DA OGGI, PER IL CUORE DELLA TUA FAMIGLIA
CAMBIA PROGRAMMA: MENO DIVANO E PIU VITA.
I
Domenica 30 settembre 2007
Giornata Mondiale per il Cuore
Con il patrocinio di
Ministero della Salute – Ministero delle Politiche per la Famiglia
Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Ministero dell’Università e della Ricerca - Ministero della Pubblica Istruzione
Croce Rossa Italiana
Associazione Nazionale Carabinieri - Associazione Nazionale Comuni Italiani
Comitato Olimpico Nazionale Italiano - Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA)
Federazione Italiana Giuoco Calcio - Lega Nazionale Professionisti Calcio - Lega Pallavolo Serie A
Federazione Italiana Nuoto - Federazione Italiana Tennis
E’ un’iniziativa promossa e realizzata da
Comitato di Presidenza
Luigi Colombo
Cardiologo dello Sport
Lega Nazionale Professionisti Calcio
Giuseppe Di Pasquale
Federazione Italiana di Cardiologia
Rodolfo Paoletti
Fondazione italiana per il cuore
Fondazione Giovanni Lorenzini
Andrea Peracino
Fondazione italiana per il cuore
Fondazione Giovanni Lorenzini
Giovanni Spinella
Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore
Con il patrocinio delle seguenti Regioni
Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia,
Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sicilia, Toscana, Umbria, Valle D’Aosta, Veneto.
I testi sono stati elaborati da
Fondazione italiana per il cuore
Le malattie cardiocerebrovascolari (infarto, ictus per esempio) sono la causa più frequente dei
decessi nei Paesi dell’Unione Europea: 1,9 milioni di morti l’anno. In Italia la malattia cardiovascolare è responsabile del 42% dei decessi.
Tabella 1: Principali cause di morte nella donna e nell’uomo in Italia.
Annuario statistico italiano 2006 – ISTAT.
Cause di morte nel 2002
Malattie del sistema circolatorio
Tumori
Malattie dell’apparato respiratorio
Malattie dell’apparato digerente
Disturbi psichici e malattie del sistema nervoso
Malattie infettive e parassitarie
Uomini
105.726
93.398
20.617
12.485
9.552
2.145
Donne
131.472
69.672
15.324
12.234
14.765
2.147
Il dato sul numero di decessi per malattie del sistema circolatorio merita una riflessione: fino
alla quinta decade di vita è l’uomo ad essere più colpito da tali malattie, dopo la menopausa
questo triste primato passa alla donna.
Negli ultimi anni si assiste anche in Italia a una diminuzione della mortalità (non però della
morbilità e della disabilità) per queste malattie. Tale riduzione si deve senza dubbio sia ai
progressi compiuti dalla scienza medica che all’intervento preventivo sui fattori di rischio modificabili. Sul fronte scientifico, l’innovazione realizzata in medicina ha portato al singolo malato
i grandi risultati della ricerca di base e clinica, lo sviluppo di un approccio cardiologico innovativo (trombolisi, angioplastica, by pass) e, soprattutto, l’attivazione delle Unità di Cura Intensiva
in Cardiologia. Sul fronte della prevenzione, giocano un ruolo importante l’introduzione di
nuovi farmaci per il controllo del colesterolo e della pressione arteriosa e un approccio esteso
ed efficace alla diagnosi e alla cura del diabete. Su quest’ultimo versante, altrettanto fondamentali sono la cessazione del fumo e l’azione sugli stili di vita, tramite un’alimentazione
corretta e un esercizio fisico personalizzato.
Va sottolineato che con uno stile di vita corretto si possono quasi
dimezzare le morti per malattia cardiovascolare. Accanto alla società
che predispone e mette a disposizione i ritrovati della scienza, e
l’innovazione della medicina importante, essenziale e insostituibile è
il ruolo del singolo individuo. Una diminuzione significativa e consolidata
della mortalità dovuta a queste malattie si può ottenere, quando
il singolo individuo, si riconosce e agisce come l’attore principale
nella prevenzione.
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È stato evidenziato infatti, negli Stati Uniti, come, adottando un corretto stile di vita (cioè
riduzione del fumo, regolare attività fisica, scelta di una sana e corretta alimentazione), si
può ridurre del 44% la mortalità dovuta alla malattia cardiovascolare. L’obesità e il sovrappeso giocano un ruolo di controtendenza peggiorativa per quanto riguarda le malattie
cardiovascolari.
