Seminario di Roma, 23-24 febbraio 2005
La condizionalità e
l’applicazione delle norme di
mantenimento dei terreni in
buone condizioni agronomiche
e ambientali
Camillo Zaccarini Bonelli ISMEA - MiPAF
Le BCAA si applicano in funzione della
utilizzazione del terreno
A) Superfici A SEMINATIVO in produzione
(incluso set-aside investito a colture no-food o
biologiche)
B) Superfici A SEMINATIVO soggette all’obbligo
del ritiro dalla produzione (set aside) o ritirate
volontariamente dalla produzione (terreni disattivati)
C) Superfici a PASCOLO PERMANENTE
D) Superfici con OLIVETI con riferimento alla
cura della pianta
E) QUALSIASI SUPERFICIE agricola aziendale
Norma
1.1
Norme
2.1
e
4.2
Norma
4.1
Norma
4.3
Norme
3.1
e
4.4
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici a SEMINATIVO in produzione (incluso il setaside investito a colture no-food o a colture biologiche)
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Proteggere il suolo dall’erosione
SCOPO DELLA NORMA
• contenimento dei fenomeni erosivi
• conservazione della fertilità del suolo, tramite il
mantenimento degli strati superficiali del terreno
agrario
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
•Nei terreni declivi che manifestano fenomeni erosivi
(rigagnoli), l’agricoltore deve realizzare solchi acquai
temporanei, con andamento trasversale alla massima pendenza e
distanti tra loro non più di 80 m.
 Solco acquaio temporaneo: s’intende un solco aperto dopo la semina in
terreni in pendenza per il regolare deflusso dell’acqua piovana.
N.B. Se i fenomeni erosivi si manifestano nonostante
l’applicazione della norma, la condizionalità è da ritenersi
rispettata.
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (3)
DEROGHE
• Superfici stabilmente inerbite
• Condizioni di sicurezza degli operatori
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà che il terreno oggetto della norma:
• la presenza di fenomeni erosivi (rigagnoli); se presenti  verificherà:
• che i solchi erosi non abbiano larghezza max. superiore a 30 cm
• che non ci sia la totale assenza di solchi acquai
• che non sia presente scheletro portato in superficie dal fenomeno
erosivo
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 1.1: REGIMAZIONE DELLE ACQUE SUPERFICIALI
NEI TERRENI IN PENDIO (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie interessata da fenomeni erosivi compresa fra il
5% ed il 20% della superficie oggetto della norma
Medio Superficie interessata da fenomeni erosivi superiore al
20% della superficie oggetto della norma, ma non estesa
al di fuori dei confini aziendali
Alto
Superficie interessata da fenomeni erosivi estesa al di
fuori dei confini aziendali
Gravità del fenomeno
Superficie interessata da fenomeni erosivi superiore al 50% della
superficie oggetto della norma
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 2.1: GESTIONE DELLE STOPPIE E DEI RESIDUI
COLTURALI (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici a SEMINATIVO in produzione
• Superfici a SEMINATIVO in regime di set-aside o disattivate
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Mantenere i livelli di sostanza organica del suolo
SCOPO DELLA NORMA
• mantenimento del livello di sostanza organica (humus),
con conseguenti effetti positivi sulla fertilità del suolo
• salvaguardia della biodiversità
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 2.1: GESTIONE DELLE STOPPIE E DEI RESIDUI
COLTURALI (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
l’agricoltore non deve bruciare:
• le stoppie e gli altri residui vegetali delle colture annuali, come le
paglie, gli stocchi, ecc.
