http://sol.cib.unibo.it:8080/SebinaOpac/Opac?sysb=VALLEIDICE SE IL TITOLO NON È PRESENTE NELLA TUA BIBLIOTECA MA IN UN’ALTRA BIBLIOTECA DELLA ZONA VALLE DELL’IDICE PUOI RICHIEDERNE IL RECAPITO GRATUITO PRESSO LA TUA BIBLIOTECA CON: IL TRASPORTO INTERZONA ZONA BIBLIOTECARIA VALLE DELL’IDICE BIBLIOTECHE DI BUDRIO CASTENASO LOIANO MOLINELLA MONGHIDORO MONTERENZIO OZZANO DELL’EMILIA PIANORO SAN LAZZARO DI SAVENA , A S C O LTA R PER TROVARE I TITOLI CHE TI INTERESSANO CHIEDI INFORMAZIONI ALLA TUA BIBLIOTECA O CONSULTA IL SITO INTERNET Fra le biblioteche della zona Valle dell’Idice è attivo in via sperimentale un trasporto settimanale di libri e altri documenti che ti permette di avere a disposizione presso la tua biblioteca un titolo presente in una delle altre biblioteche della zona Valle dell’Idice. OPPURE, PAGANDO EVENTUALI SPESE, AVERLO TRAMITE: IL PRESTITO INTERBIBLIOTECARIO NAZIONALE E G G a cura di Alessandra Maccagnani e Gioia Malavasi Progetto grafico e stampa: L6 LITOSEI s.r.l. - Officine Grafiche - Bologna - www.litosei.com ER A L Progetto realizzato da RE Tramite questo servizio è possibile richiedere in prestito opere presenti nel polo bolognese e/o in altre biblioteche italiane SBN. E, G ARD U E COMUNE DI BUDRIO ASSESSORATO ALLA CULTURA piazza Filopanti, 11 - 40054 Budrio www.comune.budrio.bo.it BIBLIOTECA COMUNALE “AUGUSTO MAJANI NASICA” BUDRIO via Garibaldi, 39 40054 Budrio tel. 051 801220 [email protected] http://www.comune.budrio.bo.it SALA DI LETTURA DI MEZZOLARA piazza Baldini, tel. 051 805451 2 EVENTI CULTURALI Sul sito internet di ogni Comune trovi l’elenco delle iniziative per la celebrazione del 150° dell’Unità d’Italia. Ulteriori informazioni sono disponibili ai seguenti indirizzi internet: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO: http://www.italiaunita150.it/ programma-delle-celebrazioni. aspx PROVINCIA DI BOLOGNA: http://www.provincia.bologna. it/italia150/Engine/RAServePG. php COMUNE DI CASTENASO ASSESSORATO ALLA CULTURA via XXI Ottobre, 7 - 40055 Castenaso www.comune.castenaso.bo.it BIBLIOTECA COMUNALE “CASA BONDI” - CASTENASO COMUNE DI LOIANO ASSESSORATO ALLA CULTURA via Roma, 55 - 40050 Loiano www.loiano.eu BIBLIOTECA COMUNALE LOIANO COMUNE DI MOLINELLA ASSESSORATO ALLA CULTURA piazza Anselmo Martoni, 1 - 40062 Molinella www.comune.molinella.bo.it BIBLIOTECA COMUNALE “SEVERINO FERRARI” - MOLINELLA COMUNE DI MONGHIDORO ASSESSORATO ALLA CULTURA piazza G. Matteotti, 1 - 40063 Monghidoro www.comune.monghidoro.bo.it BIBLIOTECA COMUNALE “CLEMENTE MEZZINI” MONGHIDORO COMUNE DI MONTERENZIO ASSESSORATO ALLA CULTURA piazza G. De Giovanni 1- 40050 Monterenzio www.comunemomterenzio.eu BIBLIOTECA COMUNALE “BJØRNSTJERNE BJØRNSON” MONTERENZIO COMUNE DI OZZANO DELL’EMILIA ASSESSORATO ALLA CULTURA via della Repubblica 10 - 40064 Ozzano dell’Emilia www.comune.ozzano.bo.it BIBLIOTECA COMUNALE “8 MARZO 1908” OZZANO DELL’EMILIA COMUNE DI PIANORO ASSESSORATO ALLA CULTURA piazza dei Martiri, 1 - 40065 Pianoro www.comune.pianoro.bo.it BIBLIOTECA COMUNALE “SILVIO MUCINI” - PIANORO COMUNE DI SAN LAZZARO ASSESSORATO ALLA QUALITÀ SOCIO-CULTURALE via Caselle, 22 - 40068 San Lazzaro di Savena www.comune.sanlazzaro.bo.it MEDIATECA DI SAN LAZZARO via XXI Ottobre, 7/2 40055 Castenaso tel. 051 788025 fax 051 6059291 [email protected] http://www.comune.castenaso.bo.it via Roma, 55 40050 Loiano tel. 051 6543617 [email protected] http://www.loiano.eu piazza Anselmo Martoni, 19/1 - 40062 Molinella tel. 051 6906860 - 051 6906887 [email protected] http://www.comune.molinella.bo.it largo G. Pierluigi da Palestrina, 1 40063 Monghidoro - tel. 051 6555275 fax 051 6555520 [email protected] http://www.comune.monghidoro.bo.it/biblioteca.htm via Idice, 58/a 40050 Monterenzio - tel. e fax 051 6556104 [email protected] http://www.comunemonterenzio.eu piazza Allende, 18 40064 Ozzano dell’Emilia - tel. 051 790130 fax 051 6521365 [email protected] http://www.comune.ozzano.bo.it via Padre Marella, 19 40065 Pianoro - tel. 051 774654 fax 051 6517238 BIBLIOTECA COMUNALE “DON MILANI” - RASTIGNANO piazza Piccinini, 4/A 40067 Rastignano - tel. 051 6260675 fax 051 6265458 [email protected] - [email protected] http://www.comune.pianoro.bo.it via Caselle, 22 - 40068 San Lazzaro di Savena tel. 051 6228060 fax 051 6228090 [email protected] - www.mediatecadisanlazzaro.it 3 LA BANDIERA ITALIANA La Introduzione pg. 5-7 LA BANDIERA ITALIANA – L’INNO NAZIONALE Sommario Identità Nazionale pg. 8-15 Risorgimento pg. 16-24 Personaggi pg. 25-30 Romanzi pg. 31-33 Ragazzi pg. 34-38 DVD pg. 39-44 Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Bandiera_d’Italia (17/02/2011) http://www.quirinale.it/qrnw/statico/simboli/tricolore/tricolore.htm (17/02/2011) 5 Introduzione 4 bandiera italiana è il Tricolore verde, bianco e rosso, a tre bande verticali di eguali dimensioni. Il tricolore italiano quale bandiera nazionale nasce a Reggio Emilia il 7 gennaio 1797, quando il Parlamento della Repubblica Cispadana decreta “che si renda universale lo Stendardo o Bandiera Cispadana di Tre Colori Verde, Bianco, e Rosso, e che questi tre Colori si usino anche nella Coccarda Cispadana, la quale debba portarsi da tutti”. Ma perché proprio questi tre colori? Nell’Italia del 1796, attraversata dalle vittoriose armate napoleoniche, le numerose repubbliche di ispirazione giacobina che avevano soppiantato gli antichi Stati assoluti adottarono quasi tutte, con varianti di colore, bandiere caratterizzate da tre fasce di uguali dimensioni, chiaramente ispirate al modello francese del 1790 (Rivoluzione Francese) E fu proprio in quegli anni che la bandiera venne avvertita non più come segno dinastico o militare, ma come simbolo del popolo, delle libertà conquistate e, dunque, della nazione stessa. Nei tre decenni che seguirono il Congresso di Vienna, il vessillo tricolore fu soffocato dalla Restaurazione, ma continuò ad essere innalzato, quale emblema di libertà, nei moti del 1831, nelle rivolte mazziniane, nella disperata impresa dei fratelli Bandiera, nelle sollevazioni nei vari Stati. Dovunque in Italia, il bianco, il rosso e il verde espressero una comune speranza, che accese gli entusiasmi e ispirò i poeti: “Raccolgaci un’unica bandiera, una speme”, scrive, nel 1847, Goffredo Mameli nel suo Canto degli Italiani. Nel 1848 Carlo Alberto nel famoso proclama che annuncia la Prima Guerra d’Indipendenza termina con queste parole: ”(…) per meglio dimostrare con segni esteriori il sentimento dell’unione italiana vogliamo che le Nostre Truppe (…) portino lo Scudo di Savoia sovrapposto alla Bandiera tricolore italiana.” Il 17 marzo 1861 venne proclamato il Regno d’Italia e la sua bandiera continuò ad essere, per consuetudine, quella della Prima Guerra d’Indipendenza. La foggia della bandiera viene inserita all’articolo 12 della nostra Carta Costituzionale nel 1947. Dal 1996 il 7 gennaio è la Giornata Nazionale della Bandiera tricolore italiana. Fratelli d’Italia D Fratelli d’Italia, l’Italia s’è desta; dell’elmo di Scipio s’è cinta la testa. Dov’è la Vittoria? Le porga la chioma; ché schiava di Roma Iddio la creò. obbiamo alla città di Genova il Canto degli Italiani, meglio conosciuto come Inno di Mameli. Scritto nell'autunno del 1847 dall'allora ventenne studente e patriota Goffredo Mameli, musicato poco dopo a Torino da un altro genovese, Michele Novaro, il Canto degli Italiani nacque in quel clima di fervore patriottico che già preludeva alla guerra contro l'Austria. Introduzione L'immediatezza dei versi e l'impeto della melodia ne fecero il più amato canto dell'unificazione, non solo durante la stagione risorgimentale, ma anche nei decenni successivi. Non a caso Giuseppe Verdi, nel suo “Inno delle Nazioni” del 1862, affidò proprio al Canto degli Italiani – e non alla Marcia Reale – il compito di simboleggiare la nostra Patria, ponendolo accanto a “God Save the Queen” e alla “Marsigliese”. Fu quasi naturale, dunque, che il 12 ottobre 1946 l'Inno di Mameli divenisse l'inno nazionale della Repubblica Italiana. Goffredo Mameli dei Mannelli (18271849). Studente e poeta precocissimo, di sentimenti liberali e repubblicani, aderisce al mazzinianesimo nel 1847, l'anno in cui partecipa attivamente alle grandi manifestazioni genovesi per le riforme e compone Il Canto degli Italiani. D'ora in poi, la vita del poeta-soldato sarà dedicata interamente alla causa italiana. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Noi siamo da secoli calpesti, derisi, perché non siam popolo, perché siam divisi. Raccolgaci un’unica bandiera, una speme: di fonderci insieme già l’ora suonò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Uniamoci, amiamoci; l’unione e l’amore rivelano ai popoli le vie del Signore. Giuriamo far libero il suolo natio: uniti, per Dio, chi vincer ci può? Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Dall’Alpe a Sicilia, dovunque è Legnano; ogn’uom di Ferruccio ha il core e la mano; i bimbi d’Italia si chiaman Balilla; il suon d’ogni squilla i Vespri suonò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Son giunchi che piegano le spade vendute; già l’aquila d’Austria le penne ha perdute. Il sangue d’Italia e il sangue Polacco bevé col Cosacco, ma il cor le bruciò. Stringiamci a coorte! Siam pronti alla morte; Italia chiamò. Michele Novaro (1818-1885). Convinto liberale, offrì alla causa dell'indipendenza il suo talento compositivo, musicando decine di canti patriottici e organizzando spettacoli per la raccolta di fondi destinati alle imprese garibaldine. Di indole modesta, non trasse alcun vantaggio dal suo inno più famoso, neanche dopo l'Unità. 