“L’emozione è come uno strattone. Qualcuno ti sollecita, ti tira
per la manica. A volte è una scossa violenta, un colpo
doloroso. Richiede di essere riconosciuta, esige di essere
compresa. Le emozioni rappresentano indicatori preziosi
dell’importanza di un dato elemento e costituiscono
l’occasione per porsi un determinato problema. Come tali sono
fra gli aspetti più affascinanti della vita mentale, sia per noi
stessi che per coloro che ci stanno a cuore.”
(Oatley, 2007, p. 30)
Etimologicamente il termine emozione deriva dal latino ex-movere,
muovere, tirar fuori dall’interno del corpo intero, non fa riferimento solo
ai processi cerebrali.
Dal punto di vista qualitativo, si distinguono:
EMOZIONI PRIMARIE (considerate innate e corrispondenti ad
espressioni facciali universalmente riconoscibili e a pattern di
risposte fisiologiche abbastanza specifici) ed
EMOZIONI SECONDARIE (legate all’apprendimento sociale
relativo all’esperienza culturale, miste o complesse)
EMOZIONI POSITIVE (suscitate da stimoli piacevoli)
EMOZIONI NEGATIVE (da stimoli che danno dispiacere)
Dal punto di vista quantitativo, le emozioni variano quanto a
INTENSITÀ percepita (soggettivamente, da chi le prova, o da un
osservatore che si basa sulle manifestazioni espressive)
Dal punto di vista della motivazione e della tendenza all’azione,
l’organismo è predisposto a rispondere
con l’avvicinamento e l’incorporazione a stimoli che danno
PIACERE, a valenza positiva, e suscitano EMOZIONI POSITIVE e
con l’evitamento al DISPIACERE (EMOZIONI NEGATIVE)
si verifica
non si verifica
DESIDERABILE
GIOIA
DISPIACERE
INDESIDERABILE
STRESS
SOLLIEVO
Perché cominciare dall’espressione delle emozioni?
La psicologia evoluzionistica accoglie la concezione dell’emozione come
costrutto multidimensionale fra corpo e mente
I processi emotivi sono mediati da strutture filogeneticamente antiche del
sistema nervoso centrale e periferico e importanti per l’autoregolazione dell’
“ambiente interno”
Lo sviluppo ontogenetico nella relazione infant-caregiver è alla base della
formazione della personalità e all’origine della coscienza (macchina virtuale
culturale secondo Dennett, “emergenza” dalla complessità per Edelman e
Tononi ecc…)
La comunicazione nella relazione è radicata nel biologico e la mentalizzazione
dell’esperienza vissuta apre il soggetto all’ambiente sociale e alla cultura
Rappresentazione e pensiero nascono dal feedback ripetuto dell’espressione
automatica non verbale e verbale, dall’abitudine e dalla memoria, che vengono
in parte assoggettate al controllo volontario e permettono al comunicatore
responsabile di dire quello che ha progettato…
tuttavia lo stile personale del comunicatore efficace rimane anche espressione
della sua personalità e dei processi affettivo-cognitivi nel qui ed ora…..
E la comunicazione tra psicologo e utente, cliente, paziente? Tra il mito
dell’empatia e l’esercizio di role-taking intelligente e di un role-playing da buon
attore (che usa il metodo Stanislavslkij dell’Actors studio e non “recita”) …..
Charles Darwin (1809-1892) nella maturità e nella vecchiaia
Opere di C. Darwin
1845 Journal of researches into the natural history and geology of the
countries visited during the voyage of H.M.S. Beagle round the world, under
the command of captain FizRoy
1859 The origins of species by means of natural selection, or the
preservation of favoured races in the struggle for life
1871 The descent of man, and selection in relation to sex
1872 The expression of the emotions in man and animals
1877 A biographical sketch of an infant
Il viaggio del Beagle (1831-1836)
I fringuelli delle Galapagos
Come lavorava Darwin
induzione
SPIEGAZIONE
OSSERVAZIONE
(teorizzazione)
Raccolta dei dati con metodo indiretto,
ricorso a informatori (per lettera,
mostrando fotografie e chiedendo
conferma in modo suggestivo)
Varietà delle fonti, ricerca del
perché le espressioni delle
emozioni hanno una certa forma
Fonti di Darwin per la teoria dell’evoluzione
Ipotesi teorica del nonno Erasmus Darwin sull’evoluzione
Saggio sul principio della popolazione di Malthus (1798)
1809 Jean-Baptiste Lamarck formula il principio dell’uso e del non uso
Herbert Spencer parla di “sopravvivenza del più adatto”
L’articolo di G. Mendel (1886) sui meccanismi dell’incrocio è stato ritrovato
intonso nella libreria di Darwin!
Solo nel 1889 l’embriologo tedesco August Weismann inizia a chiarire i
meccanismi dell’ereditarietà genetica
Caricatura della Descent of man (Darwin, 1871)
Opere sull’espressione delle emozioni prima di Darwin (1872)
1805 sir Charles Bell sulla muscolatura facciale
“il muscolo corrugatore del sopracciglio…in modo inspiegabile, ma
con molta chiarezza, rivela l’attività della mente”. Darwin sottolineò la
frase nella sua copia commentando “E la scimmia? …L’ho visto ben
sviluppato nelle scimmie…Sospetto che non abbia mai dissezionato
una scimmia.”
1862 Duchenne de Boulogne, neurologo francese, distingue il sorriso spontaneo,
che contrae sia il muscolo zigomatico maggiore sia quello orbicolare dell’occhio,
dal falso sorriso di circostanza (stiramento delle labbra e degli angoli della bocca
verso l’alto)
1865 Conferenze sull’espressione dell’anatomista francese Gratiolet
Volti da Duchenne
Fotografie da L’espressione
TESI PRINCIPALI di Darwin
-Universalità dell’espressione, facciale e vocale, come prodotto
dell’evoluzione della specie umana (i gesti sono per lo più convenzionali e
culturalmente appresi)
-Continuità della specie umana
con quelle animali
-Origine dell’uomo
MONOFILETICA (progenitori comuni)
anziché
POLIFILETICA (progenitori differenti)
contro il creazionismo
C. Darwin (1872) L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animal
-dimostra l'esistenza di ESPRESSIONI FACCIALI UNIVERSALI, presenti
anche nei ciechi dalla nascita e simili a quelle degli animali.
-formula TRE PRINCIPI generali dell’ evoluzione dei segnali non
verbali:
1) il principio dell' ASSOCIAZIONE UTILITARIA DI ABITUDINI o
RITUALIZZAZIONE (un comportamento acquisisce funzione comunicativa
perché i conspecifici lo usano come indizio predittivo e questo ha valore
di sopravvivenza);
2) il principio dell'ANTITESI (comportamenti opposti a quello che dà un
certo messaggio comunicano il messaggio opposto)
3) il principio delle RISPOSTE VEGETATIVE DEL SISTEMA NERVOSO
AUTONOMO (tremare di paura o arrossire di vergogna sono espressioni
di emozioni che vengono riconosciute come tali).
