato seminando gioia LA GIORNATA DI PERGUSA 38 Rosario Calò, Evangelizzare oggi 42 Gemma Aiello, Quali responsabili Registr. Tribunale Palermo 27 giugno 1948 Con approvazione ecclesiastica Sped. in abbonamento postale art. 2, comma 20/c, Legge 662/96. Filiale di Palermo 8 Agosto Ore 08,30 Ore 09,00 24 AMMINISTRAZIONE: Ordinario Sostenitore Estero Una copia 50° CONVEGNO NAZIONALE / 7-11 AGOSTO 2000 ROMA IL FUTURO INSIEME 45 Ore Ore Ore Ore Ore 12,00 16,00 18,00 19,00 21,00 11 Agosto Ore 08,30 Ore 09,00 Ore 20,00 In mattinata arrivi e sistemazione. Liturgia di apertura: celebrazione eucaristica. Ricordo di P. Placido Rivilli O.F.M., Fondatore del Movimento Diac. Prof. Rosario Calò, Responsabile del Movimento. Relazione: “La Trinità, sorgente della Missione” P. Roberto Toni, Carmelitano. Interventi. Momento di fraternità; testimonianze su P. Placido Rivilli. Celebrazione Lodi Relazione: “Eucarestia e Missione”; P. Roberto Toni, Carmelitano. Interventi. Celebrazione eucaristica. Pellegrinaggio giubilare alle Basiliche: S. Paolo fuori le mura. Veglia missionaria. In mattinata: udienza dal Santo Padre. Pomeriggio libero. Celebrazione eucaristica. Momento di fraternità. Celebrazione Lodi. Relazione: “A Messa i fedeli entrano discepoli, ma dalla Messa escono apostoli”; Diac. Prof. Rosario Calò. Interventi. Celebrazione eucaristica. Gruppi di approfondimento. Assemblea conclusiva: confronto e progettualità. Celebrazione Vespri. Momento di fraternità. Celebrazione Lodi ed Eucaristia. Pellegrinaggio giubilare alle Basiliche: S. Giovanni in Laterano - S. Maria Maggiore. Partenza. Quote di partecipazione Prenotazione: Viaggio in treno, 2.a classe: Palermo-Roma e viceversa Cuccetta in scompartimento a quattro posti: Cuccetta in scompartimento a sei posti: Soggiorno presso la sede del Convegno, dal pranzo del giorno 7 al pranzo del giorno 11: Pullman per i vari spostamenti nella stessa Roma Supplemento stanza singola L. 30.000 L. 147.000 L. 90.000 L. 43.000 L. 360.000 L. 50.000 L. 15.000 al dì La prenotazione al Convegno deve pervenire, fino ad esaurimento dei posti, entro e non oltre il 15 aprile 2000. Insieme alla prenotazione deve essere versata la quota relativa alla cuccetta. Il versamento può essere fatto anche a mezzo c.c.p. n. 12949905 intestato a: “CENTRO CROCIATA DEL VANGELO” - Via Chiarandà, 7 - 90125 Palermo Venanzio Ferraro, La “nostra” vocazione Sede del Convegno ISTITUTO “MARIA SS.MA ASSUNTA” - Suore Domenicane del Sacro Cuore Via Casilina, 235 - 00176 ROMA - Tel. e Fax: 06.290260-06.274791 Fotocomposizione: Compostampa di M. Savasta - PA Stampa: Tip. AIELLO - Bagheria In copertina Motta d’Affermo (ME) - Cappella della Casa del Vangelo “Tabor”, alla quale Padre Rivilli era particolarmente legato. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a: CASA DEL VANGELO “IL CENACOLO” VIA CHIARANDÀ, 7 - 90125 PALERMO Tel. 091.441434 - Fax 091.446131 Numero Speciale dedicato a P. PLACIDO RIVILLI o.f.m. nato a Castel di Lucio il 29.11.1919 morto a Palermo il 13.12.1999 FONDATORE DEL MOVIMENTO “PRESENZA DEL VANGELO” IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI In lotta per Cristo PLACIDO RIVILLI Riportiamo, con affetto filiale, l’articolo che P. Placido Rivilli ha scritto nel primo numero (marzo 1947) della rivista del Movimento, che a quel tempo portava il titolo di “Crociata francescana”. L a complessa trama degli avvenimenti in cui noi siamo rispettivamente attori e vittime s’è incaricata di mettere in evidenza una concezione cristocentrica della vita. Nel quadro della vita contemporanea il male non ha una forza meno dimostrativa del bene relativamente al mistero del Cristo. Forse ciò sembrerà paradossale. Ma è vero: l’uomo che prega e l’uomo che impreca, l’uomo che adora e l’uomo che bestemmia possono collaborare quantunque in senso opposto per la stessa causa. Ma quantunque noi accettiamo un’apologia del Cristo costruita con gli stessi ruderi della negazione, la nostra apologia deve essere essenzialmente positiva e diretta. È attraverso un processo di affermazione e per mezzo di una volontà decisamente orientata al Cristo che si deve effettuare il nostro itinerario a Cristo. La dialettica del Cristianesimo non trova la sua causa efficiente nel PRESENZA Una espressione assorta, meditativa, di P. Rivilli. male che del resto sa utilizzare in funzione del proprio sviluppo. Una dimostrazione basata sulla negazione – sul male – ha certamente il suo valore apologetico, ma è sempre vero che il mistero del Cristo si rende accessibile – direi quasi 2 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI no in apostoli; i suoi traditori moltiplicano i proseliti; i suoi Crocefissori collaborano al suo trionfo. La forza del male non potrà costringere il Cristo nell’incosciente inerzia di un sepolcro! Le anime hanno bisogno di Lui e spezzeranno la pietra sepolcrale perché la sua resurrezione è la loro resurrezione (dell’uomo). C’è un profondo anelito di giustizia nella disperazione dell’uomo ed è un anelito a Cristo – nostra giustizia. – C’è un impellente bisogno di luce; ma gli occhi dell’uomo non potranno saziarsi se non nella luce del trasfigurato sul Tabor. C’è il gemito della creazione spremuta da una mano di ferro – l’odio. – Soltanto quando gli uomini si tro- comprensibile – a quelle anime che in se stesse e nel mondo ne difendono i diritti in una forma positiva. Vogliamo servire alla causa del Cristo con la cosciente certezza della sua bontà e della sua importanza. Non vogliamo essere gli involontari strumenti di una gloria non cercata e non desiderata, ma a questa gloria vogliamo servire, nel quotidiano cimento, con intelligente adesione e con volontà tenace. L’irruzione del male non ci scoraggia, ma potenzia la nostra forza e provoca il nostro spirito con più ardore alla lotta. I nemici del Cristo hanno il merito di creare in noi un bisogno urgente dell’amicizia del Cristo; i suoi negatori ci trasforma- Siamo agli inizi dell’Opera. Tra i presenti l’Arcivescovo di Palermo, Cardinale E. Ruffini PRESENZA 3 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI agognare la salute e il suo male è l’assenza di te. Chi ricerca la bellezza nel mondo cerca, senza accorgersene, te che sei la bellezza intera e perfetta; chi persegue nei pensieri la verità, desidera, senza volere, te che sei l’unica verità degna di esser saputa; e chi s’affanna dietro la pace cerca te, sola pace dove possono riposare i cuori più inquieti. Essi ti chiamano senza sapere che ti chiamano… (G. Papini: Storia di Cristo). L’uomo lotta nell’insaziata fame di felicità, ma un intuito profondo vi dice che la sua lotta è per Cristo. Placido Rivilli veranno davanti alla suprema rivelazione dell’amore del Cristo – il gemito cesserà e incomincerà l’inno. Un uomo dopo un periplo travagliato attraverso le ideologie più aberranti e le morali più pazzesche si fermò stanco ai piedi del Cristo e pregò formulando un commovente quanto energico e vibrante atto di fede: Abbiamo bisogno di te, di te solo e di nessun altro. Tutti hanno bisogno di te, anche quelli che non lo sanno, e quelli che non lo sanno assai più di quelli che lo sanno. L’affamato s’immagina di cercare il pane e ha fame di te; il malato si illude di Benedizione e incoraggiamento Sin dall’inizio l’opera di P. Placido Rivilli ha ricevuto apprezzamenti e stima. Riportiamo la benedizione dell’Arcivescovo di Palermo, Card. E. Ruffini e quella del Ministro Provinciale dei Frati Minori, P.Q. Garra. B C arissimo P. P. Rivilli, vedo con immenso piacere il movimento creatosi tra un gruppo di colti e forti amici per i trionfi sociali di Cristo attraverso S. Francesco. Il tempo non poteva essere più propizio. È necessario che una “Crociata Francescana” di stampa, di parola, di feconde opere cristiane si allarghi per tutte le vie del mondo e specialmente della nostra Patria perché gli uomini, le famiglie, l’intera società, ritornino alla fonte della vita e della civiltà che è Cristo e che viene da Cristo. Benedico le iniziative e il lavoro, Mi auguro che il Movimento diventi potente e larghissimo con la divina Benedizione. enediciamo di cuore la “Crociata Francescana” e le inizia- tive di cui vuole essere promotrice, facendo voti che lo Spirito del Poverello d’Assisi si diffonda largam e nt e nel m on do a s a lvezza di molte anime. + Ernesto Card. Ruffini Arciv. P. Antonio M. Garra Palermo, 23 Dicembre 1946 PRESENZA Comm. Prov. dei Frati Minori di Sicilia 4 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI Responsabilità e futuro PLACIDO RIVILLI Ci pare doveroso anticipare qui la relazione di P. Rivilli tenuta al Convegno di Pergusa. Nell’ultima parte della Rivista, gli interventi di Calò e Aiello. Presenza del Vangelo. La responsabilità di cui si è parlato non può essere compresa solo come conoscenza teorica, ma deve tradursi in impegno, cioè nella sincera volontà di tradurre in azione la Parola ascoltata e accolta come dono da trasmettere agli altri. È evidente che il nostro impegno non può essere generico, ma per sua natura, deve essere specifico. Per comprendere questa specificità possiamo riferirci al Prologo giovanneo dove è detto che il mondo esiste e consiste in forza della Parola e continua ad esistere perché la Parola continua a crearlo, momento per momento, in questo momento. Se vogliamo contribuire efficacemente alla trasformazione di questo mondo secondo il progetto di Dio dobbiamo rifarci alla origine della creazione. Siamo chiamati ad essere la sua Parola per fare di questa Parola la forza creatrice di un mondo nuovo più umano, più cristiano. Questo richiede: - ascolto della Parola; - incarnazione della Parola; - annunzio della Parola. Questa triplice esigenza bisogna che diventi realtà, che si realizzi e 1. Responsabilità è capacità di rispondere ad una chiamata. Etimologicamente potrebbe spiegarsi come - Responsum dare habilis. Nel nostro specifico, responsabilità comporta la capacità di rispondere a Dio che parla e agli uomini ai quali dobbiamo trasmettere la Parola di Dio. La risposta a Dio che ci parla sottintende un atteggiamento di: - silenzio; - attenzione; - docilità; - ubbidienza; - fedeltà. La trasmissione della Parola richiede: - conoscenza del soggetto a cui trasmettere la Parola; - linguaggio comprensibile a coloro che ci ascoltano; - adattamento all’ambiente e alle culture da evangelizzare. La nostra responsabilità è specifica, cioè rispondente al nostro carisma, alla nostra spiritualità e alla missione che Dio ci ha affidato chiamandoci ad inserirci nel Movimento PRESENZA 5 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI diventi impegno, impegno che dobbiamo adempiere non solo come cristiani, ma come aderenti al Movimento Presenza del Vangelo. 2. - Formazione personale (acquisire modi di pensare, mentalità, comportamenti, stile di vita conformi al Vangelo). - Acquisire la coscienza che il cristiano in forza del battesimo è chiamato ad essere operaio della evangelizzazione. - Impegnarsi in una concreta azione missionaria secondo il proprio carisma e le proprie attitudini. - Non limitare la nostra presenza solo negli ambienti in cui siamo accolti e gratificati, ma anche, e a volte in modo privilegiato nei contesti più specifici e lontani. - Impegnarci anche quando costa sacrificio e incontriamo incomprensioni. - Essere messaggeri anche nelle persecuzioni: “Gioite ed esultate”, “Gioite nel Signore”. P. Rivilli con i suoi genitori. 