quotidiano giovedì 17 maggio 2012 • n. 78 • www.ilfuturista.it Non è accettabile che esistano di fatto due maggioranze, una fra il Pdl, il Pd e il Terzo polo sulle questioni economiche e sociali e un’altra fra il Pd, l’Idv e altri sulla giustizia (Fabrizio Cicchitto) APPELLO A GIANFRANCO FINI “A testa alta”: così ricordiamo Falcone e Borsellino BASTA COL PARTITINO D di Massimiliano TANCIONI I l Partito democratico e il Popolo della libertà hanno fallito la loro sfida “maggioritaria”, trascinandosi appresso non solo il miraggio di un bipolarismo coatto e improvvisato ma anche l’intero impianto della Seconda Repubblica. Ciò non significa, però, che la Terza Repubblica possa essere costruita sopra un pulviscolo caotico di soggetti politici che in molti casi godono di consensi a una cifra. Non è così che si svente- rà il rischio di finire (politicamente) come Atene. Non è quel che chiede il buon senso e non è quel che chiedono gli elettori. Non è nemmeno la risposta giusta all’ondata della protesta antipartitica e al successo dei grillini. E non è certamente - per parlare del bivio cui è giunta l’esperienza “futurista” - quel che indicò Gianfranco Fini con l’ormai celebre (e spesso citato a sproposito) dito alzato. Il superamento del berlusconismo avrebbe dovuto essere un passo in avanti verso un progetto ancor più inclusivo e aperto del Popolo della libertà, non un passo indietro nel recinto di un’identità minoritaria rassicurante e incontaminata. A Bastia Umbra, nell’autunno del 2010, Futuro e Libertà appariva come un progetto di governo del paese, oggi assume le sembianze di un partitino, capace al massimo di portare in Parlamento, alle prossime elezioni, solo una manciata I TECNICI ABBASSERANNO LO SPREAD DEI DIRITTI? di rappresentanti, meno di quelli che ha ora. È questa l’ambizione? Non per noi. Affogandosi in una logica partitocratica che discute di coalizioni e di alleanze anziché di “rifondazioni” complessive, Fli rischia di fallire clamorosamente la sua missione. Caro presidente Fini, faccia capire di nuovo al paese che la sua sfida (difficile, ambiziosa, forse impossibile) non era coltivare un piccolo orticello, ma arare il campo di una nuova Repubblica. A PAG. 2 primo piano «L’Italia? Ora è un modello per l’Europa» D’Aura pag. 2 Lega: tutta la “family” nel registro degli indagati Balsamo pag. 3 Tunisia, appuntamento con la storia. Ma prima la nuova Costituzione Guidantoni pag. 4 Ma i parlamentari “stranieri” servono ancora? Leo pag. 5 evo essere sincero non amo le commemorazioni, troppo spesso si trasformano in mostri che hanno il volto di una seconda orazione funebre con tutto il suo doloroso corollario del profumo dei fiori stantii e della triste processione di uomini e donne silenziosi nel loro abito buono della domenica. Epitaffi fuori luogo che se non adeguatamente maneggiati ottengono il risultato contrario di violare il valore e la dignità di ciò che si vuole celebrare con il peccato più grande che si può commettere, appropriarsene. Esiste però la memoria collettiva, quel ricordo o l’insieme dei ricordi, più o meno consci, più o meno vissuti, più o meno mitizzati, di un qualcosa che ha segnato le vite di una collettività e che ne diviene, questa si e non certi inopportuni scimmiottamenti anacronistici, patrimonio d’identità comune. Ed è dal voler coltivare e perpetrare quella memoria collettiva che partono Officina delle Idee e il circolo Fli Roma I - Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con una serie di iniziative per ricordare il ventennale di quella sciagurata stagione di attacchi mossa dalla Mafia contro lo Stato italiano partendo dalla strage di Capaci del 23 maggio 1992 dove persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro per finire a Luglio ricordando la strage di via D’Amelio. Cominceremo lunedi 21 Maggio alle ore 18 al Tempio di Adriano in Roma con “A TESTA ALTA” - questo il motivo conduttore di tutti gli appuntamenti – “ricordando Giovanni Falcone”. Una manifestazione bella e particolare che, pur nel rispetto degli argomenti trattati, si pone l’obiettivo di offrire un punto di vista diverso, più umano e più emozionale, senza trascurare l’obiettività dei fatti, sulla figura di Giovanni Falcone e sul fenomeno della Mafia. (Continua a pag. 4) 2 