TUTTOSTAMPACCHIA “Ciao Karol…” Periodico del Liceo Scientifico - Classico “G.Stampacchia”- TRICASE (Le) - Anno IX - Numero 2 - A. S. 2004-2005 tel.0833.544020 …Proviamo prima a bussare alla porta del nostro vicino… Solidarietà: dedicarsi non solo a chi è lontano, ma soprattutto a chi vive la nostra realtà La vicenda dello Tsunami che si è abbattuto sull’Est Asiatico, lo scorso 26 dicembre, ha mobilitato una colossale macchina della Solidarietà: i paesi del Nord del mondo hanno devoluto milioni e milioni di euro, per venire incontro alle vittime di questa catastrofe, per dar loro protezione dalle malattie ed epidemie, aiuto alimentare e conforto. Chi di noi, per fare un esempio, non ha inviato l’sms al numero comune messo a disposizione dalle maggiori compagnie telefoniche italiane, per dare un piccolo, ma essenziale contributo per le missioni in quelle regioni martoriate? In quest’occasione, quindi, ci siamo resi conto come sia fondamentale, anche con un piccolo gesto, essere accanto alle persone che soffrono, che sono colpite dai mali derivati dall’Uomo stesso – come la guerra, la povertà – e dalla Natura. Di solito, è la televisione a testimoniarci come il mondo non sia fatto solo di gioie e sorrisi, interrotti per brevi periodi da qualche lacrima, da cuori spezzati, ma sia anche il mondo che è in un perenne stato d’abbandono, emarginato, affamato, assetato, condannato a trascorrere un’ esistenza tesa esclusivamente a rimediare un tozzo di pane e un goccio d’acqua, in un’ oasi nel deserto o nelle strade di una grande metropoli. Questi aspetti siamo soliti accostarli alle genti del Terzo Mondo: cioè alle popolazioni dell’Africa, dell’Asia o di alcune regioni del Sud America; e allora, il nostro cuoricino, nel vedere o nel leggere qualcosa riguardo loro, inizia a battere forte pronto a compiere un gesto di solidarietà: ed ecco che partono le adozioni a distanza, donazioni a distanza, missioni in terre distanti dalla nostra, e così via. Sono queste manifestazioni che dimostrano come la solidarietà è un valore da sal- vaguardare come mezzo votato all’aiuto morale e materiale degli altri, e non a soddisfare personali esigenze legate a fama e pecunia. Ma in tutta questa questione suona un po’ stonata la parola distanza: forti della nostra voglia di aiutare il prossimo, di adottare un bambino in difficoltà o di dare un contributo per sfamare un povero, proviamo a spegnere la tv e a far finta che il mondo è solo la nostra piccola città. Usciamo da casa e bussiamo alla porta del nostro vicino: eccolo lì, che prende a schiaffi il suo figlioletto, che bestemmia dinanzi alla sua piccola fanciullina di 4 anni con accanto la moglie che grida in modo animalesco, e quasi sorride, nel vedere la figlia nata da sedici mesi che da lì a poco morirà per essere stata malnutrita e maltrattata. Pensiamo, sbalorditi riflettiamo: <O Dio, Possibile che ciò succede vicino a casa mia?>. Quasi stentiamo a credere che sia vero. Torniamo a casa. Il telecomando è sul tavolo del soggiorno, ma per ora non c’è voglia di accendere la tv: è ormai chiaro che la solidarietà va indubbiamente fatta nei confronti di chi soffre oltremare…ma prima di mandare un sms, un bollettino postale, un pacco per posta aerea, andiamo a fare visita al nostro vicino, e chiediamogli se tutto va bene. È bene fare tutte e due queste azioni: ma poniamo particolare attenzione sulla seconda, la quale è trascurata dai “molti”. La solidarietà, quindi, deve avere un carattere globale: bisogna dedicarsi non solo a chi è lontano, ma soprattutto a chi vive la nostra piccola realtà, che di sicuro sente la necessità di conforto, di sostegno, di consolazione diretti e immediati. L’ultimo pensiero di Papa Wojtyla è stato rivolto ai suoi “Boys” che, in piazza San Pietro, speravano di poterlo salutare ancora una volta. Il nostro amatissimo Santo Padre ha portato a termine sino alla fine la sua missione apostolica, sfidando il dolore e la malattia che ultimamente l’avevano fortemente provato. Significativa e’ stata la sua ultima apparizione, quando dalla finestra del palazzo pontificio, ha tentato invano di comunicare con tutti noi, dimostrandoci che è possibile affrontare la sofferenza con DIGNITA’, e portare fino in idee nei confronti dei Capi delle grandi nazioni. E’ stato un punto di riferimento per credenti e non credenti, un grande Uomo che ha strenuamente difeso la pace, la vita e i diritti della dignità umana, sempre, comunque e dovunque. Lo ha fatto respingendo ogni ricorso alla violenza e scongiurando uno scontro di civiltà. Lo ha fatto opponendosi a tutti i tentativi di rilegittimare la guerra di cui ha proclamato non solo l’immoralità, ma anche l’inutilità: “… la guerra non è mai inevitabile. Con la guerra tutto è perduto.Con la pace tutto è possibile…”. Stefano Crisostomo, VA Sc GIULIANA SGRENA: operatrice di pace Libera!!! Dopo trenta lunghissimi giorni di ansia e di tensione, finalmente Giuliana Sgrena, la giornalista del “Manifesto”, è stata liberata. Poco più di un mese fa le immagini girate in un video la “…Io vi ho cercato, voi siete venuti e per questo io vi ringrazio…” ritraevano in lacrime, con le mani giunte e il volto smagrito, che, fortemente provata, implorava aiuto rivolgendosi al compagno Pier e al Governo italiano. Giuliana chiedeva la PACE, la LIBERAZIONE per sé e per il popolo iracheno, oggi martoriato dalla guerra. Aveva scelto di andare lì, in Iraq, pur essendo consapevole dei rischi ai quali sarebbe andata incontro, e questo perchè la voglia di dare una voce a chi non ce l’ha era più forte per lei, la voglia di testimoniare la situazione di quella gente che muore ogni giorno, era più grande. “Oggi il lavoro dei reporter diventa sempre più essenziale anche se più pericoloso”,- afferma Gabriele Polo, collega della Sgrena-; “farlo con indipendenza, libertà e onestà rappresenta qualcosa di più di un impegno professionale, è un impegno civile, un servizio sociale quello di Giuliana. Pericoloso ma fondamentale, il solo modo possibile per farlo”-conclude. Ancora una volta bisogna ribadire quindi l’ importanza fondo la propria croce. Per noi giovani Giovanni Paolo II è stato e resta un Maestro di vita, che ora, in una dimensione diversa, guida i nostri passi verso nuovi orizzonti. Tutto il mondo piange la sua scomparsa, e non a caso una folla indescrivibile, dai Potenti della terra sino agli ultimi, è accorsa per dimostrargli la profonda gratitudine e salutarlo per l’ultima volta. Perché la sua morte ha scosso gli animi di tanta gente? Sicuramente Papa Wojtyla è riuscito a comunicare con tutti e a portare il messaggio evangelico in ogni angolo della terra, anche instaurando il dialogo con i rappresentanti di altre religioni; è stato un Leader buono e coraggioso che non ha avuto timore di far valere le proprie degli inviati, affinché essi riportino in modo oggettivo le notizie, senza essere influenzati da pressioni politiche, quali quelle di uno stato belligerante. All’ immensa gioia che abbiamo provato nel vedere Giuliana ritornare a casa, si è aggiunto un dolore molto più intenso…la tragica morte di Nicola Calipari, un agente, ma prima di tutto un uomo che ha compiuto il proprio dovere fino all’ ultimo istante della sua vita, quando, durante il rientro in aeroporto, riparando la giornalista col suo corpo di fronte ad una raffica di proiettili, Con Lui abbiamo imparato che costruire la pace è un impegno permanente e una responsabilità di tutti. Con Lui abbiamo imparato a vincere la paura e lo sgomento che ci assale quando facciamo i conti con la sofferenza, l’indifferenza e i pericoli che ci circondano. Anche il nuovo Papa, Benedetto XVI, durante la Sua prima omelia, ha più volte salutato e ringraziato Papa Wojtyla per il Suo grande pontificato, e ha chiesto ai fedeli di stargli vicino con la preghiera affinché possa essere un Suo “degno” successore. Ciao Karol, sarai per sempre la nostra Guida. Mariangela Nicolì III^ A sc. scagliata contro la loro automobile, ha concluso tragicamente la sua esistenza… Un messaggio di pace diventa quindi ancora più doveroso: chiediamo la fine di questa guerra, chiediamo il ritiro delle truppe dall’ Iraq, chiediamo l’ invio di forze umanitarie, chiediamo la PACE… come un tempo affermava Gandhi: “ La forza generata dalla non-violenza è infinitamente maggiore della forza di tutte le armi inventate dall’ ingegno umano”. Chiara Chiarello 3A Sc. Pg.2 TUTTOSTAMPACCHIA FREDDURE MATEMATICHE Si danza con gli scienziati L’aritmetica è la capacità di contare fino a venti senza togliersi le scarpe. Un matematico è una macchina che converte caffè in teoremi. Il polinomio era ormai in avanzata decomposizione che i monomi ed i trinomi si staccavano a pezzi; in fondo ho dei numeri disse una parentesi – potrei diventare una potenza; da sempre il pensiero è quello che conta chissà a che numero è arrivato; epigrammi geometrici: “Uomo retto, dopo una vita lineare, morto in curva”; come si trova l’area di un triangolo? Prima di tutto bisogna ricordarsi dove la si è persa; quando andava al circolo il diametro passava sempre per il centro; se la sfera non si può sviluppare su un piano, allora si può sviluppare su una chitarra?; è un orso cartesiano che ha cambiato le coordinate; alla festa dei simboli matematici non manca proprio nessuno. Sommatoria e parentesi graffa ballano al centro della pista, maggiore uguale è ubriaco perso, la radice quadrata si è imboscata con un differenziale. Solamente “e alla x” se ne sta chiusa in un angolo, al che punto e virgola si avvicina e le fa : “Perché non ti integri ?”