Sottomissione e aggressione nel cane
Fattori dell’oblio dell’Espressione secondo Ekman (1995)
1) ANTROPOMORFISMO (in contrasto con il behaviorismo
prevalente)
2) DATI ANEDDOTICI non sistematici
3) EREDITARIETÀ DEI CARATTERI ACQUISITI (prevale nelle
edizioni successive sulla mutazione e selezione casuale)
4) non tratta il VALORE DELL’ESPRESSIONE PER LA
COMUNICAZIONE (in quanto argomento finalistico tradizionale a
sostegno della tesi creazionista)
5) BIOLOGISMO INNATISTA (in contrasto con il relativismo
ambientalista ritenuto più “democratico”)
Darwin con la figlioletta Annie, morta nel 1851
L’ultima opera di John Bowlby è una biografia di Darwin
I protagonisti della “storia personale del dibattito ” sull’universalità
dell’espressione secondo Ekman
Lo studio delle basi biologiche ereditarie delle differenze individuali
è condannato, negli Stati Uniti del secondo dopoguerra, per ragioni politicoideologiche, legate al rischio di strumentalizzazione razzista
Margaret Mead (1901-1968) antropologa culturalista, nel 1955 scrive
una Prefazione critica alla nuova edizione dell’Espressione
Gregory Bateson, suo marito, teorico geniale, documentò con una
cinepresa il comportamento non verbale dei Balinesi parlando di
“segnali”
Ray Birdwhistell, protetto della Mead, autore della Kinesics, approccio
al movimento del corpo, espressione facciale e postura in chiave di
apprendimento
Silvan Tomkins, filosofo e psicologo, è autore di una teoria sul volto e
le emozioni nello spirito darwiniano
Il contributo di Paul Ekman
Nel 1965, da psicologo clinico skinneriano, inizia la ricerca
sull’espressione facciale dell’emozione nella relazione
psicoterapeuta-paziente
Metodologia
mostra fotografie di espressioni facciali a soggetti di culture diverse, insieme ad
un elenco di termini indicanti le varie emozioni di base tra i quali scegliere
Per rispondere alla critica secondo la quale l’universalità
dell’espressione nelle culture potrebbe dipendere dall’imitazione di
modelli comuni tramite i media, effettua nel 1967-68, due soggiorni in
Papua Nuova Guinea per studiare i Fore, tribù primitiva non letterata e
isolata dai mezzi di comunicazione
Metodologia
Legge brevi storie e chiede di indicare, tra fotografie che esprimono le
diverse emozioni di base, qual è quella adeguata alla situazione
Universalità e modellamento culturale
dell’espressione delle emozioni
PAUL EKMAN ha confermato la tesi darwiniana
dell’UNIVERSALITÀ dell’espressione delle EMOZIONI
FONDAMENTALI (BASIC EMOTIONS), connesse con i
comportamenti funzionali alla sopravvivenza,
trovando in 21 paesi concordanza sul
riconoscimento soprattutto di FELICITÀ, TRISTEZZA
e DISGUSTO, in quasi tutti anche di PAURA e
COLLERA, e un po’ meno per la SORPRESA che
viene spesso confusa.
La funzione comunicativa del comportamento espressivo è garantita per via
innata, mentre il collegamento con gli STIMOLI ELICITANTI varia secondo i
principi dell’apprendimento per condizionamento ambientale.
Il CONTROLLO INTENZIONALE dell’espressione emotiva nelle diverse culture
non esclude il trapelare (leakeage) della reazione spontanea, che tradisce
involontariamente lo stato interno anche al di là della consapevolezza del
soggetto e favorisce l’autorivelazione nelle relazioni intime.
Volti da Ekman
Le regole di esibizione
L’espressione delle emozioni varia a causa del controllo relativo
richiesto dalla cultura di appartenenza, che socializza il bambino a
manifestarle secondo certe modalità, previste dalle REGOLE DI
ESIBIZIONE (DISPLAY RULES):
-intensificazione o ACCENTUAZIONE, che esagera la
manifestazione,
-deintensificazione o ATTENUAZIONE, che la minimizza,
-neutralizzazione o INIBIZIONE, che sopprime in modo
deliberato la manifestazione,
-simulazione o MASCHERAMENTO, che sostituisce la
manifestazione, mimando l’espressione di un’emozione che
non si sente in quel momento.
Studenti giapponesi che guardano un film emotigeno da soli (visione privata)
esprimono, nei vari momenti del film, emozioni strettamente correlate con
quelle dei soggetti americani e altrettanto riconoscibili da osservatori delle
due culture, ma in presenza di uno sperimentatore in camice bianco, figura
autorevole, scattano le regole di esibizione e i giapponesi mostrano
l’imperturbabilità orientale, mascherando le proprie emozioni negative con il
sorriso (Ekman e Friesen, 1966).
EMOZIONI PRIMARIE E SECONDARIE
EMOZIONI PRIMARIE non consapevoli di base:
GIOIA, TRISTEZZA, PAURA, RABBIA,
SORPRESA, INTERESSE, DISGUSTO
Più propriamente, s’intendono come famiglie di emozioni entro le quali
si distinguono sfumature o sottigliezze…
Emozioni miste: diadi consonanti o conflittuali, dalla tavolozza al
caleidoscopio, dimensione temporale e modulazione dell’espressione.
EMOZIONI SECONDARIE
1)Emozioni la cui espressione è modellata culturalmente
2)Emozioni primarie condizionate a stimoli elicitanti appresi
3)Emozioni complesse, autoconsapevoli o sociali: vergogna, colpa,
imbarazzo, disprezzo, timidezza, orgoglio…...
Dal punto di vista della motivazione e della tendenza all’azione,
l’organismo è predisposto a rispondere
con l’avvicinamento e l’incorporazione a stimoli che danno
PIACERE, a valenza positiva, e suscitano EMOZIONI POSITIVE e
con l’evitamento al DISPIACERE (EMOZIONI NEGATIVE)
si verifica
non si verifica
DESIDERABILE
GIOIA
DISPIACERE
INDESIDERABILE
STRESS
SOLLIEVO
Il condizionamento delle emozioni a stimoli elicitanti appresi
Mentre negli animali inferiori gli stimoli elicitanti hanno il
carattere fisso dei releasers dei meccanismi istintivi
studiati dagli etologi, nei primati e nell’uomo la maggiore
plasticità consente una fase di APPRENDISTATO
EMOZIONALE, in cui la risposta rimane invariata (può
tutt’al più essere controllata o dissimulata) ma si
apprende a produrla in risposta agli stimoli più vari.
Per esempio, la PAURA innata adeguata di fronte ai
pericoli (precipizi, rumori improvvisi come di tuono o
terremoto, o movimenti bruschi di predatori) viene
associata per condizionamento a stimoli neutri, spostata
su oggetti e situazioni in realtà innocue e nasce
l’ANGOSCIA patologica delle fobie (LeDoux, 1996).
Emozione e teoria dell’evoluzione
L’emozione ha una funzione rapida immediata di regolazione corporea (la
vasocostrizione della sindrome di attacco-fuga assicura all’animale
un’emorragia meno copiosa nel caso sia ferito durante la lotta)
ma produce anche un segnale (il soggetto impallidisce di collera fredda o
arrossisce di rabbia calda il che comunica minaccia al conspecifico e può farlo
desistere dall’aggressione)
Secondo Dawkins predatori e prede sono coinvolti in una “corsa evolutiva
agli armamenti” che segue il principio della vita/pranzo: il coniglio corre più
veloce della volpe perché deve salvarsi la vita, non solo procurarsi il cibo.
L’emozione conferisce flessibilità alle risposte istintive e le rende informative
per i conspecifici nelle specie sociali.
Con la protezione dai predatori assicurata dal gruppo all’animale sociale e
all’uomo, tra gli “strumenti protesici” per procurarsi il pranzo si è sviluppata
una mente sempre più capace di inganno (dall’inganno per omissione, non
faccio vedere all’altro tutto quello che vedo io, all’inganno per commissione,
gli faccio credere cose false)!
I PROCESSI AFFETTIVO-MOTIVAZIONALI IN PSICOLOGIA
MOTIVAZIONE = il perché dell’azione umana, spinta ad agire di
una certa intensità, che nasce dall’interno ed è diretta verso
elementi dell’ambiente.
Le principali motivazioni di base studiate: fame, sessualità,
aggressività. Alcune motivazioni sociali: achievement (successo),
sottomissione, dominanza….
EMOZIONE = costrutto multidimensionale relativo alla risposta,
veloce dell’organismo a stimoli elicitanti naturali (per le
emozioni di base) o socialmente appresi (per le emozioni
secondarie o miste).
Perché siamo passati dall’epoca
della motivazione a quella delle emozioni?
Secondo Lecroix (2007) l’accento ottimistico sull’azione ha
lasciato il posto al ripiegamento (romantico?) sulle sensazioni,
ma, a differenza dei sentimenti sfumati coltivati nell’ottocento,
oggi siamo alla ricerca di “sensazioni forti” (Elster, 2005).
DIFFERENZE FRA MOTIVAZIONE ED EMOZIONE:
1) la motivazione è attivata internamente (squilibrio omeostatico per la fame),
mentre l’emozione è indotta dall’esterno;
2) la motivazione è sollecitata da un bisogno specifico, l’emozione da un’ampia
varietà di stimoli (tante circostanze possono farci sentire arrabbiati o felici).