Ma quali sono i fattori di rischio delle malattie cardiocerebrovascolari sui quali l’individuo
può agire e quali invece non possono essere modificati?
Tabella 2: Fattori di rischio delle malattie cardiocerebrovascolari
Modificabili
Fumo di sigaretta
Aumento di colesterolo nel sangue
Ipertensione arteriosa
Diabete
Obesità e sovrappeso
Alimentazione errata
Consumo eccessivo di alcool
Riduzione di esercizio fisico
Stress
Non modificabili
Genere
Età
Familiarità
A questi si sta aggiungendo l’inquinamento atmosferico.
Prevenire le malattie cardiovascolari non solo comporta una diminuzione significativa della
mortalità, ma anche un maggiore controllo dei loro costi; i costi diretti e indiretti per
l’Unione Europea superano i 169 miliardi di ` l’anno, negli Stati Uniti 142,5 miliardi di dollari e in Italia i costi sono pari a 16,8 miliardi di `. Accanto alle Istituzioni il singolo individuo
ha una responsabilità anche nella formazione e quindi nella riduzione della spesa sanitaria,
con adeguato impegno alla prevenzione.
La Giornata Mondiale per il Cuore del 2007 pone l’accento sul tema della Salute nella Famiglia e nella Società. Di conseguenza vuole evidenziare quanto sia importante il ruolo educativo che la famiglia svolge nella tutela della salute all’interno della comunità e della società.
Pressione arteriosa: il 33% degli uomini e il 31% delle donne sono ipertesi
• Ipercolesterolemia: il 21% degli uomini e il 25% delle donne hanno un valore
di colesterolo totale ≥ 240 mg/dl
• Sedentarietà: il 34% degli uomini e il 46% delle donne non svolgono attività
fisica durante il tempo libero
• Fumo: il 30% degli uomini fuma in media 17 sigarette al giorno, il 21%
delle donne ne fuma in media 13.
•
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5
Bambini
La salute dell’adulto dipende in buona parte da quanto succede durante l’infanzia e prima
ancora nella gravidanza. Lo sviluppo corretto del feto dipende da un adeguato apporto delle
sostanze nutritive ricevute dalla madre e ancora da come la madre affronta lo stile di vita nella
gravidanza. Durante le prime fasi della vita del bambino, abitudini e stili di vita oltre ad
un’alimentazione più o meno corretta, possono influenzare il metabolismo, la salute e il futuro
di un individuo.
Sovrappeso nei bambini
• Un terzo dei bambini italiani è sovrappeso.
• L’obesità in età infantile aumenta la probabilità di essere obesi da adulto.
• L’obesità dei genitori aumenta il rischio di sovrappeso e obesità del bambino.
Suggerimenti per l’esercizio fisico per i bambini
• Dedicarsi per almeno un’ora al giorno all’attività fisica e al movimento
(meglio all’aria aperta) genitori e figli insieme.
• Scegliere quando possibile di muoversi a piedi, eliminando (almeno per percorsi
brevi l’uso dell’automobile), preferire (sempre se le condizioni fisiche lo permettono)
le scale all’ascensore.
Anziano
Uno stile di vita sano e l’abitudine a svolgere regolare attività fisica sono
insostituibili nel bambino, se si vogliono prevenire sovrappeso e obesità: infatti,
un bambino in sovrappeso ha grandi probabilità di diventare un adulto obeso e
di incorrere in malattie cardiovascolari o in complicanze tardive dell’obesità
come ad esempio diabete, problemi ortopedici e respiratori.
Sarebbe opportuno evitare, se possibile, che la progressiva perdita di
autosufficienza dell’anziano acceleri l’allontanamento dell’individuo
dalla famiglia e più ancora dalla società in cui ha costruito la propria vita.
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Quando si parla di salute dell’anziano si intende non assenza di malattia, ma autosufficienza.
L’invecchiamento biologico comporta una perdita di strutture e funzioni dell’organismo per cui
si parla di individuo fragile. Gli anziani spesso sono affetti da più patologie che interessano
apparati diversi (esempio ipertensione arteriosa, artrosi polidistrettuale) e che necessitano di
farmaci differenti, con il rischio sicuramente maggiore di sviluppare effetti collaterali;
nell’anziano infatti, si parla di pluripatologia e di polifarmacologia.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità i fattori che condizionano lo stato di salute
dell’anziano sono tre: la condizione fisica, l’attività (il rapporto persona-ambiente) e la
partecipazione (il rapporto persona-persona).
