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SALUTE PSICHICA L’equilibrio Psicosomatico:
pag. 4
Cosa intendiamo quando diciamo che ci Sentiamo Bene?
Perché ci ammaliamo?
Emozioni, Autenticità, Salute
LO STRESS
pag. 8
ALIMENTAZIONE
pag. 18
LA PREVENZIONE Le Dodici Regole per la Vita
Raccomandazioni per la Prevenzione del Carcinoma
della Mammella
Raccomandazioni per la Prevenzione del Carcinoma
della Cervice Uterina
Raccomandazioni per la Prevenzione del Tumore
del Colon – Retto
Raccomandazioni per la Prevenzione del Melanoma
L’AMBIENTE DI LAVORO
pag. 22
pag. 50
SPIRITUALITÀ Spiritualità e Benessere:
pag. 53
E BENESSERE riflessioni su una dimensione musicale del vivere insieme
2
Questo libro è stato realizzato con l’ausilio di volontari C.I.A.O.,
gruppo Win e personale ESSO. Si ringraziano tutti coloro che
hanno voluto prestare il loro tempo con grande entusiasmo, per
portare avanti questo progetto.
Il Presidente dell’Associazione C.I.A.O.
Bombaci Giuseppe
3
Introduzione
il benessere è la
ricerca costante
dell’equilibrio
psico-fisico
Marcello
a cura del Dott. Marcello Iachello,
Responsabile Sanitario della Raffineria ESSO di Augusta.
L’importanza del benessere inteso come ottimale
equilibrio psico-fisico rappresenta una forma di
difesa dalle malattie. Partendo da questo concetto è
stato elaborato il presente opuscolo in collaborazione
con il personale dell’Associazione onlus CIAO, che
ha maturato competenze in tale settore oltre che in
quello della prevenzione dei tumori e supporto dei
pazienti oncologici. Altro tema affrontato è quello
della prevenzione dei tumori, poichè, come è noto,
rappresentano la seconda causa di morte nei paesi
industrializzati. L’iniziativa che ha dato vita a questo
progetto rientra nei programmi di promozione
della salute che la Raffineria Esso di Augusta è
impegnata da diversi anni a mettere in atto per il
proprio personale su base volontaria. In particolare
il presente opuscolo scaturisce dalla collaborazione
del gruppo delle WIN (Women’s Interest Networks) di
Augusta con il Wellness Committee della Raffineria.
Perchè questo libro
a cura della Dott. ssa PierAlba Chiarlone
La salute ed il benessere psicofisico non sono concetti
statici, ma presuppongono l’attivazione di processi
soggettivi per ripristinare l’equilibrio interno (psichico)
con quello esterno (ambientale). Questi elementi
applicati all’ambito lavorativo rientrano nel concetto
di benessere organizzativo inteso come il modo con
cui l’organizzazione nel suo insieme funziona, il
significato di appartenenza che le viene attribuito da
chi ci lavora, in che grado consente all’individuo e ai
gruppi di esercitare attivamente la loro responsabilità
per la propria salute.
4
PierAlba Chiarlone
Salute Psichica
L’equilibrio psicosomatico:
Cosa intendiamo quando diciamo che ci sentiamo bene?
Da dove nasce la sensazione di salute?
La percezione di noi come mente o come
corpo varia da momento a momento ed è
un processo che dipende dal nostro stato
di salute, dallo sviluppo, dall’esperienza, da
fattori di natura storica, culturale e sociale.
In alcuni casi, ad esempio quando avvertiamo
un disturbo somatico o quando facciamo
una corsa, siamo propensi a pensare a noi
come corpo. Altre volte siamo immersi
nei nostri pensieri, eccitati dalle nostre
emozioni, immersi nelle nostre fantasie e
ci percepiamo maggiormente come mente.
E’ sufficiente un’alterazione del nostro
benessere per spostare la rappresentazione
di noi stessi su una o l’altra di queste polarità.
Eppure queste dimensioni continuano ad
essere presenti in salute ed in malattia. Non
esiste un benessere fisico accompagnato da
malessere psichico, come non può esistere il
contrario. La vera salute nasce dall’equilibrio
tra la rappresentazione che abbiamo di noi
come corpo e quella di noi come mente, così
come dall’integrazione e regolazione dei
nostri stati mentali emozionali e cognitivi
nei confronti delle esperienze somatiche.
Queste differenti possibilità sono la nostra
ricchezza e ci permettono di raggiungere un
miglior adattamento tra le nostre esigenze
e l’ambiente esterno. In questo senso
tutte le malattie sono psicosomatiche, in
stare nei
dintorni
dell’equilbrio
PierAlba
mangiar sano,
in modo
equilibrato
ed in buona
compagnia
Giuseppe
quanto sono sia psichiche che somatiche,
ma coinvolgono anche le dimensioni sociali
relazionale e infine spirituale: quanto la
malattia influenza il nostro rendimento
professionale e quanto l’ambiente lavorativo
incide sul nostro benessere?