OBIEZIONI:
La vista del cibo può risvegliare la fame;
Una grande fame può risvegliare emozioni,ecc.
Componenti dell’emozione
-componente fisiologica (attivazione del sistema nervoso
autonomo e del sistema endocrino),
-componente cognitiva (valutazione),
-componente espressivo-motoria (non-verbale e verbale),
-componente motivazionale (motore dell’azione)
-componente soggettiva (esperienza o vissuto emozionale).
Le componenti dell’emozione come costrutto multidimensionale
•
•
•
MODIFICAZIONI CORPOREE INTERNE = risposte
fisiologiche, in particolare del sistema nervoso
autonomo
ESPRESSIONI FACCIALI = contrazioni muscolari che
muovono i tratti del viso
RISPOSTE ALL’EMOZIONE = modi di regolare le
emozioni reagendo ad esse o affrontando le
situazioni che le hanno indotte
Aspetto fisiologicocomportamentale
************************************************
•
•
•
VALUTAZIONE COGNITIVA = attribuzione di
significato alle circostanze
Aspetto cognitivo
ESPERIENZA SOGGETTIVA = tono affettivo del
e fenomenologico
vissuto privato
TENDENZE AL PENSIERO E ALL’AZIONE = urgenza a
comportarsi in certi modi (motivazione) o a formare
rappresentazioni
Risposte emotive:
2 Esperienza
soggettiva
Relazione
individuoambiente
1 Valutazione
cognitiva
3 Tendenza al
pensiero e all’azione
4 Modificazioni
corporee interne
5 Espressione
facciale
6 Risposte
alle emozioni
Per VALUTAZIONE (appraisal) possiamo intendere
l’attribuzione di significato allo stimolo emotigeno
Quando avviene la valutazione cognitiva?
È necessaria per attivare la risposta emozionale?
Soluzione possibile:
distinguere una valutazione primaria, grossolana ed automatica, e
una valutazione secondaria, frutto di riflessione consapevole
I disturbi mentali come psicopatologia dell’affettività
S. Freud (1856-1939) inventò con J. Breuer il metodo catartico, che permette di
abreagire le emozioni, come terapia per l’isteria, prima considerata simulazione. La
teoria psicoanalitica privilegia la dimensione intrapsichica grazie alla centralità di
un costrutto motivazionale, il concetto di PULSIONE, al confine tra biologico e
psichico, cui non si applica la distinzione fra coscienza e inconscio che riguarda
soltanto le rappresentazioni. La difesa della rimozione può ricacciare nell’inconscio
i rappresentanti ideativi della pulsione, i particolare i desideri infantili e
conflittuali.
Nel saggio metapsicologico “L’inconscio” del 1915 Freud discute se si possa
parlare di sentimenti inconsci, sostenendo che un impulso emotivo può essere
misconosciuto e la rimozione può inibire lo sviluppo degli affetti, ai quali
corrisponde solo una potenzialità che non ha potuto dispiegarsi, mentre esistono
nell’inconscio “strutture affettive” che possono diventare coscienti.
L’emozione come ponte tra mondo interno e mondo esterno
L’emozione, con la sua duplice funzione di
espressione di stati interni, più o meno
rappresentabili da parte della coscienza, e di
comunicazione interpersonale strutturante la
soggettività, collega mondo interno e mondo
esterno ed è implicata in tutti i processi di
adattamento individuo-ambiente.
EMOZIONE E CULTURA
L’emozione che il simile legge sul volto del simile per EMPATIA, questa
capacità a base innata di condivisione affettiva dell’emozione espressa
con la mimica facciale, svolge un ruolo strutturante la soggettività
nella relazione madre-bambino, dove l’adulto risponde al bambino
attribuendo un significato al messaggio non verbale, prestando
all’infante ciò che non ha, e ciò promuove la consapevolezza che fa
emergere il sé
Il VISSUTO EMOTIVO, insomma, viene interpretato dal linguaggio e
dalla cultura che gli conferiscono significati anche relativistici: così,
sentirsi come un bambino dipendente in balia dell’altro è insopportabile
per il maschio occidentale mentre è l’amae giapponese, un piacevole
affidarsi sottomesso alla benevolenza dell’altro
Emozioni e relativismo
Le culture (e gli individui) differiscono fra loro
-negli stimoli elicitanti le emozioni di base (lo stesso cibo può essere repellente o
piacevole, ma se è repellente suscita disgusto)
-nella disponibilità di etichette linguistiche per le emozioni, che facilita il
collegamento cosciente con lo stimolo elicitante (a Tahiti non ci sono parole per
la tristezza e quando sono respinti da un amante i nativi si comportano in modo
triste ma l’attribuiscono a una malattia! Come facciamo noi quando diciamo
“sono depresso”?).
Per le sfumature cognitive delle emozioni secondarie le varie lingue posseggono
espressioni descrittive che suggeriscono nessi fra gli aspetti figurati del
linguaggio, il corpo e le emozioni.
Se mancano al soggetto “le parole per dirlo”, l’emozione negativa è vissuta come
forza oscura psicopatologica, anziché conosciuta e collegata con le circostanze
che l’hanno provocata, che ci si può sforzare di evitare, cambiare o vivere in
modo meno egodistonico.
Nella PROSPETTIVA FILOSOFICA TRADIZIONALE l’emozione era considerata
l’opposto della ragione mentre oggi sappiamo che i processi bassi e caldi della
mente, che non si identifica con i processi cognitivi freddi, costituiscono
l’appoggio della vera razionalità.
Nella PROSPETTIVA EVOLUZIONISTICA della psicologia scientifica, l’emozione è
una preparazione rapida dell’organismo all’azione adeguata, funzionale
all’adattamento all’ambiente. L'emozione è una risposta, o meglio un pattern, un
quadro di risposte veloci e automatiche, a base innata, a STIMOLI ELICITANTI O
INNESCHI naturali, appartenenti a sfere di vita essenziali per la sopravvivenza.
Le emozioni non sono un lusso ma hanno uno scopo biologico,
“servono” (il riferimento è all’ambiente di adattamento evolutivo
dell’uomo primitivo) per fronteggiare le minacce e i pericoli esterni con
le risposte aggressive o di paura (fuga o immobilizzazione), o per
procurarsi, esplorando l'ambiente e avvicinandosi alle novità, cibo non
velenoso, partner per la riproduzione, soci per l’azione congiunta, e
qui interviene la funzione comunicativa dell’espressione….
Teoria dell’emozione di Oatley (1992)
l'emozione è un messaggio non proposizionale, connesso
con gli stati del corpo
le emozioni fondamentali scattano di fronte a
-cinque tipi di individui conspecifici (caregiver, prole,
compagni, concorrenti e cooperatori),
-due classi di altre specie (prede e predatori) e
-quattro categorie di entità del mondo inanimato (territorio,
elementi nutritivi e tossici, pericoli).
Sistemi Motivazionali Interpersonali (SMI)
accudimento
attaccamento
sessualità
competizione
cooperazione paritetica
R.B.Zajonc, (Un. Michigan) On the primacy of affect
“preferences need no inferences” se non si dà una definizione di
emozione che implica come precondizione la valutazione cognitiva,
anche non osservata, verificata o documentata (anche inconscia);
-spesso basta l’input sensoriale a elicitare la risposta emozionale;
-il feedback facciale senza vissuto emozionale provoca l’emozione;
-emozione e cognizione corrispondono a strutture neuroanatomiche
separate
R.S.Lazarus, (Un. Berkeley) On the primacy of cognition
-occorre delimitare il fenomeno “emozione”, restringendo l’uso del
termine al coinvolgimento attivo che non è semplice preferenza
sensoriale;
-la cognition of meaning è precondizione dell’emozione;
-anche la discriminazione automatica senza consapevolezza dipende
da significati costruiti mentalmente
Theodor Lipps (1910)
Concetto di Einfühlung (trad. di Titchener empathy,
empatia)
Nasce in ambito estetico per indicare il processo per cui la
contemplazione della natura o dell’opera d’arte attiva il
soggetto, che trova corrispondenza emotiva in uno stimolo
altro da sé. Estensione al rapporto con l’altro essere
umano (o animale): immedesimazione nel sentimento
manifestato dall’altro, grazie alle qualità espressive (cfr.