3. - Dio apre alla Chiesa gli orizzonti di una umanità più preparata alla semina evangelica. Sento venuto il momento di impegnare tutte le forze ecclesiali per una nuova evangelizzazione. Nessun credente in Cristo, nessuna istituzione della Chiesa può sottrarsi a questo dovere supremo: annunziare Cristo a tutti i popoli (Rm. n. 3)… La speranza cristiana ci sostiene nell’impegnarci a fondo per la nuova evangelizzazione e per la missione universale (Rm. 86). Placido Rivilli PRESENZA “ Il mondo esiste e consiste in forza della Parola, e continua ad esistere perché la Parola continua a crearlo. ” 6 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI Un cammino che continua ROSARIO CALÒ Padre Rivilli. Una presenza nella pienezza della luce, che è compimento di ciò che attendiamo. Ma è ugualmente chiaro che viene a mancare la sua presenza qui tra noi e di servizio con noi. Perciò siamo chiamati a capire e ad accogliere il compito del cammino che continua. Si tratta di prendere il “testimone” del sì che Padre Placido ha detto al soffio dello Spirito quanto al carisma della Parola da conoscere, vivere ed annunziare. Un sì missionario che ha comunicato incessantemente S o bene che Padre Placido Rivilli non vorrebbe che parlassimo di lui neppure con accenni e ci inviterebbe ad andare piuttosto ad annunziare il Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Questa sollecitazione la sentiamo viva e ci spinge all’impegno. Oggi però non possiamo tacere e avvertiamo l’esigenza di raccontarci la sua passione per il Vangelo. Questo è un momento particolare. È il giorno in cui il nostro Movimento, che è “a servizio della Parola di Dio”, ha una presenza diversa di Con Padre Rivilli sono Saro Calò e Gemma Aiello. La foto si riferisce all’ultimo Convegno di Pergusa. PRESENZA 7 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI In questa prospettiva, mi sembra decisamente importante l’impegno a compiere un itinerario che ci conduca alla celebrazione della prossima Assemblea elettiva, dandoci chiara consapevolezza di compiti, ruoli, responsabilità, impegni e della loro specificità. È pertanto un itinerario che si qualifica di “fraternità e impegno”. Il primo e determinante contributo al cammino verso e alla celebrazione stessa dell’Assemblea è affidato alla preghiera di tutti noi, e direi in particolare dei nostri cenacoli che sono così chiamati a porsi in stato di preghiera. Il contributo di una adeguata conoscenza di ciò che stiamo costruendo può venire in particolare dai momenti dell’itinerario di preparazione all’Assemblea proposti (febbraio e maggio) e dalla ulteriore riflessione che potranno farne i cenacoli. È importante che tutti abbiamo conoscenza e consapevolezza del cammino da fare, non soltanto coloro che fanno parte dell’Assemblea. Il Consiglio del Movimento, nella riunione del 23 dicembre scorso, ha scelto come data di celebrazione dell’Assemblea i giorni 23-24 settembre 2000. Questo numero della rivista, il primo del 2000, vuole dire un grazie al nostro P. Placido Rivilli, attraverso contributi e testimonianze che, per motivi di spazio, non possono che essere limitati. Ci proponiamo di raccogliere in un opuscolo un materiale più ricco. Il programma del prossimo Con- la passione per il Vangelo ed ha profeticamente partecipato al formarsi della coscienza della Chiesa come popolo di Dio, aprendo ai laici quegli spazi di servizio che competono loro come fatto vocazionale. Quando il 4 e il 5 dello scorso dicembre abbiamo svolto il Consiglio del nostro Movimento, niente avrebbe potuto far pensare che proprio quel Consiglio sarebbe stato l’ultimo presieduto dal Fondatore. Oggi siamo chiamati ad una piena responsabilizzazione e quel carisma, che da tempo abbiamo condiviso, ci viene consegnato in modo immediato e per un cammino da continuare. Per questo servizio del cammino che continua, in questo primo periodo, sono chiamato ad assumere il compito di Responsabile, secondo quanto afferma lo Statuto del Movimento: “Nel caso che, per qualsiasi motivo, venga a mancare il Responsabile centrale, il Vice Responsabile ne assume ad interim la carica, ma non per oltre un anno, trascorso il quale si procederà a nuova elezione” (art. 42). Risulta profondamente significativo che il cammino che siamo chiamati a realizzare sia attento al carisma specifico e all’edificazione della comunione, mentre ci spinge ad impostare un metodo di “servizio” di forte corresponsabilizzazione. Occorre tracciare elementi, di condivisione e di partecipazione, per il futuro della vita e dell’attività del nostro Movimento, che è “a servizio della Parola di Dio”. PRESENZA 8 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI vegno Nazionale era già stato definito nel Consiglio del 4-5 dicembre 1999. Sarà il cinquantesimo Convegno e ci propone il tema missionario. Vorremmo essere contagiati dall’intensità della passione di Padre Rivilli per il Vangelo e, attraverso i cenacoli e le varie espressioni di evangelizzazione del nostro Movimento, ascoltare la continua novità della Parola di Dio per la nostra vita ed esser pronti ad assumere il compito missionario con slancio ed entusiasmo a pieno coraggio. Rosario Calò Rimpianto e gratitudine Cari Amici, Padre Rivilli non ha varcato la soglia del terzo millennio, ma ha anticipato con la sua morte ciò che il Grande Giubileo del 2000 vuole conseguire: introdurci nella comunione con Dio, farci riscoprire il vero volto di Dio Padre e Figlio e Spirito Santo. Siamo certi che Padre Rivilli sta già contemplando il volto di Dio, quel volto che durante la sua vita terrena ha cercato, ha conosciuto in Cristo Verbo di Dio incarnato, ha annunciato instancabilmente ai fratelli. Chi tra noi non ha sperimentato la sua passione per la Parola? La “Parola” che ha amato intensamente e che ci ha insegnato a conoscere, amare, Il giorno 13 dicembre u.s. Padre Rivilli, il nostro caro “Frate Vento”, fondatore del nostro Movimento, ha lasciato la dimora terrena per ricongiungersi al Padre. Come quando una folata improvvisa di vento sbatte una porta e la chiude, il Signore, inaspettatamente, lo ha chiamato a sé. Inaspettatamente per noi e forse anche per lo stesso Padre Rivilli, ma non per Dio per il quale tutta la vita dell’uomo è sempre presente. Padre Rivilli ha celebrato il suo “dies natalis” come lui amava definire il giorno della morte, alla vigilia del santo Natale, dies natalis di nostro Signore Gesù Cristo. PRESENZA 9 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI testimoniare, portare ai fratelli perché potesse espandersi sino agli estremi confini della terra. Il suo grande desiderio è diventato per lui preghiera quotidiana: “Signore nostro Gesù Cristo, noi ti preghiamo affinché il mondo si converta e creda al Vangelo e riconosca che solo tu sei la Via, la Verità, la Vita. Effondi sul mondo intero la luce e l’amore del tuo Santo Vangelo e fa che esso sia per tutti gli uomini messaggio di gioia, di pace e di bene. Moltiplica gli apostoli della tua Parola affinché essa si espanda sino ai confini della terra, sia glorificata e produca frutti abbondanti di vita eterna. Concedi a tutti gli uomini la grazia di essere degni della beatitudine che Tu hai promesso a coloro che ascoltano e osservano la Parola di Dio. Amen”. Padre Rivilli non si stancava mai di andare per le strade del mondo, da lui considerate “Vie del Vangelo”, per annunciare il lieto annuncio della salvezza, non risparmiava fatiche anche quando la sua salute era diventata precaria e gli anni avanzavano, egli aveva compiuto ottantuno anni il 29 novembre u.s. L’ultimo malore lo ha colto mentre si trovava in missione a Giuliana, un paesino dell’entroterra siciliano, per celebrare il cinquantesimo di presenza del Movimento in quel luogo. Ricoverato all’ospedale civico di Palermo, ha trascorso gli ultimi due giorni della sua vita continuando la sua missione evangelizzatrice, confor- PRESENZA tando i malati, sollecitando gli amici che gli facevano visita, ad andare ad annunziare il Vangelo, a non fermarsi davanti agli ostacoli. Aveva tanti progetti missionari in cantiere che era ansioso di portare a termine e, tra gli altri, la celebrazione del Convegno Nazionale in Perù dove era atteso a fine gennaio del 2000. Rendiamo grazie a Dio per avere donato Padre Rivilli alla Chiesa, per averlo donato a noi che abbiamo avuto la grazia di conoscere il Vangelo attraverso la forza dinamica delle sue parole e della sua vita. Sentiamo il bisogno di ringraziare Padre Rivilli per avere avuto fiducia in noi, per averci fatto dono, in fedeltà al progetto di Dio e docile strumento nelle sue mani, di una così grande vocazione: essere missionari del Vangelo per contribuire alla rigenerazione del mondo in Cristo. La sua presenza ci rassicurava, ci faceva sentire partecipi della missione evangelizzatrice della Chiesa. Ora ci sentiamo ancora più responsabili della vocazione ricevuta; da persone adulte dobbiamo mantenere fede all’impegno assunto; dobbiamo accogliere l’eredità di Padre Rivilli e continuare la sua missione come Movimento “Presenza del Vangelo”. Missione che potremo portare avanti soltanto se la condivideremo tutti insieme, perché solo nella comunione tra tutti gli amici del Movimento, il Vangelo potrà raggiungere “i confini della terra”. 10 Il Consiglio Centrale del Movimento DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI La strada come “lectio” NINO BARRACO Carissimo Padre Rivilli, come vedi, continuo a scrivere lettere, ma, adesso, non debbo più chiedere dove spedire, dove indirizzare, dove trovarti. Per la prima volta, so dove ti trovi. Quaggiù, era diverso… non c’eri mai. Tu stesso dicevi, scherzando sulle parole: “Sono uno spostato di Dio”. E, per la verità, il tuo andare, il tuo ritornare, il tuo ripartire, era segno, metafora, annuncio di Vangelo. Era la tua “lectio” cristiana della vita. La strada, il cammino, il viaggio, come predica. Alla ricerca di un arrivo, di un’abitazione, di una “città stabile”. Come dice Paolo: «Quando verrà disfatta questa abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio, una dimora eterna, non costruita da mani di uomo, nei cieli» (2 Cor 5,1). Penso ai discepoli del Vangelo: «Partiti, predicavano che la gente si convertisse» (Mc 6,12). Questo “partire” è la vocazione, la testimonianza fondamentale di ogni cristiano. È esodo, è consapevolezza del “giorno penultimo”, tra il “già” e il “non ancora”. È la condizione dello straniero, la nostalgia del ritorno, la verità della tenda: «Ero nel Padre, sono venuto nel mondo… lascio il mondo, PRESENZA P. Rivilli con il bordone in mano ritorno al Padre» (Gv 16,28). Il peccato del nostro tempo è, proprio, il peccato di questa dimenticanza. È l'amnesia del viaggio, da cui, l’insignificanza della vita, l’angoscia, la ferocia di oggi. Sono “un viandante sulla terra”, dice il Salmo (Sal 119,19). Riappropriarci di questo “andare”, di questo “uscire”, di questa “itineranza”, è ca- 11 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI pire la vita, è vivere la vita. Con la cintura ai fianchi, con i sandali ai piedi, con il bordone in mano. Si, abbiamo bisogno di sacerdoti sulla strada, sacerdoti dal cuore profetico, sacerdoti santi, dalle mani forate, capaci di fare mistero, di rendere visibile l’Invisibile, che abbiano come recapito Cristo, che abbiano la logica, il volto, la resurrezione di Cristo. Capaci di ascoltare, di fare misericordia, gratuità, servizio, contemplazione. È la più grande fame di oggi. Quelle che possono apparire le esigenze immediate di pane, si rivelano, alla fine, esigenze di Padre, di fede, di altare. Profeti, spasimo di strada, grido per radunare il popolo disperso, in una Chiesa che sia la Chiesa di tutti, una Chiesa madre, dove ci sia spazio, amore per tutti, dove ognuno possa sentirsi chiamato per nome, dove tutti siano corresponsabili di un progetto di resurrezione. Profeti, trasparenza del Cristo povero e servo, aperti alla “emergenza” dei tempi, dei poveri soprattutto, poveri di pane, di amore, di verità, poveri senza prospettiva, senza lavoro, senza approdi, ai margini familiari, esposti all’indifferenza, alla collera, alla droga, all’ateismo, alla violenza. Non è possibile una vita “installata” nella Chiesa. Sì, abbiamo bisogno di sacerdoti, testimoni dell’incontro con il Risorto, uomini di speranza, di cammino, con il bordone in PRESENZA mano, per indicarci l’orizzonte della strada. Ed è il bastone che vediamo nelle tue mani, carissimo Padre Rivilli. Sostegno, appunto, del pellegrino, con la scarsella, il tascapane per il viaggio, con la viera, la conchiglia, tutti segni del nostro passaggio. Chi decidesse di scrivere la tua vita, carissimo Padre Rivilli, dovrebbe fare i conti con tutte le Corrispondenze pubblicate su questa Rivista. «Le vie del Vangelo», così hai voluto che si chiamasse la Rubrica. Ed è stato - da quanti anni! - il tuo diario, il tuo giornale di bordo. Comunità e famiglie, paesi e continenti, parrocchie e monasteri, ogni incontro era preghiera, riflessione, progetto di Vangelo. Con il tuo ostinato camminare che non era attivismo, ma responsabilità di dover essere seme del Signore. Notizia, annunzio, parola gioiosa, confidente soltanto nel vento dello Spirito e nel silenzio adorante delle Suore contemplative. Scrive Pietro: «Vi esorto come stranieri e pellegrini» (1 Pt 2,11). Pellegrina è Maria, pellegrina è la Chiesa, pellegrino è questo Papa straordinario, Giovanni Paolo II, che può scrivere: «Sono un viandante sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il mio pensiero dal tuo volto, o Signore». Sono parole che, oggi, rileggiamo nella tua vita, carissimo Padre Rivilli. Nino Barraco 12 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI La Messa alla Gancia VENANZIO FERRARO A lcuni anni or sono, in questo stesso tempio della Gancia, ci ritrovammo tutti assieme, in clima di festa, attorno al P. Rivilli, per celebrare i suoi 50 anni di Sacerdozio. Toccò a me, allora, per volontà del “Festeggiato”, dare voce al ringraziamento che si elevava dal cuore di P. Rivilli e di quanti, numerosissimi, avevano goduto con abbondanza i frutti del suo Sacerdozio. Questa sera, sempre tanto numerosi, siamo raccolti in preghiera nella stessa Casa del Signore, dove P. Rivilli trascorse molti anni della sua vita e della sua azione sacerdotale e apostolica. L’atmosfera è differente. Pure in chiave di fede e di speranza pasquale, il nostro spirito sente una stretta profonda e dolorosa nel consegnare al Signore l’anima e il corpo del P. Rivilli, che riposa in Dio, dopo una lunga esistenza consumata con gioia ed entusiasmo a servizio del Signore e degli altri. E tocca ancora a me, per desiderio del mio P. Provinciale, tirare fuori dal mio cuore un palpito e una parola che interpreti i sentimenti di tutti i presenti in quest’ora in cui, con l’adesione obbediente alla volontà di Dio, l’anima esperimenta la sofferenza del distacco da un fratello verso il quale, per molteplici motivi, ci sentiamo debitori. I quasi 40 anni di cammino fatto in- PRESENZA sieme, condividendo ansie, speranze, meraviglie di grazia e anche fatiche, trepidazioni, sofferenze, sono il motivo che non mi permette di sottrarmi a questo compito che vuole essere un piccolo tributo di devozione e di affetto verso un fratello a cui il mio sacerdozio deve l’esperienza più incisiva di servizio alla Parola di Dio e a quanti la cercano con cuore sincero. Siamo arrivati da tante parti – Confratelli, Amici del Movimento, Missionarie del vangelo, compagni di viaggio il cui cammino ha incrociato i suoi passi svelti – per ringraziare il Signore per la vita e il ministero sacerdotale del Padre Rivilli da cui abbiamo appreso a incontrarci con il mistero della Parola di Dio e per raccogliere col cuore commosso la grande eredità che ha riempito la sua vita e che ci viene riconsegnata in questo momento, come prezioso testamento della sua amicizia e del suo servizio sacerdotale. E non facciamo molta fatica per individuare nella Parola di Dio il Bene che P. Rivilli ci affida nel momento della sua partenza per l’eternità. Quella del P. Rivilli è stata una vita dominata da una grande passione: la passione per il Verbo di Dio fatto Uomo e per quel Vangelo di salvezza che Egli deposita nel cuore di ogni uomo come seme incorruttibile di gioia e di speranza. 