5. L’ATTENZIONE A CHI VIENE FRA NOI
173. L’attenzione a chi viene fra noi deve diventare sempre più una caratteristica qualificante
della nostra comunità cristiana. Tutte le generazioni cristiane hanno praticato e testimoniato
l’accoglienza dei pellegrini e dei forestieri. Oggi poi il fenomeno dell’emigrazione ha raggiunto
espressioni e dimensioni mai conosciute prima (per l’accoglienza degli immigrati cfr. n. 114 e in
genere tutto il doc. 3 Testimoniare l’amore). Ma anche un altro fenomeno, assai diverso da quello
dell’immigrazione, sta interessando la nostra diocesi e, a vari livelli, interpella la nostra sensibilità
pastorale: negli ultimi decenni il nostro territorio ha conosciuto una notevole crescita turistica,
prima nella zona costiera, poi progressivamente anche nelle zone interne; molte persone, affascinate
dalla bellezza delle risorse naturali dei luoghi e anche dalle varie espressioni delle nostre culture,
mostrano di venire e di sostare volentieri in mezzo a noi. Si tratta senza dubbio di una prospettiva
quanto mai benefica per una terra segnata in passato dalla povertà e dai disagi, ma non possiamo
nasconderci la possibilità di rischi, anche gravi sul piano sociale e su quello specificamente
religioso, che meritano di essere valutati con attenzione.
174. Rischi del turismo di massa.
Il turismo, soprattutto quello di massa, ha un impatto notevole sull’ambiente naturale, non sempre
in grado di reggerlo senza danni, ma soprattutto ha un impatto considerevole sulle società e le
culture locali, che possono rivelarsi fragili, come e più dell’ambiente naturale. Il fenomeno turistico
introduce progressivamente, ma anche con violenza, nuovi valori, nuove gerarchie, nuovi lavori,
trasformando la società locale in un mercato perfettamente funzionale al turismo stesso. Come
conseguenze possono aversi gravi fenomeni di deculturazione, di disgregazione comunitaria, di
perdita irreversibile dei riferimenti valoriali tradizionali. Per di più aumenta il rischio di veder
crescere trasgressioni, criminalità, lievitazioni dei prezzi, disgregazioni familiari, alterazioni del
mercato del lavoro e delle professioni e più in generale mercificazione delle culture ridotte a mero
folclore, banalizzazione dei luoghi e della loro complessità storica, offerti come occasioni di
divertimenti, senza radici e senza centro.
175. Viene interpellata la comunità cristiana.
Si deve inoltre considerare che in molte parrocchie i ritmi e lo stile di vita dei fedeli sono
completamente cambiati, mentre l’espressione della fede e l’impegno alla testimonianza evangelica
si trovano davanti ostacoli e orizzonti finora inimmaginabili.
Eppure, come cristiani, siamo chiamati a cogliere la “profezia”, che questa mobilità dell’uomo
contemporaneo richiede da noi. Guardando alle nostre esperienze turistiche, siamo chiamati per
primi a saperle caratterizzare con motivazioni sempre più valide. Guardando ai turisti che vengono
fra noi, siamo chiamati ad essere testimoni qualificati per contribuire alla scoperta dei segni che Dio
stesso ha voluto lasciare nel nostro territorio attraverso le bellezze del creato, le testimonianze dei
monumenti storici che ricordano la fede dei nostri padri, la testimonianza attuale di una vita
cristiana vissuta con semplicità e fedeltà, tradotta in scelte coerenti ispirate alla rettitudine e alla
giustizia.
Siamo chiamati comunque ad affrontare questo nuovo momento con grande fiducia nel Signore
sempre presente in mezzo a noi e con la determinatezza di chi sente la consegna di testimoniare il
vangelo in tutte le situazioni della storia. Siamo chiamati a guardare con occhi nuovi il fenomeno
turistico e ad aiutare quanti vengono fra noi a saper cogliere l’umanità profonda e la ricchezza
spirituale che l’incontro turistico può contenere.
