Alla scoperta dell’energia Opuscolo realizzato nell’ambito di ascuolaconenergia, progetto mirato ad accrescere la sensibilità degli studenti nelle scuole campane verso le tematiche energetiche e ambientali. Realizzato dall’Assessorato all’Agricoltura e alle Attività Produttive, Assessorato all’Istruzione Formazione e Lavoro, Direzione Regionale dell’Ufficio Scolastico Regionale in collaborazione con EFI – Ente Funzionale Innovazione e Sviluppo Regionale. Responsabile del Progetto: Marina Sacco Si ringraziano: Raffaele Vanoli, Massimo Dentice d’Accadia, Vincenzo Guerriero, Alberto Caronte, Alessandra Bocchino Edito da Il tamburo di latta progetto grafico: puntotif editing: Pina Marotta stampa: Cangiano Grafica, Napoli sommario 7 Che cosa è l’energia? 9 Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale 25 Lo sviluppo industriale: dalla macchina a vapore alla bomba atomica 39 Le forme di energia 47 Le fonti di energie rinnovabili: prospettive 59 Altre forme di energia 65 Come limitare gli effetti del consumo di energia sull’ambiente 79 Esperimenti Produrre energia dal sole. E dal vento, dall'acqua, dai rifiuti, dal gas. Il tutto senza inquinare. È quanto stiamo facendo in Campania, convinti che i tempi siano ormai maturi per un cambiamento sostanziale nella produzione energetica. Il petrolio e il carbone, le principali risorse energetiche attuali, oltre a essere limitate, producono ingenti danni all'ambiente. Non possiamo più aspettare: se vogliamo vivere meglio e garantire a voi piccoli un mondo migliore dobbiamo cambiare. Noi lo facciamo impegnandoci a produrre sempre più energia pulita in Campania. Due primati li abbiamo già: siamo la prima regione in Italia per sfruttamento dell'energia che proviene dal vento e dal sole. Entro la fine del 2007, poi, una parte significativa dell'energia prodotta qui proverrà da fonti rinnovabili. Nei prossimi anni vogliamo far crescere ulteriormente questi dati. Voi non state a guardare. Potete ogni giorno essere protagonisti della sfida per rendere il mondo più pulito. A cominciare dal risparmio di energia, dalla razionalizzazione delle risorse dalle quali possiamo ricavare una quota importante del nostro fabbisogno energetico. Questo significa minori costi, minore impatto ambientale e minori problemi legati alla dipendenza da altri paesi per l'approvvigionamento delle fonti. Per questo riteniamo importante insistere sull'aspetto educativo verso tutti i cittadini e in particolare verso i più giovani. Per aiutarvi a capire come e perché il risparmio energetico per la tutela dell'ambiente costituisce un impegno per tutti abbiamo messo in campo iniziative che hanno coinvolto in primo luogo voi, i giovani. Su tutte, “ascuolaconenergia”, partito in questo anno scolastico proprio con l'obiettivo di far comprendere ai più piccoli l'importanza del tema “energia”. È un modo per capire che risparmiare energia e rispettare l'ambiente oggi, significa vivere meglio domani. 5 Che cos'è l'energia Ti sarà certamente capitato di sentire usare espressioni come: “Oggi mi sento pieno di energia” oppure “ha affrontato il problema con molta energia”. Con il termine energia s'intende, normalmente, vigore, forza fisica o risolutezza nell'affrontare un problema, una difficoltà. Avrai anche sentito parlare di energia solare, di energia idroelettrica, di energia nucleare… Il termine energia ha, quindi, differenti significati a seconda dell'argomento di cui si parla. Il termine “energia” fu introdotto nel linguaggio scientifico nel 1807 dal fisico inglese Thomas Young, le cui più importanti ricerche riguardano la luce. In pochi decenni questo termine acquistò il significato ampio che ha tutt'ora, per definire qualsiasi cosa capace di produrre movimento, lavoro, oltre che qualcosa associata al movimento stesso. Non è un concetto semplice, intuitivo, come la velocità o la forza. L'energia è la proprietà fondamentale della materia che è presente ogni volta che una forza "entra in azione", o, come si dice in fisica, ogni volta che si compie un lavoro; ogni cosa che si trasforma contiene una forma di energia. Le persone dipendono in molti modi dall'energia. Essa fa si che le cose avvengano. L'energia si trova dappertutto intorno a noi, nei mezzi di trasporto, nell'industria, nelle case e anche nel nostro corpo. L'energia è presente in forme diverse e può essere trasformata da una forma all'altra, mantenendo costante il suo valore complessivo. Abitualmente vengono usati diversi nomi per indicare la forma in cui l'energia si presenta: energia meccanica, energia idroelettrica, energia geotermica, energia solare, energia nucleare, energia eolica; tutte meglio illustrate nel seguito. I materiali e i fenomeni da cui si ricava l'energia sono chiamati fonti energetiche; queste fonti si distinguono in fonti non rinnovabili, destinate cioè ad esaurirsi tanto più in fretta quanto maggiore sarà il loro sfruttamento nei prossimi anni (carbon fossile , petrolio , uranio e gas naturale...) e in fonti rinnovabili, cioè sempre presenti come (Sole, acqua e vento). 