DA OGGI, PER IL CUORE DELLA TUA FAMIGLIA CAMBIA PROGRAMMA: MENO DIVANO E PIU VITA. I Domenica 30 settembre 2007 Giornata Mondiale per il Cuore Con il patrocinio di Ministero della Salute – Ministero delle Politiche per la Famiglia Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Ministero dell’Università e della Ricerca - Ministero della Pubblica Istruzione Croce Rossa Italiana Associazione Nazionale Carabinieri - Associazione Nazionale Comuni Italiani Comitato Olimpico Nazionale Italiano - Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA) Federazione Italiana Giuoco Calcio - Lega Nazionale Professionisti Calcio - Lega Pallavolo Serie A Federazione Italiana Nuoto - Federazione Italiana Tennis E’ un’iniziativa promossa e realizzata da Comitato di Presidenza Luigi Colombo Cardiologo dello Sport Lega Nazionale Professionisti Calcio Giuseppe Di Pasquale Federazione Italiana di Cardiologia Rodolfo Paoletti Fondazione italiana per il cuore Fondazione Giovanni Lorenzini Andrea Peracino Fondazione italiana per il cuore Fondazione Giovanni Lorenzini Giovanni Spinella Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore Con il patrocinio delle seguenti Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto. I testi sono stati elaborati da Fondazione italiana per il cuore Le malattie cardiocerebrovascolari (infarto, ictus per esempio) sono la causa più frequente dei decessi nei Paesi dell’Unione Europea: 1,9 milioni di morti l’anno. In Italia la malattia cardiovascolare è responsabile del 42% dei decessi. Tabella 1: Principali cause di morte nella donna e nell’uomo in Italia. Annuario statistico italiano 2006 – ISTAT. Cause di morte nel 2002 Malattie del sistema circolatorio Tumori Malattie dell’apparato respiratorio Malattie dell’apparato digerente Disturbi psichici e malattie del sistema nervoso Malattie infettive e parassitarie Uomini 105.726 93.398 20.617 12.485 9.552 2.145 Donne 131.472 69.672 15.324 12.234 14.765 2.147 Il dato sul numero di decessi per malattie del sistema circolatorio merita una riflessione: fino alla quinta decade di vita è l’uomo ad essere più colpito da tali malattie, dopo la menopausa questo triste primato passa alla donna. Negli ultimi anni si assiste anche in Italia a una diminuzione della mortalità (non però della morbilità e della disabilità) per queste malattie. Tale riduzione si deve senza dubbio sia ai progressi compiuti dalla scienza medica che all’intervento preventivo sui fattori di rischio modificabili. Sul fronte scientifico, l’innovazione realizzata in medicina ha portato al singolo malato i grandi risultati della ricerca di base e clinica, lo sviluppo di un approccio cardiologico innovativo (trombolisi, angioplastica, by pass) e, soprattutto, l’attivazione delle Unità di Cura Intensiva in Cardiologia. Sul fronte della prevenzione, giocano un ruolo importante l’introduzione di nuovi farmaci per il controllo del colesterolo e della pressione arteriosa e un approccio esteso ed efficace alla diagnosi e alla cura del diabete. Su quest’ultimo versante, altrettanto fondamentali sono la cessazione del fumo e l’azione sugli stili di vita, tramite un’alimentazione corretta e un esercizio fisico personalizzato. Va sottolineato che con uno stile di vita corretto si possono quasi dimezzare le morti per malattia cardiovascolare. Accanto alla società che predispone e mette a disposizione i ritrovati della scienza, e l’innovazione della medicina importante, essenziale e insostituibile è il ruolo del singolo individuo. Una diminuzione significativa e consolidata della mortalità dovuta a queste malattie si può ottenere, quando il singolo individuo, si riconosce e agisce come l’attore principale nella prevenzione. 