13 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI Il Verbo di Dio: Parola eterna, che Dio dice a se stesso dai secoli senza tempo: – Parola eterna, nella quale Dio si contempla come in uno specchio terso, riconoscendola come sua immagine luminosa; – Parola eterna che, al pronunziarla Dio al principio del tempo, scatena la sua forza creatrice e capace di tirare fuori le creature dal nulla alla vita, all’esistenza; – Parola eterna per la quale esistono tutte le cose; – Parola eterna che, nella pienezza dei tempi (cf Gal 4,4), si veste di umanità da una donna immacolata, la Vergine Maria, per l’azione dello Spirito Santo; – Parola eterna, risuonata sulle labbra divine del Signore Gesù e che diventa “Vangelo”; – Parola eterna che dà sicurezza e stabilità alla “casa” dell’uomo sulla terra e ai suoi sforzi per edificare un mondo che sia Regno di pace, di vita, di giustizia di amore (cf Mt 7,24-27); – Vangelo che il Signore risorto consegna alla Chiesa nascente perché, annunziato nei secoli avvenire, continui ad assicurare ai popoli che la salvezza, la gioia e la speranza sono beni possibili (cf Mc 16,15); – Vangelo eterno che bisogna “mangiare” perché nutra la nostra fame d’infinito e che poi scoppia dal cuore con la forza dell’esperienza divina che non è possibile contenere dentro i confini dell’anima (cf Ez 2,1-3.3; 1 Gv 1,1-4); – Vangelo che, al diventare vita e respiro, assicura all’uomo il lasciapassare per il Regno, dove l’Agnello, immolato e vittorioso, medierà la vi- Ma Egli... è ancora vivo nel futuro di Dio PRESENZA 14 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI sione beata del volto di Dio. Questo è il Verbo che avvolse come struggente passione la vita francescana, sacerdotale e apostolica del nostro P. Rivilli: come un fuoco divorante che gli mise le ali ai piedi, in una corsa a volte frenetica, instancabile, congestionata, che solo l’abbraccio di sorella morte, dopo un ultimo giorno di servizio fedele alla Parola santa, è riuscita a comporre nel silenzio e nella pace. Lo diceva spesso: avremo tempo per riposare. Il nostro è un Movimento, ma… se ci fermiamo, finisce di essere tale. Da questa passione nacque il Movimento “Presenza del Vangelo”, con le sue Settimane e Giornate del Vangelo, Corsi di spiritualità biblica, innumerevoli Ritiri ed Esercizi Spirituali, in cui sempre risuonò l’eco innamorata del Verbo di Dio. E poi i “Cenacoli”: questo nuovo metodo per l’evangelizzazione capillare, ispirato al Cenacolo dell’Eucarestia e a quello della Pentecoste. P. Rivilli vi profuse, migliaia e migliaia di volte, la sua ansia per consegnare la luce del Verbo ad altrettante migliaia di fratelli e sorelle in attesa del Signore e “Beati per aver ascoltato la parola di Dio…” (Lc 11,28). Di questa passione sempre crescente per la Parola di Dio, visse e respirò la Rivista “Presenza del Vangelo” che portò a tanti il segno della fede, della gioia e della speranza. Da questa passione partì quel soffio di grazia e di entusiasmo che suscitò nel cuore di tante donne il PRESENZA proposito di un impegno radicale con la Parola del Signore. L’Istituto Secolare delle Missionarie del Vangelo, approvato dal Santo Padre Giovanni Paolo II il 1° gennaio 1983, arricchisce oggi la Chiesa di una nuova Famiglia, il cui carisma è quello di ricordare a tutti, con la propria vita, che il Verbo di Dio Incarnato, Gesù Cristo, è il centro della Creazione, della Rivelazione, della Redenzione, della storia, della vita. Dalla passione per il Verbo, di cui arse il cuore di P. Rivilli, non possiamo non registrare, ancora, i suoi innumerevoli viaggi, sempre in cerca di nuove sponde, sulle quali imparare o depositare la Parola della vita. L’Italia, in lungo e in largo, l’Europa, l‘Africa, le Americhe del Nord e del Sud, furono spazi nei quali risuonò la sua voce a servizio del Verbo. Tra tutti questi luoghi, meritano un ricordo speciale la Terra Santa, dove ritornò molte volte ad attingervi il “mistero” del Vangelo, là dov’erano risuonate le parole divine dalle labbra del Signore, e il Perù, dove, affiancati alla Missione Francescana dei Frati Minori di Sicilia, il Movimento e l’Istituto hanno fatto un buon cammino di grazia e costituiscono ancora oggi una forza di speranza per una Chiesa in crescita verso orizzonti nuovi. A 81, il P. Rivilli aveva già il biglietto pronto per raggiungere il Perù nel prossimo mese di gennaio e presiedere il V Convegno Nazionale che il Movimento sta preparando nella città di Trujillo. 15 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI Anche le Case del Vangelo, tra le quali ricordiamo quelle di Palermo e di Motta d’Affermo, sono state e rimangono Centri di irradiazione della Parola di Dio… Certo, anche il P. Rivilli fu un uomo. Come chiunque, dovette fare i conti con la sua natura, il suo temperamento, i limiti che ogni creatura porta con sé. Noi affidiamo tutto alla misericordia infinita di Dio Padre che, al dire di S. Paolo, “sceglie ciò che nel mondo è debole per confondere i forti” (1 Cor 1,27b). Ma eleviamo allo stesso tempo il nostro “Magnificat” alla sua Bontà, che “abbassa i superbi e innalza gli umili” (Lc 1.52), per quanto di grazia e di benedizione Egli ha sparso sui sentieri del nostro caro Padre Rivilli. Fratelli e Amici, nel momento di riconsegnare al cuore e alle mani amorose di Dio l’anima e il corpo di P. Rivilli, siamo chiamati ad aprire il cuore per custodirvi la sua eredità di amore alla Parola del Signore, al Verbo eterno fatto carne, di cui egli è stato Messaggero ed Evangelista e che oggi ci torna ad affidare prima di lasciarci. Aprire l’anima a questo dono divino, preparare il cuore perché il “seme santo” possa maturare frutti di salvezza in noi e attorno a noi, portare alta questa “fiaccola” perché le nostre vie, come egli amava dire, diventino “Vie del Vangelo”, questo sarà l’omaggio più vero e la memoria più feconda per il nostro cuore. E lasciatemi concludere questo tributo di fraternità e d’affetto che PRESENZA ho cercato di raccogliere dal mio cuore, anche a nome vostro, ricordando una parola dello stesso P. Rivilli. Una parola fresca d’inchiostro e di calore, dalla prima pagina dell’ultimo numero di “Presenza del Vangelo”, che ho trovato proprio ieri sul suo tavolo. Scriveva guardando all’Avvento e al 2000 e intitolava la sua riflessione: “Il tempo è compiuto”. Uno di quei presentimenti, forse, che scappano al controllo della coscienza, ma che leggono profondamente il mistero della nostra esistenza. E proprio mentre questo presentimento si impadroniva della sua penna, egli stilava come un ultimo testamento per tutti noi: un testamento spirituale, affettuoso, prezioso, che non vogliamo dimenticare perché, al messaggio che egli ci consegna, a conclusione della sua lunga esistenza nella quale ha avuto tanta parte la Parola del Signore, è legata non solo la sapienza del vivere i giorni che il Padre ci destina, ma anche la chiamata a realizzare nel tempo assegnatoci il grande piano che Dio Padre ha su ciascuno di noi. “Il tempo – egli scrive – è concesso all’uomo non per distrarsi in tante occupazioni e preoccupazioni ma per vivere in modo da arrivare «allo stato dell’uomo perfetto con una crescita che tende alla pienezza della statura di Cristo» (Ef 4,13)”. Grazie, P. Rivilli. Riposa in pace col Signore. 16 Pr. Venanzio Ferraro ofm DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI Il ricordo si fa preghiera PIETRO SORCI A ll’alba del 13 dicembre dello scorso anno, festa di santa Lucia, lunedì della terza settimana di avvento, dopo quasi tre giorni di malattia sopravvenuta mentre svolgeva una missione, P. Placido. si addormentava nelle braccia del Padre. P. Placido chiudeva così la sua lunga e intensa giornata terrena interamente spesa nell’ascolto della Parola che dà senso ad ogni parola. Terminava la sua instancabile corsa tutta tesa a far giungere il Vangelo – parola divina di riconciliazione e guarigione – in tutte le case, in tutti gli strati della società, in ogni parte del mondo. Il giorno prima, terza domenica di avvento non aveva potuto celebrare l’Eucarestia, ma aveva ascoltato e meditato la lettura di Is 61, che a lui ben si attagliava: «Lo Spirito del Signore Dio è sopra di me, per questo mi ha consacrato con l’unzione, perché io porti il lieto annunzio – il Vangelo – della liberazione e della guarigione ai poveri». Aveva ascoltato nel Vangelo di Giovanni la testimonianza del precursore, l’amico dello Sposo: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: preparate la via del Signore, il più forte a cui io non sono degno di scio- PRESENZA P. Rivilli e don Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia gliere i calzari, che è in mezzo a voi e che voi non conoscete». Mentre l’apostolo Paolo con la prima lettera ai Tessalonicesi lo incoraggiava: “Il Dio della pace vi santifichi sino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi chiama è fedele e farà tutto questo”. 17 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI Fu quella l’ultima Eucarestia a cui P. Placido prese parte su questa terra: quelle letture suonano come il bilancio della sua vita e il suo testamento. E noi siamo qui oggi per ricordarlo a un mese dalla sua improvvisa, ma non impreparata dipartita. Il Signore nel momento della sua venuta lo ha trovato intento al compito che gli aveva affidato nella sua casa, quello di dare a tutti i familiari il cibo della Parola nel tempo dovuto. Lo Sposo sommamente amato lo ha trovato in veglia con la lampada accesa, pronto per entrare alla festa di nozze. I brani biblici che abbiamo ascoltato costituiscono come il filo rosso del suo itinerario spirituale e apostolico. Il cap. 17 del Vangelo di Giovanni era la pagina che maggiormente amava e che forse più di ogni altra ha commentato, perché costituiva il suo ideale e il suo programma apostolico. Ricordo avergliela sentita commentare in maniera appassionata, quando giovanissimo chierico lo incontrai per la prima volta nel 1958, quando egli fu invitato a parlare ai chierici nel contesto della settimana per l’unità dei cristiani. Di ogni espressione e di ogni parola faceva la radiografia, scoprendovi significati e sfumature reconditi. Era letteralmente affascinato dalla preghiera sacerdotale di Gesù, che dopo aver speso tutta la sua vita nel fare conoscere ai discepoli il nome PRESENZA del Padre, ora supplica il Padre giusto e santo, perché i discepoli di ogni tempo siano una cosa sola, in modo che il mondo possa credere in Lui, abbiano in se stessi il suo amore e la sua gioia e contemplino la sua gloria. La parte conclusiva del cap. 8 della lettera ai Romani invece era per P. Placido – in questo accomunato al suo grande amico P. Giambattista Li Puma – il fondamento del cristocentrismo francescano che costituiva la sua visione della vita e il suo orizzonte spirituale. Cristo, Figlio di Dio e suo Verbo fatto carne è il prototipo, il modello esemplare secondo il quale Dio Padre ci ha pensati dall’eternità. Egli ci vuole a immagine e somiglianza di Cristo, figli nel Figlio amatissimo, e tutto dispone nella nostra storia per realizzare questa immagine, con una potenza di amore cui nulla può resistere e a cui solo l’ostinazione dell’uomo peccatore può sottrarci. Ma noi stasera siamo qui non per mettere a fuoco il suo pensiero – operazione necessaria che spero vorrete fare, per la quale però ci vorranno ricerche accurate sui suoi scritti preziosi e sulla testimonianza di quanti lo hanno conosciuto – ma per celebrare l’Eucarestia in sua memoria. Solitamente quando si celebra l’Eucarestia per un defunto si pensa al suffragio, cioè all’offerta del sacrificio di Cristo per la sua purificazione. Questo è senz’altro vero, ma non è la cosa più importante. 