PRESENZA
DEL
VANGELO
Presenza del Vangelo è un movimento
che si propone di diffondere la conoscenza, la spiritualità e la pratica del
Vangelo in conformità al Magistero
della Chiesa cattolica.
presenza del
Vangelo
Trae dal Vangelo la sua ispirazione, la
sua spiritualità, i suoi metodi e si impegna con specifiche iniziative nella missione evangelizzatrice della Chiesa per
contribuire all'avvento del Regno di Dio
nel mondo.
Presenza del Vangelo in forza della sua
denominazione, si impegna a lavorare
apostolicamente affinché il Vangelo sia
presente nella coscienza e nella vita di
ogni uomo e nelle varie forme della vita
ecclesiale e sociale.
Presenza del Vangelo si inserisce attivamente nella Chiesa locale e svolge il
suo apostolato nelle famiglie, nella
scuola, negli uffici, nel mondo del lavoro e in qualsiasi altro ambiente anche
se difficile e lontano. Vuole essere presente tra i piccoli, i poveri e i sofferenti, consapevole della predilezione di
Gesù nei loro riguardi.
Per informazioni e richieste:
MOVIMENTO PRESENZA DEL VANGELO
Via Chiarandà, 7 - Tel. (091) 44 14 34
Tel. (091) 446131 - 90125 PALERMO
NUMERO SPECIALE
DEDICATO AL FONDATORE
P. PLACIDO RIVILLI
1/2000
SOMMARIO
presenza del
Vangelo
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
Rivista bimestrale di spiritualità e di cultura
edita a cura del Movimento Cattolico
«Presenza del Vangelo»
Anno LIII n. 1 - 2000
DIRETTORE RESPONSABILE:
Nino Barraco
2
Placido Rivilli, In lotta per Cristo
5
Placido Rivilli, Responsabilità e futuro
7
Rosario Calò, Un cammino che continua
9
Consiglio del Movimento, Rimpianto e gratitudine
“INVIATI AD EVANGELIZZARE”
11
Nino Barraco, La strada come “lectio”
7 Agosto
Ore 12,00
Ore 16,30
13
Venanzio Ferraro, La Messa alla Gancia
Ore 17,30
17
Pietro Sorci, Il ricordo si fa preghiera
Ore 21,00
21 L’Osservatore Romano, Testimone e missionario
RESPONSABILE DEL MOVIMENTO:
Rosario Calò
LE TESTIMONIANZE
DIREZIONE:
Casa del Vangelo
Via Chiarandà, 7 - Tel. (091) 44 61 31
90125 Palermo
Centro Crociata del Vangelo
Via Chiarandà, 7 - Tel. (091) 44 14 34
90125 Palermo
C.C.P. intestato alla Direzione: 12949905
ABBONAMENTI:
L. 30.000
L. 50.000
L. 40.000
L. 5.000
L’abbonamento decorre da Gennaio a Dicembre.
Chi si abbona durante l’anno riceverà i numeri
arretrati.
Michele Savasta, Uno “spostato” di Dio
Ore 12,00
Ore 15,30
Ore 21,00
25
Grazia Napoli, Un grande dono per tutti
9 Agosto
25
P. Giovanni Salonia, Presenza forte e significativa
Ore 19,00
Ore 21,00
26
Rina Amato, La morte non è una catastrofe
28
Orazio Sapienza, Una ragione di essere
10 Agosto
Ore 08,30
Ore 09,00
30
Maria Lo Curto, Parola della sua Parola
32
Gaetano Di Liberto, La forza del Vangelo
34
Vincenzo Vanadia, La semplicità, la sua grandezza
35
Sr M. Agnese Pavone, Ha voluto le Contemplative
37
Aristide Raimondi, Il nostro grazie alla Trinità
37
Anna Pulizzotto, È passato seminando gioia
LA GIORNATA DI PERGUSA
38
Rosario Calò, Evangelizzare oggi
42
Gemma Aiello, Quali responsabili
Registr. Tribunale Palermo 27 giugno 1948
Con approvazione ecclesiastica
Sped. in abbonamento postale art. 2, comma
20/c, Legge 662/96. Filiale di Palermo
8 Agosto
Ore 08,30
Ore 09,00
24
AMMINISTRAZIONE:
Ordinario
Sostenitore
Estero
Una copia
50° CONVEGNO NAZIONALE / 7-11 AGOSTO 2000 ROMA
IL FUTURO INSIEME
45
Ore
Ore
Ore
Ore
Ore
12,00
16,00
18,00
19,00
21,00
11 Agosto
Ore 08,30
Ore 09,00
Ore 20,00
In mattinata arrivi e sistemazione.
Liturgia di apertura: celebrazione eucaristica.
Ricordo di P. Placido Rivilli O.F.M., Fondatore del Movimento
Diac. Prof. Rosario Calò, Responsabile del Movimento.
Relazione: “La Trinità, sorgente della Missione”
P. Roberto Toni, Carmelitano.
Interventi.
Momento di fraternità; testimonianze su P. Placido Rivilli.
Celebrazione Lodi
Relazione: “Eucarestia e Missione”;
P. Roberto Toni, Carmelitano.
Interventi.
Celebrazione eucaristica.
Pellegrinaggio giubilare alle Basiliche: S. Paolo fuori le mura.
Veglia missionaria.
In mattinata: udienza dal Santo Padre.
Pomeriggio libero.
Celebrazione eucaristica.
Momento di fraternità.
Celebrazione Lodi.
Relazione: “A Messa i fedeli entrano discepoli, ma dalla Messa escono apostoli”;
Diac. Prof. Rosario Calò.
Interventi.
Celebrazione eucaristica.
Gruppi di approfondimento.
Assemblea conclusiva: confronto e progettualità.
Celebrazione Vespri.
Momento di fraternità.
Celebrazione Lodi ed Eucaristia.
Pellegrinaggio giubilare alle Basiliche: S. Giovanni in Laterano
- S. Maria Maggiore.
Partenza.
Quote di partecipazione
Prenotazione:
Viaggio in treno, 2.a classe: Palermo-Roma e viceversa
Cuccetta in scompartimento a quattro posti:
Cuccetta in scompartimento a sei posti:
Soggiorno presso la sede del Convegno, dal pranzo del giorno 7
al pranzo del giorno 11:
Pullman per i vari spostamenti nella stessa Roma
Supplemento stanza singola
L. 30.000
L. 147.000
L. 90.000
L. 43.000
L. 360.000
L. 50.000
L. 15.000 al dì
La prenotazione al Convegno deve pervenire, fino ad esaurimento dei posti, entro e non oltre il 15 aprile 2000.
Insieme alla prenotazione deve essere versata la quota relativa alla cuccetta.
Il versamento può essere fatto anche a mezzo c.c.p. n. 12949905 intestato a:
“CENTRO CROCIATA DEL VANGELO” - Via Chiarandà, 7 - 90125 Palermo
Venanzio Ferraro, La “nostra” vocazione
Sede del Convegno
ISTITUTO “MARIA SS.MA ASSUNTA” - Suore Domenicane del Sacro Cuore Via Casilina, 235 - 00176 ROMA - Tel. e Fax: 06.290260-06.274791
Fotocomposizione: Compostampa di M. Savasta - PA
Stampa: Tip. AIELLO - Bagheria
In copertina
Motta d’Affermo (ME) - Cappella della Casa del Vangelo “Tabor”,
alla quale Padre Rivilli era particolarmente legato.
Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a:
CASA DEL VANGELO “IL CENACOLO”
VIA CHIARANDÀ, 7 - 90125 PALERMO
Tel. 091.441434 - Fax 091.446131
Numero Speciale
dedicato a
P. PLACIDO RIVILLI o.f.m.
nato a Castel di Lucio il 29.11.1919
morto a Palermo il 13.12.1999
FONDATORE DEL MOVIMENTO
“PRESENZA DEL VANGELO”
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
In lotta per Cristo
PLACIDO RIVILLI
Riportiamo, con affetto filiale, l’articolo che P. Placido Rivilli ha scritto
nel primo numero (marzo 1947) della rivista del Movimento, che a quel
tempo portava il titolo di “Crociata
francescana”.
L
a complessa trama degli avvenimenti in cui noi siamo rispettivamente attori e vittime s’è incaricata di mettere in evidenza una concezione cristocentrica della vita.
Nel quadro della vita contemporanea il male non ha una forza meno dimostrativa del bene relativamente al mistero del Cristo.
Forse ciò sembrerà paradossale.
Ma è vero: l’uomo che prega e l’uomo che impreca, l’uomo che adora e
l’uomo che bestemmia possono collaborare quantunque in senso opposto
per la stessa causa.
Ma quantunque noi accettiamo
un’apologia del Cristo costruita con
gli stessi ruderi della negazione, la
nostra apologia deve essere essenzialmente positiva e diretta.
È attraverso un processo di affermazione e per mezzo di una volontà decisamente orientata al Cristo che si deve
effettuare il nostro itinerario a Cristo.
La dialettica del Cristianesimo
non trova la sua causa efficiente nel
PRESENZA
Una espressione assorta, meditativa, di P. Rivilli.
male che del resto sa utilizzare in
funzione del proprio sviluppo.
Una dimostrazione basata sulla
negazione – sul male – ha certamente il suo valore apologetico, ma
è sempre vero che il mistero del Cristo si rende accessibile – direi quasi
2
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
no in apostoli; i suoi traditori moltiplicano i proseliti; i suoi Crocefissori
collaborano al suo trionfo.
La forza del male non potrà costringere il Cristo nell’incosciente
inerzia di un sepolcro! Le anime
hanno bisogno di Lui e spezzeranno
la pietra sepolcrale perché la sua resurrezione è la loro resurrezione
(dell’uomo). C’è un profondo anelito
di giustizia nella disperazione dell’uomo ed è un anelito a Cristo – nostra giustizia. – C’è un impellente
bisogno di luce; ma gli occhi dell’uomo non potranno saziarsi se non
nella luce del trasfigurato sul Tabor.
C’è il gemito della creazione spremuta da una mano di ferro – l’odio.
– Soltanto quando gli uomini si tro-
comprensibile – a quelle anime che
in se stesse e nel mondo ne difendono i diritti in una forma positiva.
Vogliamo servire alla causa del
Cristo con la cosciente certezza della
sua bontà e della sua importanza.
Non vogliamo essere gli involontari
strumenti di una gloria non cercata
e non desiderata, ma a questa gloria
vogliamo servire, nel quotidiano cimento, con intelligente adesione e
con volontà tenace.
L’irruzione del male non ci scoraggia, ma potenzia la nostra forza
e provoca il nostro spirito con più
ardore alla lotta. I nemici del Cristo
hanno il merito di creare in noi un
bisogno urgente dell’amicizia del
Cristo; i suoi negatori ci trasforma-
Siamo agli inizi dell’Opera.
Tra i presenti
l’Arcivescovo di Palermo,
Cardinale E. Ruffini
PRESENZA
3
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
agognare la salute e il suo male è
l’assenza di te. Chi ricerca la bellezza nel mondo cerca, senza accorgersene, te che sei la bellezza intera e
perfetta; chi persegue nei pensieri la
verità, desidera, senza volere, te che
sei l’unica verità degna di esser saputa; e chi s’affanna dietro la pace
cerca te, sola pace dove possono riposare i cuori più inquieti. Essi ti
chiamano senza sapere che ti chiamano… (G. Papini: Storia di Cristo).
L’uomo lotta nell’insaziata fame
di felicità, ma un intuito profondo vi
dice che la sua lotta è per Cristo.
Placido Rivilli
veranno davanti alla suprema rivelazione dell’amore del Cristo – il gemito cesserà e incomincerà l’inno.
Un uomo dopo un periplo travagliato attraverso le ideologie più
aberranti e le morali più pazzesche
si fermò stanco ai piedi del Cristo e
pregò formulando un commovente
quanto energico e vibrante atto di
fede: Abbiamo bisogno di te, di te solo e di nessun altro. Tutti hanno bisogno di te, anche quelli che non lo
sanno, e quelli che non lo sanno assai più di quelli che lo sanno. L’affamato s’immagina di cercare il pane
e ha fame di te; il malato si illude di
Benedizione e incoraggiamento
Sin dall’inizio l’opera di P. Placido Rivilli ha ricevuto apprezzamenti
e stima.
Riportiamo la benedizione dell’Arcivescovo di Palermo, Card. E.
Ruffini e quella del Ministro Provinciale dei Frati Minori, P.Q. Garra.
B
C
arissimo P. P. Rivilli, vedo con
immenso piacere il movimento
creatosi tra un gruppo di colti e forti
amici per i trionfi sociali di Cristo attraverso S. Francesco. Il tempo non
poteva essere più propizio. È necessario che una “Crociata Francescana”
di stampa, di parola, di feconde opere
cristiane si allarghi per tutte le vie
del mondo e specialmente della nostra Patria perché gli uomini, le famiglie, l’intera società, ritornino alla
fonte della vita e della civiltà che è
Cristo e che viene da Cristo.
Benedico le iniziative e il lavoro,
Mi auguro che il Movimento diventi potente e larghissimo con la
divina Benedizione.
enediciamo di cuore la “Crociata Francescana” e le inizia-
tive di cui vuole essere promotrice,
facendo voti che lo Spirito del Poverello d’Assisi si diffonda largam e nt e nel m on do a s a lvezza di
molte anime.
+ Ernesto Card. Ruffini Arciv.
P. Antonio M. Garra
Palermo, 23 Dicembre 1946
PRESENZA
Comm. Prov. dei Frati Minori di Sicilia
4
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
Responsabilità e futuro
PLACIDO RIVILLI
Ci pare doveroso anticipare qui la relazione di P. Rivilli tenuta al Convegno
di Pergusa. Nell’ultima parte della
Rivista, gli interventi di Calò e Aiello.
Presenza del Vangelo.
La responsabilità di cui si è parlato non può essere compresa solo
come conoscenza teorica, ma deve
tradursi in impegno, cioè nella sincera volontà di tradurre in azione la
Parola ascoltata e accolta come dono
da trasmettere agli altri. È evidente
che il nostro impegno non può essere generico, ma per sua natura, deve
essere specifico.
Per comprendere questa specificità possiamo riferirci al Prologo
giovanneo dove è detto che il mondo
esiste e consiste in forza della Parola e continua ad esistere perché la
Parola continua a crearlo, momento
per momento, in questo momento.
Se vogliamo contribuire efficacemente alla trasformazione di questo
mondo secondo il progetto di Dio
dobbiamo rifarci alla origine della
creazione.
Siamo chiamati ad essere la sua
Parola per fare di questa Parola la
forza creatrice di un mondo nuovo
più umano, più cristiano.
Questo richiede:
- ascolto della Parola;
- incarnazione della Parola;
- annunzio della Parola.