il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012 GIORNATA CONTRO L’OMOFOBIA: PAROLE DI MINISTRI E APERTURE DI POLITICI Riccardo LO MONACO Come sembra lontano Giovanardi I tecnici abbasseranno lo spread dei diritti? L’ occasione è quella della giornata mondiale contro l’omofobia, il tema ricorrente è quello del riconoscimento delle unioni omosessuali. Sembra infatti giunto il momento, anche in Italia, di alzare il tiro e puntare ad un ben più civile e contemporaneo obiettivo e non alla “semplice” e comunque sempre attuale necessità di prevedere le necessarie tutele legislative atte a prevenire e reprimere aggressioni e discriminazioni omofobe. Il clima politico si mostra favorevole sia a livello parlamentare sia a livello gover- Foto LaPresse LA PAGELLA del FUTURISTA nativo: da Fini a Bersani, passando per Casini, fino ad arrivare ai ministri Foriero, Clini e Profumo. Se infatti il Presidente della Camera, non più nuovo a posizioni friendly, afferma che “serve maggiore consapevolezza del Parlamento circa l’urgenza di interventi per fare in modo che ci siano norme che regolano il rapporto di coppia a prescindere dal genere del partner” e il segretario del PD conferma che occorre “una regolarizzazione moderna delle convivenze stabili tra omosessuali”, il leader dell’Udc spariglia le carte del conformismo cattolico italiano, forse facendo eco alle recenti parole del Cardinal Martini, dichiarando che “le coppie omosessuali hanno diritto alla loro affettività e a essere tutelate nei loro diritti”, per Casini non deve trattarsi di matrimonio “ma i diritti devono essere gli stessi”. Lato governo arrivano forti segnali dal ministro Fornero che, con buona pace dell’onorevole Roccella che la accusa di cercare facili consensi (detto all’indirizzo di chi, se avesse voluto cercare facili consensi, non si sarebbe inimicata intere categorie sociali, fa un po’ sorridere) sa e non può dimenticare, anche nella sua veste di ministro delle Pari opportunità, che “ci sono coabitazioni di persone dello stesso sesso che chiedono di essere riconosciute come famiglie”. I ministri Clini e Profumo collaborano alla realizzazione dell’opuscolo “Tutti uguali, tutti diversi” per “fe- steggiare la festa di tutte le famiglie: omosessuali e eterosessuali, monoparentali, sposate e conviventi, in nome dei valori della conoscenza, pluralità, rispetto e responsabilità”. Il ministro Profumo inoltre, proprio in occasione della giornata mondiale contro l’omofobia, per la prima volta nella storia italiana, ha deciso di rivolgere un appello ai presidi affinché il 17 maggio, anche le scuole italiane, partecipino attivamente alla giornata contro l’omofobia. Si inizia a discutere in modo serio e costruttivo e sembrano lontani i tempi delle Gelmini, dei Giovanardi e degli Alfano che agitavano lo spauracchio dei matrimoni gay, dei Gay Pride e dei baci omoses- suali paragonati alla pipì in pubblico. Giunto il momento, anche in Italia, di alzare il tiro e puntare ad un obiettivo “contemporaneo” Sembrano, ma non lo sono. Dopotutto, nell’attuale Parlamento, è ancora presente una cospicua maggioranza di nominati beceropidiel-leghisti. Nome: FONDI ALL’EDITORIA Voto: 4 DAGLI USA AL FMI, FIDUCIA PER MONTI. MA I NOSTRI PARTITI... «L’Italia? Ora è un modello per l’Europa» M e n tre la Miriam Grecia D’AURA si avvia verso il baratro del caos politico ed economico, e mentre Mariano Rajoy annuncia che la Spagna potrebbe non essere in grado di reggere all’aumento dello spread, dal Fondo monetario internazionale arriva la promozione per l’Italia di Monti, fino a qualche mese fa possibile “grande malato” d’Europa e oggi crocevia non solo continentale (vedi la telefonata di ieri con Barack Obama, dalla quale si è appreso che sarà il capo del governo italiano a inaugurare la prima sessione del G8 di Camp David) per la definizione di politiche per la crescita e lo sviluppo. «L’Italia è a buon punto, ha fatto notevoli progressi», dice il direttore del dipartimento europeo Fondo monetario internazionale, Reza Moghadam. Il giudizio sull’esecutivo dei professori è chiaro: «Le politiche at- Foto LaPresse L a colpa è di chi ruba? Sì. Ma quanto conta la condotta di chi potrebbe impedire quel furto e non lo fa? Valterino Lavitola, galantuomo noto alle cronache caraibiche per aver