Convivere con il diabete
Gesti quotidiani
La tua guida
all’iniezione di insulina
Con la consulenza scientifica di Riccardo Fornengo
Servizio di Diabetologia ASL TO4 - Chivasso
Progettazione, cura editoriale
e impaginazione: In Pagina - Milano
Finito di stampare: settembre 2012
Gesti quotidiani
Il trattamento con insulina
All’inizio del trattamento con
insulina il Team diabetologico e il
paziente dedicano molta attenzione
alle tecniche di somministrazione del
farmaco.
Nel corso del tempo diventa
un’abitudine: acquisire una
maggiore pratica è un fatto positivo,
ma la routine comporta anche il
rischio di dimenticare alcune nozioni
o adottare tecniche errate.
I risultati potrebbero essere
l’assunzione di una quantità di
insulina diversa e ipo o iperglicemie
che si sarebbero potute evitare.
A volte la difficoltà che un paziente
avverte nel mantenere sotto controllo
il suo diabete è dovuta proprio a una
tecnica di iniezione sbagliata.
Le indicazioni contenute in questo
opuscolo non sono dedicate, quindi,
solo ai ‘neofiti’, ma anche a tutte le
persone che da tempo assumono
l’insulina.
Roche Diabetes Care
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Gesti quotidiani
Indice dei contenuti
L’insulina salva la vita
04
Schemi insulinici
06
Preparare l’iniezione con la penna
08
Dove e come fare l’iniezione
10
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L’insulina salva la vita
L’insulina ha trasformato il diabete
da malattia mortale a condizione
gestibile per milioni di persone.
L’insulina, secreta dalle betacellule
nel pancreas, permette alle cellule
di utilizzare il glucosio presente nel
sangue e segnala al fegato quando
è il caso di produrre, immagazzinare,
consumare o rilasciare nel sangue
glucosio.
Le persone con diabete di tipo 1
devono somministrarsi più volte al
giorno l’insulina attraverso iniezioni
sottocutanee. Lo stesso vale per una
parte delle persone con diabete di
Tipo 2 che nel tempo arrivano ad
avere la necessità di somministrarsi
l’insulina. La somministrazione di
insulina consente di raggiungere
e mantenere una concentrazione
ottimale di glucosio nel sangue
(glicemia).
Una glicemia troppo bassa
(ipoglicemia) è dannosa, soprattutto
per il cervello e può manifestarsi con
diversi sintomi quali sudorazione,
nervosismo e irritazione, difficoltà
ad articolare le parole, mancamenti
e tremore alle mani. Viceversa
anche l’eccesso di glucosio nel
sangue (iperglicemia grave) può
avere conseguenze acute quali la
chetoacidosi e portare a stati di
disidratazione, sopore e coma.
L’iperglicemia moderata può non
dare sintomi acuti ma può essere
causa di conseguenze a mediolungo termine.
Numerosi studi hanno dimostrato
che una glicemia elevata danneggia,
nel corso degli anni, le arterie, i
capillari e i glomeruli (organi che
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garantiscono la funzione di filtraggio
del rene).
Le conseguenze, definite
‘complicanze del diabete’, consistono
in un aumentato rischio di alcune
patologie specifiche del diabete
come la retinopatia, la nefropatia e
la neuropatia, nonché di patologie
cardiovascolari (infarto, ictus).
È dimostrato che un controllo
ottimale della glicemia riduce la
probabilità di comparsa, ritarda
l’insorgenza e rallenta l’evoluzione
delle complicanze.
Le dosi di insulina sono indicate in
Unità o Unità internazionali (U.I.).
Il fabbisogno di insulina varia da
persona a persona.
Come conservare l’insulina
L’insulina è disponibile in flaconi, cartucce e penne usa e getta.
Le confezioni in uso possono essere mantenute a temperatura ambiente; l’unica precauzione consiste nel non esporle a fonti di calore (oltre i 37°C) o al gelo. L’insulina esposta a temperature estreme
continua a svolgere la sua funzione ma potrebbe perdere in parte la
sua efficacia. Una volta aperta la confezione l’insulina ha una durata
massima di un mese.