7 Note di spiegazione dell’inno: L a cultura di Mameli è classica e forte è il richiamo alla romanità. È di Scipione l’Africano, il vincitore di Zama, l’elmo che indossa l’Italia pronta alla guerra. Una bandiera e una speranza (speme) comuni per l’Italia, nel 1848 ancora divisa in sette Stati. La Vittoria si offre alla nuova Italia e a Roma, di cui la dea fu schiava per volere divino. La Patria chiama alle armi: la coorte, infatti, era la decima parte della legione romana Mazziniano e repubblicano, Mameli traduce qui il disegno politico del creatore della Giovine Italia e della Giovine Europa.“Per Dio” è un francesismo, che vale come “attraverso Dio”,“da Dio” Sebbene non accertata storicamente, la figura di Balilla rappresenta il simbolo della rivolta popolare di Genova contro la coalizione austro-piemontese. Dopo cinque giorni di lotta, il 10 dicembre 1746 la città è finalmente libera dalle truppe austriache che l’avevano occupata e vessata per diversi mesi L’Austria era in declino (le spade vendute sono le truppe mercenarie, deboli come giunchi) e Mameli lo sottolinea fortemente: questa strofa, infatti, fu in origine censurata dal governo piemontese. Insieme con la Russia (il cosacco), l’Austria aveva crudelmente smembrato la Polonia. Ma il sangue dei due popoli oppressi si fa veleno, che dilania il cuore della nera aquila d’Asburgo. Fonte: http://www.quirinale.it/qrnw/statico/simboli/inno/inno.htm (17/03/2011) Introduzione 6 L’INNO NAZIONALE 9 Pino Aprile Identità Nazionale Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero “meridionali” Arianna Arisi Rota, Monica Ferrari, Matteo Morandi Patrioti si diventa. Luoghi e linguaggi di pedagogia patriottica nell’Italia unita Piemme, 2010 Angeli, 2009 Fratelli d’Italia... ma sarà poi vero? Perché, nel momento in cui ci si prepara a festeggiare i 150 anni dall’Unità d’Italia, il conflitto tra Nord e Sud, fomentato da forze politiche che lo utilizzano spesso come una leva per catturare voti, pare aver superato il livello di guardia. Pino Aprile, pugliese, interviene con grande forza polemica in un dibattito dai toni sempre più accesi, per fare il punto su una situazione che si trascina da anni, ma che di recente sembra essersi radicata in uno scontro di difficile composizione. Percorrendo la storia di quella che per alcuni è conquista, per altri liberazione, l’autore porta alla luce una serie di fatti che, nella retorica dell’unificazione, sono stati volutamente rimossi e che aprono una nuova, interessante, a volte sconvolgente finestra nella facciata del trionfalismo nazionalistico. Terroni è un libro sul Sud e per il Sud, la cui conclusione è che, se centocinquant’anni non sono stati sufficienti a risolvere il problema, vuol dire che non si è voluto risolverlo. L’interesse recentemente dimostrato da più parti nei confronti dei meccanismi e delle strategie di ”costruzione della nazione” intesa più come prodotto culturale che non come dato fisico e biologico sta alla base di questo libro, nel quale studiosi nel campo della contemporaneistica, della storia dell’educazione e della storia dell’arte si confrontano su alcune delle principali esperienze del processo di elaborazione di una imagerie civique in chiave nazionale, non trascurando di focalizzare alcuni importanti problemi metodologici. Incentrati rispettivamente sui luoghi e sui linguaggi della pedagogia patriottica nell’Italia unita, i saggi qui pubblicati, si soffermano su due aspetti fondamentali della questione educativa in ottica identitaria: quello dei contesti e dei laboratori e quello delle formazioni discorsive, nel senso delle principali strutture narrative, retoriche e argomentative del post-Risorgimento. Alberto Mario Banti Aldo Cazzullo Sublime madre nostra. La nazione italiana dal Risorgimento al fascismo L’Italia de noantri. Come siamo diventati tutti meridionali Laterza, 2011 Mondadori, 2011 La nazione non è un dato di natura. Non emerge dalle più lontane profondità dei secoli. Né accompagna da sempre la storia d’Italia, dal Medioevo a oggi. L’idea che una comunità di uomini e donne, uniti da una serie di elementi condivisi, possieda la sovranità politica che fonda le istituzioni di uno Stato, è molto recente e basa la sua capacità di attrazione sul lessico usato, sulle parole per nominare questa nazione. Quando sulla scena politica compare il discorso nazionale, le forme comunicative scelte sono estremamente seducenti. Le narrative nazionali sanno emozionare. Sanno comunicare. Sanno toccare il cuore di un numero crescente di persone. Banti in questo volume indaga qual è stato l’eccezionale potere comunicativo della retorica nazionale nell’Italia risorgimentale e indica in alcune “figure” del discorso usato le immagini, i sistemi allegorici e le narrative che hanno avuto un maggiore impatto sulle donne e gli uomini che fecero l’Italia. “Noantri” è la parola chiave dell’Italia di oggi. L’Italia dei clan, delle famiglie, delle fazioni. Del dominio dei rapporti personali. Della politica divenuta prosecuzione degli affari con altri mezzi. Un paese mai così frammentato, eppure mai così uguale dal Piemonte alla Sicilia: unificato dall’egemonia di Roma e del Mezzogiorno. Aldo Cazzullo parte dalla sua città, Alba, dove ancora trent’anni fa “i miei nonni non avrebbero mai mangiato una pizza”, e dove ora si vive di turismo quasi come a Taormina. Il viaggio prosegue nella Roma del Palazzo e dei Vanzina, del Vaticano e dei Cesaroni, capitale de noantri di un’Italia sempre più romanocentrica. Conduce al Sud, che nel costume e nel linguaggio, dalla mafia a Padre Pio, ha ormai imposto il suo primato culturale al Nord. Racconta come i nuovi italiani, i figli degli immigrati, stiano scalzando gli italiani “veri”, che hanno sempre meno voglia di lavorare. Identità Nazionale 8 11 Aldo Cazzullo Alberto De Bernardi, Luigi Canapini Guido Formigoni Carlo Fruttero, Massimo Granellini Viva l’Italia! Storia dell’Italia unita Garzanti, 2010 L’Italia dei cattolici. Dal Risorgimento ad oggi La Patria, bene o male Mondadori, 2010 “Viva l’Italia!” oggi è un grido scherzoso, ma per molti italiani del Risorgimento e della Resistenza furono le ultime parole pronunciate. Si dimentica che nel 1848 insorse l’Italia intera. Ma l’Italia è una cosa seria: è molto più antica di 150 anni. È nata nei versi di Dante e di Petrarca, nella pittura di Piero della Francesca e di Tiziano. Ed è diventata una nazione grazie a eroi spesso dimenticati. L’autore ne racconta la storia e avanza l’ipotesi che in fondo gli italiani siano intimamente legati all’Italia più di quanto loro stessi pensino. Esattamente un secolo e mezzo fa l’Italia è diventata una nazione. Dopo l’Unità, ha iniziato un percorso che l’ha portato tra le maggiori potenze economiche del pianeta. Sul fronte della modernizzazione e della ricchezza, i successi dell’Italia unita sono dunque numerosi e innegabili. Tuttavia la storia recente del nostro paese resta segnata da due grandi tragedie come il fascismo e la distanza tra Nord e Sud. Il volume è articolato in cinque narrazioni parallele, che approfondiscono altrettanti aspetti fondamentali: la politica internazionale; l’evoluzione del sistema politico e gli eventi che l’hanno segnato, a cominciare dalle due guerre mondiali; il modello di sviluppo, con i due miracoli economici; l’evoluzione della società; l’identità del paese attraverso la cultura. Il Mulino, 2010 Carlo Fruttero e Massimo Gramellini hanno unito le loro intelligenze per offrire ai lettori un libro sulla storia del nostro Paese in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia. Hanno scelto 150 giornate significative dal 1861 a oggi, distribuendole equamente tra i quindici decenni dell’Italia unita. In ogni capitoletto di questa lunga narrazione nazionale hanno evidenziato un personaggio, un episodio, partendo dal particolare più vivido per illustrare una pagina di storia più grande e per evitare ai lettori la noiosa impressione di un testo scolastico. Il risultato sono 150 racconti ridotti all’essenziale e molto godibili che risvegliano l’interesse per la recente storia d’Italia e il gusto di una lettura a tratti impegnata e per certi versi anche frivola. Fin dagli anni del Risorgimento i cattolici italiani avevano incontrato l’idea di nazione, pur rimanendo estranei a uno Stato nazionale costituitosi contro il potere temporale del papa. Il libro mette in luce una visione “guelfa” che attraversa tutta la storia d’Italia, ispirandosi a un’idea alternativa di nazione, centrata sulla tradizione religiosa. Ne discute gli effetti e le manifestazioni non sempre omogenee. All’inizio del Novecento il guelfismo contribuì a tenere lontani i cattolici dalle degenerazioni nazionaliste. Durante il fascismo, se da un lato li avvicinò al regime nazionale che aveva risolto la questione romana, dall’altro li indusse a distanziarsi dalle sue tendenze totalitarie. Nel dopoguerra si palesò un nuovo paradosso: mentre l’affermazione politica della DC pareva sancire il successo della sempiterna “Italia cattolica”, si veniva consumando la secolarizzazione della società. Questa nuova edizione dà conto del risveglio del mito guelfo, dell’attuale protagonismo pubblico della Chiesa e della nuova, ambigua funzione che il richiamo alla tradizione cattolica nazionale assume, in un’Italia sempre più pluralistica. Mondadori, 2010 Identità Nazionale Identità Nazionale 10 12 13 Emilio Gentile Mario Isnenghi Italiani senza padri Né stato, né nazione. Italiani senza meta I luoghi della memoria Laterza, 2010 Una storia d’Italia, scritta a più voci, che a centocinquant’anni dall’Unità riafferma l’identità della nazione attraverso la nostra memoria collettiva. Lo spirito animatore del libro è l’intento civile di reagire a quella sorta di distruzione del passato e di riaffermare con forza l’identità della nazione italiana. Un grande viaggio dentro il patrimonio di memorie diffuse accumulato dagli italiani dall’Unità a oggi. Isnenghi, e i diversi autori dei saggi che compongono il volume, ci provano indagando luoghi e tappe rappresentative