. “tanto è lo stesso”. Un ingegnere, un fisico ed un matematico sono rinchiusi ognuno in una stanza con una scorta di scatolette di cibo, ma senza apriscatole. Dopo un mese le porte delle tre stanze vengono aperte. L’ingegnere è bello grasso e tutte le scatolette sono state aperte. Alla richiesta di come abbia fatto risponde che ha usato la fibbia della cintura per farsi un apriscatole. Anche il fisico se l’è cavata: circa la metà delle scatolette è stata aperta. La sua risposta alle domande dei ricercatori è un lungo panegirico a base di: “applicando il vettore forza alla…” , “considerando l’energia potenziale del contenuto delle scatolette”. Comunque in realtà le scatolette sono state aperte a furia di botte sul muro. Infine è aperta la porta della stanza del matematico: questi è paurosamente magro e denutrito; tutte le scatolette sono chiuse, il poveretto ne tiene una sulla mano rinsecchita e la regge a pochi centimetri dal viso; la fissa con gli occhi spiritati e mormora: “supponendo per assurdo che sia aperta…”. Un fisico, un ingegnere ed un matematico se ne vanno in treno per la Scozia, quando dal finestrino scorgono una pecora nera. “Ah”, dice il fisico, “vedo che in Scozia le pecore sono tutte nere!” “Hmmm…”, replica l’ingegnere”, possiamo solo dire che qualche pecora scozzese è nera”. “No”, conclude il matematico, “tutto quello che sappiamo è che in Scozia esiste almeno una pecora con uno dei due lati di colore nero”. Un ingegnere, un biologo ed un matematico osservano una casa che sanno per certo essere vuota. Ad un certo punto vedono entrare due persone, successivamente ne vedono uscire tre. L’ingegnere: “sicuramente c’è stato un errore di misura”. Il biologo : “si sono riprodotti”. Il matematico: “se adesso entra una persona, la casa sarà vuota”. Uno statistico può mettere la testa nel forno ed i piedi nel ghiaccio e dire che si sente mediamente bene. Un uomo vuole cambiare il suo cervello; va in una clinica per trapianti di cervello e gli fanno vedere il catalogo; cervello di matematico 20 € al chilo, cervello di biologo 30 € al chilo, cervello di medico 40 € al chilo. Poi vede: cervello di ingegnere 1000 € al chilo. Stupito chiede alla segretaria: “signorina, perchè il cervello di ingegnere costa tanto?” “Ma lei lo sa, quanti ingegneri dobbiamo ammazzare per mettere insieme almeno un chilo?”. (A. A.) S. Grimaldi IV A CENTRI ABITATI: SENTIERI DI GUERRA Strade cittadine del Salento dissestate e disagevoli Quante volte, girando per i nostri paesi, ci siamo ritrovati di fronte a strade bloccate a causa dei continui scavi per la sistemazione dei servizi di rete sotterranea (fognatura bianca e nera, acquedotti, elettrodotti, gasdotti, reti telefoniche e metanodotti) o costretti a percorrere strade dissestate, piene di buche, dossi e cunette, con tombini in ghisa posizionati male. Questa è purtroppo la situazione di gran parte delle strade dei paesi del Salento, vie che versano in tali condizioni da svariati anni, strade che richiederebbero semplicemente interventi di manutenzione ordinaria. Esse costituiscono inoltre un pericolo e un forte disagio per i cittadini: sono infatti talvolta perfino causa di incidenti stradali; producono danni agli pneumatici delle automobili, conseguenza delle numerose buche; rappresentano un disagio soprattutto per i pedoni, impossibilitati ad attraversare “ incolumi ” le strade allagate a causa dell’accumulo delle acque piovane nei giorni di pioggia, molto frequenti soprattutto in questa stagione. Inoltre i continui ma frammentati lavori, spesso privi di appropriata segnaletica, causano l’interruzione delle strade, costringendo gli automobilisti a fastidiose deviazioni. Per evitare un ulteriore peggioramento della situazione, sarebbe quindi opportuno un intervento da parte delle autorità comunali, i cui direttori dei lavori, incaricati dalle amministrazioni, spesso non controllano poi che il manto bituminoso e il sottofondo stradale vengano realizzati a regola d’arte dalle imprese asfaltatrici. Le nostre strade purtroppo resteranno in queste condizioni per molto tempo ancora! Che immagine diamo a noi stessi e ai turisti? Antonella Elia e Luana Roberto 2E, Sc. Il liceo scientifico-classico: scuola dei progetti Insegnamenti aggiuntivi Per valorizzare sempre di più lo sviluppo del territorio, il nostro liceo ha integrato i curricoli con numerosi insegnamenti, attività aggiuntive, nuove esperienze, progettazioni e ricerche per accrescere la cultura ed aprire nuovi orizzonti. Ecco le attività svolte nell’anno scolastico 2004-2005. IL PALAZZO GALLONE Ballata di ANONIMO GIULLARE Mi presento: non sono un ciarlatano, e di sicuro non parlerò invano. Vi narrerò del bel palazzo Gallone senza artifici né paroloni. Prestate tutti attenzione, Signori e Signore, e lasciatevi allietare dal vostro cantore. Tanto imponente è questo castello che ci vollero tre epoche per farlo sì bello. Nella Turris Magna, ala più in antico costruita, i prigionier avean ahimè ogni speranza esaurita. Ad abbellirlo pensò il munifico Alessandro Gallone che di Tricase fu il primo vero padrone. Vi aggiunse così la superna ala baronale e niun altro palazzo ne vantò un’altra uguale. Allor nacque la meravigliosa sala principesca che d’estate dicon fosse sommamente fresca. Per sé egli volle una stanza ogni giorno dell’anno a soddisfar ogni suo desiderio e malanno. Per suo comando fu anche la sala del Trono che, maestosa, di Tricase il fece autentico patrono. E ancor oggi voi tutti tal castello potete ammirare se da giovin esperta guida al suo interno vi lasciate portare. Or mi taccio e vi lascio ai vostri pensieri senza mai però obliare quel che fu ieri. Co. & De. II B Classico Geometria analitica dello spazio: un ponte verso l’università; Preparazione della fase provinciale delle Olimpiadi di matematica; Corso di astronomia pratica; Corso sugli ecosistemi nel salento; Le religioni monoteistiche in dialogo; Il pensiero meridiano: “Tra genialità e follia”. Il cinema di Edoardo Wispeare; La crisi della razionalità nel 900 filosofico e letterario; Il medioevo che sogno; Stage di approfondimento per l’indirizzo biologico; La storia in poltrona (laboratorio di cinema e storia); Corso di lingua e conversazione spagnola; Corsi ECDL (I e II livello); Corsi di Cambridge (PET e KET), Tinity e First Certificate. Attività integrative Teatro sperimentale: metamorfosi in fasi della vita dell’uomo; Laboratorio di teatro moderno: Don Chisciotte della Mancia; Laboratorio di teatro antico; Il teatro tra testo e recitazione; Corso Gospel; Musical: Hairspray; Laboratorio giornalistico (“TUTTOSTAMPACCHIA”); Atletica leggera; Pallavolo maschile e femminile; Akra Leuchè: alla scoperta dell’identità del sud Salento. Ecco i progetti PON (Piano Operativo Nazionale) autorizzati dalla Comunità Europea per studenti e docenti che hanno contribuito ancor di più alla crescita del sud Salento. Le TIC: una finestra sul futuro; Il computer per la scuola e per il lavoro; FCE: per vincere l’Europa senza limiti; Learning by Doing II; Competenze nella società delle nuove tecnologie II; L’informatica: strumento per la didattica del futuro; Le TD nella scuola del terzo millennio; Il gruppo: risorsa per rimotivare e orientare; L’inglese: password per il lavoro; Web e professionalità; L’identità del docente fra genere e professione; Orientamento Comunicazione e Tradizione; Animare: donna e impresa. Mariangela Carbone IV B Sc. Il Gran Ballo Degli Scienziati Quando furono diramati gli inviti per il gran ballo degli scienziati: Pierre e Marie Curie irradiarono entusiasmo. Einstein pensò che sarebbe stato relativamente facile parteciparvi; Volta si sentì elettrizzato; Ampere non fu messo al corrente; Ohm al principio oppose resistenza; Boyle disse che era troppo sotto pressione; Edison pensò che sarebbe stata un’esperienza illuminante; Stephenson si mise a sbuffare. I fratelli Wright si sentirono volare; il dottor Jekyll declinò, dicendo che ultimamente non era se stesso; Morse avrebbe preso la linea 2 e sarebbe arrivato alle 8 in punto; Franklin disse che sarebbe arrivato in un lampo; Meucci avrebbe telefonato per conferma; Von Braun sarebbe arrivato come un missile. Fermi disse che era una notizia atomica; la moglie di Coulumbo si sentì carica; Hertz si sentì sulla cresta dell’onda; Joule dovette rinunciare per problemi di lavoro; Nobel esplose di gioia per la notizia; Kelvin disse che era in grado di partecipare; Fourier aveva già una serie di impegni, Cantor rifiutò: preferiva gli insiemi più compatti. Abel invece accettò di buon grado: si trovava bene in un gruppo e Avogadro non fu avvisato: nessuno aveva il suo numero. Speciale ricordi PIETRO LICCHETTA: TUTTOSTAMPACCHIA Il preside Pietro Licchetta è stato dirigente di questo istituto per 13 anni. Ecco la sua biografia: 14.11.1921 - Nasce a Corsano, da Francesco, agricoltore, e Margherita Orlando, ultimo di una numerosa figliolanza (cinque fratelli e una sorella). Di precoce e sveglio intelletto, si iscrive però alla scuola di Avviamento Professionale (per fare il sarto); solo in seguito, su pressante invito degli insegnanti, sostiene l’esame di ammissione alla Scuola Media, e prosegue poi il corso di studi frequentando il Liceo Classico di Galatina, e successivamente l’Università degli Studi di Napoli. 01.08.1944 - Si laurea in Lettere Classiche discutendo una tesi sul VASARI, a Napoli. Nel frattempo era stato arruolato e prestava servizio militare come Tenente delle Truppe Corazzate in Reggio Emilia. Nel 1945 - Viene nominato Commissario Prefettizio del Comune di Corsano. 1945 -1951 - Svolge attività di Professore Incaricato nel Liceo Classico di Galatina, nella Scuola Media di Alessano e di Gagliano. Partecipa alle vicende politiche e amministrative del suo Comune e, a livello provinciale, con Giacinto Urso, Fioravante Laudisa, Codacci Pisanelli, ed altri, organizza la Democrazia Cristiana di Terra d’Otranto: 1951 - 1956 - E’ Sindaco di Corsano. E’ Consigliere Comunale dal 1951 al 1968 e poi dal UN UOMO UNA SCUOLA! Molti si saranno chiesti chi sia GIUSEPPE STAMPACCHIA e il motivo per il quale la nostra scuola sia stata intitolata proprio alla memoria di quest’uomo. Nato a Lecce l’11 Ottobre 1938, nell’illustre tradizione culturale della sua famiglia trovò l’esempio che lo spinse a dedicarsi ad uno studio intenso. Fu allievo del Liceo, “G.Palmieri”, di Lecce, dove si distinse per la sua intelligenza e per la sua solida preparazione, oltre che per le sue doti morali. Conseguì la maturità classica superando l’esame di Stato con una votazione altissima così da meritarsi una lettera di encomio da parte del Ministro della Pubblica Istruzione. Laureatosi in Chimica all’Università degli Studi di Roma, egli attirò su di sé l’attenzione del Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare e iniziò così a frequentare l’Istituto di Chimica Generale dell’Università, coltivando la ricerca scientifica e affinando la sua preparazione, giudicata eccezionale. Furono pochi mesi di impegno e di ricerca sufficienti affinché la Direzione dell’Istituto universitario di Chimica Generale gli affidasse lusinghieri incarichi: ebbe l’assegnazione di una borsa di studio da parte del Comitato Nazionale per l’Energia Nucleare e portò a termine tre pubblicazioni tanto importanti da meritare la segnalazione dell’Accademia Nazionale dei Lincei. Il 16 Gennaio 1962 la morte lo colse prematuramente. Come la vita di Giuseppe Stampacchia resta un esempio eccezionale di doti scientifiche e di virtù morali, temprate mediante lo studio e la coscienza del dovere, così la sua morte resta un lutto perenne, oltre che per i suoi cari anche per la scienza italiana che ha perduto con lui uno dei più fulgidi esempi. Daniela Cazzato, Ilaria Cazzato 4° A Sc. 1973 al 1988, nelle Amministrazioni del Comune di Corsano. 