Questa triplice esigenza bisogna
che diventi realtà, che si realizzi e
1.
Responsabilità è capacità di rispondere ad una chiamata.
Etimologicamente potrebbe spiegarsi come - Responsum dare habilis.
Nel nostro specifico, responsabilità comporta la capacità di rispondere a Dio che parla e agli uomini ai
quali dobbiamo trasmettere la Parola di Dio.
La risposta a Dio che ci parla sottintende un atteggiamento di:
- silenzio;
- attenzione;
- docilità;
- ubbidienza;
- fedeltà.
La trasmissione della Parola richiede:
- conoscenza del soggetto a cui
trasmettere la Parola;
- linguaggio comprensibile a coloro che ci ascoltano;
- adattamento all’ambiente e alle
culture da evangelizzare.
La nostra responsabilità è specifica, cioè rispondente al nostro carisma, alla nostra spiritualità e alla
missione che Dio ci ha affidato chiamandoci ad inserirci nel Movimento
PRESENZA
5
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
diventi impegno, impegno che dobbiamo adempiere non solo come cristiani, ma come aderenti al Movimento Presenza del Vangelo.
2. - Formazione personale (acquisire modi di pensare, mentalità,
comportamenti, stile di vita conformi al Vangelo).
- Acquisire la coscienza che il cristiano in forza del battesimo è chiamato ad essere operaio della evangelizzazione.
- Impegnarsi in una concreta
azione missionaria secondo il proprio carisma e le proprie attitudini.
- Non limitare la nostra presenza
solo negli ambienti in cui siamo accolti e gratificati, ma anche, e a volte in modo privilegiato nei contesti
più specifici e lontani.
- Impegnarci anche quando costa sacrificio e incontriamo incomprensioni.
- Essere messaggeri anche nelle
persecuzioni: “Gioite ed esultate”,
“Gioite nel Signore”.
P. Rivilli con i suoi genitori.
3. - Dio apre alla Chiesa gli orizzonti di una umanità più preparata
alla semina evangelica. Sento venuto il momento di impegnare tutte le
forze ecclesiali per una nuova evangelizzazione. Nessun credente in
Cristo, nessuna istituzione della
Chiesa può sottrarsi a questo dovere
supremo: annunziare Cristo a tutti i
popoli (Rm. n. 3)…
La speranza cristiana ci sostiene
nell’impegnarci a fondo per la nuova
evangelizzazione e per la missione
universale (Rm. 86).
Placido Rivilli
PRESENZA
“ Il mondo esiste
e consiste
in forza della Parola,
e continua ad esistere
perché la Parola
continua a crearlo.
”
6
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
Un cammino che continua
ROSARIO CALÒ
Padre Rivilli. Una presenza nella
pienezza della luce, che è compimento di ciò che attendiamo. Ma è ugualmente chiaro che viene a mancare
la sua presenza qui tra noi e di servizio con noi. Perciò siamo chiamati
a capire e ad accogliere il compito
del cammino che continua.
Si tratta di prendere il “testimone” del sì che Padre Placido ha detto
al soffio dello Spirito quanto al carisma della Parola da conoscere, vivere ed annunziare. Un sì missionario
che ha comunicato incessantemente
S
o bene che Padre Placido Rivilli
non vorrebbe che parlassimo di
lui neppure con accenni e ci inviterebbe ad andare piuttosto ad annunziare il Vangelo di Gesù Cristo, Figlio
di Dio. Questa sollecitazione la sentiamo viva e ci spinge all’impegno.
Oggi però non possiamo tacere e
avvertiamo l’esigenza di raccontarci
la sua passione per il Vangelo.
Questo è un momento particolare. È il giorno in cui il nostro Movimento, che è “a servizio della Parola
di Dio”, ha una presenza diversa di
Con Padre Rivilli sono Saro Calò e Gemma Aiello. La foto si riferisce all’ultimo Convegno di Pergusa.
PRESENZA
7
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
In questa prospettiva, mi sembra
decisamente importante l’impegno a
compiere un itinerario che ci conduca
alla celebrazione della prossima Assemblea elettiva, dandoci chiara consapevolezza di compiti, ruoli, responsabilità, impegni e della loro specificità. È pertanto un itinerario che si
qualifica di “fraternità e impegno”.
Il primo e determinante contributo
al cammino verso e alla celebrazione
stessa dell’Assemblea è affidato alla
preghiera di tutti noi, e direi in particolare dei nostri cenacoli che sono così
chiamati a porsi in stato di preghiera.
Il contributo di una adeguata conoscenza di ciò che stiamo costruendo può venire in particolare dai momenti dell’itinerario di preparazione
all’Assemblea proposti (febbraio e
maggio) e dalla ulteriore riflessione
che potranno farne i cenacoli.
È importante che tutti abbiamo
conoscenza e consapevolezza del
cammino da fare, non soltanto coloro che fanno parte dell’Assemblea.
Il Consiglio del Movimento, nella riunione del 23 dicembre scorso, ha scelto
come data di celebrazione dell’Assemblea i giorni 23-24 settembre 2000.
Questo numero della rivista, il
primo del 2000, vuole dire un grazie
al nostro P. Placido Rivilli, attraverso contributi e testimonianze che,
per motivi di spazio, non possono
che essere limitati.
Ci proponiamo di raccogliere in
un opuscolo un materiale più ricco.
Il programma del prossimo Con-
la passione per il Vangelo ed ha profeticamente partecipato al formarsi
della coscienza della Chiesa come
popolo di Dio, aprendo ai laici quegli
spazi di servizio che competono loro
come fatto vocazionale.
Quando il 4 e il 5 dello scorso dicembre abbiamo svolto il Consiglio
del nostro Movimento, niente avrebbe potuto far pensare che proprio
quel Consiglio sarebbe stato l’ultimo
presieduto dal Fondatore.
Oggi siamo chiamati ad una piena
responsabilizzazione e quel carisma,
che da tempo abbiamo condiviso, ci
viene consegnato in modo immediato
e per un cammino da continuare.
Per questo servizio del cammino
che continua, in questo primo periodo,
sono chiamato ad assumere il compito
di Responsabile, secondo quanto afferma lo Statuto del Movimento: “Nel caso che, per qualsiasi motivo, venga a
mancare il Responsabile centrale, il
Vice Responsabile ne assume ad interim la carica, ma non per oltre un anno, trascorso il quale si procederà a
nuova elezione” (art. 42).
Risulta profondamente significativo che il cammino che siamo chiamati a realizzare sia attento al carisma specifico e all’edificazione della
comunione, mentre ci spinge ad impostare un metodo di “servizio” di
forte corresponsabilizzazione.
Occorre tracciare elementi, di
condivisione e di partecipazione, per
il futuro della vita e dell’attività del
nostro Movimento, che è “a servizio
della Parola di Dio”.
PRESENZA
8
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
vegno Nazionale era già stato definito nel Consiglio del 4-5 dicembre
1999. Sarà il cinquantesimo Convegno e ci propone il tema missionario.
Vorremmo essere contagiati dall’intensità della passione di Padre
Rivilli per il Vangelo e, attraverso i
cenacoli e le varie espressioni di
evangelizzazione del nostro Movimento, ascoltare la continua novità
della Parola di Dio per la nostra vita ed esser pronti ad assumere il
compito missionario con slancio ed
entusiasmo a pieno coraggio.
Rosario Calò
Rimpianto e gratitudine
Cari Amici,
Padre Rivilli non ha varcato la soglia del terzo millennio, ma ha anticipato con la sua morte ciò che il Grande Giubileo del 2000 vuole conseguire: introdurci nella comunione con
Dio, farci riscoprire il vero volto di
Dio Padre e Figlio e Spirito Santo.
Siamo certi che Padre Rivilli sta
già contemplando il volto di Dio, quel
volto che durante la sua vita terrena
ha cercato, ha conosciuto in Cristo
Verbo di Dio incarnato, ha annunciato instancabilmente ai fratelli.
Chi tra noi non ha sperimentato la
sua passione per la Parola? La “Parola” che ha amato intensamente e che
ci ha insegnato a conoscere, amare,
Il giorno 13 dicembre u.s. Padre
Rivilli, il nostro caro “Frate Vento”,
fondatore del nostro Movimento, ha
lasciato la dimora terrena per ricongiungersi al Padre.
Come quando una folata improvvisa di vento sbatte una porta e la chiude, il Signore, inaspettatamente, lo ha
chiamato a sé. Inaspettatamente per
noi e forse anche per lo stesso Padre
Rivilli, ma non per Dio per il quale tutta la vita dell’uomo è sempre presente.
Padre Rivilli ha celebrato il suo
“dies natalis” come lui amava definire
il giorno della morte, alla vigilia del
santo Natale, dies natalis di nostro
Signore Gesù Cristo.
PRESENZA
9
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
testimoniare, portare ai fratelli perché potesse espandersi sino agli estremi confini della terra.
Il suo grande desiderio è diventato
per lui preghiera quotidiana:
“Signore nostro Gesù Cristo, noi ti preghiamo affinché il mondo
si converta e creda al Vangelo e riconosca che solo tu sei la Via,
la Verità, la Vita. Effondi sul mondo
intero la luce e l’amore del
tuo Santo Vangelo e fa che esso sia per
tutti gli uomini messaggio
di gioia, di pace e di bene.
Moltiplica gli apostoli della tua Parola
affinché essa si espanda
sino ai confini della terra, sia glorificata e produca frutti
abbondanti di vita eterna.
Concedi a tutti gli uomini la grazia di
essere degni della
beatitudine che Tu hai promesso a coloro che ascoltano e
osservano la Parola di Dio. Amen”.
Padre Rivilli non si stancava mai
di andare per le strade del mondo, da
lui considerate “Vie del Vangelo”, per
annunciare il lieto annuncio della salvezza, non risparmiava fatiche anche
quando la sua salute era diventata
precaria e gli anni avanzavano, egli
aveva compiuto ottantuno anni il 29
novembre u.s.
L’ultimo malore lo ha colto mentre
si trovava in missione a Giuliana, un
paesino dell’entroterra siciliano, per
celebrare il cinquantesimo di presenza del Movimento in quel luogo.
Ricoverato all’ospedale civico di
Palermo, ha trascorso gli ultimi due
giorni della sua vita continuando la
sua missione evangelizzatrice, confor-
PRESENZA
tando i malati, sollecitando gli amici
che gli facevano visita, ad andare ad
annunziare il Vangelo, a non fermarsi
davanti agli ostacoli.
Aveva tanti progetti missionari in
cantiere che era ansioso di portare a
termine e, tra gli altri, la celebrazione
del Convegno Nazionale in Perù dove
era atteso a fine gennaio del 2000.
Rendiamo grazie a Dio per avere
donato Padre Rivilli alla Chiesa, per
averlo donato a noi che abbiamo avuto la grazia di conoscere il Vangelo attraverso la forza dinamica delle sue
parole e della sua vita.
Sentiamo il bisogno di ringraziare
Padre Rivilli per avere avuto fiducia
in noi, per averci fatto dono, in fedeltà al progetto di Dio e docile strumento nelle sue mani, di una così
grande vocazione: essere missionari
del Vangelo per contribuire alla rigenerazione del mondo in Cristo.
La sua presenza ci rassicurava, ci
faceva sentire partecipi della missione evangelizzatrice della Chiesa. Ora
ci sentiamo ancora più responsabili
della vocazione ricevuta; da persone
adulte dobbiamo mantenere fede all’impegno assunto; dobbiamo accogliere l’eredità di Padre Rivilli e continuare la sua missione come Movimento “Presenza del Vangelo”. Missione che potremo portare avanti soltanto se la condivideremo tutti insieme, perché solo nella comunione tra
tutti gli amici del Movimento, il Vangelo potrà raggiungere “i confini della terra”.
10
Il Consiglio Centrale
del Movimento
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
La strada come “lectio”
NINO BARRACO
Carissimo Padre Rivilli,
come vedi, continuo a scrivere
lettere, ma, adesso, non debbo più
chiedere dove spedire, dove indirizzare, dove trovarti.
Per la prima volta, so dove ti trovi.
Quaggiù, era diverso… non c’eri mai.
Tu stesso dicevi, scherzando sulle parole: “Sono uno spostato di Dio”. E,
per la verità, il tuo andare, il tuo ritornare, il tuo ripartire, era segno,
metafora, annuncio di Vangelo. Era la
tua “lectio” cristiana della vita.
La strada, il cammino, il viaggio,
come predica. Alla ricerca di un arrivo, di un’abitazione, di una “città stabile”. Come dice Paolo: «Quando verrà
disfatta questa abitazione sulla terra, riceveremo un’abitazione da Dio,
una dimora eterna, non costruita da
mani di uomo, nei cieli» (2 Cor 5,1).
Penso ai discepoli del Vangelo:
«Partiti, predicavano che la gente si
convertisse» (Mc 6,12). Questo “partire” è la vocazione, la testimonianza fondamentale di ogni cristiano. È
esodo, è consapevolezza del “giorno
penultimo”, tra il “già” e il “non ancora”. È la condizione dello straniero, la nostalgia del ritorno, la verità
della tenda: «Ero nel Padre, sono venuto nel mondo… lascio il mondo,
PRESENZA
P. Rivilli con il bordone in mano
ritorno al Padre» (Gv 16,28).
Il peccato del nostro tempo è, proprio, il peccato di questa dimenticanza. È l'amnesia del viaggio, da
cui, l’insignificanza della vita, l’angoscia, la ferocia di oggi.
Sono “un viandante sulla terra”,
dice il Salmo (Sal 119,19). Riappropriarci di questo “andare”, di questo
“uscire”, di questa “itineranza”, è ca-
11
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
pire la vita, è vivere la vita. Con la
cintura ai fianchi, con i sandali ai
piedi, con il bordone in mano.
Si, abbiamo bisogno di sacerdoti
sulla strada, sacerdoti dal cuore profetico, sacerdoti santi, dalle mani forate, capaci di fare mistero, di rendere visibile l’Invisibile, che abbiano come recapito Cristo, che abbiano la logica, il volto, la resurrezione di Cristo.
Capaci di ascoltare, di fare misericordia, gratuità, servizio, contemplazione.
È la più grande fame di oggi.
Quelle che possono apparire le esigenze immediate di pane, si rivelano, alla fine, esigenze di Padre, di fede, di altare.
Profeti, spasimo di strada, grido
per radunare il popolo disperso, in
una Chiesa che sia la Chiesa di tutti, una Chiesa madre, dove ci sia
spazio, amore per tutti, dove ognuno
possa sentirsi chiamato per nome,
dove tutti siano corresponsabili di
un progetto di resurrezione.