176. Le motivazioni più autentiche del turismo.
In questo contesto si caricano di significato le motivazioni più autentiche e profonde del turismo,
legate al senso della scoperta, alla conoscenza di un popolo attraverso la sua storia e cultura,
all’approfondimento di nozioni apprese durante gli studi, e anche al saper apprezzare l’offerta dei
prodotti tipici locali, elevando il semplice elemento consumistico a esperienza di un incontro
culturale e umano con persone prima sconosciute .
Coloro che da poco abitano fra noi
177. L’attenzione delle parrocchie ai nuovi arrivati.
La nostra attenzione si rivolge innanzitutto a coloro che sono venuti recentemente ad abitare fra noi,
qualunque sia il luogo o la cultura da cui provengono e anche se magari intendono rimanere solo
per un determinato periodo.
a. Siano considerati subito destinatari dell’annuncio evangelico.
b. Ciascuna parrocchia favorisca la rapida e piena aggregazione di tutti, nel pieno rispetto delle
convinzioni e delle scelte personali e con discreta attenzione anche alle eventuali necessità dei
singoli, in modo che nessuno abbia a trovarsi ospite o forestiero, ma che tutti, se lo desiderano,
possano sentirsi membra vive delle nostre comunità.
c. Quando si tratta di fratelli nella fede cattolica si invitino con cordialità e rispetto a partecipare
alla mensa eucaristica e comunque a sentirsi coinvolti nella medesima testimonianza dell’amore di
Dio per noi.
Coloro che vengono fra noi nel giorno del Signore
178. L’attenzione ai “parrocchiani della domenica”.
Un analogo riguardo deve poi essere rivolto a coloro che vengono fra noi quasi abitualmente ogni
settimana, di solito dalla sera del venerdì fino al pomeriggio della domenica, soprattutto nelle zone
costiere e collinari, ma anche nella zona amiatina, offrendo loro le stesse cure pastorali che vengono
riservate agli altri fedeli stabilmente residenti. Ordinariamente si presti attenzione a:
a. annunciare loro il vangelo e offrire la catechesi che eventualmente non può essere ricevuta
durante la settimana nella parrocchia di residenza;
b. avvisarli puntualmente, magari attraverso i messaggeri parrocchiali, di tutte le iniziative che la
parrocchia propone e a coinvolgerli con attenzione e rispetto nel loro svolgimento;
c. proporre la possibilità di svolgere alcuni servizi liturgici durante l’assemblea eucaristica
domenicale, secondo le attitudini e la disponibilità di ciascuno;
d. tenere conto anche della loro presenza nel predisporre l’orario per il sacramento della Penitenza;
e. garantire il ricordo nella preghiera durante la settimana e chiedere loro di fare altrettanto.
179. L’iniziazione cristiana e i matrimoni.
Nel caso in cui qualcuno che abitualmente alla domenica frequenta una nostra parrocchia faccia
richiesta dei sacramenti ci si regoli secondo le seguenti indicazioni:
a. riguardo ai sacramenti dell’iniziazione cristiana ci si comporterà come con gli altri
parrocchiani, avendo poi cura di segnalare l’avvenuta celebrazione al parroco di residenza
anagrafica, magari specificando il fatto dell’abituale presenza fra noi nel giorno del Signore;
b. analogamente ci si comporterà nel caso in cui venga richiesta la celebrazione del rito del
matrimonio, prestando tuttavia la massima attenzione ad osservare la normativa prevista per la
procedura matrimoniale.
180. Valorizzare le possibili risorse.
Si cerchi con prudenza, ma anche con magnanimità, di valorizzare tutti gli eventuali doni dello
Spirito presenti nei “parrocchiani della domenica”, offrendo la possibilità di impegni nella Caritas,
nelle aggregazioni, nella testimonianza attraverso conferenze, ecc. Qualora se ne riscontri la
capacità e la disponibilità, qualcuno può essere invitato anche a far parte del consiglio pastorale
parrocchiale.
I turisti occasionali
181. Guardiamo poi alle molte persone che occasionalmente vengono a trascorrere alcuni momenti
di svago o di riposo nel nostro territorio: sulle coste, sulle colline, alle terme, nei parchi, nelle zone
archeologiche o sulla montagna, con il desiderio di poter offrire loro una chiara testimonianza di
accoglienza cristiana.