7 Alla scoperta dell’energia L'energia è fondamentale per lo svolgimento di qualsiasi attività: lo sviluppo e il mantenimento della vita sulla Terra dipendono dall'energia che proviene dal Sole e l'insieme di tutte le attività che gli uomini svolgono quotidianamente richiede un'enorme quantità di energia. Da quando l'uomo ha imparato a costruire macchine complesse in grado di sostituirlo in attività più faticose, il consumo di energia è aumentato vertiginosamente al punto che oggi la produzione e il consumo di energia costituiscono un problema nel rapporto con l'ambiente. Ciao, seguici, ti guideremo alla scoperta dell’energia 8 Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale Si chiama fonte primaria di energia una risorsa utilizzabile direttamente, così come si trova in natura (legna,carbone, petrolio, gas naturale). La legna da ardere è sicuramente la più antica fonte primaria sfruttata dall'uomo, a parte, naturalmente, gli alimenti che la natura offriva. Essa fu ampiamente sfruttata sia come materiale da costruzione, sia come combustibile (vedi pag. 18) durante gran parte della storia dell'umanità ed in qualsiasi parte del mondo. Come combustibile, in molti paesi, essa fu gradatamente sostituita dal carbone, che ha un maggior rendimento calorico a parità di peso. Tuttavia, la legna rappresenta ancora oggi il principale combustibile di uso domestico per circa 1/3 della popolazione mondiale in Asia, Africa, e America Latina. Lo sviluppo del genere umano è stato segnato dalla disponibilità di fonti di energia e dalla capacità di sfruttarle. Agli albori dell'umanità la sola fonte di energia, a parte la luce solare per vederci e per non morire di freddo, era quella necessaria per l'alimentazione. Questa era costituita da frutti selvatici, tuberi e radici, insetti e piccoli animali, carne di animali morti. In seguito l'uomo imparò a cacciare grossi mammiferi, e molto più tardi ad addomesticarne alcuni ed a coltivare egli stesso le piante commestibili, introducendo l'allevamento e l'agricoltura. La popolazione della terra alla fine del Paleolitico probabilmente era di qualche milione. Il fuoco e la legna da ardere Paleolitico: si dice del periodo più antico in cui l'uomo abbia lasciato delle tracce (da 2 milioni a 10000 anni fa circa), caratterizzato dall'uso di pietre scheggiate per fabbricare armi e utensili. Si divide in tre periodi: inferiore, medio e superiore, rispettivamente dal più antico al più recente. Energia meccanica: è data dalla somma dell'energia cinetica, ovvero l'energia che possiede per il fatto di essere in moto, e dell'energia potenziale, che deriva dall'azione di determinate forze interne. Energia termica: Una delle tante forme in cui si può presentare e trasformare l'energia e spesso usata come sinonimo di calore. Come energia indica la capacità di compiere lavoro, mentre l'aggettivo termico si riferisce alla sua temperatura. Un grande passo sulla via della civiltà fu la scoperta che, accanto all'energia meccanica, esiste un'altra forma di energia, e cioè l'energia termica: mezzo milione di anni fa, o forse anche prima, probabilmente per caso, l'uomo osservò che lo sfregamento di due corpi (ad esempio due pietre), produceva l'accensione del fuoco. Similmente, osservò che la scarica di un fulmine su legno o su altri materiali infiammabili accendeva in maniera naturale il fuoco. Comprese, quindi, i rapporti che intercorrono 9 Alla scoperta dell’energia Il processo definito “rivoluzione neolitica” è stato un lento passaggio da un modello di vita ad un altro, sicuramente più efficiente: per questo motivo è stato intrapreso dalla stragrande maggioranza delle popolazioni umane distribuite nelle diverse zone della Terra; spesso, però, con modalità e tempi diversi. Ad esempio, nel Medio Oriente ebbe inizio circa 10.500 anni fa, in Cina nel millennio successivo e negli altri continenti molto più tardi. Alcuni, infine, come gli aborigeni australiani o gli Inuit dell'Alaska, non lo fecero mai. tra il calore e l'energia meccanica. Questo fu il primo passo sulla strada dello sfruttamento controllato di una fonte di energia. Il controllo del fuoco aprì la strada a nuove straordinarie scoperte e contribuì a migliorare le condizioni di vita: da quel momento, ci si servì del fuoco non solo per scaldare le caverne o le capanne ed allontanare gli animali pericolosi, ma anche per cuocere i cibi rendendoli più commestibili e conservabili. La legna da ardere divenne, quindi, un elemento indispensabile per i popoli primitivi. Gli effetti di questi miglioramenti non tardarono a manifestarsi e nel tardo Paleolitico, a causa dell'aumento della popolazione, si ebbe anche la prima “crisi energetica”: la selvaggina cominciò a scarseggiare e le risorse non si rinnovavano. Si cercò, quindi, di trovare nuove soluzioni ed è probabilmente questo l'inizio del passaggio dall'economia di caccia-raccolta a quella dell'agricoltura e allevamento. La rivoluzione neolitica Circa 10.000 anni fa, in alcune zone del Medio Oriente, l'uomo imparò a coltivare alcuni cereali e ad addomesticare alcune famiglie di animali selvatici. Fu così accresciuta e resa più sicura la disponibilità di alimenti. Le piccole comunità di cacciatori-raccoglitori del Paleolitico si trasformarono gradualmente in contadini e allevatori: furono così costruiti i primi villaggi. Queste innovazioni, alla base di quella che oggi chiamiamo rivoluzione neolitica, provocarono profondi cambiamenti. In realtà, ci vollero migliaia di anni per abbandonare quasi totalmente la dipendenza dalla caccia e dalla raccolta di cibo in favore dell'allevamento e dell'agricoltura. Le prime specie coltivate furono grano, orzo, riso, miglio, piselli, ceci. olivo, fichi, uva, datteri, mele, pere, prugne ecc. La coltivazione di piante e l'allevamento di animali portò ad una maggiore concentrazione di popolazione, all'accumulo di “prodotti” alimentari e quindi alla nascita di una società strutturata in cui emersero diverse figure sociali e diversi mestieri.Bisogna precisare che i vari popoli abbracciarono l'agricoltura e l'allevamento in tempi diversi. 