Profeti, trasparenza del Cristo povero e servo, aperti alla “emergenza”
dei tempi, dei poveri soprattutto, poveri di pane, di amore, di verità, poveri senza prospettiva, senza lavoro,
senza approdi, ai margini familiari,
esposti all’indifferenza, alla collera,
alla droga, all’ateismo, alla violenza.
Non è possibile una vita “installata” nella Chiesa. Sì, abbiamo bisogno di sacerdoti, testimoni dell’incontro con il Risorto, uomini di speranza, di cammino, con il bordone in
PRESENZA
mano, per indicarci l’orizzonte della
strada.
Ed è il bastone che vediamo nelle
tue mani, carissimo Padre Rivilli.
Sostegno, appunto, del pellegrino,
con la scarsella, il tascapane per il
viaggio, con la viera, la conchiglia,
tutti segni del nostro passaggio.
Chi decidesse di scrivere la tua
vita, carissimo Padre Rivilli, dovrebbe fare i conti con tutte le Corrispondenze pubblicate su questa Rivista.
«Le vie del Vangelo», così hai voluto che si chiamasse la Rubrica. Ed
è stato - da quanti anni! - il tuo diario, il tuo giornale di bordo. Comunità e famiglie, paesi e continenti,
parrocchie e monasteri, ogni incontro era preghiera, riflessione, progetto di Vangelo. Con il tuo ostinato
camminare che non era attivismo,
ma responsabilità di dover essere
seme del Signore. Notizia, annunzio,
parola gioiosa, confidente soltanto
nel vento dello Spirito e nel silenzio
adorante delle Suore contemplative.
Scrive Pietro: «Vi esorto come
stranieri e pellegrini» (1 Pt 2,11).
Pellegrina è Maria, pellegrina è la
Chiesa, pellegrino è questo Papa
straordinario, Giovanni Paolo II, che
può scrivere: «Sono un viandante
sullo stretto marciapiede della terra, e non distolgo il mio pensiero dal
tuo volto, o Signore».
Sono parole che, oggi, rileggiamo nella tua vita, carissimo Padre
Rivilli.
Nino Barraco
12
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
La Messa alla Gancia
VENANZIO FERRARO
A
lcuni anni or sono, in questo
stesso tempio della Gancia, ci
ritrovammo tutti assieme, in clima
di festa, attorno al P. Rivilli, per celebrare i suoi 50 anni di Sacerdozio.
Toccò a me, allora, per volontà
del “Festeggiato”, dare voce al ringraziamento che si elevava dal cuore di P. Rivilli e di quanti, numerosissimi, avevano goduto con abbondanza i frutti del suo Sacerdozio.
Questa sera, sempre tanto numerosi, siamo raccolti in preghiera nella stessa Casa del Signore, dove P.
Rivilli trascorse molti anni della sua
vita e della sua azione sacerdotale e
apostolica. L’atmosfera è differente.
Pure in chiave di fede e di speranza
pasquale, il nostro spirito sente una
stretta profonda e dolorosa nel consegnare al Signore l’anima e il corpo
del P. Rivilli, che riposa in Dio, dopo
una lunga esistenza consumata con
gioia ed entusiasmo a servizio del Signore e degli altri. E tocca ancora a
me, per desiderio del mio P. Provinciale, tirare fuori dal mio cuore un
palpito e una parola che interpreti i
sentimenti di tutti i presenti in quest’ora in cui, con l’adesione obbediente alla volontà di Dio, l’anima esperimenta la sofferenza del distacco da
un fratello verso il quale, per molteplici motivi, ci sentiamo debitori. I
quasi 40 anni di cammino fatto in-
PRESENZA
sieme, condividendo ansie, speranze,
meraviglie di grazia e anche fatiche,
trepidazioni, sofferenze, sono il motivo che non mi permette di sottrarmi
a questo compito che vuole essere un
piccolo tributo di devozione e di affetto verso un fratello a cui il mio sacerdozio deve l’esperienza più incisiva di
servizio alla Parola di Dio e a quanti
la cercano con cuore sincero. Siamo
arrivati da tante parti – Confratelli,
Amici del Movimento, Missionarie del
vangelo, compagni di viaggio il cui
cammino ha incrociato i suoi passi
svelti – per ringraziare il Signore per
la vita e il ministero sacerdotale del
Padre Rivilli da cui abbiamo appreso
a incontrarci con il mistero della Parola di Dio e per raccogliere col cuore
commosso la grande eredità che ha
riempito la sua vita e che ci viene riconsegnata in questo momento, come
prezioso testamento della sua amicizia e del suo servizio sacerdotale.
E non facciamo molta fatica per
individuare nella Parola di Dio il Bene che P. Rivilli ci affida nel momento della sua partenza per l’eternità.
Quella del P. Rivilli è stata una
vita dominata da una grande passione: la passione per il Verbo di Dio
fatto Uomo e per quel Vangelo di
salvezza che Egli deposita nel cuore
di ogni uomo come seme incorruttibile di gioia e di speranza.
13
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
Il Verbo di Dio: Parola eterna,
che Dio dice a se stesso dai secoli
senza tempo:
– Parola eterna, nella quale Dio
si contempla come in uno specchio
terso, riconoscendola come sua immagine luminosa;
– Parola eterna che, al pronunziarla Dio al principio del tempo,
scatena la sua forza creatrice e capace di tirare fuori le creature dal
nulla alla vita, all’esistenza;
– Parola eterna per la quale esistono tutte le cose;
– Parola eterna che, nella pienezza dei tempi (cf Gal 4,4), si veste di
umanità da una donna immacolata,
la Vergine Maria, per l’azione dello
Spirito Santo;
– Parola eterna, risuonata sulle
labbra divine del Signore Gesù e che
diventa “Vangelo”;
– Parola eterna che dà sicurezza e
stabilità alla “casa” dell’uomo sulla
terra e ai suoi sforzi per edificare un
mondo che sia Regno di pace, di vita,
di giustizia di amore (cf Mt 7,24-27);
– Vangelo che il Signore risorto
consegna alla Chiesa nascente perché, annunziato nei secoli avvenire,
continui ad assicurare ai popoli che
la salvezza, la gioia e la speranza
sono beni possibili (cf Mc 16,15);
– Vangelo eterno che bisogna
“mangiare” perché nutra la nostra
fame d’infinito e che poi scoppia dal
cuore con la forza dell’esperienza divina che non è possibile contenere
dentro i confini dell’anima (cf Ez
2,1-3.3; 1 Gv 1,1-4);
– Vangelo che, al diventare vita e
respiro, assicura all’uomo il lasciapassare per il Regno, dove l’Agnello,
immolato e vittorioso, medierà la vi-
Ma Egli... è ancora vivo nel futuro di Dio
PRESENZA
14
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
sione beata del volto di Dio. Questo
è il Verbo che avvolse come struggente passione la vita francescana,
sacerdotale e apostolica del nostro P.
Rivilli: come un fuoco divorante che
gli mise le ali ai piedi, in una corsa
a volte frenetica, instancabile, congestionata, che solo l’abbraccio di sorella morte, dopo un ultimo giorno
di servizio fedele alla Parola santa,
è riuscita a comporre nel silenzio e
nella pace.
Lo diceva spesso: avremo tempo
per riposare.
Il nostro è un Movimento, ma…
se ci fermiamo, finisce di essere tale.
Da questa passione nacque il Movimento “Presenza del Vangelo”, con
le sue Settimane e Giornate del
Vangelo, Corsi di spiritualità biblica, innumerevoli Ritiri ed Esercizi
Spirituali, in cui sempre risuonò l’eco innamorata del Verbo di Dio.
E poi i “Cenacoli”: questo nuovo
metodo per l’evangelizzazione capillare, ispirato al Cenacolo dell’Eucarestia e a quello della Pentecoste. P.
Rivilli vi profuse, migliaia e migliaia
di volte, la sua ansia per consegnare
la luce del Verbo ad altrettante migliaia di fratelli e sorelle in attesa
del Signore e “Beati per aver ascoltato la parola di Dio…” (Lc 11,28).
Di questa passione sempre crescente per la Parola di Dio, visse e
respirò la Rivista “Presenza del
Vangelo” che portò a tanti il segno
della fede, della gioia e della speranza.
Da questa passione partì quel
soffio di grazia e di entusiasmo che
suscitò nel cuore di tante donne il
PRESENZA
proposito di un impegno radicale con
la Parola del Signore. L’Istituto Secolare delle Missionarie del Vangelo,
approvato dal Santo Padre Giovanni
Paolo II il 1° gennaio 1983, arricchisce oggi la Chiesa di una nuova Famiglia, il cui carisma è quello di ricordare a tutti, con la propria vita,
che il Verbo di Dio Incarnato, Gesù
Cristo, è il centro della Creazione,
della Rivelazione, della Redenzione,
della storia, della vita.
Dalla passione per il Verbo, di
cui arse il cuore di P. Rivilli, non
possiamo non registrare, ancora, i
suoi innumerevoli viaggi, sempre in
cerca di nuove sponde, sulle quali
imparare o depositare la Parola della vita. L’Italia, in lungo e in largo,
l’Europa, l‘Africa, le Americhe del
Nord e del Sud, furono spazi nei
quali risuonò la sua voce a servizio
del Verbo.
Tra tutti questi luoghi, meritano
un ricordo speciale la Terra Santa,
dove ritornò molte volte ad attingervi il “mistero” del Vangelo, là dov’erano risuonate le parole divine dalle
labbra del Signore, e il Perù, dove,
affiancati alla Missione Francescana dei Frati Minori di Sicilia, il Movimento e l’Istituto hanno fatto un
buon cammino di grazia e costituiscono ancora oggi una forza di speranza per una Chiesa in crescita
verso orizzonti nuovi.
A 81, il P. Rivilli aveva già il biglietto pronto per raggiungere il
Perù nel prossimo mese di gennaio e
presiedere il V Convegno Nazionale
che il Movimento sta preparando
nella città di Trujillo.
15
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
Anche le Case del Vangelo, tra le
quali ricordiamo quelle di Palermo e
di Motta d’Affermo, sono state e rimangono Centri di irradiazione della Parola di Dio…
Certo, anche il P. Rivilli fu un uomo. Come chiunque, dovette fare i
conti con la sua natura, il suo temperamento, i limiti che ogni creatura porta con sé. Noi affidiamo tutto
alla misericordia infinita di Dio Padre che, al dire di S. Paolo, “sceglie
ciò che nel mondo è debole per
confondere i forti” (1 Cor 1,27b).
Ma eleviamo allo stesso tempo il
nostro “Magnificat” alla sua Bontà,
che “abbassa i superbi e innalza gli
umili” (Lc 1.52), per quanto di grazia e di benedizione Egli ha sparso
sui sentieri del nostro caro Padre
Rivilli.
Fratelli e Amici, nel momento di
riconsegnare al cuore e alle mani
amorose di Dio l’anima e il corpo di
P. Rivilli, siamo chiamati ad aprire
il cuore per custodirvi la sua eredità
di amore alla Parola del Signore, al
Verbo eterno fatto carne, di cui egli
è stato Messaggero ed Evangelista e
che oggi ci torna ad affidare prima
di lasciarci.
Aprire l’anima a questo dono divino, preparare il cuore perché il
“seme santo” possa maturare frutti
di salvezza in noi e attorno a noi,
portare alta questa “fiaccola” perché
le nostre vie, come egli amava dire,
diventino “Vie del Vangelo”, questo
sarà l’omaggio più vero e la memoria più feconda per il nostro cuore.
E lasciatemi concludere questo
tributo di fraternità e d’affetto che
PRESENZA
ho cercato di raccogliere dal mio
cuore, anche a nome vostro, ricordando una parola dello stesso P. Rivilli. Una parola fresca d’inchiostro
e di calore, dalla prima pagina dell’ultimo numero di “Presenza del
Vangelo”, che ho trovato proprio ieri
sul suo tavolo.
Scriveva guardando all’Avvento e
al 2000 e intitolava la sua riflessione: “Il tempo è compiuto”. Uno di
quei presentimenti, forse, che scappano al controllo della coscienza, ma
che leggono profondamente il mistero della nostra esistenza.
E proprio mentre questo presentimento si impadroniva della sua
penna, egli stilava come un ultimo
testamento per tutti noi: un testamento spirituale, affettuoso, prezioso, che non vogliamo dimenticare
perché, al messaggio che egli ci
consegna, a conclusione della sua
lunga esistenza nella quale ha avuto tanta parte la Parola del Signore, è legata non solo la sapienza del
vivere i giorni che il Padre ci destina, ma anche la chiamata a realizzare nel tempo assegnatoci il grande piano che Dio Padre ha su ciascuno di noi.
“Il tempo – egli scrive – è concesso all’uomo non per distrarsi in tante occupazioni e preoccupazioni ma
per vivere in modo da arrivare «allo
stato dell’uomo perfetto con una crescita che tende alla pienezza della
statura di Cristo» (Ef 4,13)”.
Grazie, P. Rivilli.
Riposa in pace col Signore.
16
Pr. Venanzio Ferraro ofm
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
Il ricordo si fa preghiera
PIETRO SORCI
A
ll’alba del 13 dicembre dello
scorso anno, festa di santa Lucia, lunedì della terza settimana di
avvento, dopo quasi tre giorni di
malattia sopravvenuta mentre svolgeva una missione, P. Placido. si addormentava nelle braccia del Padre.
P. Placido chiudeva così la sua
lunga e intensa giornata terrena interamente spesa nell’ascolto della
Parola che dà senso ad ogni parola.
Terminava la sua instancabile
corsa tutta tesa a far giungere il
Vangelo – parola divina di riconciliazione e guarigione – in tutte le
case, in tutti gli strati della società,
in ogni parte del mondo.
Il giorno prima, terza domenica
di avvento non aveva potuto celebrare l’Eucarestia, ma aveva ascoltato e meditato la lettura di Is 61,
che a lui ben si attagliava: «Lo Spirito del Signore Dio è sopra di me,
per questo mi ha consacrato con
l’unzione, perché io porti il lieto annunzio – il Vangelo – della liberazione e della guarigione ai poveri».
Aveva ascoltato nel Vangelo di
Giovanni la testimonianza del precursore, l’amico dello Sposo: «Io sono
voce di uno che grida nel deserto:
preparate la via del Signore, il più
forte a cui io non sono degno di scio-
PRESENZA
P. Rivilli e don Puglisi,
il sacerdote ucciso dalla mafia
gliere i calzari, che è in mezzo a voi
e che voi non conoscete». Mentre l’apostolo Paolo con la prima lettera ai
Tessalonicesi lo incoraggiava: “Il Dio
della pace vi santifichi sino alla perfezione, e tutto quello che è vostro,
spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. Colui che vi
chiama è fedele e farà tutto questo”.
17
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
Fu quella l’ultima Eucarestia a cui
P. Placido prese parte su questa terra:
quelle letture suonano come il bilancio della sua vita e il suo testamento.