della storia patria. Si va dalla storia della parrocchia, a quella delle osterie e dei caffè, al rapimento e uccisione di Aldo Moro, alle memorie settoriali e contrapposte delle guerre: la resistenza, la prigionia, la ritirata di Russia. Identità Nazionale Laterza, 2011 Una riflessione sul rapporto che la società italiana ha con il Risorgimento e il suo patrimonio ideale, a 150 anni dall’atto di nascita dello Stato italiano. Ne esce un ripensamento complessivo dell’esperienza risorgimentale che investe totalmente l’atteggiamento degli italiani verso la Nazione. La mancata coscienza nazionale e civile è stata sostituita dal generico senso di italianità, che costantemente oscilla tra miseria e nobiltà, in un processo di smarrimento collettivo, accentuato da una disordinata modernizzazione rimasta priva di una guida politica. Il libro-intervista propone un punto di vista che scardina gli stereotipi diffusi nel discorso pubblico odierno, dalla cosiddetta ‘anomalia italiana’ al ‘carattere degli italiani’. È la fotografia di un movimento fatto essenzialmente di giovani con grandi ideali collettivi, oggi definitivamente sepolto da un paese condannato a invecchiare andando alla deriva. Un Risorgimento, appunto, senza eredi. Il mondo in cui viviamo è diviso in Stati nazionali. Ma l’Italia va controcorrente: alla vigilia del 150° anniversario dell’Unità, il nostro paese sembra afflitto da una grave crisi di sfiducia nella propria esistenza. Molti cittadini pensano che la nascita dello Stato unitario sia stato un errore e che una Nazione italiana non sia mai esistita. E vorrebbero prendere un’altra strada; ma non sanno quale. In un mondo di Stati nazionali, gli italiani rischiano di vagare, litigiosi e divisi, verso un futuro incerto e senza meta. Emilio Gentile invita a riflettere su oltre un secolo di storia, per comprendere le ragioni di tanto smarrimento. E, con l’immaginazione, apre uno spiraglio al miracolo della speranza. Laterza, 2010 La morte per la Patria. La celebrazione dei caduti dal Risorgimento alla Repubblica Donzelli, 2008 Quali sono gli elementi portanti del discorso sulla morte per la patria e del culto dei caduti in Italia? Quando e in quale contesto nascono? Dal Risorgimento a oggi in Italia il culto dei caduti e il morire per la patria hanno rappresentato un fattore essenziale nella sacralizzazione della nazione, la cui apoteosi trovava la sua espressione più marcata nella legittimazione nazionale della morte in guerra, sacrificio del singolo per la comunità politica. Gli autori, storici dell’età moderna e contemporanea, attraverso le rappresentazioni simboliche del lutto, analizzano le forme che il tentativo di nazionalizzazione delle masse ha di volta in volta assunto. Dall’esaltazione ottocentesca degli eroi, immortalati nei monumenti, il più vistoso dei quali il Vittoriano, si passa alla commemorazione delle vittime di guerra. L’elogio dell’individuo si trasfigura nella celebrazione del Milite Ignoto. Identità Nazionale Emilio Gentile 14 15 Giorgio Napolitano Silvana Patriarca Filippo M. Battaglia e Paolo Di Paolo Piero Trifone Il patto che ci lega Italianità. La costruzione del carattere nazionale Scusi, lei si sente italiano? Storia linguistica dell’Italia disunita Laterza, 2010 Quando ai sondaggi per il 150° dell’Unità nazionale, due italiani su tre sono orgogliosi di essere tali. Quando però si tratta di spiegare perché, tutto si fa più complicato.“Cosa ci tiene insieme?” è la domanda che meno invecchia, in questo Stato ancora giovane. Per non fermarsi a monumenti o stereotipi, due giovani autori, che fanno mezzo secolo insieme, si sono guardati alle spalle. Hanno messo il naso dentro quotidiani e riviste pubblicati tra il 1900 e i primi anni Duemila e hanno raccolto le voci di giornalisti, scrittori e intellettuali, come in un’inchiesta a ritroso. Da Gramsci a Bobbio, da La Capria a Veronesi, passando per Scalfari e Montanelli, si sommano indizi e giudizi, rabbie e speranze. I tic, le eterne maschere italiane, da Arlecchino a don Abbondio; i momenti drammatici o felici della storia unitaria, la memoria e le memorie; la vita quotidiana. Tutto entra in gioco nel rispondere alla domanda “Scusi, lei si sente italiano?”. Per approdare a una risposta razionale e sentimentale insieme, però ferma. Cercata lontano, ma proietatta al futuro.. La raccolta di alcuni dei principali discorsi tenuti da Giorgio Napolitano nel corso della prima metà del suo mandato al Quirinale, rende evidente al lettore l’itinerario straordinariamente coerente seguito dal Capo dello Stato, il senso profondo della sua azione. In una stagione così difficile, contrassegnata da forti tensioni nella politica e nelle istituzioni italiane, oltreché da mutamenti e crisi nel quadro internazionale, Napolitano si adopera senza interruzione per richiamare, al di sopra delle divisioni, i principi di coesione e identità del paese, la fedeltà alle istituzioni dello Stato e soprattutto alla sua Costituzione: quel “patto che ci lega” che sta alla base dell’Italia repubblicana Dai primi anni Novanta del secolo scorso l’interesse degli italiani per la questione dell’identità nazionale non accenna a diminuire. Le preoccupazioni per la fragilità dell’assetto nazionale si accompagnano alla questione della modernità, o della scarsa modernità, del paese e della qualità della sua cultura civile. Questo libro mette a fuoco i vizi, le virtù, le autorappresentazioni, gli stereotipi ricorrenti del nostro paese e la loro presenza nel discorso di intellettuali e politici nel corso della storia dell’Italia contemporanea, dal periodo della lotta per l’indipendenza e per l’unificazione nazionale, quando il carattere degli italiani cominciò a essere percepito come un problema politico, attraverso le varie fasi della storia politica e culturale postunitaria, fino agli anni più recenti quanto si è riproposto come una questione di riflessione pubblica. Laterza, 2010 Il Mulino, 2010 Un ritratto ironico e leggero della grammatica e del vocabolario della disunione italiana, a cominciare dalle aggressive formule usate da italiani contro altri italiani. Di questi e di tanti altri stereotipi negativi (da “terrone” a “polentone”, da “sudici” a “lumbard”, da “beduino” nel senso di ‘meridionale’ a “baluba” nel senso di ‘settentrionale’) è ricostruita una storia divertente oltre che istruttiva. Il libro discute anche della faziosità attribuita a Dante; confronta i problemi linguistici della giovane Italia unita del 1861 con quelli di oggi, spiegando perché gli italiani non capiscono le parole dell’inno nazionale; descrive Roma come capitale “alla matriciana”, anzi come “capoccia”; tratteggia le diverse immagini del paese che emergono dai neologismi di origine dialettale. Identità Nazionale Identità Nazionale Il Mulino, 2009 17 Mario Bussoni Antonio Caprarica Isabella Dal Fabbro Franco Della Peruta L’Unità d’Italia. Guida ai luoghi del Risorgimento C’era una volta in Italia Il giornalismo italiano del Risorgimento Mattioli 1885, 2010 Come nasce l‘Italia? Qual è il suo volto, mentre si affaccia sulla scena della Storia? E soprattutto, come vivono e cosa pensano i milioni di italiani che stanno diventando tali senza nemmeno saperlo? Spinto da queste curiosità, il giornalista si sposta lungo lo stivale. Lungo il viaggio gli incontri sono tanti: nobildonne che passano dai salotti agli ospedali da campo; uomini „di penna e d‘azione“ che lasciano gli studi e imbracciano i fucili e ragazze che si uniscono ai garibaldini. Il cronista raccoglie le loro vicende e le registra con la consueta vivacità, per comporre un quadro completo e veritiero dell‘Italia nei suoi primissimi mesi di vita. Un racconto utile oggi che l‘Italia compie centocinquant‘anni, ma non ha più troppe certezze sui suoi prossimi compleanni. Il contro Risorgimento. Gli Italiani al servizio imperiale Gaspari, 2010 Uno strumento insostituibile per scoprire i fermenti che attraversavano la società e la fisionomia dell’opinione pubblica negli anni della costruzione dell’Italia unita. Il volume costituisce un imponente censimento dei giornali e periodici pubblicati in quel periodo, analizzando le leggi sulla stampa e la censura, le tecniche di produzione e i problemi del mercato, i giornali dell’emigrazione e la stampa clandestina. Il volume costituisce un imponente censimento, esemplare per ricchezza e rigore, dei giornali e periodici pubblicati negli anni che coincisero con la costruzione dell’Italia unita. Oltre a fornire concisi ma precisissimi ragguagli sulle esperienze giornalistiche fiorite nella penisola, il testo analizza le leggi sulla stampa e la censura, le tecniche di produzione e i problemi del mercato, i giornali dell’emigrazione e la stampa clandestina. Circa 300 le principali testate censite, che figurano anche nell’elenco inserito in appendice; oltre 700 quelle citate a vario titolo nell’opera. Il 17 marzo 1861 il Parlamento di Torino, capitale del Regno, proclamò Vittorio Emanuele II, re d’Italia “per grazia di Dio e volontà della Nazione”. Fu l’atto di nascita della Nazione. L’Unità d’Italia e il Risorgimento sono stati senza alcun dubbio un’epopea straordinaria. La guida vuole condurre il lettore sui luoghi in cui si sono compiuti i loro destini, alla conoscenza degli eventi storici e politici e dei personaggi che li hanno determinati: la Torino di Vittorio Emanuele II e di Cavour, le Regge dei Savoia, le battaglie di Solferino e Custoza, la Firenze breve capitale, la Roma finalmente conquistata e la Napoli dei Borbone; e ancora musei e Sacrari, e altri luoghi particolari ed importanti o solo curiosi. Completano l’opera luoghi “sicuri’ dove soggiornare, assaggiare le tipicità del territorio o fermarsi con il proprio camper. Sperling & Kupfer, Rai Eri, 2010 L’autrice presenta una storia che evita i contrapposti clichés