3 È stato evidenziato infatti, negli Stati Uniti, come, adottando un corretto stile di vita (cioè riduzione del fumo, regolare attività fisica, scelta di una sana e corretta alimentazione), si può ridurre del 44% la mortalità dovuta alla malattia cardiovascolare. L’obesità e il sovrappeso giocano un ruolo di controtendenza peggiorativa per quanto riguarda le malattie cardiovascolari. Ma quali sono i fattori di rischio delle malattie cardiocerebrovascolari sui quali l’individuo può agire e quali invece non possono essere modificati? Tabella 2: Fattori di rischio delle malattie cardiocerebrovascolari Modificabili Fumo di sigaretta Aumento di colesterolo nel sangue Ipertensione arteriosa Diabete Obesità e sovrappeso Alimentazione errata Consumo eccessivo di alcool Riduzione di esercizio fisico Stress Non modificabili Genere Età Familiarità A questi si sta aggiungendo l’inquinamento atmosferico. Prevenire le malattie cardiovascolari non solo comporta una diminuzione significativa della mortalità, ma anche un maggiore controllo dei loro costi; i costi diretti e indiretti per l’Unione Europea superano i 169 miliardi di ` l’anno, negli Stati Uniti 142,5 miliardi di dollari e in Italia i costi sono pari a 16,8 miliardi di `. Accanto alle Istituzioni il singolo individuo ha una responsabilità anche nella formazione e quindi nella riduzione della spesa sanitaria, con adeguato impegno alla prevenzione. La Giornata Mondiale per il Cuore del 2007 pone l’accento sul tema della Salute nella Famiglia e nella Società. Di conseguenza vuole evidenziare quanto sia importante il ruolo educativo che la famiglia svolge nella tutela della salute all’interno della comunità e della società. Pressione arteriosa: il 33% degli uomini e il 31% delle donne sono ipertesi • Ipercolesterolemia: il 21% degli uomini e il 25% delle donne hanno un valore di colesterolo totale ≥ 240 mg/dl • Sedentarietà: il 34% degli uomini e il 46% delle donne non svolgono attività fisica durante il tempo libero • Fumo: il 30% degli uomini fuma in media 17 sigarette al giorno, il 21% delle donne ne fuma in media 13. • 4 5 Bambini La salute dell’adulto dipende in buona parte da quanto succede durante l’infanzia e prima ancora nella gravidanza. Lo sviluppo corretto del feto dipende da un adeguato apporto delle sostanze nutritive ricevute dalla madre e ancora da come la madre affronta lo stile di vita nella gravidanza. Durante le prime fasi della vita del bambino, abitudini e stili di vita oltre ad un’alimentazione più o meno corretta, possono influenzare il metabolismo, la salute e il futuro di un individuo. Sovrappeso nei bambini • Un terzo dei bambini italiani è sovrappeso. • L’obesità in età infantile aumenta la probabilità di essere obesi da adulto. • L’obesità dei genitori aumenta il rischio di sovrappeso e obesità del bambino. Suggerimenti per l’esercizio fisico per i bambini • Dedicarsi per almeno un’ora al giorno all’attività fisica e al movimento (meglio all’aria aperta) genitori e figli insieme. • Scegliere quando possibile di muoversi a piedi, eliminando (almeno per percorsi brevi l’uso dell’automobile), preferire (sempre se le condizioni fisiche lo permettono) le scale all’ascensore. Anziano Uno stile di vita sano e l’abitudine a svolgere regolare attività fisica sono insostituibili nel bambino, se si vogliono prevenire sovrappeso e obesità: infatti, un bambino in sovrappeso ha grandi probabilità di diventare un adulto obeso e di incorrere in malattie cardiovascolari o in complicanze tardive dell’obesità come ad esempio diabete, problemi ortopedici e respiratori. Sarebbe opportuno evitare, se possibile, che la progressiva perdita di autosufficienza dell’anziano acceleri l’allontanamento dell’individuo dalla famiglia e più ancora dalla società in cui ha costruito la propria vita. 6 Quando si parla di salute dell’anziano si intende non assenza di malattia, ma autosufficienza. L’invecchiamento biologico comporta una perdita di strutture e funzioni dell’organismo per cui si parla di individuo fragile. Gli anziani spesso sono affetti da più patologie che interessano apparati diversi (esempio ipertensione arteriosa, artrosi polidistrettuale) e che necessitano di farmaci differenti, con il rischio sicuramente maggiore di sviluppare effetti collaterali; nell’anziano infatti, si parla di pluripatologia e di polifarmacologia. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i fattori che condizionano lo stato di salute dell’anziano sono tre: la condizione fisica, l’attività (il rapporto persona-ambiente) e la partecipazione (il rapporto persona-persona). La valutazione globale dell’anziano è la modalità di approccio più corretta, l’anziano deve essere valutato sotto tutti i punti di vista e non solo sotto l’aspetto medico: una visione ristretta e poco attenta alla personalità dell’individuo, alle sue abitudini, aspirazioni e condizioni sociali rischia di non essere sufficientemente appropriata per la salvaguardia della salute. Fra le cause principali di decadimento dell’anziano vanno segnalate la morte del coniuge, l’allontanamento dei figli, l’isolamento, la malattia, le difficoltà economiche. Anche in questi casi notiamo come il contesto familiare sia importante per la salute dell’anziano e costituisca un riferimento fondamentale; solo dopo viene la presenza di malattia. L’invecchiamento non è un processo programmato, noi non invecchiamo tutti nello stesso modo; alcuni hanno un invecchiamento “di successo”, altri invece hanno un invecchiamento “anonimo”. 7 La famiglia e l’ambiente concorrono in modo significativo a determinare un invecchiamento con successo o un invecchiamento anonimo. Un ultimo concetto da sottolineare è l’effetto “raccolta”: durante l’invecchiamento si raccoglie ciò che si è seminato in passato, durante l’infanzia e durante il periodo della vita adulta. Il filo conduttore di questo processo è la famiglia e di conseguenza la società dove si svolge questo lungo percorso che è la vita. Donna Infarto e ictus uccidono in Italia più di 131.000 donne l’anno e circa altrettante donne sono colpite da infarto miocardico o da ictus non fatali, ma spesso invalidanti. I fattori di rischio delle malattie cardiovascolari si concentrano specialmente nel periodo successivo alla menopausa. In questa fase la riduzione della protezione degli ormoni femminili espone maggiormente la donna all’azione della dislipidemia, del sovrappeso/obesità, del fumo, della vita sedentaria e di una cattiva alimentazione. È inoltre provata una maggiore mortalità nelle donne colpite da infarto. Il differente comportamento della donna nei confronti della comparsa, evoluzione e trattamento della malattia coronarica può essere spiegato dalle variazioni vascolari dovute all’influenza ormonale e dalle differenze nella struttura vascolare: le donne hanno arterie di diametro minore. Problemi per la salute della donna È necessario che la società dia nuova attenzione alle malattie invalidanti della donna soprattutto dopo la menopausa. È necessario che la donna sia adeguatamente sensibilizzata a proteggere la propria salute allontanandosi in tempo da quei fattori di rischio che solo apparentemente non la colpiscono, ma che fin dalla età giovane possono programmare l’evoluzione peggiorativa della salute dopo la menopausa (fumo, ipercolesterolemia, ipertensione, diabete, obesità, sovrappeso etc). 8 • Scegliere con cura e fare molta attenzione all’utilizzo dei grassi alimentari nella cottura e nel condimento dei cibi, preferendo gli oli vegetali come quello extravergine di oliva, insieme agli oli di semi come il mais, la soia, il girasole. • Moderare il consumo di carne (non più di 3-5 volte la settimana), salumi, uova e privilegiare il consumo di pesce (almeno 2-3 volte la settimana). • Consumare latte, yogurt e latticini in generale (importanti per l’apporto di Calcio). • Aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi. • Non eccedere con l’aggiunta di sale nei cibi durante la cottura o il condimento. • Età adulta Stili e ritmi di vita frenetici. • Periodo pre- e peri-menopausale Disattenzione alla propria salute, specialmente agli interventi di prevenzione e ai relativi controlli, esami di routine. • Età dopo la menopausa Maggiore esposizione alle malattie cardiovascolari, neurodegenerative, osteoarticolari, al diabete etc. Squilibri alimentari e conseguenti carenze di vitamine, calcio e proteine. Atteggiamento passivo nei confronti della vita, della salute e della prevenzione. La donna inoltre svolge un ruolo attivo di fondamentale importanza nella protezione della salute della famiglia: dall’interno della famiglia la donna trasferisce ai bambini un adeguato e corretto modello alimentare e di stile di vita e, di contro, si prende cura dei familiari anziani, soddisfando per quanto è possibile le loro esigenze e aiutandoli ad evitare l’isolamento nei confronti dell’esterno. La donna poi si interessa della salute del proprio coniuge, spesso trascurando la propria salute. 