E noi siamo qui oggi per ricordarlo a un mese dalla sua improvvisa,
ma non impreparata dipartita.
Il Signore nel momento della sua
venuta lo ha trovato intento al compito che gli aveva affidato nella sua
casa, quello di dare a tutti i familiari
il cibo della Parola nel tempo dovuto.
Lo Sposo sommamente amato lo
ha trovato in veglia con la lampada
accesa, pronto per entrare alla festa
di nozze.
I brani biblici che abbiamo ascoltato costituiscono come il filo rosso del
suo itinerario spirituale e apostolico.
Il cap. 17 del Vangelo di Giovanni
era la pagina che maggiormente
amava e che forse più di ogni altra
ha commentato, perché costituiva il
suo ideale e il suo programma apostolico.
Ricordo avergliela sentita commentare in maniera appassionata,
quando giovanissimo chierico lo incontrai per la prima volta nel 1958,
quando egli fu invitato a parlare ai
chierici nel contesto della settimana
per l’unità dei cristiani. Di ogni
espressione e di ogni parola faceva
la radiografia, scoprendovi significati e sfumature reconditi.
Era letteralmente affascinato dalla preghiera sacerdotale di Gesù, che
dopo aver speso tutta la sua vita nel
fare conoscere ai discepoli il nome
PRESENZA
del Padre, ora supplica il Padre giusto e santo, perché i discepoli di ogni
tempo siano una cosa sola, in modo
che il mondo possa credere in Lui,
abbiano in se stessi il suo amore e la
sua gioia e contemplino la sua gloria.
La parte conclusiva del cap. 8
della lettera ai Romani invece era
per P. Placido – in questo accomunato al suo grande amico P. Giambattista Li Puma – il fondamento del cristocentrismo francescano che costituiva la sua visione della vita e il
suo orizzonte spirituale.
Cristo, Figlio di Dio e suo Verbo
fatto carne è il prototipo, il modello
esemplare secondo il quale Dio Padre ci ha pensati dall’eternità.
Egli ci vuole a immagine e somiglianza di Cristo, figli nel Figlio amatissimo, e tutto dispone nella nostra
storia per realizzare questa immagine, con una potenza di amore cui nulla può resistere e a cui solo l’ostinazione dell’uomo peccatore può sottrarci. Ma noi stasera siamo qui non per
mettere a fuoco il suo pensiero – operazione necessaria che spero vorrete
fare, per la quale però ci vorranno ricerche accurate sui suoi scritti preziosi e sulla testimonianza di quanti lo
hanno conosciuto – ma per celebrare
l’Eucarestia in sua memoria.
Solitamente quando si celebra
l’Eucarestia per un defunto si pensa
al suffragio, cioè all’offerta del sacrificio di Cristo per la sua purificazione. Questo è senz’altro vero, ma non
è la cosa più importante.
18
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
L’Eucarestia però è soprattutto
memoriale, memoria di quanto Dio
ci ha donato in Cristo morto e risorto per noi, per rendergli grazie e per
chiedere che il Padre continui e porti a compimento per noi quanto ha
realizzato in Cristo.
L’Eucarestia è comunione con
Cristo e con tutti coloro che sono
stati redenti dal suo sangue e specialmente con quelli che partecipano
allo steso pane.
Celebrata per un defunto, l’Eucarestia è memoria di quanto il Signore ha operato in lui per mezzo di
Cristo morto e risorto e di quanto
attraverso di lui ha donato a noi,
rendimento di grazie per tutto questo, e supplica perché il Padre continui a ricordarsi di lui e di noi. È co-
“Dio apre alla Chiesa
gli orizzonti di una
umanità più preparata
alla semina evangelica
della Parola.
Siamo tutti impegnati.
Nessuno di noi può
sottrarsi a questa
missione.
”
Era attesa, era festa, era fede, averLo in mezzo a noi.
PRESENZA
19
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
munione tra i vivi e i defunti, uniti
dalla stessa fede e salvati dallo stesso sacrificio presente sull’altare.
Stasera noi dunque ricordiamo i
doni dei quali il Signore nella sua
misericordia ha colmato il P. Placido, tutte le cose buone e belle che ha
operato in lui e per mezzo di lui. Ricordiamo tutto quello che per mezzo
di lui il Padre ha donato a noi.
Se qualcuno avesse per caso qualche ricordo non buono, deve metterci
sopra una pietra tombale: come il
Signore lo ha perdonato, così dobbiamo perdonarlo noi.
Stasera noi rendiamo grazie al
Padre del Signore Gesù Cristo perché sin dall’eternità ha conosciuto
P. Placido, lo ha predestinato e lo ha
chiamato ad essere conforme al Figlio suo Gesù Cristo, suo figlio adottivo, consacrato a lui alla scuola di
Francesco di Assisi, gli ha donato il
suo Spirito, lo ha fatto partecipe del
sacerdozio di Cristo, apostolo e missionario del Suo Vangelo.
Lo benediciamo perché per la sua
croce ha perdonato i suoi peccati e
lo ha reso giusto, ha glorificato questo piccolo suo servo dando fecondità alla sua azione, rendendolo padre di una moltitudine di figli.
Gli rendiamo grazie perché lo ha
amato con un amore eterno, più forte di ogni debolezza, tentazione, difficoltà, tribolazione, povertà e persecuzione. Anzi attraverso tali prove
lo ha purificato come oro nel crogiolo e lo ha reso forte e ha reso dura-
PRESENZA
tura la sua opera. Rendiamo grazie
al Padre celeste perché si è servito
di lui, nonostante i suoi limiti e i
suoi peccati per iniziare un movimento e un’opera e per fondare un
istituto missionario con spiritualità
e metodologie adatte al nostro tempo, che facciano conoscere agli uomini il suo nome di Padre.
E rendiamo grazie pure per tutte
le persone che gli ha messo accanto,
che lo hanno compreso e collaborato,
e senza le quali ben poco egli avrebbe potuto fare.
E facciamo nostra la preghiera
che Gesù la notte della passione nel
cenacolo ha elevato al Padre per lui
e per le persone che a lui avrebbe
affidato. Preghiamo perché il nostro
fratello Placido sia veramente e pienamente una cosa sola con il Signore Gesù e con il Padre suo, che sia
conLui e dove è Lui, che possa contemplare per sempre la Sua gloria.
Preghiamo perché noi possiamo
restare nella comunione di fede e di
carità, nella comunione di intenti e
di ideali con il nostro padre e fratello Placido, sviluppando le sue intuizioni, realizzando le sue speranze,
onorando la sua memoria.
Io sono certo che questa preghiera P. Placido in questo momento la
eleva al padre insieme a Gesù per
tutti voi, per tutti noi, che per la sua
parola e la sua testimonianza abbiamo conosciuto meglio e abbiamo creduto di più in Gesù unico salvatore.
P. Pietro Sorci
20
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
Testimone e missionario
L’OSSERVATORE ROMANO (24 Dicembre 1999)
Q
uando il Signore lo ha chiamato
a sé, il 13 dicembre scorso, il padre Placido Rivilli gli è andato incontro con le lampade accese, frutto
del suo lungo apostolato dedicato a
diffondere il Vangelo, a farlo amare e
testimoniare. Aveva 81 anni, era nato a Castel di Lucio (Messina). Giovanissimo rispose alla vocazione religiosa nell’Ordine Francescano dei
Frati Minori. Divampava la guerra e
la Sicilia era sotto il fuoco dei bombardamenti. I francescani però non
cessavano di preparare i giovani alla
vita religiosa e al sacerdozio. Sin da
quegli anni il padre Placido Rivilli
ebbe coscienza di diventare un apostolo del Vangelo, in ossequio al carisma di san Francesco che volle i suoi
frati missionari di Cristo e apostoli
del Vangelo, in perfetta adesione al
magistero della Chiesa, massimamente del Sommo Pontefice. Al Vangelo, al suo studio, alla sua propagazione il padre Rivilli attese già negli
anni del corso istituzionale, mentre
si avviava al sacerdozio. Comprese
la sua vocazione come una missione,
come un mandato di Cristo in un periodo in cui gli uomini e le donne
erano lacerati dalla guerra e prostrati dalle sue orribili conseguenze.
Percorrendo le città padre Rivilli era
PRESENZA
il segno e il testimone della speranza. La rinascita materiale e il progresso spirituale dovevano avvenire
nello spirito del Vangelo. Il Vangelo
era il legame di pace, di amicizia, di
fraternità tra i popoli. Un incredibile
dinamismo spingeva alla ricostruzione della società e schiudeva alla
Chiesa una nuova era che si sarebbe
concretizzata con il Concilio Vaticano
II. P. Rivilli intuì il grande progetto
che attendeva i popoli nella seconda
metà del secolo XX. Per questo s’impegnò alacremente per accompagnare la nuova stagione con i mezzi efficaci dello Spirito. Fece dell’evangelizzazione lo statuto fondamentale
della sua vita, dando a questa parola
un nuovo senso ministeriale. Nel
nord d’Italia i francescani erano impegnati a distribuire il Vangelo in
ogni camera d’albergo; con le missioni al popolo in ogni casa. Al sud, in
Sicilia, questo autentico figlio di san
Francesco suscitava un vasto movimento che via via, non senza evidente impulso dello Spirito, si diffuse
prima verso il centro e poi nell’Italia
settentrionale. Dopo il collaudo e i
primi frutti era giunto il momento di
aprire la stessa forma evangelica in
altri Paesi, soprattutto tra gli italiani all’estero, dove erano più numero-
21
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
si. Un grande appuntamento con la
parola di Dio erano gli incontri di
studio indetti annualmente nelle varie città che diventavano altrettante
palestre di apostolato, di nuovo slancio missionario. La terminologia da
lui usata era : «Settimane e giornate
del Vangelo» per non confonderle con
altre settimane in quel tempo in voga. Di queste settimane e giornate
era lui l’animatore spirituale, mentre per la parte culturale si serviva
di specialisti in Sacra Scrittura e in
teologia biblica. Sotto la sua guida
furono celebrati più di cinquanta
convegni su scala nazionale. Per rendere familiare il Vangelo e l’intera
Bibbia, padre Rivilli fondò la rivista
Presenza del Vangelo, che fu l’organo
di collegamento informativo e di studio tra tutti colori che aderivano al
Movimento o ne condividevano lo zelo apostolico e la nobile finalità.
Per consolidare strutturalmente
il progetto di servizio al Vangelo il
padre Rivilli lo avvalorò con la fondazione del Movimento Presenza del
Vangelo che ha già celebrato cinquant’anni di attività; poi la fondazione dell’Istituto secolare delle
Missionarie del Vangelo, che ha
avuto l’approvazione pontificia all’inizio del 1983. Il Cenacolo, forma
peculiare di evangelizzazione del
movimento s’ispira al momento conclusivo di Gesù con gli apostoli, appunto nel Cenacolo di Gerusalemme, quando Gesù istituì l’Eucare-
P. Rivilli in uno dei tanti incontri con il Papa.
PRESENZA
22
DEL VANGELO
IL SUO SPIRITO IN MEZZO A NOI
stia, il sacerdozio, promulgò il precetto dell’amore e annunciò il suo
sacrificio sulla croce. Contemporaneamente al Cenacolo della Pentecoste, quando sugli Apostoli e su
Maria discese lo Spirito Santo trasformando gli apostoli in missionari
coraggiosi e intrepidi. Nel filone
della splendida tradizione francescana padre Placido Rivilli si è pienamente inserito e ha vissuto coraggiosamente l’avventura dell’evangelizzatore. Era profondamente
persuaso del monito di Isaia prima
e di san Paolo poi, che non esiste fede nel popolo senza annuncio della
parola di Dio, senza il testo del Vangelo, più estesamente senza la Bibbia. Per diffondere la parola di Dio
occorrono apostoli, missionari che
sappiano non solo partecipare e comunicare il messaggio agli uomini e
alle donne nelle loro situazioni esistenziali, ma altresì che lo sappiano
testimoniare con la coerenza della
vita e la trasparenza delle opere.
Padre Placido Rivilli, in questa
prospettiva, è stato un segno visibile
dello Spirito, un testimone e un missionario insonne. Fino agli ultimi
giorni (già contava più di ottant’anni)
è stato sulla breccia. Nell’agosto scorso a Oristano è stato celebrato l’ultimo dei cinquanta convegni. Il seme
da lui abbondantemente sparso e nutrito dal suo zelo e dal suo dinamismo sacerdotale continuerà a svilupparsi oltre gli spazi già raggiunti.
Gino Concetti
PRESENZA
Padre Rivilli all’altare ci stava bene.
Non era un prete “sociologico”, un attivista.
Era l’evangelizzatore, l’uomo di Dio,
che annunziava ai fratelli la Parola, il Regno,
dentro il quale si compiono le speranze della
città, ma, di più, il significato,
il fine ultimo di ogni uomo sulla terra.
23
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
Uno “spostato” di Dio
MICHELE SAVASTA
“S
ono uno spostato di Dio”. Era
il suo biglietto da visita, la
sua condizione di vita. Così, infatti,
P. Rivilli si presentava a tutti, suscitando sorpresa in chi non lo conosceva, amabile sorriso in chi da tempo era abituato ai suoi continui
“spostamenti”, alle sue continue incessanti peregrinazioni apostoliche.
“Sono sull’Etna, domani a Messina…” sempre… in giro ad annunciare la parola di Dio; a diffondere la
Sua buona novella, a testimoniare
con la vita il Vangelo.
Già, il Vangelo: era il suo giocattolo preferito, per il quale si era incapricciato tanto da sacrificare tutta
la sua esistenza perché fosse conosciuto, seguito, amato.
Il Vangelo: era un bisogno impellente del suo stesso essere; un’obbedienza filiale, spontanea: “Andate e
predicate il Vangelo a tutte le creature”. Era urgenza del cuore: “Guai a
me se non annuncio il Vangelo!”.
Era la passione della sua vita, il suo
compagno di viaggio. Ne aveva assoluta, profonda conoscenza, sacrosanto rispetto. Accettava qualsiasi critica, ma il Vangelo era inattaccabile.
Era così, deciso, a volte rude, ma
per lui il Vangelo era “presenza”, era
“crociata”, era “movimento”, era
PRESENZA
“tutto”, perché “parola di Dio” e parola di Dio che doveva essere annunciata fino agli ultimi confini della terra e incarnata, assieme a Gesù
Verbo Incarnato, nella propria vita.
Questi sono infatti gli obiettivi
principali del suo Movimento.
Primo: “annunziare a tutte le
creature il Vangelo con particolare
attenzione ai poveri, ai sofferenti,
agli emarginati, ai lontani affinché
il Vangelo nella loro vita sia presenza dell’amore e della gioia di Cristo”.