1954 - Diviene Professore di ruolo nella Scuola Media. Sarà confermato in tale carica sino al 1980. Viene nominato Assessore dal 1958 al 1961 nella Giunta Caroli - Vergine, poi nel 1964 nella Giunta Vergine, e dal 1965 al 1975 è Assessore ai Lavori Pubblici (dal 1970 anche Vice Presidente) nella Giunta Grasso. Nella Istituzione Provinciale svolge proficuo lavoro in collaborazione con Egidio Grasso, Cosimo De Benedetto, Romeo Ruschini, Gaetano Gorgoni, nota biografica Alberto Traldi e altri 1965 – D’ottobre è professore di ruolo nei licei ed istituti Magistrali; viene nominato Presidente presso l’Istituto Magistrale di Casarano dal 1965 al 1970; poi dal 1970 al 1975 Preside incaricato presso l’Istituto Magistrale di Tricase, e dal 1975 Preside di ruolo, nel Liceo S c i e n t i f i c o “G.Stampacchia” di Tricase sino al 1988. Dal 1975 – 1980 – Viene nominato Presidente della Amministrazione Provinciale di Lecce. L’ attività di gestione dell’Istituzione vede sotto la sua presidenza il conseguimento di un importante risultato di riequilibrio del bilancio, operato con tenacia ed impegno. Da ricordare il notevole impulso dato all’ Elettrificazione Rurale, con un piano che interessava l’intero territorio, e l’interesse sempre attento alle questioni dell’esistenza (IPAI,Oncologico, Istituto Medico PsicoPedagogico di S.Pietro in Lama, OPIS, etc.),ed alla cultura (Biblioteca Comi in Lucugnano, Pg.3 Museo e Biblioteca Provinciali, Conservatorio Musicale, Attività Musicali e Concertistiche,etc.). Impegnato sempre in attività sociale, fu anche membro attivo dell’Azione Cattolica in cui ricoprì la carica di Presidente Diocesano. E’ stato membro del Comitato di Gestione della Società dei trasporti di Puglia a Bari, dal 1976 al 1988; è stato Presidente della USL Lecce 12 di Tricase dal 1984 al 1987; dal 1987 ha ricoperto, presso la stessa USL la carica di Componente del Comitato di Gestione. In campo politico, la lunga militanza nella Democrazia Cristiana lo portò ad avere contatti con i maggiori esponenti di questo partito: l’allergia agli equivoci ed alle ipocrisie, l’amore per le posizioni nette e chiare resero talora tempestosi questi rapporti. Ma con qualche persona il rapporto si è mantenuto cordiale ed improntato alla stima ed alla amicizia, in particolare con Giacinto Urso, Giuseppe Condacci – Pisanelli, Francesco Ferrari, Luigi Memmi, Salvatore Meleleo. Nella D.C. delle correnti fu spesso a disagio, ma il periodo forse più autentico fu quello in cui lo spirito costruttivo che improntava la sua azione politica lo fece avvicinare ai “pontieri” di Emilio Taviani: il nome palesa già la volontà positiva, nell’azione politica. UNA SERATA SPECIALE In occasione del ventesimo anniversario del diploma di Maturità i ragazzi della 5/A del Liceo Scientifico, classe 1965, hanno organizzato la scorsa estate una serata di ritrovo per ricordare con gioia ma anche con tanta nostalgia, quell’esperienza di studio vissuta insieme dal 1978 al 1984, che ha rappresentato un momento fondamentale nel percorso formativo di ognuno di loro. E’ stato fatto in modo che tutti fossero presenti, cercando di conciliare la presenza di coloro che per qualsiasi ragione oggi vivono in altre regioni. “Eravamo poco più che diciottenni nel 1984, e come tutti i diplomati di quell’età ci lasciavamo alle spalle un ciclo formativo “assistito” e ci preparavamo ad affrontare il futuro da grandi, con la paura delle scelte e con l’emozione di doverci creare un preciso ruolo nel lavoro, nella società, nella famiglia, nella politica. E’ stato emozionante rivedersi e raccontarsi: nelle attese, nelle scelte, nelle singole storie di vita e scoprire che poi realmente non eravamo tanto cambiati. Crediamo ancora oggi, più che mai, nei valori dell’amicizia, della solidarietà, della lealtà. Durante la serata abbiamo ripercorso tanti momenti significativi di quell’esperienza culturale completa e impegnativa, grazie alla quale siamo riusciti a cavalcare con sicurezza i profondi cambiamenti economici e sociali che stanno caratterizzando questa difficile pagina di storia italiana. Sono ritornati alla mente tutti quei fatti, le persone, le circostanze che hanno in qualche modo guidato ed educato la nostra crescita, così gli insegnanti Dragotto, Colitti, Panico, Nuzzo e tutti coloro che comunque hanno lasciato un segno nelle nostre vite”. La risposta unanime al richiamo del gruppo e il calore di un’amicizia antica hanno significato una profonda soddisfazione in questi ragazzi, ormai adulti, che hanno saputo caratterizzare il loro futuro all’insegna di quei valori umani, oggi spesso distrattamente dimenticati. E così, tra un piatto e l’altro, racconti, aneddoti, curiosità e sorprese sono scivolate le ore senza quasi accorgersene, e salutarsi è stato commovente, come quel luglio di tanti anni fa quando, guardandosi negli occhi, ci si lasciò con l’augurio di un grande avvenire. Luigi Indino A RICORDO DI UN “CADETTO” DELLA MARIMA MILITARE ITALIANA Il Liceo intestò un’aula scolastica ALBERTO PISPERO è nato a Lucugnano il 4 ottobre 1957. Dopo aver frequentato la scuola elementare a Lucugnano e le medie a Tricase, seguendo la sua naturale attitudine verso le materie scientifiche, si iscrive al Liceo Scientifico “G. Stampacchia”. Affronta gli studi liceali sempre con entusiasmo ed impegno, spinto, soprattutto negli ultimi anni, dal desiderio di raggiungere una preparazione rigorosa che gli consentisse di superare le prove di ammissione all’Accademia Navale. Dopo essersi maturato con ottimi voti, sostiene e supera brillantemente il concorso per l’Acca- demia Navale di Livorno, classificandosi tra i primi dieci dei centocinquanta concorrenti. E’ la realizzazione di un sogno! La fatica fisica e mentale, il rigore, la disciplina richiesti quotidianamente, non lo scalfiscono: i risultati positivi delle prime prove confermano la determinazione della scelta, che viene abbracciata ufficialmente con un giuramento, il 4 dicembre del 1976. Orgoglioso e fiero promette fedeltà e dedizione totale ad un alto ideale. Ma…dopo appena tre mesi, nel corso di un volo di “ambientamento”, l’Ercules C.130, su cui viaggiavano 39 allievi più 5 membri dell’equipaggio, si schianta sul monte Serra, tra Pisa e Livorno, dopo solo tre minuti di volo. E’ una tragedia nazionale, una immane tragedia! Il sogno di una vita si infrange su quella montagna! (Monte Serra 3 – 3 – 1977) Per ricordare il sacrificio di questi gio- vani allievi l’Accademia ha voluto realizzare, sul punto dell’impatto, un faro-sacrario, come monito alle generazioni future e presenti che esistono ideali in cui i giovani eletti credono e ai quali sono pronti a dedicare energia fino al sacrificio della vita. Anche a livello locale si è voluto mantenere vivo il ricordo di Alberto, attraverso varie iniziative: -il Liceo Scientifico “G.Stampacchia” ha dedicato, alla sua memoria, la seconda aula a destra nel corridoio a sinistra dell’atrio; -il Comune di Tricase nel 1992 ha denominato la strada d’ingresso a Lucugnano, per chi viene da Alessano. Sono trascorsi 28 anni da quel tragico giorno; il tempo inesorabilmente ha trasformato tutto, le persone e le cose; Alberto rimarrà per sempre un giovane di grandi ideali civili e morali, esempio sia per chi lo ha conosciuto, sia per chi può ancora conoscerlo attraverso questi segni. (s.l.) UN’ALTRA TRAGEDIA DIMENTICATA? Quando nessuno vuole ricordare… Pg.4 TUTTOSTAMPACCHIA Una delle caratteristiche del genere umano è poter dimenticare. L’uomo prova, e spesso ci riesce, a gettare nella stanza dell’oblio qualsiasi cosa non sia di suo gradimento, qualsiasi cosa possa turbare il tranquillo scorrere della sua esistenza. Ogni volta che un disastro di qualsiasi genere colpisce l’attenzione mondiale, i media ci bombardano con le notizie più terrificanti, ci costringono a conoscere un mondo che preferiremmo lasciare fuori dalle nostre vite. Tutto questo per un periodo più o meno lungo, variabile a seconda della gravità del fatto accaduto . Poi, da un giorno all’altro, le televisioni, i giornali e qualsiasi altro mezzo di comunicazione non parlano più di nulla. Ciò che ha fatto notizia per tutto questo tempo…ora non la fa più. Bisogna parlare d’altro. Anche questa volta, come in ogni altra occasione qualcos’altro ha cominciato a fare più notizia e lo tsunami che ha devastato il sud-est asiatico durante il periodo natalizio è scomparso dalla scena. Abbiamo visto immagini che hanno sconvolto le nostre menti. Il paradiso delle nostre sognate vacanze distrutto dall’incommensurabile forza della natura. Scene di villaggi spazzati via dall’acqua, di decine, centinaia di morti, di bambini rimasti senza nessuno che si prendesse cura di loro, ci hanno fatto trascorrere notti insonni a pensare a quanto sia fragile la nostra esistenza e a come la nostra vita possa essere sconvolta da un giorno all’altro. E ora, nessuno ne parla, nessuno se ne ricorda…nessuno si chiede che fine abbiano fatto quelle famiglie distrutte, quei bambini orfani. Chi si sta occupando di loro? O meglio, c’è qualcuno che si sta occupando di loro? O dopo l’iniziale corsa alla generosità, queste popolazioni sono state abbandonate a sé stesse? Queste sono alcune delle domande che dovremmo porci guardando le famiglie e i bambini che ci circondano ogni giorno. Sono passati quasi tre mesi dal disastro natalizio e nessuna persona ragionevole può pretendere che sia ancora una notizia da prima pagina, tuttavia, sarebbe da egoisti voler vivere rintanati nel proprio mondo perfetto e dimenticarsi che al mondo c’è gente che sarebbe felice di essere ricordata. Anna Corsanello IV A Sc. FERROVIE: CONTINUANO LE POLEMICHE Montesano Salentino Scorcio di paesaggio Profumo di antico e ricordi legati ai tempi passati, tranquillità e nostalgia. Sono queste le prime sensazioni che regala uno scorcio del centro storico di Montesano. Sembrerà strano ma nel terzo millennio c’è ancora un posticino che, nonostante sia circondato dal tram-tram della vita di oggi, sembra essere rimasto indietro nel tempo. Sembra aver bloccato le lancette dell’orologio e aver deciso di rimanere lì, in quel periodo della vita dove si sente a suo agio. E’ proprio entrando in questo piccolo cortile che ritorna alla mente ciò che è stato e non tornerà più. Il pavimento fatto di lastre di pietra levigate, le cosiddette “chianche”, scivola sotto il calzare delle scarpe dandoti la sensazione di cadere. Le casette sembrano un unico e grande palazzo, sono così vicine che non si distinguono tra loro. Sui balconi ci sono ancora i vasetti delle pianticelle che la nonna curava con tanto affetto e