Le dualità fondamentali a cui siamo abituati
sono: mente - corpo, struttura-funzione, vita
-morte, salute-malattia, individuo-società,
diversità-uguaglianza… in realtà questi
termini non si oppongono ma piuttosto si
completano e ci rivelano aspetti diversi e
complementari delle esperienze umane:
il tutto è diverso dalla somma delle parti.
Perché ci ammaliamo?
Emozioni, autenticità, salute
Gli studi degli ultimi anni hanno dimostrato
che la plasticità del corpo, ed in particolare
del sistema nervoso centrale, è molto
maggiore di quello che si riteneva e che le
esperienze significative, nel corso di tutta la
vita, possono agire sull’espressione genetica
e sulla struttura somatica modificando le
loro caratteristiche. Ogni avvenimento, ma
soprattutto il modo in cui noi “leggiamo”
e reagiamo ad esso, sollecita una risposta
che è emotiva ma anche corporea; viceversa
ciò che avviene nel nostro corpo modifica la
Salute psichica
5
Salute psichica
6
nostra visione del mondo, i nostri pensieri
e comportamenti. Per questo non ha senso
parlare di mente e corpo come di due entità
distinte, ma nemmeno non tenere conto dei
fattori sociali, relazionali, ambientali: l’uomo è
un essere-nel-mondo, da cui viene modificato
ma che a sua volta modifica. Una teoria
formulata nella seconda metà degli anni ’80 da
Massimo Biondi, nota come modello di rischio
trifattoriale, ipotizza che nell’insorgenza delle
malattie possono intervenire tre principali
fattori che interagiscono tra loro in modo
complesso. Il primo è il fattore cellulare,
legato al rischio di mutazioni, che sfuggono al
normale controllo, dei geni soppressori e del
sistema immunitario. Si tratta di un rischio
connaturato all’esistenza stessa della cellula
come struttura biologica e per questo comune
a molte specie di esseri viventi. Il secondo
fattore è quello ambientale: nell’ultimo secolo
lo sviluppo industriale, l’inquinamento, il
consumismo esasperato, il cambiamento delle
abitudini alimentari, unitamente all’aumento
della vita media, hanno enormemente
aumentato l’esposizione ad agenti patogeni.
Il terzo fattore è quello psiconeurobiologico e
riguarda quegli aspetti di natura psicologica,
comportamentale e legati allo stress che
tramite la mediazione di meccanismi biologici
possono influenzare lo sviluppo e il decorso
della malattia.
Benessere è stare
bene con se stessi
e dare il giusto
valore alle cose
che veramente
contano nella vita:
salute , famiglia,
affetti !
Teresa Grillo
In questi ultimi anni, il grande sviluppo delle
tecniche diagnostiche e delle conoscenze
psico-neuro-endocrino–immunologiche ha
aperto nuove prospettive: in particolare sono
state individuate nel sistema immunitario le
cellule natural killer, preposte alla difesa del
nostro organismo, il cui numero ed attività può
essere ridotto da fattori psicosociali quali lo
stress.
Benessere in una
parola: equilibrio.
Equilibrio in continuo mutamento
fra bisogni e risorse della persona,
in riferimento
all’ambiente in cui
vive per una buona
qualità di vita.
Giusy
Salute psichica
7
8
PierAlba Chiarlone
Lo Stress
Il concetto di Salute
e Benessere
Cos’è lo stress? Nell’esperienza comune, lo
stress viene considerato come sinonimo di
fatica, fisica o psicologica. Una definizione
moderna indica lo stress umano e animale
come “uno stato di tensione dell’organismo”,
in cui vengono attivate difese per far fronte ad
una situazione di minaccia”(Trombini,1982).
Lo stress inoltre può essere definito acuto
quando si riferisce a stati di carattere
intenso e transitorio, oppure cronico nel
caso in cui sia protratto nel tempo. Si
distingue inoltre tra eustress, quando lo
stato di tensione è dovuto alla sollecitazioni
di stimoli appaganti (un progetto lavorativo
coinvolgente, l’organizzazione di un lieto
evento, l’inizio di una relazione affettiva) e
distress, generato da difficoltà e sofferenze.
In tutti questi casi, l’individuo attiva risposte
biologiche, comportamentali e psicologiche
che favoriscono l’adattamento alla nuova
situazione.
Dal punto di vista biologico gli eventi
stressanti provocano un aumento ematico
degli ormoni steroidi corticosurrenali.
Queste sostanze hanno una funzione adattiva
fondamentale per la vita ma una stimolazione
eccessiva ne provoca l’esaurimento, con
gravi conseguenze per l’intero organismo.
Quindi, quando la condizione di stress è
troppo intensa o prolungata, o nel caso in
cui l’individuo sia indebolito da precedenti
benessere è
per me il giusto
bilancio tra
famiglia, lavoro e
sport.
Cuore, mente
e corpo in
equilibrio.
Fernando
La salute, secondo
me, non è solo uno
stato fisiologico
ma proprio un
sentimento di
benessere sia fisico
che psicologico.
Essere felice
rappresenta già
buona parte della
salute, considerando
che questa è una
ricchezza senza
prezzo.