acceso la macchina del fango per far piacere al Pifferaio di Arcore, svela i trucchi per gonfiare le vendite dell’Avanti! e ottenere così contributi pubblici. Davanti ai magistrati che lo interrogano non fa mistero di aver messo in piedi una bella attività per “succhiare” fondi pubblici all’editoria italiana che notoriamente non se la passa certo bene. E illustra che per non sforare il parametro del 25% del venduto rispetto alle copie stampate, ha fatto ricorso anche a strillonaggio ‘mirato’: «Chiamavo il consigliere e gli dicevo: va in piazza e acquista le copie dal ragazzo che invio». La domanda a questo punto sorge spontanea: ma in tutto ciò il dipartimento per l’editoria di Palazzo Chigi che faceva? Come erano strutturati i controlli? Con quali prametri? Piccoli grandi quesiti, innocenti o no, per fare chiarezza su un tema delicatissimo. Per impedire futuri abusi come quelli perpetrati da Valterino. E a maggior ragione in un momento in cui chiude Il manifesto, ha chiuso Il Riformista e altre testate soffrono maledettamente. Chiediamo troppo? tuate hanno creato un livello di stabilità veramente notevole» e le misure di risanamento messe in campo dall’Italia negli ultimi sei mesi sono «un modello da seguire in Europa». Certo, «a questo punto bisogna rilanciare la crescita», dice il Fondo monetario internazionale. E dunque «il lavoro non è finito». E non c’è di che star tranquilli, a vedere le fibrillazioni di forze politiche (il Pdl su tutte, in cui l’ala “dura e pura” ha mal digerito l’incontro di Silvio Berlusconi con il presidente del Consiglio) che non vedono l’ora di interrompere l’esperienza montiana e ricominciare il loro meritorio lavoro che ci ha portato lì dove eravamo: sull’orlo del baratro. il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012 3 PER UMBERTO & FIGLI: TRUFFA ALLO STATO E APPROPRIAZIONE INDEBITA Tutta la “family” nel registro degli indagati Una buona notizia per i maroniani… I Sotto i raggi x della procura milanese anche la moglie del Senatùr e Rosi Mauro (il cerchio magico) tesi di appropriazione indebita sempre in concorso con Belsito, oltre al senatore Piergiorgio Stiffoni con l’ipotesi di peculato in relazione ai fondi del gruppo senatoriale della Lega che avrebbe utilizzato per scopi personali. Il quinto iscritto nel registro degli indagati è Paolo Scala con l’ipotesi di riciclaggio. Umberto Bossi risponde come legale rappresentante del partito in quanto firmatario dei rendiconti che portano c’è chi, come Mario Borghezio, giura sull’onestà dell’ex segretario e Matteo Salvini parla di «attacco bestiale» contro la Lega, i settori che cercano di incarnare il nuovo corso manifestano maggiore prudenza. La più netta presa di distanza dal vecchio leader è quella di Luca Zaia: «Se la magistratura accerterà responsabilità chi ha sbagliato dovrà pagare: mi sembra di capire che questi eventi rappresentino l’epilogo di tutto quello che si è letto e visto in tutte queste settimane». «Personalmente – ha poi voluto precisato – ho sempre avuto e ho estrema fiducia nella magistratura, che è l’unica titolata a Foto LaPresse Bossi non sono stati risparmiati: dopo la politica, con i costretti passi indietro, anche le vicende giudiziarie dovrebbero evitare ripensamenti e velleità di ritorno sulla scena. Anche se, ammettiamolo, la Lega nord è un mondo a parte, spesso autoreferenziale e con costumi interni diversi dagli altri partiti. La procura di Milano ha iscritto nel registro degli indagati Umberto Bossi per l’ipotesi di truffa ai danni dello Stato in concorso con l’ex tesoriere del partito Francesco Belsito per i rimborsi elettorali presentati nel luglio 2011. Indagati anche i figli del Senatùr, Renzo e Riccardo, per l’ipo- all’erogazione dei rimborsi elettorali. Nei suoi confronti non c’è alcuna contestazione che riguarda presunte spese personali, mentre sono in corso di accertamento le cifre di denaro di cui Riccardo e Renzo Bossi si sarebbero indebitamente appropriati. È stata infatti disposta una consulenza tecnica la quale dovrà fare luce sull’eventuale utilizzo dei fondi pubblici. Edmondo Bruti Liberati, il capo della procura milanese, è stato piuttosto chiaro: «È sufficiente avere l’indicazione che i fondi destinati al partito sono stati usati per altri scopi». L’indagine