premurosità; le pareti portano il segno indelebile del tempo, il marchio che le distingue da tutte le altre e che, proprio per la loro antichità, le rende uniche. Basta guardarle attentamente per vederne i segni del tempo. Tempeste e giorni di caldo incredibile, pioggia e vento. Ma se potessero, ci racconterebbero anche il litigio tra le due “comari”, la gioia nel giorno del matrimonio della vicina, i pomeriggi di una fanciulla passati a pensare al suo ragazzo in guerra. Ma ci racconterebbero anche il sacrificio di andare nei campi quando il sole non era ancora sorto, o la fatica del ritorno dopo aver passato una giornata a lavorare. Da un angolino si scorgono piccole scale che si perdono tra i vari terrazzi. Sono piene di crepe e il piccolo muricciolo che le sosteneva non ha più quell’aspetto giovane e sicuro di tanti anni fa. Ora non sono più tanto affidabili ma lo sono state quando la mamma andava a stendere i panni al sole, quando i bambini vi salivano per cercare di nascondersi mentre giocavano. Più internato, invece, c’è il pozzo… Il pozzo ora è silenzioso ma basta un po’ di fantasia perché si possa sentire ancora il suo dolce rumoreggiare. E’ lui che ha raccolto tutte le favole che il nonno raccontava ai suoi nipotini seduti proprio lì vicino. E’lui che nei momenti caldi ha dissetato. E ora è come se volesse chiedere di continuare ad attingere acqua per cercare di rendersi utile. Loro, invece, i “cannizzi”, se ne stanno zitti e fermi in un angolo. Anche se malconci, vogliono far parte di questo ricordo, vogliono ritornare a quando sono stati creati da quelle mani che, con tanta pazienza, hanno dato loro la vita. Vorrebbero poter descrivere l’odore del fico fatto essiccare su di essi… Già il fico. Lui sta sempre lì, ritto, imponente e non cessa mai di abbassare lo sguardo. E’ alla sua ombra che molte volte, nelle mattine d’estate, la nonna insegnava alle sue nipotine a ricamare. Tra le sue grandi foglie filtrano riflessi del tramonto che rendono l’atmosfera ancora più caratteristica e basta poco per lasciarsi trasportare; alcuni raggi di sole rendono l’aria più mite e definiscono i particolari di questa realtà, isolata dal resto del mondo. Questa realtà che non vuole e non deve cambiare ma deve rimanere impressa e viva in noi. Salento in vendita Sara Rizzello V A (cl.) Opere d’arte in rovina La popolazione lamenta i disagi delle ferrovie del Sud-Est Salentino “E’ ora di farla finita con il malfunzionamento delle ferrovie del sud-est salentino”. Ecco l’espressione più frequente che si ode tra la popolazione e principalmente tra i turisti, che lamentano i disagi dei mezzi di trasporto: basti pensare che per spostarsi di circa 60 km occorrono quasi due ore. Senza tener conto che vi sono località in cui il turismo è concentrato: esempio immediato è la località marina di Santa Maria di Leuca, molto popolata nelle stagioni estive e prive di una stazione ferroviaria. Ecco il racconto di un gruppo di turisti:”L’Italia sud-est non è un film sul salento. E’solo un viaggio, eterno però. Un viaggio lungo la frontiera come quelli che si sognano da bambini, o che almeno sognavamo di fare quando giocavamo agli indiani e cowboy. Un giorno siamo saliti su questi strani treni, con la scusa di voler capire dove andavano i salentini. Ci siamo persi. Non riuscivamo ad ammirare le bellezze. Sarà il caso di affidarci alla speranza? Emanuela Ruberti 3A Sc. Gli interessi dell’uomo sono spesso la principale causa delle “catastrofi” ambientali. Basti pensare al disboscamento che, fino ai primi anni ’90, ha visto il “dimagrimento” del più grande polmone verde del mondo, l’Amazzonia, a poco più di un terzo dell’estensione originaria. Senza però guardare troppo in là, potremmo soffermarci proprio qui da noi. È di attualità l’espianto di oltre 250 alberi di ulivo secolari. Se andassimo a studiare le normative che di fatto tutelano i territori agricolo-coltivabili scopriremmo che esistono leggi poste a salvaguardia dei paesaggi naturali. In particolare ci sono leggi regionali che vietano la lottizzazione dei terreni agricoli e che limitano in essi lo spazio edificabile, ma che soprattutto preservano il territorio naturale da modifiche che di fatto graverebbero sul patrimonio “artistico” del Salento. Come molto spesso accade, per ovviare all’impediente legislativo, l’uomo “disegna” leggi speciali che scavalcano le normative stabilite. Ci troviamo così di fronte ad un paradosso. Se la legge statale del 1951 impediva l’espianto di più di 5 piante nell’arco di un biennio, grazie ad una nuova legge regionale è possibile ottenere permessi dalla Regione Puglia per sradicare, senza alcun limite, tutte quelle piante ritenute improduttive! E la salvaguardia dell’ambiente? E la tutela dell’ecosistema? E il patrimonio “artistico”? Bisogna per forza che un territorio sia considerato ai sensi di legge patrimonio storico per sottrarlo allo scempio? Insomma, se vogliamo, le leggi dirette a preservare il patrimonio naturale esistono, ma vengono modificate. Per concludere, sarebbe opportuna una responsabilità maggiore da parte degli enti preposti al controllo dei paesaggi rurali, anche grazie al sostegno dello Stato con leggi meno flessibili in merito ad una così delicata problematica. Salviamo le nostre “opere d’arte”! Lara Cinelli IV B Sc. Alla scoperta del nostro territorio TUTTOSTAMPACCHIA Pg.5 Visita guidata a Morciano di Leuca, Patù e Barbarano Era una normale lezione di Storia dell’Arte, quando il professore Giovanni Nuzzo annuncia alle classi IA e IB Scientifico l’itinerario della visita guidata programmata per il 12 Gennaio 2005. Insieme alla IVA e IVB Classico, che hanno seguito lo stesso itinerario ma con ordine diverso, ci siamo recati a Morciano di Leuca, Patù e Barbarano. Morciano è una piccola ma accogliente cittadina dove tradizione e mondanità si fondono insieme. Appena arrivati ci ha accolto il presidente della Pro Loco, Sig. Antonio Renzo, che ci ha illustrato la storia del castello e della Chiesa e abbiamo imparato che là dove prima c’era una convento dei Carmelitani ora c’è solo una casa poco adatta all’ambiente circostante, ricco di antichi monumenti. Dietro il castello, anticamente, c’era una ricca biblioteca, ora di proprietà del Comune, il quale si sta adoperando per aprirla al pubblico. Un tempo il castello era abitato dalla famiglia dei D’Angiò, ora, invece di rappresentare un bene artistico aper- to ai visitatori, è diventato una casa privata e abitata. Successivamente, siamo entrati nella Chiesa vicina dove il giovane parroco Don Antonio De Giorgi ci ha accolti, dicendo che lo stile della chiesa è barocco e che è stata ristrutturata in modo superficiale . La nostra sosta più lunga è stata nella sede della Pro Loco dove abbiamo visitato due frantoi di cui uno ipogeo, scavato sotto terra per mantenere costante la temperatura delle olive. All’interno troviamo l’ufficio informazioni e uno dei due frantoi che è stato utilizzato fino al 1970 (infatti troviamo anche un motore). Vicino c’erano delle “vasche” scavate nella roccia dove si raccoglieva l’olio e l’acqua vegetativa la quale scendeva, attraverso dei canali, nella parte sottostante dove successivamente è stato scoperto il frantoio ipogeo. Questo si compone di quattro spazi. Nel primo, quello più grande, troviamo la macina con un canale circostante scavato negli anni dal cavallo o asino che faceva girare la macina. Si trovano anche un letto in pietra, un tavolino e delle nicchie in cui sono Alba Sempre diversa, misteriosa appari e ti nascondi timida a me. Ti aspetto per ammirare i tuoi colori velati, le tue miriadi luci soffuse, l’immensa tua forza che in un baleno cancella il freddo buio della notte, per provare, solo per pochi istanti, forti sensazioni. Tenui sono le tue parole che mi giungono, sembrano sussurrarmi “buon giorno” che a volte, però, non lo è. Ilaria Stefanelli 3°E AKRA-LEUCHÈ: PER LE STRADE DEL RITORNO IN PROGRESS Siamo troppe volte costretti a vedere: sbirciare la banale e quotidiana atmosfera paesaggistica e artificiale che incrociamo nell’andare a scuola, nel ritornare a casa, nell’attesa impaziente di un verde semaforico. Sguardi apparentemente sfuggenti sembrano aver paura di penetrare e fondersi con ciò che, se badiamo bene, delinea la nostra identità. Il silenzio e la staticità non sono le “vere dimensioni” del mondo: è la nostra vita, la nostra incessante e superficiale corsa, a soffocarne ogni sospiro di presenza. Noi abbiamo deciso di guardare: dissodare il velo di inconsistenza che ricopre la nostra brama di uniformarci al globalizzato, perché consapevoli che nella differenza, nella particolarità nasce quello che siamo, quello che ci rende eredi di un territorio, di una tradizione, di una cultura, integrata dai tanti approdi ricevuti nel corso della storia. La capacità di visualizzare è una facoltà bivalente, è un processo inconscio e intellettuale: nel primo caso, nostra guida diventa la luce (da qui il titolo “Leuchè”, “abbaglio”, “colmo di luce”), risorsa determinante dell’essere salentini, abitanti dell’estremo lembo della provincia di Lecce, autrice-creatrice di ogni granello di sabbia immerso nella grande forza comunicante e portuale che è l’acqua, transeunti abbagli ne riflettono scorci e miscugli di culture; ogni arido solco di terra. Una realtà salentina filtrata dai nostri occhi e dai nostri vissuti, dalle nostre speranze e dai nostri passati: la necessità di permeare lo schermo (il progetto prevede la realizzazione di un documentario sull’identità storico-culturale-ambientale del nostro Salento da distribuire successivamente a livello provinciale, regionale e nazionale), dello stretto legame esistente tra scuola, cultura e società. Ci siamo proposti di cercare i documenti “non solo cartacei” che rivelino il recupero di un rapporto costruttivo con l’ambiente in cui siamo immersi: intellettuale per la ricerca dell’originalità, lontana dallo scontato livellamento delle immagini salentine. La consapevolezza di noi stessi è la base per una promozione onesta e attiva. Rincorreremo l’obiettivo! Chiara Paiano V C state trovate delle lampade probabilmente usate per la lettura. Si presume, allora, che quel letto servisse per nascondere un personaggio importante, in quanto tutti i lavoratori dormivano sui sacchi e inoltre solo una persona colta sapeva leggere. Nel secondo spazio troviamo delle vasche usate per raccogliere olio e acqua vegetativa e una sala adiacente dove sono state ritrovate delle grate e quindi si ipotizza fosse stata utilizzata come cella. Ne troviamo un’altra accanto alla prima sala molto probabilmente perché si dividevano donne e uomini. Dopo aver ringraziato per la