18 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI L’Eucarestia però è soprattutto memoriale, memoria di quanto Dio ci ha donato in Cristo morto e risorto per noi, per rendergli grazie e per chiedere che il Padre continui e porti a compimento per noi quanto ha realizzato in Cristo. L’Eucarestia è comunione con Cristo e con tutti coloro che sono stati redenti dal suo sangue e specialmente con quelli che partecipano allo steso pane. Celebrata per un defunto, l’Eucarestia è memoria di quanto il Signore ha operato in lui per mezzo di Cristo morto e risorto e di quanto attraverso di lui ha donato a noi, rendimento di grazie per tutto questo, e supplica perché il Padre continui a ricordarsi di lui e di noi. È co- “Dio apre alla Chiesa gli orizzonti di una umanità più preparata alla semina evangelica della Parola. Siamo tutti impegnati. Nessuno di noi può sottrarsi a questa missione. ” Era attesa, era festa, era fede, averLo in mezzo a noi. PRESENZA 19 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI munione tra i vivi e i defunti, uniti dalla stessa fede e salvati dallo stesso sacrificio presente sull’altare. Stasera noi dunque ricordiamo i doni dei quali il Signore nella sua misericordia ha colmato il P. Placido, tutte le cose buone e belle che ha operato in lui e per mezzo di lui. Ricordiamo tutto quello che per mezzo di lui il Padre ha donato a noi. Se qualcuno avesse per caso qualche ricordo non buono, deve metterci sopra una pietra tombale: come il Signore lo ha perdonato, così dobbiamo perdonarlo noi. Stasera noi rendiamo grazie al Padre del Signore Gesù Cristo perché sin dall’eternità ha conosciuto P. Placido, lo ha predestinato e lo ha chiamato ad essere conforme al Figlio suo Gesù Cristo, suo figlio adottivo, consacrato a lui alla scuola di Francesco di Assisi, gli ha donato il suo Spirito, lo ha fatto partecipe del sacerdozio di Cristo, apostolo e missionario del Suo Vangelo. Lo benediciamo perché per la sua croce ha perdonato i suoi peccati e lo ha reso giusto, ha glorificato questo piccolo suo servo dando fecondità alla sua azione, rendendolo padre di una moltitudine di figli. Gli rendiamo grazie perché lo ha amato con un amore eterno, più forte di ogni debolezza, tentazione, difficoltà, tribolazione, povertà e persecuzione. Anzi attraverso tali prove lo ha purificato come oro nel crogiolo e lo ha reso forte e ha reso dura- PRESENZA tura la sua opera. Rendiamo grazie al Padre celeste perché si è servito di lui, nonostante i suoi limiti e i suoi peccati per iniziare un movimento e un’opera e per fondare un istituto missionario con spiritualità e metodologie adatte al nostro tempo, che facciano conoscere agli uomini il suo nome di Padre. E rendiamo grazie pure per tutte le persone che gli ha messo accanto, che lo hanno compreso e collaborato, e senza le quali ben poco egli avrebbe potuto fare. E facciamo nostra la preghiera che Gesù la notte della passione nel cenacolo ha elevato al Padre per lui e per le persone che a lui avrebbe affidato. Preghiamo perché il nostro fratello Placido sia veramente e pienamente una cosa sola con il Signore Gesù e con il Padre suo, che sia conLui e dove è Lui, che possa contemplare per sempre la Sua gloria. Preghiamo perché noi possiamo restare nella comunione di fede e di carità, nella comunione di intenti e di ideali con il nostro padre e fratello Placido, sviluppando le sue intuizioni, realizzando le sue speranze, onorando la sua memoria. Io sono certo che questa preghiera P. Placido in questo momento la eleva al padre insieme a Gesù per tutti voi, per tutti noi, che per la sua parola e la sua testimonianza abbiamo conosciuto meglio e abbiamo creduto di più in Gesù unico salvatore. P. Pietro Sorci 20 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI Testimone e missionario L’OSSERVATORE ROMANO (24 Dicembre 1999) Q uando il Signore lo ha chiamato a sé, il 13 dicembre scorso, il padre Placido Rivilli gli è andato incontro con le lampade accese, frutto del suo lungo apostolato dedicato a diffondere il Vangelo, a farlo amare e testimoniare. Aveva 81 anni, era nato a Castel di Lucio (Messina). Giovanissimo rispose alla vocazione religiosa nell’Ordine Francescano dei Frati Minori. Divampava la guerra e la Sicilia era sotto il fuoco dei bombardamenti. I francescani però non cessavano di preparare i giovani alla vita religiosa e al sacerdozio. Sin da quegli anni il padre Placido Rivilli ebbe coscienza di diventare un apostolo del Vangelo, in ossequio al carisma di san Francesco che volle i suoi frati missionari di Cristo e apostoli del Vangelo, in perfetta adesione al magistero della Chiesa, massimamente del Sommo Pontefice. Al Vangelo, al suo studio, alla sua propagazione il padre Rivilli attese già negli anni del corso istituzionale, mentre si avviava al sacerdozio. Comprese la sua vocazione come una missione, come un mandato di Cristo in un periodo in cui gli uomini e le donne erano lacerati dalla guerra e prostrati dalle sue orribili conseguenze. Percorrendo le città padre Rivilli era PRESENZA il segno e il testimone della speranza. La rinascita materiale e il progresso spirituale dovevano avvenire nello spirito del Vangelo. Il Vangelo era il legame di pace, di amicizia, di fraternità tra i popoli. Un incredibile dinamismo spingeva alla ricostruzione della società e schiudeva alla Chiesa una nuova era che si sarebbe concretizzata con il Concilio Vaticano II. P. Rivilli intuì il grande progetto che attendeva i popoli nella seconda metà del secolo XX. Per questo s’impegnò alacremente per accompagnare la nuova stagione con i mezzi efficaci dello Spirito. Fece dell’evangelizzazione lo statuto fondamentale della sua vita, dando a questa parola un nuovo senso ministeriale. Nel nord d’Italia i francescani erano impegnati a distribuire il Vangelo in ogni camera d’albergo; con le missioni al popolo in ogni casa. Al sud, in Sicilia, questo autentico figlio di san Francesco suscitava un vasto movimento che via via, non senza evidente impulso dello Spirito, si diffuse prima verso il centro e poi nell’Italia settentrionale. Dopo il collaudo e i primi frutti era giunto il momento di aprire la stessa forma evangelica in altri Paesi, soprattutto tra gli italiani all’estero, dove erano più numero- 21 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI si. Un grande appuntamento con la parola di Dio erano gli incontri di studio indetti annualmente nelle varie città che diventavano altrettante palestre di apostolato, di nuovo slancio missionario. La terminologia da lui usata era : «Settimane e giornate del Vangelo» per non confonderle con altre settimane in quel tempo in voga. Di queste settimane e giornate era lui l’animatore spirituale, mentre per la parte culturale si serviva di specialisti in Sacra Scrittura e in teologia biblica. Sotto la sua guida furono celebrati più di cinquanta convegni su scala nazionale. Per rendere familiare il Vangelo e l’intera Bibbia, padre Rivilli fondò la rivista Presenza del Vangelo, che fu l’organo di collegamento informativo e di studio tra tutti colori che aderivano al Movimento o ne condividevano lo zelo apostolico e la nobile finalità. Per consolidare strutturalmente il progetto di servizio al Vangelo il padre Rivilli lo avvalorò con la fondazione del Movimento Presenza del Vangelo che ha già celebrato cinquant’anni di attività; poi la fondazione dell’Istituto secolare delle Missionarie del Vangelo, che ha avuto l’approvazione pontificia all’inizio del 1983. Il Cenacolo, forma peculiare di evangelizzazione del movimento s’ispira al momento conclusivo di Gesù con gli apostoli, appunto nel Cenacolo di Gerusalemme, quando Gesù istituì l’Eucare- P. Rivilli in uno dei tanti incontri con il Papa. PRESENZA 22 DEL VANGELO IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI stia, il sacerdozio, promulgò il precetto dell’amore e annunciò il suo sacrificio sulla croce. Contemporaneamente al Cenacolo della Pentecoste, quando sugli Apostoli e su Maria discese lo Spirito Santo trasformando gli apostoli in missionari coraggiosi e intrepidi. Nel filone della splendida tradizione francescana padre Placido Rivilli si è pienamente inserito e ha vissuto coraggiosamente l’avventura dell’evangelizzatore. Era profondamente persuaso del monito di Isaia prima e di san Paolo poi, che non esiste fede nel popolo senza annuncio della parola di Dio, senza il testo del Vangelo, più estesamente senza la Bibbia. Per diffondere la parola di Dio occorrono apostoli, missionari che sappiano non solo partecipare e comunicare il messaggio agli uomini e alle donne nelle loro situazioni esistenziali, ma altresì che lo sappiano testimoniare con la coerenza della vita e la trasparenza delle opere. Padre Placido Rivilli, in questa prospettiva, è stato un segno visibile dello Spirito, un testimone e un missionario insonne. Fino agli ultimi giorni (già contava più di ottant’anni) è stato sulla breccia. Nell’agosto scorso a Oristano è stato celebrato l’ultimo dei cinquanta convegni. Il seme da lui abbondantemente sparso e nutrito dal suo zelo e dal suo dinamismo sacerdotale continuerà a svilupparsi oltre gli spazi già raggiunti. Gino Concetti PRESENZA Padre Rivilli all’altare ci stava bene. Non era un prete “sociologico”, un attivista. Era l’evangelizzatore, l’uomo di Dio, che annunziava ai fratelli la Parola, il Regno, dentro il quale si compiono le speranze della città, ma, di più, il significato, il fine ultimo di ogni uomo sulla terra. 23 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE Uno “spostato” di Dio MICHELE SAVASTA “S ono uno spostato di Dio”. Era il suo biglietto da visita, la sua condizione di vita. Così, infatti, P. Rivilli si presentava a tutti, suscitando sorpresa in chi non lo conosceva, amabile sorriso in chi da tempo era abituato ai suoi continui “spostamenti”, alle sue continue incessanti peregrinazioni apostoliche. “Sono sull’Etna, domani a Messina…” sempre… in giro ad annunciare la parola di Dio; a diffondere la Sua buona novella, a testimoniare con la vita il Vangelo. Già, il Vangelo: era il suo giocattolo preferito, per il quale si era incapricciato tanto da sacrificare tutta la sua esistenza perché fosse conosciuto, seguito, amato. Il Vangelo: era un bisogno impellente del suo stesso essere; un’obbedienza filiale, spontanea: “Andate e predicate il Vangelo a tutte le creature”. Era urgenza del cuore: “Guai a me se non annuncio il Vangelo!”. Era la passione della sua vita, il suo compagno di viaggio. Ne aveva assoluta, profonda conoscenza, sacrosanto rispetto. Accettava qualsiasi critica, ma il Vangelo era inattaccabile. Era così, deciso, a volte rude, ma per lui il Vangelo era “presenza”, era “crociata”, era “movimento”, era PRESENZA “tutto”, perché “parola di Dio” e parola di Dio che doveva essere annunciata fino agli ultimi confini della terra e incarnata, assieme a Gesù Verbo Incarnato, nella propria vita. Questi sono infatti gli obiettivi principali del suo Movimento. Primo: “annunziare a tutte le creature il Vangelo con particolare attenzione ai poveri, ai sofferenti, agli emarginati, ai lontani affinché il Vangelo nella loro vita sia presenza dell’amore e della gioia di Cristo”. Secondo: “formare l’uomo in modo che si trasformi in Vangelo vivente ed operante così da renderlo conforme a Cristo”. Quando Franca Maratta per telefono mi ha comunicato: “Michele, P. Rivilli non è più fra noi”, immediato è stato per me il collegamento al Natale ormai imminente. “Peccato, non è arrivato a festeggiare il Natale del Signore”. Poi, riflettendo, ho capito che il Signore, vedendolo ormai “conforme a Se stesso”, ha preferito festeggiare il Suo Natale alla vita terrena, con il suo Natale alla vita celeste. Certo P. Rivilli non se l’aspettava: i programmi di predicazione erano a lunga scadenza e a più vasta distan- 24 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE za, ma non era impreparato; per questo, sarà stata per lui una piacevole sorpresa vedersi così, all’improvviso, coinvolto dal coro degli Angeli per cantare, per la prima volta, con loro: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”. E allora P. Rivilli, tu che ormai sei nell’alto dei cieli, beato nella gloria del Padre, prega per noi, perché ci lasciamo inondare da quella Parola di vita, della quale tu fosti così “fanatico” apostolo sulla terra. Michele Savasta Un grande dono per tutti noi Caro Padre, sei stato un grande dono per tutti, anche per noi “Missionarie del Vangelo”, figlie da te generate, per volontà di Dio. Il dono della paternità, della tua paternità, ci ha permesso di scoprire “la perla preziosa” della nostra vocazione specifica nella Chiesa; di conoscere e assecondare le intuizioni dello Spirito del Padre; di avere il coraggio di lasciarci contagiare dalla tua follia e di scommettere la nostra vita sulla Sua Parola, alla sequela di Cristo Gesù, come la Vergine nel