Secondo: “formare l’uomo in modo
che si trasformi in Vangelo vivente
ed operante così da renderlo conforme a Cristo”.
Quando Franca Maratta per telefono mi ha comunicato: “Michele,
P. Rivilli non è più fra noi”, immediato è stato per me il collegamento
al Natale ormai imminente. “Peccato, non è arrivato a festeggiare il
Natale del Signore”. Poi, riflettendo,
ho capito che il Signore, vedendolo
ormai “conforme a Se stesso”, ha
preferito festeggiare il Suo Natale
alla vita terrena, con il suo Natale
alla vita celeste.
Certo P. Rivilli non se l’aspettava:
i programmi di predicazione erano a
lunga scadenza e a più vasta distan-
24
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
za, ma non era impreparato; per
questo, sarà stata per lui una piacevole sorpresa vedersi così, all’improvviso, coinvolto dal coro degli Angeli per cantare, per la prima volta,
con loro: “Gloria a Dio nel più alto
dei cieli e pace in terra agli uomini
che Egli ama”.
E allora P. Rivilli, tu che ormai
sei nell’alto dei cieli, beato nella gloria del Padre, prega per noi, perché
ci lasciamo inondare da quella Parola di vita, della quale tu fosti così
“fanatico” apostolo sulla terra.
Michele Savasta
Un grande dono
per tutti noi
Caro Padre,
sei stato un grande dono per tutti, anche per noi “Missionarie del
Vangelo”, figlie da te generate, per
volontà di Dio.
Il dono della paternità, della tua
paternità, ci ha permesso di scoprire “la perla preziosa” della nostra
vocazione specifica nella Chiesa; di
conoscere e assecondare le intuizioni dello Spirito del Padre; di avere
il coraggio di lasciarci contagiare
dalla tua follia e di scommettere la
nostra vita sulla Sua Parola, alla
sequela di Cristo Gesù, come la Vergine nel mistero dell’Incarnazione,
sulle orme di Francesco e di Chiara
d’Assisi.
PRESENZA
Per questo ti abbiamo amato molto, ti amiamo e ti ameremo, consapevoli delle meraviglie compiute da
Dio in te e, attraverso te, in noi, che
siamo e rimaniamo espressione bella della tua vita terrena: un inno di
lode e gratitudine a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, per il dono della
Consacrazione, vissuta nel mondo, a
totale servizio del Vangelo.
Oggi, tu comprendi pienamente il
nostro bisogno di autenticità e puoi
impetrare da Dio, per noi, l’aiuto di
cui abbiamo bisogno per affrontare,
con coraggio, fiducia e serenità, questa nuova tappa della nostra storia,
questo “Esodo” che ci avvicina sempre di più alla Terra Promessa.
Oggi, caro Padre, ottienici la grazia di saper accogliere, custodire e
rendere un bene comune “la preziosa eredità”, il Vangelo di nostro Signore Gesù Cristo.
Grazia Napoli
Presenza forte
e significativa
C
ertamente con la sua morte
viene a mancare sulla terra una
presenza forte e significativa: un
frate consumato dal Vangelo. È grande il debito di riconoscenza che la
Chiesa e l’Ordine hanno nei confronti di questo fraticello che, nella
sua semplicità e libertà, ha avuto il
coraggio e la forza della fede per an-
25
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
nunciare il Vangelo. La sua presenza e la sua opera hanno segnato in
modo indimenticabile la vita ecclesiale di questa seconda parte del secolo che lasciamo. Con l’intuito dell’essenziale aveva compreso il cuore
dell’annuncio cristiano, del carisma
francescano e del rinnovamento ecclesiale: annunciare il Vangelo. È
stato un grande dono per tutti, anche per coloro che non erano coinvolti direttamente nel Movimento
perché un certo tipo di impegno, come quello di P. Rivilli, non si confina
tra i conosciuti ma va molto al di là
perché crea sensibilità e mentalità.
Mi sembra profetico il titolo del
suo ultimo editoriale su “Presenza
del Vangelo”: Il tempo è compiuto.
In qualche recondita parte del suo
cuore egli sarà stato consapevole
che questo titolo racchiudeva la sua
opera. Come servo buono e fedele ha
compiuto l’opera del Padre.
P. Giovanni Salonia
Ministro Provinciale
Cappuccini Siracusa
La morte
non è una catastrofe
C
ome lui spesso ci ricordava,
nelle nostre lunghe conversazioni,
non bisogna guardare alla morte come una catastrofe, perché quando si
muore in Grazia di Dio, la morte di-
PRESENZA
venta solo un ordinario e quotidiano
avvenimento, quindi bisogna morire
per vivere!
La sua famiglia d’origine, non l’aveva mai dimenticata o trascurata,
così come non aveva mai nascosto
le sue origini contadine.
Anzi, quando veniva a Castel di
Lucio, gradiva parlare in dialetto, ricercando le espressioni più colorite e
vivaci, cadute ormai in disuso.
Persona speciale, che non ha mai
lasciato niente al caso e niente d’intentato, sfruttando ogni momento
della sua vita con intensità, come se
fosse l’ultimo.
Mio padre, quando lo vedeva partire, per luoghi più o meno lontani,
gli chiedeva quando sarebbe tornato
e affettuosamente lo esortava a non
fare più lunghi viaggi e a riposarsi
di più; e lui rispondeva: “Peppe chi
si ferma è perduto, dobbiamo zappare ancora”.
Aveva conservato intatti la freschezza e l’impeto giovanile nel
diffondere la parola di Dio, e non vedeva limiti, né ostacoli, tenace com’era per raggiungere le sue mete.
Vogliamo ringraziare Dio, per
aver messo nel nostro cammino lo
zio Padre Placido, e così come lui ha
salutato nostro padre, il giorno del
funerale il 10 Febbraio scorso, anche
noi diciamo: arrivederci zio!…
Rina Amato
Nelle foto accanto, i segni della Sua vita.
La vocazione di Padre Rivilli
era il Vangelo, la sua strada era il mondo.
26
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
PRESENZA
27
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
Una ragione di essere
ORAZIO SAPENZA
E
ccomi, carissimo P. Placido, qui
in questa Cappella a porgere il
mio ultimo ed estremo saluto e rendere testimonianza a Lei, deposto in
questa bara, caduto sulla breccia
con il Vangelo in mano in questo
giorno 13 Dicembre - memoria Liturgica di S. Lucia - Vergine e Martire.
Il Pellegrino di Gesù - il Missionario del Vangelo - il Navigatore
esperto per i mari e per i cieli - il
Francescano carismatico. Lei stesso
nell’editoriale dell’ultimo Numero
della Sua Rivista “Presenza del Vangelo” quasi presagendo la fine del
viaggio terreno - lasciò scritto il testamento “Il tempo è compiuto” e citando il libro di F. Montanari “Il
tempo eterno” ha inteso manifestare
il desiderio di varcare la soglia dell’eterno a conclusione di un itinerario missionario di Evangelizzatore
della Parola di Dio.
Noi eravamo vecchi Amici dagli
anni dei miei studi liceali e teologici
in Seminario e ci eravamo conosciuti in occasione del Suo primo Quaresimale predicato in Cattedrale e nelle altre Chiese filiali di Patti su invito del santo Vescovo Mons. Ficarra
Angelo. Per uno scherzo della Provvidenza questa nostra amicizia di-
PRESENZA
venne più forte dopo il 1952 - anno
in cui fui inviato a Pettineo, paese
limitrofo a Castel di Lucio - dove Ella ebbe i natali e sentì sbocciare la
vocazione al sacerdozio all’ombra
del Convento dei Frati Minori . Sullo stesso versante poi mentre si delineava il Suo Progetto, Ella acquistò
il vetusto Castello del Principe di
Motta d’Affermo che doveva diventare luogo privilegiato di Convegni e
sede del Vangelo.
“Dove abbondò il peccato - sovrabbondò la grazia - ero solito dire, applicando il detto biblico all’uso che
ne facevano i Principi dei loro manieri. E Lei con il sorriso di fanciullo
annuiva. A Pettineo poi Ella aveva
la sua Betania in casa della signorina Russo Rosalia - erede dello zio
prete - D. Paolo Russo - e sede del
Cenacolo. A lei rendono testimonianza le opere e le parole, il suo impegno di Evangelizzatore e di Messaggero della Parola. Sapeva quel che
diceva. Diceva quel che sapeva e viveva in profondità. Se me lo consentirà vorrei definirla “ Testardo e cocciuto”, come sono gli addetti ai campi e ai lavori della terra quando con
l’aratro debbono fendere le zolle prima di affidare il seme che dovrà diventare frumento e pane.
28
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
Crociata del Vangelo, prima, all’inizio, Presenza del Vangelo poi, in
seguito al suo sviluppo, Movimento:
sono tre definizioni che hanno caratterizzato l’Opera dal suo sorgere, al
suo manifestarsi e al suo rivelarsi
tra tante difficoltà che non mancano
mai per ostacolarne il cammino.
Il Regno di Dio soffre violenza e
soltanto i violenti se ne impadroniscono. Ora Lei ha cessato di essere
tra noi e non calpesterà più questa
terra di evangelizzazione.
Non gli è stato concesso di varcare la soglia del III Millennio e di celebrare l’Anno Santo con il suo Movimento.
Ma gli è stato concesso di varcare
la soglia del Paradiso in premio delle sue fatiche apostoliche e del suo
impegno per divulgare il santo Vangelo e di fare conoscere Gesù Cristo
- Ieri - Oggi e Sempre.
Il Vangelo fu la sua vita e la sua
ragione di essere. La Sua vita fu un
Vangelo vivente.
Nella visione beatifica di Dio,
avrà tempo per pregare e per intercedere per la crescita e la espansione del Suo Movimento. Ora che le
sue spoglie mortali, composte in
questa bara - santificate dalla Sacra
Unzione Sacerdotale - e penetrato
dallo Spirito di S. Francesco e custodite nella tomba di famiglia accanto
ai Suoi venerati genitori, nel cimitero di Castel di Lucio, faccio l’augurio
che possa fare più rumore da morto
di quanto ne è riuscito a fare da vivo. Grazie, P. Placido per la Sua
amicizia e preghi anche per me.
Orazio Sapenza
Parroco di Pettineo
Piccoli gruppi, come lievito dentro la massa.
PRESENZA
29
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
Parola della sua Parola
MARIA LO CURTO
N
on conosco una sintesi più bella,
profonda ed efficace di questa:
“Essere parola della sua Parola”.
La ritrovo lampeggiante di luce
nell’intimo della mia coscienza.
Attingo forza da essa. Mi sospinge dolcemente e autorevolmente nel
cammino della vita, ora piano, ora
irto di difficoltà che essa mi aiuta a
superare. Questa sintesi mirabile
l’ho ripetutamente ascoltata dalla
viva voce di P. Placido Rivilli, infaticabile apostolo della Parola.
“Le nostre - diceva - non chiamatele riunioni: sono Cenacoli, dove Gesù è
presente. Egli stesso viene per istruirci, per insegnarci la via che conduce al
Padre, per accendere in noi il fuoco dirompente dell’Amore divino”.
Egli ci raccontò talvolta gli inizi
della sua vocazione religiosa.
Fin da fanciullo lo aveva affascinato la figura di un frate francescano “cercatore” che, nel suo paese d’origine, Castel di Lucio, andava di casa in casa per la questua.
Certamente aveva contemplato in
lui l’essenza del francescanesimo, il
distacco dai beni terreni nell’esercizio della povertà, il servizio vissuto
nell’umiltà, la testimonianza eroica
dell’uomo proteso alla conquista dell’Assoluto di Dio. Valori grandissimi
PRESENZA
che egli stesso, poi, incarnerà nella
vita sacerdotale e religiosa.
Entrato giovanissimo nel convento dei frati minori francescani di Bagheria, aveva deciso di trascorrere
la sua giornata terrena nel silenzio
e nella meditazione. Ma altri erano
i progetti di Dio su di lui.
A Lourdes, durante il suo primo
viaggio nella terra di Maria, la repentina folgorazione.
Una scritta: “Portate le folle al
Vangelo”.
Comprese che in quelle parole
ispirate era contenuto tutto il programma della sua futura azione
apostolica. Da quel momento non si
fermò più. Cominciò a percorrere le
strade della sua Sicilia e di gran
parte dell’Italia, spingendosi, successivamente, anche all’estero, dovunque portando il Vangelo.
Leggeva il Vangelo ai dotti (numerosi gli incontri con gli intellettuali e i giovani universitari) e ai
semplici che imparavano da lui ad
approfondire la figura del Redentore, a meditarne gli insegnamenti,
non limitando alla recita del Padre
Nostro e dell’Ave Maria la propria
religiosità. Erano i tempi del secondo dopoguerra, quando si cominciava ad attuare quella “rivoluzione”
30
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
sollecitata dai Pontefici, che poneva
tra le mani dei laici il testo sacro,
esortandoli a farsene, anch’essi, apostoli e propagatori.
Nelle case dove entrava P. Placido, entrava anche la Bibbia, entrava
il Vangelo da tenere a portata di
mano per leggerne spesso qualche
versetto, traendone quella preziosa
linfa vitale che irrobustisce, giorno
dopo giorno, la nostra fede.
Dall’impegno che spingeva P. Rivilli a propagare sempre più tra la
gente la conoscenza del Vangelo,
quale libro di Vita per tutti, nacque
il Movimento della “Crociata del
Vangelo”, nome mutato, poi, in quello di “Presenza del Vangelo”.
Frutto prezioso di una passione
evangelica intensa, geniale e generosa
fu la costituzione dell’Istituto secolare
delle “Missionarie del Vangelo”, consacrato a testimoniare nel tempo la perenne attualità della Parola di Dio.
P. Placido Rivilli, soprannominato
“Frate Vento”, ha scritto e ha parlato molto. Chi lo ha ascoltato ricorda
che le sue spiegazioni del Vangelo,
sempre puntuali e aggiornate con
gli studi che si andavano via via
pubblicando, non erano mai fredde,
ma vivacizzate da una partecipazione personale che rivelava l’ardente
passione per il Vangelo.
È vivo in noi il suo sguardo che si
accendeva e la sua voce che si commuoveva quando, ad esempio leggeva brani del suo Evangelista preferito, S. Giovanni, o l’inizio della prima
PRESENZA
Lettera. Ciò che abbiamo udito, ciò
che abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che abbiamo contemplato e
ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita… lo annunziamo anche a voi…”.
L’esortazione allo studio e all’annunzio della Parola, bene sommo
dell’uomo in questa vita, è la preziosa eredità che P. Rivilli ci affida.
Agli “evangelizzatori” raccomandava di amare caldamente la Parola, di accoglierla, di esserle fedeli:
“Amore, accoglienza, docilità, obbedienza, fedeltà: sono questi i cardini
- affermava - del rapporto filiale dell’uomo con la Parola”. Del cristiano
diceva che era chiamato ad immedesimarsi con Gesù, ma ciò poteva avvenire se la Parola accolta veniva
trasformata in vita vissuta.
