Seminario di Roma, 3 marzo 2005
La condizionalità e
l’applicazione delle norme di
mantenimento dei terreni in
buone condizioni agronomiche
e ambientali
Paolo Bazzoffi
CRA-Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura,
Istituto Sperimentale per lo Studio e la Difesa del Suolo -Firenze
La riforma della PAC (Reg 1782/03) subordina l’erogazione
del pagamento unico all’applicazione della condizionalità
ambientale, ossia a un sistema di “condizioni”, sul piano
della gestione e delle pratiche agronomiche, per il
mantenimento delle “buone condizioni agronomiche e
ambientali ( BCAA) ”.
Le “condizioni” mirano a garantire livelli di sostenibilità
ambientale considerati minimi.
Al beneficiario è richiesta l’adozione di comportamenti
virtuosi, per ridurre le esternalità negative o per la
salvaguardia di esternalità positive legate all’attività
agricola.
L’Italia ha deciso di avviare la PAC nel 2005, insieme alla
maggioranza dei 15, ossia Austria, Belgio, Danimarca,
Germania, Irlanda, Lussemburgo, Portogallo, Regno Unito e
Svezia.
Finlandia, Francia, Grecia, Olanda e Spagna hanno preferito
rinviare al 2006.
Tavoli tecnici
MiPAF-Regioni
MiPAF
Le norme relative alle BCAA si applicano in
funzione della utilizzazione del terreno
A) Superfici A SEMINATIVO in produzione (incluso
set-aside investito a colture no-food o biologiche)
Norma
1.1
B) Superfici A SEMINATIVO soggette all’obbligo
del ritiro dalla produzione (set aside) o ritirate
volontariamente dalla produzione (terreni disattivati)
Norme
2.1
e
4.2
C) Superfici a PASCOLO PERMANENTE
Norma
4.1
D) Superfici con OLIVETI con riferimento alla cura
della pianta
Norma
4.3
E) QUALSIASI SUPERFICIE agricola aziendale,
Norme
3.1
e
4.4
incluse quelle con colture permanenti o altre colture non beneficiarie di
aiuti diretti, nel caso siano servite dalla rete poderale di sgrondo delle
acque o rechino elementi caratteristici del paesaggio
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici a SEMINATIVO in produzione (incluso il setaside investito a colture no-food o a colture biologiche)
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
•Proteggere il suolo dall’erosione
SCOPO DELLA NORMA
• 1) contenimento dei fenomeni erosivi (standard minimo:
riduzione dell’erosione)
Rischio di Erosione in Europa
( modello PESERAl - EU-project)
Erosione t/ha/anno
SCOPO DELLA NORMA
• 2) conservazione della fertilità del suolo, tramite il
mantenimento degli strati superficiali del terreno
agrario
IL SUOLO
È UNA RISORSA PREZIOSA
SCARSAMENTE RINNOVABILE
suolo
roccia
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
•Nei terreni declivi che manifestano fenomeni erosivi
(rigagnoli), l’agricoltore deve realizzare solchi acquai
temporanei, con andamento trasversale alla massima
pendenza e distanti tra loro non più di 80 m.
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
•Nei terreni declivi che manifestano fenomeni erosivi
(rigagnoli), l’agricoltore deve realizzare solchi acquai
temporanei, con andamento trasversale alla massima
pendenza e distanti tra loro non più di 80 m.
Solco acquaio temporaneo: s’intende un solco aperto dopo
la semina in terreni in pendenza per il regolare deflusso
dell’acqua piovana.
N.B. Se i fenomeni erosivi si manifestano nonostante
l’applicazione della norma, la condizionalità è da ritenersi
rispettata.
Concetto: Al beneficiario non è imputabile una esternalità
negativa causata da eventi meteorologici estremi.
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
•Nei terreni declivi che manifestano fenomeni erosivi
(rigagnoli), l’agricoltore deve realizzare solchi acquai
temporanei, con andamento trasversale alla massima
pendenza e distanti tra loro non più di 80 m.
