PIAZZA
CASTELLO
1,20€
Domenica 15
Agosto 2010
“
www.unita.it
Anno 87 n. 223
Sono certo di non offendere la verità affermando che contro il crimine organizzato solo
Benito Mussolini ha fatto meglio di Berlusconi.
Mario Landolfi, Pdl, 14 agosto
OGGI CON NOI... Fofi, Cerami, De Magistris, Camilleri, Matvejevic, Ravera, Fornario, Sebaste, Zavoli
Foto Ansa
PIAZZATA PADANA
Bossi lancia minacce
«Contro un governo tecnico
pronti a manifestare a milioni
da Lombardia, Veneto, Piemonte»
La Lega «presidia» le tv locali
Parlamentari e politici «padani»
affollano dibattiti e talk-show
Anche così controllano il territorio
Bankitalia accusa Verdini
Dall’ispezione alla banca
del coordinatore Pdl emerge
conflitto d’interssi da 60 milioni
p ALLE PAGINE 4-7
Vendola: transizione?
«Non per continuare
la macelleria sociale»
La lettera:
«Si fa presto
a dire
trent’anni»
BUON FERRAGOSTO
Colloquio con il governatore della Puglia. Sì al
governo tecnico per la legge elettorale. «Gioco al
massacro anche contro di me» p ALLE PAGINE 8-9
Quale futuro può avere un
Paese che non ascolta i giovani?
Dite la vostra p A PAGINA 14
l’Unità come tutti i quotidiani
domani non sarà in edicola
Appuntamento al 17 agosto
Cari lettori
ci vediamo
martedì
2
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DOMENICA
15 AGOSTO
2010
Diario
ORESTE
PIVETTA
Oggi nel giornale
PAG. 22-23
MONDO
Obama dice sì alla moschea
a Ground Zero: la libertà è sacra
L’editoriale
Le poltrone
della Lega
Umberto Bossi, nei modi spicci che gli sono
propri, torna a dire che il “casino” nella maggioranza è grande e che c’è ormai poco da
ricucire. Difficile contraddirlo, quando ormai
la guerra è per bande e si misurano soltanto
gli interessi di parte. Bossi non solo è un
buon testimone del presente. Sa fiutare da
che parte tira il vento ed è pronto ad approfittarne, ha capito che l’onda che ha sospinto
la Lega nelle ultime regionali s’ingrossa a
suo favore proprio grazie al “casino” nel Pdl,
“casino” che non sta solo nella rottura tra
Berlusconi e Fini, ma anche nelle miserie
pluriennali del governo e negli scandali tra
Scajola e Verdini (anche se questi, nella situazione, sembrano diventati solo particolari,
sui quali nessuno pare abbia voglia di riflettere, per trarre magari qualche conclusione
politica). Bossi giura fedeltà, strombazza
milioni di manifestanti in Veneto, Piemonte e
Lombardia pronti a scendere in piazza a
difendere le ragioni di Berlusconi, miracolo
che non abbia annunciato doppiette bergamasche, ma preferirebbe le elezioni anticipate, arrischiando un dispetto pesante proprio
al socio di Arcore: ripete che “la Lega vince
qualsiasi elezione”, sa benissimo che probabilmente gli riuscirebbe il pieno dei voti, al
Nord e non solo, ma soprattutto ai danni del
Pdl, sa benissimo che gli si sta presentando
un’occasione ghiotta, che potrebbe essere
l’ultima, perché non può continuare all’infini-
to a illudere i suoi fedeli vecchi e nuovi di un
cambiamento, di un rinnovamento, dei quali
dopo anni di governo di destra con la Lega
in corpo non s’è percepita ancora traccia.
Bossi ha capito che quel ceto medio del
Nordest o del Nordovest, deluso da Berlusconi, sofferente di fronte alla crisi economica,
abbandonato a se stesso, costretto ancora a
rimediare solo grazie alle proprie forze, gli
potrà garantire fiducia ancora una volta,
forse, prendendo per buona la sua retorica
di “lotta” e facendo finta di non vedere il suo
opportunismo di “governo”. Ma oltre, non
più. Qualcuno finalmente si renderà conto
che nel bottino della Lega vi saranno ministeri, presidenze, sottosegretariati, amministrazioni, poltrone insomma (ad onta di quel
“poltronismo” tante volte stigmatizzato dal
Bossi comiziante) ma sul terreno delle riforme niente: neppure un’ombra, ad esempio,
di federalismo, scritto sulla carta, tradotto in
chiacchiere, e basta. Anche queste Bossi sa
di giocarsele, s’anticipasse il voto, perché al
suo “federalismo” toccherebbe un altro
rinvio. Ma tanto vale, meglio i voti (e le poltrone) subito, meglio le vecchie certezze delle
sfide innovatrici. Del resto la Lega nella corsa
all’accaparramento s’è dimostrata vorace e
abilissima, ferocissima nello spoils system di
potere, rivelandosi un partito “all’antica”,
clientelare e familista (sarebbe utile ricordare di tanto in tanto la memorabile “carriera”
di Renzo Bossi, qualcosa che potrebbe rimandare alle monarchie d’un tempo, non
certo alle democrazie d’oggi). Insomma, il
voto in anticipo è diventato un obiettivo di
Bossi, che, per questo, azzarda la contrarietà
di Berlusconi, leader timoroso di cedere
consensi all’alleato e rivale, sempre più prigioniero del tatticismo leghista, leader del
passato, vittima del proprio fallimento politico, tenuto in piedi dal sistema affaristico
ingrassatosi a sua immagine e somiglianza.