nazionalisti, che tanto hanno pesato sulle storiografie italiana e austriaca. Da un lato il pregiudizio risorgimentale che i veri italiani non potevano che essere dei patrioti e che, se militavano sotto l’aquila bicipite, alcuni – gli ufficiali – lo facevano per prepararsi meglio alla rivoluzione nazionale, erano tutti, in potenza, dei Pierfortunato Calvi, mentre gli altri – i soldati – portavano la divisa austriaca unicamente perché costretti da una rigidissima disciplina che approfittava anche della loro passività favorita dall’ignoranza. Una storia piena di episodi di reparti e di personaggi finora tenuti ai margini della storiografia militare. Angeli, 2011 Risorgimento Risorgimento 16 19 Gigi Di Fiore Gigi Di Fiore Christopher Duggan Giovanni Fasanella, Grippo Antonella Controstoria dell’Unità d’Italia Gli ultimi giorni di Gaeta La forza del destino. Storia d’Italia dal 1796 a oggi BUR, 2010 La sera del 6 settembre 1860, all’avvicinarsi delle truppe garibaldine, il re Francesco II di Borbone lascia Napoli con la sua corte e si stabilisce nella roccaforte di Gaeta, facendone la sua capitale. Dopo l’incontro di Teano tra Garibaldi e Vittorio Emanuele II, manca solo Gaeta per completare l’annessione del Sud a quello che sta per diventare il regno d’Italia. Così il 5 novembre le truppe piemontesi, guidate dal generale Cialdini, stringono d’assedio la città. È un attacco brutale, che porta alla morte di migliaia e migliaia di militari e civili a causa delle cannonate e dell’epidemia di tifo scoppiata per le precarie condizioni igieniche. Gigi Di Fiore lo ricostruisce sulla base di documenti e testimonianze inedite, e mette in risalto le contraddizioni (e le sopraffazioni) su cui si fonda la nostra unità nazionale. 1861. La storia del Risorgimento che non c’è sui libri di storia L’Unità d’Italia è un valore indiscutibile, ma come è stata raggiunta? Dei 22 anni dall’esplosione rivoluzionaria del 1848 alla breccia di Porta Pia nel 1870, molti episodi rimangono nell’ombra: il bombardamento piemontese di Genova del 1849, i plebisciti combinati per le annessioni del Centro Italia, le agitazioni manovrate da carabinieri infiltrati, la corruzione e gli appoggi mafiosi e camorristici alla marcia trionfale di Garibaldi, la guerra civile del brigantaggio, le leggi anti-cattoliche. Con il piglio narrativo del giornalista e basandosi su una ricca scelta di documenti inediti, Gigi Di Fiore sfata i miti del Risorgimento, portando alla luce fatti troppo a lungo rimossi. Rizzoli, 2010 Laterza, 2011 Italia figlia benedetta della Provvidenza, o piuttosto Italia incorreggibile pecora nera del Vecchio Continente? Da quando è nata tra alti clamori sconvolgendo l’equilibrio geopolitico europeo - la più giovane delle grandi nazioni occidentali è una fucina di ambizioni e frustrazioni, slanci e sconfitte.“Fin dal principio, la nazione italiana è stata difficile da definire e ancora più difficile da costruire; e malgrado gli sforzi di poeti, scrittori, artisti, pubblicisti, rivoluzionari, soldati e politici di vario colore, la fede nell’ideale dell’Italia non ha avuto lo sviluppo auspicato da tanti patrioti. Al principio del nuovo millennio, l’Italia continua ad apparire un’idea troppo malcerta e contestata per poter fornire il nucleo emotivo di una nazione, o almeno di una nazione in pace con se stessa e capace di guardare con fiducia al futuro. Sperling & Kupfer, 2010 L’Italia non è cambiata. È diventata quello che oggi è perché è nata così ed è stata raccontata in un certo modo. La retorica risorgimentale, piena di nobili intenti, eroi senza macchia, politici geniali e lungimiranti, è stata il tappeto sotto cui abbiamo nascosto la polvere della nostra storia per centocinquant’anni. E così, se oggi si vuole capire questo Paese “malato”, affetto da vizi endemici che paiono inestirpabili, forse sarebbe bene ripercorrere i primi giorni della sua vita. E ciò che fa questo libro, andando a riannodare un filo rosso fatto di intrighi, malavita e malaffare che ha il suo capo proprio nel modo in cui l’Unità fu prima realizzata e poi gestita. Il trasformismo in politica, la corruzione, la tendenza a scendere a patti con i poteri forti, a utilizzare agenti segreti per scopi non istituzionali, a servirsi della criminalità, a sfruttare per ragioni di Stato l’opera di terroristi e rivoluzionari: tutto questo, nei libri di scuola su cui intere generazioni si sono formate, semplicemente non c’è. Risorgimento Risorgimento 18 20 21 Domenico Fisichella Gianluca Formichi Giordano Bruno Guerri Giuseppe Maria Mioni, Marco Poli Il miracolo del Risorgimento Italia Unita. Il Risorgimento e le sue storie Il sangue del Sud. Antistoria del Risorgimento e del brigantaggio Il Risorgimento a Bologna Giunti, 2010 Mondadori, 2010 Una ricostruzione nitida, articolata e ricca di immagini del nostro Risorgimento, quel processo che culmina nell’Unità italiana e nella presa di Roma del 1870. Gli eventi e i personaggi che hanno reso la storia d’Italia anche una storia europea, in cui la penisola è trasformata dagli influssi della Rivoluzione francese prima e dal Romanticismo poi, e dove si diffondono i valori liberali della borghesia ma anche idee più autenticamente democratiche e rivoluzionarie.Alla narrazione degli eventi si affianca la presentazione di temi, personalità, testi letterari e dipinti degli artisti che hanno plasmato l’identità culturale del nostro paese. In questo libro, ricco di un’avvincente documentazione, Giordano Bruno Guerri rilegge la vicenda del Risorgimento e del brigantaggio come una “antistoria d’Italia”: per liberare i fatti dai troppi luoghi comuni della storiografia postrisorgimentale (come la pretesa arretratezza e miseria del Regno delle Due Sicilie al momento della caduta) e per evidenziare invece le conseguenze, purtroppo ancora attualissime, della scelta di affrontare la “questione meridionale” quasi esclusivamente in termini di annessione, tassazione, leva obbligatoria e repressione militare. Il Sud è stato trattato come una colonia da educare e sfruttare, senza mai cercare davvero di capire chi fosse l’”altro” italiano e senza dargli ciò che gli occorreva: lavoro, terre, infrastrutture, una borghesia imprenditoriale, un’economia moderna. Così, le incomprensioni fra le due Italie si sono perpetuate fino ai nostri giorni. Il volume ripercorre, con linguaggio chiaro e non accademico, le vicende che condussero allo sviluppo di un profilo unitario - sul piano culturale (religione, lingua, tecnologia) e materiale (commercio, produzione, tecnica) del popolo italiano. Il Risorgimento italiano viene visto come il risultato di un lungo processo di incubazione e di selezione: un risultato condizionato dai passaggi precedenti e a essi inevitabilmente legato, ma insieme frutto dell’iniziativa perspicace di quanti, superando robusti ostacoli, riuscirono a conseguire credibilità e vigore militare nell’arena europea. L’ultima parte del saggio esplora il contributo rispettivo di alcune personalità (Carlo Alberto, Cavour, Vittorio Emanuele II, Garibaldi, Mazzini) e degli elementi elitari, popolari, dinastici, internazionali che condussero al 1861 (nascita del Regno d’Italia), con la sua ineludibile appendice di Porta Pia (1870). Costa, 2010 Libro scritto per ricordare avventure e protagonisti della città di Bologna durante il periodo risorgimentale: persone ed episodi oggi dimenticati dai più, ma testimoniati da lapidi e toponomastica. A memoria non si sa dire con precisione quanti monumenti e lapidi, palazzi e piazze parlano del Risorgimento, nel nome che portano, o per gli episodi di cui sono stati testimoni. Basti pensare che l’ intera cerchia dei viali è dedicata a eroi risorgimentali. Da Marco Minghetti che fu Presidente del Consiglio e più volte Ministro, fino alla dimenticata Carolina Tattini Pepoli, neanche trentenne, nobile, madre di due figli, che guidò il popolo sulle barricate durante la cacciata degli Austriaci da Bologna l’8 agosto del 1848. Risorgimento Risorgimento Carocci, 2010 22 23 Ippolito Nievo Arrigo Petacco Marco Scardigli Enrico Verdecchia Diario della Spedizione dei Mille O Roma o morte, 1861-1870: la tormentata conquista dell’Unità d’Italia Le grandi battaglie del Risorgimento Londra dei cospiratori. L’esilio londinese dei padri del Risorgimento Mondadori, 2010 L’unificazione italiana è passata più per i campi di battaglia che per le aule parlamentari, i gabinetti dei ministri o gli scrittoi dei letterati, eppure nelle ricostruzioni di questo periodo storico l’interesse è sempre stato centrato sugli aspetti politici, ideali e culturali del Risorgimento. Per questo motivo, seguendo un modello storiografico brillante, che guarda gli eventi “dal basso”, Scardigli racconta gli eventi bellici cercando il più possibile di far vedere cosa succedesse sul campo, privilegiando il punto di vista del soldato rispetto a quello del generale e utilizzando spesso fonti poco usate dalla storiografia tradizionale (diari, articoli di giornali, dipinti). Si mette in luce la vita dei militari, i complessi cambiamenti che questi aspetti subirono nell’arco del Risorgimento, per ottenere una visione nuova, libera dalla retorica, di come effettivamente si fece l’Italia. L’autore delle Confessioni d’un italiano, democratico convinto e devotissimo a Garibaldi, racconta in queste pagine sparse i suoi stupori e i suoi entusiasmi al contatto con la Sicilia del tempo. Dallo sbarco a Marsala alla presa di Palermo è in effetti un susseguirsi di pensieri non sempre positivi. Non a caso i siciliani che fiancheggiano i Mille spesso vengono ritratti alla stregua di semibriganti. Altrettanto critico il giudizio su quei palermitani da cui si sente assediato quando diventa il numero due dell’intendenza garibaldina. Era il 1861. L’Italia non era ancora fatta, anche se era già stata