Arciconfraternita “Maria SS. del Rosario” Biancavilla Con il Patrocinio del Comune di Biancavilla Assessorato alla Cultura Confraternita “Maria SS. della Mercede” Biancavilla PRESENTAZIONE I MISTERI A BIANCAVILLA T re secoli di storia e pietà popolare, di arte e devozione. La Processione dei Misteri della notte del Venerdì Santo biancavillese evoca intense suggestioni, che emergono dalle profondità dell’anima siciliana al cospetto del mistero pasquale. “A sira de’ Tri Misteri”, così viene chiamata ancora oggi dai biancavillesi, perché un tempo furono tre i gruppi statuari, l’Ecce Homo, il Cristo alla colonna, il Cristo morto. Nei secoli successivi si aggiunsero altre quattro statue: l’Addolorata, il Cristo che porta la croce, Gesù all’orto, la Pietà e la Torcia. I sette artistici simulacri, ultimamente riportati a spalla da nuovi giovani confrati. I colori delle sette confraternite cittadine. Le note funebri del corpo bandistico. La commozione della gente in silenziosa devozione lungo il basolato lavico del centro storico. Queste componenti in straordinaria simbiosi fanno della processione dei Misteri a Biancavilla il più solenne e imponente corteo della provincia di Catania e una delle drammatizzazioni rituali più importanti e suggestive della Settimana Santa siciliana. LE CONFRATERNITE S ono sette le confraternite biancavillesi. Alcune hanno già qualche secolo di storia, altre, le più recenti, meno di cento anni. Associazioni pubbliche di fedeli con scopi di culto ma anche di opere di carità. Hanno da sempre interpretato un ruolo fondamentale nella processione dei Misteri. Essenziale la loro presenza per il movimento dei pesanti fercoli oramai affidati alle spalle dei più giovani. In modo particolare è il loro abito tradizionale che colpisce la vista dei fedeli: il sacco, la mozzetta, il berretto, il cingolo e l’abitino. Parte di questi elementi sono comuni, altri caratterizzano la confraternita. Il sacco è sempre bianco e ricorda la veste del Battesimo ma anche il camice che venne indossato da Cristo durante la sua passione. Il berretto (nero) rappresenta la penitenza, un richiamo al capo cosparso dalle ceneri. Sacco e berretto sono uguali in tutte le confraternite, la mozzetta, il cingolo e l’abitino (stemma) sono sempre diversi. I primi due elementi spiegano l’origine della confraternita e hanno lo stesso colore. L’abitino è invece, un medaglione che indossa ogni confrate e su cui si trova l’effigie del santo titolare della confraternita. GESÙ NEL GETSÈMANI G esù nell’orto degli ulivi (u Signuri all’ortu) fa iniziare la processione all’imbrunire del Venerdì Santo. Il gruppo statuario è custodito nella chiesa di S. Antonio. Risalente ai primissimi anni del ‘900 il Mistero si compone di due figure: il Cristo raffigurato nell’atto di pregare ed un angelo che regge un calice. L’opera è in “carton-romano” ed è portata su un fercolo ligneo della stessa epoca. È il quinto Mistero che è stato introdotto nella processione contestualmente alla fondazione della confraternita. “Gesù all’orto” si posiziona davanti a tutti gli altri Misteri, secondo un ordine cronologico che è visibile nella sua interezza solo a piazza Roma. Confraternita S. Antonio Fondata il 13 giugno del 1910. È una delle confraternite più recenti e sin dalla sua costituzione fu composta prevalentemente dagli artigiani della città. I confrati indossano il sacco bianco, il berretto nero, lo stemma raffigurante il protettore S. Antonio e il cingolo e la mozzetta marrone, il colore che si rifà al saio dei frati minori dell’Ordine Francescano. CRISTO ALLA COLONNA I l Cristo alla colonna (u Cristu a culonna) fu presumibilmente il primo dei “Tri Misteri” ad essere realizzato (inizi ‘700). Custodito dai confrati del Rosario nella omonima chiesa, fu scolpito sul legno dall’artista locale Placido Portale († 1747). In processione si distingue per il suo incedere lento e cadenzato, caratteristico dell’ultimo tratto, quando, ormai solo, viene fatto procedere con tre passi avanti ed uno indietro (la “annacata”). È posto sopra un fercolo ligneo riccamente decorato (inizi ‘900) opera di Domenico Torrisi. Confraternita Maria SS. del Rosario Fu eretta il 12 gennaio 1682 dal Generale dell’Ordine dei Domenicani di Sicilia, Antonio Montoy. Contestualmente alla sua fondazione fu mutata anche l’intitolazione della chiesa di S. Rocco che da allora venne dedicata alla Madonna del