Solco acquaio temporaneo: s’intende un solco aperto dopo
la semina in terreni in pendenza per il regolare deflusso
dell’acqua piovana.
N.B. Se i fenomeni erosivi si manifestano nonostante
l’applicazione della norma, la condizionalità è da ritenersi
rispettata.
DEROGHE
1. Superfici stabilmente inerbite
2. Condizioni di sicurezza degli operatori (es: pericolo di ribaltamento)
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE
SUPERFICIALI NEI TERRENI IN PENDIO (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà che il terreno oggetto della norma:
• non presenti fenomeni franosi
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE
SUPERFICIALI NEI TERRENI IN PENDIO (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà che il terreno oggetto della norma:
• non presenti fenomeni franosi
• che i solchi di erosione non abbiano larghezza max. > 30 cm
• che i solchi acquai non siano totalmente assenti
30 cm
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE
SUPERFICIALI NEI TERRENI IN PENDIO (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà che il terreno oggetto della norma:
• non presenti fenomeni franosi
• che i solchi di erosione non abbiano larghezza max. > 30 cm
• che i solchi acquai non siano totalmente assenti
• che non sia presente scheletro portato in superficie dal fenomeno
erosivo
SUOLO CONSERVATO
SUOLO DOPO EROSIONE
piedistallo
Il sedimento dimostra che c’è
stata erosione
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie interessata da fenomeni erosivi compresa fra il
5% ed il 20% della superficie oggetto della norma
Medio Superficie interessata da fenomeni erosivi superiore al
20% della superficie oggetto della norma, ma non estesa
al di fuori dei confini aziendali
Alto
Superficie interessata da fenomeni erosivi estesa al di
fuori dei confini aziendali
Gravità del fenomeno
Superficie interessata da fenomeni erosivi superiore al 50% della
superficie oggetto della norma
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 2.1: GESTIONE DELLE STOPPIE E DEI RESIDUI
COLTURALI (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici a SEMINATIVO in produzione
• Superfici a SEMINATIVO in regime di set-aside o
disattivate
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Mantenere i livelli di sostanza organica del suolo
SCOPO DELLA NORMA
• mantenimento del livello di sostanza organica (humus),
con conseguenti effetti positivi sulla fertilità del suolo
• salvaguardia della biodiversità
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 2.1: GESTIONE DELLE STOPPIE E DEI
RESIDUI COLTURALI (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
l’agricoltore non deve bruciare:
• le stoppie e gli altri residui vegetali delle colture annuali, come le
paglie, gli stocchi, ecc.
•Non deve bruciare la vegetazione presente alla fine dei cicli
produttivi di prati naturali o seminati e di altre colture
DEROGHE
1. È prevista una deroga per i terreni
investiti a riso
2. Sono ammesse deroghe in caso di
norme regionali/locali che
consentono la bruciatura delle
stoppie e/o di altri residui colturali
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 2.1: GESTIONE DELLE STOPPIE E DEI RESIDUI
COLTURALI (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà che sul terreno oggetto della norma non
si sia verificato uno dei seguenti casi:
• bruciatura di residui di colture depauperanti (cereali autunnovernini)
• bruciatura di residui di colture da rinnovo e/o miglioratrici
(altri cereali - granturco, sorgo da granella, grano saraceno,
granturco dolce-, proteiche -piselli, fave e favette, lupini dolci-,
semi oleosi -soia, colza e ravizzone, girasole,lino-, piante da
fibra -canapa, lino-)
• bruciatura di residui di colture foraggiere e/o bruciature
rilevate sui terreni ritirati dalla produzione
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 2.1: GESTIONE DELLE STOPPIE E DEI RESIDUI
COLTURALI(4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie bruciata compresa fra il 5% ed il 20% (estremi
inclusi) della superficie oggetto della norma
Medio Superficie bruciata superiore al 20% della superficie
oggetto della norma, ma non estesa al di fuori dei confini