Cassirer). Ci permette di comprendere lo stato interno
dell’altro per analogia con quello che proviamo nel
produrre la stessa mimica facciale.
La psicologia della Gestalt studia le qualità espressive o
fisiognomiche come qualità terziarie, ove il contributo
soggettivo è particolarmente rilevante.
La sezione aurea e le proporzioni nella natura
Le qualità terziarie, espressive o fisiognomiche
secondo la Gestaltpsychologie
Qual è MALUMA e qual è TAKETE?
“Tutti i gabbiani hanno l’aria di chiamarsi Emma (Imme)”
Il salice “piangente”
Claude Monet: Salice piangente
La risonanza affettiva in prospettiva evoluzionistica
Già all’inizio della vita l’imitazione precoce permette di ottenere il feedback
facciale che rispecchia l’emozione altrui
L’empatia automatica consiste nel comprendere l’altro per analogia con lo stato
interno corrispondente alla stessa espressione facciale
Rizzolatti, Gallese ed altri (1999, 2001) hanno scoperto nella corteccia frontale
delle scimmie i cosiddetti “neuroni-specchio”, che “sparano” alla corteccia
somatosensitiva quando i soggetti osservano l‘azione di un conspecifico
Interpretazione di Damasio (2003)
possibile base neurobiologica dell’empatia e dei circuiti corporei “come se”,
mediante i quali viene rappresentata, “riconoscendola” o simulandola
internamente, l’emozione altrui, quando ci mettiamo “nei panni di un altro””.
EMPATIA
(ted. Einfühlung, ingl. empathy)
immedesimazione per comprendere
CONTAGIO O MIMETISMO AFFETTIVO,
IMITAZIONE dell’espressione mimica facciale,
base innata della condivisione dell’emozione espressa dall’altro
grazie al FEEDBACK FACCIALE
EMPATIA AUTOMATICA E INVOLONTARIA,
per egocentrismo e identificazione-proiezione confusiva
può ostacolare la comprensione dell’altro
EMPATIA DIFFERENZIATA
comprendere il diverso da sé,
con un valore conoscitivo
Condizioni dell’empatia differenziata
-RESPONSIVITÀ’ EMOTIVA come capacità di sperimentare
- e di avere coscienza delle proprie emozioni
- capacità di RICONOSCIMENTO delle emozioni altrui
- capacità di MEDIAZIONE LINGUISTICA
- consapevolezza della DISTINZIONE tra sé e l’altro:
come ENTITÀ PSICOFISICA, con stati interni indipendenti
come IDENTITÀ PERSONALE, ciascuno con la sua storia
-mediante la capacità di assunzione del RUOLO dell’altro
(role taking, mettersi al posto dell’altro nella POSIZIONE
SOCIALE che occupa e che comporta ASPETTATIVE circa il
comportamento atteso)
-mediante l’ assunzione della PROSPETTIVA dell’altro
(perspective taking, che permette di mettersi nei panni
dell’altro nella SITUAZIONE RELAZIONALE ATTUALE,
comprendendo che può vedere e interpretare la situazione in
modo differente dal nostro)
Il controllo della mimica
RETTIFICA p.es. alla mimica della paura si aggiunge un accenno
di sorriso che fa intendere di “far buon viso a cattivo gioco”
MODULAZIONE modifica dell’intensità apparente, p. es. cercando
di manifestare una lieve preoccupazione anziché un forte
spavento
INTERRUZIONE della mimica di paura, lasciandone affiorare solo
una traccia
INIBIZIONE il volto non lascia trasparire nulla se non un certo
irrigidimento
SIMULAZIONE della paura quando non la si prova o si prova
tutt’altro
Come distinguere le espressioni autentiche, incontrollate e involontarie da quelle
rettificate, modulate o false, con menzogne di OMISSIONE (inibizione) o di
COMMISSIONE (simulazione)?
Fonti di errore nell’interpretare la mimica
La mimica del volto è un sistema multisegnale (segnali rapidi, lenti e statici) e
multimessaggio (oltre che messaggi emotivi trasmette informazioni su età, sesso,
razza, carattere, intelligenza ecc.)
Durante la conversazione si guarda poco la faccia dell’altro per buona
educazione (fissare l’altro è invadente e rischia di metterlo in
imbarazzo) eccetto in situazioni autorizzate, e per non farci carico di
quello che l’altro prova. Così sfuggono le brevissime
microespressioni e anche le macroespressioni di 2-3’’. Le mimiche
molto prolungate sono esagerazioni simulate e per manifestare
un’emozione senza assumersene la responsabilità.
La fonte delle impressioni emozionali relative al volto sono i movimenti rapidi,
ma c’è interferenza degli emblemi emotivi, della mimica usata come
punteggiatura nella conversazione, delle altre fonti dominanti (canale uditivo).
Metodi di studio dell’espressione
METODO ANALITICO delle componenti cinesiche, movimenti
muscolari e loro intensità, per confrontare espressioni della stessa
emozione o di diverse emozioni
METODO DEL RICONOSCIMENTO, che sottopone espressioni alla
valutazione di giudici e si usa nella ricerca transculturale e
differenziale
La teoria evoluzionistico-funzionalista di Ekman riguarda sei emozioni
primarie, di base o fondamentali in quanto:
-relativamente indipendenti dai processi cognitivi
-con espressione mimica prototipica universale spontanea
-su base innata, compaiono precocemente nello sviluppo
-indispensabili per l’adattamento di base
-non richiedono introspezione e consapevolezza di sé
-possono verificarsi in seguito a meccanismi automatici di
valutazione
Ha individuato anche 33 espressioni costituite da miscele, che
esprimono sfumature di emozioni o emozioni miste (ricerche in
corso).
Teoria del feedback facciale
Già William James (1890) attribuiva importanza ai segnali muscolari come
determinanti l’emozione: “restate tutto il giorno con un’espressione
abbattuta, sospirate e rispondete a ogni cosa con voce triste e la
malinconia vi coglierà…”
Paradigma dell’induzione muscolare di Levenson (2003): l’assunzione
volontaria delle espressioni facciali corrispondenti alle emozioni, per una
certa durata, è associata sia all’esperienza soggettiva dell’emozione
corrispondente sia all’attivazione differenziata del sistema nervoso
autonomo.
Paradigma esagerazione-inibizione: la modificazione dell’espressione
facciale ottenuta istruendo i soggetti a esagerare l’espressione intensifica
l’esperienza emozionale, l’istruzione di inibirla la riduce (Zajonc).
Teoria vascolare dell’efferenza emotiva: i muscoli facciali influenzano
l’afflusso di sangue venoso al volto e conseguentemente la temperatura
della regione talamica: il raffreddamento ipotalamico è associato con stati
emotivi positivi, l’innalzamento della temperatura a stati negativi.
TEORIE DELL’EMOZIONE
• TEORIA PERIFERICA di James-Lange
• TEORIA CENTRALE di Cannon-Bard
• TEORIA DEI DUE FATTORI di Schachter
• TEORIA EVOLUZIONISTICA di Oatley
• TEORIA del feedback facciale
• TEORIA della costruzione sociale, ecc.
William James (1842-1910), fratello del romanziere Henry
“La letteratura descrittiva delle emozioni è una delle parti più tediose della
psicologia…le emozioni ci interessano come ci vengono presentate nei romanzi e
negli aforismi di Leopardi, Schopenauer e Nietzsche” (W.James, 1890)
Ad Aleksej Alexandrovic la gara non interessava, per cui, invece di guardare i fantini,
passava i suoi stanchi occhi sul panorama degli spettatori. Il suo sguardo si era fermato
su Anna.
Il volto di lei era pallido e teso, chiaramente non vedeva niente e nessuno, eccetto una
sola cosa. Non respirava e la sua mano contratta stringeva il ventaglio. Lui l’aveva
guardata e aveva subito allontanato lo sguardo posandolo su altri volti.
