quotidiano
giovedì 17 maggio 2012 • n. 78 • www.ilfuturista.it
Non è accettabile che esistano di fatto due maggioranze,
una fra il Pdl, il Pd e il Terzo polo sulle questioni economiche
e sociali e un’altra fra il Pd, l’Idv e altri sulla giustizia
(Fabrizio Cicchitto)
APPELLO A GIANFRANCO FINI
“A testa alta”:
così ricordiamo
Falcone e Borsellino
BASTA COL PARTITINO D
di Massimiliano TANCIONI
I
l Partito democratico e il
Popolo della libertà hanno
fallito la loro sfida “maggioritaria”, trascinandosi appresso
non solo il miraggio di un bipolarismo coatto e improvvisato ma anche l’intero impianto
della Seconda Repubblica. Ciò
non significa, però, che la Terza
Repubblica possa essere costruita sopra un pulviscolo caotico
di soggetti politici che in molti
casi godono di consensi a una
cifra. Non è così che si svente-
rà il rischio di finire (politicamente) come Atene. Non è quel
che chiede il buon senso e non
è quel che chiedono gli elettori. Non è nemmeno la risposta
giusta all’ondata della protesta
antipartitica e al successo dei
grillini. E non è certamente - per
parlare del bivio cui è giunta
l’esperienza “futurista” - quel
che indicò Gianfranco Fini con
l’ormai celebre (e spesso citato
a sproposito) dito alzato. Il superamento del berlusconismo
avrebbe dovuto essere un passo
in avanti verso un progetto ancor più inclusivo e aperto del Popolo della libertà, non un passo
indietro nel recinto di un’identità minoritaria rassicurante e
incontaminata. A Bastia Umbra,
nell’autunno del 2010, Futuro e Libertà appariva come un
progetto di governo del paese,
oggi assume le sembianze di un
partitino, capace al massimo di
portare in Parlamento, alle prossime elezioni, solo una manciata
I TECNICI ABBASSERANNO LO SPREAD DEI DIRITTI?
di rappresentanti, meno di quelli che ha ora. È questa l’ambizione? Non per noi. Affogandosi in
una logica partitocratica che discute di coalizioni e di alleanze
anziché di “rifondazioni” complessive, Fli rischia di fallire clamorosamente la sua missione.
Caro presidente Fini, faccia capire di nuovo al paese che la sua
sfida (difficile, ambiziosa, forse
impossibile) non era coltivare
un piccolo orticello, ma arare il
campo di una nuova Repubblica.
A PAG. 2
primo piano
«L’Italia?
Ora è un modello
per l’Europa»
D’Aura
pag. 2
Lega: tutta la “family”
nel registro
degli indagati
Balsamo
pag. 3
Tunisia, appuntamento
con la storia. Ma prima
la nuova Costituzione
Guidantoni
pag. 4
Ma i parlamentari
“stranieri”
servono ancora?
Leo
pag. 5
evo essere sincero non amo
le commemorazioni, troppo spesso si trasformano
in mostri che hanno il volto di una
seconda orazione funebre con tutto
il suo doloroso corollario del profumo dei fiori stantii e della triste
processione di uomini e donne silenziosi nel loro abito buono della
domenica. Epitaffi fuori luogo che
se non adeguatamente maneggiati
ottengono il risultato contrario di
violare il valore e la dignità di ciò
che si vuole celebrare con il peccato più grande che si può commettere, appropriarsene. Esiste però
la memoria collettiva, quel ricordo
o l’insieme dei ricordi, più o meno
consci, più o meno vissuti, più o
meno mitizzati, di un qualcosa che
ha segnato le vite di una collettività e che ne diviene, questa si e non
certi inopportuni scimmiottamenti
anacronistici, patrimonio d’identità
comune. Ed è dal voler coltivare e
perpetrare quella memoria collettiva che partono Officina delle Idee
e il circolo Fli Roma I - Giovanni
Falcone e Paolo Borsellino con una
serie di iniziative per ricordare il
ventennale di quella sciagurata stagione di attacchi mossa dalla Mafia
contro lo Stato italiano partendo
dalla strage di Capaci del 23 maggio
1992 dove persero la vita il magistrato antimafia Giovanni Falcone,
sua moglie Francesca Morvillo e i
tre agenti della scorta, Vito Schifani,
Rocco Dicillo, Antonio Montinaro per finire a Luglio ricordando la
strage di via D’Amelio.
Cominceremo lunedi 21 Maggio
alle ore 18 al Tempio di Adriano in
Roma con “A TESTA ALTA” - questo il motivo conduttore di tutti
gli appuntamenti – “ricordando
Giovanni Falcone”. Una manifestazione bella e particolare che, pur
nel rispetto degli argomenti trattati, si pone l’obiettivo di offrire un
punto di vista diverso, più umano
e più emozionale, senza trascurare
l’obiettività dei fatti, sulla figura di
Giovanni Falcone e sul fenomeno
della Mafia.