aziendali
Alto
Superficie bruciata estesa al di fuori dei confini aziendali
Gravità del fenomeno
Superficie bruciata superiore al 50% della superficie oggetto
della norma
Lajàtico (Toscana)
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 3.1: MANTENIMENTO IN EFFICIENZA DELLA
RETE DI SGRONDO PER IL DEFLUSSO DELLE ACQUE
SUPERFICIALI (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Una QUALSIASI SUPERFICIE comprese quelle con colture
permanenti o altre colture non beneficiarie di aiuti diretti, se
servite dalla rete poderale di sgrondo o con elementi caratteristici
del paesaggio
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Difendere la struttura del suolo
SCOPO DELLA NORMA
mantenimento in efficienza della rete di
sgrondo delle acque superficiali, onde
evitare situazioni di ristagno idrico
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 3.1: MANTENIMENTO IN EFFICIENZA DELLA RETE DI
SGRONDO PER IL DEFLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• provvedere a mantenere puliti fossi e scoline
•mantenere capezzagne, canali collettori ed altri impluvi naturali
o artificiali
•mantenere, ove presenti, le ordinarie sistemazioni del terreno
che agevolano il deflusso delle acque piovane, come ad esempio
la baulatura
Canale collettore permanente: canale che raccoglie le acque
provenienti dalle scoline.
Capezzagne: porzione di terreno in corrispondenza delle
testate dei campi dove le macchine invertono il senso di marcia;
Scolina: piccolo fossato in cui si raccoglie l’acqua di sgrondo
dei campi
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 3.1: MANTENIMENTO IN EFFICIENZA DELLA RETE DI
SGRONDO PER IL DEFLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (3)
DEROGHE
Sono ammesse deroghe in presenza di normative regionali e/o
locali che prevedono il mantenimento di elementi naturali degli
habitat (arbusti, ecc.) anche in prossimità di fossi, scoline, ecc.
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà la presenza dei seguenti fenomeni:
• scoline inefficienti (p.e. invase dalla vegetazione, troppo
superficiali, ecc.)
• canali collettori in stato di non manutenzione
• assenza di baulatura e/o di altre opportune sistemazioni del terreno
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 3.1: MANTENIMENTO IN EFFICIENZA DELLA RETE DI
SGRONDO PER IL DEFLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie interessata da fenomeni di ristagno idrico e/o
asfissia radicale compresa tra il 5% ed il 20% della
superficie agricola aziendale
Medio Superficie interessata da fenomeni di ristagno idrico e/o
asfissia radicale superiore al 20% della superficie agricola
aziendale
Alto
Superficie interessata da fenomeni di ristagno idrico e/o
asfissia radicale estesa al di fuori dei confini aziendali
Gravità del fenomeno
Superficie interessata da fenomeni di ristagno idrico e/o asfissia
radicale superiore al 75% della superficie agricola aziendale
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.1: PROTEZIONE DEL PASCOLO PERMANENTE (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici a PASCOLO PERMANENTE
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Assicurare un livello minimo di mantenimento del pascolo ed
evitare il deterioramento dell’habitat
SCOPO DELLA NORMA
il pascolo, laddove si attui una corretta gestione del carico di
bestiame, contribuisce a:
• ridurre i fenomeni erosivi
• aumentare il livello di sostanza organica
• mantenere la struttura del suolo
• salvaguardare la biodiversità
Erosione laminare su pascolo
eccessivamente sfruttato, compattato
e con forte degrado floristico
Smottamenti su pascolo
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.1: PROTEZIONE DEL PASCOLO PERMANENTE (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• Non convertire il terreno ad altri usi
• Non effettuare lavorazioni, eccetto quelle legate al rinnovo
o all’infittimento del pascolo stesso e alla gestione dello
sgrondo delle acque
• Rispettare, ove normato dalle Regioni e Province
Autonome, il carico minimo e/o massimo di bestiame sulla
superficie pascolata