10 Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale Energia animale L'allevamento degli animali, inizialmente sfruttato per disporre di una sicura fonte alimentare (pecore, capre, maiali, bovini), divenne in seguito una fonte di energia per la trazione e il trasporto. Aratri primitivi, che potevano solo incidere il terreno, esistevano in Mesopotamia nel 4.000 a.C., mentre l'aratro in grado di rivoltare le zolle fu inventato in Cina molto dopo, intorno al 100 a.C. L'impiego del bue e dell'asino in agricoltura risale a circa il 4.000 a.C., quello del cavallo è successivo. La potenza utilizzabile che si ottiene dal lavoro del cavallo può essere doppia di quella che si ottiene dal bue, purché il giogo sia appropriato, cioè prema sul petto e non sul collo dell'animale. A partire dal settimo secolo d.C. divenne comune in Europa lo sfruttamento dell'energia animale per il lavoro nei campi, per la rotazione delle macine dei mulini e dei frantoi e, molto più avanti, per lo scolo dell'acqua nelle miniere ed il traino delle imbarcazioni per risalire i corsi d'acqua. Anche lo sviluppo del commercio via terra fu favorito dall'impiego del cavallo. Per superare il limite costituito dalla fragilità degli zoccoli del cavallo fu inventata la ferratura, già nota ai cavalieri dell'Asia prima dell'anno Mille. Nel Settecento in Europa c'era circa un animale da lavoro ogni quattro persone. Nel nostro mondo tecnologicamente sviluppato quei tempi sembrano lontanissimi, ma non dimentichiamo che ancor oggi in molte zone rurali dell'Africa, dell'Asia e dell'America Latina il lavoro umano e animale è un'importante fonte di energia. Potenza: lavoro, o energia, compiuto nell'unità di tempo. Si misura in watt (W). Giogo: arnese di legno che si applica sul collo di animali da lavoro (solitamente una coppia); presenta un grosso anello centrale (di solito rinforzato in acciaio) a cui si attacca la stanga del traino. Le conseguenze della rivoluzione neolitica Con la nascita dell'agricoltura e l'allevamento del bestiame, ovvero due modi ingegnosi per sfruttare l'energia, l'uomo vince la sfida della sopravvivenza e conquista le prime libertà. Tali nuove conquiste portarono ad un accumulo di risorse e posero, quindi, nuovi problemi: coltivazione e irrigazione dei campi, raccolta e trattamento dei prodotti (battitura dei cereali, macinazione, spremitura delle olive, con11 Alla scoperta dell’energia Peste: non è una malattia umana, bensì dei roditori che occasionalmente colpisce l'uomo. Come ha potuto, quindi, la peste portare alla morte decine di milioni di persone? Di certo il comportamento umano ha favorito la sua diffusione, fino al momento in cui a partire dalla metà del XVII secolo non si divulgò l'uso di migliori condizioni igieniche (introduzione del sapone e usanza dell'abito da notte). Cortéz, Hernán: conquistatore spagnolo (14851547). Con un modesto esercito conquistò, in due successive spedizioni, il Messico (1519-1521), catturando l'imperatore azteco Montezuma e spingendosi verso lo Yucatán, l'Honduras, il Guatemala (1522-1525); esplorò la California (1535). Tornato in patria, morì in povertà. 12 servazione degli alimenti). Inevitabilmente sorse la necessità, anche per quelle popolazioni che non avevano ancora abbandonato del tutto il nomadismo, di divenire stanziali. In ogni caso, lo stile di vita stanziale fu essenziale allo sviluppo di varie tecniche: gli uomini ebbero la necessità di ideare e costruire nuovi strumenti di lavoro, utilizzando materiali diversi, come legno, metallo ecc. Ad esempio, la metallurgia, cioè lo studio dei metalli, alcuni millenni più tardi, ebbe un impulso anche per la necessità di costruire attrezzi come i vomeri per gli aratri e le falci per la raccolta del grano. Grazie alla produzione di un soprappiù alimentare, si poterono formare gruppi di specialisti (sacerdoti, autorità politiche, artigiani, soldati) non dediti alla produzione del cibo ma all'organizzazione, al miglioramento e allo sviluppo della società anche dal punto di vista culturale, figure che una popolazione nomade non poteva permettersi. Le società agricole di medie dimensioni si organizzarono in signorie, e quelle più grandi diventarono veri e propri stati con complesse organizzazioni sociali. La crescita della popolazione Lo sviluppo della popolazione mondiale ha avuto due periodi di discontinuità, associati o causati da due rivoluzioni tecnologiche. Il primo è quello della Rivoluzione Neolitica, il secondo quello della Rivoluzione Industriale, a partire dal 1700 d.C. Negli ultimi due secoli la crescita è stata favorita anche dalle migliorate condizioni igieniche, dall'invenzione delle vaccinazioni e dall'uso di farmaci efficaci. Al contrario, temporanee ma drammatiche diminuzioni della popolazione sono state causate da carestie, dalla peste e dalle guerre. Notizie di grandi carestie e pestilenze nell'antichità si hanno sin dai primi documenti storici, ad esempio nella Bibbia (l'arca di Noè), così come pure nei più antichi testi cinesi o indiani. Guerre, siccità e inondazioni per molti secoli hanno portato al loro seguito carestie tremende. La grande pestilenza del 1348 in pochi anni provocò la morte di un terzo della popolazione europea. In seguito alla diffusione del vaiolo nel Messico, dopo lo sbarco di Cortéz, (1520), in meno di un secolo la popolazione diminuì da 20 milioni a meno di due milioni. Complessivamente le malattie portate