Rosario, diventando la sede della congregazione. Il colore della mozzetta dei confrati è il “nero”, uguale al mantello dei frati predicatori. È una delle confraternite “artigiane”, infatti i suoi componenti sono sempre appartenuti a questo ceto. ECCE HOMO E ’ una statua lignea scolpita verso gli inizi del ‘700 dal biancavillese Placido Portale. “U cciaòmu” è uno dei “Tri Misteri”, e dunque partecipa da sempre alla processione del Venerdì Santo. Si tratta di un’immagine profondamente pietosa e drammatica, che presenta in modo evidente, nei tratti del viso, influenze spagnole. Ha le mani legate, una catena attorno al collo e una corona di spine. Sulle spalle ha un mantello color porpora, rinnovato recentemente, che si rifà al mantello indossato dai soldati romani. Confraternita Maria SS. dell’Annunziata Nasce nel 1656 e, come molte delle congregazioni che nacquero in quegli anni, ha come protettrice la Madonna. Maria divenne, dopo il Concilio di Trento, la paladina del trionfo del Cattolicesimo sulla Riforma. La congregazione è composta da operai, ai quali si sono aggiunti negli ultimi anni, giovani volontari che hanno riportato a spalla il fercolo dell’Ecce Homo. I confrati indossano il sacco bianco, il cingolo bianco, lo stemma raffigurante l’Annunciazione e la mozzetta celeste in onore della Madonna. CRISTO CON LA CROCE L a statua, di autore ignoto e in pasta di legno, è del 1900 e fu commissionata dalla confraternita Maria SS. della Mercede. E’ il primo mistero che si aggiunse ai “Tri Misteri” nella processione del Venerdì Santo. Assieme al simulacro dell’Addolorata, “u Signuri ccâ cruci” ha le vesti non scolpite ma in stoffa, il che conferisce all’insieme una suggestione particolare. La statua indossa una tunica di colore rosso e un mantello azzurro scuro, i colori che nella storia dell’iconografia e nel significato teologico simboleggiano l’umanità e la divinità di Cristo. Da rilevare la delicatezza dei lineamenti del viso, pregevole sintesi di nobiltà nella sofferenza e struggente accettazione della croce. Confraternita Maria SS. della Mercede Sorge nella seconda metà dell’ ‘800, ma il cardinale Nava ne approva lo statuto nel 1902. Ne possono storicamente fare parte “i maestri di buona famiglia, di intemerati costumi e assidui ai sacramenti”. La congregazione deve il proprio nome alla protettrice dell’Ordine cavalleresco Mercedario e ha sede nella chiesa omonima che fu retta per più di due secoli dai frati della Mercede. I confrati indossano il sacco e i guanti bianchi, il berretto nero, lo stemma raffigurante la Madonna della Mercede, il cingolo e la mozzetta azzurri, in onore della Madre di Dio. MADONNA DELLO SPASIMO L a statua, che forse ne sostituì un’altra andata perduta, in gesso, risale agli anni trenta del ‘900 ed è l’ultimo mistero che si è aggiunto alla processione del Venerdì Santo sera. Raffigura Maria avvolta da un pesante mantello nero che sostiene tra le braccia Gesù appena deposto dalla croce. E’ una figura drammatica, ma nello stesso tempo composta, molto venerata a Biancavilla e conosciuta da tutti col nome di “a Madonnô pàçimu”, al punto che la chiesa di San Giuseppe che la custodisce, aperta tutti i venerdì, è maggiormente conosciuta come chiesa “do pàçimu”. Confraternita di S. Giuseppe E’ la congregazione più giovane, essendo stata fondata nel 1932. Un tempo era composta dai bottegai. Ha sede presso l’omonima chiesa che fu la cappella di famiglia dei baroni Piccione. I confrati indossano il sacco bianco, il berretto nero, lo stemma raffigurante S. Giuseppe, il cingolo bianco e la mozzetta di colore giallo che si rifà al mantello del patrono degli artigiani e di tutti i lavoratori. CRISTO MORTO I l Cristo Morto (u Signuri mortu) fa parte dell’antico trittico dei Misteri (inizi XVIII sec.). Non si conosce l’autore. Probabilmente un tempo era impiegato per la rappresentazione della “scisa da cruci”, a darne la prova sarebbero gli arti superiori snodabili. Dalla chiesa Madre è condotto a spalla dai confrati del SS. Sacramento, ed entra nel corteo collocandosi dietro tutti gli altri Misteri come tappa ultima della passione di Cristo. Confraternita del SS. Sacramento Deve farsi risalire ai primi anni del 1600 la fondazione della confraternita del SS. Sacramento (la più antica). Ha sede nella chiesa Madre e si caratterizza per la mozzetta di colore “rosso” (simbolo di regalità e del sangue di