• Il tutto è riferito alle superfici dichiarate a pascolo al
31/12/2004 (domanda PAC 2004  codici 36-37-38)
DEROGHE
Sono ammesse le tipologie di lavorazioni contenute nei PSR
ed eventualmente in altre norme regionali/locali
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.1: PROTEZIONE DEL PASCOLO PERMANENTE (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà che il terreno destinato a pascolo
permanente:
• non sia stato destinato ad altri usi
• che il cotico erboso non sia stato rimosso o danneggiato da
lavorazioni vietate
• che il cotico erboso non sia stato rimosso o danneggiato da
un eccessivo pascolamento
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.1: PROTEZIONE DEL PASCOLO PERMANENTE (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie convertita ad altri usi o da cui il pascolo è stato
rimosso o danneggiato compresa fra il 5% ed il 20% del
terreno oggetto della norma
Medio
Superficie convertita ad altri usi o da cui il pascolo è stato
rimosso o danneggiato compresa fra il 20% ed il 50% del
terreno oggetto della norma
Alto
Superficie con violazioni superiore al 50% del terreno oggetto
della norma
Gravità del fenomeno:
Qualora la superficie a pascolo soggetta a conversione, rimozione o
danneggiamento sia superiore al 75% del terreno oggetto della
norma
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.2: GESTIONE DELLE SUPERFICI RITIRATE DALLA
PRODUZIONE (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici a SEMINATIVO soggette all’obbligo del ritiro dalla
produzione (set-aside) o ritirate volontariamente dalla produzione
(terreni disattivati)
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Assicurare la corretta gestione delle superfici ritirate dalla produzione
SCOPO DELLA NORMA
In particolare, la norma intende assicurare che i terreni ritirati dalla produzione
non vengano abbandonati e, mediante l’attuazione di opportune pratiche
agronomiche, vengano garantiti gli obiettivi di:
• Conservare il potenziale produttivo e la fertilità del terreno, evitando la diffusione
incontrollata delle piante infestanti
• Limitare il rischio di propagazione degli incendi ai fondi limitrofi
• Salvaguardare la biodiversità tutelando la fauna selvatica e in particolare
l’avifauna durante le nidificazioni
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.2: GESTIONE DELLE SUPERFICI RITIRATE DALLA
PRODUZIONE (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• Garantire la presenza di una copertura vegetale, naturale o seminata
durante tutto l’arco dell’anno
• Eseguire uno sfalcio o un’altra operazione equivalente almeno una
volta l’anno nei periodi prescritti
In assenza di specifici provvedimenti delle Regioni e Province Autonome, i
periodi in cui è vietato lo sfalcio, o altra operazione equivalente, sono i seguenti:
- nei SIC e ZPS fra il 1 marzo ed il 31 luglio di ogni anno
- nelle altre aree fra il 15 marzo ed il 15 luglio di ogni anno
• E’ fatto comunque obbligo di sfalci e/o lavorazioni del terreno
per la realizzazione di fasce antincendio (nelle aree montane 
declaratoria di evento siccitoso)
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.2: GESTIONE DELLE SUPERFICI RITIRATE DALLA
PRODUZIONE (3)
DEROGHE
• nel caso si effettui il sovescio, è necessario garantire la copertura del terreno
soltanto nel periodo autunno-invernale
• è ammessa la presenza di colture da reddito, a patto che si tratti di colture a
perdere per l’alimentazione della fauna selvatica, ai sensi della lettera e), art. 1,
DM MiPAF 07/03/2002
• sono ammesse le lavorazioni del terreno effettuate allo scopo di ottenere una
produzione agricola nella successiva annata agraria. Dette lavorazioni devono
essere comunque eseguite non prima del 15 luglio
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
il controllore accerterà che, sui seminativi disattivati o in regime di set aside:
• Sia presente la copertura vegetale naturale o seminata
• Sia stato eseguito almeno una volta l’anno lo sfalcio o altra operazione
equivalente (trinciatura)
• Non siano presenti colture da reddito
• Lo sfalcio o la trinciatura della vegetazione non siano stati effettuati durante i