sta anche cercando di fare chiarezza sul coinvolgimento di Manuela Marrone, moglie di Umberto, e di Rosi Mauro. Secondo gli inquirenti sono necessari ulteriori approfondimenti sui soldi che sarebbero stati destinati alla scuola Bosina fondata dalla moglie del Senatùr e sui Eugenio BALSAMO fondi che sarebbero andati al Sindacato padano fondato dalla vicepresidente del Senato. Nel frattempo, il Carroccio continua a mostrarsi diviso anche sulla figura di Bossi, ciò che ha rappresentato e sul suo presunto ruolo di presidente onorario. Un incarico quasi pari a zero che, però, le parole dei maroniani sembrano proteggere da soggetti “non in linea con il nuovo corso” promesso dall’ex ministro dell’Interno. Quella di oggi, insomma, è una buona notizia per Roberto Maroni che viaggia spedito verso la segreteria federale. Qualche ora prima che dalla procura meneghina si apprendesse dell’apertura del registro degli indagati alla “family”, l’ex ministro dell’Interno, sul suo profilo facebook, aveva scritto che «per faccendieri, ladri e ciarlatani non c’è posto nella Lega del futuro». E se Luca Zaia traccia la linea del “nuovo corso” del Carroccio: «Chi ha sbagliato dovrà pagare» celebrare i processi e quindi a verificare e accertare la verità all’interno delle uniche sedi deputate, ovvero i tribunali. Anche in questo caso, alla fine di questo percorso, se saranno riconosciute responsabilità chi ha sbagliato dovrà pagare». Quasi non sembra un ex alleato del Popolo della libertà: nella mente dei dirigenti leghisti il modello Verona è l’unico possibile. DADAUMPA Se la Grecia ci copia il piano “Salva Italia”... LOTTA AGLI SPRECHI DI STATO E RAPPORTI CON LA CHIESA di Giovanni MANCA C dorata, Sinistra Democratica, Indipendenti, Verdi) o di molto (conservatori e socialisti). Si aggiunga che i cittadini greci hanno ritirato nella sola giornata di lunedì 900 milioni in contanti dai loro conti bancari. Significa che la paura di una politica fino ad oggi Foto LaPresse assare i privileFrancesco gi fiscali DE PALO per la Chiesa, lotta senza quartiere all’evasione, introduzione di una patrimoniale e di un registro per i pubblici appalti, rimozione del segreto bancario, ridare fiato alla produzione nazionale, tagliare le spese di rappresentanza e per le forniture militari. A voler leggere anche non necessariamente fra le righe del programma elettorale del “pericoloso radicale” Alexis Tsipras, di antieuropeismo e di verve castrista non c’è traccia. Piuttosto le misure proposte dal 37enne leader del Syriza sembrano in linea con il rigore montiano. Dove sta dunque l’errore? In un paese dove i sacerdoti ricevono ancora lo stipendio dallo stato, e dove il referendum popolare non è ammesso, la parola riforma non solo è pericolosamente sconosciuta, bensì occorre una rivoluzione dei costumi, della società: e in primo luogo della politica. Il nuovo ricorso alle urne che tiene col fiato sospeso mezzo mondo, potrebbe per la Grecia anche trasformarsi in un’occasione. Gli ultimi sondaggi danno Tsipras in netto progresso di almeno otto punti percentuali rispetto alle urne del 6 maggio scorso, mentre tutti gli altri partiti in perdita di poco (Alba Alexis Tsipras: il suo programma in materia fiscale ha delle attinenze con quello del professore deficitaria fa scattare nel cittadino il terrore del baratro. A cui solo un’altra politica, alta e qualificata, può riparare, a patto che faccia del rigore e della crescita due elementi non slegati fra loro. Ma intrecciati indissolubilmente. Monti docet sotto l’Acropoli in apnea? Twitter@FDepalo C hi ha partecipato a qualche riunione per la ricandidatura al Comune di Alemanno, pare abbia sentito ripetere l’obiezione: “Hai preparato una valigia perfetta, c’è tutto, dallo spazzolino all’ombrello. Però sei alla stazione e non sai ancora dove andare”. Quel che intanto fa, il Sindaco immortalato nel “chiam’esercito”, è straparlare di tutto. Scrive ai cittadini romani scusandosi per l’Imu, che paragona a un ogm gonfiato a estrogeni. Fiancheggia i “poveracci” bacchettando il miope Governo sulle liberalizzazioni di taxi, parrucchieri, farmacie e panettieri. Riciclando il “non fiori, ma opere di bene” chiede ai partiti di devolvere l’ultima tranche del finanziamento alle famiglie degli imprenditori suicidi (i precari