Le confezioni di scorta vanno tenute in frigorifero, dove possono rimanere fino alla data di scadenza indicata sulla confezione. Meglio
scegliere uno scomparto non troppo freddo.
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Schemi insulinici
Una terapia insulinica standard,
uguale per tutti non esiste, in quanto
ogni persona ha caratteristiche
cliniche diverse, nonché abitudini,
ritmi e stili di vita differenti. Il
Diabetologo, in stretta collaborazione
con il paziente, definisce lo ‘schema
insulinico’ giornaliero nel quale
inserire gli orari di somministrazione,
la quantità e il tipo di insulina (o di
insuline) piu adatti.
Le insuline sono realizzate attraverso
avanzate tecnologie che permettono
di riprodurre perfettamente
l’insulina umana e di modificarla
geneticamente in modo da cambiarne
– come è stato fatto per gli ‘analoghi’
– i tempi di azione. Esistono
infatti tipi diversi di insulina che si
differenziano per la durata di azione
e precisamente per il momento in cui
il farmaco inizia a fare effetto, per la
fase in cui esprime la massima azione
(picco) e per il tempo nel quale
rimane nel sangue (coda). Questi
tempi non sono assoluti, ma hanno
un margine di variazione secondo la
persona e le attività svolte.
Metodi di somministrazione
Fino a 10-15 anni fa l’insulina era iniettata attraverso piccole siringhe
monouso sterili con ago già inserito.
Oggi lo strumento di gran lunga più comune è la ‘penna usa e getta’,
che permette di effettuare più iniezioni sostituendo solamente l’ago.
È inoltre adottata in un numero crescente di casi la somministrazione subcutanea continua (CSII in sigla inglese) effettuata attraverso
i microinfusori (o pompe per insulina) che somministrano l’insulina
sottocute 24 ore su 24.
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Esempi di schemi
insulinici
Fonte: Roche Diagnostics
In commercio sono disponibili le
seguenti tipologie di insulina.
▪ Insuline umane regolari. La loro
azione inizia dopo circa 30-40
minuti dalla somministrazione,
picco d’azione tra le 2-3 ore e
hanno una coda che può durare
fino a 6-8 ore.
▪ Insuline umane intermedie. Sono
insuline umane ‘rallentate’ dalla
presenza di protamina, con inizio
di attività dopo circa 1 ora, picco
dopo circa 4-12 ore e durata di
circa 16-20 ore.
▪A
naloghi rapidi. La loro azione
inizia dopo circa 10 minuti
dall’iniezione, picco dopo circa
1-3 ore e coda fino a 5 ore.
▪A
naloghi lenti. Si caratterizzano
per non avere ‘picchi’: la loro
concentrazione nel sangue è
stabile fino a 24 ore.
▪ Mix. Sono costituite da una
miscela di insuline umane regolari
e intermedie (30/70: 30 regolare e
70 intermedia) o da una miscela
di analoghi rapidi e analoghi
rapidi rallentati con protamina
(25/75, 30/70, 50/50, 70/30).
Il tipico schema insulinico il
cosiddetto schema ‘basal/bolus’
prevede un analogo lento per
coprire le 24 ore e tre iniezioni di
analogo rapido da somministrarsi
poco prima dei pasti. La persona
con diabete che segue questo
schema deve monitorare più volte
al giorno la glicemia e segnalare
al medico se lo schema si rivela
inadeguato (molte iper o qualche
segno di ipoglicemia) unitamente
alle informazioni su eventuali
variazioni delle sue abitudini.
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Gesti quotidiani
Preparare l’iniezione con la penna
La penna si presenta come
una comune penna stilografica
ed è costituita costituita da un
ago monouso, da una cartuccia
di insulina sostituibile e da un
quadrante su cui selezionare la
quantità d’insulina da iniettare
(con scelta delle unità o, in alcune
versioni, anche delle mezze unità).