sua dettagliata spiegazione e disponibilità il presidente Renzo, promotore di un vasto progetto per la conoscenza del territorio e recupero dei beni storico-artistici e culturali, nonché scopritore del frantoio ipogeo “medievale”, ci siamo recati in pullman a Patù per visitare la Cento Pietre. Questo è un monumento singolare la cui datazione è stata molto discussa: verso il 1800 d.C. gli studiosi credevano fosse un’evoluzione del Dolmen. Verso il 1960 l’archeologo Prandi fece delle ricerche e scoprì che risaliva al Medioevo, precisamente al X sec. Secondo la leggenda i massi venivano trasportati dalle donne dalla collina di Vereto dove c’erano le cave. Vereto fu distrutta dai Saraceni in una battaglia avvenuta dopo la loro incursione nel territorio, intorno all’877 d.C. Gli abitanti del luogo, per prendere accordi con il nemico, mandarono un condottiero francese che fu ucciso. Costruirono quest’edificio per seppellirlo. Si dice che ancora oggi dalla Francia vengano comitive francesi per visitare la tomba del loro connazionale. Nel corso dei secoli si rifugiarono dalle persecuzioni i Monaci Basiliani e fu riutilizzato aprendo una porta che mettesse il monumento in comunicazione con la chiesa. Al suo interno si trovarono degli affreschi di santi e di un Cristo, rappresentati con colori sgargianti. Purtroppo la Cento Pietre si trova su terreno privato, il cui possessore non ha preso ancora accordi con l’Amministrazione Comunale per il restauro, infatti all’interno del monumento troviamo bottiglie di birra, cartacce, sigarette che ne causano il degrado. Dulcis in fundo arriviamo a Barbarano per visitare il Santuario di Santa Maria del Belvedere, detta anche Leuca Piccola. Infatti si nota una certa somiglianza con il Santuario di Leuca e veniva confuso anche dai pellegrini che viaggiavano che, vedendo la chiesa, pensavano di essere arrivati sani e salvi alla meta. Nel 1685 è stata ristrutturata innalzando la parte superiore, mettendo l’intonaco dove c’era S. Cristoforo (protettore dei viandanti), facendo il pronao e abbassando l’arco per inserire lo stemma dei Capece (leone rampante). La parte più antica della Chiesa è l’immagine della Madonna di Leuca. Dall’incendio dei Turchi si salvarono solo, si pensa per miracolo, le teste di Gesù e di Maria. Gli affreschi sono del 1700 raffiguranti alcuni santi e sul soffitto i quattro evangelisti. Nella parte retrostante all’altare si trovano due confessionali in pietra. Per accedere alla parte superiore si passa per una scala molto stretta che porta ad una terrazza coperta a forma di capanna a tre navate, usata come difesa nelle battaglie. La Chiesa risulta fortificata, la stessa scala è così stretta in modo da far passare solo una persona e quindi i nemici potevano essere annientati più facilmente. La chiesa possiede anche un sotterraneo scavato nel 1688, dove i pellegrini potevano alloggiare e prendere l’acqua da tre pozzi, due vicini e rispettivamente di 17 e 14 metri ma, siccome insufficienti, si usufruì di un terzo pozzo distante 50 metri dai primi. La nostra piccola escursione nel territorio si è conclusa con un ringraziamento al parroco di Barbarano, don Francesco Cazzato, e siamo tornati alla sede scolastica soddisfatti del nostro itinerario, sperando in altre occasioni per visitare la nostra magnifica terra. ALLA SCOPERTA DELLE CASE A CORTE Camminando a piedi nel centro storico di SALVE, notiamo con nostra grande sorpresa molte case a corte, che non riusciamo a scorgere circolando in macchina e frettolosamente. Lotti, Nutricati, Rasciale, situate tra via Marsini e via Persico sono tra le più suggestive residenze del ridente comune del Capo di Leuca. La tipologia architettonica di questo tipo di costruzioni è un fenomeno tipicamente salentino che deve la sua fama più che alle proprie caratteristiche strutturali alla funzione di coesione sociale che testimonia. Caratteristica di queste case è appunto un cortile centrale su cui si affacciano delle abitazioni con pochi vani (uno o due al massimo), in cui abitavano un tempo intere famiglie. All’interno del cortile vi sono la pila per lavare i panni e la cisterna per la raccolta dell’acqua, che doveva essere sufficiente al fabbisogno di tutte le famiglie che abitavano nel cortile. Quando l’abitazione è a piano terra si può raggiungere per mezzo di una scala a pioli il lastrico solare che, anticamente come oggi, viene usato per l’essiccazione di fichi, pomodori, peperoni, ecc…Se l’abitazione è a due piani, il piano superiore è raggiungibile per mezzo di una scala esterna in muratura. All’interno del cortile si accede attraverso uno stretto vicolo o più frequentemente da un ingresso ad arco su cui è raffigurato lo stemma della famiglia Elisabetta Nesca 1^B Sc. Mariella Zollino 1^A Sc. oppure è incisa la data d’edificazione o altre espressioni simboliche. La vita in questi ambienti trascorreva per i maschi dedita ai campi, mentre per le donne interamente dedicata alla cura della casa. La sera, poi, a conclusione di una faticosa giornata di lavoro si era soliti riunirsi, seduti in cerchio, per ascoltare le storie fantastiche dei più grandi che entusiasmavano i cuori dei più piccini. Sarebbe davvero bello rivivere quei momenti di semplicità e dolcezza, di comunione e serenità. Francesca Villanova 3A Sc. PILOTARE LA VITA TUTTOSTAMPACCHIA NOI E LE PICCOLE RACCOMANDAZIONI Entrando nel forum del liceo classico di Galatina (www.classemista.altervista.org), ho notato che una sezione era dedicata alla raccomandazione. Mi sono subito vergognato: chi mi conosce sa il motivo (gli altri è meglio che non lo sappiano). Mentre leggevo quello che i ragazzi avevano scritto, ho iniziato a riflettere sulla nostra vita quotidiana; ho iniziato a pensare se anche noi usufruiamo di questo privilegio e mi è subito saltato in mente un esempio. Quanti studenti si recano a scuola con il pullman? Quanti ogni giorno, nonostante ci siano dei posti liberi, rimangono in piedi perchè sono “OCCUPATI” da chi è seduto accanto? Ovviamente questo ragazzo preferisce riservare il posto per un suo amico a scapito di altra gente. Cos’è questa se non una raccomandazione? Quante di queste ingiustizie ogni giorno subiamo e, perché no, le facciamo subire agli altri? Magari non ce ne accorgiamo, ma è così, me ne sono reso conto quando ho prestato attenzione al problema. In fondo ognuno di noi raccomanda ed è raccomandato. Questa piaga non solo è presente nel mondo del lavoro, ma anche tra di noi. Soprattutto tra di noi! Potrei elencarvi tanti altri esempi ma ho poche righe a disposizione. Mi sono posto un altro interrogativo: quali differenze ci sono tra la raccomandazione e la mafia? Non molte, anzi...tutte e due hanno una caratteristica in comune: perché abbiano luogo ci dev’essere un gruppo di persone che decide un qualcosa che è contrario alla legge, ed un altro gruppo, 1000 volte più grande, che le rispetta e non si ribella. Con questo non voglio dire che chi raccomanda è un mafioso, ma che la mentalità in fondo è quella. Tante persone affermano che vogliono combattere la mafia e la raccomandazione. Credo che non si possa farlo finché prima non si cercherà di eliminare le forme più piccole di suddetti mali, quelle che ci circondano. Davide Urso IV D Sc. Perle di saggezza contro il disagio giovanile Per molti di noi l’infanzia è una culla ovattata, il mondo sembra lontano, così come anche tutte le realtà più dure e come un universo fuori dallo spazio e dal tempo. Poi arrivano i primi stravolgimenti, ed eccoci: uomini e donne, forti, giovani e belli, perfetti…in apparenza. Come fragili vasi, dentro deboli, suscettibili, le fragilità nascoste dietro al vuoto di mode frivole, mutevoli, passeggere. E come tanti sfollati, colti da un improvviso cataclisma, ci si adatta come si può, ognuno fa del proprio meglio per sopravvivere a questi anni difficili, perché a vent’anni è tutto in sospeso, c’è tutto e niente. Si vive tra il sogno e la realtà, tra mille speranze, prospettive future non sempre realizzabili. Ecco le prime gioie, le prime vere delusioni, si arriva a dover far fronte alla nostra disastrosa condizione: aggressività, solitudine, incomunicabilità, insicurezza, fragilità…Così la maggior parte di noi si ritrova sola, allontanatasi volontariamente dalla famiglia che sente in ogni caso ostile perché in qualche modo limitante; assalita dall’affanno di paure e angosce esistenziali. Si ritrova in una vita, in un ambiente che ti scaccia, come alieni su un Un U na a S Sc cu uo olla a Ch C hee C Ca am mb biia a Cosa pretende un figlio degli anni sessanta per i propri figli? Per i ragazzi del 2000 , un genitore che ha oltrepassato il secondo millennio desidera essenzialmente una scuola aperta e uguale per tutti. Aperta alla società e all’esperienza dei cittadini che vogliono e possono dare un contributo. Noi genitori guardiamo con vera ammirazione le scene dei film americani quando ci si imbatte in college liceali dove si allestiscono squadre di tutti gli sports o attività extracurriculari riguardanti ad esempio il teatro. Ci chiediamo perché da noi le strutture quando ci sono - debbano restare inutilizzate o sottoutilizzate in modo precario e difficoltoso. Perché ad esempio il Liceo Scientifico e Classico non caratterizza la propria offerta formativa con la realizzazione di un teatro stabile , interno, che sappia stimolare gli studiosi dei classici e della letteratura in genere a mettersi alla prova ? Perché la popolazione studentesca non è monitorata da programmi sportivi che sappiano andare al di là dei giochi della gioventù, allestendosi invece squadre di basket, pallavolo, tennis tavolo , calcetto , organizzando anche dei campionati interni? Perché non possono essere utilizzati i genitori che, specie per le ultime classi , possano descrivere i pro ed i contro delle professioni che svolgono, coinvolgendo i ragazzi in un’esperienza diretta al fine di far capire ai ragazzi cosa veramente vogliono fare della propria vita dopo il liceo. Forse queste brevi riflessioni appariranno solo considerazioni utopistiche ma sono convinto che in altri posti sono solo lo specchio fedele di una realtà ormai consuetudinaria. Internet ? ma Internet ci è venuto addosso, la scuola non poteva evitarlo! Una scuola Nuova dal cuore antico, questa invece deve costituire una scelta precisa. Non è troppo, possiamo ancora farcela! Fabrizio LICCHETTA (genitore di un alunno) pianeta estraneo e quasi minaccioso. In questo terremoto di emozioni non sempre è facile barcamenarsi fra i problemi della vita, c’è il pericolo di non saper schivare bene le rocce, di non sfruttare le rapide…si rischia di restare senza fiato! Per questo, colti