in America dagli europei sterminarono oltre il 90% della popolazione indigena preco- Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale lombiana. Durante la Guerra dei Trent'anni (prima metà del Seicento), nell'Europa centrale, la popolazione diminuì tantissimo. Ricordiamo che ancora nel XVII secolo in Europa la vita media dei contadini, malnutriti, era solo 25-30 anni, anche a causa dell'alta mortalità infantile. Anche i ricchi raramente superavano i 50 anni di età. Purtroppo ancor oggi le carestie (per non parlare delle guerre) affliggono molte popolazioni nei paesi poveri, quelli che vengono definiti “in via di sviluppo”; questo accade nonostante nei paesi ricchi vi sia sovrapproduzione di derrate alimentari. Consumo e trasferimento di energia Cosa significa consumare energia? In realtà significa solo che trasformiamo una fonte di energia primaria in altra energia, e alla fine solitamente la maggior parte dell'energia finale va “dispersa” in calore, una forma di energia poco utilizzabile e in gran parte non recuperabile. Anche disponendo di una quantità sufficiente di energia non è detto che la si possa sfruttare opportunamente. Ad esempio, è spesso necessario trasferirla dalla sorgente al luogo d'impiego, trasformarla nella forma opportuna per essere utilizzata, oppure concentrarla nel tempo (potenza). Spesso sono necessari meccanismi più o meno semplici per riuscire a realizzare una situazione positiva, relativamente alle forze in gioco, per permetterci di trasformare l'energia a disposizione in lavoro utile. Una delle più grandi invenzioni tecniche dell'antichità è la ruota: lampante è la sua connessione con il concetto di trasferimento dell'energia. L'idea probabilmente ebbe origine dall'osservazione che un carico pesante può essere spostato appoggiandolo su un tronco d'albero che rotola sul terreno. Le prime ruote, di legno pieno, risalgono al IV o al III Millennio a.C., all'epoca dei Sumeri, una delle più antiche civiltà del passato. Il trasporto su ruote gradualmente sostituì quello su slitte, consentendo un notevole risparmio di energia nel trascinamento. Ma la ruota ebbe molti altri impieghi: carrucole, tornio del vasaio per lavorare l'argilla, ruota idraulica nei mulini, ingranaggi a ruota per trasferire l'energia dalla fonte all'uso. Sumeri: una delle più antiche civiltà (4500-4000 a.C.) localizzata nella parte più meridionale della Mesopotamia, tra i fiumi Tigri ed Eufrate nella zona che attualmente è il sud dell'Iraq, tra Baghdad ed il Golfo Persico. La loro origine è incerta, ma il loro stanziamento in Mesopotamia è antecedente a quello delle popolazioni semitiche. Prima della loro annessione all'impero Semita, il comando era nelle mani dei sacerdoti, considerati gli emissari di Dio sulla Terra. A loro si deve l'invenzione della scrittura cuneiforme, la formulazione dei principi base legislativi di pubblico e privato, e le prime nozioni di astronomia. Ai Sumeri si deve probabilmente l'invenzione della ruota e la progettazione di dighe e canali per il controllo e lo sfruttamento delle acque. 13 Alla scoperta dell’energia Partenone: il tempio principale dedicato alla dea Atena costruito intorno alla metà del V secolo a.C. sulla collina dell'Acropoli di Atene. E' considerato il culmine dell'arte della classicità greca. Costruito dall'architetto Ictino sotto il governo di Pericle e sotto la direzione artistica dello scultore Fidia. Karnak: detto anche Al-Karnak. Tempio egizio risalente al 3400 - 3100 a.C. circa. Sorge nei pressi dell'altro famoso tempio di Luxor. Al suo interno hanno girato alcune scene del film “Assassinio sul Nilo” tratto dall'omonimo romanzo di Agatha Christie. Macchine meccaniche più o meno semplici L'uomo è stato capace di inventare macchine meccaniche che lo aiutassero nei lavori più pesanti, sfruttando semplici principi fisici, quali il piano inclinato, le leve ecc. Già i Greci erano capaci di sollevare enormi pietre (quali quelle per costruire il Partenone) con dei sistemi di carrucole, mentre, prima di loro, gli Egiziani riuscirono ad innalzare obelischi lunghissimi (come quello di Karnak) ricavati da un unico pezzo di roccia di granito rosa, grazie ad una ingegnosa applicazione del piano inclinato. Ma i veri ingegneri dell'antichità furono i romani, che per costruire i loro impressionanti monumenti civili e militari (acquedotti, ponti, strade, palazzi e terme) dovettero spesso ricorrere a sofisticate macchine meccaniche. Macchine meccaniche e sfruttamento del legname Si narra che Giulio Cesare, durante la sua campagna di conquista nelle regioni dell'Europa del Nord, riuscì a far costruire, ai suoi legionari, un ponte di legno capace di attraversare un fiume (la Mosella, nella attuale Germania) largo 25 metri e profondo 8 metri, probabilmente ricorrendo ad un ingegnoso 14 Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale sistema di carrucole e piattaforme galleggianti capaci di conficcare pali di più di 8 metri nel letto del fiume. Naturalmente, la materia prima per tutte queste costruzioni e macchinari era il legno. Anche lo spostamento di grossi e pesantissimi tronchi o pietre veniva risolto facendoli rotolare sopra grossi tronchi di legno disposti regolarmente uno dopo l'altro. Anche se non fu la causa principale del forte disboscamento che avvenne in epoca romana, in alcune zone come il Lazio e la bassa Toscana (tra le altre cause la costruzione di navi ed il riscaldamento), contribuì notevolmente alla riduzione del manto forestale allora ancora esistente in