La valutazione globale dell’anziano è la modalità di approccio più corretta, l’anziano deve essere
valutato sotto tutti i punti di vista e non solo sotto l’aspetto medico: una visione ristretta e
poco attenta alla personalità dell’individuo, alle sue abitudini, aspirazioni e condizioni sociali
rischia di non essere sufficientemente appropriata per la salvaguardia della salute.
Fra le cause principali di decadimento dell’anziano vanno segnalate la morte del coniuge,
l’allontanamento dei figli, l’isolamento, la malattia, le difficoltà economiche. Anche in questi
casi notiamo come il contesto familiare sia importante per la salute dell’anziano e costituisca
un riferimento fondamentale; solo dopo viene la presenza di malattia. L’invecchiamento non è
un processo programmato, noi non invecchiamo tutti nello stesso modo; alcuni hanno un
invecchiamento “di successo”, altri invece hanno un invecchiamento “anonimo”.
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La famiglia e l’ambiente concorrono in modo significativo a determinare un invecchiamento
con successo o un invecchiamento anonimo. Un ultimo concetto da sottolineare è l’effetto
“raccolta”: durante l’invecchiamento si raccoglie ciò che si è seminato in passato, durante
l’infanzia e durante il periodo della vita adulta. Il filo conduttore di questo processo è la
famiglia e di conseguenza la società dove si svolge questo lungo percorso che è la vita.
Donna
Infarto e ictus uccidono in Italia più di 131.000 donne l’anno e circa altrettante donne sono
colpite da infarto miocardico o da ictus non fatali, ma spesso invalidanti. I fattori di rischio
delle malattie cardiovascolari si concentrano specialmente nel periodo successivo alla menopausa. In questa fase la riduzione della protezione degli ormoni femminili espone maggiormente la donna all’azione della dislipidemia, del sovrappeso/obesità, del fumo, della vita sedentaria
e di una cattiva alimentazione. È inoltre provata una maggiore mortalità nelle donne colpite
da infarto. Il differente comportamento della donna nei confronti della comparsa, evoluzione
e trattamento della malattia coronarica può essere spiegato dalle variazioni vascolari dovute
all’influenza ormonale e dalle differenze nella struttura vascolare: le donne hanno arterie di
diametro minore.
Problemi per la salute della donna
È necessario che la società dia nuova attenzione alle malattie invalidanti della
donna soprattutto dopo la menopausa.
È necessario che la donna sia adeguatamente sensibilizzata a proteggere
la propria salute allontanandosi in tempo da quei fattori di rischio che solo
apparentemente non la colpiscono, ma che fin dalla età giovane possono
programmare l’evoluzione peggiorativa della salute dopo la menopausa
(fumo, ipercolesterolemia, ipertensione, diabete, obesità, sovrappeso etc).
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•
Scegliere con cura e fare molta attenzione all’utilizzo dei grassi alimentari nella
cottura e nel condimento dei cibi, preferendo gli oli vegetali come quello extravergine di oliva, insieme agli oli di semi come il mais, la soia, il girasole.
•
Moderare il consumo di carne (non più di 3-5 volte la settimana), salumi, uova
e privilegiare il consumo di pesce (almeno 2-3 volte la settimana).
•
Consumare latte, yogurt e latticini in generale (importanti per l’apporto di Calcio).
•
Aumentare il consumo di frutta, verdura e legumi.
•
Non eccedere con l’aggiunta di sale nei cibi durante la cottura o il condimento.
• Età adulta
Stili e ritmi di vita frenetici.
• Periodo pre- e peri-menopausale
Disattenzione alla propria salute, specialmente agli interventi di prevenzione e ai relativi
controlli, esami di routine.
• Età dopo la menopausa
Maggiore esposizione alle malattie cardiovascolari, neurodegenerative, osteoarticolari,
al diabete etc. Squilibri alimentari e conseguenti carenze di vitamine, calcio e proteine.
Atteggiamento passivo nei confronti della vita, della salute e della prevenzione.