PAG. 12-13
L’INTERVISTA
Sergio Zavoli: il pluralismo
non sia somma di settarismi
PAG. 46-47
EUROPEI DI NUOTO
Federica d’oro nei 200 s.l.
Scozzoli nei 50 rana
PAG. 20-21
ITALIA
Deputati nelle carceri, anche Cosentino
PAG. 24-25
L’INTERVISTA
Matvejevic contro i respingimenti
PAG. 42
CULTURE
Salento: l’ecomostro è un’autostrada
PAG. 42
CULTURE
Locarno, Xu Xin dà il Pardo alla Cina
PAG. 47
SPORT
Il City di Balotelli inizia con una pari
FRASE
DI...
Vincenzo
Vita
e Beppe
Giulietti
«Il ministro Bondi non sarà presente alla mostra del cinema?
Speriamo ci ripensi anche perché potrebbe essere una ottima
occasione per fare il punto sui tagli e sulla futura legge».
3
DOMENICA
15 AGOSTO
2010
Par condicio
Staino
Immobili e affari
Lidia Ravera
Centralissimo bicamere a Montecarlo, sei vani vista Colosseo a Roma, centoquarantasette
stanze ad Arcore. Prezzi di favore, godimenti
principeschi a canone popolare, ristrutturazioni magiche. Non si parla d’altro, da mesi,
sui giornali. Come se le pagine degli annunci
immobiliari, esondando sul politico, si fossero trasformate in pagine di denunce immobiliari. Il cognato insediato nel bicamere è
peccato veniale, rispetto alla circonvenzione d’orfanella (via
L’edificio di Montecarlo
Previti) che ha consentito a B. di dirigere da una reggia la costruzione di un intero quartiere alle porte di Milano,
ma non importa. Per potersi smarcare dal Padre Nobile del Malaffare, bisogna aver pagato di tasca propria fino all’ultima rata del mutuo. Come la maggior parte degli italiani.
Onesti di tutto il mondo, brandite i vostri sudati titoli di proprietà, sta per scoppiare la più
pesante delle rivoluzioni: “mattone pulito”.
Duemiladieci battute
Francesca Fornario
Quando Silvio indica la luna, Umberto mostra il dito
olloquio tra Berlusconi e Polidori,
patron della Cepu. «Come posso
aiutarla?». «Salve, io vorrei andare
subito a elezioni». «Ma le mancano ancora
due anni per finire la legislatura». «Ma ho
letto sull’opuscolo che voi fate due anni in
uno». «Diamo assistenza a pagamento a
quelli che sono indietro con lo studio». «È
proprio quello che mi serve. Perché vede,
io avevo un piano perfetto, volevo far fuori i finiani e tornare alle urne sostituendo il
simbolo del Pdl con quello con il mio nome». «Ottimo!». «Macché. Ho fatto un sondaggio: sa che il livello culturale degli elettori del Pdl è così basso che non posso scrivere Berlusconi sul simbolo elettorale per-
C
ché è troppo lungo e non lo leggono?».
«Ha fatto una prova?». «Con Renzo Bossi.
Gli ho detto: “Leggi qui”. E lui: “Quanto
tempo ho?”. E io: “Leggi, ne va del futuro
politico dell'alleanza con la Lega!”. E lui:
“Ma sono dieci lettere senza nemmeno
una figura, mi hai preso per Alberto Saviano?”. “Guarda che se vogliamo sbarazzarci dei fianiani abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente perciò devi studiare!”,
“Ma infatti mi sono messo con l’Elena Morali, una che ha una cultura pazzesca: ha
partecipato al programma La Pupa e il secchione”. “Ma era una delle pupe”. “No, dei
secchioni”. “Delle pupe”. “Ma se mi ha attaccato un pippone di un’ora sulle robe di
astrofisica tipo i filtri solari, i raggi uva e lo
scorpione prima decade!”». «Capisco presidente, però è lei che ha abbassato il livello
culturale del paese. Noi della Cepu ci siamo ispirati al suo modello, lo abbiamo solo ribaltato». «Già, le mie tv sono fenomenali. Ci sono programmi che se li segui con
costanza ti fanno perdere anche sei, sette
anni in uno». «Poderoso. E quanto lavoro
per noi!». «È solo che temo di avere esagerato. Passi Renzo, ma l’Umberto è regredito al punto che fa gli errori d’ortografia anche nella comunicazione non verbale. L’altro giorno, mentre rilasciava un’intervista,
mi ha chiesto: Silvio, vaffanculo si scrive
col medio o col mignolo?».❖
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