mistero dell’Incarnazione, sulle orme di Francesco e di Chiara d’Assisi. PRESENZA Per questo ti abbiamo amato molto, ti amiamo e ti ameremo, consapevoli delle meraviglie compiute da Dio in te e, attraverso te, in noi, che siamo e rimaniamo espressione bella della tua vita terrena: un inno di lode e gratitudine a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, per il dono della Consacrazione, vissuta nel mondo, a totale servizio del Vangelo. Oggi, tu comprendi pienamente il nostro bisogno di autenticità e puoi impetrare da Dio, per noi, l’aiuto di cui abbiamo bisogno per affrontare, con coraggio, fiducia e serenità, questa nuova tappa della nostra storia, questo “Esodo” che ci avvicina sempre di più alla Terra Promessa. Oggi, caro Padre, ottienici la grazia di saper accogliere, custodire e rendere un bene comune “la preziosa eredità”, il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo. Grazia Napoli Presenza forte e significativa C ertamente con la sua morte viene a mancare sulla terra una presenza forte e significativa: un frate consumato dal Vangelo. È grande il debito di riconoscenza che la Chiesa e l’Ordine hanno nei confronti di questo fraticello che, nella sua semplicità e libertà, ha avuto il coraggio e la forza della fede per an- 25 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE nunciare il Vangelo. La sua presenza e la sua opera hanno segnato in modo indimenticabile la vita ecclesiale di questa seconda parte del secolo che lasciamo. Con l’intuito dell’essenziale aveva compreso il cuore dell’annuncio cristiano, del carisma francescano e del rinnovamento ecclesiale: annunciare il Vangelo. È stato un grande dono per tutti, anche per coloro che non erano coinvolti direttamente nel Movimento perché un certo tipo di impegno, come quello di P. Rivilli, non si confina tra i conosciuti ma va molto al di là perché crea sensibilità e mentalità. Mi sembra profetico il titolo del suo ultimo editoriale su “Presenza del Vangelo”: Il tempo è compiuto. In qualche recondita parte del suo cuore egli sarà stato consapevole che questo titolo racchiudeva la sua opera. Come servo buono e fedele ha compiuto l’opera del Padre. P. Giovanni Salonia Ministro Provinciale Cappuccini Siracusa La morte non è una catastrofe C ome lui spesso ci ricordava, nelle nostre lunghe conversazioni, non bisogna guardare alla morte come una catastrofe, perché quando si muore in Grazia di Dio, la morte di- PRESENZA venta solo un ordinario e quotidiano avvenimento, quindi bisogna morire per vivere! La sua famiglia d’origine, non l’aveva mai dimenticata o trascurata, così come non aveva mai nascosto le sue origini contadine. Anzi, quando veniva a Castel di Lucio, gradiva parlare in dialetto, ricercando le espressioni più colorite e vivaci, cadute ormai in disuso. Persona speciale, che non ha mai lasciato niente al caso e niente d’intentato, sfruttando ogni momento della sua vita con intensità, come se fosse l’ultimo. Mio padre, quando lo vedeva partire, per luoghi più o meno lontani, gli chiedeva quando sarebbe tornato e affettuosamente lo esortava a non fare più lunghi viaggi e a riposarsi di più; e lui rispondeva: “Peppe chi si ferma è perduto, dobbiamo zappare ancora”. Aveva conservato intatti la freschezza e l’impeto giovanile nel diffondere la parola di Dio, e non vedeva limiti, né ostacoli, tenace com’era per raggiungere le sue mete. Vogliamo ringraziare Dio, per aver messo nel nostro cammino lo zio Padre Placido, e così come lui ha salutato nostro padre, il giorno del funerale il 10 Febbraio scorso, anche noi diciamo: arrivederci zio!… Rina Amato Nelle foto accanto, i segni della Sua vita. La vocazione di Padre Rivilli era il Vangelo, la sua strada era il mondo. 26 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE PRESENZA 27 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE Una ragione di essere ORAZIO SAPENZA E ccomi, carissimo P. Placido, qui in questa Cappella a porgere il mio ultimo ed estremo saluto e rendere testimonianza a Lei, deposto in questa bara, caduto sulla breccia con il Vangelo in mano in questo giorno 13 Dicembre - memoria Liturgica di S. Lucia - Vergine e Martire. Il Pellegrino di Gesù - il Missionario del Vangelo - il Navigatore esperto per i mari e per i cieli - il Francescano carismatico. Lei stesso nell’editoriale dell’ultimo Numero della Sua Rivista “Presenza del Vangelo” quasi presagendo la fine del viaggio terreno - lasciò scritto il testamento “Il tempo è compiuto” e citando il libro di F. Montanari “Il tempo eterno” ha inteso manifestare il desiderio di varcare la soglia dell’eterno a conclusione di un itinerario missionario di Evangelizzatore della Parola di Dio. Noi eravamo vecchi Amici dagli anni dei miei studi liceali e teologici in Seminario e ci eravamo conosciuti in occasione del Suo primo Quaresimale predicato in Cattedrale e nelle altre Chiese filiali di Patti su invito del santo Vescovo Mons. Ficarra Angelo. Per uno scherzo della Provvidenza questa nostra amicizia di- PRESENZA venne più forte dopo il 1952 - anno in cui fui inviato a Pettineo, paese limitrofo a Castel di Lucio - dove Ella ebbe i natali e sentì sbocciare la vocazione al sacerdozio all’ombra del Convento dei Frati Minori . Sullo stesso versante poi mentre si delineava il Suo Progetto, Ella acquistò il vetusto Castello del Principe di Motta d’Affermo che doveva diventare luogo privilegiato di Convegni e sede del Vangelo. “Dove abbondò il peccato - sovrabbondò la grazia - ero solito dire, applicando il detto biblico all’uso che ne facevano i Principi dei loro manieri. E Lei con il sorriso di fanciullo annuiva. A Pettineo poi Ella aveva la sua Betania in casa della signorina Russo Rosalia - erede dello zio prete - D. Paolo Russo - e sede del Cenacolo. A lei rendono testimonianza le opere e le parole, il suo impegno di Evangelizzatore e di Messaggero della Parola. Sapeva quel che diceva. Diceva quel che sapeva e viveva in profondità. Se me lo consentirà vorrei definirla “ Testardo e cocciuto”, come sono gli addetti ai campi e ai lavori della terra quando con l’aratro debbono fendere le zolle prima di affidare il seme che dovrà diventare frumento e pane. 28 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE Crociata del Vangelo, prima, all’inizio, Presenza del Vangelo poi, in seguito al suo sviluppo, Movimento: sono tre definizioni che hanno caratterizzato l’Opera dal suo sorgere, al suo manifestarsi e al suo rivelarsi tra tante difficoltà che non mancano mai per ostacolarne il cammino. Il Regno di Dio soffre violenza e soltanto i violenti se ne impadroniscono. Ora Lei ha cessato di essere tra noi e non calpesterà più questa terra di evangelizzazione. Non gli è stato concesso di varcare la soglia del III Millennio e di celebrare l’Anno Santo con il suo Movimento. Ma gli è stato concesso di varcare la soglia del Paradiso in premio delle sue fatiche apostoliche e del suo impegno per divulgare il santo Vangelo e di fare conoscere Gesù Cristo - Ieri - Oggi e Sempre. Il Vangelo fu la sua vita e la sua ragione di essere. La Sua vita fu un Vangelo vivente. Nella visione beatifica di Dio, avrà tempo per pregare e per intercedere per la crescita e la espansione del Suo Movimento. Ora che le sue spoglie mortali, composte in questa bara - santificate dalla Sacra Unzione Sacerdotale - e penetrato dallo Spirito di S. Francesco e custodite nella tomba di famiglia accanto ai Suoi venerati genitori, nel cimitero di Castel di Lucio, faccio l’augurio che possa fare più rumore da morto di quanto ne è riuscito a fare da vivo. Grazie, P. Placido per la Sua amicizia e preghi anche per me. Orazio Sapenza Parroco di Pettineo Piccoli gruppi, come lievito dentro la massa. PRESENZA 29 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE Parola della sua Parola MARIA LO CURTO N on conosco una sintesi più bella, profonda ed efficace di questa: “Essere parola della sua Parola”. La ritrovo lampeggiante di luce nell’intimo della mia coscienza. Attingo forza da essa. Mi sospinge dolcemente e autorevolmente nel cammino della vita, ora piano, ora irto di difficoltà che essa mi aiuta a superare. Questa sintesi mirabile l’ho ripetutamente ascoltata dalla viva voce di P. Placido Rivilli, infaticabile apostolo della Parola. “Le nostre - diceva - non chiamatele riunioni: sono Cenacoli, dove Gesù è presente. Egli stesso viene per istruirci, per insegnarci la via che conduce al Padre, per accendere in noi il fuoco dirompente dell’Amore divino”. Egli ci raccontò talvolta gli inizi della sua vocazione religiosa. Fin da fanciullo lo aveva affascinato la figura di un frate francescano “cercatore” che, nel suo paese d’origine, Castel di Lucio, andava di casa in casa per la questua. Certamente aveva contemplato in lui l’essenza del francescanesimo, il distacco dai beni terreni nell’esercizio della povertà, il servizio vissuto nell’umiltà, la testimonianza eroica dell’uomo proteso alla conquista dell’Assoluto di Dio. Valori grandissimi PRESENZA che egli stesso, poi, incarnerà nella vita sacerdotale e religiosa. Entrato giovanissimo nel convento dei frati minori francescani di Bagheria, aveva deciso di trascorrere la sua giornata terrena nel silenzio e nella meditazione. Ma altri erano i progetti di Dio su di lui. A Lourdes, durante il suo primo viaggio nella terra di Maria, la repentina folgorazione. Una scritta: “Portate le folle al Vangelo”. Comprese che in quelle parole ispirate era contenuto tutto il programma della sua futura azione apostolica. Da quel momento non si fermò più. Cominciò a percorrere le strade della sua Sicilia e di gran parte dell’Italia, spingendosi, successivamente, anche all’estero, dovunque portando il Vangelo. Leggeva il Vangelo ai dotti (numerosi gli incontri con gli intellettuali e i giovani universitari) e ai semplici che imparavano da lui ad approfondire la figura del Redentore, a meditarne gli insegnamenti, non limitando alla recita del Padre Nostro e dell’Ave Maria la propria religiosità. Erano i tempi del secondo dopoguerra, quando si cominciava ad attuare quella “rivoluzione” 30 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE sollecitata dai Pontefici, che poneva tra le mani dei laici il testo sacro, esortandoli a farsene, anch’essi, apostoli e propagatori. Nelle case dove entrava P. Placido, entrava anche la Bibbia, entrava il Vangelo da tenere a portata di mano per leggerne spesso qualche versetto, traendone quella preziosa linfa vitale che irrobustisce, giorno dopo giorno, la nostra fede. Dall’impegno che spingeva P. Rivilli a propagare sempre più tra la gente la conoscenza del Vangelo, quale libro di Vita per tutti, nacque il Movimento della “Crociata del Vangelo”, nome mutato, poi, in quello di “Presenza del Vangelo”. Frutto prezioso di una passione evangelica intensa, geniale e generosa fu la costituzione dell’Istituto secolare delle “Missionarie del Vangelo”, consacrato a testimoniare nel tempo la perenne attualità della Parola di Dio. P. Placido Rivilli, soprannominato “Frate Vento”, ha scritto e ha parlato molto. Chi lo ha ascoltato ricorda che le sue spiegazioni del Vangelo, sempre puntuali e aggiornate con gli studi che si andavano via via pubblicando, non erano mai fredde, ma vivacizzate da una partecipazione personale che rivelava l’ardente passione per il Vangelo. È vivo in noi il suo sguardo che si accendeva e la sua voce che si commuoveva quando, ad esempio leggeva brani del suo Evangelista preferito, S. Giovanni, o l’inizio della prima PRESENZA Lettera. Ciò che abbiamo udito, ciò che abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita… lo annunziamo anche a voi…”. L’esortazione allo studio e all’annunzio della Parola, bene sommo dell’uomo in questa vita, è la preziosa eredità che P. Rivilli ci affida. Agli “evangelizzatori” raccomandava di amare caldamente la Parola, di accoglierla, di esserle fedeli: “Amore, accoglienza, docilità, obbedienza, fedeltà: sono questi i cardini - affermava - del rapporto filiale dell’uomo con la Parola”. Del cristiano diceva che era chiamato ad immedesimarsi con Gesù, ma ciò poteva avvenire se la Parola accolta veniva trasformata in vita vissuta. Sullo sfondo del passaggio epocale dal secondo al terzo millennio, la figura di P. Placido Rivilli appare molto significativa. Infatti alle aspirazioni e alle attese dell’umanità - che si possono sintetizzare nei termini di essenzialità e universalità - egli risponde presentando quello che vi è di più essenziale e di più universale nella nostra religiosità: il Vangelo di Cristo. Il Vangelo deve essere il fulcro della vita individuale e sociale. Da esso, e soltanto da esso - non dalle varie filosofie alla moda - bisogna trarre le norme di quella moralità che dona dignità alla persona umana e alla sua vita di relazione. Maria Lo Curto 31 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE La forza del Vangelo GAETANO DI LIBERTO «È morto Padre Rivilli»: questa notizia è corsa velocemente in tutta la Sicilia e oltre, fino al Perù, nel giorno liturgico di S. Lucia, cogliendo tutti di sorpresa, ma destando subito i commenti: “si intuiva che sarebbe caduto sul campo”, “consumato dalla passione per il Vangelo”. A chi gli consigliava di rallentare la sua attività di apostolo itinerante, per evitare lo stress pericoloso alla sua salute resa precaria dall’indebolimento cardiaco e dall’età avanzata rispondeva: “cursus in fine velocior”, “alla fine la corsa diventa più veloce”. Pertanto non risparmiava le sue forze, anche se erano diminuite, e stava sempre in movimento per predicare il Vangelo “in tutto il mondo”. Il 21 novembre scorso, come ogni anno nella solennità di Cristo Re, aveva convocato e presieduto a Pergusa il Convegno regionale dei cenacoli del Vangelo di Sicilia. Dopo qualche giorno, il 25 novembre è venuto ad Agrigento e prima di ripartire ha fissato un nuovo incontro con i responsabili cenacolari della città per il 17 dicembre seguente. Ma alle prime luci dell’alba dell’11 dicembre, mentre si trovava a Giuliana per una tre-giorni di evange- PRESENZA lizzazione, in occasione del cinquantesimo di attività del Movimento “Presenza del Vangelo” in quel paese, è stato fermato da un gravissimo malore, che segnalava stavolta la fine della corsa, avvenuta due giorni dopo. P. Rivilli è stato un grande seminatore della Parola di Dio, veridico testimone dell’attualità salvifica del Vangelo. Amava tradurre l’espressione paolina “il Vangelo… potenza (dinamis) di Dio” (Rm 1,16) con “dinamite di Dio”, per evidenziare marcatamente la forza esplosiva del Vangelo, che cambia radicalmente la vita di chi l’accoglie con piena fede. P. Rivilli ha concentrato il suo apostolato nella fondazione del Movimento “Presenza del Vangelo” e dell’Istituto Secolare “Missionarie del Vangelo”. Attraverso queste due opere continuerà e certamente si espanderà l’apostolato, da lui cominciato e attuato per più di cinquant’anni. La Chiesa agrigentina resterà perennemente grata a P. Rivilli per quanto da lui ha ricevuto: comunità parrocchiali di Agrigento, Casteltermini, Comitini, Aragona, Favara, Ribera,… entusiasmate dalla sua predicazione, famiglie trasformate in 32 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE cenacoli di Vangelo, vocazioni di speciale consacrazione accompagnate al sacerdozio o alla professione dei Consigli evangelici. I Vescovi che si sono succeduti nella guida della nostra Diocesi, Mons. Petralia, Mons. Bommarito e l’attuale Mons. Ferraro l’hanno stimato moltissimo. Di Mons. Ferraro voglio segnalare la lettera indirizzata ai Presbiteri della Diocesi e pubblicata nel Bollettino Ecclesiale Agrigentino, n° 4 del 1996 pag. 232 con la quale ha presentato ufficialmente il Movimento “Presenza del Vangelo” riconoscendone la validità: “può essere di grande aiuto per i Cefas, per la formazione degli operatori pastorali e per incrementare la passione di amore al Vangelo”, dandone anche testimonianza personale; da Parroco-Arciprete a Vittoria, aveva pervaso il territorio parrocchiale, soprattutto in periferia, con 20 cenacoli rionali, diventati poco a poco fari d’irradiazione della luce del Vangelo; e dichiarando: “Ritengo una benedizione del Signore se il Movimento potesse espandersi in ogni città”. Ad Agrigento il ricordo di P. Rivilli resterà particolarmente legato alla famiglia Vanadia. Ogni volta che veniva in questa città era ospitato nella loro casa come in una nuova Betania. Attarverso questa speciale ospitalità si sono compiute le “meraviglie di Dio”, manifestatesi nell’opera di autentica formazione evangeli- È stato l’uomo della Parola, ma anche della parola scritta. A questa Rivista diede passione, intelligenza, continuità impareggiabile di impegno. PRESENZA 33 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE ca di Rosanna Vanadia, “animatrice sapiente ed entusiasta del Movimento Presenza del Vangelo in Agrigento, passata da questo mondo al Padre l’8 settembre u.s.”. Nell’ultimo numero di Presenza del Vangelo, rivista bimestrale di spiritualità e di cultura del Movimento, n° 6 del 1999, P. Rivilli ha scritto nella pagina “Testimonianza”: “Un giorno mi telefona il carissimo Enzo, il marito che è stato e continua ad essere, nel senso più vero, l’anima gemella di Rosanna, per chiedermi un’idea per l’immagine-ricordo di Rosanna. Gli ho detto: “Metti in evidenza che Rosanna era presenza della gioia che nasce dal Vangelo”. “Il tempo è compiuto”: ecco il titolo “premonitore” dell'ultimo editoriale stilato da P. Rivilli, comparso nel citato numero di Presenza del Vangelo. È il messaggio che conserveremo gelosamente nel nostro cuore, come mirabile sintesi della testimonianza evangelica di tutta la vita terrena del grande Padre, Amico e Consigliere. Gaetano Di Liberto La semplicità la sua grandezza U n mio primo ricordo, forse uno dei fecondi, è riferito all’incontro avuto nel mese di gennaio del 1968 sul sagrato della Chiesa del SS. Cro- PRESENZA cifisso in Agrigento, allorquando io e mia moglie gli abbiamo chiesto se avesse bisogno di qualcosa. Padre Rivilli rispose affermativamente. Contenti di poter essere utili abbiamo reiterato la domanda. Sorridendo, ci rispose: “si, ho bisogno soltanto della Grazia del Signore”. Ecco qual’era la grandezza di Padre Rivilli: la semplicità e la essenzialità. Ed è ricondotto a quel periodo il dono che fece a mia moglie Rosanna, quando il 15 gennaio del 1968 le consegnò il Vangelo con questa dedica: “La sua Luce risplenda nella tua casa ed il tuo Vangelo porti in essa la gioia che solo Lui sa donare”. Padre Rivilli aveva fatto il voto di povertà ed era ricco: possedeva la ricchezza della fede e della santità e ci ha trasferito la sua passione per il Vangelo e la gioia nel proclamarlo. È riuscito con il suo carisma, guidato dallo Spirito Santo, ad avvicinare al Vangelo una moltitudine di persone che, altrimenti, sarebbero vissute nell’indifferenza e distanti dalla parola di Dio. Ci ha insegnato ad amare il Vangelo e, quindi, ora, abbiamo il dovere di chinarci a raccogliere una pesante ma gloriosa eredità. Ti ringraziamo e ti chiediamo, come sempre, di darci la tua santa benedizione. Vincenzo Vanadia 34 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE Ha voluto le Contemplative SR. MARIA AGNESE PAVONE N on eravamo pronte ad accogliere la dolorosa notizia del ritorno alla Casa del Padre del carissimo Padre Placido Rivilli. Siamo ancora increduli non ci sembra realtà ciò che è avvenuto. L’aspettiamo, come sempre, sorridente, fresco, esuberante, colmo del fuoco della Parola di Dio, quel fuoco che si fa fatica a contenere ed urge dentro per essere portato ai fratelli. Era felice di camminare per le vie del mondo ad annunziare la Parola di Dio, passava da un posto all’altro, da un Cenacolo all’altro, senza stancarsi mai, sempre disponibile. Spesso diceva con gioia: “la mia casa è il treno”. Nonostante gli acciacchi propri dell’età e della salute ormai precaria, specie in quest’ultimo periodo, lui era sempre instancabile, nessun freno lo teneva, doveva continuare ad andare col fervore e la freschezza dello stesso spirito sempre giovane, tutto innamorato di Dio, sospinto dalla misteriosa forza della Sua Parola. Ho conosciuto personalmente il Padre nel novembre del 1978 quando ha dettato a noi Clarisse di Messina un corso di Esercizi Spirituale. Mi ha colpito la Sua passione per PRESENZA la Parola di Dio. Le sue meditazioni erano convincenti e inzuppate di questa Parola: “spada a doppio taglio” che entrava in me come un fuoco irresistibile. Da allora la Comunità ha aderito al Movimento con gli incontri quindicinali del Cenacolo. Il Padre ci ha suggerito dei libri e il metodo per approfondire il testo del Vangelo. Abbiamo stabilito un giorno di ogni mese per pregare per il Movimento. Da allora abbiamo continuato i Cenacoli nella Comunità. Da diversi anni è sorto anche un cenacolo con le giovani, che frequentano il nostro Monastero: il cenacolo “Gesù giovane” che si riunisce ogni quindici giorni. Nel 1984 ho accettato l’incarico propostomi dal Consiglio Centrale “Presenza del Vangelo” di rendere presente il Movimento nella nostra vita claustrale, dando così pure origine al “Settore Contemplative” in seno al Movimento, con la certezza che la nostra partecipazione potesse aiutare l’evangelizzazione del mondo attraverso la nostra preghiera e la nostra offerta nel nascondimento e nel silenzio. Il Padre ci teneva tantissimo a curare questo Settore. Egli stesso, 35 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE più volte volle farsi presente con un suo scritto ai Monasteri. Riporto qui uno stralcio della sua lettera che, insieme alla mia, venne spedita nel maggio del 96: “…fin dal suo nascere il Movimento si è inserito in vari Monasteri delle Sorelle Clarisse perché ero e sono convinto che un albero tanto più può crescere e fruttificare quanto più profondamente affonda le sue radici nella terra. La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio per questo ho pensato, fin dall’inizio del Movimento, a voi, perché dalla vostra vita di preghiera e dalla vostra contemplazione del Verbo Incarnato il Movimento Presenza del Vangelo potesse ricevere quella linfa vitale che, circolando nel corpo del Movimento stesso, assicurasse la vitalità e la efficacia apostolica… Mi chiederete che cosa comporta da parte vostra l’adesione al Movimento Presenza del Vangelo? Vi chiedo semplicemente due cose: inserire nella vostra preghiera personale, e possibilmente comunitaria, la preghiera che troverete acclusa in questa circolare e di dedicare un giorno al mese al Movimento affinché, come dice la preghiera, il mondo si converta e creda al Vangelo e riconosca che solo Gesù è la via, la verità e la vita. Vi auguro che la Parola di Cristo abiti abbondantemente nei vostri cuori. (Col. 3,16) Questo era il desiderio del padre, questo è l”assillo” che trasmette ancora dal cielo a noi Clarisse; infatti pochi PRESENZA giorni prima della sua morte, quasi come saluto e testamento, mi ha detto: «Agnese, ti raccomando di curare il Settore delle Contemplative, ora preparo una lettera che spediremo insieme all’apertura dell’anno Giubilare”. Dopo qualche giorno non mi è arrivata la lettera, ma la comunicazione che il padre si era addormentato serenamente nelle braccia del Padre Celeste, quale figlio suo prediletto. La luce di Dio che rifulge sul volto glorioso del Verbo fatto carne avvolga il nostro caro Padre Rivilli e lo tenga felice nella contemplazione di Colui che ha servito appassionatamente nei lunghi e fruttuosi anni della sua vita francescana e sacerdotale. Sr. Maria Agnese Pavone O.S.C. “La pasiòn par el mundo parque èsta es la pasiòn de Dios” A los hermanos del Movimiento “Presencia del Evangelio” de Italia, los amigos del Movimiento an el Perù, hacen llegar su màs profundo pésame por el fallicimiento de nuestro muy querido amigo y fundador, Padre Placido Rivilli y mahana martes 14 estaremos en todo el Perù, celebrando la Eucaristia, por su esterno descanso a las 9. a.m. (hora peruana), para unimos más intimamente a ustedes. Fraternamente F. Matilde Viso T. 36 DEL VANGELO LE TESTIMONIANZE Il nostro grazie alla Trinità È passato seminando gioia L’infaticabile apostolo del Van- A nnunciatore di profonde ve- gelo, Padre Rivilli è partito per il suo ultimo viaggio verso la casa del Padre. Con il cuore colmo di dolore, per la perdita di un padre e di un amico, ma con la certezza che lui ora VIVE nella gioia del Signore, insieme alla Gloriosa Sempre Vergine Maria, ed al Serafico Padre Francesco, mi unisco alla preghiera di tutti i fratelli del Movimento “Presenza del Vangelo”, specialmente più vicini al carissimo padre. Rendiamo grazie alla Trinità Santissima, Padre, Figlio e Spirito Santo, per averci dato in Padre Rivilli un fulgido esempio di umiltà, carità e letizia, egli è stato come Giovanni Battista una voce che ha gridato nel deserto del nostro secolo per preparare la strada al Verbo che viene ieri, oggi, sempre. Aristide Raimondi rità teologiche e spirituali con una straordinaria semplicità, con passione e veemenza, Padre Rivilli ha amato le imprese esaltanti come vittorie sui sabati delle noie e delle facce tristi. Spesso diceva: “Un cristiano triste è un triste cristiano. Una buona novella la si deve annunciare con il sorriso e con gioia”, e di gioie e sorrisi ne ha donati molti… È andato via esaltando la vita, impegnandola ancora con l’ennesima missione a Giuliana. Un “Vi voglio bene” tra le parole delle sue ultime prediche e, zitto zitto, è scomparso dietro le quinte del mondo visibile. È andato il giorno di Santa Lucia, come rapito da quel carro di fuoco che porta alla Luce vera, di cui è stato torcia irripetibile. Anna Pulizzotto “Se vogliamo contribuire efficacemente alla trasformazione di questo mondo secondo il progetto di Dio dobbiamo rifarci all’origine della creazione. Siamo chiamati ad essere la sua Parola per fare di questa Parola la forza creatrice di un mondo nuovo più umano, più cristiano.” PRESENZA 37 DEL VANGELO LA GIORNATA DI PERGUSA Evangelizzare oggi ROSARIO CALÒ Dalla celebrazione della “Giornata del Movimento”, del 21 novembre ‘99, a Pergusa pubblichiamo, come già previsto con Padre Rivilli, i contributi delle comunicazioni. Oggi ci sembra particolarmente significativo un richiamo a questa Giornata, che risulta l’ultima presieduta dal Fondatore del Movimento. Ecco i contributi, in ordine di intervento: - quale evangelizzazione per il mondo di oggi; - quali responsabili per una nuova evangelizzazione. La comunicazione di P. Rivilli sul tema “Una responsabilità che esige un impegno” ci è sembrato doveroso anticiparla agli inizi della Rivista. 