Edilizia
Donna Leader
Gennaio 2015 - pag. 6
Il bambù. Una soluzione ecosostenibile
Attraverso Polight, uno dei poli di innovazione della Regione Piemonte all’interno dell’Environment Park di Torino, e
in partnership con il Politecnico di Torino e altre aziende sul
territorio, Verde Mattone ha partecipato a diversi progetti di
ricerca validati a livello europeo. Fra questi, recentemente, l’im-
presa di Licia Cinardi ha partecipato all’elaborazione di uno studio di fattibilità sulla realizzazione di profili di serramenti in polimeri aggregati a fibre di bambù. Da questo studio sono
emerse le grandi potenzialità del bambù, che è già
oggetto di un nuovo progetto per la realizzazione di altri prodotti. E, inoltre, Verde Mattone
sta lavorando per portare in Piemonte la coltivazione del bambù, in modo da costituire una
filiera a chilometro zero.
L’edilizia e il risparmio energetico,
tra virtuosismi e resistenze
Lanciare una nuova impresa di costruzioni nel mercato della green economy.
L’esperienza di Licia Cinardi nel ciclone della crisi edilizia. Un problema di costi,
ma anche di cultura
F
ondare un’impresa edile nell’occhio
del ciclone della crisi. E per di più
un’impresa al femminile. Un’idea coraggiosa e senz’altro rischiosa. Però
un’idea che Licia Cinardi ha scelto di concretizzare. E così nel 2010 prende vita Verde Mattone, impresa edile che aderisce a Polight
(polo di innovazione della Regione Piemonte).
E che nasce con un’impronta ben precisa: specializzarsi nella progettazione e realizzazione di interventi di ristrutturazione edilizia e
di riqualificazione energetica degli edifici.
«L’idea di Verde Mattone – racconta Cinardi –
è emersa nel 2009. Dopo otto anni nel ruolo di
amministratore unico di una grande società di
restauro dei beni culturali (la Nicola Restauri), avevo voglia di mettermi alla prova in autonomia – e in questo sono stata aiutata dal
progetto Mip (Mettersi In Proprio). Nonostante una formazione non di settore (comunicazione e business administration), avevo già
sviluppato sul campo la conoscenza del mondo dei cantieri ed ero – come sono ancora – animata dalla passione per l’edilizia e dalla sensibilità sul tema del rispetto ambientale. Inoltre, in quel momento, la Regione Piemonte stava approvando le nuove norme sul risparmio
energetico. E guardando al modello virtuoso
di Casa Clima in Alto Adige, ho deciso di provare a esportare quel modus operandi in Piemonte».
A diversi anni dalla nascita di Verde Mattone, ritiene che le sue prospettive per il settore della riqualificazione edilizia fossero
fondate?
Licia Cinardi, fondatrice e titolare della Verde Mattone Srl
di Torino www.verdemattone.eu
«Purtroppo solo in parte. Certamente l’impresa
ha saputo realizzare i propri obiettivi di sviluppo e di crescita, sostenuta da un’impostazione innovativa nella gestione del cantiere e
di tutta la procedura realizzativa – dal preventivo alla consegna dell’opera finita. Tuttavia, nonostante la nostra competenza sulla
riqualificazione energetica si sia ulteriormente consolidata di progetto in progetto, gli
interventi mirati si sono fatti sempre meno significativi – limitati soprattutto alla sostituzione dei serramenti e a piccole modifiche degli impianti termici. Questo ci ha spinto, inevitabilmente, a lavorare, per lo più, su ristrutturazioni di alto livello, anche se il nostro
impegno nel proporre soluzioni ecosostenibili
dal punto di vista energetico non è mai venuto meno».
Cosa ha impedito e impedisce, in Piemonte, l’affermarsi di un’edilizia sul modello della Casa Clima altoatesina?
«Il fattore fondamentale è la scarsa possibilità (o volontà) di spesa dei committenti,
alla quale però fa da sponda la mancanza di
cultura su quelle che sono le vere riqualificazioni energetiche che portano a un
reale abbattimento del fabbisogno degli
edifici. Va ammesso che tuttora i costi degli interventi sono abbastanza alti, mentre
manca l’accesso al credito e i finanziamenti pubblici sono insufficienti. Gli stessi bandi di finanziamento a tasso agevolato della Regione Piemonte, conti alla mano,
risultano inadeguati, inducendo spesso
chi ha fatto domanda di finanziamento ad
abbandonare l’idea di investire nella riqualificazione energetica. L’unione dei
due problemi – economico e culturale – si
riscontra poi nella percezione diffusa che
sia ancora più economico mantenere le
attuali spese di riscaldamento piuttosto
che usufruire nel tempo dei vantaggi di una
casa ottimizzata».
Al di là degli aspetti normativi e finanziari, al momento non sufficienti a sostenere il processo di riqualificazione su
larga scala, sul fronte culturale cosa si sta
facendo?
«In questi anni non sono certo mancati gli
interventi. E Verde Mattone è stata in prima fila. Per due anni di seguito la Provincia di Torino ci ha affidato la gestione dello Sportello Energia, un ufficio di consulenza, rivolto ai cittadini, dedicato proprio
ai temi della riqualificazione energetica. In
parallelo abbiamo curato la pubblicazione
dell’opuscolo Energie di casa mia, distribuito in tutta la provincia di Torino. E, ancora, abbiamo organizzato moltissime serate formative nei Comuni che ci chiamavano per presentare queste tematiche alla
cittadinanza. Tuttavia, registriamo che la
sensibilità, anche laddove esista, è ancora
frenata dalle difficoltà economiche».
Queste difficoltà non vi hanno però impedito di crescere come impresa.
«Siamo cresciute grazie a un’impostazione
innovativa nella gestione del cantiere, che
mediante un controllo ferreo e continuo
delle tempistiche e un’organizzazione minuziosa di tutte le fasi assicura tempi e costi di consegna certi. Il merito è di un team
integrato e ben definito nelle competenze,
un team femminile e giovane (età media 33
anni) che fa da collegamento fra il committente e le squadre di cantiere – ambiente,
quest’ultimo, assolutamente maschile e
spesso legato a logiche di lavoro vecchio
stampo. Al team organico fa poi da contorno una rete di consulenti esterni. La scelta
di mantenere l’organico ristretto è imposta
dai costi di gestione. Però, a inizio di quest’anno abbiamo assunto nuovo personale,
sfruttando l’appena approvato contratto a
tutele crescenti – che ritengo che sia uno
strumento utile alle imprese per creare occupazione senza eccessivi oneri fiscali».
Cosa vi aspettate dal 2015?
«Crediamo che il mercato tornerà a crescere.
Per questo uno dei nostri obiettivi è iniziare a investire nell’acquisizione di immobili esistenti, da riqualificare e rivendere.
Questa scelta è dettata anche dal fatto che
siamo assolutamente convinte che si debba
di smettere di consumare suolo. Sul patrimonio edilizio esistente c’è tanto da fare. E
non escludiamo di abbattere alcuni dei terribili palazzi costruiti nel secondo dopoguerra e recuperare lo spazio per nuove
edificazioni, non erodendo così il territorio».
Luca Càvera
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