Italia. E' curioso pensare che anche il disboscamento di gran parte dell'Isola di Pasqua, un tempo rivestita da grandi boschi di palme, sia dovuto, secondo alcuni archeologi, all'impiego di tronchi di legno utilizzati per trasportare ed innalzare le enormi statue di pietra dalla zona delle cave, dove venivano scolpite, alle spiagge, dov'erano collocate e dove sono visibili ancora oggi. Sfruttamento dell'energia naturale L'energia del vento e dei corsi d'acqua è stata sfruttata fin dall'antichità, ma in misura non significativa: la prima nella navigazione a vela, probabilmente già 3.000 anni a.c., e, molto più tardi, nei mulini a vento; la seconda nei mulini ad acqua, almeno dal primo secolo a.C. Il perfezionamento e la diffusione dei mulini ad acqua riprese nel Medioevo. In Europa, nel Trecento, se ne contavano qualche centinaio di migliaia e circa 700.000 all'inizio dell'Ottocento. Il costo di un mulino nel XII secolo equivaleva a circa 40 volte il costo di uno schiavo. In Europa alla fine dell'Ottocento c'erano quasi 100 000 mulini a vento, prevalentemente nelle regioni del nord. 15 Alla scoperta dell’energia Sfruttamento del vento nella navigazione Importantissimo, nella storia dell'uomo, è stato lo sfruttamento dell'energia del vento per la navigazione. Questo permise ai molti popoli di avere contatti commerciali ed anche di colonizzare nuove terre. Nelle regioni europee meridionali ed in quelle dell'estremo nord, tra le popolazioni dell'Oceano Pacifico e quelle dell'Oceano Indiano, l'idea della vela come mezzo per trasformare l'energia del vento in energia di movimento delle barche sorse autonomamente; si svilupparono, così, diversi tipi di attrezzatura velica, più o meno adatti alle diverse condizioni climatiche e meteorologiche dei diversi paesi. Attraverso i contatti tra popoli diversi le differenti tecniche ed innovazioni si diffusero, apportando nel corso dei secoli notevoli miglioramenti e consentendo di raggiungere livelli di efficienza e di sicurezza tali da permettere le scoperte geografiche e le traversate oceaniche. Macchine meccaniche complesse - Sviluppi medioevali Il lavoro degli uomini e degli animali è stato per molti secoli la principale fonte energetica. Per trasferire l'energia dalla fonte (energia muscolare, corsi d'acqua, vento) e renderla utilizzabile sono stati inventati appositi congegni. Nella lunga epoca dello schiavismo, si riuscirono a realizzare vere e proprie "mega-macchine", sfruttando, fino allo stremo, la forza muscolare di uomini tenuti in schiavitù. Si costruirono così edifici monumentali, si mossero le macine dei mulini, le navi a remi solcarono i mari. Nel Medioevo il grande sistema energetico “muscolare” andò in crisi: il prezzo degli schiavi salì alle stelle e una forte diminuzione della popolazione provocò una carenza di manodopera. Grazie al potere e alle ricchezze della Chiesa, i monasteri diventarono i centri all'avanguardia nella cultura e nelle attività agricole e artigianali: qui venivano realiz16 Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale zate macchine per utilizzare l'energia a partire dalle tre fonti di energia disponibili: acqua (mulini, argani), vento (mulini, velieri), trazione animale. Nei trasporti terrestri i carri non furono impiegati diffusamente per la scarsità di strade e di ponti. Complessivamente, si deve riconoscere che nel Medioevo quasi tutte le innovazioni vennero dall'Oriente ed in particolar modo dalla Cina, paese a quell'epoca notevolmente avanzato dal punto di vista culturale e tecnologico. Anatema: nel linguaggio ecclesiastico, scomunica solenne. La balestra La balestra era nota in Cina intorno al IV secolo e giunse in Europa nell'XI. Consiste in un arco corto, molto robusto, montato a croce su un fusto. L'arco si faceva in osso di balena, corno e legno, e la corda in nerbo di bue. Era così rigida che non poteva esser piegata con la forza del braccio, ma serviva l'impiego di un congegno meccanico. L'energia elastica accumulata durante il lento processo di carica, e rilasciata rapidamente, imprimeva una grande velocità ad una corta freccia di ferro. Questa era così in grado di perforare l'armatura più robusta. Era tanto efficace che nel secondo Concilio Lateranense (1139) la Chiesa ne proibì l'impiego (salvo contro gli infedeli) sotto pena di anatema, definendola “arma sgradita a Dio, vietata ai cristiani”. Ma l'anatema non ne arrestò il successo. Forni, ceramica, metallurgia I forni ebbero una grande importanza nello sviluppo di nuovi materiali già nella Preistoria, prima per cuocere la ceramica, in seguito per ottenere i metalli dai minerali e per fonderli. Le prime ceramiche comparvero in Giappone già nella preistoria e, in seguito, nel Medio Oriente e in Cina. La necessità di raggiungere alte temperature per ottenere la fusione della ghisa, nel medioevo, portò all'impiego di mantici sempre più potenti per alimentare la combustione. Questi a loro volta richiesero l'impiego dell'energia idraulica. Già nel Duecento 17 Alla scoperta dell’energia Ghisa: lega di ferro e carbonio utilizzata in genere per fare utensili; fonde ad una temperatura inferiore (1150°C) rispetto a quella del Ferro puro (1534°C). Contiene anche piccole quantità di fosforo, magnesio, alluminio. La ghisa preparata nell'altoforno ancora allo stato liquido, viene inviata in appositi stampi dove solidifica. Le proprietà della ghisa sono apprezzabili: costa relativamente poco, ha una buona resistenza all'usura e alla corrosione, buona conducibilità termica e anche possibilità di lavorazione con opportune macchine utensili. Mantice: apparecchio atto a produrre un soffio d'aria, usato per attivare la combustione nella fonderia o anche per far funzionare strumenti musicali come l'organo e la fisarmonica. Materiali refrattari: si dice di materiali che resistono a temperature elevate senza alterarsi, usati per realizzare inceneritori, fornaci, camere di combustione dei reattori, specie nell'industria del metallo e del vetro. Tiraggio: I fumi della combustione, essendo più caldi dell'aria circostante, creano una differenza di pressione che tende a farli salire verso l'alto; salendo si raffreddano cedendo calore, e rallentando la velocità di risalita fino a raggiungere una situazione di equilibrio con la temperatura dell'aria circostante. 