La donna inoltre svolge un ruolo attivo di fondamentale importanza nella protezione della
salute della famiglia: dall’interno della famiglia la donna trasferisce ai bambini un adeguato e
corretto modello alimentare e di stile di vita e, di contro, si prende cura dei familiari anziani,
soddisfando per quanto è possibile le loro esigenze e aiutandoli ad evitare l’isolamento nei
confronti dell’esterno. La donna poi si interessa della salute del proprio coniuge, spesso trascurando la propria salute.
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Uomo
L’uomo tra i 40 e 60 anni è il bersaglio principale delle malattie cardiocerebrovascolari. È
dunque importante che adotti un corretto stile di vita per ridurre i fattori di rischio. In Italia
quasi 9.500.000 uomini sono ipertesi, più di 6.000.000 hanno un valore di colesterolemia totale
≥ 240 mg/dl, oltre 9.500.000 non svolgono un’attività fisica nel loro tempo libero e più di
8.500.000 fumano in media 17 sigarette al giorno.
È drammatico rilevare come larga parte degli uomini con ipertensione e/o con ipercolesterolemia non sanno di essere a rischio sia perchè non conoscono i propri numeri, sia perchè non
danno peso a tali fattori di rischio. Se in terapia, alcuni, e non sono pochi, non la mantengono
e non seguono le indicazioni mediche.
L’applicazione recente della normativa antifumo ha certamente sensibilizzato molti padri (e
molte madri) di famiglia a non fumare più in casa o negli uffici. Ma molti, moltissimi continuano a non valutare il danno da fumo sulle proprie arterie e sui propri polmoni. È noto che
l’alcolismo maschile è differente per tipologia dell’alcolismo femminile, ma ambedue non sono
presi sempre in seria considerazione. Vi è poi una crescita, impressionante nei giovani adulti (più
uomini che donne) di uso di droghe pesanti.
“Uomo! Hai lavorato tanto per arrivarci, sei al culmine della carriera, hai tanti altri traguardi da
raggiungere...non buttare via tutto per una falsa sicurezza e uno stile di vita superficiale”.
Per una famiglia e una societa’ sana
Ricordarsi di pensare alla propria salute se si vuole prendersi cura in modo
efficiente della salute della propria famiglia.
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•
Una nutrizione corretta della donna durante l’età fertile e la gravidanza è
fondamentale per la costruzione della salute del bambino.
•
I genitori hanno la possibilità di determinare le abitudini alimentari e lo stile
di vita dei figli nella direzione più giusta.
•
Attraverso l’informazione e il dialogo, i genitori possono comprendere le ragioni
che portano al fenomeno dell’obesità infantile, così da poter intervenire in modo
appropriato per controllare, arginare e curare questo fenomeno.
•
Un bambino sano oggi sarà probabilmente un adulto sano domani in grado
di trasmettere un corretto comportamento alimentare e buone abitudini
di vita alle generazioni future.
•
L’invecchiamento non è un processo programmato, la famiglia, la società e
naturalmente l’anziano determinano il tipo di invecchiamento: con successo
oppure anonimo.
Pensando alle condizioni e allo stato di salute di una persona dobbiamo ricordarci che l’aspetto
genetico conta solo per il 30% mentre l’ambiente e le condizioni in cui viviamo, insieme al
nostro stile di vita contano per il 70%. Il nostro comportamento è dettato dalla consapevolezza
maggiore o minore che si ha sul fatto che le condizioni in cui noi (inteso come famiglia e società) viviamo, e gli stimoli esterni che ogni giorno riceviamo, contribuiscono a favorire o a
ostacolare il nostro stato di salute. Non è sempre facile accettare l’importanza di adottare una
dieta e uno stile di vita sani ed equilibrati, evitando per esempio il fumo di sigaretta, gli alcolici
e svolgendo sempre un’attività fisica regolare. Infatti, tutto questo risulta essere più complicato, quanto meno aiuto si riceve da parte della famiglia e della comunità. Ad esempio non
fumare per un ragazzo giovane è fondamentale, ma come è possibile se come esempio ha i
genitori e/o nonni che fumano in casa?
Allo stesso modo può risultare difficile anche mantenere una dieta equilibrata quando spesso le
pubblicità televisive ci inducono a fare altro (e a comportarci in modo “non corretto”). La
famiglia ha uno scopo fondamentale: creare un dialogo costante e duraturo tra i suoi componenti, che necessariamente hanno età e di conseguenza esigenze diverse, sull’informazione e
sull’educazione nei confronti di uno stile di vita corretto.