(Continua a pag. 4)
2
il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012
GIORNATA CONTRO L’OMOFOBIA: PAROLE DI MINISTRI E APERTURE DI POLITICI
Riccardo
LO MONACO
Come sembra lontano Giovanardi
I tecnici abbasseranno lo spread dei diritti?
L’
occasione è quella della giornata mondiale contro l’omofobia, il tema ricorrente è quello del riconoscimento delle unioni
omosessuali. Sembra infatti giunto
il momento, anche in Italia, di alzare
il tiro e puntare ad un ben più civile e contemporaneo obiettivo e non
alla “semplice” e comunque sempre attuale necessità di prevedere
le necessarie tutele legislative atte
a prevenire e reprimere aggressioni
e discriminazioni omofobe. Il clima
politico si mostra favorevole sia a livello parlamentare sia a livello gover-
Foto LaPresse
LA PAGELLA
del FUTURISTA
nativo: da Fini a Bersani, passando
per Casini, fino ad arrivare ai ministri
Foriero, Clini e Profumo.
Se infatti il Presidente della Camera,
non più nuovo a posizioni friendly,
afferma che “serve maggiore consapevolezza del Parlamento circa l’urgenza di interventi per fare in modo
che ci siano norme che regolano il
rapporto di coppia a prescindere dal
genere del partner” e il segretario
del PD conferma che occorre “una
regolarizzazione moderna delle convivenze stabili tra omosessuali”, il
leader dell’Udc spariglia le carte del
conformismo cattolico italiano, forse
facendo eco alle recenti parole del
Cardinal Martini, dichiarando che
“le coppie omosessuali hanno diritto
alla loro affettività e a essere tutelate
nei loro diritti”, per Casini non deve
trattarsi di matrimonio “ma i diritti
devono essere gli stessi”.
Lato governo arrivano forti segnali
dal ministro Fornero che, con buona pace dell’onorevole Roccella che
la accusa di cercare facili consensi
(detto all’indirizzo di chi, se avesse
voluto cercare facili consensi, non si
sarebbe inimicata intere categorie sociali, fa un po’ sorridere) sa e non può
dimenticare, anche nella sua veste di
ministro delle Pari opportunità, che
“ci sono coabitazioni di persone dello
stesso sesso che chiedono di essere
riconosciute come famiglie”.
I ministri Clini e Profumo collaborano alla realizzazione dell’opuscolo
“Tutti uguali, tutti diversi” per “fe-
steggiare la festa di tutte le famiglie:
omosessuali e eterosessuali, monoparentali, sposate e conviventi, in
nome dei valori della conoscenza,
pluralità, rispetto e responsabilità”.
Il ministro Profumo inoltre, proprio
in occasione della giornata mondiale
contro l’omofobia, per la prima volta
nella storia italiana, ha deciso di rivolgere un appello ai presidi affinché
il 17 maggio, anche le scuole italiane,
partecipino attivamente alla giornata
contro l’omofobia. Si inizia a discutere in modo serio e costruttivo e sembrano lontani i tempi delle Gelmini,
dei Giovanardi e degli Alfano che agitavano lo spauracchio dei matrimoni
gay, dei Gay Pride e dei baci omoses-
suali paragonati alla pipì in pubblico.
Giunto il momento,
anche in Italia,
di alzare il tiro
e puntare ad un obiettivo
“contemporaneo”
Sembrano, ma non lo sono. Dopotutto, nell’attuale Parlamento, è ancora
presente una cospicua maggioranza
di nominati beceropidiel-leghisti.
Nome: FONDI ALL’EDITORIA
Voto: 4
DAGLI USA AL FMI, FIDUCIA PER MONTI. MA I NOSTRI PARTITI...
«L’Italia? Ora è un modello per l’Europa»
M
e n tre la
Miriam
Grecia
D’AURA
si avvia verso
il baratro del
caos politico ed
economico, e mentre Mariano Rajoy
annuncia che la Spagna potrebbe non
essere in grado di reggere all’aumento dello spread, dal Fondo monetario
internazionale arriva la promozione
per l’Italia di Monti, fino a qualche
mese fa possibile “grande malato”
d’Europa e oggi crocevia non solo
continentale (vedi la telefonata di ieri
con Barack Obama, dalla quale si è
appreso che sarà il capo del governo
italiano a inaugurare la prima sessione del G8 di Camp David) per la definizione di politiche per la crescita e
lo sviluppo.