impreparati, si va incontro a enormi difficoltà davanti alle quali spesso non sappiamo come reagire e che ci travolgono improvvisamente, pesantemente e senza pietà!..Come sopravvivere? Anzi: come viverla nel migliore dei modi?... La novità è che non è necessario nascere forti, non ci sono dei piccoli superman predestinati al successo. Forte non è chi è sempre vissuto avvolto in una coltre di comodità, sicurezze, pillole di felicità, ma chi ha affrontato e superato i propri disagi interiori, i propri fantasmi, chi impara a proprie spese anche dalle cattive esperienze. La capacità di rialzare la testa dopo le avversità, la marcia in più, darsi da fare, attivarsi, non essere in balia degli eventi ma decidere anche contro corrente. Accettare i cambiamenti e non solo, pilotare la propria vita, guardando alle novità come occasioni stimolanti piuttosto che minatorie e ostili. Ecco le nostre carte vincenti da giocare per reagire nel migliore dei modi. Abilità rare, sviluppate a un buon livello grazie ad un ambiente stimolante e favorevole, in cui il ragazzo viene valorizzato e così incoraggiato a raggiungere un buon rapporto anche con il proprio corpo, che non sia solo di accettazione o di rassegnazione verso una sorta di involucro che ci impaccia o ci limita e che non sentiamo nostro, ma di amore, di rispetto, di cura verso noi stessi. Una volta raggiunta maggior consapevolezza saremo capaci di nuovi desideri, incrementeremo la nostra capacità creativa di scoperta e fiducia nel fatto che il nostro impegno possa incidere sull’ambiente circostante, sugli altri. Questo per essere uomini e donne nuovi, non succubi di un destino opprimente, non vittime di una realtà non nostra e immutabile, ma capaci finalmente di gestire la nostra vita, con le nostre mani, con la nostra forza, per scoprire capacità che neanche immaginavamo… Mariagrazia Zippo IV G Pg.6 LA SCUOLA COME PREPARAZIONE A UNA PROPRIA PERSONALITA’ Nell’insegnamento tradizionale si ha un’eccessiva distanza fra professore e alunno, per cui il primo diventa un essere autoritario ed inaccessibile, e il secondo gli è completamente sottoposto; anche se questo non si verifica in tutti i casi perché molte volte è lo studente che si dimostra non rispettoso verso l’adulto che magari si presenta più buono e disponibile. Un altro aspetto negativo è l’eccesso di nozionismo a cui è costretto lo studente. Egli deve ricordare una grande quantità di nozioni, nomi, date, regole, che non costituiscono una vera cultura e che, dopo qualche tempo, immancabilmente si dimenticano. E’ inutile, dunque, imparare a memoria tutti questi dati; conviene, invece, insistere sui concetti fondamentali delle singole materie, in modo che essi rimangano indelebili nella mente dell’alunno. Infatti il compito della scuola non è quello di imbottire la testa degli studenti di nozioni inutili, ma è quello di aiutarli a capire il mondo, per sviluppare la loro personalità, per formare la loro coscienza critica. Per raggiungere questi risultati l’alunno dovrebbe essere capito nei suoi interessi e quindi nella sua personalità. Ad esempio, invece di conoscere autori attraverso i libri, si potrebbe leggerli direttamente e poi formarsi un’ opinione critica. Dopo che l’alunno, indirizzato verso i propri interessi, sia riuscito a soddisfare la propria personalità, sarà più sicuro di sé stesso e, in alcuni casi, lascerà da parte il carattere a volte scorretto verso gli altri, che utilizza per nascondere la propria fragilità. FRANCESCA VILLANOVA 3A Sc. DOCENTI SEMPRE PIU’ VECCHI LA SITUAZIONE E’ MOLTO GRAVE Sempre meno speranze lavorative per i giovani laureati Un recente sondaggio della UIL, intitolato “La carta d’identità del personale della scuola”, ha rivelato una situazione preoccupante della scuola italiana: gli insegnanti giovani risultano essere in via d’estinzione. È stato infatti calcolato che meno dell’1% di tutti gli insegnanti di ruolo ha un’età inferiore ai 30 anni mentre circa il 50% di loro supera i 50 anni; dato ancora più preoccupante è che solo l’8% dei professori più anziani risulta essere prossimo al pensionamento. L’invecchiamento del nostro sistema scolastico appare ancora più evidente se si considera che il 70% dei dirigenti scolastici è oltre la soglia dei 56 anni, dato che fa riflettere soprattutto se, come commenta la Uil, viene paragonato all’età media degli imprenditori, pari a meno di 40 anni. Inoltre, il quadro si fa più preoccupante se si considerano le previsioni della Uil: nel 2010 i professori over 50 saranno più del 58% e nel 2015 quasi il 71%. Il nostro liceo, con un corpo docente dall’età media di circa 50 anni, rispecchia perfettamente la situazione espressa dalle statistiche elaborate dalla Uil: non ci sono docenti al di sotto dei 32 anni, mentre, già adesso, quasi il 52% supera i 50. Questo processo di invecchiamento delle persone addette alla formazione culturale della futura società se da un lato rappresenta la garanzia di un insegnamento ideale, perché basato su un’esperienza decennale, sulla saggezza dei singoli docenti e sulla loro rigorosa preparazione, dall’altro potrebbe comportare l’irrigidimento dei professori sulle loro posizioni, essendo meno disposti a mettersi in discussione. Inoltre, anche l’approccio comunicativo con gli alunni subirebbe delle conseguenze, soprattutto causate dal progressivo distacco nel rapporto docentediscente. Il rallentato turn-over comporterà altresì una riduzione dei posti di lavoro nella scuola e tempi sempre più lunghi perché un laureato riesca ad “arrampicarsi” sulle interminabili graduatorie e ottenere l’ambita cattedra. Queste difficoltà, insieme agli stipendi alquanto esigui, spesso insufficienti a soddisfare anche le necessità di una famiglia, insieme alle mancate aspettative di fare carriera, porteranno presto la scuola a rappresentare solo un’occupazione di ripiego e, considerando l’importanza dell’istruzione per la promozione culturale della società italiana, è facile immaginare i danni che potrebbero essere arrecati all’intero sistema scolastico, finora fiore all’occhiello per il nostro Stato. Cesare Marco Ponzo 4^B Sc. Pg.7 TUTTOSTAMPACCHIA LE CHIESE DEL SALENTO In un libro la catalogazione delle opere “Architettura religiosa nel basso Salento”, è il testo pubblicato dalla nostra scuola, frutto di ricerca storico-artistica e religiosa di vari paesi. Il volume scaturisce dal “laboratorio dei beni culturali”, attuato con la collaborazione di oltre settanta studenti frequentanti il nostro Liceo. Edito da “ Martano- Lecce” , di pagg. 300, l’ opera si compone di 150 schede tematiche, ognuna delle quali focalizzata su un Comune o frazione, analizzando nel particolare le architetture religiose presenti nel territorio. I punti a cui rispondono le schede sono: l’ubicazione dell’opera, la tipologia, la descrizione, lo stato giuridico, i dati catastali, la tutela, la storia, la documentazione esistente e infine lo stato di conservazione. Il testo è corredato da nitide fotografie a colori raffiguranti i monumenti religiosi. L’obiettivo di questo progetto è stato in primis la sensibilizzazione degli studenti verso la propria cultura ma anche la valorizzazione delle risorse locali. Ogni alunno, o gruppo di alunni, si è occupato infatti del proprio Comune di residenza e ha proceduto alla compilazione delle suddette schede con il supporto della Soprintendenza ai Beni Culturali di Lecce. I 16 Comuni interessati sono: Acquarica del Capo, Alessano, Andrano, Arigliano, Barbarano del Capo, Caprarica, Castiglione, Castrignano del Capo, Castro, Corsano, Depressa, Diso, Gagliano del Capo, Giuliano, Santa Maria di Leuca, Lucugnano, Marittima, Miggiano, Montesano, Montesardo, Morciano di Leuca, Presicce, Salignano, Salve, San Dana, Sant’Eufemia , Specchia, Tiggiano, Tricase, Tutino. Il progetto, già avviato negli anni scorsi, su proposta dei docenti del dipartimento di Disegno e Storia dell’arte di questo istituto, Giovanni Nuzzo e Giovanna Arseni, con la collaborazione di Mario Monaco, è stato guidato dal funzionario della Soprintendenza ai Beni Culturali di Lecce, dottor Giovanni Giangreco, che ne ha curato l’introduzione. L’iniziativa è stata fortemente voluta e sostenuta dal dirigente scolastico, professor Francesco Renzo. Roberta Piccinni 4° A Sc. NO GAY?…NO PARTY LA MODA GAY DILAGA NEI LUOGHI DI POTERE Leggo in La Coscienza di Zeno di I. Svevo al cap. IV: “….. Adesso che invecchio […], anch’io sento che un’immoralità predicata è più punibile di un’azione immorale. Si arriva all’assassinio per amore o per odio; alla propaganda dell’assassinio solo per malvagità”. Leggo e non posso fare a meno di pensare alla untuosa retorica che circonda gli omosessuali in questi ultimi tempi. Film, sceneggiati, storie raccontate al video e sui giornali abbondano di conversioni dall’eterosessualità all’omosessualità o alla bisessualità con accenti mistici ed esaltati di trionfo della verità, di maturità civile e di progresso umano. Quanto a progresso umano, ho i miei legittimi dubbi dato che tutti ( o no? ) sappiamo che l’omosessualità veniva abbondantemente praticata molti secoli prima dell’anno zero (si vedano Sodoma e Gomorra, l’antica Grecia, Roma ecc. ). Altro che progresso, dunque! Poi venne Qualcuno ( S. Giovanni dice “La Luce” ) che ha rivelato l’uomo all’uomo e gli ha dato gli indicatori di direzione per progredire nella conquista della pienezza di sé che è poi l’unica vera felicità e, mentre condannava la fornicazione, elevava alla dignità di sacramento il matrimonio, sesso compreso. Certamente si tratta di una sessualità aperta alla vita, non autoreferenziale, egoistica e senza futuro, di una sessualità orientata, finalizzata, inscritta in un disegno di cui sono ben visibili i contorni. Scriveva Enrico Castelli: “ E’ definitivamente perduto l’essere di cui è impossibile rintracciare il principio e la fine. Il demoniaco è questo “non essere” che si manifesta come aggressione pura: lo stravolto”. E davvero di stravolgimento, altro che di trionfo della verità, si tratta! Il discorso non riguarda i gay (i quali, a parer mio, dovrebbero reagire a tutto questo gran parlare che si fa intorno a loro con uno stentoreo: “Occupatevi dei “ casi “ vostri!!!), ma le potenti lobby dei gay, il gregge, lo spirito da pecoroni che domina e che ci fa vivere l’omosessualità come un totem. Victor Hugo nei suoi “ Taccuini” segnalava l’uso perverso che l’uomo spregiudicato può fare di idee o giudizi infondati contrabbandandoli per verità proprio perché apparentemente logici o accettabili: “Ogni pensatore scriveva - che vorrà diventare oratore, uomo di spirito e di cuore che vorrà diventare ed essere eloquente, muovere