Sullo sfondo del passaggio epocale
dal secondo al terzo millennio, la figura di P. Placido Rivilli appare molto significativa. Infatti alle aspirazioni e alle attese dell’umanità - che
si possono sintetizzare nei termini di
essenzialità e universalità - egli risponde presentando quello che vi è
di più essenziale e di più universale
nella nostra religiosità: il Vangelo di
Cristo. Il Vangelo deve essere il fulcro della vita individuale e sociale.
Da esso, e soltanto da esso - non dalle varie filosofie alla moda - bisogna
trarre le norme di quella moralità
che dona dignità alla persona umana e alla sua vita di relazione.
Maria Lo Curto
31
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
La forza del Vangelo
GAETANO DI LIBERTO
«È
morto Padre Rivilli»: questa
notizia è corsa velocemente
in tutta la Sicilia e oltre, fino al
Perù, nel giorno liturgico di S. Lucia, cogliendo tutti di sorpresa, ma
destando subito i commenti: “si intuiva che sarebbe caduto sul campo”, “consumato dalla passione per il
Vangelo”.
A chi gli consigliava di rallentare
la sua attività di apostolo itinerante, per evitare lo stress pericoloso alla sua salute resa precaria dall’indebolimento cardiaco e dall’età avanzata rispondeva: “cursus in fine velocior”, “alla fine la corsa diventa
più veloce”. Pertanto non risparmiava le sue forze, anche se erano diminuite, e stava sempre in movimento
per predicare il Vangelo “in tutto il
mondo”. Il 21 novembre scorso, come ogni anno nella solennità di Cristo Re, aveva convocato e presieduto
a Pergusa il Convegno regionale dei
cenacoli del Vangelo di Sicilia. Dopo
qualche giorno, il 25 novembre è venuto ad Agrigento e prima di ripartire ha fissato un nuovo incontro
con i responsabili cenacolari della
città per il 17 dicembre seguente.
Ma alle prime luci dell’alba dell’11
dicembre, mentre si trovava a Giuliana per una tre-giorni di evange-
PRESENZA
lizzazione, in occasione del cinquantesimo di attività del Movimento
“Presenza del Vangelo” in quel paese, è stato fermato da un gravissimo malore, che segnalava stavolta
la fine della corsa, avvenuta due
giorni dopo.
P. Rivilli è stato un grande seminatore della Parola di Dio, veridico
testimone dell’attualità salvifica del
Vangelo. Amava tradurre l’espressione paolina “il Vangelo… potenza
(dinamis) di Dio” (Rm 1,16) con “dinamite di Dio”, per evidenziare marcatamente la forza esplosiva del
Vangelo, che cambia radicalmente la
vita di chi l’accoglie con piena fede.
P. Rivilli ha concentrato il suo
apostolato nella fondazione del Movimento “Presenza del Vangelo” e
dell’Istituto Secolare “Missionarie
del Vangelo”. Attraverso queste due
opere continuerà e certamente si
espanderà l’apostolato, da lui cominciato e attuato per più di cinquant’anni.
La Chiesa agrigentina resterà perennemente grata a P. Rivilli per
quanto da lui ha ricevuto: comunità
parrocchiali di Agrigento, Casteltermini, Comitini, Aragona, Favara, Ribera,… entusiasmate dalla sua predicazione, famiglie trasformate in
32
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
cenacoli di Vangelo, vocazioni di speciale consacrazione accompagnate al
sacerdozio o alla professione dei
Consigli evangelici. I Vescovi che si
sono succeduti nella guida della nostra Diocesi, Mons. Petralia, Mons.
Bommarito e l’attuale Mons. Ferraro
l’hanno stimato moltissimo. Di
Mons. Ferraro voglio segnalare la
lettera indirizzata ai Presbiteri della Diocesi e pubblicata nel Bollettino Ecclesiale Agrigentino, n° 4 del
1996 pag. 232 con la quale ha presentato ufficialmente il Movimento
“Presenza del Vangelo” riconoscendone la validità: “può essere di grande aiuto per i Cefas, per la formazione degli operatori pastorali e per incrementare la passione di amore al
Vangelo”, dandone anche testimonianza personale; da Parroco-Arciprete a Vittoria, aveva pervaso il
territorio parrocchiale, soprattutto
in periferia, con 20 cenacoli rionali,
diventati poco a poco fari d’irradiazione della luce del Vangelo; e dichiarando: “Ritengo una benedizione
del Signore se il Movimento potesse
espandersi in ogni città”.
Ad Agrigento il ricordo di P. Rivilli resterà particolarmente legato alla famiglia Vanadia. Ogni volta che
veniva in questa città era ospitato
nella loro casa come in una nuova
Betania. Attarverso questa speciale
ospitalità si sono compiute le “meraviglie di Dio”, manifestatesi nell’opera di autentica formazione evangeli-
È stato l’uomo della Parola,
ma anche della parola scritta.
A questa Rivista
diede passione,
intelligenza, continuità
impareggiabile
di impegno.
PRESENZA
33
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
ca di Rosanna Vanadia, “animatrice
sapiente ed entusiasta del Movimento Presenza del Vangelo in Agrigento, passata da questo mondo al Padre l’8 settembre u.s.”. Nell’ultimo
numero di Presenza del Vangelo, rivista bimestrale di spiritualità e di
cultura del Movimento, n° 6 del
1999, P. Rivilli ha scritto nella pagina “Testimonianza”: “Un giorno mi
telefona il carissimo Enzo, il marito
che è stato e continua ad essere, nel
senso più vero, l’anima gemella di
Rosanna, per chiedermi un’idea per
l’immagine-ricordo di Rosanna. Gli
ho detto: “Metti in evidenza che Rosanna era presenza della gioia che
nasce dal Vangelo”.
“Il tempo è compiuto”: ecco il
titolo “premonitore” dell'ultimo editoriale stilato da P. Rivilli, comparso
nel citato numero di Presenza del
Vangelo. È il messaggio che conserveremo gelosamente nel nostro cuore, come mirabile sintesi della testimonianza evangelica di tutta la vita
terrena del grande Padre, Amico e
Consigliere.
Gaetano Di Liberto
La semplicità
la sua grandezza
U
n mio primo ricordo, forse uno
dei fecondi, è riferito all’incontro
avuto nel mese di gennaio del 1968
sul sagrato della Chiesa del SS. Cro-
PRESENZA
cifisso in Agrigento, allorquando io e
mia moglie gli abbiamo chiesto se
avesse bisogno di qualcosa. Padre
Rivilli rispose affermativamente.
Contenti di poter essere utili abbiamo reiterato la domanda.
Sorridendo, ci rispose: “si, ho bisogno soltanto della Grazia del Signore”.
Ecco qual’era la grandezza di Padre Rivilli: la semplicità e la essenzialità.
Ed è ricondotto a quel periodo il
dono che fece a mia moglie Rosanna, quando il 15 gennaio del 1968 le
consegnò il Vangelo con questa dedica: “La sua Luce risplenda nella tua
casa ed il tuo Vangelo porti in essa
la gioia che solo Lui sa donare”.
Padre Rivilli aveva fatto il voto
di povertà ed era ricco: possedeva la
ricchezza della fede e della santità
e ci ha trasferito la sua passione
per il Vangelo e la gioia nel proclamarlo.
È riuscito con il suo carisma, guidato dallo Spirito Santo, ad avvicinare al Vangelo una moltitudine di
persone che, altrimenti, sarebbero
vissute nell’indifferenza e distanti
dalla parola di Dio.
Ci ha insegnato ad amare il Vangelo e, quindi, ora, abbiamo il dovere
di chinarci a raccogliere una pesante ma gloriosa eredità.
Ti ringraziamo e ti chiediamo, come sempre, di darci la tua santa benedizione.
Vincenzo Vanadia
34
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
Ha voluto le Contemplative
SR. MARIA AGNESE PAVONE
N
on eravamo pronte ad accogliere la dolorosa notizia del ritorno alla Casa del Padre del carissimo
Padre Placido Rivilli. Siamo ancora
increduli non ci sembra realtà ciò
che è avvenuto. L’aspettiamo, come
sempre, sorridente, fresco, esuberante, colmo del fuoco della Parola di
Dio, quel fuoco che si fa fatica a contenere ed urge dentro per essere
portato ai fratelli.
Era felice di camminare per le
vie del mondo ad annunziare la Parola di Dio, passava da un posto all’altro, da un Cenacolo all’altro, senza stancarsi mai, sempre disponibile. Spesso diceva con gioia: “la mia
casa è il treno”.
Nonostante gli acciacchi propri
dell’età e della salute ormai precaria, specie in quest’ultimo periodo,
lui era sempre instancabile, nessun
freno lo teneva, doveva continuare
ad andare col fervore e la freschezza
dello stesso spirito sempre giovane,
tutto innamorato di Dio, sospinto
dalla misteriosa forza della Sua Parola.
Ho conosciuto personalmente il
Padre nel novembre del 1978 quando ha dettato a noi Clarisse di Messina un corso di Esercizi Spirituale.
Mi ha colpito la Sua passione per
PRESENZA
la Parola di Dio. Le sue meditazioni
erano convincenti e inzuppate di
questa Parola: “spada a doppio taglio” che entrava in me come un fuoco irresistibile.
Da allora la Comunità ha aderito
al Movimento con gli incontri quindicinali del Cenacolo. Il Padre ci ha
suggerito dei libri e il metodo per
approfondire il testo del Vangelo.
Abbiamo stabilito un giorno di ogni
mese per pregare per il Movimento.
Da allora abbiamo continuato i Cenacoli nella Comunità. Da diversi
anni è sorto anche un cenacolo con
le giovani, che frequentano il nostro
Monastero: il cenacolo “Gesù giovane” che si riunisce ogni quindici
giorni.
Nel 1984 ho accettato l’incarico
propostomi dal Consiglio Centrale
“Presenza del Vangelo” di rendere
presente il Movimento nella nostra
vita claustrale, dando così pure origine al “Settore Contemplative” in
seno al Movimento, con la certezza
che la nostra partecipazione potesse
aiutare l’evangelizzazione del mondo attraverso la nostra preghiera e
la nostra offerta nel nascondimento
e nel silenzio.
Il Padre ci teneva tantissimo a
curare questo Settore. Egli stesso,
35
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
più volte volle farsi presente con un
suo scritto ai Monasteri. Riporto qui
uno stralcio della sua lettera che, insieme alla mia, venne spedita nel
maggio del 96: “…fin dal suo nascere
il Movimento si è inserito in vari
Monasteri delle Sorelle Clarisse perché ero e sono convinto che un albero tanto più può crescere e fruttificare quanto più profondamente affonda le sue radici nella terra. La vostra vita è nascosta con Cristo in Dio
per questo ho pensato, fin dall’inizio
del Movimento, a voi, perché dalla
vostra vita di preghiera e dalla vostra contemplazione del Verbo Incarnato il Movimento Presenza del Vangelo potesse ricevere quella linfa vitale che, circolando nel corpo del Movimento stesso, assicurasse la vitalità e la efficacia apostolica… Mi
chiederete che cosa comporta da parte vostra l’adesione al Movimento
Presenza del Vangelo? Vi chiedo
semplicemente due cose: inserire
nella vostra preghiera personale, e
possibilmente comunitaria, la preghiera che troverete acclusa in questa circolare e di dedicare un giorno
al mese al Movimento affinché, come
dice la preghiera, il mondo si converta e creda al Vangelo e riconosca che
solo Gesù è la via, la verità e la vita.
Vi auguro che la Parola di Cristo
abiti abbondantemente nei vostri
cuori. (Col. 3,16)
Questo era il desiderio del padre,
questo è l”assillo” che trasmette ancora dal cielo a noi Clarisse; infatti pochi
PRESENZA
giorni prima della sua morte, quasi come saluto e testamento, mi ha detto:
«Agnese, ti raccomando di curare il
Settore delle Contemplative, ora preparo una lettera che spediremo insieme all’apertura dell’anno Giubilare”.
Dopo qualche giorno non mi è arrivata la lettera, ma la comunicazione che il padre si era addormentato
serenamente nelle braccia del Padre
Celeste, quale figlio suo prediletto.
La luce di Dio che rifulge sul volto
glorioso del Verbo fatto carne avvolga
il nostro caro Padre Rivilli e lo tenga
felice nella contemplazione di Colui
che ha servito appassionatamente
nei lunghi e fruttuosi anni della sua
vita francescana e sacerdotale.
Sr. Maria Agnese Pavone O.S.C.
“La pasiòn par
el mundo parque èsta es
la pasiòn de Dios”
A
los hermanos del Movimiento
“Presencia del Evangelio” de Italia,
los amigos del Movimiento an el
Perù, hacen llegar su màs profundo
pésame por el fallicimiento de nuestro muy querido amigo y fundador,
Padre Placido Rivilli y mahana
martes 14 estaremos en todo el Perù,
celebrando la Eucaristia, por su
esterno descanso a las 9. a.m. (hora
peruana), para unimos más intimamente a ustedes.
Fraternamente F. Matilde Viso T.
36
DEL VANGELO
LE TESTIMONIANZE
Il nostro grazie
alla Trinità
È passato
seminando gioia
L’infaticabile apostolo del Van-
A nnunciatore di profonde ve-
gelo, Padre Rivilli è partito per il
suo ultimo viaggio verso la casa del
Padre.
Con il cuore colmo di dolore, per
la perdita di un padre e di un amico,
ma con la certezza che lui ora VIVE
nella gioia del Signore, insieme alla
Gloriosa Sempre Vergine Maria, ed
al Serafico Padre Francesco, mi unisco alla preghiera di tutti i fratelli
del Movimento “Presenza del Vangelo”, specialmente più vicini al carissimo padre.
Rendiamo grazie alla Trinità Santissima, Padre, Figlio e Spirito Santo, per averci dato in Padre Rivilli
un fulgido esempio di umiltà, carità
e letizia, egli è stato come Giovanni
Battista una voce che ha gridato nel
deserto del nostro secolo per preparare la strada al Verbo che viene ieri, oggi, sempre.
Aristide Raimondi
rità teologiche e spirituali con una
straordinaria semplicità, con passione e veemenza, Padre Rivilli ha
amato le imprese esaltanti come
vittorie sui sabati delle noie e delle
facce tristi. Spesso diceva: “Un cristiano triste è un triste cristiano.
Una buona novella la si deve annunciare con il sorriso e con gioia”,
e di gioie e sorrisi ne ha donati molti…
È andato via esaltando la vita,
impegnandola ancora con l’ennesima missione a Giuliana.