«L’Italia è a buon punto, ha fatto notevoli progressi», dice il direttore del
dipartimento europeo Fondo monetario internazionale, Reza Moghadam. Il giudizio sull’esecutivo dei
professori è chiaro: «Le politiche at-
Foto LaPresse
L
a colpa è di chi ruba? Sì. Ma
quanto conta la condotta di chi
potrebbe impedire quel furto e
non lo fa? Valterino Lavitola, galantuomo noto alle cronache caraibiche
per aver acceso la macchina del fango
per far piacere al Pifferaio di Arcore,
svela i trucchi per gonfiare le vendite
dell’Avanti! e ottenere così contributi pubblici. Davanti ai magistrati che
lo interrogano non fa mistero di aver
messo in piedi una bella attività per
“succhiare” fondi pubblici all’editoria italiana che notoriamente non se
la passa certo bene. E illustra che per
non sforare il parametro del 25% del
venduto rispetto alle copie stampate,
ha fatto ricorso anche a strillonaggio
‘mirato’: «Chiamavo il consigliere e gli
dicevo: va in piazza e acquista le copie
dal ragazzo che invio». La domanda a
questo punto sorge spontanea: ma in
tutto ciò il dipartimento per l’editoria di Palazzo Chigi che faceva? Come
erano strutturati i controlli? Con
quali prametri? Piccoli grandi quesiti,
innocenti o no, per fare chiarezza su
un tema delicatissimo. Per impedire
futuri abusi come quelli perpetrati da
Valterino. E a maggior ragione in un
momento in cui chiude Il manifesto,
ha chiuso Il Riformista e altre testate
soffrono maledettamente. Chiediamo troppo?
tuate hanno creato un livello di stabilità veramente notevole» e le misure di risanamento messe in campo
dall’Italia negli ultimi sei mesi sono
«un modello da seguire in Europa».
Certo, «a questo punto bisogna rilanciare la crescita», dice il Fondo monetario internazionale. E dunque «il
lavoro non è finito». E non c’è di che
star tranquilli, a vedere le fibrillazioni
di forze politiche (il Pdl su tutte, in
cui l’ala “dura e pura” ha mal digerito l’incontro di Silvio Berlusconi con
il presidente del Consiglio) che non
vedono l’ora di interrompere l’esperienza montiana e ricominciare il loro
meritorio lavoro che ci ha portato lì
dove eravamo: sull’orlo del baratro.
il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012
3
PER UMBERTO & FIGLI: TRUFFA ALLO STATO E APPROPRIAZIONE INDEBITA
Tutta la “family” nel registro degli indagati
Una buona notizia per i maroniani…
I
Sotto i raggi x
della procura milanese
anche la moglie
del Senatùr e Rosi Mauro
(il cerchio magico)
tesi di appropriazione indebita sempre
in concorso con Belsito, oltre al senatore Piergiorgio Stiffoni con l’ipotesi di
peculato in relazione ai fondi del gruppo senatoriale della Lega che avrebbe
utilizzato per scopi personali. Il quinto
iscritto nel registro degli indagati è
Paolo Scala con l’ipotesi di riciclaggio.
Umberto Bossi risponde come legale
rappresentante del partito in quanto
firmatario dei rendiconti che portano
c’è chi, come Mario Borghezio, giura
sull’onestà dell’ex segretario e Matteo Salvini parla di «attacco bestiale»
contro la Lega, i settori che cercano di
incarnare il nuovo corso manifestano
maggiore prudenza. La più netta presa
di distanza dal vecchio leader è quella
di Luca Zaia: «Se la magistratura accerterà responsabilità chi ha sbagliato
dovrà pagare: mi sembra di capire che
questi eventi rappresentino l’epilogo
di tutto quello che si è letto e visto
in tutte queste settimane». «Personalmente – ha poi voluto precisato – ho
sempre avuto e ho estrema fiducia nella magistratura, che è l’unica titolata a
Foto LaPresse
Bossi non sono stati risparmiati:
dopo la politica, con i costretti passi indietro, anche le vicende giudiziarie dovrebbero evitare ripensamenti
e velleità di ritorno sulla scena. Anche
se, ammettiamolo, la Lega nord è un
mondo a parte, spesso autoreferenziale e con costumi interni diversi dagli
altri partiti. La procura di Milano ha
iscritto nel registro degli indagati Umberto Bossi per l’ipotesi di truffa ai
danni dello Stato in concorso con l’ex
tesoriere del partito Francesco Belsito
per i rimborsi elettorali presentati nel
luglio 2011. Indagati anche i figli del
Senatùr, Renzo e Riccardo, per l’ipo-
all’erogazione dei rimborsi elettorali.