proclamata Regno. Sfumato il progetto federalista di Cavour, il sogno unitario di Garibaldi e di Mazzini tardava a realizzarsi. Per tutto il decennio successivo il neonato Regno d’Italia, privato della lucida guida del “tessitore”, morto anzitempo, fu affidato a uomini che non erano all’altezza del grande statista. Invece di attuare l’ampio decentramento regionale da lui auspicato, si preferì rinviarlo “provvisoriamente” e “piemontesizzare” il paese. Le insorgenze che seguirono nell’Italia meridionale furono scambiate per mero brigantaggio da liquidare con la forza, ignorando le motivazioni sociali che le alimentavano. Ne derivò una sorta di guerra civile che insanguinò per anni il paese. Inoltre la rozza campagna anticlericale, pur giustificata dalla stolta politica temporale di Pio IX, divise gli italiani anche nel campo della religione, l’unico collante che avrebbe potuto tenerli insieme. BUR, 2011 Tropea, 2010 Nel corso del XIX secolo, mentre l’Europa è incendiata dai moti rivoluzionari, Londra offre rifugio a gruppi di esuli provenienti da ogni focolaio di lotta contro la Restaurazione. Patrioti, avventurieri e massoni, propugnatori dell’indipendenza nazionale o di una società utopistica, sono accolti nel grembo di una città che offre libertà e anonimato, ma produce anche isolamento, povertà e spleen. Lungo le sponde del Tamigi, tra taverne fumose e alberghi economici, salotti aristocratici e quartieri popolari, si dipanano le esistenze in fuga dei protagonisti del Risorgimento italiano e dei costruttori di immaginari paradisi socialisti. In particolare è su Giuseppe Mazzini, sconfitto dal mondo eppure mai domato nell’animo, che si appunta lo sguardo del narratore. “Londra dei cospiratori” è il risultato di una ricerca durata quarant’anni, un testo che inserisce il Risorgimento italiano in un movimento di passioni e ideali organicamente europeo. Risorgimento Risorgimento Mursia, 2010 25 Lucio Villari Bella e perduta. L’Italia del Risorgimento Risorgimento Laterza, 2009 Dal 1796 al 1870 vi è stato un tempo della nostra storia nel quale molti italiani non hanno avuto paura della libertà, l’hanno cercata e hanno dato la vita per realizzare il sogno della nazione divenuta patria. È stato il tempo del Risorgimento quando la libertà significava verità. Anzitutto sentirsi partecipi di una Italia comune, non dell’Italia dei sette Stati, ostili tra loro e strettamente sorvegliati da potenze straniere. La conquista della libertà “italiana” è stata la rivendicazione dell’unità culturale, storica, ideale di un popolo per secoli interdetto e separato, l’affermazione della sua indipendenza politica, la fine delle molte subalternità alla Chiesa del potere temporale, l’ingresso nell’Europa moderna delle Costituzioni, dei diritti dell’uomo e del cittadino, del senso della giustizia e del valore dell’eguaglianza ereditati dalla Rivoluzione francese. Un’Italia dolente, notturna, divisa, risvegliata alla libertà. Le armi, le parole di un popolo che scopre se stesso dopo secoli di servitù. Giovani che hanno combattuto per l’unità e l’indipendenza della nazione. 1861. I pittori del Risorgimento Giovanni Belardelli Mazzini Casa Savoia. Storia di una famiglia italiana Skira, 2010 Catalogo della mostra di Roma – Scuderie del Quirinale, 7 ottobre 2010 – 15 gennaio 2011. Il Mulino, 2010 Electa, 2009 L’azione politica e le idee di Giuseppe Mazzini contribuirono in maniera decisiva alla nascita dello Stato italiano anzitutto affermando l’idea che l’Italia dovesse essere “una” dalle Alpi alla Sicilia. Membro inizialmente della Carboneria, la sua attività cospirativa lo costrinse a rifugiarsi a Marsiglia, dove organizzò nel 1831 la Giovine Italia, allo scopo di unire gli stati italiani in un’unica repubblica. Dopo il fallimento dei moti del 1848-49, e la breve esperienza della Repubblica romana, la maggioranza dei patrioti italiani si allontanò dagli ideali repubblicani mazziniani e vide in Vittorio Emanuele II e Cavour le uniche guide possibili del movimento di unificazione. Considerato a lungo come il grande sconfitto del Risorgimento, Mazzini in realtà è l’influente vate di gran parte delle culture politiche del paese, il cui lascito ideale è tra i più pervasivi e duraturi. Dal repubblicanesimo al socialismo, dal fascismo e la resistenza all’oggi la forte carica moralistica associata alla lotta politica contraddistingue tuttora tutte quelle posizioni che “mazzinianamente” individuano “un’altra Italia” composta da minoranze virtuose che devono rigenerare moralmente gli italiani. Catalogo di una mostra storica sulla casa reale d’Italia: Casa Savoia racconta la storia, non tanto quella millenaria che si perde nei secoli, ma quella più vicina che comincia dall’Unità d’Italia con Vittorio Emanuele II, della celebre dinastia. Dal 1861, anno di nascita del Regno d’Italia, si sono succeduti quattro sovrani e tre regine, che diventano i protagonisti di un’esposizione che ne celebra e ripercorre la vita senza entrare in polemiche politiche, ma con il solo scopo di offrire al visitatore uno spaccato reale ed autentico di questa famiglia, composta da uomini e donne come altri. Al di fuori della vita di corte e del cerimoniale imposto dalle contingenze, la “prima famiglia d’Italia” infatti viveva in una sorta di genuina semplicità, che la rendeva vicina e amata dal popolo intero. I due anni, dal 1859 al 1861, in cui l’Italia, divisa per secoli, è diventata una nazione, sono stati memorabili anche per la storia dell’arte, in particolare per la pittura. Artisti come Giovanni Fattori, il pittore soldato Gerolamo Induno, Federico Faruffini, Eleuterio Pagliano, Michele Cammarano s’impegnarono a narrare la dinamica e lo spirito delle celebri battaglie della Seconda Guerra di Indipendenza ma anche a rendere la passione che animò Garibaldi e le sue leggendarie Camicie rosse. È ancora la vita del popolo a risaltare nei dipinti, in cui i macchiaioli Fattori, Silvestro Lega, Odoardo Borrani, ma anche i romantici lombardi Francesco Hayez, Domenico e Gerolamo Induno, o il siciliano Giuseppe Sciuti, hanno saputo rappresentare l’altro volto del Risorgimento, quello intimo e privato, in capolavori unici per intensità emotiva o drammatico pathos. Personaggi 24 26 27 Cavour. L’uomo e l’opera Personaggi Mondadori, 2011 Convinto che la conoscenza del passato fosse strumento imprescindibile per guidare la condotta del presente, Italo de Feo ha dedicato a Camillo Benso conte di Cavour questa classica biografia. Soprattutto, egli sottolinea la coerenza e la fermezza dei principi che ispirarono lo statista piemontese: una grande passione per il progresso civile e una profonda fede nei valori liberali, spesso poste in secondo piano, nell’opinione corrente, rispetto all’abilità e alla flessibilità del politico. Dalle pagine di questa vivace, minuziosa biografia emergono quegli elementi della politica cavouriana che ancora oggi appaiono attuali: lo spirito laico, il patriottismo, l’apertura ai motivi migliori della cultura europea, e infine una spregiudicatezza nell’azione che non si degradò mai a trasformismo, restando sempre fedele alle ragioni ideali e al compito storico che Cavour si era prefisso. Oscar Gaspari, Renato Forlenza, Sante Cruciani Storie di sindaci per la storia d’Italia Donzelli, 2009 L’intento del volume è ricordare l’apporto alla storia nazionale dei sindaci, donne e uomini, compresi tra la fine dell’Ottocento e il Duemila, tratteggiandone profili personali e politici, senza nostalgie e idealizzazioni. I sindaci vengono qui presi in esame in quanto parte fondamentale della classe dirigente che ha governato l’Italia con proprie e specifiche caratteristiche che venivano dalla rappresentanza e dall’appartenenza a realtà locali. In prossimità delle celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia questa pubblicazione sottolinea l’importanza di affrontare, anche sul piano storico, la questione locale mettendola in rapporto con quella nazionale. Le italiane. Dal Risorgimento ai nostri giorni, centocinquant’anni di storia nazionale raccontati attraverso le biografie delle protagoniste della politica, della cultura e della scienza, dell’economia e dello sport Castelvecchi, 2010 Con la loro determinazione, il loro coraggio e la forza con la quale si sono opposte al luogo comune che dipinge la donna come “angelo del focolare”, le italiane di cui parla questo libro hanno lasciato un segno indelebile nei campi della politica, della cultura, della scienza, dell’economia e dello sport. Dalla Contessa Lara, “poetessa maledetta” di inizio secolo, a Rita Levi Montalcini, scienziata geniale, da Matilde Serao, illustre letterata e pioniera del giornalismo, a Sara Simeoni, campionessa olimpionica, passando per grandi innovatrici come Maria Montessori o imprenditrici del calibro di Luisa Spagnoli. Il libro racconta le storie di donne che, con la loro passione e il loro ingegno, hanno cambiato - in positivo - le sorti di un Paese. I luoghi di Garibaldi. Viaggio in Italia sulle traccce dell’eroe risorgimentale Touring Club Italiano, 2007 Una guida ai luoghi che videro l’eroe dei Due Mondi ideatore e protagonista di una delle più stupefacenti imprese militari del XIX secolo e degli eventi storici e politici che portarono all’unificazione dell’Italia. Uno strumento di viaggio che, lungo 33 itinerari, accompagna a scoprire le innumerevoli testimonianze della vita di Garibaldi, “muovendo” attraverso la storia del nostro Paese tra grandi vittorie e cocenti sconfitte, collegando paesaggi ed avvenimenti, edifici e personaggi, raccontando di lui e delle esperienze coraggiose quanto dolorose di quei civili, volontari e soldati, che cedettero e parteciparono al nostro Risorgimento. Personaggi Italo De Feo 28 29 Maria Teresa Mori Arrigo Petacco Marco Pizzo Giuseppe Scaraffia Figlie d’Italia. Poetesse