9 Uomo L’uomo tra i 40 e 60 anni è il bersaglio principale delle malattie cardiocerebrovascolari. È dunque importante che adotti un corretto stile di vita per ridurre i fattori di rischio. In Italia quasi 9.500.000 uomini sono ipertesi, più di 6.000.000 hanno un valore di colesterolemia totale ≥ 240 mg/dl, oltre 9.500.000 non svolgono un’attività fisica nel loro tempo libero e più di 8.500.000 fumano in media 17 sigarette al giorno. È drammatico rilevare come larga parte degli uomini con ipertensione e/o con ipercolesterolemia non sanno di essere a rischio sia perchè non conoscono i propri numeri, sia perchè non danno peso a tali fattori di rischio. Se in terapia, alcuni, e non sono pochi, non la mantengono e non seguono le indicazioni mediche. L’applicazione recente della normativa antifumo ha certamente sensibilizzato molti padri (e molte madri) di famiglia a non fumare più in casa o negli uffici. Ma molti, moltissimi continuano a non valutare il danno da fumo sulle proprie arterie e sui propri polmoni. È noto che l’alcolismo maschile è differente per tipologia dell’alcolismo femminile, ma ambedue non sono presi sempre in seria considerazione. Vi è poi una crescita, impressionante nei giovani adulti (più uomini che donne) di uso di droghe pesanti. “Uomo! Hai lavorato tanto per arrivarci, sei al culmine della carriera, hai tanti altri traguardi da raggiungere...non buttare via tutto per una falsa sicurezza e uno stile di vita superficiale”. Per una famiglia e una societa’ sana Ricordarsi di pensare alla propria salute se si vuole prendersi cura in modo efficiente della salute della propria famiglia. 10 • Una nutrizione corretta della donna durante l’età fertile e la gravidanza è fondamentale per la costruzione della salute del bambino. • I genitori hanno la possibilità di determinare le abitudini alimentari e lo stile di vita dei figli nella direzione più giusta. • Attraverso l’informazione e il dialogo, i genitori possono comprendere le ragioni che portano al fenomeno dell’obesità infantile, così da poter intervenire in modo appropriato per controllare, arginare e curare questo fenomeno. • Un bambino sano oggi sarà probabilmente un adulto sano domani in grado di trasmettere un corretto comportamento alimentare e buone abitudini di vita alle generazioni future. • L’invecchiamento non è un processo programmato, la famiglia, la società e naturalmente l’anziano determinano il tipo di invecchiamento: con successo oppure anonimo. Pensando alle condizioni e allo stato di salute di una persona dobbiamo ricordarci che l’aspetto genetico conta solo per il 30% mentre l’ambiente e le condizioni in cui viviamo, insieme al nostro stile di vita contano per il 70%. Il nostro comportamento è dettato dalla consapevolezza maggiore o minore che si ha sul fatto che le condizioni in cui noi (inteso come famiglia e società) viviamo, e gli stimoli esterni che ogni giorno riceviamo, contribuiscono a favorire o a ostacolare il nostro stato di salute. Non è sempre facile accettare l’importanza di adottare una dieta e uno stile di vita sani ed equilibrati, evitando per esempio il fumo di sigaretta, gli alcolici e svolgendo sempre un’attività fisica regolare. Infatti, tutto questo risulta essere più complicato, quanto meno aiuto si riceve da parte della famiglia e della comunità. Ad esempio non fumare per un ragazzo giovane è fondamentale, ma come è possibile se come esempio ha i genitori e/o nonni che fumano in casa? Allo stesso modo può risultare difficile anche mantenere una dieta equilibrata quando spesso le pubblicità televisive ci inducono a fare altro (e a comportarci in modo “non corretto”). La famiglia ha uno scopo fondamentale: creare un dialogo costante e duraturo tra i suoi componenti, che necessariamente hanno età e di conseguenza esigenze diverse, sull’informazione e sull’educazione nei confronti di uno stile di vita corretto. 