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La attenta valutazione del fenomeno di riduzione di mortalità (attenzione: non di morbilità e
disabilità) che si comincia a scorgere nella evoluzione delle malattie cardiocerebrovascolari, è
un segno sicuro che è possibile incidere su dette malattie, e di conseguenza ridurre il carico
economico sulla società. Sicuramente i medici stanno facendo grandi passi avanti nel migliorare
le conoscenze e nell’attrezzare in modo adeguato l’offerta sanitaria. Quindi la scienza medica
risponde bene ai grandi investimenti in ricerca e in adeguamento clinico fatti negli ultimi anni.
Il secondo attore atteso in questa riduzione è il singolo individuo che deve capire che prendendosi la propria responsabilità nell’essere informato ed educato alla prevenzione può difendere
la propria salute e incidere, anche fortemente, sulla spesa della società. Il terzo attore in questa
riduzione è rappresentato dalle Istituzioni, che hanno sicuramente molto investito nei tempi
recenti per la ricerca e per l’adeguamento strutturale della diagnostica e del trattamento clinico
negli ospedali e sul territorio.
•
Responsabilità individuale per chiedere di essere informato ed educato alla
difesa della propria salute.
•
Una donna sana aiutata dalla famiglia, dalla società e dalle Istituzioni per
mantenersi in salute.
•
La salute nella famiglia come cellula sana di un organismo sano, guidata
da una donna consapevole e in salute.
•
La società a difesa della salute del propri cittadini e con intelligente attenzione
ad efficaci meccanismi di riduzione dei costi sanitari.
•
Le Istituzioni con un supporto adeguato degli operatori sanitari e con
appropriati interventi di prevenzione sul territorio e sull’individuo.
•
I medici naturalmente, perché il loro lavoro sia facilitato dalla risposta continua
delle Istituzioni e, soprattutto, dalla partecipazione in prima persona del singolo
ai programmi di prevenzione.
Identificare in tempo i fattori di rischio individuali che conducono alle malattie
cardiovascolari, agire efficacemente su detti fattori con la prevenzione, trattare
in tempo dette malattie quando si manifestano, hanno dimostrato e dimostrano
che è possibile ridurre la loro mortalità e comparsa.
È necessario che tutti agiscano subito e in modo efficace per consolidare detta
possibile evoluzione, altrimenti, in pochi anni, anche i molti investimenti fatti
in strutture e organizzazioni sanitarie saranno travolti e resi inutili dalla
richiesta di un numero sempre più vasto di individui sofferenti o disabili per
malattie cardiocerebrovascolari.
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Se è possibile ridurre la mortalità per le malattie cardiovascolari e se è dimostrato che più del
40% di detta riduzione è dovuta agendo sui fattori di rischio modificabili, c’è da aspettasi che
il risultato possa essere migliorato se le Istituzioni locali e centrali (comune, provincia, regione,
governo centrale) investiranno in modo adeguato sulla prevenzione: prevenire vuol dire, infatti, mantenere l’individuo in salute e salute vuol dire una buona qualità di vita, e un impatto
economico inferiore della sanità sulla società.
Le Istituzioni possono intervenire e devono essere di aiuto e di supporto alla società e alla
famiglia anche aiutandole ad avere le informazioni corrette e i mezzi per metterle in pratica: è
importante che nelle scuole si insegni una corretta alimentazione e un corretto stile di vita. Non
si deve vanificare lo sforzo fatto dalla famiglia e dalla scuola di dare degli indirizzi di stile di vita
ai giovani.
Come le Istituzioni possono investire? Attuando interventi efficaci come per esempio una
riduzione sostanziale dell’inquinamento atmosferico dovuto al traffico motoristico, costruendo
un’adeguata rete di piste ciclabili e “percorsi vita” al fine di favorire una regolare attività fisica,
intensificando i controlli sul rispetto della normativa antifumo, e quelli riguardanti le informazioni sulla alimentazione che sono promosse dai media e sulle etichette dei prodotti alimentari.
Inserire, infine, nei piani di studio fin dalle elementari nozioni ed attività che stimolino la
responsabilità personale verso il proprio benessere.