patriote nel Risorgimento La principessa del nord. La misteriosa vita della dama del Risorgimento: Cristina Di Belgioioso Lo stivale di Garibaldi. Il Risorgimento in fotografia Femme fatale Electa, 2011 Tra i tanti miti nati nell’800, dal vampiro al dandy, quello della donna fatale è il più vivido e tenace. La femme fatale è una donna inafferrabile. Più si concede e più sfugge a chi cerca di possederla. La sua irresponsabilità amorosa ricorda agli uomini che la vita è breve e solo chi si abbandona alla passione può sperare di averla veramente vissuta. Questo libro racconta la storia di donne fatali, delle loro civetterie, delle loro eccentricità, della loro spregiudicatezza, degli amori disperati che hanno suscitato, della bellezza con cui hanno illuminato il loro tempo. Un intero capitolo è dedicato a Cristina di Belgioioso, una delle poche figure femminili risorgimentali di statura europea. Nel processo di unificazione nazionale la poesia ebbe un’importanza straordinaria, contribuendo a formare l’immaginario patriottico, costruendo miti, alimentando emozioni e passioni. Molte furono le donne che parteciparono all’elaborazione di questa sorta di “romanzo popolare” in rima: alcune destinate ad una discreta e duratura fama, altre scrittrici improvvisate e solo occasionali. La loro presenza, che svela una volta di più il protagonismo femminile tra le pieghe della storia, non è qui trattata attraverso gli strumenti della critica letteraria, bensì come espressione della partecipazione delle donne alla lotta per l’unità e l’indipendenza nazionali. La documentazione presa in esame, ricca e vivace, non si limita alle testimonianze poetiche ma comprende memorie e corrispondenze, facendoci così entrare nel vivo di un Risorgimento in cui la voce femminile è tutt’altro che inerte e silenziosa. Mondadori, 2009 Eroina del Risorgimento, liberale e antiaustriaca, colta, intelligente, pragmatica, coraggiosa riformatrice, sostenitrice della parità dei sessi, giornalista di successo, autentica “prima donna d’Italia” come la definirono Giuseppe Garibaldi e Carlo Cattaneo, Cristina Trivulzio principessa di Belgioioso scandalizzò la società di metà Ottocento con il suo spirito brillante, in un’epoca in cui alle donne era consentito al massimo confezionare coccarde tricolori. Fu una vera “madre della patria”, ma è stata cancellata dalla storia: le donne non le perdonavano la bellezza, gli uomini l’intelligenza. Quella che era stata la regina dei salotti politico-culturali parigini, la cui misteriosa sensualità affascinò tra gli altri Balzac, Liszt, Chopin e Hugo, fu in seguito calunniata e dimenticata. La fotografia, che a metà dell’Ottocento stava muovendo i primi passi, si rivelò ben presto uno strumento di comunicazione di massa particolarmente efficace, e per tale motivo fu piegata alle nuove esigenze della propaganda patriottica per costruire un immaginario visivo del Risorgimento. Garibaldi comprese subito la portata rivoluzionaria di questo nuovo mezzo e ne seppe sfruttare l’enorme potenzialità attraverso i suoi numerosi ritratti, che lo fecero diventare un’icona popolare rafforzandone la connotazione eroica. Anche Mazzini fu molto attento alla propria immagine pubblica, posando sempre vestito di nero in segno di lutto per l’oppressione subita dal Paese e favorendo in seguito la diffusione delle sue foto per sostenere la causa repubblicana. E i Mille, conclusa l’impresa garibaldina, furono immortalati uno per uno in formato tessera, dando vita al primo album di figurine, una sorta di “galleria di eroi”, per ricordare a posteriori le loro gesta e farle conoscere in tutto il territorio dell’Italia unita. Vallecchi, 2009 Personaggi Personaggi Carocci, 2011 31 Alfredo Venturi Sotto la camicia rossa. Un ritratto indiscreto di Garibaldi Personaggi Hobby & Work, 2008 Un saggio divulgativo che ci racconta Garibaldi com’era prima che una colata di retorica lo trasformasse in una statua di bronzo. E subito una prima grandissima sorpresa: fare scendere l’Eroe dei Due Mondi dal piedistallo non lo diminuisce affatto, esalta invece quell’irresistibile umanità che l’enfasi patriottica si è sempre preoccupata di nascondere e mortificare. “Sotto la camicia rossa” non è l’ennesima biografia quanto piuttosto il tentativo di condurre un’inchiesta, sull’uomo Giuseppe Garibaldi, nello sforzo di cogliere e raccontare la persona celata dal personaggio, illustrare le ragioni della simpatia e dell’antipatia che ha sempre suscitato e ancora suscita. Distrusse il Regno borbonico, dunque lo attaccano i nostalgici dell’assetto pre-unitario. Contribuì all’Unità nazionale, dunque lo detestano i fautori di un’Italia divisa. Mosse guerra al Papa, dunque non lo sopportano i cattolici tradizionalisti. Ma allora perché tre italiani su quattro lo giudicano con favore? Qual è il segreto del suo fascino? Per capirlo è necessario studiare l’uomo. Vite per l’Unità. Artisti e scrittori del Risorgimento civile Simonetta Agnello Hornby Anna Banti La monaca Noi credevamo Feltrinelli, 2010 Mondadori, 2010 Donzelli, 2011 Messina, 15 agosto 1839. In casa del maresciallo Peppino Padellani di Opiri, fervono i preparativi per la festa dell’Assunzione della Vergine. È l’ultimo giorno sereno nella vita di Agata, innamorata del ricco Giacomo Lepre e da lui ricambiata. Agata deve rinunciare al suo amore: le famiglie non trovano un accordo e, alla morte del maresciallo, la madre di Agata, donna Gesuela, decide di portarla a Napoli, dove spera di ottenere una pensione dal re. L’unico piroscafo in partenza è quello del capitano James Garson. Dopo un tempestoso viaggio, James e Agata si ritrovano sul ponte e qui lei gli confida i propri tormenti. A Napoli, Agata viene forzata a entrare in convento. Un mondo in cui si intrecciano amori, odi, rancori, passioni illecite e vendette. Ma Agata sembra guardare oltre si appassiona allo studio e alla coltivazione delle erbe mediche, impara a fare il pane e i dolci. Legge tutti i libri che James Garson le manda con regolarità e segue le sorti dei movimenti che aspirano all’Unità d’Italia in casa della sorella Sandra. Ha accettato la vita monastica, ma è combattuta tra il sentimento religioso e il desiderio di vivere nel mondo. È il 1883. Chiuso nella sua casa torinese, l’ormai settantenne don Domenico Lopresti. gentiluomo calabrese di incrollabile credo repubblicano, inizia a scrivere le proprie memorie, ripercorrendo l’attività politica clandestina, i dodici anni trascorsi nelle carceri borboniche, l’impresa dei Mille vissuta a fianco di Garibaldi, infine l’impiego presso le dogane del Regno unitario. Scrive con rabbia, di nascosto, quasi se ne vergognasse, spinto dalla necessità di frugare nel proprio passato per “rovesciarsi come un guanto”: ne trae amarezza e disillusione. Antimonarchico, assiste al crollo dei suoi ideali risorgimentali e si abbandona ai ricordi di una vita raminga fitta di amicizie, tradimenti, speranze e delusioni: una vicissitudine umana di grande fascino che si fonde con le vicende di tutta una nazione dall’inizio dell’Ottocento ai primi anni del governo unitario, dando vita a un grandioso affresco tratteggiato con prosa compatta dalla leggera mimesi ottocentesca. Ci sono tanti modi per celebrare i 150 anni dell’Italia unita e ricordarne gli artefici; uno dei più suggestivi e ripercorrere gli eventi attraverso l’agire e lo spirito, la passione e gli stati d’animo di alcuni grandi testimoni e protagonisti. È quanto avviene in queste pagine, che tratteggiano dodici profili di letterati, politici, scrittori e musicisti all’insegna di un’unica dimensione della vita e dell’opera: quella di patrioti e patriote. Con i versi o con le spade, nei teatri o nelle piazze, in patria o in esilio, queste figure si muovono sul palcoscenico infuocato di anni turbinosi. Molti lo sanno e agiscono con piena consapevolezza, altri meno, e però tutti quanti tessono i fili invisibili di una stessa trama: fare l’Italia che non c’era. C’è un teatro musicale, apprezzato in tutto il mondo, che fornisce un potenziale di “italianità” pronto ad accogliere le sollecitazioni della storia e ad assumere un significato politico. Romanzi 30 33 Matteo Collura Giancarlo De Cataldo Valerio Evangelisti, Antonio Moresco Claudio Fracassi Qualcuno ha ucciso il Generale I Traditori Controinsurrezioni Il romanzo dei Mille Einaudi, 2010 Mondadori, 2008 Mursia, 2010 TEA, 2008 Da Palermo a Londra, da Roma a Torino, da Venezia alla Transilvania, nelle carceri inglesi e nei boschi della Calabria, tra pittori preraffaelliti e camorristi promossi poliziotti, tra mercanti di carne umana e lord irrequieti, giovani uomini e donne sognano, combattono e amano. E tradiscono. Ognuno va incontro al suo destino. A qualcuno tocca in sorte una nuova vita. Alcuni diventano faccendieri e delinquenti. Alcune donne guardano più avanti, più lontano. Gli ideali più puri si fanno gretta convenienza. Le organizzazioni criminali si innervano nella nazione che nasce. I mafiosi intraprendono. I tagliagole tagliano gole. E Mazzini tesse la sua tela di sangue e utopia. Eppure, tra battaglie e cospirazioni, tra vite leggere e amori complicati, si compone potente e netto il disegno di una stagione e di un ideale che è sempre possibile. E che di nuovo ci attrae, con l’innocenza di una forza giovane che non possiamo dissipare. L’epica eroica, torbida, idealista e ribalda dell’Italia che nasce: dal lato oscuro del Risorgimento, un racconto sul nostro presente. Valerio Evangelisti e Antonio Moresco hanno unito i loro talenti per esplorare l’evento storico che è stato l’atto di fondazione di un paese, l’Italia, che sembra averlo dimenticato se non tradito: il Risorgimento. Nelle due storie (una ambientata negli ultimi giorni della Repubblica Romana del 1849, l’altra che si svolge durante il cruciale anno 1848) Evangelisti