Nei suoi confronti non c’è alcuna contestazione che riguarda presunte spese personali, mentre sono in corso di
accertamento le cifre di denaro di cui
Riccardo e Renzo Bossi si sarebbero
indebitamente appropriati. È stata infatti disposta una consulenza tecnica
la quale dovrà fare luce sull’eventuale
utilizzo dei fondi pubblici. Edmondo
Bruti Liberati, il capo della procura milanese, è stato piuttosto chiaro: «È sufficiente avere l’indicazione che i fondi
destinati al partito sono stati usati per
altri scopi». L’indagine sta anche cercando di fare chiarezza sul coinvolgimento di Manuela Marrone, moglie di
Umberto, e di Rosi Mauro. Secondo
gli inquirenti sono necessari ulteriori
approfondimenti sui soldi che sarebbero stati destinati alla scuola Bosina
fondata dalla moglie del Senatùr e sui
Eugenio
BALSAMO
fondi che sarebbero andati al Sindacato padano fondato dalla vicepresidente
del Senato.
Nel frattempo, il Carroccio continua
a mostrarsi diviso anche sulla figura
di Bossi, ciò che ha rappresentato e
sul suo presunto ruolo di presidente onorario. Un incarico quasi pari a
zero che, però, le parole dei maroniani
sembrano proteggere da soggetti “non
in linea con il nuovo corso” promesso
dall’ex ministro dell’Interno. Quella
di oggi, insomma, è una buona notizia per Roberto Maroni che viaggia
spedito verso la segreteria federale.
Qualche ora prima che dalla procura
meneghina si apprendesse dell’apertura del registro degli indagati alla “family”, l’ex ministro dell’Interno, sul
suo profilo facebook, aveva scritto che
«per faccendieri, ladri e ciarlatani non
c’è posto nella Lega del futuro». E se
Luca Zaia traccia la linea
del “nuovo corso”
del Carroccio:
«Chi ha sbagliato
dovrà pagare»
celebrare i processi e quindi a verificare e accertare la verità all’interno delle
uniche sedi deputate, ovvero i tribunali. Anche in questo caso, alla fine di
questo percorso, se saranno riconosciute responsabilità chi ha sbagliato
dovrà pagare». Quasi non sembra un
ex alleato del Popolo della libertà: nella mente dei dirigenti leghisti il modello Verona è l’unico possibile.
DADAUMPA
Se la Grecia ci copia il piano “Salva Italia”...
LOTTA AGLI SPRECHI DI STATO E RAPPORTI CON LA CHIESA
di Giovanni MANCA
C
dorata, Sinistra Democratica, Indipendenti, Verdi) o di molto (conservatori
e socialisti). Si aggiunga che i cittadini
greci hanno ritirato nella sola giornata di lunedì 900 milioni in contanti
dai loro conti bancari. Significa che
la paura di una politica fino ad oggi
Foto LaPresse
assare i
privileFrancesco
gi fiscali
DE PALO
per la Chiesa, lotta senza
quartiere
all’evasione, introduzione di una patrimoniale e di un registro per i pubblici appalti, rimozione del segreto
bancario, ridare fiato alla produzione
nazionale, tagliare le spese di rappresentanza e per le forniture militari. A
voler leggere anche non necessariamente fra le righe del programma elettorale del “pericoloso radicale” Alexis
Tsipras, di antieuropeismo e di verve
castrista non c’è traccia. Piuttosto le
misure proposte dal 37enne leader del
Syriza sembrano in linea con il rigore
montiano. Dove sta dunque l’errore?
In un paese dove i sacerdoti ricevono
ancora lo stipendio dallo stato, e dove
il referendum popolare non è ammesso, la parola riforma non solo è pericolosamente sconosciuta, bensì occorre
una rivoluzione dei costumi, della società: e in primo luogo della politica. Il
nuovo ricorso alle urne che tiene col
fiato sospeso mezzo mondo, potrebbe per la Grecia anche trasformarsi in
un’occasione. Gli ultimi sondaggi danno Tsipras in netto progresso di almeno otto punti percentuali rispetto alle
urne del 6 maggio scorso, mentre tutti
gli altri partiti in perdita di poco (Alba
Alexis Tsipras:
il suo programma
in materia fiscale
ha delle attinenze
con quello del professore
deficitaria fa scattare nel cittadino il
terrore del baratro. A cui solo un’altra
politica, alta e qualificata, può riparare, a patto che faccia del rigore e della
crescita due elementi non slegati fra
loro. Ma intrecciati indissolubilmente.
Monti docet sotto l’Acropoli in apnea?
Twitter@FDepalo
C
hi ha partecipato a qualche riunione per la ricandidatura al
Comune di Alemanno, pare
abbia sentito ripetere l’obiezione: “Hai
preparato una valigia perfetta, c’è tutto, dallo spazzolino all’ombrello. Però
sei alla stazione e non sai ancora dove
andare”. Quel che intanto fa, il Sindaco immortalato nel “chiam’esercito”, è
straparlare di tutto. Scrive ai cittadini
romani scusandosi per l’Imu, che paragona a un ogm gonfiato a estrogeni.