Cristo). I suoi confrati, fino a pochi decenni fa, provenivano dal ceto agrario. In processione i confratelli del Sacramento conducono anche la Torcia (a tòrcia). Un cero ligneo, un tempo arricchito dei simboli della Passione, opera dell’artista locale Giuseppe Salomone (prima metà del ‘900). MADONNA ADDOLORATA L a statua della Madonna Addolorata (a Ddulurata), custodita all’interno della chiesa del Purgatorio, risale al XVIII secolo. Realizzata dalla bottega Rosselli di Messina, è stata donata nel 1859 dalla famiglia Raspagliesi alla confraternita dei Bianchi. Il simulacro è costituito da una base e un “corpo” in legno ricoperto da carta e stoffa, mentre le mani, il viso e i piedi sono in cera. Il vestiario di colore viola, che liturgicamente rappresenta l’attesa e il rinnovamento, è costituito da una veste di velluto e da un mantello in seta ricamato in oro, di un viola più scuro. Il Venerdì Santo la statua viene portata in processione (la cerca) anche di mattina, a partire dall’alba. Confraternita dei Bianchi Fondata nel 1777, dedita originariamente alla devozione del Santissimo Crocefisso, venne successivamente chiamata “dei Bianchi” per via del saio bianco indossato dai confrati. Il vestiario è costituito da una cappa bianca stretta in vita da un cordone bianco, il tradizionale berretto di color nero decorato con lavorazioni in seta ed oro. Dietro le spalle viene portato un cappuccio bianco, che in tempi passati veniva utilizzato per assistere i condannati a morte. Il vestiario è completato da guanti bianchi e un medaglione argenteo con cordone viola. Sul medaglione in rilievo è rappresentata la crocifissione del Cristo. LE PAROLE DEI MISTERI MISTERI: sono i gruppi statuari che rappresentano scene della passione e morte di Gesù. ‘A SEGGIA (seggio): è il collegio dei reggenti delle confraternite, formato dal governatore, dall’assistente maggiore e dal maestro dei novizi. Durante la processione occupa un ruolo d’onore testimoniato dalle mozzette ricamate a filo d’oro, dai medaglioni e dai bastoni argentei. Nel collegio possono “sedersi” onorariamente anche i confrati più anziani. LE MARCE FUNEBRI: alcune marce funebri suonate dal corpo bandistico biancavillese sono legate intimamente al corteo dei Misteri a Biancavilla: “Pianto eterno” di Quatrano, “Una lacrima sulla tomba di mia madre” di Vella, “Jone” di Petrella e la bellissima “L’ultimo sonno”, opera del biancavillese Placido Cunsolo. L’ABBITU (abito): è lo stemma, in argento o in stoffa, con i protettori delle congregazioni che i confrati recano al petto durante la processione. E’ una parola che deriva dal latino habitus e significa disposizione d’animo, inclinazione morale. CAPPUCCI: fino agli anni cinquanta alcune confraternite indossavano, per statuto, in processione, anche dei cappucci che coprivano interamente il capo. Erano quelle di Maria SS. del Rosario, di Maria SS. della Mercede, dell SS. Crocifisso o dei Bianchi del SS. Sacramento e dell’Annunziata. L’uso fu successivamente abbandonato. Oggi si discute se nel processo di ritorno alle origini della processione del Venerdì Santo non ci possa essere spazio anche per i cappucci. SALUTO: è come se si fermasse il tempo quando i portatori rivolgono l’uno verso l’altro i simulacri. Un atto suggestivo e arcano che si ripete all’uscita e al rientro di ogni Mistero. CARAMELLE: l’atto più profano ma delicato nelle tenebre del Venerdì Santo biancavillese. Avevano la funzione di “sciogliere” i canti che i confrati intonavano al proprio Mistero. Oggi servono a catturare il sorriso dei bambini principali beneficiari. U GGIRU DÊ SANTI (il giro dei Santi): è il percorso che da sempre ha fatto da scenografia alla processione dei Misteri, lungo il quale sono disposte le sette chiese da cui escono i gruppi statuarie e le confraternite. Dalla caratteristica via Inessa sino a via V. Emanuele passando per via Scutari. Autori Dino Laudani Enrico Indelicato Nino Pastanella Sergio Atanasio Collaboratori Giuseppe Nicotra Gruppo giovani confrati del Rosario Gruppo giovani confrati della Mercede Grafica e impaginazione Giovanni Stissi Foto Giovanni Stissi Giuseppe Marchese Ringraziamenti Comune di Biancavilla Assessorato alla Cultura Sindaco prof. Mario Cantarella P. Giovambattista Zappalà Giuseppe Sangiorgio Governatore Confraternita del Rosario Giuseppe Privitera Governatore Confraternita della Mercede Le Confraternite cittadine