e Moresco fanno rivivere il rumore e il colore delle lotte risorgimentali. Eroismi folli, lampi di ferocia, lunghe attese nelle barricate, feriti rantolanti, malinconia, paura, amore: una verità fatta di carne e sangue che lo storico non può permettersi, e che solo la narrativa può far rivivere. Per le cancellerie europee erano “una banda di filibustieri”. Per Cavour la loro era un’impresa “folle”. Quando, nel maggio del 1860, sbarcarono a Marsala 1089 garibaldini - senza divise, con vecchi fucili quasi inservibili, poche munizioni, pochissimi soldi - la loro vittoria sull’esercito borbonico delle Due Sicilie pareva una missione impossibile. Con gli occhi stupefatti dei volontari venuti dal Nord, e attraverso i loro racconti, il libro ripercorre quelle ore e quei giorni: il finto sequestro delle navi a Genova, la tumultuosa traversata, la fredda accoglienza iniziale e il crescente entusiasmo di una popolazione sconosciuta, la fame e le pene degli accampamenti, le paure e il sangue delle lotte corpo a corpo, le barricate di Palermo. Sullo sfondo, gli intrighi della diplomazia, lo sgretolamento del regime dei Borboni, il febbrile interesse dell’opinione pubblica europea. Un’originale ricostruzione dell’impresa che fece l’Italia unita, documentata come un resoconto di viaggio. Romanzi Chi era Giovanni Corrao? Di lui sappiamo solo che combatté al fianco di Garibaldi e venne nominato generale. Sarebbe stato un fulgido eroe del Risorgimento, se il silenzio non l’avesse sottratto ai libri di storia? E chi lo uccise, in un agguato con due colpi di lupara? Per farsene un’idea ci si avventuri in questo romanzo, basato su una cronaca indiziaria che elabora in modo visionario documenti reali, regalando a chi legge l’emozione di sentirsi trasportato in uno scenario di fine Ottocento, in una Palermo brulicante di congiure e sospetti. In una Sicilia fatta anche di “siciliani onesti” che qui rivendicano il loro posto nella storia. Romanzi 32 35 Janna Carioli Lia Celi Cecilia Gobbi, Nunzia Nigro Anna Lavatelli, Anna Vivarelli Il tamburino di Garibaldi Anita Garibaldi Einaudi Ragazzi, 2008 Età di lettura: da 9 anni La Traviata di Giuseppe Verdi Senza nulla in cambio Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 2009 Età di lettura: da 10 anni Tutto inizia il 29 giugno 1849 a Roma, durante la battaglia campale che decreta la sconfitta della Repubblica Romana. Elia, scugnizzo ebreo di 12 anni, diventa amico di Lorenzo, tamburino di Garibaldi, nonché figlio di Ciceruacchio, il popolano che si è unito ai volontari. Fra i due ragazzi nasce una intensa amicizia che ha come tramite il tamburo. Durante la marcia delle truppe garibaldine verso Venezia, quella che per gli adulti è un’impresa disperata, viene vissuta dai due ragazzi come una grande avventura. Le ragazze perbene non sanno domare i cavalli. Le ragazze perbene non osano prendere a schiaffi un corteggiatore prepotente. Le ragazze perbene non sanno caricare un fucile. Le ragazze perbene non si innamorano di un rivoluzionario straniero povero in canna, anche se biondo e affascinante, e non pretendono di seguirlo. Le ragazze perbene stanno a casa, apettano e pregano. Ecco perché difficilmente le ragazze perbene diventano leggende, mentre Aninha Ribeiro da Silva, la figlia di un povero mandriano, oggi è l’eroina nazionale di due paesi, il suo Brasile e l’Italia, con il nome di Anita Garibaldi. Curci, 2010 Età di lettura: da 7 anni Giochi, esercizi, rappresentazione scenica ed arie celebri per imparare a conoscere La Traviata, una delle composizioni operistiche più appassionanti di Giuseppe Verdi, con la tormentata storia d’amore di Violetta e Alfredo sullo sfondo di una scintillante e festosa Parigi dell’Ottocento. In allegato al libro un cd musicale con le arie celebri dell’opera cantata dai cantanti più famosi e suonate dalle orchestre più prestigiose del mondo. San Paolo, 2010 Età di lettura: da 12 anni Dedizione fraterna, passione romantica e lotta per la giustizia: un romanzo per ragazzi nel cuore delle passioni dell’Ottocento. Francesco Morselli è giovane, bello, ricco e spensierato. Suo fratello Jacopo, maggiore di quindici anni, ha un passato di fallimenti politici e privati, e un destino da esule. Il loro ricongiungimento porterà entrambi a una rivoluzione totale delle loro esistenze: Jacopo, attraverso sua figlia, riscoprirà la passione politica e tenterà di trasformare il fallimento in nuove sfide. Francesco, dopo l’incontro con l’affascinante Eugenia e il trasferimento a Torino, si confronterà con i sogni e le speranze di un’Italia che vuole essere nazione. Ragazzi Ragazzi 34 37 Giulio Levi Lia Levi Daniela Morelli Agata Reitano Barbagallo Mille lire La scala dorata Ragazzi delle barricate Coccole e Caccole, 2010 Età di lettura: da 7 anni. Piemme, 2010 Età di lettura: da 9 anni Mondadori, 2009 Età di lettura: da 11 anni La Lira fa parte della storia d’Italia: non a caso fu creata come moneta nazionale 150 anni fa. Però fu sostituita dall’Euro nel 2002 e i bambini di oggi, che conoscono Euro e centesimi di Euro, niente sanno della Lira e dello storico biglietto da mille. In questa divertente favola, il protagonista (Millelire) è proprio uno degli ultimi biglietti rimasti e il co-protagonista è un bambino che lo trova in una bottiglia portata dal mare. Millelire racconta la sua avvincente storia al bambino che lo tempesta di domande, e alla fine gli riserba una inattesa sorpresa! Parigi, 1858. Doriano e Alessandro sono figli di un diplomatico del regno di Sardegna deciso a convincere Napoleone III ad appoggiare la causa italiana contro gli austriaci. Tra feste, nuovi amici e piccoli segreti, anche i due ragazzi saranno coinvolti in questa delicata missione. Si chiama Enrico e più di tutto gli preme stabilire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Il suo sogno è diventare giudice, ma per il momento è solo un povero ragazzo del collegio dei Martinitt, e quando si trova nei guai è la coraggiosa Serafina, la fioraia di Piazza della Scala, a salvarlo. E poi c’è Malachia, il rampollo di una nobile famiglia, in eterno confronto con l’eroico fratello maggiore. Tre orfani nati sotto la dominazione austriaca. Tre amici che sfidano il pericolo e lottano per qualcosa che ancora non conoscono: la libertà. C’era una volta… il Risorgimento. La storia in versi raccontata ai bambini Effatà, 2010 Età di lettura: da 5 anni Quarantacinque filastrocche, molte illustrazioni e tante pillole di storia per conoscere vicende e personaggi (tra i quali Cavour, D’Azeglio, De Amicis, don Bosco, Mazzini, Pellico, Verdi, Vittorio Emanuele II) di un momento fondamentale per l’Italia. Un modo divertente per incuriosire i bambini e invitare gli adulti – genitori e insegnanti - a raccontare la storia. Ragazzi Ragazzi 36 38 39 Ragazzi 1861. Un’avventura italiana Gian Carlo Tusceri, Giovannella Monaco Paoline, 2011 Età di lettura: da 8 anni Il sarto di Caprera. Garibaldi lavora a casa La storia comincia nella casa del principe Fabrizio Salina, il Gattopardo, mentre il nipote gli annuncia l’arrivo dei garibaldini. Ad ascoltare, dietro una tenda, c’è Giuseppe, il dodicenne figlio della sarta-rammendatrice che presta servizio presso casa Salina. Dallo scambio di battute fra i due adulti, Giuseppe viene a conoscenza dello storico sbarco e del sopraggiungere delle camicie rosse; tormentato dal desiderio di ritrovare suo padre, mazziniano, partito alla volta di Roma per prendere parte ai moti poi falliti, il ragazzo si accoda alle truppe di Garibaldi, risale la penisola, fa incontri che mettono a nudo le mille facce e le diverse intenzioni di chi ha voluto l’Unità d’Italia. Una narrazione appassionante, con tanta avventura; fatiche, ansie e sentimenti per uno spaccato di storia e di umanità. Taphros, 2007 Età di lettura: da 8 anni Sappiamo che Giuseppe Garibaldi era un marinaio, un condottiero, un agricoltore, un muratore, un allevatore, un parlamentare, uno scrittore, ma nessuno si è accorto che tra le pieghe di una complessa storia risorgimentale si cela anche un Garibaldi sarto, che tagliava e cuciva pantaloni, camicie per sé e per i suoi uomini. A volte persino li rammendava. Ce lo svela questo meraviglioso albo illustrato. Arrivano i bersaglieri regia di Paolo e Vittorio Taviani (Italia, 1974) Cecchi Gori Home Video, 2008 regia di Luigi Magni (Italia, 1980) 01 Distribution, 2004 Nell’Italia del nord, in piena Restaurazione, un aristocratico lombardo che ha aderito ad una setta segreta, viene liberato dagli austriaci e torna a casa. Malato e scoraggiato, soprattutto convinto dell’impossibilità di modificare lo stato delle cose, si adagia nel tepore della famiglia ritrovata e tradisce la causa. Dopo la conquista di Roma un principe della nobiltà papalina, deciso oppositore dei Savoia, accoglie in casa uno zuavo e scopre che suo figlio è morto con la divisa di bersagliere, ucciso proprio dal suo ospite che intanto s’è innamorato di sua figlia. Al melodramma fanno da coro una servetta, depositaria di antiche virtù popolari, e un pretaccio, emblema della classe dirigente forchettona che farà l’Italia. DVD Annalisa Strada, Gianluigi Spini Allonsanfàn 41 Il brigante di Tacca del Lupo Le cinque giornate regia di Pietro Germi (Italia, 1952) Dolmen Home Video, 2008 regia di Dario Argento (Italia, 1974) Eagle Pictures, 2007 Lucania, 1863. Compiuta l’Unità d’Italia, il governo piemontese invia a Melfi la compagnia dei bersaglieri guidata dal capitano Giordani per liberare la città dai saccheggi del brigante Raffa Raffa, fedele a Francesco II. Il capitano si trova a dover fronteggiare l’omertà e la paura della popolazione e solamente con l’aiuto di una donna, Zita Maria, violata e offesa dai ribelli, riuscirà ad avere la meglio sul capo dei briganti. Film tratto da un racconto di Riccardo Bacchelli. Le cinque