Fiancheggia i “poveracci” bacchettando il miope Governo sulle liberalizzazioni di taxi, parrucchieri, farmacie e
panettieri. Riciclando il “non fiori, ma
opere di bene” chiede ai partiti di devolvere l’ultima tranche del finanziamento alle famiglie degli imprenditori
suicidi (i precari suicidi s’arrangiano,
ergo). E, coupe de theatre, saluta in
Hollande il salvatore dell’Europa,
dopo il tiranno Sarko. In barba alle posizioni del neopresidente sui diritti dei
gay al matrimonio e alle adozioni. Ma
‘ndo vai se il Banana non ce l’hai?
il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012
Minaccia Fai:
«Colpiremo Equitalia»
Ogni altro suicidio per la
crisi «è ritenuto un omicidio
di Stato» e sarà «punito con
il marchio della vita sino ad
elevare il livello a ricordo della vita». Così la Federazione
anarchica informale Nucleo
Olga nella lettera recapitata
al quotidiano «Calabria Ora»
in cui si minaccia il presidente di Equitalia Sud. «Fai Calabria - si legge nella lettera avvisa che Equitalia Sud sarà
oggetto di attenzione nella
persona del suo presidente,
becero uomo d’affari e servitore del potere economico».
Finmeccanica:
indagato consigliere
Dovrà rispondere dell’accusa
di illecito finanziamento ai
partiti il consigliere di amministrazione di Finmeccanica
Franco Bonferroni. Aveva
comunicato di aver ricevuto
un’informazione di garanzia
in una riunione congiunta
tra il comitato per il controllo interno e il collegio sindacale della società. In cui aveva dichiarato inoltre di aver
chiesto e ottenuto di essere
sentito dal magistrato inquirente, il che è avvenuto il 21
aprile scorso. Analoga comunicazione al cda.
L’Aia, al via processo
contro Ratko Mladic
Al via il processo contro l’ex
comandante delle milizie serbo-bosniache Ratko Mladic
davanti al Tribunale internazionale per la ex Jugoslavia.
«Ha guidato la pulizia etnica
in Bosnia»: queste le prime
parole dell’accusa. Colui che
è stato ribattezzato il “Boia
dei Balcani” deve rispondere
delle peggiori atrocità perpetrate in Europa dal secondo
dopoguerra: crimini di guerra, contro l’umanità e genocidio, tra cui la carneficina
di Srebrenica del 1995 dove
furono uccisi ottomila musulmani.
Auto, in Europa
sempre peggio
Ad aprile saldo negativo del
6,5% rispetto allo stesso
mese di un anno fa. In totale immatricolate 1.058.348
unità, mentre nel primo quadrimestre il calo è del 7,1%.
A spingere al ribasso anche
il crollo dell’Italia. Se Germania e Inghilterra continuano
ad avanzare e la Francia contiene le perdite, l’Italia con
il suo -18% è fra i peggiori.
«La domanda- commenta il
Centro Studi Promotor GL
events - è penalizzata dalla
situazione economica e dalle
difficili prospettive».
IN OTTOBRE LE ELEZIONI PER FAR NASCERE UN GOVERNO DEMOCRATICO
Tunisia, appuntamento con la storia
Ma prima la nuova Costituzione
L
a libertà d’espressione
con annessi e connessi,
celebrata con l’istituzione il 3 maggio dell’Open
Data, è la questione centrale
di ogni dibattito politico della
Tunisia. Sono tornata là dove
ho lasciato, Sophie, la protagonista del mio romanzo Tunisi, taxi di sola andata (No Reply
Editore), in un clima di attesa
post elettorale. La Tunisia,
che sta vivendo la fase finale
del governo provvisorio, preparandosi al mese del Ramadan - l’inizio è previsto tra il
22 e il 23 luglio – e le nuove
elezioni di ottobre di quello
che dovrebbe essere il primo
governo democratico in carica
per 4 anni, è ancora tra color che son sospesi. La tappa
fondamentale sarà arrivare al
23 ottobre prossimo con la
nuova Costituzione. I punti
critici sono il famigerato articolo 1 sulla legge dello stato
e del Corano che il presidente
Mouncef Marzouqi ha dichiarato che non si cambierà (pur
lasciando alcune ambiguità
nell’interpretazione) e gli articoli 115, 116 e 117 relativi
alla libertà di stampa e alla
regolamentazione dell’audio
visivo. Su questo punto si sta
giocando lo scontro e si riempiono le pagine dei giornali,
marginalizzando altre. Una
per tutte la venuta del predicatore di Al Jazeera Qaradawi, ideologo dei Fratelli musulmani – egiziano residente
in Qatar – invitato dal leader
EnnahDa, Rachid Rhannouchi la scorsa settimana. O ancora la pur importante manifestazione del primo maggio,
autorizzata all’ultimo dal ministro dell’Interno, protagonista il sindacato, l’Ugtt che
ha fatto scrivere ai giornali «a
ciascuno il suo partito, l’Ugtt per tutti», sottolineando
l’importanza di non eccedere
nell’ego. Infine la battaglia tra
laicità e islamizzazione si gioca all’università dove la facoltà di lettere dell’università di
Manouba fa da centro propulsore, anche per la simbolicità
e l’alta tradizione, ma anche
per l’indipendenza che caratterizza da smepre l’istituto,
come ci ha raccontato Silvia
Finzi, italiana di Tunisi, Editore e docente. Dalla cronaca
giudiziaria invece l’attualità ci
riporta alla condanna di Nabil
Karoui, Presidente e direttore
generale della Nessma TV, per
aver proiettato ill film «Persepolis » di Marjane Satrapi che
ha provocato anche la chiusura del cinema Aquila sull’Avenue Bourghiba. Houssem
Jaziri, Imam di una moschea
a Menzel Temime (governatorato di Nabeul) nella preghiera di venerdì 4 maggio ha
plaudito ad una possibile condanna a morte. La situazione
è tesa e al filosofo e antropo-
Sino a due anni fa
al paese
era impedita
la libera espressione,
anche artistica
logo Youssef Saddik avrebbe
dovuto tenere una conferenza
sulla laicità e sulla non equivalenza con l’ateismo, gli è
stato impedito l’intervento;
mentre Qardawi, invitato dal
primo ad un confrontotelevisivo, ha rifiutato. Aggressioni crescenti anche fisiche a
giornalisti e intellettuali spaventano e qualcuno grida allo
scandalo.
