CVAMOSTRE Importanza del glacialismo in Valle d’Aosta FIUMI DI GHIACCIO Scoprire i ghiacciai: in Centrale IN COLLABORAZIONE CON Maën si riconferma, anche quest’anno, spazio espositivo per appuntamenti di valore. Il tema 2011 trattato, oggetto di approfondimento e studio, è quello dei ghiacciai. La visita alla mostra offre risposte a domande ricorrenti quali: come funziona un ghiacciaio? Quanti sono i ghiacciai in Valle d’Aosta e che ruolo hanno nell’ambiente, nella storia e nell’economia della regione? Come si comportano i ghiacciai nell’attuale fase climatica? Come si studiano e si misurano? “Fiumi di ghiaccio” conduce quindi il visitatore in un percorso che tocca i molteplici aspetti della glaciologia, da quello scientifico a quello economico e culturale, rispondendo a queste e altre domande e facendo scoprire aspetti forse poco conosciuti e insoliti di un importante componente dell’ambiente. Il tema glaciologico è particolarmente sentito da CVA, sia per la ricaduta diretta che questo ha sull’acqua, elemento centrale della produzione idroelettrica, sia per l’aspetto ambientale connesso alle variazioni climatiche per le quali, i ghiacciai, sono indicatori chiave. CVA, oltre alla produzione idroelettrica a marchio EAUX DE LA VALLEE - Energia pura, con 30 centrali distribuite in Valle d’Aosta e Piemonte, 908 MW di potenza nominale complessiva e 2.700 milioni di kWh prodotti mediamente ogni anno, è attiva anche nel fotovoltaico, con gli impianti di Alessandria Sud e Quart La Tour. Importanza del glacialismo in Valle d’Aosta Dal 10 luglio al 31 agosto 2011 Centrale CVA di Maën VALTOURNENCHE Dalle ore 16 alle 19 tutti i giorni anche la domenica Per informazioni [email protected] www.eventimostre.cvaspa.it Perché fiumi di ghiaccio? Storie di uomini e di ghiacci Un ghiacciaio fa lo stesso lavoro di un fiume: trasporta acqua da monte a valle. Solo che l’acqua che veicola è per la maggior parte in forma solida: ghiaccio e neve. I ghiacciai si formano infatti dalla trasformazione di quest’ultima che, alle quote più alte, si accumula anno dopo anno. Il ghiaccio fluisce lentamente verso valle, scorrendo sulla roccia o sul terreno sottostante, fino ad arrivare a quote dove il clima è più caldo e qui fonde, rilasciando l’acqua che ha accumulato in alto. I ghiacciai, quindi, sono una parte importante del ciclo dell’acqua: hanno la capacità di immagazzinarla nella stagione fredda e alle alte quote, rilasciandola nella stagione calda. Nel loro fluire verso valle, i ghiacciai creano e modellano il paesaggio. Trasportano materiale di ogni dimensione, creando forme come le morene ed erodono anche le rocce più dure, dando conformazione alle valli. I ghiacciai sono importanti anche nella storia umana. Per le popolazioni antiche, legate a un’economia rurale ed esposte ai fenomeni naturali, i ghiacciai erano solo un luogo non coltivabile e fonte di pericoli. L’immaginazione antica ha popolato questi luoghi di presenze inquietanti, demoni, streghe e draghi. Nel periodo dell’illuminismo, l’interesse di alcuni scienziati, come H.B. De Saussure, diede inizio all’esplorazione dei ghiacciai e della montagna, creando le basi per l’alpinismo, i viaggi e per il moderno turismo in quota. I ghiacciai, da luogo maledetto, diventarono oggetto d’interesse e risorsa anche per le popolazioni del posto. Le località vicine ai ghiacciai conobbero per prime uno sviluppo turistico, tra la fine dell’’800 e i primi del ‘900. Con l’avvento dello sci come sport diffuso e popolare, nel secondo dopoguerra, la presenza dei ghiacciai divenne un’attrazione per la pratica di questo sport in estate; nacquero gli impianti a fune che permisero, non solo agli alpinisti, ma anche ai turisti di avvicinarsi al mondo della montagna. L’energia racchiusa nei ghiacci Ghiacciai in Valle d’Aosta I ghiacciai svolgono un ruolo importante nell’economia della Valle d’Aosta e in genere delle regioni alpine. Oltre a essere un’attrattiva turistica, essi costituiscono un vero “salvadanaio d’acqua” e permettono di immagazzinare acqua in inverno e di rilasciarla gradualmente durante