Martedì 1 marzo 2011 & IL GIORNALE DELLA TOSCANA CULTURA SPETTACOLI Gli Uffizi «musealizzano» se stessi Tribuna completa e visibile (da lontano) solo tra un anno. Diversa «impaginazione» delle opere MARCO FERRI/ U na volta, nella Tribuna degli Uffizi (voluta da Francesco I e realizzata nel 1584 su progetto di Bernardo Buontalenti), ci si poteva entrare, avvicinare lo sguardo a Cosimo il Vecchio dipinto dal Pontormo, cercare i dettagli dello splendido abito di Eleonora di Toledo ritratta insieme a uno dei suoi figli dal Bronzino o vedere da vicinissimo le sculture in marmo «finite lì» nel XVIII secolo e raffiguranti, tra gli altri, il Fauno danzante e la Venere Medici. Quando l’ambiente, non prima di un anno, a fine restauro riaprirà, queste emozioni saranno negate per ottemperare a delle misure di tipo conservativo. La museologia, infatti, detta le regole circa la storia dei musei, gli aspetti conservativi e quelli afferenti al patrimonio, ma stavolta non farà gli interessi del pubblico, anzi. Tutto nasce, infatti, dalla volontà di rendere nuovamente visibile il pavimento del «cuore» stesso degli Uffizi e per questo è stata rimossa la pedana che esisteva e permetteva ai vi- Il ponteggio montato all’interno della Tribuna e le parti oggetto del restauro Il «cuore» della Galleria necessità di un supplemento di restauro che allungherà i tempi della riapertura L’intervento alla fine costerà 700mila euro sitatori di entrare in contatto con una delle più emozionanti wunderkammer di Firenze, e al tempo stesso sono state aperti due «affacci» sulla Tribuna (uno dalla sala 15, quella di Leonardo, e uno dalla 19) che, unitamente all’affaccio sul primo corridoio della Galleria, permetterà tutt’al più di «sbirciare» all’interno della Tribuna, ma non di avvicinarsi alle opere. Questo accadrà ai comuni mortali, cioè alla stragrande maggioranza dei visitatori degli Uffizi, ma non agli studiosi che, in virtù di permessi speciali ben motivati (alias raccomandazioni), potranno entrare nella Tribuna e viverle davvero quelle suddette emozioni. La sala ottagonale - dove oltre agli arazzi, alle sculture in marmo, al tavolo ottagonale a commesso del Ligozzi, troveranno spazio dipinti di artisti toscani e veneti come Puligo e tizianeschi, comunque tutte opere che un tempo erano state esposti nella Tribuna - diverrà quindi una sorta di «premio», di ambiente per pochi eletti. Nonostante il progetto di restauro della Tribuna, che ha per direttore lo stesso Antonio Natali, veda protagonisti tutti i suoi collaboratori (Conticelli, Giusti, Godoli, de Luca, Paolucci e Tartuferi) è emerso il bisogno della consulenza «scientifica» di tre storici dell’arte come Miriam Fileti Mazza, Carlo Sisi e Ettore Spalletti. Essendo poco convinti delle motivazioni di chiusura al pubblico della Tribuna, abbiamo chiesto alla prima dei tre «saggi» - la dottoressa Fileti Mazza - di darci una motivazione plausibile, ma abbiamo ottenuto una risposta quanto meno inattesa: «Mah, in effetti di questo problema non ne abbiamo ancora discusso con Natali e gli altri - ha detto candidamente - e poi veramente, che dovevo partecipare alla conferenza stampa di stamani (ieri per chi legge, ndr) l’ho saputo solo sabato per sms». Fantastico! Ecco come va il mondo dei beni culturali al giorno d’oggi. E viene da chiedersise davvero la Tribuna avesse bisogno di questo restauro, piuttosto che dedicarsi ad altre aree degli Uffizi più bisognose. Ma lasciare la propria «impronta» nel cuore della Galleria, dev’essere stata una tentazione troppo forte. Speriamo ne valga la pena. Comunque sia, in attesa che il consesso abbia luogo, c’è da applaudire Simonetta Brandolini d’Adda in qualità di presidente dell’associazione «Friends of Florence» che finanzia il restauro: «Il costo del progetto - ha affermato - fin qui il più oneroso fra tutti quelli realizzati dalla nostra fondazione, è di quasi 700 mila euro, oltre al costo dei filmati che documentano il restauro». Da segnalare il restauro, una ad una delle 6mila conchiglie che adornano la cupola della Tribuna e il ritorno del rosso cremisi che una volta la abbelliva. NOVITA’ I n questo periodo di fervore carnevalesco, Viareggio vive uno dei suoi due momenti tipici dell’anno. Il secondo - e non potrebbe essere diversamente - sarà l’estate. E allora eccola la novità che, in qualche maniera, annoda un altro filo tra Firenze e la Perla della Versilia. Il secondo weekend di luglio, nell’ala della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea diretta da Alessandra Belluomini, a Palazzo delle Museo, ospiterà (fino alla fine dell’anno) una mostra di quadri del Novecento provenienti dalle collezioni