“Guarda, anche quella signora e anche gli altri sono tutti agitati; è molto naturale” si
diceva Aleksej Alexandrovic. Non voleva guardare verso di lei, ma senza volerlo il suo
sguardo continuava a cadere lì. Ancora una volta aveva penetrato quel viso sforzandosi
di non leggervi ciò che così chiaramente vi era scritto e, contro la propria volontà, aveva
letto con orrore ciò che non voleva sapere.
La prima caduta …...tutti percepivano l’orrore della corsa; così, quando Vronskij era
caduto e Anna aveva lanciato un forte grido, la cosa non era parsa affatto insolita. Ma
subito dopo il viso di Anna aveva registrato un mutamento che era parso decisamente
sconveniente. Aveva perso completamente la testa, aveva cominciato a dimenarsi come
un pesce all’amo: ora cercava di alzarsi per andare chissà dove, ora parlava con Betsy.
-andiamo, andiamo via!- diceva…….
L’ufficiale aveva portato la notizia che il fantino non era ferito, ma che il cavallo si era
spezzato la spina dorsale.
Sentite queste parole, Anna si era rapidamente seduta coprendosi il viso con il ventaglio.
Aleksej Alexandrovic aveva visto che piangeva e che non riusciva a trattenere non solo le
lacrime, ma neppure i singhiozzi che le scuotevano il petto…..
(L.Tolstoj, Anna Karenina)
La TEORIA PERIFERICA dell’emozione di James-Lange
capovolge la l’impostazione del senso comune, secondo la quale tremiano
perché abbiamo paura, sostenendo che abbiamo paura perché tremiamo
Stimolo pericoloso
(TIGRE)
attivazione fisiologica e
reazione emotiva
(FUGA)
emozione
(PAURA)
Il feedback (retroazione sensoriale) proveniente dalle risposte corporee (soprattutto
viscerali) costituisce l’aspetto emotivo, che si integra con la percezione dello stimolo
esterno nell’esperienza emozionale
W. James (1884) “What is an emotion” , Mind
“Esistono nel cervello dei centri specifici e separati per le emozioni oppure
queste corrispondono a dei processi che avvengono all’interno dei centri
motori e sensoriali, già individuati o ancora da scoprire?”
James sceglie di occuparsi delle emozioni che “presentano una chiara
espressione corporea” e non dei semplici “sentimenti di piacere e di dispiacere,
di interesse e di eccitamento connessi con delle operazioni mentali”
Ipotesi che “i cambiamenti corporei seguano direttamente la percezione
degli eventi attivanti e che il nostro sentire questi stessi cambiamenti nel
momento in cui essi si verificano è l’emozione”
“Ogni essere vivente è come una specie di serratura” che risponde
a “specifiche forme di chiave”. Le cosiddette “manifestazioni
corporee di accompagnamento” sono centrali nell’emozione che
consiste proprio nel “sentire questi effetti corporei”.
W. James (1884) “What is an emotion” , Mind
Togliendo all’emozione i sintomi corporei rimane ”un freddo e neutro stato di
percezione intellettuale” “una sorta di freddo e calmo giudizio”; l’ “ideale degli
antichi saggi” non è più desiderabile dopo “il risveglio del culto della sensibilità”.
Obiezione: l’emozione è sentire gli effetti corporei “legati all’innato
adattamento del sistema nervoso all’oggetto dell’emozione” ma l’emozione
“legata per educazione e per associazione a …. oggetti convenzionali” come in
certe forme di vergogna sociale, segue l’idea anziché precederla.
Problema: E’ vero che certe “percezioni producono effetti corporei
estesi per mezzo di un’inferenza fisiologica immediata antecedente
l’attivazione di un’emozione o di un’idea emotiva?”
-Esempio autobiografico di malessere alla vista del sangue: una
persona alla quale è già accaduto di svenire anticiperebbe la reazione
per “paura della paura”
-“Insensato effetto corporeo” nell’udire il rumore di due lame che
s’incrociano…..
W. James (1884) “What is an emotion” , Mind
PROBLEMA DELL’EDUCAZIONE MORALE: IL CONTROLLO
bisogna abituarsi a vincere le tendenze emotive indesiderabili esercitandosi “a
sangue freddo” a comportarsi nel modo opposto; ma, allora, fingere
un’emozione, mimarne le espressioni, dovrebbe produrla.
Nel corso dello sviluppo, insegnare ai bambini a reprimere l’emozione non
determina un’intensificazione del sentimento, bensì un aumento del pensiero.
PROBLEMA degli effetti dell’ESPRESSIONE EMOZIONALE:
“La normale espressione di un’emozione si esaurirà in fretta…ma se il percorso
normale viene in qualche modo impedito, l’energia nervosa può…compiere dei
percorsi alternativi, causando effetti diversi e peggiori”.
Eccezioni apparenti: persone espressive instabili emotivamente, che portano a
dire “proverebbero più emozioni se parlassero di meno”, il bilioso “vulcano
addormentato” che sbotta raramente e rischia di controllarsi troppo.
Quindi la formazione delle abitudini del carattere guadagna da una certa
repressione delle manifestazioni emozionali, che da adulti può essere dannosa.
L’intellettualismo volontaristico di James
Bisogna automatizzare le abitudini desiderabili prima dei trent’anni,
quando il carattere si irrigidisce (cfr. cap.IV sull’abitudine)
Al ritorno dalla spedizione in Brasile con L. Agassiz, tra i 24 e i 30 anni, James
attraversò un periodo di depressione, durante il quale fece esperienza
personale delle emozioni negative, probabilmente ascoltando in modo
ipocondriaco i messaggi del corpo. Acquisì una certa consapevolezza degli stati
emotivi negativi, che è solitamente carente nei cardiopatici? Soffrì a lungo di
angina pectoris e morì a 68 anni.
Freud (1924) ricorda il suo incontro del 1909 con W. James, eroico
di fronte alla malattia che doveva portarlo alla morte l’anno dopo,
scrivendo che vorrebbe “dimostrare….una forza d’animo simile
alla sua”.
L’emozione estetica
In deroga alla derivazione dall’espressione corporea delle emozioni
standard, i “sentimenti estetici, morali e intellettuali” sembrano
emozioni puramente cerebrali, in cui il sentimento è immediato e la
valutazione (a judicial state of mind) puramente cognitiva.
“Nella mente di un critico molto esperto” la “prolungata familiarità”
con le opere d’arte attenua la sensibilità mentre affina il gusto e il
sentire intellettuale non trova la sua cassa di risonanza nel corpo.
Chopin esprimeva il suo apprezzamento musicale dicendo “non mi
urta” e ciò farebbe inorridire il profano sentimentale.
Esempio della coppia di inglesi in contemplazione dell’Assunzione di
Tiziano, “cuori semplici”, anime religiose che preferiscono quadri
brutti e si fanno riscaldare dal falso sentimento. Nell’arte e nella
scienza “l’acuta percezione che certe relazioni siano esatte o meno”
precede per l’esperto il fremito emotivo ed inibisce ogni commozione
corporea.
W. James (1884) “What is an emotion” , Mind
W. James (1884) “What is an emotion” , Mind
La fisiologia cerebrale: SCHEMA ESPLICATIVO
“un oggetto stimola un organo di senso e viene appercepito dal centro corticale
appropriato; oppure quest’ultimo, stimolato in qualche modo, produce l’idea del
medesimo oggetto. Veloce come un lampo….altera le condizioni dei muscoli,
della pelle, dei visceri; queste alterazioni, anch’esse appercepite come l’oggetto
in un numero corrispondente di aree corticali, si combinano con esso nella
coscienza e lo trasformano da un oggetto-semplicemente-percepito a un
oggetto-emotivamente-sentito”
James sembra qui considerare l’emozione una funzione delle aree sensoriali e
motorie della corteccia, ma in un passo precedente parla di “riverbero proveniente
dalle aree sottocorticali del cervello”.
W.James 1890, Capp. XXIV e XXV Istinto ed Emozioni
“Gli oggetti eccitano modificazioni organiche mediante un meccanismo
preorganizzato (preorganized)”, “la semplice memoria e o la semplice
rappresentazione dell’oggetto può bastare a dare il via all’eccitamento” e
oggetto di un’emozione è quello fisicamente presente o semplicemente pensato
Problemi:
1) ci sono evidenze che la percezione dell’oggetto abbia effetti somatici per
influenza immediata antecedente l’idea?