le masse, dominare le assemblee, agitare gli imperi con la sua parola, non avrà da fare niente altro che passare dalla regione delle idee al territorio dei luoghi comuni”. E allora? Accettiamo passivamente questo passaggio dalla “regione delle idee” a quella dei “ luoghi comuni “? Massimo Granellini nella rubrica “ Cuori allo Specchio” ( settimanale della Stampa) sia pur in altro contesto, alcuni mesi fa scriveva “…. tutte le istituzioni dalla scuola alla famiglia, dalla tivù alla pubblicità, invece di responsabilizzare i cittadini, propagandano valori di egoismo totale”. Perché di questo si tratta, al di là dei luoghi comuni e del cosiddetto “ buon senso” di alcuni, ma che in realtà è solo comodità, banalità ed inerzia. Il grande pensatore Pascal invitava non a “ ben pensare” (il “ben pensante” segue la dominante sociale) ma a “ pensare bene”, seriamente e fondatamente. E in ciò la scuola non può stare a guardare. Rita Donnicola ACUTI “OSSERVATORI” DELLA NOSTRA REALTA’… Rivista apartitica, laica e trimestrale “Osservatori”, si preoccupa di proporre all’attenzione dei lettori quelli che sono i problemi principali del territorio salentino di carattere politico, economico, sociale inerenti la scuola, il welfare , la salute e tutto ciò che è oggetto di attenta osservazione e analisi. La rivista nasce grazie alla preziosa e costruttiva collaborazione di quanti rivolgono uno sguardo critico e interessato al nostro tessuto sociale. Nel primo numero dell’opuscolo ben dieci articoli sono stati pubblicati a cura di note personalità nel campo culturale e si focalizzano sulla crisi in atto dei settori tessile, dell’abbigliamento e calzaturiero che ha pesantemente colpito il Salento, gli “opinionisti”, con uno stile vivace, che risveglia le coscienze di quanti sono coinvolti in questa dura realtà, invitano a combattere l’inerzia della nostra popolazione poiché le potenzialità del nostro territorio non sono ampiamente sfruttate. Gli “osservatori” ci mostrano dunque dalla loro prospettiva che in fondo non tutto è perduto…“Osservatori”, diretto da Gianfranco Esposito, edito da Imago, si compone di numerose immagini, grafiche e fotografiche, e di ricchi contenuti da leggere tutti d’un fiato. Marina Capece & Mariangela Carbone 4B sc. Siamo lieti di presentarvi…Hermes! Diamo finalmente il benvenuto al nostro giornale di classe Alla fine ci siamo riusciti: il nostro giornale di classe è finalmente andato in porto! Dopo mesi di accurato lavoro, sospiri, tira e molla... la IVa B GINNASIALE di questo istituto, ha ottenuto ciò che desiderava: un giornale tutto suo, realizzato interamente dagli alunni della classe. Con questo numero unico abbiamo deciso di rendere onore al nostro dio del pantheon greco preferito, che ispira le nostre marachelle e i nostri scherzi più arditi: Hermes! Con le sue 25 pagine intrise di entusiasmo e voglia di fare, infatti, il dio ci porterà “sulle ali dell’informazione”, a spasso tra cultura, economia, attualità, costume, società e tante foto in ogni pagina che arricchiscono il nostro lavoro. Sarà un modo per utilizzare in maniera più divertente la lingua italiana che, quasi a nostra insaputa, sta per essere fagocitata dall’inglese. Un ringraziamento particolare va al prof. Rosario Romeo Erminio, che ci ha dato l’input per questo magnifico progetto, impostato tecnicamente da Laura De Marchi. Ci auguriamo che anche nel futuro possa essere pubblicato un secondo numero. IV B CLASSICO Arte: specchio e manifesto della società Iniziato con Nietzsche, Dolstoevskij e il nichilismo, il ‘900 non è ancora terminato. Entreremo nel futuro solo quando sapremo ridare un senso alla vita e ai suoi valori. (E. Scalfari) “Si dovrebbe sapere con esattezza quanto sia grande la forza plastica di un uomo, di un popolo o di una civiltà, …quella forza di crescere a modo proprio su se stessi, di trasformare e incorporare cose passate ed estranee…” Ciò affermava Nietzsche in un suo saggio. Come negarlo? Purtroppo, però, sembra che al giorno d’oggi quest’umana virtù sia venuta meno al suo compito, complici la pervasività dei saperi scientifici che diventano egemoni nella formazione dell’uomo occidentale, e gli esiti dello sviluppo della grande rivoluzione industriale che ha prodotto la massificazione della cultura e un inesorabile declino del carattere elitario dell’arte e della funzione dell’artista. Questa omologazione del pensiero non può che produrre un’irreversibile decadenza. Questo è il nichilismo moderno che accetta passivamente il nulla del senso e che teorizza il brutto nella forma dell’arte. Tutto ciò è dipeso da una rinuncia a pensare l’idea di bellezza, che racchiude la tensione propositiva di una civiltà e che per l’Occidente è solo moda. Non ha nulla di morale l’arte odierna, non è impegnata: potremmo quasi dire che manca di fondo nei suoi innumerevoli sperimentalismi che poggiano essenzialmente su uno stile e un linguaggio asettico, com’è quello della scienza. L’arte, quella che attraversa i tempi, come la definisce Zecchi, può essere solo di carattere elitario, in quanto riscatta quella gerarchia di valori rappresentati dall’artista. Compito dell’arte è quello di esprimere e raffigurare le determinate forme di esperienza di un’epoca, rendendole accessi- bili alla comunità. Quest’idea di realismo si fonda sulla teoria del “rispecchiamento estetico”, ossia la capacità dell’arte di cogliere attraverso il “particolare” e il “tipico” una certa realtà storica e sociale (Lukács), comprendendo anche i rapporti politici ed economici. L’io allora diventa specchio del noi, che si realizza solo attraverso l’esperienza, unico mezzo di confronto con le complesse metamorfosi che la società stessa subisce. Ma l’individuo è scomparso e, assieme ad esso, è scomparsa una sofferenza comune e condivisa. Invece di scorgere anche nei patimenti una preziosa fonte di esperienza, si cerca di eliminarli recidendo così la stessa possibilità di conoscere. Ma in un secolo come il Novecento, dove le stelle fisse hanno lasciato il posto a stelle danzanti, viene a mancare con l’assoluto, il senso stesso della vita e dei valori, che lascia spazio solo al nulla! L’unica speranza che ci resta è trovare il tutto nel nulla, la stessa speranza che anima Faust di fronte a Mefistofele. Un’arte impegnata nella storia contemporanea, coinvolta nelle vicende politiche e sociali, è l’unica realtà auspicabile. Solo allora l’arte tornerà ad essere “manifesto”. Loretta Licchelli II A Pg.8 TUTTOSTAMPACCHIA Intervista ad Ennesima prova di “forza” di una scuola conosciuta per vivacità e dinamismo Il nostro liceo lancia LLaa … S Sffiiddaa Piaccia o non piaccia a qualcuno o qualcuna il Liceo Scientifico – Classico “G. Stampacchia” continua ad essere al centro dell’attenzione non solo salentina, ma anche regionale e nazionale. Il suo dinamismo, le sue sfide, le scelte, gli interessi verso la cultura, lo portano oltre i confini a far parlare dei suoi alunni, dei suoi docenti, del suo dirigente. Una scuola che si distingue, costruisce con energia ed entusiasmo il suo futuro, un liceo attivo e vitale. Le vicende quotidiane, la partecipazione a bandi di concorsi indetti da pubbliche amministrazioni, istituti scolastici e organizzazioni giornalistiche, testimoniano ampiamente tutto ciò. Ultima in ordine di tempo è la partecipazione al concorso “La Sfida: Studenti alla scoperta del Salento”, organizzato e trasmesso dall’emittente televisiva “Canale 8”, con il patrocinio della Provincia di Lecce. La trasmissione si sviluppa mediante confronti ad eliminazione diretta tra gruppi di studenti delle classi terze e quarte, rappresentanti trenta istituti superiori della nostra provincia, chiamati a rispondere, in un tempo predeterminato e in presenza di un arbitro di gara, su domande relative a temi specifici della cultura salentina. La squadra del nostro istituto composta da Carlo Accogli, Giampiero Graps, Veronica Trani, Tonia Turco, Luigi Baglivo, Roberta Piccinni, Lucio Santacroce, Davide Zocco, Marina Capece, Mariangela Carbone, Antonio D’Amico, Cesare Marco Ponzo, supera brillantemente i primi due turni sui temi: “Movimenti contadini nel Salento nel ’900” e “Archeologia industriale nei secoli XIX e XX”, qualificandosi per la semifinale, dove vengono beffardamente sconfitti al domandone finale dall’Istituto Tecnico Commerciale “Cezzi – De Castris” di Maglie, dopo aver dominato ed esser stati in vantaggio per l’intero corso della gara per 21 a 18 punti, sull’argomento “Santi e protettori del Salento”. L’approdo in finale è stato preceduto dalle due brillantissime vittorie, ottenute con un ampio margine di vantaggio, ai danni delle formazioni dell’I.P.S.I.A “Martinez” di Galatina e L’I.P.S.I.A “Scarambone” di Lecce. Nonostante la sconfitta è stata comunque una occasione unica per i nostri ragazzi, che hanno affrontato tematiche, non facenti parte dei curriculari programmi scolastici con entusiasmo, impegno e spirito di squadra, accettando la sconfitta a testa alta. Giampiero Graps III B - Davide Zocco IV A Sc. Premio speciale a “TUTTOSTAMPACCHIA” on line Il Liceo Scientifico “G.Stampacchia” di Tricase trionfa ancora una volta a livello nazionale con il suo giornale d’istituto on line “Tuttostampacchia”. Con oltre cento pezzi giornalistici inseriti in rete, agli studenti è stato riconosciuto il premio speciale “Fedeltà e Lavoro” con la seguente motivazione: “Nonostante la vittoria nella prima edizione la redazione ha continuato a pubblicare articoli di ottima fattura curando nei minimi particolari l’aspetto grafico”.L’ambito riconoscimento è stato conferito presso il centro congressi della Confindustria della sede dell’Eur a Roma, alla presenza di una delegazione redazionale composta da Cesare Ponzo (tecnico multimediale), Mariangela Carbone, Carlo Accogli, Giampiero Graps, Veronica Trani e Tonia Turco, accompagnati dal docente Giovanni Nuzzo, responsabile del giornale. La manifestazione organizzata da “Alboscuole – circuito nazionale del giornalismo scolastico”, presieduta da Ettore Cristiani con la collaborazione di Federica Palmieri e da altri tecnici, ha avuto in questa seconda edizione un notevole successo poiché vi hanno partecipato ben 1267 scuole italiane. La cerimonia di premiazione ha inoltre raccolto numerosi consensi per la presenza di ospiti illustri tra i quali il noto comico romano Enzo Salvi conosciuto come “er pantera”. Il viaggio a Roma per il ritiro del premio speciale, autorizzato dal preside professor Francesco Renzo, è stato anche un’ occasione per visitare gli splendidi monumenti dell’Urbe e per relazionarsi con gli altri istituti. I ragazzi certamente spronati dal riconoscimento di