suicidi s’arrangiano, ergo). E, coupe de theatre, saluta in Hollande il salvatore dell’Europa, dopo il tiranno Sarko. In barba alle posizioni del neopresidente sui diritti dei gay al matrimonio e alle adozioni. Ma ‘ndo vai se il Banana non ce l’hai? il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012 Minaccia Fai: «Colpiremo Equitalia» Ogni altro suicidio per la crisi «è ritenuto un omicidio di Stato» e sarà «punito con il marchio della vita sino ad elevare il livello a ricordo della vita». Così la Federazione anarchica informale Nucleo Olga nella lettera recapitata al quotidiano «Calabria Ora» in cui si minaccia il presidente di Equitalia Sud. «Fai Calabria - si legge nella lettera avvisa che Equitalia Sud sarà oggetto di attenzione nella persona del suo presidente, becero uomo d’affari e servitore del potere economico». Finmeccanica: indagato consigliere Dovrà rispondere dell’accusa di illecito finanziamento ai partiti il consigliere di amministrazione di Finmeccanica Franco Bonferroni. Aveva comunicato di aver ricevuto un’informazione di garanzia in una riunione congiunta tra il comitato per il controllo interno e il collegio sindacale della società. In cui aveva dichiarato inoltre di aver chiesto e ottenuto di essere sentito dal magistrato inquirente, il che è avvenuto il 21 aprile scorso. Analoga comunicazione al cda. L’Aia, al via processo contro Ratko Mladic Al via il processo contro l’ex comandante delle milizie serbo-bosniache Ratko Mladic davanti al Tribunale internazionale per la ex Jugoslavia. «Ha guidato la pulizia etnica in Bosnia»: queste le prime parole dell’accusa. Colui che è stato ribattezzato il “Boia dei Balcani” deve rispondere delle peggiori atrocità perpetrate in Europa dal secondo dopoguerra: crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio, tra cui la carneficina di Srebrenica del 1995 dove furono uccisi ottomila musulmani. Auto, in Europa sempre peggio Ad aprile saldo negativo del 6,5% rispetto allo stesso mese di un anno fa. In totale immatricolate 1.058.348 unità, mentre nel primo quadrimestre il calo è del 7,1%. A spingere al ribasso anche il crollo dell’Italia. Se Germania e Inghilterra continuano ad avanzare e la Francia contiene le perdite, l’Italia con il suo -18% è fra i peggiori. «La domanda- commenta il Centro Studi Promotor GL events - è penalizzata dalla situazione economica e dalle difficili prospettive». IN OTTOBRE LE ELEZIONI PER FAR NASCERE UN GOVERNO DEMOCRATICO Tunisia, appuntamento con la storia Ma prima la nuova Costituzione L a libertà d’espressione con annessi e connessi, celebrata con l’istituzione il 3 maggio dell’Open Data, è la questione centrale di ogni dibattito politico della Tunisia. Sono tornata là dove ho lasciato, Sophie, la protagonista del mio romanzo Tunisi, taxi di sola andata (No Reply Editore), in un clima di attesa post elettorale. La Tunisia, che sta vivendo la fase finale del governo provvisorio, preparandosi al mese del Ramadan - l’inizio è previsto tra il 22 e il 23 luglio – e le nuove elezioni di ottobre di quello che dovrebbe essere il primo governo democratico in carica per 4 anni, è ancora tra color che son sospesi. La tappa fondamentale sarà arrivare al 23 ottobre prossimo con la nuova Costituzione. I punti critici sono il famigerato articolo 1 sulla legge dello stato e del Corano che il presidente Mouncef Marzouqi ha dichiarato che non si cambierà (pur lasciando alcune ambiguità nell’interpretazione) e gli articoli 115, 116 e 117 relativi alla libertà di stampa e alla regolamentazione dell’audio visivo. Su questo punto si sta giocando lo scontro e si riempiono le pagine dei giornali, marginalizzando altre. Una per tutte la venuta del predicatore di Al Jazeera Qaradawi, ideologo dei Fratelli musulmani – egiziano residente in Qatar – invitato dal leader EnnahDa, Rachid Rhannouchi la scorsa settimana. O ancora la pur importante manifestazione del primo maggio, autorizzata all’ultimo dal ministro dell’Interno, protagonista il sindacato, l’Ugtt che ha fatto scrivere ai giornali «a ciascuno il suo partito, l’Ugtt per tutti», sottolineando l’importanza di non eccedere nell’ego. Infine la battaglia tra laicità e islamizzazione si gioca all’università dove la facoltà di lettere dell’università di Manouba fa da centro