1. C’è una certezza che interpella il nostro interrogarci sull'evangalizzazione del mondo di oggi: questo mondo attende Cristo! Anche quando non lo sa o non se ne accorge o sembra volersene stare alla larga. Lo attende perché attende di essere liberato dalle nuove dipendenze, dalle nuove schiavitù. Allora, per cercare di capire quale evangelizzazione rivolgere al mondo di oggi, occorre operare una nuova considerazione dei «segni dei tempi». PRESENZA Il primo segno di questo nostro tempo ce lo dà ancora il Vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio: «Levate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura» (Gv 4,35b): è proprio l’umanità in attesa! E subito risalta un secondo segno che ci interpella al superamento della tentazione del Tabor: «È bello per noi stare qui» (Mt 17,4a). Che cosa fate -sembra dirci il Maestro e Signore - seduti tra voi? L’“andare” dell’azione pastorale interpella chi ha il carisma dell’evangelizzazione a farsi stimolo verso la comunità per una pastorale missionaria. Barcamenarsi fra le troppe cose della pastorale di conservazione è probabilmente contro il Vangelo, quando si è chiamati con un carisma specifico per l’“andare”. È forse come un sotterrare il (i) talento (i) delle «cose nuove». A me sembra che bisogna dire un “basta” deciso. È urgente che la comunità esca da sé (ed anche l’evangelizzatore) proprio come l’uscire da sé del Figlio di Dio (cfr. Fil 2,5-11). 2. - Quale nome hanno dentro la nostra interiorità personale e di comunità gli “altri”? Sono amici, servi, lontani, sordi? Mi sembra che l’an- 38 DEL VANGELO LA GIORNATA DI PERGUSA dare in tutto il mondo di Gesù ci chiami a chiamarli amici e fratelli. Pensiamo ad amici e fratelli quando i segni dei tempi ci presentano sfruttamento, pulizia etnica, commercio iniquo, ecc…? C’è bisogno di una evangelizzazione della mondialità e della globalizzazione per un mondo come villaggio globale di solidarietà e di fraternità, non di sfruttamento e profitto iniquo. In questo senso o il Giubileo è la festa della novità di Colui che fa nuove tutte le cose, a partire dalla nuova evangelizzazione (realizzata, no solo proclamata), o rischia di ridursi alla festa del rimanere tra noi, probabilmente presi da un logorante indaffaramento per rimestare cianfrusaglie che non hanno più niente a che vedere nè con tutto l’uomo e tutti gli uomini né con la novità del Regno di Dio e della sua giustizia. Dov’è il cuore nuovo e lo spirito nuovo dei credenti in Cristo? Forse stiamo non considerando adeguatamente la parabola del bisogno, come accade nella parabola degli operai dell’ultima ora (cfr Mt 20,1-16). Come possiamo accorgerci, allora, delle urgenze di sopravvivenza di fronte alle nuove schiavitù? Occorre che costruiamo nell’oggi la parabola della fiducia, dello sguardo del regno di Dio e della sua giustizia. Occorre porre il Vangelo come punto di forza di un vero rinnova- PRESENZA mento dell’uomo e della società, oltre che della comunità ecclesiale. In questo impegno la profezia della testimonianza risulta il primo elemento indispensabile dell’evangelizzazione. La testimonianza, infatti, fonda la credibilità. Perciò dobbiamo educarci al valore di annuncio proprio della testimonianza. D’altronde il primo impegno dei laico è quello di promuovere l’evangelizzazione attraverso la sua presenza-testimonianza là dove vive e svolge la sua attività. Questa testimonianza costituisce il primo punto di riferimento, l’avvio stesso dell’evangelizzazione, la condizione favorevole per presentare Cristo e la visione di vita radicata nel Vangelo, come la risposta più adatta alla domanda di senso dell’uomo di oggi come dell’uomo di ogni tempo. 3. - L’evangelizzazione si deve caratterizzare per: - la sua unicità, nel senso che vive nel rapporto di circolarità tra universalità e particolarità, qui e verso gli estremi confini della terra, missio ad gentes e nuova evangelizzazione; - la continuità-costanza del suo realizzarsi, come elemento prioritario proprio degli itinerari pastorali. Bisogna uscire però, e urgentemente, dalla provvisorietà e occasionalità. L’evangelizzazione non può che essere organica ed ordinaria; 39 DEL VANGELO LA GIORNATA DI PERGUSA - la trasversalità e la specificità: la trasversalità in quanto l’evangelizzazione «attraversa» e «caratterizza» tutta l’azione pastorale e ogni suo aspetto; la specificità quanto alle espressioni e ai momenti propri della «nuova evangelizzazione»; - l’azione della comunità tutta (accoglienza, invio, testimonianza…) e l’azione ministeriale proprio della nuova evangelizzazione che fa appello alla dimensione vocazionale. La nuova evangelizzazione (come il primo annuncio) presenta un contenuto centrale (che non va disperso), e che è la visione di vita radicata nel Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio. Questo annuncio va rivolto a persone che non sono «cristiani mancati», pertanto sono errate quelle im- postazioni, per esempio, che si presentano con schemi di preghiera, che sono propri dei credenti. Poiché si tratta di una proposta iniziale, ha impostazione diversa da quella della catechesi, della stessa evangelizzazione continua dei credenti o di chi è già in un certo cammino, ecc… Questo tipo di annuncio richiede un carattere narrativo che reclama prima di tutto familiarità con la parola di Dio, ed in particolare con lo stile proprio del Vangelo. Raccontare quello che ha fatto Gesù e come lo ha fatto Gesù è il punto di forza della nuova evangelizzazione. Pensiamo alle parabole, alla spiegazione che Gesù dà delle cose della vita, al modo di incontrare ed annunciare nel Vangelo (per Sono tante le testimonianze che parlano della gioia, dell’ottimismo di Padre Rivilli. Davvero nel suo cuore erano le ragioni della speranza, di un Giubileo sempre attuale. PRESENZA 40 DEL VANGELO LA GIORNATA DI PERGUSA es. Zaccheo, la donna Samaritana, il giovane ricco, Matteo, Natanaele, ecc…). È per questo che la formazione richiede l’obiettivo della familiarità con la Parola di Dio, per l’ascolto e per l’annuncio. Su questa base possono essere significative le varie iniziative, le varie espressioni che vanno cercate e realizzate. L’evangelizzazione richiede coinvolgimento comunitario, come evento proprio del Vangelo, non per urgenze organizzative. L’icona è chiara e precisa: amatevi come io vi ho amato. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli (cfr Gv 13,34-35). L’interiorità è precisata: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5,16). Il compito, il servizio è affidato: annunciare il Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio e la visione di vita che presenta. 4. - Bisogna tener conto del fatto che la nuova evangelizzazione si rivolge ad un soggetto vario, che presenta situazioni diverse, ma che ha l’elemento unificante nell’universalità dal basso, dagli ultimi, i poveri della terra. Proprio per questo oggi ci è chiesto di evangelizzare l’uomo e la sua storia, di evangelizzare, perciò, il sociale, la mondialità. Ci è richiesto di essere profeti del “nuovo” nella storia dell’umanità. Rosario Calò La Parola riunisce in Cenacolo, ed il Cenacolo diventa il luogo della familiarità con la Parola di Dio. PRESENZA 41 DEL VANGELO LA GIORNATA DI PERGUSA Quali responsabili GEMMA AIELLO R osario, con il suo intervento, ci ha aiutato a riflettere sulla realtà del mondo di oggi, un mondo attraversato da violenze e contraddizioni varie, un mondo ricco di benessere, tecnicamente avanzato, computerizzato, ma con sacche di miseria e di povertà infinita, un mondo lontano da Dio, in gran parte non cristiano, ma assetato di Dio, proteso verso ciò che è buono e giusto, aperto verso i valori del Regno, un mondo che cerca Dio e ha bisogno della sua Parola di amore e di salvezza, un mondo che ha bisogno di essere evangelizzato. Abbiamo visto come si deve evangelizzare, quale deve essere la missione della Chiesa. Ma, la Chiesa a chi ha affidato, affida questo compito? nel Vangelo vediamo come Gesù, dopo la sua resurrezione, affida agli Apostoli il compito di evangelizzare. “Andate in tutto il mondo, dice loro, predicate il Vangelo ad ogni creatura… “ (Mc 16,15). E gli Apostoli, i dodici, vanno… e da essi la missione si allarga ai successori, alla Chiesa, a tutti i cristiani che ne fanno parte. Nessuno può sentirsi esentato dal portare l’annuncio del Vangelo, esso non è qualcosa di facoltativo, è un PRESENZA obbligo. Ancora oggi il Signore, a ciascuno di noi, qui presenti, dice: “Va, in tutto il mondo, predica il Vangelo ad ogni creatura”. E per “tutto il mondo” intendiamo anche l’ambiente nel quale viviamo, per “predica” intendiamo la testimonianza di vita, la comunicazione della propria esperienza di fede, il poter annunciare agli altri quello che il Signore “ci ha fatto”. - L’impegno della missione non è solo compito della Chiesa gerarchica, cioè dei vescovi e dei sacerdoti, ma è responsabilità di tutti i cristiani battezzati, pur se in modo diverso. È il battesimo che abilita al ministero dell’annuncio attraverso l’ufficio profetico che conferisce, per cui quella del cristiano è una vocazione, una chiamata, che, pur nelle sue diverse espressioni, porta all’impegno missionario e rende responsabili dell’evangelizzazione. La fede che abbiamo ricevuto col battesimo deve essere vissuta in modo responsabile, deve essere testimoniata, proclamata, “contagiata” con la propria vita, con le parole, con le opere… Il Cristo, crocifisso, morto e risorto, il Salvatore, è il mistero su cui s’incentra tutta la storia della sal- 42 DEL VANGELO LA GIORNATA DI PERGUSA vezza. È il Salvatore mio, tuo, vostro, di tutti: la consapevolezza, l’accettazione di ciò ha cambiato la mia vita, la nostra vita, rende capaci di vivere in modo armonico ed equilibrato. Ma abbiamo bisogno di dircelo, di ricordarcelo… San Paolo, nella lettera ai Romani (10,14), per questo dice: “Come potranno invocare il Signore senza prima aver creduto in Lui? E come potranno credere senza averne sentito parlare. E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno senza prima esserne inviati?” - “La missione di salvezza è universale; per ogni uomo e per tutto l’uomo. È compito di tutto il popolo di Dio, di tutti i fedeli. La missionarietà deve, pertanto, costituire la passione di ogni cristiano, passione per la salvezza del mondo e ardente impegno per instaurare il Regno del Padre”, dice il Papa nel suo messaggio per la Giornata Missionaria Mondiale ottobre 1999. - L’evangelizzatore, sostenuto dalla consapevolezza di essere stato “chiamato” e “mandato”, di avere cioè ricevuto dal Signore e una vocazione particolare alla Missione, all’annuncio, deve sentire la responsabilità di essere - strumento - di salvezza per i fratelli. - Per cui ci chiediamo: “Come deve essere l’evangelizzatore oggi? Quali responsabili occorrono per la nuova evangelizzazione, di cui si è già parlato?” PRESENZA La risposta potrebbe essere un’elencazione di virtù e di qualità che il Responsabile deve possedere, deve avere… E allora potremmo tutti lasciar perdere e restare lì dove siamo, perché nessuno è perfetto. Tutti siamo manchevoli sempre in qualcosa. Poiché il vero evangelizzatore è sempre e solo il Signore, e chi salva al di là della bravura e delle capacità di chi annunzia, è Lui, con la sua grazia, la sua potenza, diremo più semplicemente che il responsabile è un testimone, un uomo di fede. È uno che ha fatto esperienza personale dell’amore misericordioso di Dio Padre e da Lui si è sentito salvato e rinnovato, a tal punto che non può tenere per sé questa grande gioia e deve necessariamente annunciarla, portarla ai fratelli vicini e lontani, quelli con cui condivide la sua vita ogni giorno e quelli che sono più restii, più indifferenti, più occupati da “altro”, tanto da non avere tempo di pensare alla loro vita interiore. - Il responsabile è un testimone che si abbandona in Dio, in Lui, nel suo aiuto, ripone la sua fiducia e opera in Suo nome e per Suo nome. - Il responsabile è un uomo con una fede matura, frutto di una conversione vera, profonda, duratura, che non pone resistenza al dono di Dio. Maturo nella fede è colui che si fa strumento di Dio nel generare altri alla fede attraverso la preghiera, la testimonianza, l’annuncio della Parola, l’impegno… 43 DEL VANGELO LA GIORNATA DI PERGUSA Adulto nella fede è il cristiano che realizza il mandato battesimale facendosi apostolo di Gesù Cristo, il Figlio di Dio che è morto per tutti, il Risorto, il Signore del mondo. - Vedremo ora quali sono gli elementi di supporto alla vita dell’evangelizzatore, su quali pilastri si sostiene, per rafforzarsi in questo suo essere