del Comune di Firenze e destinate - chissà quando - a costituire il nucleo principale del nascituro «Museo del Novecento» alle Leopoldine di Piazza Santa Maria Novella. In partico- La «Collezione dalla Ragione» di Firenze si vedrà a Viareggio E Gerry Scotti sta preparando una manifestazione di spettacolo per far tornare la «Perla della Versilia» ai fasti di un tempo Gerry Scotti domenica a Viareggio insieme al sindaco Lunardini RENATO RIDOLFI/ E ra nato ai piedi dell'Appennino tosco-romagnolo, tra vigne di Sangiovese e boschi di “Marron Buono”, nella grossa borgata di Marradi, già “Capitale culturale” della Romagna-Toscana, sul fiume Lamone, il 20 agosto 1885. Spuntato nel clima borghese di una della famiglie bene, Dino è timido, scontroso, anticonformista. Aperto ad esigenze libertarie, mal si adegua alla monotona vita del borgo e si muove turbinosamente in un mondo, che gli diventa sempre più ostile. Prende a fuggire in cerca di arie nuove, che plachino le sue ansie, aiutino le sue ricerche poetiche e gli rivelino la sua “Chimera”. Poi, sempre, ritorna all'ingrata terra, richiamato da un interno indomabile amore. Tracciare il quadro biografico di un personaggio siffatto è, senza dubbio, impresa scabrosa, tanto è il travaglio, che circonda, anche platealmente, l'umano pellegrinaggio del nostro poeta, il più grande dei poeti del nostro novecento. Amatore di donne maliarde, eteree, di luoghi incantevoli, mistici, eccitanti, di cui il nostro territorio è, an- lare, tra i circa 80 dipinti che andranno in mostra a Viareggio, ce ne sarà un cospicuo numero proveniente dalla Collezione Dalla Ragione, il grande fondo di oltre 200 opere che, grazie a Carlo Ludovico Ragghianti, fu donato a Firenze nel 1969 e da allora attende di trovare una giusta collocazione per essere, oltre che conservata, soprattutto ammirata. Perché 42 anni non sono bastati al Comune di Firenze per renderla ammirabile da tutti. Il via all’operazione ha visto protagonista Eugenio Giani - attuale presidente del Consiglio Comunale di Firenze nonché exassessore alla Cultura di palazzo Vecchio - il quale non ha perso il «vizietto» di progettare eventi culturali. Con buona pace del suo successore, Giuliano Da Empoli, dal quale certe iniziative di sicuro non partono. A curare il progetto, oltre alla stessa Belluo- mini e a Giani, c’è Laura Lucchesi, conservatrice del patrimonio culturale del Comune di Firenze che, in mancanza di un museo e in barba alle lungaggini degli assessorati, ha trovato la via giusta alla valorizzazione di un patrimonio sconosciuto alla stragrande maggioranza dei toscani. Ma per Viareggio le novità non sono finite. Alla consegna del «Burlamacco d’oro», domenica scorsa, Gerry Scotti ha lasciato intendere che molto presto il capoluogo versiliese potrebbe essere teatro di una manifestazione che, in qualche modo, lo vedrebbe coinvolto. Da Scotti, evidentemente, c’è da aspettarsi qualche evento spettacolare. E se son rose... accenti, di colori smaglianti, di immagini paradisiache. Tanti i cuori conquistati alla poesia campaniana. “Son colorismo, più che altro, diceva Dino stesso dei suoi lavori originali, pregni di profonda sensibilità, che fanno presagire lo stato patologico, che si concluderà con le “tenebre” della follia, ma il cui risultato più puro proviene, - così il Cecchi -, da un incontro di realtà profondo”. Quando la Stamperia Ravagli di Marradi, (dopo l'estenuante attesa di un giudizio di merito da parte del Soffici e del Papini, che, invece, smarrirono il manoscritto di Dino “Il più lungo giorno”) accetta, nel 1914, di stampare i “Canti Orfici”, dietro la concreta solidarietà del Prof. Luigi Bandini e altri pochi, si apre un capitolo nuovissimo ed “irripetibile” della nostra letteratura. L'opuscolo giallo paglierino, con su scritto il titolo in nero, goticheggiante, semplice, disadorno appare come severa condanna del vuoto futurista, incipiente preparazione di torbidi momenti. Il messaggio campaniano, due sole parole “Canti Orfici”diretto all'ani- Tutti pazzi per Nathalie oggi ai Gigli E legante, sofisticata eppure con una vocalità «velata» di rock, Nathalie è una performer ma anche e soprattutto una cantautrice: vincitrice della 4ª edizione di «X Factor». L’artista sarà oggi alle 18.30 alla Fnac dei Gigli Campo Bisenzio). L’entusiasmo intorno a questa artista è unanime: il pubblico del programma, l’ascoltatore occasionale, gli addetti ai lavori, i critici musicali sono concordi nel definire Nathalie un astro nascente del nuovo cantautorato italiano. IL LIBRO DI ALLEGRANTI Oggi alle 18 presso la sede del Corriere Fiorentino a Firenze, in Lungarno alle Grazie 22 presentazione del