2) l’attore non prova niente (paradosso di Diderot)?
3) manifestare un’emozione la fa cessare anziché accrescerla?
Ipotesi che ogni emozione abbia una propria peculiare configurazione di
attivazione del Sistema nervoso
W. James (1894) Psychological Review: risposta alle critiche di Wundt, rivolte
alla versione del danese Lange sul ruolo degli effetti vaso-motori nella
rabbia, dove invece il volto si congestiona, ma diventa anche pallido, ecc.
Verifiche della teoria periferica
La concezione dell’emozione di James è operazionalizzabile e la sua intuizione
centrale ha ottenuto le seguenti conferme:
1) L’inibizione selettiva del simpatico (betabloccanti) e del parasimpatico
(atropina) agisce sull’innervazione cardiovascolare in diverse situazioni
comportamentali, dimostrando il contributo delle modificazioni viscerali
nell’emozione (Obrist, 1982).
2) Ricerche sui neuropeptidi che attivano, inibiscono, regolano intensità e
durata delle emozioni, mostrano un dialogo tra cervello e visceri (Panksepp,
1993); neuropeptide Y, neurotensina, colecistichinina, agiscono a livello del
tronco encefalico sui neuroni adrenergici (locus coeruleus), serotoninergici
(nucleo dorsale del rafe), dopaminergici (area ventrale del tegmento)
implicati nella modulazione dell’emozionalità (Hobson, Steriade, 1986).
3) Evidenze relative all’ipotesi del feedback facciale (le espressioni facciali forniscono
informazioni di ritorno, propriocettive, muscolari e cutanee (Tomkins, 1984) o
vascolari (Zajonc, 1985), che influenzano l’esperienza emotiva):
paradigma dell’esagerazione-inibizione (valutazione di shock dolorosi, di film e di
odori piacevoli e spiacevoli);
paradigma dell’induzione muscolare (contraendo intenzionalmente i muscoli facciali
delle sei emozioni fondamentali i soggetti presentano configurazioni differenti di
reazioni del sistema nervoso autonomo e riportano esperienze soggettive
corrispondenti).
4) Evidenze relative alla teoria vascolare dell’afferenza emozionale:
Cambiamenti dei valori termici dell’ipotalamo influenzano gli stati emotivi; poiché
l’azione del seno cavernoso (vena carotide interna prima che entri nell’ipotalamo) è
alterata dall’azione dei muscoli facciali e dalle modalità di respirazione nasale,
quest’ultima può indurre modificazioni nello stato emozionale come nel training
autogeno, yoga ecc. (Zajonc, 1994).
Le critiche di Cannon (1927) alla teoria periferica
1)James accentua il ruolo della retroazione delle sensazioni viscerali,
provenienti dalla muscolatura liscia
critica di Cannon: i visceri sono relativamente insensibili e la conduzione
nervosa sarebbe troppo lenta
2) Sherrington ha dimostrato che la sconnessione delle afferenze viscerali dai
centri corticali non impedisce l’insorgenza di comportamenti emotivi
3) i medesimi cambiamenti viscerali sono sottesi a stati emotivi molto diversi fra loro
4) l’esperimento di Maranon mostra che l’induzione artificiale delle
modificazioni viscerali non suscita alcuna emozione corrispondente (i
soggetti dicono “mi sento come se fossi spaventato”
Critica 1 di Cannon
Motoneuroni somatici - conduzione veloce
Motoneuroni autonomi - conduzione lenta
ll fisiologo Walter Cannon (1871-1945)
con il concetto di REAZIONE DI EMERGENZA dell’organismo,
preparatoria all’attacco o alla fuga, aprì la strada alla ricerca
sullo stress e i modi per fronteggiarlo
In La saggezza del corpo (1932) formulò il concetto di OMEOSTASI,
l’equilibrio ottimale dei parametri fisiologici ovvero il GRADO DI
ECCITAZIONE (AROUSAL) necessaria per portare a buon fine i compiti di
sopravvivenza.
Dal punto di vista quantitativo, ogni emozione è caratterizzata
dall’intensità dell’attivazione (arousal)
Il GRADO OTTIMALE DI AROUSAL dipende da variabili temperamentali e
dall’abitudine all’ambiente di vita.
La TEORIA CENTRALE ipotizza il ruolo fondamentale delle STRUTTURE
TALAMICHE nella risposta emozionale, in una prospettiva di riduzionismo
fisiologico che identifica l’emozione con un insieme di modificazioni biologiche
Esperimenti di P. Bard (1929) per isolare l’ipotalamo nei gatti
1) Dopo l’ablazione dell’intera corteccia cerebrale, i gatti mostrano ancora i
segni dell’eccitazione emotiva, se provocati: schiena arcuata, orecchie
indietro, artigli e denti in fuori, ecc., in particolare segni di eccitazione
autonoma: pelo irto, innalzamento della pressione e accelerazione della
frequenza cardiaca. Gli animali mostravano però un comportamento
anomalo perché bastava una stimolazione minima per provocare una rabbia
senza possibilità di controllo.
2) Estendendo progressivamente l’ampiezza delle lesioni, Bard dimostrò il
ruolo determinante dell’ipotalamo, in mancanza del quale non si avevano
reazioni emotive integrate ma solo frammenti di comportamento o di attività
autonome non integrate e solo con stimoli molto forti
la TEORIA CENTRALE di Cannon
Lo stimolo emotigeno produce uno stato di ATTIVAZIONE (AROUSAL
simpatico) del sistema nervoso autonomo che prepara l’organismo alla
lotta o alla fuga (fight or flight)
Il sistema nervoso AUTONOMO o VEGETATIVO è diviso in
- SIMPATICO (adrenergico)
mediatori chimici: adrenalina, noradrenalina
> FC e PA
-PARASIMPATICO (vagale)
neurotrasmettitore: acetilcolina
< FC e PA
Il sistema nervoso umano
SISTEMA NERVOSO
CENTRALE
MIDOLLO
SPINALE
PERIFERICO
SOMATICO
(muscoli scheletrici,
striati)
CERVELLO
AUTONOMO o
VEGETATIVO
(ghiandole e muscoli lisci)
L’encefalo
Dall’analisi anatomo-fisiologica a quella funzionale
ROMBOENCEFALO
cervello
MESENCEFALO
PROENCEFALO
bulbo
ponte
formazione reticolare
cervelletto
nucleo centrale o
tronco encefalico
talamo
ipotalamo
sistema limbico
ipofisi
corteccia cerebrale
Il sistema nervoso autonomo
SNA
Simpatico
SNA
Parasimpatico
SNA
Controllo degli organi
Verso il sistema limbico
L’ipotalamo, alla base del
proencefalo, coinvolto nel
controllo del SNA, è visto da
Cannon come l’interfaccia tra
il cervello superiore e quello
primitivo. Le regioni
talamiche sono specializzate
per l’elaborazione sensoriale,
come le aree corticali
corrispondenti. Cannon
pensava che la corteccia
svolgesse un ruolo solo
nell’esperienza emotiva e
chiamava quella dei gatti
decorticati di Bard “falsa
rabbia”. La realtà è più
complessa………
Il sistema endocrino
Le ghiandole endocrine secernono sostanze chimiche, gli ormoni, che vengono
riversate nella circolazione. L’IPOFISI (ghiandola pituitaria) controlla
direttamente la crescita e altre ghiandole: tiroide, ghiandole sessuali e
surrenali.
In risposta allo STRESS (paura, ansia, dolore, eventi negativi) alcuni neuroni
dell’ipotalamo secernono il fattore di rilascio della corticotropina (CRF) che
stimola l’ipofisi a produrre l’ormone adrenocorticotropo (ACTH), che è il
principale ormone dello stress. Trasportato dal sangue fino alle ghiandole
surrenali e altri organi, causa il rilascio di circa 30 ormoni che stimolano
l’adattamento corporeo alle situazioni di emergenza.