questa seconda edizione continueranno a cimentarsi on line inserendo nel portale www.liceiscientifici.it articoli riguardanti : ambiente, cultura, territorio, poesia, attualità, multimedialità. Veronica Trani IIIB Sc. Un poeta salentino: RODOLFO CONTALDI “Luoghi, immagini e riflessioni rivolte verso la solidarietà” Rodolfo Contaldi, articolista, giornalista, scrittore e poeta salentino, nato a Lucugnano di Tricase il 9 gennaio 1943, ora residente in Caprarica del Capo in via Morandi n°6. Rodolfo ha partecipato a numerosi concorsi di pittura, narrativa e poesia e fa parte degli autori inseriti nell’antologia, “Poeti salentini di fine millennio”e “Poeti contemporanei” (Zane ed.Melendugno”). Ormai da anni è impegnato a parlare delle bellezze della nostra terra, ma anche di importanti temi contemporanei con una grande semplicità di parola. Perché nei suoi testi lo sguardo è rivolto al Salento? Perché sono nato nel Salento e perché il Salento mi scorre nelle vene, perché il Salento mi ha insegnato cose semplici, genuine, mi ha insegnato a vivere con dignità la povertà nei primi anni della mia vita. Cosa significa per lei essere “poeta Salentino”? Essere “poeta Salentino” significa per me cantare la bellezza della mia terra, del mio paesaggio, del mio mare, del profumo delle stesse persone che mi circondano. Quanti e quali testi ha scritto? Ho scritto dodici testi tra narrativa, poesia (in lingua e vernacolo). Per citarne alcuni: “Riflessioni”, “Liriche dal cuore”, “Li cunti”, “Ombre di luci”, “A simmana”, “Curcummiddhu de terra mia”, ecc…Che cosa significa la parola “solidarietà”, che sempre compare nei suoi testi? Per me “solidarietà” significa essere accanto alle persone che soffrono, mettere la mia vita a disposizione dei disabili per rendere la loro vita meno difficile e soprattutto cercare di renderli partecipi della mia stessa vita. Cos’è la poesia? Per me “poesia” significa ricerca del bello, dell’immenso, dell’infinito, del divino. Per me “poesia” significa cercare la liricità della parola, del verso. Quando nella stesura dei versi mi accorgo che viene a mancare questa caratteristica peculiare, li abbandono. EDOARDO WINSPARE Che cosa è per lei il cinema,cosa lo ha entusiasmato a fare cinema e quali difficoltà ha incontrato? Una frase ricorrente nel mondo del cinema è: La magia del cinema! Questa frase indica che oltre agli aspetti tecnici del film e insieme a quelli creativi, c’è qualcosa d’inaspettato, di magico che non può essere previsto, è fuori dal controllo. Per questo si può dire che il cinema è spirituale, è qualcosa che racconta l’anima, per me il cinema è la vita! È una forma d’arte complessa e partecipativa, infatti il cinema ha bisogno di sapere di drammaturgia, recitazione, musica per la colonna sonora e ha bisogno di tanta gente per realizzare un film. Pizzicata, Sangue Vivo, Il miracolo, i suoi documentari hanno portato notorietà al nostro Salento. Continuerà ad essere promotore della nostra Terra e della nostra cultura? Quando ho intrapreso questo lavoro, quando ho fatto questi film è stato perché ho sentito talmente forte questa passione che non ho potuto mai sottrarmi. Io dovevo raccontare questa terra nella sua bellezza, dolore, energia, drammaticità, tragedia, povertà, tarantismo, pizzica, bellezza delle donne, tossicodipendenza e mafia. Ci illustra l’iniziativa di quest’ultimo film che sta per preparare. In quale periodo storico è ambientato? Dove? PREMIO “GIOVANI EUROPEI” Maria Francesca Baglivo IVA Sc. agli studenti dello Stampacchia per il cinema e per il teatro Complimenti vivissimi agli alunni della nostra scuola che a Pachino, in Sicilia, sono stati vincitori del Concorso: “Giovani Europei per la difesa ed il rispetto dei valori” , IV edizione del Festival del cinema, della musica e del teatro, in onore dello scrittore Vitaliano Brancati. I ragazzi della III C Scientifico hanno conquistato il I posto della Sezione Cinema - medaglia d’oro- con il cortometraggio “Crescere alla pari”, progetto coordinato dalla Prof.ssa Rosanna Ciardo e realizzato con Edoardo Winspeare e Andrea Facchini. I ragazzi del Teatro Moderno, coordinato dalla Prof.ssa Maria Bondanese e diretto da Fabrizio Pugliese, hanno conquistato il II posto della Sezione Teatro - targa d’argento- con il loro: “Don Casciotte” liberamente tratto dal “Don Chisciotte” di Cervantes, il celeberrimo romanzo di cui quest’anno si ricordano i quattrocento anni della pubblicazione nel 1605. SCIENZA E FILOSOFIA SENTIERI DEL NOVECENTO I profondi mutamenti intervenuti nella scienza e nell’epistemologia del ‘900 sono stati al centro del seminario: “Scienza e filosofia. Sentieri del Novecento”, organizzato dai Dipartimenti di Storia e Filosofia e di Matematica e Fisica del nostro Liceo, per l’Anno Internazionale della Fisica. Gli incontri sono stati svolti in collaborazione con la Cattedra di Filosofia della Scienza dell’Università di Lecce e con la Sezione “Mathesis” di Tricase. “L’ iniziativa di formazione dei docenti – ha sottolineato il nostro Preside, prof. Francesco Renzo - è stata aperta anche agli studenti che , partecipando al dibattito culturale del nostro tempo, hanno potuto conoscere il lavoro di ricerca dell’Università”. Palasport: non ci resta che aspettare! Ruberto F. VB Colazzo E. VD Sc. Dirigente scolastico: Prof. Francesco Renzo Responsabile: Prof. Giovanni Nuzzo Comitato di redazione: Prof. Carmelo Anastasio Studenti: Bitonti Angelica, Trani Veronica, Carbone Cesare, Corsanello Anna, Ciardo Valeria, Ciccarese Aurora, Roberto Luana, Licchelli Stefano, Licchelli Loretta, Ruberti Emanuela, Scappaviva Elisa, Zollino Mariella, Candido Chiara, Carbone Donato. Collaboratori : Bitonti Angelica, Bortone Alessandro, Carbone Donato, Calzolaro Erica, Candido Chiara, Capece Marina, Carbone Mariangela, Carbone Cesare, Cassiano Alice, Cazzato Ilaria, Cazzato Daniela, Chiuri Rocco, Ciardo Valeria, Ciccarese A.Aurora, Cinelli Lara, Corsanello Anna, D’amico Antonio, De Giorgi Agnese, De Giorgi Diego,De Micheli Laura, De Nuccio Valentina, Duca Melania, Elia Antonella, Graps Giampiero, Grecuccio Stefano, Grezio Maria Lucia, Guerra Antonella, Licchelli Loretta, Licchelli Stafano, Roberto Luana, Marzo Carmine, Miranda Angela, Montefusco Antonio, Panico Gianluca, Ponzo Cesare Marco, Nuzzello Ippazio, Ruberti Emanuela, Scappaviva Elisa, Serafini Monica, Sergi Marica, Simone Lucia, Sodero Francesca, Stefanachi Filenia, Storti Stefano, Trani Veronica, Villanova Francesca, Volpe Alice, Zollino Mariella. Stampa: Imago Pubblicità Lucugnano tel.0833.784262 Stampato su carta riciclata Intervista al sindaco di Tricase Antonio Coppola Sono ormai circa dieci anni che i lavori per la costruzione del Palasport sono stati iniziati, ma dopo pochi mesi sono stati bloccati. Uscendo da Tricase sulla via che porta a Lucugnano, all’altezza della caserma dei vigili del fuoco e della piscina coperta, si possono notare dei nudi pilastri che sembrano dire:“siamo pronti a sorreggere le mura di un nuovo edificio”; sono lì ritti in attesa di essere coperti da quelle solide mura che purtroppo non arrivano. Come “loro” tutti gli sportivi tricasini e dei paesi limitrofi attendono, ormai con ben poche speranze, l’inizio dei lavori per la costruzione del tanto sognato palazzetto. Noi del Tuttostampacchia, per dare un po’ di speranza agli atleti e a tutti coloro che sono interessati a questo problema, siamo andati ad intervistare il sindaco di Tricase, ing. Antonio Coppola. Tutti gli sportivi del paese e delle altre zone che lambiscono Tricase si pongono da tempo un interrogativo: quando verrà ultimato il palasport? Il nuovo progetto è stato approvato dal consiglio comunale e si prevede l’inizio dei lavori per i primi mesi del 2005, marzo o aprile: lavori che dureranno un anno circa, perciò per la prima metà del 2006 ci proponiamo di inaugurare ed aprire al pubblico la struttura. E nel frattempo, cosa Il film racconta una storia vera, ambientata in Africa dal 1935 al 1941. Il protagonista è un ufficiale militare, il Comandante Amedeo Guillet, d’origini piemontesi, appartenente ad una famiglia aristocratica, innamoratosi di una donna anch’essa Piemontese. Guillet decide di partire per l’Eritrea e l’Etiopia nella speranza di colonizzarle. I valori della Conservazione, Patria (Re), Famiglia, Religione sono per Guillet sacri come per tutti i giovani aristocratici di quell’epoca, soprattutto se piemontesi e di tradizione militare. Ma accanto a questi, coltiva uno dei –non valori- per uno della sua casta, come il perseguimento di una libertà quasi selvaggia, anche a costo di andare contro le regole. Guillet è l’archetipo dell’italiano ingegnoso e brillante, altresì coraggioso e fiero. Come sta procedendo il progetto “Coppula Tisa”? Il comitato”Coppula Tisa” ha solo uno scopo: riportare l’idea di bellezza del paesaggio. Noi seguiamo una frase di Dostoevskij: “il mondo verrà salvato dalla bellezza”. Facciamo azioni che riportano l’attenzione sull’idea di bellezza: la prima è comprare un pezzo di terra sulla Serra Costiera. Butteremo giù la casa, puliremo la discarica e regaleremo questo territorio al Comune. Per la prima volta qui nel Salento “noi faremo qualcosa pe nenzi”. dovranno fare gli atleti tricasini? Il comune ha messo da anni a disposizione le palestre delle scuole superiori e medie nelle ore pomeridiane, oppure come già hanno fatto in precedenza, gli sportivi possono allenarsi nel palasport di Specchia. Chiediamo solo che pazientino ancora un po’. Come mai i lavori per una struttura pubblica sono stati sospesi per tanto tempo? Prima il progetto era stato spezzato: inizialmente era stato progettato un palazzetto scoperto, ma successivamente si è pensato di farlo coperto. Dopo aver approvato il secondo progetto è nato un nuovo problema: la ditta che aveva vinto l’appalto dei lavori aveva speso ben 300.000 delle vecchie lire per i danni sul lavoro; i fondi della precedente amministrazione non bastavano e pertanto i lavori furono sospesi. Oggi abbiamo fuso i due vecchi progetti dando vita ad uno nuovo: con i nuovi finanziamenti provenienti dal CONI (comitato olimpico nazionale italiano) è possibile realizzare una struttura di dimensioni inferiori a quelle progettate in passato, ma contenente comunque seicento spettatori. E visto che ormai è diventata un’abitudine: non ci resta altro che aspettare! Tonia Turco IIIB Sc. A nome del Preside, docenti, non docenti, studenti del Liceo e della redazione di “ Tuttostampacchia” un grazie ed un affettuoso augurio anche per i Vostri progetti futuri! Ai pensionandi: Magister Vitae: prof. Mario Coccoli Sempre atletica: prof.ssa Bruna Grassi Al certosino: sig. Salvatore Musarò