giornate sono quelle di Milano ma raccontate alla rovescia: un piccolo delinquente, Cainazzo, ed un panettiere, Romolo, si trovano coinvolti involontariamente nei moti di quel periodo, constatando di persona le grosse contraddizioni di questo periodo. Assistono ad una galleria di personaggi folli, doppiogiochisti, personaggi sanguinari, avventurieri senza scrupoli con i quali vengono in contatto e pur di non rimanere emarginati, decidono di “partecipare” anche loro opportunisticamente ai moti di ribellione. Correva l’Anno di Grazia 1870 regia di Alfredo Giannetti (Italia, 1971) Sony Pictures Home Entertainment, 2011 Roma, 1870. La città si trova ancora sotto il governo pontificio, ma si appresta a diventare capitale d’Italia. Nelle carceri si trovano rinchiusi numerosi prigionieri politici, accusati di tramare contro il potere della Chiesa. Tra i prigionieri c’è Augusto Parenti, che, pur essendo gravemente malato, si ostina a tener fede ad ogni costo ai propri principi e rifiuta di chiedere la grazia al Papa come hanno invece fatto molti dei suoi ex compagni di lotta. Sua moglie Teresa, fedele alle stesse idee liberali, cerca coraggiosamente di andare avanti, contro la povertà e la fame, decisa a tener duro per amore del proprio figlioletto Mario. Nel frattempo si avvicina il momento della liberazione di Roma e Augusto, dal carcere, sogna il giorno del trionfo al quale, a causa della prigionia, non potrà partecipare. I Vicerè regia di Roberto Faenza (Italia, 2007) 01 Distribution, 2008 A metà dell’Ottocento, negli ultimi anni della dominazione borbonica in Sicilia e alla vigilia della nascita dello stato italiano, le esequie della principessa Teresa sono l’occasione per riunire i membri della famiglia Uzeda, discendenti dei Vicerè di Spagna. Attraverso gli occhi di un ragazzino, Consalvo, l’ultimo erede degli Uzeda, si svelano i misteri, gli intrighi, le complesse personalità degli appartenenti alla famiglia, tutti dominati da grandi ossessioni e passioni e dalla lotta per l’eredità della principessa defunta. DVD DVD 40 42 43 Piccolo mondo antico Il Gattopardo Senso Vanina Vanini regia di Mario Soldati (Italia, 1941) Cecchi Gori Home Video, 2006 regia di Luchino Visconti (Italia, Francia, 1963) Twentieth Century Fox Home Entertainment, 2004 regia di Luchino Visconti (Italia, 1954) Dolmen Home Video, 2007 regia di Roberto Rossellini (Italia, 1961) Sony Pictures Home Entertainment, 2011 La figura del protagonista del film, il Gattopardo, si ispira a quella del bisnonno dell’autore del libro, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa. Nel maggio 1860, dopo lo sbarco di Garibaldi a Marsala, Don Fabrizio assiste con distacco e con malinconia alla fine della sua piccola borghesia. La classe dei nobili capisce che ormai è prossima la fine della loro superiorità: infatti approfittano della nuova situazione politica gli amministratori e i latifondisti per la nuova classe sociale in ascesa. Don Fabrizio, appartenente ad una famiglia di antica nobiltà, viene rassicurato dal nipote Tancredi che, pur combattendo nelle file garibaldine, cerca di far volgere gli eventi a proprio vantaggio. Quando il principe con tutta la famiglia si reca a Donnafugata, trova come nuovo sindaco del paese Calogero Sedara, un borghese di umili origini che si è arricchito ed ha fatto carriera in campo politico. Tancredi si sposerà con Angelica, la figlia di don Calogero, sicuramente attratto dalla sua bellezza e dal suo notevole patrimonio. Nel 1866, alla vigilia della battaglia di Custoza, la contessa Livia Sarpieri, un’ardente patriota, si innamora perdutamente di Franza Mahler, un vile ufficiale austriaco, che finge di amarla ma in realtà mira solo al suo denaro. Per amor suo Livia arriverà a tradire la causa della liberazione nazionale. Quando scoprirà che l’uomo l’ha ingannata la sua vendetta sarà terribile. Roma, 1823. Fuggito di prigione il giovane carbonaro Pietro Missirilli trova rifugio in casa della principessa Vanina Vanini. Tra i due nasce un’ardente storia d’amore ma quando Pietro tenta di abbandonare la nobildonna per raggiungere i suoi compagni in lotta, la donna cerca di trattenerlo con un gesto estremo che avrà conseguenze terribili. DVD DVD Franco, un giovane di nobili natali, decide di sposare Luisa, figlia di un modesto impiegato, contro il volere della dispotica nonna, la quale decide di diseredarlo. Ma una terribile tragedia si abbatte sulla coppia di sposi novelli: Ombretta, la loro unica figlia, annega nel lago di Como. Luisa è sconvolta dalla perdita. Soltanto quando il marito parte volontario per la guerra di Crimea, ritrova una ragione per ritornare ai suoi doveri di moglie. Il film ha avuto vari seguiti e rifacimenti. 45 In nome del Papa Re Nell’anno del Signore O’Re La Tosca regia di Luigi Magni (Italia, 1977) Medusa Home Entertainment, 2006 regia di Luigi Magni (Italia, 1969) Minerva Video, 2004 regia di Luigi Magni (Italia, 1973) 01 Distribution, 2009 Sullo sfondo dei moti romani del 1867 il giudice ecclesiastico Monsignor Colombo da Priverno, giudice della Sacra Consulta o tribunale penale supremo dello Stato Pontificio, già critico verso il potere temporale della Chiesa, scopre di avere un figlio di vent’anni. Il ragazzo è accusato, insieme ad altri due, dell’attentato a una caserma di zuavi: è in carcere ma il prelato riesce a ottenerne la liberazione mentre gli altri due verranno condannati a morte e decapitati. Nella Roma del 1825, sotto Papa Leone XII, cardinali e sbirri opprimono il popolo. I due carbonari compiono un attentato contro un delatore e vengono arrestati, nonostante i tentativi del popolo di salvarli, mentre nell’ombra rimane Cornacchia, strano ciabattino che è in realtà Pasquino, un poeta satirico anonimo che mette alla berlina il potere papalino con frasi irriverenti e satireggianti. regia di Luigi Magni (Italia, 1989) Sony Pictures Home Entertainment, 2010 Il Re Francesco II di Borbone, soprannominato Franceschiello per la sua inettitudine, e la sua bella moglie Maria Sofia, insieme al fedele servitore Rafele, si trovano in esilio a Roma. Qui la ex regina cerca di organizzare un esercito, con a capo il Generale Coviello, per riconquistare il trono. L’ex Re è sfiduciato e in preda a mania religiosa, mentre Maria Sofia è ossessionata dal desiderio di avere un erede, che garantisca la successione; ma il matrimonio fra lei e lo sposo non è ancora stato consumato, perchè Francesco, che non ha mai desiderato regnare, non vuole ora mettere al mondo un altro spostato. Questo argomento è causa di continui e aspri contrasti fra i coniugi. Intanto giunge dal Sud un affascinante avventuriero spagnolo, Don Josè, che si innamora della regina e si offre di comandare un esercito per riconquistarle il trono. Nel 1800 il patriota Angelotti evade dal carcere di Castel Sant’Angelo e si rifugia dal compagno Cavaradossi e dalla sua donna, Floria Tosca. I gendarmi papali arrestano tutti e tre. I fatti della popolare vicenda d’amore e di morte ci sono tutti, ma Magni li volta in chiave ironica e in cadenze di opera buffa in romanesco. Non è esattamente una parodia perché “porta in primo piano l’elemento che in Sardou e in Puccini è soltanto uno sfondo, un pretesto scenico: l’oppressione politica della Roma papalina che cerca di estirpare con tutti i mezzi la ‘mala pianta’ del giacobinismo” DVD DVD 44 47 L’ussaro sul tetto Il Generale Falstaff di Giuseppe Verdi Nabucco di Giuseppe Verdi regia di Jean-Paul Rappenau (Francia, 1995) Medusa Home Entertainment, 2004 regia di Luigi Magni (Produzione televisiva, Italia, 1986) Warner Home Video, 2009 regia di Tony Britten Jupiter Classic, 2009 regia di Ernst Marzendorfer Ducale Music, 2007 Provenza 1832: Angelo Prado è un coraggioso rivoluzionario piemontese, rifugiatosi in Provenza dopo la restaurazione monarchica seguita alle guerre napoleoniche. Angelo ha lasciato la tranquilla Aix-en-Provence per raggiungere un gruppo di compagni carbonari e avvisarli che la polizia segreta austriaca è sulle loro tracce. Tre agenti nemici tentano in ogni modo di fermarlo. Sfuggendo alle loro imboscate, Angelo si trova nel pieno di una epidemia di colera che imperversa nella regione. Invece di fuggire gli orrori della malattia, egli si prodiga generosamente per salvare numerose vite. La stagione del Risorgimento. Il sogno di un’Italia unita. Le gesta di un eroe. Il mito di un uomo. È il 1987 quando la Rai trasmette le quattro puntate di Il Generale. Dopo diverse trasposizioni cinematografiche, questa volta Giuseppe Garibaldi ha il volto di Franco Nero in questo sceneggiato intenso ed appassionato Falstaff è l’ultima opera di Giuseppe Verdi. Il libretto di Arrigo Boito fu tratto da “Le allegre comari di Windsor” di William Shakespeare, ma alcuni passi furono ricavati anche da “Enrico IV”, il dramma storico nel quale per la prima volta era apparsa la figura di Sir John Falstaff. In questo DVD, Tony Britten ha prodotto un film basandosi sulla versione del 2005 del Falstaff di Verdi. Il film è stato registrato nei pressi di un club di golf reale e il club agisce come ambientazione per la maggior parte delle scene. Il DVD Include un documentario del back-stage come contenuto extra. Questa emozionante presentazione all’aperto del Nabucco è stata messa in scena nel 2007 all’Opera Festival di St. Margarethen (Austria), nel mezzo di uno sfondo romano, rustico e romantico che ha fornito un’ambientazione unica per questa registrazione dal vivo. Il Nabucco narra la storia di Nebuchadnezzar, antico re di Babilonia, che divenne pazzo dopo essersi autoproclamato Dio. È una delle opere più famose della storia e quella con cui Giuseppe Verdi divenne famoso nel 1842 grazie anche alla famosissima aria “Va, pensiero...”. Questo DVD presenta il magnifico evento filmato con nuovissime tecnologie video e audio. DVD DVD 46