Un “Vi voglio bene” tra le parole
delle sue ultime prediche e, zitto zitto, è scomparso dietro le quinte del
mondo visibile.
È andato il giorno di Santa Lucia, come rapito da quel carro di fuoco che porta alla Luce vera, di cui è
stato torcia irripetibile.
Anna Pulizzotto
“Se vogliamo contribuire efficacemente alla trasformazione di
questo mondo secondo il progetto di Dio
dobbiamo rifarci all’origine della creazione.
Siamo chiamati ad essere la sua Parola per fare di questa Parola
la forza creatrice di un mondo nuovo più umano, più cristiano.”
PRESENZA
37
DEL VANGELO
LA GIORNATA DI PERGUSA
Evangelizzare oggi
ROSARIO CALÒ
Dalla celebrazione della “Giornata del Movimento”, del 21 novembre
‘99, a Pergusa pubblichiamo, come
già previsto con Padre Rivilli, i contributi delle comunicazioni.
Oggi ci sembra particolarmente
significativo un richiamo a questa
Giornata, che risulta l’ultima presieduta dal Fondatore del Movimento.
Ecco i contributi, in ordine di intervento:
- quale evangelizzazione per il
mondo di oggi;
- quali responsabili per una nuova evangelizzazione.
La comunicazione di P. Rivilli sul
tema “Una responsabilità che esige
un impegno” ci è sembrato doveroso
anticiparla agli inizi della Rivista.
1.
C’è una certezza che interpella
il nostro interrogarci sull'evangalizzazione del mondo di oggi: questo mondo attende Cristo! Anche
quando non lo sa o non se ne accorge o sembra volersene stare alla larga. Lo attende perché attende di essere liberato dalle nuove dipendenze, dalle nuove schiavitù. Allora, per
cercare di capire quale evangelizzazione rivolgere al mondo di oggi, occorre operare una nuova considerazione dei «segni dei tempi».
PRESENZA
Il primo segno di questo nostro
tempo ce lo dà ancora il Vangelo di
Gesù Cristo, Figlio di Dio: «Levate i
vostri occhi e guardate i campi che
già biondeggiano per la mietitura»
(Gv 4,35b): è proprio l’umanità in
attesa!
E subito risalta un secondo segno
che ci interpella al superamento della tentazione del Tabor: «È bello per
noi stare qui» (Mt 17,4a). Che cosa
fate -sembra dirci il Maestro e Signore - seduti tra voi? L’“andare” dell’azione pastorale interpella chi ha il
carisma dell’evangelizzazione a farsi
stimolo verso la comunità per una
pastorale missionaria. Barcamenarsi
fra le troppe cose della pastorale di
conservazione è probabilmente contro il Vangelo, quando si è chiamati
con un carisma specifico per l’“andare”. È forse come un sotterrare il (i)
talento (i) delle «cose nuove». A me
sembra che bisogna dire un “basta”
deciso. È urgente che la comunità
esca da sé (ed anche l’evangelizzatore) proprio come l’uscire da sé del Figlio di Dio (cfr. Fil 2,5-11).
2. - Quale nome hanno dentro la
nostra interiorità personale e di comunità gli “altri”? Sono amici, servi,
lontani, sordi? Mi sembra che l’an-
38
DEL VANGELO
LA GIORNATA DI PERGUSA
dare in tutto il mondo di Gesù ci
chiami a chiamarli amici e fratelli.
Pensiamo ad amici e fratelli quando i segni dei tempi ci presentano
sfruttamento, pulizia etnica, commercio iniquo, ecc…?
C’è bisogno di una evangelizzazione della mondialità e della globalizzazione per un mondo come villaggio globale di solidarietà e di fraternità, non di sfruttamento e profitto iniquo.
In questo senso o il Giubileo è la
festa della novità di Colui che fa
nuove tutte le cose, a partire dalla
nuova evangelizzazione (realizzata,
no solo proclamata), o rischia di ridursi alla festa del rimanere tra noi,
probabilmente presi da un logorante
indaffaramento per rimestare cianfrusaglie che non hanno più niente
a che vedere nè con tutto l’uomo e
tutti gli uomini né con la novità del
Regno di Dio e della sua giustizia.
Dov’è il cuore nuovo e lo spirito
nuovo dei credenti in Cristo?
Forse stiamo non considerando
adeguatamente la parabola del bisogno, come accade nella parabola degli operai dell’ultima ora (cfr Mt
20,1-16).
Come possiamo accorgerci, allora,
delle urgenze di sopravvivenza di
fronte alle nuove schiavitù?
Occorre che costruiamo nell’oggi
la parabola della fiducia, dello sguardo del regno di Dio e della sua giustizia. Occorre porre il Vangelo come
punto di forza di un vero rinnova-
PRESENZA
mento dell’uomo e della società, oltre che della comunità ecclesiale.
In questo impegno la profezia
della testimonianza risulta il primo
elemento indispensabile dell’evangelizzazione.
La testimonianza, infatti, fonda
la credibilità. Perciò dobbiamo educarci al valore di annuncio proprio
della testimonianza. D’altronde il
primo impegno dei laico è quello di
promuovere l’evangelizzazione attraverso la sua presenza-testimonianza là dove vive e svolge la sua
attività. Questa testimonianza costituisce il primo punto di riferimento,
l’avvio stesso dell’evangelizzazione,
la condizione favorevole per presentare Cristo e la visione di vita radicata nel Vangelo, come la risposta
più adatta alla domanda di senso
dell’uomo di oggi come dell’uomo di
ogni tempo.
3. - L’evangelizzazione si deve caratterizzare per:
- la sua unicità, nel senso che vive nel rapporto di circolarità tra
universalità e particolarità, qui e
verso gli estremi confini della terra,
missio ad gentes e nuova evangelizzazione;
- la continuità-costanza del suo
realizzarsi, come elemento prioritario proprio degli itinerari pastorali.
Bisogna uscire però, e urgentemente, dalla provvisorietà e occasionalità. L’evangelizzazione non può che
essere organica ed ordinaria;
39
DEL VANGELO
LA GIORNATA DI PERGUSA
- la trasversalità e la specificità:
la trasversalità in quanto l’evangelizzazione «attraversa» e «caratterizza» tutta l’azione pastorale e ogni
suo aspetto; la specificità quanto alle espressioni e ai momenti propri
della «nuova evangelizzazione»;
- l’azione della comunità tutta
(accoglienza, invio, testimonianza…)
e l’azione ministeriale proprio della
nuova evangelizzazione che fa appello alla dimensione vocazionale.
La nuova evangelizzazione (come
il primo annuncio) presenta un contenuto centrale (che non va disperso), e
che è la visione di vita radicata nel
Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio.
Questo annuncio va rivolto a persone che non sono «cristiani mancati», pertanto sono errate quelle im-
postazioni, per esempio, che si presentano con schemi di preghiera,
che sono propri dei credenti.
Poiché si tratta di una proposta
iniziale, ha impostazione diversa da
quella della catechesi, della stessa
evangelizzazione continua dei credenti o di chi è già in un certo cammino, ecc… Questo tipo di annuncio
richiede un carattere narrativo che
reclama prima di tutto familiarità
con la parola di Dio, ed in particolare con lo stile proprio del Vangelo.
Raccontare quello che ha fatto
Gesù e come lo ha fatto Gesù è il
punto di forza della nuova evangelizzazione. Pensiamo alle parabole,
alla spiegazione che Gesù dà delle
cose della vita, al modo di incontrare ed annunciare nel Vangelo (per
Sono tante
le testimonianze
che parlano
della gioia,
dell’ottimismo
di Padre Rivilli.
Davvero
nel suo cuore
erano le ragioni
della speranza,
di un Giubileo
sempre attuale.
PRESENZA
40
DEL VANGELO
LA GIORNATA DI PERGUSA
es. Zaccheo, la donna Samaritana, il
giovane ricco, Matteo, Natanaele,
ecc…). È per questo che la formazione richiede l’obiettivo della familiarità con la Parola di Dio, per l’ascolto e per l’annuncio. Su questa base
possono essere significative le varie
iniziative, le varie espressioni che
vanno cercate e realizzate.
L’evangelizzazione richiede coinvolgimento comunitario, come evento proprio del Vangelo, non per urgenze organizzative.
L’icona è chiara e precisa: amatevi come io vi ho amato. Da questo
tutti sapranno che siete miei discepoli (cfr Gv 13,34-35).
L’interiorità è precisata: «Risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere
buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli» (Mt 5,16).
Il compito, il servizio è affidato:
annunciare il Vangelo di Gesù Cristo Figlio di Dio e la visione di vita
che presenta.
4. - Bisogna tener conto del fatto
che la nuova evangelizzazione si rivolge ad un soggetto vario, che presenta situazioni diverse, ma che ha
l’elemento unificante nell’universalità dal basso, dagli ultimi, i poveri
della terra.
Proprio per questo oggi ci è chiesto di evangelizzare l’uomo e la sua
storia, di evangelizzare, perciò, il sociale, la mondialità. Ci è richiesto di
essere profeti del “nuovo” nella storia dell’umanità.
Rosario Calò
La Parola riunisce
in Cenacolo,
ed il Cenacolo
diventa il luogo
della familiarità
con la Parola
di Dio.
PRESENZA
41
DEL VANGELO
LA GIORNATA DI PERGUSA
Quali responsabili
GEMMA AIELLO
R
osario, con il suo intervento, ci
ha aiutato a riflettere sulla
realtà del mondo di oggi, un mondo
attraversato da violenze e contraddizioni varie, un mondo ricco di benessere, tecnicamente avanzato,
computerizzato, ma con sacche di
miseria e di povertà infinita, un
mondo lontano da Dio, in gran parte
non cristiano, ma assetato di Dio,
proteso verso ciò che è buono e giusto, aperto verso i valori del Regno,
un mondo che cerca Dio e ha bisogno della sua Parola di amore e di
salvezza, un mondo che ha bisogno
di essere evangelizzato.
Abbiamo visto come si deve evangelizzare, quale deve essere la missione della Chiesa. Ma, la Chiesa a chi
ha affidato, affida questo compito?
nel Vangelo vediamo come Gesù,
dopo la sua resurrezione, affida agli
Apostoli il compito di evangelizzare.
“Andate in tutto il mondo, dice loro,
predicate il Vangelo ad ogni creatura… “ (Mc 16,15).
E gli Apostoli, i dodici, vanno… e
da essi la missione si allarga ai successori, alla Chiesa, a tutti i cristiani che ne fanno parte.
Nessuno può sentirsi esentato dal
portare l’annuncio del Vangelo, esso
non è qualcosa di facoltativo, è un
PRESENZA
obbligo. Ancora oggi il Signore, a
ciascuno di noi, qui presenti, dice:
“Va, in tutto il mondo, predica il
Vangelo ad ogni creatura”. E per
“tutto il mondo” intendiamo anche
l’ambiente nel quale viviamo, per
“predica” intendiamo la testimonianza di vita, la comunicazione della
propria esperienza di fede, il poter
annunciare agli altri quello che il
Signore “ci ha fatto”.
- L’impegno della missione non è
solo compito della Chiesa gerarchica, cioè dei vescovi e dei sacerdoti,
ma è responsabilità di tutti i cristiani battezzati, pur se in modo diverso. È il battesimo che abilita al ministero dell’annuncio attraverso l’ufficio profetico che conferisce, per cui
quella del cristiano è una vocazione,
una chiamata, che, pur nelle sue diverse espressioni, porta all’impegno
missionario e rende responsabili dell’evangelizzazione.
La fede che abbiamo ricevuto col
battesimo deve essere vissuta in
modo responsabile, deve essere testimoniata, proclamata, “contagiata”
con la propria vita, con le parole,
con le opere…
Il Cristo, crocifisso, morto e risorto, il Salvatore, è il mistero su cui
s’incentra tutta la storia della sal-
42
DEL VANGELO
LA GIORNATA DI PERGUSA
vezza. È il Salvatore mio, tuo, vostro,
di tutti: la consapevolezza, l’accettazione di ciò ha cambiato la mia vita,
la nostra vita, rende capaci di vivere
in modo armonico ed equilibrato.
Ma abbiamo bisogno di dircelo, di ricordarcelo… San Paolo, nella lettera
ai Romani (10,14), per questo dice:
“Come potranno invocare il Signore
senza prima aver creduto in Lui? E
come potranno credere senza averne
sentito parlare. E come potranno
sentirne parlare senza uno che lo
annunzi? E come lo annunzieranno
senza prima esserne inviati?”
- “La missione di salvezza è universale; per ogni uomo e per tutto
l’uomo. È compito di tutto il popolo
di Dio, di tutti i fedeli. La missionarietà deve, pertanto, costituire la
passione di ogni cristiano, passione
per la salvezza del mondo e ardente
impegno per instaurare il Regno del
Padre”, dice il Papa nel suo messaggio per la Giornata Missionaria
Mondiale ottobre 1999.
- L’evangelizzatore, sostenuto dalla consapevolezza di essere stato
“chiamato” e “mandato”, di avere
cioè ricevuto dal Signore e una vocazione particolare alla Missione, all’annuncio, deve sentire la responsabilità di essere - strumento - di salvezza per i fratelli.
- Per cui ci chiediamo: “Come deve essere l’evangelizzatore oggi?
Quali responsabili occorrono per la
nuova evangelizzazione, di cui si è
già parlato?”
PRESENZA
La risposta potrebbe essere un’elencazione di virtù e di qualità che il
Responsabile deve possedere, deve
avere… E allora potremmo tutti lasciar perdere e restare lì dove siamo,
perché nessuno è perfetto. Tutti siamo manchevoli sempre in qualcosa.
Poiché il vero evangelizzatore è sempre e solo il Signore, e chi salva al di
là della bravura e delle capacità di
chi annunzia, è Lui, con la sua grazia, la sua potenza, diremo più semplicemente che il responsabile è un
testimone, un uomo di fede. È uno
che ha fatto esperienza personale
dell’amore misericordioso di Dio Padre e da Lui si è sentito salvato e
rinnovato, a tal punto che non può
tenere per sé questa grande gioia e
deve necessariamente annunciarla,
portarla ai fratelli vicini e lontani,
quelli con cui condivide la sua vita
ogni giorno e quelli che sono più restii, più indifferenti, più occupati da
“altro”, tanto da non avere tempo di
pensare alla loro vita interiore.
- Il responsabile è un testimone
che si abbandona in Dio, in Lui, nel
suo aiuto, ripone la sua fiducia e
opera in Suo nome e per Suo nome.
- Il responsabile è un uomo con una
fede matura, frutto di una conversione vera, profonda, duratura, che non
pone resistenza al dono di Dio.