11 La attenta valutazione del fenomeno di riduzione di mortalità (attenzione: non di morbilità e disabilità) che si comincia a scorgere nella evoluzione delle malattie cardiocerebrovascolari, è un segno sicuro che è possibile incidere su dette malattie, e di conseguenza ridurre il carico economico sulla società. Sicuramente i medici stanno facendo grandi passi avanti nel migliorare le conoscenze e nell’attrezzare in modo adeguato l’offerta sanitaria. Quindi la scienza medica risponde bene ai grandi investimenti in ricerca e in adeguamento clinico fatti negli ultimi anni. Il secondo attore atteso in questa riduzione è il singolo individuo che deve capire che prendendosi la propria responsabilità nell’essere informato ed educato alla prevenzione può difendere la propria salute e incidere, anche fortemente, sulla spesa della società. Il terzo attore in questa riduzione è rappresentato dalle Istituzioni, che hanno sicuramente molto investito nei tempi recenti per la ricerca e per l’adeguamento strutturale della diagnostica e del trattamento clinico negli ospedali e sul territorio. • Responsabilità individuale per chiedere di essere informato ed educato alla difesa della propria salute. • Una donna sana aiutata dalla famiglia, dalla società e dalle Istituzioni per mantenersi in salute. • La salute nella famiglia come cellula sana di un organismo sano, guidata da una donna consapevole e in salute. • La società a difesa della salute del propri cittadini e con intelligente attenzione ad efficaci meccanismi di riduzione dei costi sanitari. • Le Istituzioni con un supporto adeguato degli operatori sanitari e con appropriati interventi di prevenzione sul territorio e sull’individuo. • I medici naturalmente, perché il loro lavoro sia facilitato dalla risposta continua delle Istituzioni e, soprattutto, dalla partecipazione in prima persona del singolo ai programmi di prevenzione. Identificare in tempo i fattori di rischio individuali che conducono alle malattie cardiovascolari, agire efficacemente su detti fattori con la prevenzione, trattare in tempo dette malattie quando si manifestano, hanno dimostrato e dimostrano che è possibile ridurre la loro mortalità e comparsa. È necessario che tutti agiscano subito e in modo efficace per consolidare detta possibile evoluzione, altrimenti, in pochi anni, anche i molti investimenti fatti in strutture e organizzazioni sanitarie saranno travolti e resi inutili dalla richiesta di un numero sempre più vasto di individui sofferenti o disabili per malattie cardiocerebrovascolari. 12 Se è possibile ridurre la mortalità per le malattie cardiovascolari e se è dimostrato che più del 40% di detta riduzione è dovuta agendo sui fattori di rischio modificabili, c’è da aspettasi che il risultato possa essere migliorato se le Istituzioni locali e centrali (comune, provincia, regione, governo centrale) investiranno in modo adeguato sulla prevenzione: prevenire vuol dire, infatti, mantenere l’individuo in salute e salute vuol dire una buona qualità di vita, e un impatto economico inferiore della sanità sulla società. Le Istituzioni possono intervenire e devono essere di aiuto e di supporto alla società e alla famiglia anche aiutandole ad avere le informazioni corrette e i mezzi per metterle in pratica: è importante che nelle scuole si insegni una corretta alimentazione e un corretto stile di vita. Non si deve vanificare lo sforzo fatto dalla famiglia e dalla scuola di dare degli indirizzi di stile di vita ai giovani. Come le Istituzioni possono investire? Attuando interventi efficaci come per esempio una riduzione sostanziale dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico motoristico, costruendo un’adeguata rete di piste ciclabili e “percorsi vita” al fine di favorire una regolare attività fisica, intensificando i controlli sul rispetto della normativa antifumo, e quelli riguardanti le informazioni sulla alimentazione che sono promosse dai media e sulle etichette dei prodotti alimentari. Inserire, infine, nei piani di studio fin dalle elementari nozioni ed attività che stimolino la responsabilità personale verso il proprio benessere. Sarebbe opportuno che tutti noi ci impegnassimo e sforzassimo lavorando insieme per ottenere questi risultati. 