A me pare che lo scontro,
in un crescendo pericoloso,
sia pur sempre sinonimo di
un’apertura, mai registrata
prima. Semplicemente regnava il silenzio e molti neppure
osavano pensare a voce alta.
Proprio in questi giorni si
svolge il primo Salone della
caricatura a Cartagine e una
mostra sempre sullo stesso
tono e le vignette, decisamente irreverente, alla Libreria Millefeuilles alla Marsa.
Quando mai sarebbe stato
possibile prima del 14 gennaio 2011? Per molto meno
il proprietario Lotfi mi ha raccontato di esser stato interrogato dalla polizia e obbligato
ad un mese di firma giornaliera al commissariato. Si cercano in generale le responsabilità ma la situazione è confusa
e ingarbugliata.
Quello che filtra è difficile
da distillare. Sicuramente il
compromesso storico in salsa
tunisina non sta funzionando,
a partire dall’incapacità della
sinistra, anche quella interna
alla Troika – CPR (Congresso
per la Repubblica che si è diviso in questi giorni) e Takatol
(Forum di ispirazione socialista) – di fare opposizione in
modo costruttivo. EnnahDa
è l’unico partito organizzato
e già diviso in correnti che tirano da parti diverse: verso la
sponda del dialogo con i Salafiti; verso la sinistra; verso
gli ex appartenenti all’Rcd, il
partito di Ben Ali.
Il congresso di metà luglio
potrebbe portare alla luce
alcuni elementi strategici e
fare chiarezza. «La balena blu
(EnnahDa) - ci ha raccontato
il regista Mourad Ben Cheikh
- è troppo divisa all’interno,
proprio nel momento che dovrebbe di essere di massima
spinta mentre il partito del
Presidente Marzouqi è prigioniero del ruolo di oppositore. Entrambi giocano con
una punta di populismo ma
il lavoro, cavallo di battaglia
per entrambi della campagna
elettorale non si vede e molta
gente pensa già di non andare
al voto alle prossime elezioni.
Alla gente urlare e protestare
La “battaglia”
tra laicità
e islamizzazione
si gioca nelle aule
universitarie
non è più sufficiente. Per noi
intellettuali invece lo scontro
è già un passo avanti con la
certezza che indietro non si
potrà tornare».
*Scrittrice, autrice di Tunisi,
taxi di sola andata (No Reply
Editore)
“A testa alta”: così ricordiamo Falcone e Borsellino
(Segue dalla prima)
Cercheremo di farlo parlandone con Antonio Ingroia,
magistrato del pool di Falcone
e Borsellino e procuratore aggiunto della procura distrettuale antimafia di Palermo,
con Fabio Granata, deputato
di Fli e Vice Presidente della
Commissione d’Inchiesta sul
Fenomeno della Criminalità
Organizzata Mafiosa, con la
giornalista e scrittrice Francesca Barra coautrice insieme a Maria Falcone del libro
Giovanni Falcone un eroe solo e
con Flavia Perina, deputata
e responsabile di Fli Roma.