chiamato all’annuncio ed esserne fedele. Prima di tutto la preghiera: essa è alimento, forza, spinta all’impegno missionario, ci fa chiedere l’aiuto dello Spirito Santo nella consapevolezza che è Lui che opera nel missionario, mettendogli in bocca le parole adatte e aprendo il cuore dell’ascoltatore. L’offerta del proprio lavoro, della proprie fatiche, sofferenze e prove varie per unirsi al sacrificio redentivo di Cristo e contribuire alla sua opera di salvezza. La formazione: non ci può essere annunzio se non c’è formazione, un masticare -, - approfondire - a poco a poco la parola di Dio, farsi pervadere da essa, viverla, confrontarla all’interno della Comunità di cui si fa parte, in fedeltà agli insegnamenti del Magistero della Chiesa. Certo ciò richiede impegno, tempo, perseveranza, ma si deve essere consapevoli che non si può dare agli altri quello che non si ha. È con amore che questa Parola di verità e di salvezza va portata, con coraggio, superando ostacoli e difficoltà, in atteggiamento di umiltà e PRESENZA di ricerca, non di chi si sente arrivato, ma di gratitudine e di dipendenza, sapendo che tutto viene da Dio, di accoglienza, accogliere e farsi accogliere, di apertura ai segni dei tempi, alla realtà territoriale, alla cultura, alle situazioni varie. È importante ancora impegnare alcune qualità umane, come la capacità di incontro, vedere nell’altro sempre una persona amata, cercata dal Dio Padre, di confronto, di dialogo, ricerca dei punti positivi in comune… Il Movimento Presenza del Vangelo, attraverso l’esperienza semplice, ma arricchente del Cenacolo, in cui, nell’ascolto comune della Parola di Dio, nella interiorizzazione e nella lettura personalizzata, si evangelizza e ci si lascia evangelizzare, si vive in atteggiamento di continua conversione, aperti e disponibili all’azione dello Spirito, vuole aiutare i suoi membri a saper essere Responsabili della nuova evangelizzazione, così come è stato detto, a realizzare una presenza fattiva, operosa, profetica nel mondo in cui essi vivono. Comprendiamo quindi che l’evangelizzazione sarà veramente “nuova nel suo ardore, nei suoi metodi, nella sua espressione” (Ver. Spl. n. 106), se ci sarà chi saprà portarla, se ci saranno degli evangelizzatori capaci di sfamare la fame di tanta gente che aspetta una parola: la Parola di salvezza, di conforto, di perdono, di senso della vita… Gemma Aiello 44 DEL VANGELO IL FUTURO INSIEME La “nostra” vocazione VENANZIO FERRARO ono passati 48 anni da quando la mia S vita cominciò a camminare, gomito a gomito, accanto a P. Rivilli. Il suo richiamo appassionato alla Parola di Dio costituì per il mio sacerdozio ancora giovane quella risposta che avevo implorato dal Signore. Ho condiviso con lui la grazia e la gioia del servizio alla Parola di Dio, ma anche un po’ di quella fatica richiesta, per una parte, dalla dinamica divina del Vangelo e, per l’altra parte, dai limiti umani che stentano talvolta a discernere i sentieri più semplici, attuali e adeguati alle esigenze della Parola. Gli sono rimasto vicino sempre. E quando si trattò di condividere la grazia di eventi molto belli, come furono i Convegni, le approvazioni dell’Istituto Secolare delle Missionarie del Vangelo, le Settimane e Giornate del Vangelo, i Corsi di Esercizi spirituali, l’esperienza dell’accoglienza del Vangelo nella Missione del Perù, etc; e, ancora, quando fu necessario ricercare, nella povertà delle risorse umane, le scelte più adeguate che si imponevano lungo il cammino per il servizio della Parola di Dio. Ora io voglio ricordare P. Rivilli in questa duplice dimensione della sua personalità: come portatore, anche per me, di quella grande rivelazione che ha illuminato e continua a illuminare della luce del Verbo la mia vita francescana e sacerdotale, e come un compagno di viaggio, non sempre di facile approccio perché, salva sempre la sua indiscussa passione per la Parola di Dio, veniva spesso fuori con il suo temperamento, il suo carattere, la sua umanità, il suo “passo”... con cui non fu sempre agevole sintoniz- PRESENZA zarsi. Per il grande bene che egli mi ha voluto e che io ho voluto e vorrò sempre a lui, credo di potermi permettere questo ricordo “umano” del P. Rivilli. Mi sembrerebbe di falsare la sua immagine, infatti, se non ne tenessi conto, imponendomi criteri selettivi che non mi lascerebbero tranquillo e che, sono certo, non piacerebbero neppure a lui che, nella luce superiore di Dio, vede le cose in modo nuovo e certo sorride anche per quelle righe un po’ storte che permisero a Dio Padre di scrivere dritto il suo canto d’amore al suo Verbo e agli uomini, suoi figli. Dal cielo il P. Rivilli vede, innanzitutto, quanto io sia grato al Signore per averlo posto sul mio cammino. Un incontro che ha segnato il mio sacerdozio. Non esito infatti ad affermare che la mia esperienza di servizio alla Parola di Dio, nel Movimento e nell’Istituto Secolare delle Missionarie del Vangelo, rimane quella che maggiormente ha inciso nella mia vita e nella mia azione sacerdotale e francescana. P. Rivilli sapeva bene fino a che punto la sua vocazione fosse diventata anche la mia e in diverse occasioni, riferendosi a lui e a me, parlava di “comune vocazione”. Quegli stessi servizi che la mia Fraternità Francescana mi ha chiesto, non solo hanno beneficiato di qullo che io ho imparato lavorando con il Movimento e con l’Istituto, ma da quella esperienza sono stati animati e vivificati, mediante la luce della Parola di Dio, con cui ho cercato sempre di illuminare il mio servizio in ogni momento. E di quella luce P. Rivilli è stato il mediatore privilegiato, per il quale non 45 DEL VANGELO IL FUTURO INSIEME possiamo non implorare una grande benedizione di gloria dal Padre del Cielo. Avverto, tuttavia, come un bisogno di conservare la memoria dell’uomo P. Rivilli, di non dimenticare lo “strumento” di cui Dio si è servito per operare tante cose buone per la gloria del suo Verbo. Voglio ricordare la sua emotività, così a fior di pelle, che faceva riemergere la sua balbuzie e quasi una certa confusione di fronte all’imprevisto, o a quanto non era stato da lui pensato, digerito, assimilato. Voglio ricordare la sua timidezza, che talvolta si faceva aggressiva, per affermare o difendere il suo punto di vista, o quanto da lui era stato elaborato con fatica e, magari, veniva in qualche modo contestato. Ho presente la sua capacità di animare un discorso per ore, e in modo sempre interessante, perché intriso di fede e di parola di Dio, ma ripenso, anche, come non fosse sempre vasta la sua capacità di pazienza nell’ascoltare, nel fare spazio a opinioni differenti o, semplicemente, all’attesa penitenziale di tempi lunghi a cui la vita spesso ci inchioda: lo vogliamo o no. Aveva una intelligenza vivace e speculativa e una vasta cultura che spaziava abbondantemente nel campo della Bibbia, della Teologia, della Spiritualità, dell’informazione. Non perdeva mai il filo, anche se talvolta lunghe digressioni obbligavano a un’attenzione non priva di fatica. Meno incline risultò per le cose pratiche, minute, quotidiane, anche se dovette occuparsene e se i risultati non sempre furono quelli desiderati. Questo fece sì che su certe soluzioni ritornasse ripetute volte, stentando, talvolta, a individuare quella soddisfacente. Era inquieto. Sempre alla ricerca di cose nuove. Voleva che la parola di Dio entrasse come fermento di “vita” evangelica nelle realtà che scorrono, cambiano, presentano volti sempre diversi, anche nel giro di tempi brevi. Questo, che è certamente giusto e do- PRESENZA veroso, non è privo del rischio che alcune iniziative finiscano per non avere il tempo di rassodarsi, di organizzarsi e di esprimere al meglio i loro contenuti. Era costante nel perseguire le sue “visioni”, qualche volta anche “ostinato”, rischiando di andare avanti da solo, senza la necessaria pazienza di dare spazio a mezzi e collaborazioni che avrebbero potuto alleggerire la fatica e, forse, renderla più feconda. Di contro a queste “umanità” che non ci scandalizzano, ma che, anzi, mettono in migliore risalto la grazia di Dio, rimane il grande patrimonio del suo spirito. In primo luogo, la preziosa intuizione, in tempi in cui questo suonò come profezia, che nella Parola di Dio c’è il germe di una vita e di un mondo migliore e la luce per la giusta soluzione dei problemi dell’uomo, della Chiesa e del mondo. Il suo impegno nello studio, di cui abbiamo testimonianza fin dai tempi della sua giovinezza... Il suo proposito costante di aggiornarsi, soprattutto in quanto a ricerche bibliche e teologiche si riferisce. È nota la sua irresistibile passione per i libri, per i dizionari biblici specializzati, per la Teologia... Dei libri, che trattava sempre con affettuosa delicatezza, fu sempre molto geloso. Ebbe coraggio e quasi spericolatezza nell’affrontare imprese, anche difficili, ma che si erano presentate dinanzi al suo spirito come opportune e urgenti... Penso, come esempio, all’avventura che comportò l’acquisto e la ricostruzione di quella che oggi è la Casa del Vangelo “Tabor” di Motta d’Affermo, in provincia di Messina. Ma tali imprese, aveva bisogno di “vederle” lui stesso. Aveva bisogno che si accendessero dentro di lui. Allora si lanciava con capacità di azzardo e di grandi sacrifici. 46 Nelle foto accanto, momenti di fraternità e di lavoro, condivisi nell’impegno della missione. DEL VANGELO IL FUTURO INSIEME PRESENZA 47 DEL VANGELO IL FUTURO INSIEME Faticava, invece, talvolta, a vedere la ragionevolezza, la convenienza, di quanto veniva pensato, suggerito, proposto dagli altri... In certi casi allentava la presa, magari con qualche disappunto, fino a quando, a cose fatte, non ne assumeva, spesso cordialmente, il buon risultato. Mi impressionò sempre, ancora, il suo bisogno di correre da un capo all’altro del mondo. Certamente la sua esperienza fu ricca in tal senso. In quella ragnatela di viaggi, continentali e inter-continentali, fu sempre sospinto dalla fede nella umversalità della parola di Dio e dal desiderio di ravvivarne la presenza e l’azione ovunque... Forse la sua passione, in questo campo, avrebbe meritato, da un certo punto di vista, risultati migliori. La essenzialità del suo “messaggio”, infatti, è stata tale da potersene desiderare e auspicare una diffusione a livello mondiale. In effetti, solo quando il mondo si lascerà illuminare e guidare dalla parola di Dio, ritroverà la sua vocazione e il suo equilibrio primordiale. P. Rivilli fu un “passionario” della parola di Dio, ma non fu un eccelso organizzatore. Né lo siamo stati quanti fin qui lo abbiamo accompagnato. Con lui e dietro a lui abbiamo puntato tutte le nostre carte sull’efficacia creatrice della Parola e non ci siamo preoccupati di strutture che ne mediassero la grazia a larghe dimensioni. Forse non è stato tutto negativo. Forse... semplicemente, non ce l’abbiamo fatta. L’Opera, tuttavia, pur nei suoi limiti organizzativi, continua a racchiudere un eccezionale potenziale di grazia e riflette, con buona approssimazione, anche in questo, la personalità del Fondatore. Un’anima grande in un corpo ostinato, sì, e sacrificato... ma anche, per certi versi, fragile. Un “Giullare” che, come san Francesco, ha girato il mondo “raccontando” l’amore di Dio apparso nell’In- PRESENZA carnazione del Verbo, che è rimasto tra gli uomini nascosto nei piccoli segni del “pane e del vino” ed è custodito intatto, dallo Spirito, dentro la povertà del nostro linguaggio. Così ho conosciuto P. Rivilli. Portatore di un Mistero che ha colorato e bruciato la sua vita, così come ha lanciato verso le prospettive divine del Vangelo la mia e la vita di tanti altri. Nel ringraziare il Signore, come uno dei beneficiati, io voglio ricordare così P. Rivilli: un uomo che lotta e si scontra con la sua stessa “umanità”, ma anche un Francescano e un Sacerdote eletto dal Padre Celeste per mediare a quanti incrociarono il suo andare apostolico il dono ineffabile della parola di Dio. Nell’ultima lettera che mi scrisse in Perù, mi esortava a tornare, perché, diceva: “ mi faccio vecchio” e il lavoro è ancora tanto. Mi sorprese, in certo senso. Troppo abituati a vederlo sempre proiettato nell’attività, instancabilmente, mi impressionò quel riferimento all’avvicinarsi di Sorella morte, che sembra sempre lontana, fino a quando, quasi di colpo, a volte, ce la ritroviamo sul cammino come l’estrema chiamata di Dio. Ora che contempli nella gloria, caro fratello Placido la luce del Verbo, che dirti ancora? Il Signore ti tenga felice, tra i suoi servi fedeli. Io,con quanti altri abbiamo portato insieme la tua stessa passione, cercherò di fare del mio meglio perché il fuoco acceso continui ad ardere, a riscaldare, a illuminare... Ovunque... con ogni mezzo... con qualsiasi compagno di viaggio... So che questo accrescerà la tua gioia. Tu ci assisterai con la tua intercessione. Sento che, anche per me, questa è la mia vocazione. E più mi impegno a viverla... più mi ritrovo francescano e sacerdote. Ce la metterò tutta. Anche perché, poi, non saprei fare altro. 48 Venanzio Ferraro DEL VANGELO