periodi vietati
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.2: GESTIONE DELLE SUPERFICI RITIRATE DALLA
PRODUZIONE (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso Superficie con violazioni compresa fra il 5% ed il 20% del
terreno oggetto della norma
Medio Superficie con violazioni compresa fra il 20% ed il 50% del
terreno oggetto della norma
Alto
Superficie con violazioni superiore al 50% del terreno
oggetto della norma
Gravità del fenomeno:
Violazione effettuata all’interno del perimetro delle aree individuate ai
sensi delle Direttive 79/409/CEE “Uccelli” e 92/43/CEE “Habitat”
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.3: MANUTENZIONE DEGLI OLIVETI (1)
Riguarda aziende agricole con: Superfici con OLIVETI
SCOPO DELLA NORMA
Mantenere gli oliveti in condizioni di equilibrato sviluppo
vegetativo e produttivo, cercando di perseguire i seguenti
obiettivi:
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
• Assicurare un livello minimo di mantenimento delle superfici destinate
alla coltura dell’olivo, con particolare riferimento alle piante d’olivo
• Salvaguardare il paesaggio tipico di molte aree rurali italiane
•Garantire il presidio di zone rurali altrimenti destinate
all’abbandono, con una gestione attiva del territorio, che
contribuisca a ridurre il rischio di erosione e frane
•Salvaguardare la biodiversità, tutelando l’agro-ecosistema
oliveto
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.3: MANUTENZIONE DEGLI OLIVETI (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• Garantire l’equilibrato sviluppo vegetativo dell’oliveto, secondo
gli usi e le consuetudini locali
• In assenza di provvedimenti specifici da parte delle Regioni e
delle Province Autonome, è necessario effettuare la potatura
almeno una volta ogni cinque anni
DEROGHE
• In presenza di motivazioni di carattere fitosanitario
• In caso di reimpianto autorizzato
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.3: MANUTENZIONE DEGLI OLIVETI (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Che sia stata effettuata una potatura almeno una volta ogni cinque anni
Che non siano presenti polloni pluriennali e/o rovi a ridosso
delle piante
Che all’interno dell’oliveto non siano presenti arbusti e/o
vegetazione pluriennale
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.3: MANUTENZIONE DEGLI OLIVETI (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Parte dell’oliveto soggetta a degrado compresa fra il 5% ed il
20% del totale
Medio Parte dell’oliveto soggetta a degrado compresa fra il 20% ed il
50% del totale
Alto
Parte dell’oliveto soggetta a degrado superiore al 50% del
totale
Gravità del fenomeno:
Superficie dell’oliveto soggetta a degrado superiore al 75% del terreno
oggetto della norma
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.4: MANTENIMENTO DEGLI ELEMENTI
CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Una QUALSIASI SUPERFICIE comprese quelle con colture
permanenti o altre colture non beneficiarie di aiuti diretti, se
servite dalla rete poderale di sgrondo o con elementi
caratteristici del paesaggio
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Assicurare un livello minimo di mantenimento ed evitare il deterioramento degli
habitat
SCOPO DELLA NORMA
• Mantenere i terrazzamenti, laddove esistenti, in tutte le zone
collinari o pedemontane italiane
•Oltre ai terrazzamenti, la norma si applica anche agli elementi
caratteristici del paesaggio ricadenti nelle aree della Rete Natura
2000
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.4: MANTENIMENTO DEGLI ELEMENTI
CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• Non eliminare i terrazzamenti esistenti
• Nelle aree Natura 2000, rispettare i provvedimenti
regionali/locali adottati ai sensi della normativa comunitaria
Nelle aziende agricole ricadenti nella Rete Natura 2000
(SIC e ZPS), sarà compito delle Regioni e Province
Autonome identificare le misure di conservazione, e
comunicare i relativi impegni agli agricoltori
DEROGHE
È consentito il rimodellamento dei terrazzamenti, al fine di renderli
economicamente validi ed agevolare la meccanizzazione (p.e.