l’estate. L’acqua è così sempre disponibile per l’agricoltura, gli scopi idropotabili e la produzione idroelettrica. La maggiore concentrazione di derivazioni idriche a scopo idroelettrico e di bacini di accumulo si trova nelle valli come, ad esempio, la Valpelline, la Valtournenche e la Valle di Gressoney. Sono in corso studi specifici per valutare la quantità della risorsa idrica immagazzinata negli accumuli nevosi e nei ghiacciai. Queste conoscenze risultano importanti per pianificare la produzione idroelettrica e programmare i prelievi, mantenendo comunque un Deflusso Minimo Vitale (DMV) dei corsi d’acqua, ossia una portata che ne garantisca l’integrità ecologica. La Valle d’Aosta ha un territorio d’alta quota (circa l’11% della sua superficie si trova oltre i 3000 m) circondato da catene montuose elevate che ricevono grandi quantità di precipitazioni, sia dall’Atlantico, sia dal Mediterraneo. Un territorio ideale per la presenza dei ghiacciai. In effetti, essi sono molto numerosi: all’ultimo censimento, aggiornato al 2005, ne risultano ben 209, che coprono un’area di circa 135 km2, vale a dire quasi il 5% del territorio regionale. Tuttavia, la maggior parte dei ghiacciai valdostani sono molto piccoli: su 209, ben 90 hanno un’estensione inferiore a 0.1 km2 - che significa poco meno di 15 campi da calcio -, 179 sono inferiori a 1 km2 e soltanto 7 superano i 5 km2. Il ghiacciaio più esteso della Valle d’Aosta è il Miage, con una superficie di circa 10.5 km2, seguito dal Lys (circa 9 km2), dal Rutor (8.4 km2) e dal Ghiacciaio Grande di Verra (poco più di 6 km2). I ghiacciai reagiscono alle variazioni del clima con contrazioni o espansioni. Dalla metà del 1800 a oggi, i ghiacciai di tutte le Alpi sono in ritiro pressoché costante, anche se con alcune fasi di avanzate minori. Si calcola che in questo periodo l’area coperta dai ghiacciai nelle Alpi si sia dimezzata. A partire della metà degli anni ‘80 il ritiro dei ghiacciai è una tendenza costante, in conseguenza dell’attuale fase climatica particolarmente calda. In Valle d’Aosta, dal 1975 al 2005 la superficie dei ghiacciai è passata da 188 a 135 km2, con una riduzione di quasi il 35%. La riduzione non è omogenea su tutti i ghiacciai. Le valli con ghiacciai più piccoli e a quote più basse hanno subìto una riduzione percentuale molto maggiore di quelle con rilievi più alti e ghiacciai più estesi. Il loro ritiro è accompagnato da molti fenomeni, come il distacco della lingua valliva dalla zona di alimentazione, la copertura di detrito, la riduzione dello spessore di ghiaccio, la formazione di cavità e la scomparsa dei ghiacciai più piccoli e nelle zone più basse. Per informazioni e approfondimenti http://catastoghiacciai.regione.vda.it Leggere i ghiacciai Conoscere i ghiacciai significa disporre di informazioni fondamentali per la gestione del territorio, le disponibilità idriche e i rischi legati ai fenomeni glaciali, oltre che per l’evoluzione del clima. Per studiare e misurare i ghiacciai si usano diverse tecniche, tra cui le più utilizzate sono la misura delle variazioni frontali, le misure sull’accumulo nevoso e quelle di bilancio di massa. Quest’ultimo consiste nel confrontare tutti gli accumuli e le perdite subite nel corso dell’anno da un ghiacciaio e calcolare se sono maggiori gli accumuli (bilancio positivo) o le perdite (bilancio negativo). Queste valutazioni sono fatte di solito misurando le variazioni di spessore di neve e ghiaccio tra l’inizio e la fine dell’estate lungo paline di riferimento poste nei diversi settori del ghiacciaio, misurando la densità della neve e calcolando così l’equivalente in acqua della neve e del ghiaccio. INDREN PRE DE BAR In Valle d’Aosta vengono misurati, da alcuni anni, cinque diversi bilanci di massa, su diversi ghiacciai che rappresentano le diverse aree climatiche e zone orografiche. I bilanci degli ultimi anni sono tutti negativi: nell’attuale fase climatica, i ghiacciai si stanno riducendo. Un’altra tecnica molto semplice per studiare i ghiacciai, consiste nell’effettuare delle riprese fotografiche da punti fissi e valutare le