In particolare, aumenta la richiesta di glucosio e il CORTISOLO ne promuove la
liberazione dai depositi di grasso corporeo. Il cortisolo ha effetti cognitivi: a
bassi livelli facilita la memoria, ad alti livelli induce disfunzioni mnestiche e
morte neuronale.
Inoltre, la parte interna, MIDOLLARE della SURRENALE secerne epinefrina
(adrenalina) e norepinefrina (noradrenalina).
Ghiandole endocrine
ORMONI E NEUROTRASMETTITORI
Gli ormoni del sistema endocrino e i neurotrasmettitori del sistema
nervoso hanno funzioni simili: trasportano messaggi tra le cellule.
Un neurotrasmettitore porta messaggi tra neuroni adiacenti e il suo
effetto è localizzato. Gli ormoni, invece, agiscono a lunga distanza e su
diversi tipi di cellule.
Alcuni messaggeri chimici adempiono ambedue le funzioni.
L’adrenalina e la noradrenalina agiscono come neurotrasmettitori
quando sono secreti dai neuroni e come ormoni quando sono prodotti
dalla surrenale.
L’ADRENALINA prodotta dalla surrenale coopera con il sistema
simpatico nell’influenzare i muscoli lisci e le ghiandole sudoripare,
produce costrizione dei vasi sanguigni dello stomaco e dell’intestino e
accelera il battuto cardiaco. La NORADRENALINA stimola l’ipofisi a
secernere un ormone che agisce sulla corteccia delle surrenali,
stimolando il fegato ad aumentare il livello di zuccheri nel sangue,
perché il corpo abbia l’energia per un’azione veloce.
Il sistema ipotalamo-ipofisario (controllo ormonale)
controllo
regolazione
effetto
Adesso abbiamo le basi per comprendere l’esperimento di Schachter e Singer
(1962) che segna il ritorno dell’interesse per gli aspetti psicologici
dell’emozione…….
Critiche alle teorie neurofisiologiche
Né l’attivazione non specifica diffusa dell’organismo (arousal) né la
percezione a feedback dei suoi effetti corporei bastano a produrre
l’emozione, anche se compresenti: si tratta di condizioni necessarie ma
non sufficienti. È necessaria una attribuzione che stabilisca la
connessione tra questi due aspetti, individuati da Cannon e da James.
Secondo Schachter occorre una spiegazione psicologica degli effetti
corporei dell’attivazione in base a stimoli emotigeni plausibili e il fattore
cognitivo è decisivo per l’insorgenza dell’esperienza emozionale. La
posizione di questo autore è nota come TEORIA COGNITIVOATTIVAZIONALE o dei due fattori, formulata in base a un famosissimo
esperimento.
IL METODO SPERIMENTALE IN PSICOLOGIA
La metodologia sperimentale in psicologia costituisce un sistema di regole
storicamente relativo per ottenere evidenze empiriche riconosciute come
valide dalla comunità scientifica. Essa comporta, come nelle scienze hard, la
ricostruzione del fenomeno da studiare in laboratorio, mediante il
CONTROLLO DELLE VARIABILI (parametri che possono assumere diversi
valori).
Per accertare il RUOLO CAUSALE di una VARIABILE INDIPENDENTE occorre
isolarla e farla variare (ceteris paribus per quanto riguarda le altre variabili,
considerate spurie) osservandone gli effetti sulla VARIABILE DIPENDENTE. I
risultati devono essere osservati, registrati, misurati, con attendibilità e
precisione e messi in relazione con le ipotesi formulate, anticipando le
conclusioni da trarre.
Se si confrontano gli esiti nei due casi: variabile assente-versus
presente, con valore x vs. con valore 0, è possibile verificare se si
realizza l’ipotesi della relazione tra manipolazione della var. ind. ed
effetto sulla var. dip. (IPOTESI 1) oppure se la var. ind. è irrilevante
per il fenomeno in questione (IPOTESI 0).
Nel caso di un trattamento sperimentale effettuato su un gruppo di
soggetti vs. un gruppo di controllo, il metodo di inferenza
statistica per accertare la probabilità che le differenze nella var.
dip. siano prodotte dalla manipolazione effettuata (e non dalla
selezione casuale del campione, da errori di misurazione ecc.) è il
CONFRONTO DI MEDIE.
Numero dei casi
La distribuzione normale dei punteggi
(Curva di Gauss)
2,14%
0,13%
- 3σ
34,13%
34,13%
13,59%
-2σ
-1σ
2,14%
13,59%
Media
Mediana
Moda
+1σ
+2σ
0,13%
+3σ
STATISTICA DESCRITTIVA
Indicatori di tendenza centrale e di dispersione di
una distribuzione di punteggi
Media
Mediana
Moda
Varianza
Deviazione
Standard
La somma algebrica di tutti i punteggi di
una distribuzione diviso il loro numero
La modalità dell’osservazione che divide la
distribuzione in due parti uguali, ovvero quel valore
della distribuzione al di sopra o al di sotto del quale
cade un uguale numero di osservazioni
L’osservazione che si presenta
con maggior frequenza
La media del quadrato degli scostamenti
(distanza) dei punteggi dalla media
La radice quadrata della Varianza
STATISTICA INFERENZIALE
La verifica delle ipotesi
Caso di due campioni
indipendenti: t-test
(t di Student)
Caso di due o più gruppi:
Analisi della Varianza
(ANOVA)
si utilizza per mettere a confronto due
gruppi in funzione della media
Tecnica di confronto fra medie basata sulla
scomposizione della variabilità totale dei
dati in due parti: una attribuibile alla
influenza della variabile sperimentale e
una residua, che racchiude tutta la
variabilità non controllata
Studio delle relazioni fra variabili
Coefficiente di
correlazione di
Pearson
Misura la tendenza che hanno due variabili a
variare nella stessa o nella opposta direzione: il
coefficiente (r) varia da –1 a +1
Il test T per campioni indipendenti
Esercitazione N° 2 – il T-Test
Il test T per campioni indipendenti viene utilizzato per confrontare COPPIE di
valori medi (di una variabile dipendente) Y misurata su due gruppi diversi di
soggetti, distinti per una variabile indipendente.
Si consideri ad esempio la variabile Y “punteggio ottenuto ad un certo test” e si
considerino due gruppi di soggetti determinati dal genere - Maschio o Femmina
(variabile indipendente): è possibile affermare che in media le donne ottengono
un punteggio y significativamente più alto?
IPOTESI NULLA H0: m1=m2
IPOTESI ALTERNATIVA H1:m1<m2 oppure m1>m2 oppure m1 ≠ m2
Il test T per campioni indipendenti
Esercitazione N° 2 – il T-Test
Mi chiedo se la media della variabile “pressione sanguigna” è uguale nei maschi e nelle
femmine. Quindi:
H0: µ f = µ m
H1: µ f ≠ µ m
Group Statistics
pres s ione mas s ima
genere del s oggetto
mas chio
femmina
N
Mean
140,07
132,13
54
46
Std. Deviation
15,012
12,780
Std. Error
Mean
2,043
1,884
Independent Samples Test
Levene's Test for
Equality of Variances
F
pressione massima
Equal variances
assumed
Equal variances
not assumed
2,824
Sig.
,096
t-test for Equality of Means
t
Mean
Sig. (2-tailed) Difference
df
Std. Error
Difference
95% Confidence
Interval of the
Difference
Lower
Upper
2,822
98
,006
7,944
2,815
2,357
13,530
2,858
98,000
,005
7,944
2,779
2,429
13,459
Il test risulta significativo (significatività < 0,05), quindi posso rifiutare l’ipotesi nulla e
concludere che la media della pressione sanguigna risulta statisticamente diversa
nella popolazione dei maschi rispetto alla popolazione delle femmine.
Il test T per campioni dipendenti
Esercitazione N° 2 – il T-Test
Il test T per campioni appaiati viene utilizzato per confrontare i valori medi di due
variabili dipendenti Y1 eY2 misurate in momenti diversi sullo stesso gruppo di
soggetti o misurate su due gruppi di soggetti in qualche modo legati tra loro.