18 in Europa si raggiungevano temperature di 1250 °C (ma in Cina si era ottenuta la fusione completa del ferro nel IV secolo a.C.). I forni per cuocere i cibi, per la ceramica, per fondere i metalli e per fabbricare oggetti di vetro hanno caratteristiche diverse fra loro, dovute al loro diverso impiego. Già nel Neolitico i primi forni venivano impiegati per cuocere l'argilla. Per questo era necessario raggiungere temperature di 900 gradi centigradi, ben oltre i 300 gradi centigradi circa che servono per cuocere, ad esempio, il pane. Furono necessari, quindi, accorgimenti sulla forma e sui materiali refrattari utilizzati. I primi forni avevano dei buchi sulla copertura di materiale isolante, necessari per far uscire i fumi e per garantire un apporto di aria nuova e quindi di ossigeno, indispensabile per la combustione. Gli attuali forni, così come le stufe ed i camini, posseggono la canna fumaria, progettata per essere termicamente isolata e garantire un buon tiraggio. Ritrovamenti archeologici dimostrano che già gli Egiziani utilizzavano forni forniti di canna fumaria per cuocere i cibi ed a Pompei sono stati ritrovati simili forni ed anche stufe per riscaldamento poco diverse da quelle attuali. Oggi forni, stufe e caminetti sono progettati con accorgimenti tecnici che ne garantiscono una alta efficienza che limita, fra l'altro, le emissioni inquinanti. Combustibili ed esplosivi Combustibile è quella sostanza che, reagendo chimicamente, in genere con l'ossigeno dell'aria, rilascia energia; la reazione è detta di ossido-riduzione. Sono combustibili, ad esempio, la legna, il petrolio, il gas, il carbone, ecc. Nella reazione di ossido-riduzione, chiamata più semplicemente combustione, il combustibile reagisce chimicamente con l'ossigeno (l'elemento “ossidante”), sviluppando principalmente calore e luce. Nella combustione la reazione si propaga lentamente. Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale L'esplosivo, invece, è una sostanza, come la polvere da sparo, che può subire una trasformazione chimica velocissima in seguito a percussione o ad accensione, in assenza di una sorgente esterna di ossigeno. La reazione si propaga con velocità da 300 a 8000 metri al secondo. Nell'esplosione si ha una rapida emissione di energia (prevalentemente meccanica) generalmente dovuta alla forte pressione sviluppata dai gas molto caldi prodotti dalla reazione. Esplosivi Gli esplosivi, come i combustibili, convertono l'energia chimica dei propri componenti in calore. A differenza dei combustibili, la reazione avviene fra i componenti dell'esplosivo stesso senza richiedere l'alimentazione dell'ossigeno dell'aria (auto-ossidazione); di conseguenza l'energia viene liberata in un tempo breve, così che si ottiene una potenza elevata, sfruttata per ottenere l'energia cinetica del proiettile o per frammentare la roccia in una miniera. La polvere da sparo, inventata ed adoperata nel IX secolo dai cinesi per produrre fuochi artificiali pirotecnici, dopo il Medioevo divenne uno strumento della supremazia militare dell'Occidente, che ne scoprì l'utilizzo in guerra. Ossidazione-riduzione: reazione chimica (detta anche redox) in cui si ha un trasferimento di elettroni più o meno evidente da una specie chimica ad un'altra. La specie chimica che cede elettroni si dice che è ossidata, mentre quella che acquista gli elettroni che è ridotta. Energia chimica: l'energia chimica è quella racchiusa in un composto chimico e che può essere liberata in una reazione chimica, ad esempio nell'ossidazione del carbone. Potenza: lavoro compiuto nell'unità di tempo o energia erogata nell'unità di tempo. Si misura in watt (W). Energia cinetica: è l'energia che possiede un corpo in movimento. Cannoni e artiglieri I primi cannoni comparvero in Cina nel Tredicesimo secolo e giunsero in Europa nel Quattordicesimo. Inizialmente i proiettili erano di roccia, come si vede ancora nelle antiche fortificazioni; a partire dal Quindicesimo secolo furono anche di ferro. Data la difficoltà di forgiare un unico pezzo di ferro della forma di un cannone, fino al 1700 circa i cannoni furono di bronzo, oppure di ferro ma formati da diverse parti assemblate e quindi molto poco resi19 Alla scoperta dell’energia Calibro: diametro interno della canna di un'arma da fuoco, espresso generalmente in millimetri o in centesimi di pollice (1 pollice = 2,54 cm), a cui si fa riferimento per classificare le armi stesse e i proiettili che utilizzano. Rinculo: arretramento brusco di un'arma da fuoco al momento dello sparo, come reazione alla fuoruscita del proiettile e dei gas. stenti. Solo dopo il XVIII secolo, in Inghilterra, si iniziarono a fabbricare i primi cannoni interamente forgiati di ferro, e questo diede un enorme