propulsore, anche per la simbolicità e l’alta tradizione, ma anche per l’indipendenza che caratterizza da smepre l’istituto, come ci ha raccontato Silvia Finzi, italiana di Tunisi, Editore e docente. Dalla cronaca giudiziaria invece l’attualità ci riporta alla condanna di Nabil Karoui, Presidente e direttore generale della Nessma TV, per aver proiettato ill film «Persepolis » di Marjane Satrapi che ha provocato anche la chiusura del cinema Aquila sull’Avenue Bourghiba. Houssem Jaziri, Imam di una moschea a Menzel Temime (governatorato di Nabeul) nella preghiera di venerdì 4 maggio ha plaudito ad una possibile condanna a morte. La situazione è tesa e al filosofo e antropo- Sino a due anni fa al paese era impedita la libera espressione, anche artistica logo Youssef Saddik avrebbe dovuto tenere una conferenza sulla laicità e sulla non equivalenza con l’ateismo, gli è stato impedito l’intervento; mentre Qardawi, invitato dal primo ad un confrontotelevisivo, ha rifiutato. Aggressioni crescenti anche fisiche a giornalisti e intellettuali spaventano e qualcuno grida allo scandalo. A me pare che lo scontro, in un crescendo pericoloso, sia pur sempre sinonimo di un’apertura, mai registrata prima. Semplicemente regnava il silenzio e molti neppure osavano pensare a voce alta. Proprio in questi giorni si svolge il primo Salone della caricatura a Cartagine e una mostra sempre sullo stesso tono e le vignette, decisamente irreverente, alla Libreria Millefeuilles alla Marsa. Quando mai sarebbe stato possibile prima del 14 gennaio 2011? Per molto meno il proprietario Lotfi mi ha raccontato di esser stato interrogato dalla polizia e obbligato ad un mese di firma giornaliera al commissariato. Si cercano in generale le responsabilità ma la situazione è confusa e ingarbugliata. Quello che filtra è difficile da distillare. Sicuramente il compromesso storico in salsa tunisina non sta funzionando, a partire dall’incapacità della sinistra, anche quella interna alla Troika – CPR (Congresso per la Repubblica che si è diviso in questi giorni) e Takatol (Forum di ispirazione socialista) – di fare opposizione in modo costruttivo. EnnahDa è l’unico partito organizzato e già diviso in correnti che tirano da parti diverse: verso la sponda del dialogo con i Salafiti; verso la sinistra; verso gli ex appartenenti all’Rcd, il partito di Ben Ali. Il congresso di metà luglio potrebbe portare alla luce alcuni elementi strategici e fare chiarezza. «La balena blu (EnnahDa) - ci ha raccontato il regista Mourad Ben Cheikh - è troppo divisa all’interno, proprio nel momento che dovrebbe di essere di massima spinta mentre il partito del Presidente Marzouqi è prigioniero del ruolo di oppositore. Entrambi giocano con una punta di populismo ma il lavoro, cavallo di battaglia per entrambi della campagna elettorale non si vede e molta gente pensa già di non andare al voto alle prossime elezioni. Alla gente urlare e protestare La “battaglia” tra laicità e islamizzazione si gioca nelle aule universitarie non è più sufficiente. Per noi intellettuali invece lo scontro è già un passo avanti con la certezza che indietro non si potrà tornare». *Scrittrice, autrice di Tunisi, taxi di sola andata (No Reply Editore) “A testa alta”: così ricordiamo Falcone e Borsellino (Segue dalla prima) Cercheremo di farlo parlandone con Antonio Ingroia, magistrato del pool di Falcone e Borsellino e procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo, con Fabio Granata, deputato di Fli e Vice Presidente della Commissione d’Inchiesta sul Fenomeno della Criminalità Organizzata Mafiosa, con la giornalista e scrittrice Francesca Barra coautrice insieme a Maria Falcone del libro Giovanni Falcone un eroe solo e con Flavia Perina, deputata e responsabile di Fli Roma. Un momento particolare ed Ilaria GUIDANTONI* Foto LaPresse 4 intenso sarà rappresentato dalla presenza dell’attore ed autore siciliano Sebastiano Lo Monaco che interpreterà un monologo forte e vibrante estratto dallo spettacolo Per non morire di mafia e tratto dal libro omonimo del procuratore nazionale antimafia Piero Grasso. Insomma , “A Massimiliano TANCIONI Testa Alta” sarà una manifestazione aperta, partecipata anche attraverso un dibattito pubblico e contro il silenzio: per far parlare, discutere e reagire