Esistono inoltre penne usa e getta
dove la cartuccia di insulina non è
sostituibile.
Come si usano le penne
Se non si tratta di penne usa e
getta, per prima cosa va inserita la
1
cartuccia (1) e applicato il nuovo
ago (2). Per eliminare eventuali bolle
d’aria presenti nella cartuccia e per
verificare che non vi siano occlusioni
nella penna è necessario caricare
prima alcune unità di insulina e
premere il pulsante d’iniezione fino
a far apparire una goccia di insulina
sulla punta dell’ago (3). Fare questa
operazione tenendo la penna rivolta
verso l’alto e all’altezza degli occhi.
A questo punto si può selezionare le
unità da iniettare ruotando la ghiera
posta all’estremità (4). In seguito
detergere il sito scelto per l’iniezione
(5) e inserire l’ago. L’iniezione vera
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4
e propria avviene semplicemente
premendo il pulsante (6).
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A ogni iniezione è necessario
servirsi di un nuovo ago sterile.
Né troppa né poca
Può accadere che la quantità di insulina
realmente iniettata sia diversa da quanto
prescritto, per esempio se si estrae troppo
presto l’ago o se il punto scelto per
l’iniezione non è adatto.
Al contrario un prolungato bagno caldo
può aumentare la velocità di assorbimento
dell’insulina. È necessario quindi fare
attenzione a come e dove si pratica l’iniezione.
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Dove e come fare l’iniezione
Per ottenere gli effetti desiderati,
l’insulina deve essere iniettata nello
strato di grasso sottocutaneo. Se lo
supera e finisce nei muscoli, l’azione
dell’insulina non sarà regolare.
Lo spessore dello strato sottocutaneo
varia da persona a persona e a
seconda delle zone del corpo.
L’area ideale per iniettare l’insulina
è l’addome, dove spesso la puntura
viene avvertita in modo minore,
con l’accorgimento di evitare la
zona ombelicale (2 cm attorno
all’ombelico). Il punto di iniezione
deve essere pulito. Entrare
perpendicolarmente e con tutto
l’ago, premere delicatamente e
a velocità costante il pistone e
aspettare 3-10 secondi prima di
ritirare l’ago. Dopo l’iniezione la
parte non deve essere strofinata o
massaggiata.
I siti di iniezione e lo spessore medio in mm del sottocute
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L’importanza dell’ago
L’ago della penna va cambiato a
ogni iniezione. Mantenere lo stesso
ago per l’intera giornata o per
più giornate significa rischiare la
formazione di bolle o di otturazioni
nella penna o di batteri sull’ago.
Inoltre gli aghi utilizzati più volte
perdono lo strato di silicone che ne
favorisce la penetrazione e il profilo
dell’ago già utilizzato si modifica, aumentando la lacerazione dei tessuti,
responsabile del dolore e causa prima delle lipodistrofie, poco estetici
accumuli di grasso e tessuto cicatriziale che si possono formare soprattutto
nell’addome.
La rotazione dei siti
Iniettando frequentemente l’insulina
nello stesso punto, si possono
formare degli accumuli di grasso
chiamati lipodistrofie. Si tratta di
tessuti in gran parte cicatriziali, poco
innervati e male irrorati.
L’insulina iniettata in questi siti
agisce quindi in misura minore del
previsto e in tempi che possono
essere diversi da quelli standard.
Per evitare la formazione di
lipodistrofie è importante alternare
le aree e i siti dove si inietta
l’insulina.
Un utile ausilio mnemonico è
rappresentato dall’orologio: i siti di
iniezione nell’arco della settimana
sono ruotati descrivendo due
ideali archi ‘a orologio’ intorno
all’ombelico.
In alternativa si possono associare le
somministrazioni ad aree diverse del
corpo.
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Note
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Impegnata per un ambiente migliore,
Roche utilizza carta riciclata.
www.accu-chek.it
Roche Diagnostics S.p.A.
I-20900 Monza (MI)
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