Un momento particolare ed
Ilaria
GUIDANTONI*
Foto LaPresse
4
intenso sarà rappresentato
dalla presenza dell’attore ed
autore siciliano Sebastiano
Lo Monaco che interpreterà
un monologo forte e vibrante estratto dallo spettacolo
Per non morire di mafia e tratto
dal libro omonimo del procuratore nazionale antimafia
Piero Grasso. Insomma , “A
Massimiliano
TANCIONI
Testa Alta” sarà una manifestazione aperta, partecipata
anche attraverso un dibattito
pubblico e contro il silenzio:
per far parlare, discutere e
reagire perché , parafrasando
una locuzione greca, è vero
che “ne ferisce più la parola
che la spada”…ma di silenzio
invece si muore.
il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012
L
a riduzione del numero
dei parlamentari è uno
dei principali punti che
le imminenti riforme dovranno affrontare. Il taglio degli
scranni investirà anche la circoscrizione estero e l’ipotesi
più accreditata è che i rappresentanti della nostra emigrazione scenderanno da 18 a 12
(8 deputati e 4 senatori). Un
provvedimento quasi doveroso
considerando – è parere diffuso
– la poca concretezza dei parlamentari “stranieri” arrivati
a Roma con il voto del 2006 e
del 2008, arricchita da episodi
finiti nei tribunali penali e nella
peggiore cronaca politica. Oltre
confine, però, c’è malumore
anche per alcuni progetti di legge tesi alla soppressione della
circoscrizione estero ottenuta
dopo decenni di lotta. Qual è la
reale partecipazione degli italiani all’estero alla vita politica
italiana? Di sicuro gli esponenti
locali dei diversi partiti – tutti
hanno le loro “ambasciate”
nei quattro collegi – si danno
un gran da fare. Meno, però, i
diretti interessati, quegli oltre
quattro milioni di connazionali
residenti all’estero.
Il recente dibattito che “vola”
tra i diversi portali dedicati agli
espatriati è l’occasione per presentare Il voto degli altri (Rosenberg e Sellier, pagg. 224, euro
22), un’opera a più mani, curata da Guido Tintori, di recente
uscita nelle librerie italiane. Il
primo capitolo, a opera di Mi-
il futurista • quotidiano
DIRETTORE RESPONSABILE
Filippo Rossi
REDAZIONE
Federico Brusadelli, Francesco De Palo, Eugenio Balsamo
ECONOMIA
Piercamillo Falasca
EDITORE: IL FUTURISTA SRL
Domicilio fiscale: Roma, Via Eleonora Duse, 53 • 00197 Roma
Partita IVA 11405141000
ISCRIZIONE ROC N. 21169/2011
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI ROMA n. 73/2011 del 16 marzo 2011
ISSN: 22391142
DISTRIBUZIONE: ME.PE. Milano
STAMPA: Centro Stampa Quotidiani spa
Via dell’Industria n. 52• Erbusco (BS) 25030, Italy
Q
Foto LaPresse
Riformare anche gli italiani all’estero
I parlamentari “stranieri” servono ancora?
chele Colucci, è una breve introduzione storica, che aiuta il
lettore a comprendere le cause
del presente. Il lavoro di Colucci dialoga con i capitoli successivi, poiché offre il punto di
vista italiano nel guardare alla
partecipazione politica di quei
cittadini che avevano spostato
la propria vita e residenza altrove, iniziando così quel processo
di una loro trasformazione in
italiani “altri”. Sulle possibilità
di riforma, il secondo capitolo,
scritto da Eugenio Balsamo,
confronta le formule di rappresentanza e la legislazione in
materia di partecipazione politica degli espatriati adottate in
Italia con quelle analoghe di
alcuni paesi europei e non. Una
comparazione utile soprattutto
per comprendere alcuni caratteri di unicità che il caso italiano presenta, ma ancora più per
la lettera
[email protected]
Ma in Sardegna Fli
ha perso un’occasione
C
aro direttore, le scrivo
dalla provincia (in corso di smantellamento)
di Olbia e volevo chiederLe un
parere su quanto accaduto in
I L
suggerire spunti e valutazioni
nell’ottica di una riforma di una
legislazione con forti criticità.
I capitoli dal terzo al sesto si
dedicano alla loro domanda di
partecipazione, alla costruzione di élite politiche e forme di
rappresentanza a partire dai
luoghi di emigrazione, e raccordano queste dinamiche con il
processo parallelo di progressiva inclusione istituzionale degli
emigrati, culminata con il pacchetto di leggi del 2000-2001.
Dal 2001, gli italiani all’estero
hanno diritto di eleggere i loro
rappresentanti al Parlamento
e di votare per i referendum.
A ogni tornata elettorale, si
rinnovano le polemiche sulle
inadeguatezze della legge che
assegna diritti politici attivi e
passivi ai cittadini residenti
fuori d’Italia. Ma chi sono realmente gli “altri” italiani? Per-
ché votano? Per chi votano? E
che soluzioni adottano gli altri
paesi?