vantaggio bellico all'Inghilterra. La professione di artigliere, il soldato addetto all'utilizzo dei cannoni, per lungo tempo fu rischiosa. Il cannone era costruito in modo imperfetto e spesso esplodeva. Giacomo II di Scozia nel 1460, durante un assedio, rimase ucciso dallo scoppio di un cannone. Uno dei più famosi grandi cannoni è il Mons Meg, lungo quattro metri e con un calibro di mezzo metro. Dopo la fine del servizio attivo venne usato per sparare a salve. Ancora alla metà dell'Ottocento la traiettoria dei cannoni non superava i due chilometri; grazie ai nuovi esplosivi, mezzo secolo dopo, superava i 30 chilometri. Le prime armi da fuoco individuali (pistole, fucili, ecc.) furono fabbricate verso la metà del 1300. Naturalmente erano lente da caricare, molto imprecise anche per la violenza del rinculo. Alfred Nobel Nitroglicerina: è un liquido trasparente, leggermente giallognolo, molto instabile ed esplosivo. E' usata come esplosivo ma anche in medicina come miorilassante e nella cura dell'angina pectoris. 20 Alla metà dell'Ottocento l'italiano Ascanio Sobrero inventò un esplosivo molto più potente della polvere nera usata nell'artiglieria, la nitroglicerina. Questa aveva però lo svantaggio di essere molto pericolosa perché assai instabile. La nitroglicerina fu largamente impiegata, per esempio per costruire il Canale di Suez e le ferrovie negli Stati Uniti. Ma gli incidenti provocati dall'esplosione accidentale della nitroglicerina furono molto frequenti. Nel 1867 l'industriale svedese Alfred Nobel (1833-1894), al quale uno dei fratelli era morto in uno di questi incidenti, inventò la dinamite, un esplosivo più efficiente e stabile. Nobel, divenuto uno degli uomini più ricchi del mondo, istituì i premi per le scoperte scientifiche per la promozione del bene dell'umanità e il premio per la pace. Purtroppo, però, proprio la dinamite è stata spesso adoperata per scopi tutt'altro che pacifici. Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale Il carbone di legna E' un materiale solido, di colore grigio-nerastro e lucentezza metallica, è composto per il 92% circa da carbonio e per il resto essenzialmente da cenere. E' il risultato di un lento processo di trasformazione di resti organici, perlopiù di origine vegetale. Tale processo consiste in una perdita progressiva di idrogeno e ossigeno all'interno del materiale originario, e di un conseguente aumento della percentuale di carbonio, che aumenta sensibilmente il potere calorifico della sostanza, intesa come combustibile. Fra i carboni naturali abbiamo il carbone vegetale che può essere il residuo solido della combustione della legna, avvenuta in atmosfera povera di ossigeno, oppure il carbon fossile, nel caso in cui il processo si protragga per intere ere geologiche (millenni). Oltre ai carboni naturali esistono carboni artificiali, prodotti da sostanze ricche di carbonio quali legna, lignite, resti animali (ossa o sangue) o carbon fossile da cui si ricava il Coke. I problemi legati alla purezza ed all'inquinamento del carbone vennero parzialmente risolti nel 1603 proprio con l'invenzione del "coke”, che è quasi privo di impurezze, soprattutto di zolfo. Coke: un residuo duro, poroso, privo di impurità e con un ottimo potere calorifico; tali proprietà lo rendono un buon combustibile, largamente impiegato nell'industria: è usato per la fusione della ghisa d'altoforno Carbone fossile Il carbon fossile è una roccia sedimentaria costituita prevalentemente da carbonio, con piccole quantità di idrogeno, ossigeno, azoto, zolfo e materiale inorganico. L'antracite è il tipo di carbone fossile naturale più antico e più ricco in carbonio; segue la litantrace, quindi la lignite e la torba. Il carbone fossile che si estrae oggi si è formato in tempi remoti. Proviene per la maggior parte da antichissime piante acquatiche che, una volta esaurito il loro ciclo vitale, si sono depositate sul fondo di paludi e acquitrini. In un primo momento esse hanno formato uno strato di materiale organico compatto detto torba, sulla quale sono andati accumulandosi numerosi strati di materiale sedimentario. Il processo che porta dalla Torba: La torba è un tipo di carbone fossile formatosi in età più recente, in genere grazie alla decomposizione di piante erbacee che crescevano nelle antiche paludi. Il suo potere calorifico è circa la metà di quello dell'antracite; le torbe sono quindi scadenti come combustibili, inoltre, emettono molto fumo e producono molti residui. Sono spesso utilizzate come fertilizzanti. 21 Alla scoperta dell’energia Siderurgia Settore della metallurgia che riguarda i processi di produzione del ferro, delle leghe ferro-carbonio (acciaio e ghisa) e delle ferroleghe pianta vegetale alla formazione di antracite naturalmente è lunghissimo e può richiedere diversi milioni di anni, se non centinaia di milioni per la sua attuazione. Per estrarre il carbone da giacimenti che si trovano a una profondità superiore ai 30 metri si possono realizzare tre tipi di miniere: 1) pozzi, costituiti da una coppia di condotti verticali che raggiungono i giacimenti più profondi; 2) a rampa, gallerie inclinate che conducono a depositi di carbone disposti di traverso; 3) a mezza costa, che raggiungono vene di carbone situate nel fianco di una montagna attraverso un unico tunnel. Le miniere a cielo aperto o cave si realizzano quando la vena del carbone si porta alla luce asportando gli strati superficiali di roccia mediante escavatori La scoperta del carbone fossile Nel 1275 Marco Polo vide usare in