trasformazione in terrazzi collegati)
Antichi terrazzamenti (non economicamente validi)
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.4: MANTENIMENTO DEGLI ELEMENTI
CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
• Il controllore accerterà che i terrazzamenti non siano
stati eliminati o danneggiati (escluso il caso di
rimodellamento funzionale).
• Nelle aziende agricole ricadenti nella Rete Natura 2000, le
Regioni e Province Autonome identificheranno ulteriori
parametri di controllo, evidenziando gli elementi di portata,
gravità e durata.
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.4: MANTENIMENTO DEGLI ELEMENTI
CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso Terrazze danneggiate
Medio Terrazze parzialmente eliminate (senza
rimodellamento conservativo )
Alto
Terrazze eliminate
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
COSA MANCA ?
MANCA UNA NORMA CHE LIMITI LE ESTERNALITA’
NEGATIVE DETERMINATE DAI LIVELLAMENTI DEL
TERRENO (RUSPATURA)
Zone dove lo strato superficiale e più fertile del suolo è stato eliminato
dalla ruspa
Compatibilità e coerenza fra I e II
pilastro della PAC  scelte di BCAA
• Evitare di mettere “fuori gioco” i PSR attuali e quelli della
nuova generazione (vedi anche art.69);
•
Quindi il problema principale è “dove” fissare il livello di
riferimento (protezione/ mantenimento / miglioramento) in
particolare per le nuove misure agroambientali
• A tal fine la condizionalità dovrebbe essere orientata a
correggere le esternalità negative (PPP), lasciando agli
incentivi la promozione delle esternalità positive
Dove fissare la linea di
demarcazione delle BCAA
Protezione
Miglioramento
Mantenimento
Costi (-)
Benefici (+)
Livello 1
Opportunità per misure di
condizionalità
Livello 2
Opportunità per misure
di incentivazione
Obiettivo
Erosione del suolo:
Norme nazionali di condizionalità
1.1 ESECUZIONE di solchi acquai
temporanei
Sostanza organica del suolo:
2.1 Gestione delle stoppie e dei residui
vegetali consistente nel DIVIETO di bruciatura
Struttura del suolo:
3.1 MANTENIMENTO scoline e canali
collettori in efficienza
Livello minimo di mantenimento: 4.1 PROTEZIONE pascolo permanente
tramite divieto di conversione ad altre
utilizzazioni
Protezio Mantenime Migliora
ne
nto
mento
La condizionalità nei PSR 2007/2013
NOVITA’ 2007 – 2013
• Dalle BPAn alle BCAA e CGO attivate nel I pilastro
• Requisiti minimi limitati agli standard comunitari
pertinenti per l’investimento finanziato
• Rispetto delle BCAA e CGO anche x misure agroforestali
• Per l’agroambiente condizionalità rafforzata (norme
nazionali + inputs)
Opportunità……
• Se è supportata da un azione di formazione e informazione
anche verso l’opinione pubblica;
• Se entra in un processo di certificazione: in particolare x i
CGO mentre le BCAA, più “distanti dalla tavola”, possono
giocare un ruolo “etico”.
• Se vengono create sinergie con:
– la misura di consulenza  passando da una logica “sanzionatoria”
ad una logica di AUDIT (per l’ambiente, si può dire che “un audit”
è un processo di verifica documentato per valutare, con evidenza
oggettiva, se quanto avviene in azienda è conforme a determinati
criteri definiti e presi come riferimento, e per comunicare i risultati
di questo processo al consumatore”.)
– Misura rispetto delle norme: se è utilizzata come effetto correttivo
della PAC - I pilastro.
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intervento di P. Bazzoffi