libro di David Allegranti Matteo Renzi. Il rottamatore del Pd. Interverranno Giuliano Da Empoli, Marco Tarchi, Tommaso Ciuffoletti, modera Paolo Ermini. Sarà presente l’autore, ingresso libero. ZINGARETTI ALLA PERGOLA È per dar voce a “La Sirena”, un reading tra narrativa e teatro tratto dal racconto Lighea di Tomasi di Lampedusa, che Luca Zingaretti torna in Toscana e arriva al Teatro della Pergola di Firenze (da oggi a domenica) e prosegue poi verso Sinalunga (8 marzo), Monsummano (9 marzo) e Lamporecchio (10 marzo). ALLEVI FA TRIS Grande successo per Giovanni Allevi che arriva a fine mese in Toscana con il suo Alien Tour. Già esaurito l'appuntamento del 28 marzo al Teatro dei Rinnovati di Siena, mentre sono rimaste poche unità per quello fiorentino del 27 marzo al Teatro Verdi. Per venire incontro alle numerose richieste del pubblico, viene adesso annunciata una nuova data del tour il 12 luglio al Teatro Romano di Fiesole. I biglietti per questo nuovo concerto saranno in vendita a partire da oggi presso tutti i punti del Circuito Regionale Box Office, on line su www. boxol.it. Questi i prezzi: 33/27/21,50 euro (tutti più diritti di prevendita). FLAMENCO A LUCCA Appuntamento con la magia del flamenco in scena al Teatro del Giglio col Nuevo Ballet Español di Rojas & Rodrìguez stasera alle 21. È un viaggio emozionante attraverso la tradizione e il costante rinnovamento del flamenco classico Cambio de Tercio, il nuovo spettacolo firmato dai coreografi-ballerini Rojas & Rodríguez per il Nuevo Ballet Español. [MF] Dino Campana, il ricordo del poeta che se molto sconosciuto; strapieno di realtà umili e sofferenti, che, nella loro ignoranza, serbano grande affetto e stima al poeta. Scopritore di luci e ombre violente, fosche, sfumate e, sempre, grande attaccamento al suo paesello, fatto di “fughe di tetti al sole, di lunghe verande fiorite, di cupole rosse, di campanili che si affollano, di commenti variopinti di archi, di larghi specchi d'azzurro”, ma anche di ostinata superficialità, di conformismo incallito, di “doctrina” insulsa ed ipocrita, sempre pronta a non capire, a condannare. E' profondamente spinto ad agitarsi, a mal sopportare lo sconforto crudele e a fuggire, come un perseguitato, dalla sua terra, che lo gratifica, quasi sempre, di un'aneddotica semplicistica e falsificante l'alta poetica dell'artista che fu ribelle. Si vorrebbe, ancora oggi, da qualche parte, far passare sulla sua opera quella zavorra, ma non serve, perché la poesia cristallina di Campana esplode genialmente in un impressionante crescendo di luminosità, che abbaglia ed entusiasma i cuori e le menti con musicalità di armoniosi IN BREVE ma e al cuore dell'uomo libero, sferra la grande offensiva, che porterà la netta vittoria della poesia e illuminerà di nuovi bagliori la soffertissima esistenza del Nostro, che aveva iniziato, nel 1918, l'atto finale della sua umana commedia col ricovero a Castel Pulci. Aveva soltanto quarantasette anni, il primo marzo del 1932, quando il sipario calò sulla triste vicenda. Silenzio profondissimo intorno e altri scempi scesero su Dino Campana e la sua opera, fatta eccezione di qualche inimmaginabile apertura. E Marradi? Zitto! Poi il risveglio, soprattutto, col Marradi dei giovani del dopoguerra, io fra essi, innamorati del loro “poeta maudì”, si arrivò alle basi di un “Premio Nazionale” di poesia, affidato ai prestigiosi nomi di Giorgio Saviane, Claudio Marabini e tanti altri importanti, che vedrà crescere a dismisura, la schiera dei cultori campaniani nel mondo, con tanti traduttori dei “Canti Orfici”. Un'azione continua di esaltazione di Dino Campana si propone, anche, di esaudire il grande desiderio del Poeta: quello di riposare nel- la sua Terra natale, anche se matrigna, desiderio irrealizzato, più per ragioni di bottega, che per nobiltà d'animo e riconoscenza. I resti mortali del Campana non sono mai arrivati nel mausoleo, semplice, ma amoroso, da tempo preparato nella sua città, così il suo spirito non ha ancora potuto acquietarsi nel “Ritorno”. “ Nella stanza ove le schiuse sue forme dai velari della luna io cinsi un alito tardato: e sul crepuscolo la mia pristina lampada instella il mio cuore vago di ricordi ancora...... L'estate avrà purificato i cieli. Gli arabeschi chiuderanno un sarcofago sotto ai cieli fosforei, Il miracolo sublime Io sarò ritto tra i ceri Incoronato in fondo tra le navate trionfali sul popolo enorme prostrato davanti la grande scalea Svanente tra le brume lunari Davanti l'infinito della forza e del sogno”. “Canti Orfici” Solo così finirà il torturato viaggio umano del “più povero dei Poeti portante una ricchezza indimenticabile”.