perché , parafrasando una locuzione greca, è vero che “ne ferisce più la parola che la spada”…ma di silenzio invece si muore. il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012 L a riduzione del numero dei parlamentari è uno dei principali punti che le imminenti riforme dovranno affrontare. Il taglio degli scranni investirà anche la circoscrizione estero e l’ipotesi più accreditata è che i rappresentanti della nostra emigrazione scenderanno da 18 a 12 (8 deputati e 4 senatori). Un provvedimento quasi doveroso considerando – è parere diffuso – la poca concretezza dei parlamentari “stranieri” arrivati a Roma con il voto del 2006 e del 2008, arricchita da episodi finiti nei tribunali penali e nella peggiore cronaca politica. Oltre confine, però, c’è malumore anche per alcuni progetti di legge tesi alla soppressione della circoscrizione estero ottenuta dopo decenni di lotta. Qual è la reale partecipazione degli italiani all’estero alla vita politica italiana? Di sicuro gli esponenti locali dei diversi partiti – tutti hanno le loro “ambasciate” nei quattro collegi – si danno un gran da fare. Meno, però, i diretti interessati, quegli oltre quattro milioni di connazionali residenti all’estero. Il recente dibattito che “vola” tra i diversi portali dedicati agli espatriati è l’occasione per presentare Il voto degli altri (Rosenberg e Sellier, pagg. 224, euro 22), un’opera a più mani, curata da Guido Tintori, di recente uscita nelle librerie italiane. Il primo capitolo, a opera di Mi- il futurista • quotidiano DIRETTORE RESPONSABILE Filippo Rossi REDAZIONE Federico Brusadelli, Francesco De Palo, Eugenio Balsamo ECONOMIA Piercamillo Falasca EDITORE: IL FUTURISTA SRL Domicilio fiscale: Roma, Via Eleonora Duse, 53 • 00197 Roma Partita IVA 11405141000 ISCRIZIONE ROC N. 21169/2011 REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA n. 73/2011 del 16 marzo 2011 ISSN: 22391142 DISTRIBUZIONE: ME.PE. Milano STAMPA: Centro Stampa Quotidiani spa Via dell’Industria n. 52• Erbusco (BS) 25030, Italy Q Foto LaPresse Riformare anche gli italiani all’estero I parlamentari “stranieri” servono ancora? chele Colucci, è una breve introduzione storica, che aiuta il lettore a comprendere le cause del presente. Il lavoro di Colucci dialoga con i capitoli successivi, poiché offre il punto di vista italiano nel guardare alla partecipazione politica di quei cittadini che avevano spostato la propria vita e residenza altrove, iniziando così quel processo di una loro trasformazione in italiani “altri”. Sulle possibilità di riforma, il secondo capitolo, scritto da Eugenio Balsamo, confronta le formule di rappresentanza e la legislazione in materia di partecipazione politica degli espatriati adottate in Italia con quelle analoghe di alcuni paesi europei e non. Una comparazione utile soprattutto per comprendere alcuni caratteri di unicità che il caso italiano presenta, ma ancora più per la lettera [email protected] Ma in Sardegna Fli ha perso un’occasione C aro direttore, le scrivo dalla provincia (in corso di smantellamento) di Olbia e volevo chiederLe un parere su quanto accaduto in I L suggerire spunti e valutazioni nell’ottica di una riforma di una legislazione con forti criticità. I capitoli dal terzo al sesto si dedicano alla loro domanda di partecipazione, alla costruzione di élite politiche e forme di rappresentanza a partire dai luoghi di emigrazione, e raccordano queste dinamiche con il processo parallelo di progressiva inclusione istituzionale degli emigrati, culminata con il pacchetto di leggi del 2000-2001. Dal 2001, gli italiani all’estero hanno diritto di eleggere i loro rappresentanti al Parlamento e di votare per i referendum. A ogni tornata elettorale, si rinnovano le polemiche sulle inadeguatezze della legge che assegna diritti politici attivi e passivi ai cittadini residenti fuori d’Italia. Ma chi sono realmente gli “altri” italiani? Per- ché votano? Per chi votano? E che soluzioni adottano gli altri paesi? Il voto degli altri descrive, per la prima volta in dettaglio, in chiave storica e da prospettive disciplinari diverse, il profilo sociale e politico di elettori ed eletti all’estero, estendendo la trattazione oltre la partecipazione elettorale. L’analisi dell’evoluzione di un sistema di rappresentanza degli “italiani fuori d’Italia” è messa in relazione alle dinamiche migratorie, demografiche e politiche interne alle diverse aree di insediamento. Il percorso di una progressiva inclusione istituzionale dei cittadini all’estero nel contesto politico italiano è confrontato con le esperienze di altri paesi e valutato alla luce della produzione scientifica più recente in materia di cittadi- Sardegna coi referendum. Con un tratto di matita abbiamo cancellato 4 province nonché la normativa sugli stipendi e i benefit dei consiglieri regionali, nonostante gli sgambetti e i ricorsi degli esponenti politici. Al di là del caso del presidente della provincia di Carbonia, che si è dimesso (perché ambisce alla candidatura alla presidenza della regione), si è levata un’ondata di proteste da parte della politica, con la provincia di Olbia in testa. Il presidente Sanciu, che peraltro assomma la sua carica a quella di senato- re, si spende quotidianamente contro il “cagliaricentrismo” e parla di vittoria della “vera casta”. Premesso che le dichiarazioni dell’onorevole Sanciu post-voto non mi sorprendono, quello che più mi ha irritato è stato il silenzio pre-voto da parte di giornali e partiti, tra i quali – mi duole dirlo – gli esponenti di Fli. Lavorando come agente di commercio, mi è capitato di andare a Sassari nelle settimane pre-voto e ho incontrato in Piazza d’Italia quelli del comitato referendario, scoprendo con sorpresa e piacere che in C A R B O N A R O uanti di noi infondo parlano italiano senza inflessioni, storpiature o errori grammaticali? Si, quegli odiati errori che ci venivano sottolineati in blu e rosso. Anche quando sono davanti al mio televisore devo sentirmi dire che non so spiegarmi. che non si capisce quando parlo? La tv non legifera, legittima. Se la tv legittima l’ignoranza, allora io infondo non sono proprio così sbagliato, non sono proprio così impresentabile, anche per me, che ho studiato poco, che arronzo i verbi quando parlo, che vesto vistoso, che c’ho la macchina lucida e ogni tanto tiro la polvere con il naso, anche per me c’è posto, un posto al sole. Anzi quel posto è il mio. E il quel miliardario perverso o in quel nel principe decaduto di cui si parla in questo Maria Grazia LEO nanza e voto all’estero. Molte delle criticità che caratterizzano l’attuale legge sul voto derivano dal fatto che il provvedimento sia frutto di un dibattito avulso dalle dinamiche migratorie e dal funzionamento della legislazione sulla cittadinanza. La legge non tiene conto delle grandi differenze nella composizione della popolazione italiana fuori dai confini nazionali, dove una larga parte dell’elettorato è composta da discendenti di emigrati con legami e interessi sottili verso la vita politica del paese. Risente di una visione degli italiani all’estero come un soggetto sociale, culturale e politico omogeneo e cristallizzato nel tempo. L’obiettivo di questo Tra le proposte bipartisan anche la soppressione della circoscrizione estero volume è fornire un contributo di informazione al lettore e al legislatore italiano, affinché il dibattito sul voto all’estero possa ripensare in termini nuovi i rapporti di cittadinanza tra stato, da un parte, e protagonisti di nuove e vecchie mobilità, dall’altra. mezzo a loro c’erano anche dei giovani provenienti da Fli. Ciò che le chiedo, in buona sostanza, è: com’è possibile che un movimento come Fli, che doveva rappresentare tutti coloro che ambivano a costruire uno Stato novo, moderno e pulito, che doveva essere abile a sconfiggere l’anti-politica con la bella politica, in Sardegna abbia perso l’occasione delle occasioni non facendosi capofila a livello istituzionale del referendum, mentre la sua base si è mossa spontaneamente? Gianni Urru DI ALESSANDRO CARBONE programma pomeridiano per casalinghe sole io mi riconosco. Loro mi sollevano da un ansia di riconoscimento sociale. La tv è un gran convogliatore di bassi istinti, di pruriti di mutande, di sporco che necessita una ‘pitturata’ di bianco. È la festa de “lu’ Santo, sacra e pagana al tempo stesso. Ma come siamo arrivati a pensare che il peggio sia il meglio che possiamo avere e dare? Foto LaPresse “IL VOTO DEGLI ALTRI” RIAPRE IL DIBATTITO SU VOTO E PARTECIPAZIONE 5 6 il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012