• la vegetazione presente alla fine dei cicli produttivi di prati
naturali o seminati e di altre colture
DEROGHE
1. È prevista una deroga per i terreni investiti a riso
2. Sono ammesse deroghe in caso di norme regionali/locali che
consentono la bruciatura delle stoppie e/o di altri residui
colturali
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 2.1: GESTIONE DELLE STOPPIE E DEI RESIDUI
COLTURALI (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà che sul terreno oggetto della norma si
sia verificato un fenomeno di bruciatura; in tal caso verificherà
di quale dei seguenti casi si tratta:
• bruciatura di residui di colture depauperanti
 (cereali autunno-vernini)
• bruciatura di residui di colture da rinnovo e/o miglioratrici
 (altri cereali - granturco, sorgo da granella, grano saraceno, granturco
dolce-, proteiche -piselli, fave e favette, lupini dolci-, semi oleosi -soia,
colza e ravizzone, girasole,lino- piante da fibra -canapa, lino-)
• bruciatura di residui di colture foraggiere e/o bruciature
rilevate sui terreni ritirati dalla produzione
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 2.1: GESTIONE DELLE STOPPIE E DEI RESIDUI
COLTURALI(4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie bruciata compresa fra il 5% ed il 20% (estremi
inclusi) della superficie oggetto della norma
Medio Superficie bruciata superiore al 20% della superficie
oggetto della norma, ma non estesa al di fuori dei confini
aziendali
Alto
Superficie bruciata estesa al di fuori dei confini aziendali
Gravità del fenomeno
Superficie bruciata superiore al 50% della superficie oggetto della
norma
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 3.1: MANTENIMENTO IN EFFICIENZA DELLA RETE DI
SGRONDO PER IL DEFLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Una QUALSIASI SUPERFICIE comprese quelle con
colture permanenti o altre colture non beneficiarie di aiuti
diretti, se servite dalla rete poderale di sgrondo o con
elementi caratteristici del paesaggio
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Difendere la struttura del suolo
SCOPO DELLA NORMA
mantenimento in efficienza della rete di sgrondo delle acque
superficiali, onde evitare situazioni di ristagno idrico
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 3.1: MANTENIMENTO IN EFFICIENZA DELLA RETE DI
SGRONDO PER IL DEFLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• provvedere a mantenere puliti fossi e scoline
• mantenere capezzagne, canali collettori ed altri impluvi
naturali o artificiali
• mantenere, ove presenti, le ordinarie sistemazioni del terreno
che agevolano il deflusso delle acque piovane, come ad esempio
la baulatura
 Canale collettore permanente: canale che raccoglie le acque provenienti
dalle scoline.
Capezzagne: porzione di terreno in corrispondenza delle testate dei campi
dove le macchine invertono il senso di marcia;
Scolina: piccolo fossato in cui si raccoglie l’acqua di sgrondo dei campi
Baulatura: consiste nel modellare il terreno generando una linea di colmo ai cui
lati si originano due pendenze fra loro opposte
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 3.1: MANTENIMENTO IN EFFICIENZA DELLA RETE DI
SGRONDO PER IL DEFLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (3)
DEROGHE
Sono ammesse deroghe in presenza di normative regionali e/o
locali che prevedono il mantenimento di elementi naturali degli
habitat (arbusti, ecc.) anche in prossimità di fossi, scoline, ecc.
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà la presenza dei seguenti fenomeni:
•Presenza fenomeni di ristagno idrico e/o asfissia radicale 
se presenti verificherà:
• scoline inefficienti (p.e. invase dalla vegetazione, troppo
superficiali, ecc.)