Cina il carbon fossile come combustibile nella siderurgia, ma già da qualche tempo era impiegato in Inghilterra per il riscaldamento. Poco più tardi si cominciò ad usarlo anche in altre regioni dell'Europa, ma solo in piccole quantità. Un impiego un po' più ampio iniziò dopo il 1400, nelle fabbriche di armi del Belgio. Il carbone era adatto per raggiungere temperature elevate nelle officine, ma inadatto nella siderurgia, per trattare i minerali ferrosi: il ferro che si otteneva era di bassa qualità, a causa delle impurezze di zolfo. Nel 1603 l'invenzione del "coke" risolse i problemi delle proprietà inquinanti del carbone; scaldando il carbon fossile in assenza di aria, si ottenne un carbone poroso, leggero, relativamente più "pulito" e senza odore. Lo sfruttamento del carbon fossile Lo sfruttamento più esteso dei combustibili fossili iniziò intorno 22 Dal Paleolitico alla moderna Rivoluzione industriale al Seicento: torba da strati superficiali, soprattutto nei Paesi Bassi e carbone, soprattutto in Inghilterra, estratto da miniere via via più profonde.L'impiego del carbone subì un'impennata nell'Ottocento, con la diffusione della macchina a vapore. Iniziò così lo sfruttamento di quelle quote di energia solare accumulate nelle viscere della Terra in epoche geologiche lontane, per effetto della trasformazione chimica della vegetazione. Ma questa volta si tratta di una fonte primaria non rinnovabile. Grazie all'uso del coke ed alla possibilità di produrre, negli altiforni, ferro a basso costo e di migliorarne la qualità, si diffuse la produzione di oggetti in ferro, che precedentemente venivano costruiti in legno; inoltre, si poterono realizzare prodotti molto resistenti, altrimenti impensabili: aratri, telai meccanici, macchine di vario genere, scafi di navi, fino ad arrivare alle strade ferrate e alle locomotive. Queste ultime, come la nave a vapore, non furono altro che ulteriori applicazioni della macchina di Watt e nello stesso tempo costituirono la struttura portante dell'espansione dei trasporti che contraddistinse tutto l'800. Altiforni: forno a tino usato per ricavare la ghisa dei minerali di ferro. E' alimentato in continuo con strati alterni di carbone coke e di minerale di ferro, immettendo aria preriscaldata; il carbone bruciando riduce i minerali e lascia il ferro con impurezze di carbone (ghisa), che si raccoglie sul fondo. macchina di Watt: La prima macchina costruita da Watt fu una pompa per estrarre l'acqua dalle miniere. Con questa macchina si realizzarono discreti risparmi di carbone rispetto alle precedenti. I Carbonai Subito dopo la Seconda guerra mondiale in molte piccole località montane italiane si producevano dai 6.000 ai 7.000 quintali di carbone all'anno. La maggior parte veniva adoperato in cucina, ma anche venduto a fabbriche ed acciaierie. Il carbone generico poteva essere fatto con qualsiasi tipo di legna, mentre per le acciaierie era richiesto un carbone di castagno molto puro. Era molto richiesto anche il carbone di nocciolo puro o di legni leggeri come tiglio, betulla e ontano. Il mestiere di carbonaio, molto faticoso e poco pagato, durava dalla primavera avanzata fino alla fine di settembre. La fine del carbone di legna è stata causata dall'arrivo delle bombole del gas all'inizio degli anni '60. Il consumo è crollato di colpo ed è finita l'epoca dei carbonai. Pompe, macchine a vapore La necessità di estrarre il carbone dalle miniere portò, alla fine del Seicento, alle prime rudimentali macchine industriali che sfruttavano la pressione del vapore, chiamate, allora, 23 Alla scoperta dell’energia Watt, James (1736 - 1819). Ingegnere ed inventore scozzese. Perfezionò la macchina a vapore di T.Newcomen, usata fino a quel momento, brevettando il condensatore separato, aumentando così il suo rendimento e diminuendo il consumo di combustibile. La macchina a vapore di Watt sfrutta la pressione del vapore dell'acqua riscaldata per generare il movimento di un pistone, generando quindi energia meccanica. In suo onore, l'unità di misura della potenza porta ancora oggi il suo nome (watt). Schema della macchina di Watt. In essa, il vapore bollente prodotto dalla calda viene immesso nel cilindro con la valvola A aperta e la B chiusa. Chiudendo anche la valvola A il vapore, espandendosi, fa sollevare il pistone, facendo lavoro; quando il pistone raggiunge la massima corsa, viene aperta la valvola B e il vapore fuoriesce dal cilindro ed entra nel condensatore dove viene raffreddato da un getto d’acqua. Il vapore si condensa e la depressione fa abbassare il pistone. Ora si chiude la valvola B e si apre la C e il vapore condensato esce dalla macchina. Chiudendo la valvola C e aprendo la A un nuovo getto di vapore dalla caldaia fa ricominciare il ciclo. 24 “pompe a fuoco”. Una macchina a vapore efficiente fu costruita quasi un secolo dopo da James Watt. Inizialmente impiegata per azionare le pompe delle miniere, fu la progenitrice delle macchine della Rivoluzione industriale dell'Ottocento. Oggi la macchina a vapore è ampiamente sostituita dai motori elettrici, dalle turbine o dai motori a combustione interna. Funzionamento della macchina a vapore La macchina a vapore, usata prima dell'avvento della turbina, era una macchina a stantuffo. Il primo problema che si pose, per trasformare in modo opportuno l'energia termica in energia meccanica, fu quello di trasformare il moto alternativo dello stantuffo in moto circolare e questo fu ottenuto con appositi congegni, come si può vedere nelle vecchie locomotive.