13 Comitato d’Onore Antonio Ambrosini Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia Gianbenedetto Melis Società Italiana per la Menopausa Roberto Antonicelli Istituto Nazionale di Ricovero e Cura per Anziani Ancona Milena Mincigrucci Società Italiana di Ginecologia della Terza Età Gregorio Arena Tribunale per i Diritti del Malato Cittadinanzattiva Giorgio Minoli Associazione Italiana di Gastroenterologi e Endoscopisti Ospedalieri Roberto Bernabei Società Italiana di Gerontologia e Geriatria Vincenzo Montonati Sindaco del comune di Bubbiano (MI) Amedeo Bianco Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri Salvatore Novo Cattedra di Malattie Cardiovascolari Dipartimento di Medicina Interna e Malattie Cardiovascolari - Università degli Studi di Palermo Virginio Bosisio Società Nazionale di Aggiornamento per il Medico di Medicina Generale Emilio Bossi Sindaco del comune di Calvignasco (MI) Luciano Bresciani Assessore alla Sanità Regione Lombardia Ornella Cappelli Associazione Italiana Donne Medico Alessandro Cicognani Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia Pediatrica Pierluigi Pasi Sindaco del comune di Rosate (MI) Salvatore Pirelli Heart Care Foundation Carlo Maria Rotella Società Italiana dell’Obesità Claudio Cricelli Società Italiana Medicina Generale Maria Luisa Sacchetti Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale Riccardo Dalle Grave Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso Giovanni Spinella Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore Giuseppe Di Mauro Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale Pasquale Spinelli Federazione delle Società Medico-Scientifiche Italiane Giuseppe Licata Società Italiana di Medicina Interna Mario Stella Federazione Italiana Medici di Famiglia Mario Manfredi Società Italiana di Neurologia Elena Tremoli Dipartimento di Scienze Farmacologiche Università di Milano - Centro Cardiologico Monzino Giovanni Mathieu Federazione delle Associazioni dei Dirigenti Ospedalieri Internisti 14 Francesco Pallone Società Italiana di Gastroenterologia Franco Rusticali Fondazione Cardiologica Myriam Zito Sacco Enio Martino Società Italiana di Endocrinologia Giornata Mondiale per il Cuore Roberto Ostuzzi Associazione Nazionale Specialisti in Scienza dell’ Alimentazione Franco Contaldo Federazione delle Società Italiane di Nutrizione Elmo Mannarino Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi Domenica 30 settembre 2007 Michele Tumiati AO Ospedale Treviglio - Caravaggio Umberto Valentini Associazione Medici Diabetologi Riccardo Vigneri Società Italiana di Diabetologia Ministero della Salute – Ministero delle Politiche per la Famiglia Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Ministero dell’Università e della Ricerca Ministero della Pubblica Istruzione Croce Rossa Italiana Associazione Nazionale Carabinieri Associazione Nazionale Comuni Italiani Comitato Olimpico Nazionale Italiano Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA) Federazione Italiana Giuoco Calcio Lega Nazionale Professionisti Calcio Lega Pallavolo Serie A Federazione Italiana Nuoto Federazione Italiana Tennis Questa iniziativa educazionale è stata realizzata grazie al contributo di Unilever-Pro.activ Fondazione Pfizer Olio Cuore AstraZeneca Laboratori Guidotti Per ulteriori informazioni contattare la Segreteria Organizzativa e di Coordinamento: Fondazione italiana per il cuor e Via Appiani, 7 - 20121 Milano Tel. 02/29005297 sFax 02/29063567 email: [email protected] www.fondazionecuore.it Illustrazioni a cura di Lorenzo Sabbatini Fondazione Giovanni Lorenzini