• canali collettori non manutenuti
• assenza di baulatura e/o di altre sistemazioni del terreno
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 3.1: MANTENIMENTO IN EFFICIENZA DELLA RETE DI
SGRONDO PER IL DEFLUSSO DELLE ACQUE SUPERFICIALI (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie interessata da fenomeni di ristagno idrico e/o
asfissia radicale compresa tra il 5% ed il 20% della
superficie agricola aziendale
Medio Superficie interessata da fenomeni di ristagno idrico e/o
asfissia radicale superiore al 20% della superficie agricola
aziendale
Alto
Superficie interessata da fenomeni di ristagno idrico e/o
asfissia radicale estesa al di fuori dei confini aziendali
Gravità del fenomeno
Superficie interessata da fenomeni di ristagno idrico e/o asfissia radicale
superiore al 75% della superficie agricola aziendale
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.1: PROTEZIONE DEL PASCOLO PERMANENTE (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici a PASCOLO PERMANENTE
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Assicurare un livello minimo di mantenimento del pascolo ed
evitare il deterioramento dell’habitat
SCOPO DELLA NORMA
il pascolo, laddove si attui una corretta gestione del carico di
bestiame, contribuisce a:
• ridurre i fenomeni erosivi
• aumentare il livello di sostanza organica
• mantenere la struttura del suolo
• salvaguardare la biodiversità
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.1: PROTEZIONE DEL PASCOLO PERMANENTE (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• Non convertire il terreno ad altri usi
• Non effettuare lavorazioni, eccetto quelle legate al rinnovo
o all’infittimento del pascolo stesso e alla gestione dello
sgrondo delle acque
• Rispettare, ove normato dalle Regioni e Province
Autonome, il carico minimo e/o massimo di bestiame sulla
superficie pascolata
• Il tutto è riferito alle superfici dichiarate a pascolo al
31/12/2004 (domanda PAC 2004  codici 36-37-38 ?)
DEROGHE
Sono ammesse le tipologie di lavorazioni contenute nei PSR
ed eventualmente in altre norme regionali/locali
Modifica del 796/04  maggiore flessibilità
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.1: PROTEZIONE DEL PASCOLO PERMANENTE (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
Il controllore accerterà che il terreno destinato a pascolo
permanente:
• non sia stato convertito ad altri usi, rimosso o danneggiato da
lavorazioni vietate; inoltre, ove previsto, verificherà:
• che il cotico erboso non sia stato rimosso o danneggiato da
un eccessivo pascolamento
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.1: PROTEZIONE DEL PASCOLO PERMANENTE (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie convertita ad altri usi o da cui il terreno è stato
rimosso o danneggiato compresa fra il 5% ed il 20% del
terreno oggetto della norma
Medio
Superficie convertita ad altri usi o da cui il terreno è stato
rimosso o danneggiato compresa fra il 20% ed il 50% del
terreno oggetto della norma
Alto
Superficie con violazioni superiore al 50% del terreno oggetto
della norma
Gravità del fenomeno:
Qualora la superficie a pascolo soggetta a conversione, rimozione o
danneggiamento sia superiore al 75% del terreno oggetto della norma
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.2: GESTIONE DELLE SUPERFICI RITIRATE DALLA
PRODUZIONE (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici a SEMINATIVO soggette all’obbligo del ritiro dalla
produzione (set aside) o ritirate volontariamente dalla produzione
(terreni disattivati)
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Assicurare la corretta gestione delle superfici ritirate dalla produzione
SCOPO DELLA NORMA
In particolare, la norma intende assicurare che i terreni ritirati dalla produzione non
vengano abbandonati e, mediante l’attuazione di opportune pratiche agronomiche,
vengano garantiti gli obiettivi di:
limitare il rischio di propagazione degli incendi ai fondi limitrofi
• salvaguardare la biodiversità tutelando la fauna selvatica e in particolare l’avifauna
durante le nidificazioni
• conservare il potenziale produttivo e la fertilità del terreno, evitando diffusione di
infestanti
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.2: GESTIONE DELLE SUPERFICI RITIRATE DALLA
PRODUZIONE (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• Garantire la presenza di una copertura vegetale, naturale o seminata
durante tutto l’arco dell’anno
• Eseguire uno sfalcio o un’altra operazione equivalente almeno una
volta l’anno nei periodi prescritti
In assenza di specifici provvedimenti delle Regioni e Province Autonome, i
periodi in cui è vietato lo sfalcio, o altra operazione equivalente, sono i seguenti:
- nei SIC e ZPS fra il 1 marzo ed il 31 luglio di ogni anno
- nelle altre aree fra il 15 marzo ed il 15 luglio di ogni anno
• E’ fatto comunque obbligo di sfalci e/o lavorazioni del terreno
per la realizzazione di fasce antincendio (nelle aree montane 
declaratoria di evento siccitoso)
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.2: GESTIONE DELLE SUPERFICI RITIRATE DALLA
PRODUZIONE (3)
DEROGHE
• nel caso si effettui il sovescio