Il voto degli altri descrive, per
la prima volta in dettaglio, in
chiave storica e da prospettive
disciplinari diverse, il profilo
sociale e politico di elettori ed
eletti all’estero, estendendo
la trattazione oltre la partecipazione elettorale. L’analisi
dell’evoluzione di un sistema
di rappresentanza degli “italiani fuori d’Italia” è messa in
relazione alle dinamiche migratorie, demografiche e politiche interne alle diverse aree
di insediamento. Il percorso di
una progressiva inclusione istituzionale dei cittadini all’estero
nel contesto politico italiano è
confrontato con le esperienze
di altri paesi e valutato alla luce
della produzione scientifica più
recente in materia di cittadi-
Sardegna coi referendum. Con
un tratto di matita abbiamo
cancellato 4 province nonché
la normativa sugli stipendi e i
benefit dei consiglieri regionali, nonostante gli sgambetti e i
ricorsi degli esponenti politici.
Al di là del caso del presidente
della provincia di Carbonia, che
si è dimesso (perché ambisce
alla candidatura alla presidenza della regione), si è levata
un’ondata di proteste da parte
della politica, con la provincia
di Olbia in testa. Il presidente
Sanciu, che peraltro assomma
la sua carica a quella di senato-
re, si spende quotidianamente
contro il “cagliaricentrismo”
e parla di vittoria della “vera
casta”. Premesso che le dichiarazioni dell’onorevole Sanciu
post-voto non mi sorprendono,
quello che più mi ha irritato è
stato il silenzio pre-voto da parte di giornali e partiti, tra i quali
– mi duole dirlo – gli esponenti
di Fli. Lavorando come agente
di commercio, mi è capitato di
andare a Sassari nelle settimane pre-voto e ho incontrato in
Piazza d’Italia quelli del comitato referendario, scoprendo
con sorpresa e piacere che in
C A R B O N A R O
uanti di noi infondo parlano italiano senza inflessioni,
storpiature o errori grammaticali? Si, quegli odiati errori che ci venivano sottolineati in blu e rosso. Anche
quando sono davanti al mio televisore devo sentirmi dire che
non so spiegarmi. che non si capisce quando parlo? La tv non
legifera, legittima. Se la tv legittima l’ignoranza, allora io infondo
non sono proprio così sbagliato, non sono proprio così impresentabile, anche per me, che ho studiato poco, che arronzo i verbi quando parlo, che vesto vistoso, che c’ho la macchina lucida
e ogni tanto tiro la polvere con il naso, anche per me c’è posto,
un posto al sole. Anzi quel posto è il mio. E il quel miliardario
perverso o in quel nel principe decaduto di cui si parla in questo
Maria Grazia
LEO
nanza e voto all’estero.
Molte delle criticità che caratterizzano l’attuale legge sul
voto derivano dal fatto che il
provvedimento sia frutto di
un dibattito avulso dalle dinamiche migratorie e dal funzionamento della legislazione
sulla cittadinanza. La legge
non tiene conto delle grandi
differenze nella composizione
della popolazione italiana fuori dai confini nazionali, dove
una larga parte dell’elettorato
è composta da discendenti di
emigrati con legami e interessi
sottili verso la vita politica del
paese. Risente di una visione
degli italiani all’estero come un
soggetto sociale, culturale e politico omogeneo e cristallizzato
nel tempo. L’obiettivo di questo
Tra le proposte
bipartisan anche
la soppressione
della circoscrizione
estero
volume è fornire un contributo
di informazione al lettore e al
legislatore italiano, affinché
il dibattito sul voto all’estero
possa ripensare in termini nuovi i rapporti di cittadinanza tra
stato, da un parte, e protagonisti di nuove e vecchie mobilità,
dall’altra.
mezzo a loro c’erano anche
dei giovani provenienti da Fli.
Ciò che le chiedo, in buona
sostanza, è: com’è possibile
che un movimento come Fli,
che doveva rappresentare tutti
coloro che ambivano a costruire uno Stato novo, moderno e
pulito, che doveva essere abile
a sconfiggere l’anti-politica con
la bella politica, in Sardegna abbia perso l’occasione delle occasioni non facendosi capofila
a livello istituzionale del referendum, mentre la sua base si è
mossa spontaneamente?
Gianni Urru
DI ALESSANDRO CARBONE
programma pomeridiano per casalinghe sole io mi riconosco.
Loro mi sollevano da un ansia di riconoscimento sociale. La tv
è un gran convogliatore di bassi istinti, di pruriti di mutande, di
sporco che necessita una ‘pitturata’ di bianco. È la festa de “lu’
Santo, sacra e pagana al tempo stesso. Ma come siamo arrivati
a pensare che il peggio sia il meglio che possiamo avere e dare?
Foto LaPresse
“IL VOTO DEGLI ALTRI” RIAPRE IL DIBATTITO SU VOTO E PARTECIPAZIONE
5
6
il futurista • quotidiano • n. 78 • giovedì 17 maggio 2012
Scarica

n. 78 • giovedì 17 maggio 2012