182. L’accoglienza nei luoghi sacri.
a. I luoghi sacri siano opportunamente fruibili,con adeguati orari di apertura, pannelli illustrativi,
testi di saluto, ecc.
b. I luoghi sacri siano tenuti con decoro, secondo le norme liturgiche, in modo che appaia
chiaramente a chiunque vi entri che ci si trova “alla presenza del Signore”. Ciò vale particolarmente
per il luogo dove è custodito il SS. Sacramento.
c. Si preparino opuscoli illustrativi dei “percorsi della fede” e del significato autentico dei luoghi
cristiani con le relative opere d’arte sacra.
183. L’accoglienza nelle celebrazioni liturgiche.
a. Nelle zone interessate gli orari delle celebrazioni siano stabiliti di comune accordo fra i parroci,
tenendo conto anche dell’afflusso dei turisti, senza tuttavia moltiplicare il numero delle
celebrazioni. Analogamente anche gli orari della disponibilità dei sacerdoti della zona per il dialogo
personale e per la Confessione.
b. In ogni chiesa siano segnalati con chiarezza gli orari delle celebrazioni dell’Eucaristia in tutta la
zona.
c. All'inizio delle celebrazioni si disponga una cordiale accoglienza dei turisti alla porta della
chiesa, affidando questo compito a fedeli capaci e disponibili.
d. Quando risulti possibile si affidino a turisti ritenuti idonei alcuni servizi liturgici, come segno di
accoglienza per tutti (una lettura, la partecipazione all’offerta dei doni, ecc.).
184. La collaborazione con le strutture di ricezione.
I parroci si impegnino a cercare una costante e fattiva collaborazione con i gestori delle varie
strutture di ricezione, sia pubbliche, che private.
a. In particolare mettano a loro disposizione opuscoli contenenti indicazioni circa gli orari delle
celebrazioni eucaristiche e della disponibilità dei sacerdoti non solo nella propria parrocchia, ma in
tutta la zona circostante.
b. Dove poi i gestori sono disponibili, sia lascino per i turisti i libri del vangelo e alcuni opuscoli
che orientano alla riflessione.
185. La collaborazione con gli operatori turistici.
Nei vicariati si propongano periodicamente incontri di formazione per guide turistiche, e in genere
per tutti gli operatori turistici che si mostrino interessati, in ordine alla visione cristiana della vita,
alla genuina interpretazione dei monumenti cristiani e delle opere d’arte sacra.
I cristiani a servizio dei turisti
186. Un’attenzione necessaria.
Guardiamo infine al numero sempre più alto di persone delle nostre parrocchie che dedicano il loro
lavoro alla accoglienza turistica: albergatori, gestori di agriturismo, ristoratori, commercianti…
forze dell’ordine. Anche per loro, come per tutti, la Chiesa ha il dovere di annunciare il vangelo e di
mettere a disposizione i suoi sacramenti, invitando ciascuno a sentirsi membro vivo della comunità
cristiana e testimone dell’amore con cui Dio accoglie tutti gli uomini.
187. Salvaguardare il legame con la comunità.
E’ doveroso salvaguardare il legame di questi fratelli con tutta la comunità cristiana, in modo che
nessuno si senta spinto verso una religiosità di carattere individualistico, ma che tutti possano
percepire in ogni momento il senso della propria appartenenza all’unica Chiesa.
188. Il valore insostituibile del giorno del Signore.
E’ necessario ribadire in maniera positiva e propositiva, ma anche ferma e sicura, il valore del
giorno del Signore come giorno peculiare per la comunità cristiana: soprattutto si dovrà affermare
che la partecipazione all’Eucaristia della domenica non potrà essere sostituita con la partecipazione
a celebrazioni feriali o con altri momenti di preghiera, che tuttavia mantengono integra la propria
validità e importanza.
189. Percorsi di formazione comuni e specifici.
E’ importante ritenere che i percorsi fondamentali di formazione cristiana per i fedeli che operano
nel settore turistico sono gli stessi che le parrocchie offrono a tutti gli altri fedeli. Tuttavia è anche
opportuno che, nei tempi più liberi dall’attività turistica, vengano programmate a livello zonale o
vicariale alcune possibilità di formazione specifica per questa categoria di fedeli.