Maturo nella fede è colui che si fa
strumento di Dio nel generare altri
alla fede attraverso la preghiera, la
testimonianza, l’annuncio della Parola, l’impegno…
43
DEL VANGELO
LA GIORNATA DI PERGUSA
Adulto nella fede è il cristiano
che realizza il mandato battesimale
facendosi apostolo di Gesù Cristo, il
Figlio di Dio che è morto per tutti, il
Risorto, il Signore del mondo.
- Vedremo ora quali sono gli elementi di supporto alla vita dell’evangelizzatore, su quali pilastri si
sostiene, per rafforzarsi in questo
suo essere chiamato all’annuncio ed
esserne fedele.
Prima di tutto la preghiera: essa è
alimento, forza, spinta all’impegno
missionario, ci fa chiedere l’aiuto dello Spirito Santo nella consapevolezza
che è Lui che opera nel missionario,
mettendogli in bocca le parole adatte
e aprendo il cuore dell’ascoltatore.
L’offerta del proprio lavoro, della
proprie fatiche, sofferenze e prove
varie per unirsi al sacrificio redentivo di Cristo e contribuire alla sua
opera di salvezza.
La formazione: non ci può essere
annunzio se non c’è formazione, un masticare -, - approfondire - a poco a
poco la parola di Dio, farsi pervadere da essa, viverla, confrontarla all’interno della Comunità di cui si fa
parte, in fedeltà agli insegnamenti
del Magistero della Chiesa.
Certo ciò richiede impegno, tempo, perseveranza, ma si deve essere
consapevoli che non si può dare agli
altri quello che non si ha.
È con amore che questa Parola di
verità e di salvezza va portata, con
coraggio, superando ostacoli e difficoltà, in atteggiamento di umiltà e
PRESENZA
di ricerca, non di chi si sente arrivato, ma di gratitudine e di dipendenza, sapendo che tutto viene da Dio,
di accoglienza, accogliere e farsi accogliere, di apertura ai segni dei
tempi, alla realtà territoriale, alla
cultura, alle situazioni varie.
È importante ancora impegnare
alcune qualità umane, come la capacità di incontro, vedere nell’altro sempre una persona amata, cercata dal
Dio Padre, di confronto, di dialogo, ricerca dei punti positivi in comune…
Il Movimento Presenza del Vangelo, attraverso l’esperienza semplice,
ma arricchente del Cenacolo, in cui,
nell’ascolto comune della Parola di
Dio, nella interiorizzazione e nella
lettura personalizzata, si evangelizza e ci si lascia evangelizzare, si vive in atteggiamento di continua conversione, aperti e disponibili all’azione dello Spirito, vuole aiutare i
suoi membri a saper essere Responsabili della nuova evangelizzazione,
così come è stato detto, a realizzare
una presenza fattiva, operosa, profetica nel mondo in cui essi vivono.
Comprendiamo quindi che l’evangelizzazione sarà veramente “nuova
nel suo ardore, nei suoi metodi, nella sua espressione” (Ver. Spl. n. 106),
se ci sarà chi saprà portarla, se ci
saranno degli evangelizzatori capaci
di sfamare la fame di tanta gente
che aspetta una parola: la Parola di
salvezza, di conforto, di perdono, di
senso della vita…
Gemma Aiello
44
DEL VANGELO
IL FUTURO INSIEME
La “nostra” vocazione
VENANZIO FERRARO
ono passati 48 anni da quando la mia
S
vita cominciò a camminare, gomito a
gomito, accanto a P. Rivilli. Il suo richiamo appassionato alla Parola di Dio costituì per il mio sacerdozio ancora giovane
quella risposta che avevo implorato dal
Signore.
Ho condiviso con lui la grazia e la
gioia del servizio alla Parola di Dio, ma
anche un po’ di quella fatica richiesta, per
una parte, dalla dinamica divina del Vangelo e, per l’altra parte, dai limiti umani
che stentano talvolta a discernere i sentieri più semplici, attuali e adeguati alle
esigenze della Parola. Gli sono rimasto vicino sempre. E quando si trattò di condividere la grazia di eventi molto belli, come furono i Convegni, le approvazioni dell’Istituto Secolare delle Missionarie del
Vangelo, le Settimane e Giornate del Vangelo, i Corsi di Esercizi spirituali, l’esperienza dell’accoglienza del Vangelo nella
Missione del Perù, etc; e, ancora, quando
fu necessario ricercare, nella povertà delle
risorse umane, le scelte più adeguate che
si imponevano lungo il cammino per il
servizio della Parola di Dio.
Ora io voglio ricordare P. Rivilli in
questa duplice dimensione della sua personalità: come portatore, anche per me,
di quella grande rivelazione che ha illuminato e continua a illuminare della luce del Verbo la mia vita francescana e
sacerdotale, e come un compagno di viaggio, non sempre di facile approccio perché, salva sempre la sua indiscussa passione per la Parola di Dio, veniva spesso
fuori con il suo temperamento, il suo carattere, la sua umanità, il suo “passo”...
con cui non fu sempre agevole sintoniz-
PRESENZA
zarsi. Per il grande bene che egli mi ha
voluto e che io ho voluto e vorrò sempre
a lui, credo di potermi permettere questo
ricordo “umano” del P. Rivilli. Mi sembrerebbe di falsare la sua immagine, infatti,
se non ne tenessi conto, imponendomi
criteri selettivi che non mi lascerebbero
tranquillo e che, sono certo, non piacerebbero neppure a lui che, nella luce superiore di Dio, vede le cose in modo nuovo e certo sorride anche per quelle righe
un po’ storte che permisero a Dio Padre
di scrivere dritto il suo canto d’amore al
suo Verbo e agli uomini, suoi figli.
Dal cielo il P. Rivilli vede, innanzitutto, quanto io sia grato al Signore per
averlo posto sul mio cammino. Un incontro che ha segnato il mio sacerdozio. Non
esito infatti ad affermare che la mia
esperienza di servizio alla Parola di Dio,
nel Movimento e nell’Istituto Secolare
delle Missionarie del Vangelo, rimane
quella che maggiormente ha inciso nella
mia vita e nella mia azione sacerdotale e
francescana.
P. Rivilli sapeva bene fino a che punto
la sua vocazione fosse diventata anche la
mia e in diverse occasioni, riferendosi a
lui e a me, parlava di “comune vocazione”.
Quegli stessi servizi che la mia Fraternità Francescana mi ha chiesto, non
solo hanno beneficiato di qullo che io ho
imparato lavorando con il Movimento e
con l’Istituto, ma da quella esperienza
sono stati animati e vivificati, mediante
la luce della Parola di Dio, con cui ho
cercato sempre di illuminare il mio servizio in ogni momento.
E di quella luce P. Rivilli è stato il
mediatore privilegiato, per il quale non
45
DEL VANGELO
IL FUTURO INSIEME
possiamo non implorare una grande benedizione di gloria dal Padre del Cielo.
Avverto, tuttavia, come un bisogno di
conservare la memoria dell’uomo P. Rivilli, di non dimenticare lo “strumento”
di cui Dio si è servito per operare tante
cose buone per la gloria del suo Verbo.
Voglio ricordare la sua emotività, così
a fior di pelle, che faceva riemergere la
sua balbuzie e quasi una certa confusione di fronte all’imprevisto, o a quanto
non era stato da lui pensato, digerito, assimilato. Voglio ricordare la sua timidezza, che talvolta si faceva aggressiva, per
affermare o difendere il suo punto di vista, o quanto da lui era stato elaborato
con fatica e, magari, veniva in qualche
modo contestato.
Ho presente la sua capacità di animare
un discorso per ore, e in modo sempre interessante, perché intriso di fede e di parola di Dio, ma ripenso, anche, come non fosse sempre vasta la sua capacità di pazienza nell’ascoltare, nel fare spazio a opinioni
differenti o, semplicemente, all’attesa penitenziale di tempi lunghi a cui la vita
spesso ci inchioda: lo vogliamo o no.
Aveva una intelligenza vivace e speculativa e una vasta cultura che spaziava abbondantemente nel campo della
Bibbia, della Teologia, della Spiritualità,
dell’informazione. Non perdeva mai il filo, anche se talvolta lunghe digressioni
obbligavano a un’attenzione non priva di
fatica. Meno incline risultò per le cose
pratiche, minute, quotidiane, anche se
dovette occuparsene e se i risultati non
sempre furono quelli desiderati. Questo
fece sì che su certe soluzioni ritornasse
ripetute volte, stentando, talvolta, a individuare quella soddisfacente.
Era inquieto. Sempre alla ricerca di
cose nuove. Voleva che la parola di Dio
entrasse come fermento di “vita” evangelica nelle realtà che scorrono, cambiano,
presentano volti sempre diversi, anche
nel giro di tempi brevi.
Questo, che è certamente giusto e do-
PRESENZA
veroso, non è privo del rischio che alcune
iniziative finiscano per non avere il tempo di rassodarsi, di organizzarsi e di
esprimere al meglio i loro contenuti.
Era costante nel perseguire le sue “visioni”, qualche volta anche “ostinato”, rischiando di andare avanti da solo, senza
la necessaria pazienza di dare spazio a
mezzi e collaborazioni che avrebbero potuto alleggerire la fatica e, forse, renderla più feconda.
Di contro a queste “umanità” che non
ci scandalizzano, ma che, anzi, mettono
in migliore risalto la grazia di Dio, rimane il grande patrimonio del suo spirito.
In primo luogo, la preziosa intuizione,
in tempi in cui questo suonò come profezia, che nella Parola di Dio c’è il germe
di una vita e di un mondo migliore e la
luce per la giusta soluzione dei problemi
dell’uomo, della Chiesa e del mondo.
Il suo impegno nello studio, di cui abbiamo testimonianza fin dai tempi della
sua giovinezza... Il suo proposito costante di aggiornarsi, soprattutto in quanto a
ricerche bibliche e teologiche si riferisce.
È nota la sua irresistibile passione
per i libri, per i dizionari biblici specializzati, per la Teologia...
Dei libri, che trattava sempre con affettuosa delicatezza, fu sempre molto geloso. Ebbe coraggio e quasi spericolatezza nell’affrontare imprese, anche difficili,
ma che si erano presentate dinanzi al
suo spirito come opportune e urgenti...
Penso, come esempio, all’avventura che
comportò l’acquisto e la ricostruzione di
quella che oggi è la Casa del Vangelo
“Tabor” di Motta d’Affermo, in provincia
di Messina. Ma tali imprese, aveva bisogno di “vederle” lui stesso. Aveva bisogno
che si accendessero dentro di lui. Allora
si lanciava con capacità di azzardo e di
grandi sacrifici.
46
Nelle foto accanto,
momenti di fraternità e di lavoro,
condivisi nell’impegno della missione.
DEL VANGELO
IL FUTURO INSIEME
PRESENZA
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DEL VANGELO
IL FUTURO INSIEME
Faticava, invece, talvolta, a vedere la
ragionevolezza, la convenienza, di quanto veniva pensato, suggerito, proposto
dagli altri... In certi casi allentava la presa, magari con qualche disappunto, fino
a quando, a cose fatte, non ne assumeva,
spesso cordialmente, il buon risultato.
Mi impressionò sempre, ancora, il suo
bisogno di correre da un capo all’altro
del mondo.
Certamente la sua esperienza fu ricca
in tal senso. In quella ragnatela di viaggi, continentali e inter-continentali, fu
sempre sospinto dalla fede nella umversalità della parola di Dio e dal desiderio
di ravvivarne la presenza e l’azione
ovunque...
Forse la sua passione, in questo campo, avrebbe meritato, da un certo punto
di vista, risultati migliori.
La essenzialità del suo “messaggio”,
infatti, è stata tale da potersene desiderare e auspicare una diffusione a livello
mondiale. In effetti, solo quando il mondo
si lascerà illuminare e guidare dalla parola di Dio, ritroverà la sua vocazione e il
suo equilibrio primordiale.
P. Rivilli fu un “passionario” della parola di Dio, ma non fu un eccelso organizzatore. Né lo siamo stati quanti fin
qui lo abbiamo accompagnato.
Con lui e dietro a lui abbiamo puntato tutte le nostre carte sull’efficacia creatrice della Parola e non ci siamo preoccupati di strutture che ne mediassero la
grazia a larghe dimensioni.
Forse non è stato tutto negativo. Forse... semplicemente, non ce l’abbiamo fatta. L’Opera, tuttavia, pur nei suoi limiti
organizzativi, continua a racchiudere un
eccezionale potenziale di grazia e riflette,
con buona approssimazione, anche in
questo, la personalità del Fondatore.
Un’anima grande in un corpo ostinato, sì, e sacrificato... ma anche, per certi
versi, fragile. Un “Giullare” che, come
san Francesco, ha girato il mondo “raccontando” l’amore di Dio apparso nell’In-
PRESENZA
carnazione del Verbo, che è rimasto tra
gli uomini nascosto nei piccoli segni del
“pane e del vino” ed è custodito intatto,
dallo Spirito, dentro la povertà del nostro
linguaggio.
Così ho conosciuto P. Rivilli. Portatore
di un Mistero che ha colorato e bruciato
la sua vita, così come ha lanciato verso le
prospettive divine del Vangelo la mia e la
vita di tanti altri.
Nel ringraziare il Signore, come uno
dei beneficiati, io voglio ricordare così P.
Rivilli: un uomo che lotta e si scontra con
la sua stessa “umanità”, ma anche un
Francescano e un Sacerdote eletto dal
Padre Celeste per mediare a quanti incrociarono il suo andare apostolico il dono
ineffabile della parola di Dio.
Nell’ultima lettera che mi scrisse in
Perù, mi esortava a tornare, perché, diceva: “ mi faccio vecchio” e il lavoro è ancora tanto. Mi sorprese, in certo senso.
Troppo abituati a vederlo sempre
proiettato nell’attività, instancabilmente,
mi impressionò quel riferimento all’avvicinarsi di Sorella morte, che sembra
sempre lontana, fino a quando, quasi di
colpo, a volte, ce la ritroviamo sul cammino come l’estrema chiamata di Dio.
Ora che contempli nella gloria, caro
fratello Placido la luce del Verbo, che
dirti ancora?
Il Signore ti tenga felice, tra i suoi servi fedeli. Io,con quanti altri abbiamo portato insieme la tua stessa passione, cercherò di fare del mio meglio perché il fuoco acceso continui ad ardere, a riscaldare,
a illuminare... Ovunque... con ogni mezzo... con qualsiasi compagno di viaggio...
So che questo accrescerà la tua gioia. Tu
ci assisterai con la tua intercessione.
Sento che, anche per me, questa è la
mia vocazione. E più mi impegno a viverla... più mi ritrovo francescano e sacerdote. Ce la metterò tutta. Anche perché, poi, non saprei fare altro.
48
Venanzio Ferraro
DEL VANGELO
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NUMERO SPECIALE 1/2000 della Rivista Presenza del Vangelo