Ad esempio, mi chiedo se la media delle variabili “pre-test di attenzione” e “post-test di
attenzione” è uguale nella popolazione esaminata: prendo quindi in esame tutti i soggetti e
confronto i valori medi delle due variabili sullo stesso campione. Quindi:
H0: µy1= µy2
H1: µy1 ≠ µy2
Paired Samples Statistics
Pair
1
Pre-test attenzi one
Pos t-tes t attenzione
Mean
19,52
23,00
N
100
100
Std. Error
Mean
,339
,464
Std. Deviation
3,395
4,645
Paired Sam ples Test
Paired Dif ferences
Mean
Pair
1
Pre-test attenzione Post-test attenzione
-3,480
Std. Deviation
5,629
Std. Error
Mean
,563
95% Conf idence
Interval of the
Dif ference
Low er
Upper
-4,597
-2,363
t
-6,182
df
Sig. (2-tailed)
99
,000
Il test risulta significativo (significatività < 0,05), posso quindi rifiutare l’ipotesi nulla e
concludere che le medie delle due variabili sono significativamente differenti.
Esperimento di Stanley Schachter e Jerome Singer (1962)
Producendo artificialmente uno stato di attivazione-eccitazione, quale sarà l’emozione
vissuta? RABBIA negativa o EUFORIA positiva?
Variabili indipendenti
1) INDUZIONE DI ATTIVAZIONE fisiologica mediante iniezione di EPINEFRINA
(ADRENALINA) / PLACEBO
2) INFORMAZIONE CORRETTA sull’effetto dell’iniezione/ informazione SCORRETTA /
NESSUNA informazione
3) MODELLO SOCIALE fornito da un complice dello sperimentatore di EUFORIA /
RABBIA
Ipotesi
Dato uno stato di ATTIVAZIONE FISIOLOGICA (AROUSAL) per il quale non dispone di una
spiegazione diretta, l’individuo si baserà per la sua interpretazione sugli ELEMENTI COGNITIVI
disponibili e definirà l’emozione provata come paura o collera a seconda della SITUAZIONE
Dato uno stato di attivazione fisiologica (arousal) per il quale dispone di una spiegazione,
l’individuo non ha ha l’esigenza di dare una VALUTAZIONE (APPRAISAL) cognitiva
In mancanza di attivazione, la presenza degli elementi cognitivi scatenanti non suscita
l’emozione
Data una certa situazione cognitiva, l’individuo reagirà emotivamente o descriverà ciò che
prova come emozione solo dal momento in cui sperimenta uno stato di attivazione fisiologica
Definizione operativa variabili indipendenti
Induzione di attivazione fisiologica mediante iniezione (a tutti i soggetti viene
detto che si tratta di un composto vitaminico) di epinefrina versus iniezione di
sostanza inattiva (placebo) con METODOLOGIA DOPPIO-CIECO
Informazione corretta sugli effetti dell’epinefrina
(palpitazioni, tremore, rossore e respirazione accelerata)/ scorretta (piedi
intorpiditi, prurito e mal di testa)/
nessuna informazione (nessun effetto secondario)
Esposizione al modello sociale fornito da un complice dello sperimentatore che
si comporta in modo euforico (giocando a freccette) o arrabbiato (commenta
aggressivamente il questionario con domande provocatorie e lo strappa)
Disegno sperimentale: 7 gruppi di soggetti
condizione EUFORIA
Condizione RABBIA
1. Epinefrina informati (Inf)
5. Epinefrina informati
2. Epinefrina non informati (Ign)
6. Epinefrina non informati
3. Epinefrina disinformati (Mal)
--------(mancano gli EPI Mal)
4. Placebo
7.Placebo
Variabili dipendenti
Lo stato emotivo psicologico veniva misurato:
1) mediante osservazione del comportamento del soggetto attraverso uno specchio
unidirezionale (aspetto comportamentale pubblico), confrontandolo con ogni
unità della routine recitata dal complice dello sperimentatore, e assegnando
punteggi negativi al disaccordo;
2) mediante un questionario autcompilato (self- report) in cui ogni soggetto
forniva indicazioni sul proprio stato emotivo su una scala a 5 punti,
sottoscrivendo affermazioni come:
Non mi sento
per nulla
irritato
0
Mi sento
un po’
irritato
1
Mi sento
piuttosto
irritato
2
Mi sento
molto
irritato
3
Mi sento
estremamente
irritato
4
Condizione euforia
Gruppo
Epi Inf
Epi Ign
Epi Mal
Placebo
N
25
25
25
25
Confronto di medie
val media
0,98
1,78
1,90
1,61
Valori di p
Epi Inf vs Epi Mal
<.001
Epi Inf vs Epi Ign
.02
Placebo vs Epi inf, Ign, Mal n.s.
Con informazione inappropriata (Epi Mal) e senza informazione (Epi Ign) i sintomi di
euforia sono più intensi che nella condizione con informazione appropriata (Epi Inf)
Condizione Collera (self-report, indice felicità meno irritazione)
Gruppo
Epi Inf
Epi Ign
Placebo
N
22
23
22
val media
1,91
1,39
1,63
Confronto di medie
Epi Inf vs Epi Ign
Placebo vs Epi Ign oInf
Valori di p
.08
n.s.
I soggetti informati correttamente tendono a sentirsi meno arrabbiati
(diversamente dal modello) dei soggetti non informati
Condizione Collera (indice di concordanza comportamentale)
Gruppo
Epi Inf
Epi Ign
Placebo
N
22
23
22
Confronto di medie
Epi Inf vs Epi Ign
Epi Ign vs Placebo
Placebo vs Epi Inf
val media
-0,18
+2,28
+0,79
Valori di p
< .01
< .05
n.s.
I soggetti informati correttamente non sono stati influenzati dal modello
sociale mentre quelli non informati si sono mostrati molto più arrabbiati dei
soggetti senza attivazione fisiologica, anch’essi influenzati poco, in grado
intermedio
Risultati 1
Con informazione inappropriata e senza informazione i sintomi di euforia e di rabbia
sono più intensi che nella condizione con informazione appropriata, dove possono
essere attribuiti ad una causa obiettiva.
I soggetti informati correttamente circa gli effetti dell’iniezione di adrenalina
risultano poco influenzabili dai modelli sociali.
Alcuni soggetti informati scorrettamente o non informati si sono resti conto da
soli degli effetti dell’epinefrina, indicando i sintomi appropriati (SOGGETTI
AUTOCONSAPEVOLI).
Alcuni soggetti nella condizione Placebo si sono AUTOATTIVATI, manifestando un
aumento del battito cardiaco, e sono risultati più euforici e arrabbiati degli altri.
Risultati 2
I soggetti informati correttamente circa gli effetti dell’iniezione di adrenalina
risultano poco influenzabili dai modelli sociali
Alcuni soggetti informati scorrettamente o non informati si sono resi conto da
soli degli effetti dell’epinefrina, indicando i sintomi appropriati. Eliminando
questi SOGGETTI AUTOCONSAPEVOLI, le differenze con la condizione Placebo
diventano significative.
Alcuni soggetti nella condizione Placebo si sono AUTOATTIVATI, manifestando un
aumento del battito cardiaco, e sono risultati più euforici e arrabbiati degli altri.
Esperimento di Schachter e Wheeler
Rendendo impossibile l’autoattivazione mediante iniezione di un inibitore del
sistema simpatico e utilizzando come induttore cognitivo un film comico, i
soggetti in condizione epinefrina manifestano mediante indicatori
comportamentali (risate ecc.) più divertimento dei soggetti placebo che a loro
volta si divertono più dei soggetti in condizione cloropromazina.
La teoria dei due fattori: valutazione cognitiva e attivazione
Dalla ricerca di Schachter e Singer non emerge alcuna differenza fisiologica
tra due emozioni fondamentali come la rabbia e l’euforia.
È possibile avere uno stato elevato di attivazione fisiologica senza
sperimentare psicologicamente alcuna emozione
L’emozione sentita nasce dall’interazione fra attivazione e valutazione
cognitiva della situazione ed è sensibile all’influenza sociale.
Quindi l’ EMOZIONE vissuta è il risultato dell’interazione fra ATTIVAZIONE del
sistema nervoso autonomo, gli effetti della quale sono percepiti come sintomi
somatici (feedback periferico), e VALUTAZIONE cognitiva della situazione,
dipendente da fattori sociali
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