Sarebbe opportuno che tutti noi ci impegnassimo e sforzassimo lavorando insieme per ottenere
questi risultati.
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Comitato d’Onore
Antonio Ambrosini
Società Italiana di Ginecologia e Ostetricia
Gianbenedetto Melis
Società Italiana per la Menopausa
Roberto Antonicelli
Istituto Nazionale di Ricovero e Cura per Anziani
Ancona
Milena Mincigrucci
Società Italiana di Ginecologia della Terza Età
Gregorio Arena
Tribunale per i Diritti del Malato Cittadinanzattiva
Giorgio Minoli
Associazione Italiana di Gastroenterologi e
Endoscopisti Ospedalieri
Roberto Bernabei
Società Italiana di Gerontologia e Geriatria
Vincenzo Montonati
Sindaco del comune di Bubbiano (MI)
Amedeo Bianco
Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici
Chirurghi e degli Odontoiatri
Salvatore Novo
Cattedra di Malattie Cardiovascolari
Dipartimento di Medicina Interna e Malattie
Cardiovascolari - Università degli Studi di Palermo
Virginio Bosisio
Società Nazionale di Aggiornamento
per il Medico di Medicina Generale
Emilio Bossi
Sindaco del comune di Calvignasco (MI)
Luciano Bresciani
Assessore alla Sanità Regione Lombardia
Ornella Cappelli
Associazione Italiana Donne Medico
Alessandro Cicognani
Società Italiana di Endocrinologia e Diabetologia
Pediatrica
Pierluigi Pasi
Sindaco del comune di Rosate (MI)
Salvatore Pirelli
Heart Care Foundation
Carlo Maria Rotella
Società Italiana dell’Obesità
Claudio Cricelli
Società Italiana Medicina Generale
Maria Luisa Sacchetti
Associazione per la Lotta all’Ictus Cerebrale
Riccardo Dalle Grave
Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione
e del Peso
Giovanni Spinella
Coordinamento Nazionale Associazioni del Cuore
Giuseppe Di Mauro
Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale
Pasquale Spinelli
Federazione delle Società Medico-Scientifiche
Italiane
Giuseppe Licata
Società Italiana di Medicina Interna
Mario Stella
Federazione Italiana Medici di Famiglia
Mario Manfredi
Società Italiana di Neurologia
Elena Tremoli
Dipartimento di Scienze Farmacologiche
Università di Milano - Centro Cardiologico Monzino
Giovanni Mathieu
Federazione delle Associazioni dei Dirigenti
Ospedalieri Internisti
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Francesco Pallone
Società Italiana di Gastroenterologia
Franco Rusticali
Fondazione Cardiologica Myriam Zito Sacco
Enio Martino
Società Italiana di Endocrinologia
Giornata Mondiale per il Cuore
Roberto Ostuzzi
Associazione Nazionale Specialisti in Scienza
dell’ Alimentazione
Franco Contaldo
Federazione delle Società Italiane di Nutrizione
Elmo Mannarino
Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi
Domenica 30 settembre 2007
Michele Tumiati
AO Ospedale Treviglio - Caravaggio
Umberto Valentini
Associazione Medici Diabetologi
Riccardo Vigneri
Società Italiana di Diabetologia
Ministero della Salute – Ministero delle Politiche per la Famiglia
Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali
Ministero dell’Università e della Ricerca
Ministero della Pubblica Istruzione
Croce Rossa Italiana
Associazione Nazionale Carabinieri
Associazione Nazionale Comuni Italiani
Comitato Olimpico Nazionale Italiano
Unione delle Federazioni Calcistiche Europee (UEFA)
Federazione Italiana Giuoco Calcio
Lega Nazionale Professionisti Calcio
Lega Pallavolo Serie A
Federazione Italiana Nuoto
Federazione Italiana Tennis
Questa iniziativa educazionale
è stata realizzata grazie al contributo di
Unilever-Pro.activ
Fondazione Pfizer
Olio Cuore
AstraZeneca
Laboratori Guidotti
Per ulteriori informazioni contattare la
Segreteria Organizzativa e di Coordinamento:
Fondazione italiana per il cuor e
Via Appiani, 7 - 20121 Milano
Tel. 02/29005297 sFax 02/29063567
email: [email protected]
www.fondazionecuore.it
Illustrazioni a cura di Lorenzo Sabbatini
Fondazione Giovanni Lorenzini
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