•è ammessa la presenza di colture da reddito, a patto che si tratti di colture a perdere per
l’alimentazione della fauna selvatica, ai sensi della lettera e), art. 1, DM MiPAF
07/03/2002
• sono ammesse le lavorazioni del terreno effettuate allo scopo di ottenere una
produzione agricola nella successiva annata agraria. Dette lavorazioni devono essere
comunque eseguite non prima del 15 luglio
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
il controllore accerterà che, sui seminativi disattivati o in regime di set aside:
• Sia presente la copertura vegetale naturale o seminata
• Sia stato eseguito almeno una volta l’anno lo sfalcio o altra operazione equivalente
(trinciatura, o altra definita dalla Regione)
• Non siano presenti colture da reddito
• Lo sfalcio o la trinciatura della vegetazione non siano stati effettuati durante i
periodi vietati
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.2: GESTIONE DELLE SUPERFICI RITIRATE DALLA
PRODUZIONE (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Superficie con violazioni compresa fra il 5% ed il 20% del
terreno oggetto della norma
Medio Superficie con violazioni compresa fra il 20% ed il 50% del
terreno oggetto della norma
Alto
Superficie con violazioni superiore al 50% del terreno oggetto
della norma
Gravità del fenomeno:
Violazione effettuata all’interno del perimetro delle aree individuate ai sensi delle
Direttive 79/409/CEE “Uccelli” e 92/43/CEE “Habitat”
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.3: MANUTENZIONE DEGLI OLIVETI (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Superfici con OLIVETI
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Assicurare un livello minimo di mantenimento delle superfici destinate alla
coltura dell’olivo, con particolare riferimento alle piante d’olivo
SCOPO DELLA NORMA
Mantenendo gli oliveti in condizioni di equilibrato sviluppo vegetativo e
produttivo, si cerca di perseguire i seguenti obiettivi:
• Salvaguardare il paesaggio tipico di molte aree rurali italiane
• Garantire il presidio di zone rurali altrimenti destinate all’abbandono,
con una gestione attiva del territorio, che contribuisce a ridurre il
rischio di erosioni e frane
• Salvaguardare la biodiversità, tutelando l’agroecosistema oliveto
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.3: MANUTENZIONE DEGLI OLIVETI (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• Garantire l’equilibrato sviluppo vegetativo dell’oliveto, secondo gli
usi e le consuetudini locali
• In assenza di provvedimenti specifici da parte delle Regioni e delle
Province Autonome, è necessario effettuare la potatura almeno una
volta ogni cinque anni
DEROGHE
• In presenza di motivazioni di carattere fitosanitario
• In caso di reimpianto autorizzato
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.3: MANUTENZIONE DEGLI OLIVETI (3)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
• Che sia stata effettuata una potatura almeno una volta ogni cinque
anni; inoltre verificherà 
• Che non siano presenti polloni pluriennali e/o rovi a ridosso delle
piante
• Che all’interno dell’oliveto non siano presenti arbusti e/o vegetazione
pluriennale
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.3: MANUTENZIONE DEGLI OLIVETI (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Parte dell’oliveto soggetta a degrado compresa fra il 5% ed il
20% del totale
Medio Parte dell’oliveto soggetta a degrado compresa fra il 20% ed il
50% del totale
Alto
Parte dell’oliveto soggetta a degrado superiore al 50% del
totale
Gravità del fenomeno:
Superficie dell’oliveto soggetta a degrado superiore al 75% del terreno oggetto della
norma
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.4: MANTENIMENTO DEGLI ELEMENTI
CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO (1)
Riguarda aziende agricole con:
• Una QUALSIASI SUPERFICIE comprese quelle con colture
permanenti o altre colture non beneficiarie di aiuti diretti, se
servite dalla rete poderale di sgrondo o con elementi
caratteristici del paesaggio
OBIETTIVO DA REGOLAMENTO (CE) 1782/03
Assicurare un livello minimo di mantenimento ed evitare il deterioramento degli
habitat
SCOPO DELLA NORMA
• Mantenere i terrazzamenti, laddove esistenti, in tutte le zone collinari
o pedemontane italiane
• Oltre che ai terrazzamenti, la norma è relativa anche agli elementi
caratteristici del paesaggio ricadenti nelle aree della Rete Natura 2000
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.4: MANTENIMENTO DEGLI ELEMENTI
CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO (2)
CHE COSA DEVE FARE L’AGRICOLTORE
• Non eliminare i terrazzamenti esistenti
• Nelle aree Natura 2000, rispettare i provvedimenti regionali/locali
adottati ai sensi della normativa comunitaria
Nelle aziende agricole ricadenti nella Rete Natura 2000 (SIC e
ZPS), sarà compito delle Regioni e Province Autonome
identificare le misure di conservazione, e comunicare i relativi
impegni agli agricoltori
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.4: MANTENIMENTO DEGLI ELEMENTI
CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO (3)
DEROGHE
È consentito il rimodellamento dei terrazzamenti, al fine di renderli
economicamente validi ed agevolare la meccanizzazione (p.e.