In particolare si dovrà:
a.
annunciare che, secondo le Sacre Scritture e la Tradizione cristiana, l’accoglienza del
prossimo è accoglienza del Signore stesso;
b.
spiegare quindi che l’accoglienza degli altri per il cristiano non può ridursi semplicemente a
compiere un lavoro, ma deve costituire un modo peculiare di vivere il vangelo;
c.
educare ad una specifica responsabilità di testimonianza cristiana, discreta ma sincera, sia
nell’incontro con altri fedeli provenienti da varie comunità, sia nel contatto con persone non
credenti o alla ricerca della fede;
d.
esortare all’onestà nel guadagno e nella concorrenza, secondo gli insegnamenti della morale
cattolica.
190. Invito alla preghiera.
E’ bene invitare i cristiani che operano nell’accoglienza dei turisti a pregare per tutte le persone che
incontrano e che servono, affinché il loro soggiorno fra noi possa sempre costituire una tappa
ulteriore di crescita umana, culturale e spirituale.
Verso Dio, bellezza infinita.
191. Il significato cristiano del turismo.
In ultimo è doveroso ricordare che per i cristiani il turismo vuole e deve essere soprattutto
l’occasione per gioire nella contemplazione delle meraviglie che Dio ha fatto per gli uomini e per
ammirare i capolavori prodotti dagli uomini che Dio ha creato a sua immagine e somiglianza,
dotandoli di intelligenza, di creatività e di senso della bellezza. Per tutti il turismo deve costituire la
possibilità non solo di un legittimo svago e di un necessario riposo, ma anche la possibilità di una
elevazione spirituale e di una crescita nella comprensione dell’uomo, delle civiltà e delle culture.
192. Educare al turismo sostenibile.
Da qui l’importanza dell’educazione a favorire un turismo che aiuti a vedere e anche a capire ciò
che si vede, l’importanza dell’impegno a costruire un turismo sostenibile, capace di salvaguardare
con lungimiranza per il futuro quanto abbiamo ricevuto generosamente dal passato. I cristiani
pertanto devono educarsi ed educare le presenti generazioni a soddisfare i propri desideri di svago e
di cultura senza compromettere la possibilità che in futuro anche gli altri possano fare altrettanto. In
particolare si tratta di porre l’attenzione a curare l’ambiente e le ricchezze spirituali, a valorizzare
l’innovazione e la tradizione secondo una logica di comunità, a non innescare processi di
deterioramento ambientale o di sradicamento dalla storia e dalla cultura.
193. Favorire l’incontro con le culture.
Si deve poi favorire un turismo capace di instaurare il dialogo fra culture diverse, offrendo valide
risposte alle curiosità e sensibilità che portano il visitatore a cercare ed apprezzare non solo le
differenze umane e ambientali, ma anche le caratteristiche spirituali delle persone che si incontrano.
194. Il viaggio come arricchimento spirituale.
Infine appare fondamentale guardare oltre il semplice ecoturismo, o il solo turismo storico o
museale, proponendo e illustrando il senso del viaggio, non come semplice vacanza a livello
“consumistico”, ma come esperienza viva di arricchimento nell’apertura a nuove realtà, nuove
culture, nuovi orizzonti spirituali.
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195. Accogliendo chi viene fra noi accogliamo il Signore di cui ogni persona è immagine viva.
Ogni fratello e ogni sorella che il Signore ci fa incontrare possono costituire per noi una
testimonianza viva del vangelo e dell’amore di Dio per tutti. A nostra volta noi abbiamo la
responsabilità di poter offrire loro una serena testimonianza di fede. Come le meraviglie del
paesaggio in cui viviamo e come le opere d’arte affidate alle nostre cure, abbiamo la gioia di poter
narrare a tutti ogni giorno la gloria di Dio e di annunziare la bellezza delle sue opere.
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5. L`ATTENZIONE A CHI VIENE FRA NOI 173. L`attenzione a chi