foto nel tempo. Spesso, in questo modo, si possono fare dei confronti anche con immagini molto antiche. Un’altra tecnica consiste nel misurare la posizione della fronte dei ghiacciai e confrontarla per diversi anni consecutivi. RUTOR TIMORION GRAND ETRET 1,43 1,16 0,28 0,59 1,00 1,31 2,00 1,55 bilancio netto (m w.e.) -1,98 -0,55 -560 -1830 -1,60 -0,51 -1,67 -1,71 -1,99 -1,48 -2,07 -2,00 -0,29 0,00 -1,00 -3,00 -4,00 -5,00 2009/10 2008/09 2007/08 2006/07 2005/06 2004/05 -6,00 Il rischio glaciale I ghiacciai non sono solo una risorsa. In alcune situazioni possono rappresentare un rischio naturale. I rischi glaciali dipendono in parte dall’evoluzione dei ghiacciai, ma soprattutto dal numero sempre crescente di insediamenti e di strutture in alta quota, spesso dedicate al turismo. I rischi legati ai ghiacciai sono principalmente due: il crollo di grandi volumi di ghiaccio da ghiacciai sospesi, che è un fenomeno pericoloso soprattutto in inverno in quanto può innescare valanghe di enormi dimensioni e la rottura improvvisa di laghi interni o vicini ai ghiacciai (rotta glaciale), che può causare inondazioni o colate detritiche. Questi fenomeni sono molto pericolosi, difficilmente prevedibili e possono propagarsi in poco tempo a grande distanza. Oggi si cerca di studiare e conoscere i fenomeni che possono costituire un rischio; le situazioni di pericolosità conosciute sono monitorate con sistemi anche molto sofisticati, con lo scopo di prevedere eventuali distacchi e adottare le migliori misure di sicurezza. CONOSCERE LA CENTRALE La centrale idroelettrica di Maën è ubicata nel comune di Valtournenche ed è situata sull’asta fluviale del fiume Dora Baltea. L’impianto, che del vecchio insediamento utilizza le opere di sbarramento, il fabbricato e alcune parti accessorie, è stato inaugurato il 9 novembre 2002. Sostituisce la precedente opera entrata in servizio nel 1928, ereditandone le caratteristiche essenziali. L’impianto è composto da due derivazioni: Cignana e Marmore. Derivazione Cignana È una derivazione a serbatoio con una producibilità media annua di 34,6 GWh, alimentata da un bacino imbrifero di 13 kmq che comprende il lago Dragone, il lago Balanselmo, il lago Grande e il torrente La Piana. L’acqua di questo bacino è accumulata nelle dighe del lago di Cignana a quota 2.169. La derivazione si sviluppa tra il serbatoio stagionale di Cignana, della capacità di 15.975.000 mc, e la centrale di Maen, attraverso una condotta forzata collocata interamente in una galleria. La galleria unisce il piazzale antistante il fabbricato centrale con la diga ed è fornita di un moderno carrello adibito anche al trasporto del personale di servizio. Derivazione Marmore È una derivazione con bacino imbrifero di 54,05 kmq, che utilizza le acque del torrente Marmore e lo scarico della centrale di Perrères e ha una producibilità media annua di 73,6 GWh. Il bacino di Perrères, della capacità di 64.000 mc, realizzato mediante lo sbarramento del torrente Marmore, con una diga a gravità tracimante in calcestruzzo lunga 50 m, riporta due luci di scarico con paratoie a settore circolare. Il canale derivatore a pelo libero giunge alla vasca di carico sulla quale è innestata la condotta forzata posta all’aperto. Durante tutto l’anno è possibile visitare la centrale per capire come funziona un impianto di questo tipo e in quale modo viene prodotta l’energia elettrica, partendo dalla preziosa e insostituibile energia delle acque montane. www.cvaspa.it Come arrivare alla centrale Risalite la Valtournenche superando in successione il Comune di Antey-Saint-André e le Frazioni Buisson e Bioley; giungerete quindi al bacino di Ussin (che alimenta la Centrale idroelettrica CVA di Covalou) e, poco dopo, a fianco della Strada regionale n. 46, troverete la Centrale di Maën. Il parcheggio si trova a pochi metri dall’impianto. COMPAGNIA VALDOSTANA DELLE ACQUE C.V.A. S.p.A. a s.u. Compagnia Valdostana delle Acque Compagnie Valdôtaine des Eaux Via Stazione, 31 - 11024 Châtillon (AO) I Tel. +39 0166 823111 - Fax +39 0166 823031 E-mail: [email protected] web: www.cvaspa.it