trasformazione in terrazzi collegati)
CHE COSA SARÀ OGGETTO DI CONTROLLO?
• Il controllore accerterà che i terrazzamenti non siano stati eliminati o
danneggiati.
• Nelle aziende agricole ricadenti nella Rete Natura 2000, le Regioni e
Province Autonome identificheranno ulteriori parametri di controllo,
evidenziando gli elementi di portata, gravità e durata.
Buone Condizioni Agronomiche ed Ambientali
NORMA 4.4: MANTENIMENTO DEGLI ELEMENTI
CARATTERISTICI DEL PAESAGGIO (4)
Indici di verifica: Portata (p)
Basso
Terrazze danneggiate
Medio Terrazze parzialmente eliminate
Alto
Terrazze eliminate
Compatibilità e coerenza fra I e II
pilastro della PAC  scelte di BCAA
• Ciò che nel I pilastro è una condizione per percepire
l’intero aiuto diretto nel II pilastro è il nuovo livello di
riferimento per il calcolo dei premi agroambientali
• Quindi le scelte assunte sono state mirate a:
– Evitare di mettere “fuori gioco” i PSR attuali e quelli
della nuova generazione (vedi anche art.69);
– orientare la condizionalità prevalentemente verso la
correzione di esternalità negative (PPP), lasciando agli
incentivi lapromozione delle esternalità positive
Dove fissare la linea di
demarcazione delle BCAA
Protezione
Miglioramento
Mantenimento
Costi (-)
Benefici (+)
Livello 1
Opportunità per misure di
condizionalità
Livello 2
Opportunità per misure
di incentivazione
Come riorientare gli incentivi dopo
l’avvento della condizionalità:
alcune ipotesi
Obiettivo
Erosione del suolo:
Norme nazionali di condizionalità
1.1 ESECUZIONE di solchi acquai
temporanei
Sostanza organica del suolo:
2.1 Gestione delle stoppie e dei residui
vegetali consistente nel DIVIETO di bruciatura
Struttura del suolo:
3.1 MANTENIMENTO scoline e canali
collettori in efficienza
Livello minimo di mantenimento: 4.1 PROTEZIONE pascolo permanente
tramite divieto di conversione ad altre
utilizzazioni
Protezio Mantenime Migliora
ne
nto
mento
Opportunità…… x la condizionalità
 Integrazione fra I e II pilastro, ma anche:
 Se è supportata da un azione di formazione e
informazione anche verso l’opinione pubblica;
 Se entra in un processo di certificazione: in
particolare x i CGO mentre le BCAA, più “distanti
dalla tavola”, possono giocare un ruolo “etico”.
 Se vengono create sinergie con:
 la misura di consulenza  passando da una logica
“sanzionatoria” ad una logica di AUDIT
 Misura rispetto delle norme: se è utilizzata come effetto
correttivo della PAC - I pilastro.
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intervento di C. Zaccarini Bonelli