Isabelle
patologie o eccessivamente affaticato, queste
reazioni di adattamento possono favorire lo
sviluppo di malattie. Occorre stare attenti
nell’imputare ingenuamente allo stress la
causa di malesseri di non ben identificata
natura: si rischia di costituire solo un alibi
nei confronti dell’ignoranza, trascurando la
complessità dell’essere umano. Difatti, gli
eventi stressanti, sollecitando l’insorgenza di
emozioni, comportano risposte psicologiche
complesse e personalizzate. Questo spiega
come mai certe situazioni impegnative e
potenzialmente pericolose assumano un
significato diverso da persona a persona e
possano comportare conseguenze nocive
solo per alcuni individui. Molto dipende
infatti dalla valutazione cognitiva personale
dell’agente stressante ovvero di come
l’individuo considera quello che gli sta
accadendo, se transitorio o definitivo, se
lo subisce come un’ingiusta condanna o
lo considera in qualche modo dipendente
dalla sua volontà, se percepisce di poter
efficacemente fronteggiare il problema
oppure no ed infine se si sente solo di fronte
alla difficoltà o ritiene di avere vicino delle
figure di sostegno, professionali, familiari o
amicali.
Lo Stress
9
10
Lo Stress
Le risorse personali contro lo stress
Ognuno di noi è capace di mantenere la
propria funzionalità psicofisica attraverso
l’attuazione di strategie di coping, termine
con cui si fa riferimento al processo di
adattamento ad una situazione stressante.
In particolare, quando si parla di coping si
specifica l’insieme degli sforzi cognitivi e
comportamentali attuati per controllare le
richieste interne e/o esterne che vengono
valutate come eccedenti le risorse della
persona (Lazarus, 1991).
Da tale definizione emerge che il coping è un
processo dinamico, in quanto è costituito da
una serie di risposte reciproche, attraverso
le quali ambiente e individuo si influenzano
a vicenda. L’obiettivo della capacità di
adattamento soggettiva, consiste nel
ripristinare l’equilibrio del sistema psichico
inteso come benessere psicologico, definito
come la capacità dei soggetti di ricercare il
piacere e di esprimere il proprio potenziale
attraverso la soddisfazione di autonomia, di
competenza e di relazione sociale.
Possiamo mettere in campo le nostre difese
contro lo stress a vari livelli.
nuotare in
piscina
sotto il sole
Cristina
11
La salute è
l’essenza di un
sorriso
Maddalena
Una corretta respirazione è la prima arma per
la nostra salute, per l’ossigenazione di tutti i
tessuti del nostro organismo e per la gestione
delle nostre emozioni. Non a caso, ansia ed
attacchi di panico, si manifestano anzitutto
come ”fame di aria”.
Eppure pochi di noi prestano attenzione al ritmo
del proprio respiro e la stragrande maggioranza
limita la propria capacità polmonare al respiro
diaframmatico, coinvolgendo solo la parte più
alta dei polmoni. Questa ridotta capacità ci
obbliga ad un ritmo di inspirazione/espirazione
troppo veloce, per incamerare la quantità
di aria sufficiente, a cui consegue un battito
cardiaco affrettato. La sensazione corporea
che ne deriva è di ansia sottile e costante a cui
naturalmente ed inconsciamente rispondiamo
irrigidendo il tono muscolare, che richiede
maggiore ossigenazione e così via… in un
circolo vizioso.
Prestare ascolto al ritmo del proprio respiro,
cercando di aumentare la capacità polmonare
con inspirazioni ed espirazioni più lente è un
vero e proprio “pronto soccorso”, specie nei
momenti in cui ci troviamo da affrontare una
situazione stressante, e può diventare una
buona abitudine che ci consente inoltre di
conoscerci meglio ed imparare gradualmente
a prendere contatto con il nostro modo,
Lo Stress
La respirazione
12
Lo Stress
assolutamente unico e personale, di vivere
nel corpo gli accadimenti esterni e le nostre
emozioni.
Il ritmo sonno /veglia
Nei momenti di maggior impegno, è comune
che la quantità di tempo destinata al riposo
venga ridotto e che la qualità del sonno sia
disturbata. Generalmente, a stati di ansia
dovuti ad un periodo di stress prolungato o
superiore alle energie che possiamo mettere
in campo, corrispondono risvegli troppo
anticipati, mentre nei periodi di tristezza si
fa più fatica ad addormentarsi. In entrambi
i casi si possono mettere in atto alcuni buoni
comportamenti.
In particolare, per favorire uno buon grado di
rilassamento soprattutto notturno in modo
da facilitare la concentrazione e svolgere in
modo ottimale le attività diurne, è importante
attuare dei semplici accorgimenti di tipo
alimentare, comportamentale e ambientale.
Per contrastare l’insonnia è importante:
• Evitare cene pesanti, in quanto la difficile
digestione non consente il riposo sereno
• Evitare di bere alcolici o bevande eccitanti
Per me
benessere
è arrivare a
fine giornata
soddisfatte per
aver fatto del
proprio meglio,
al lavoro e a
casa.
Valentina
star bene nel
corpo e nella
mente
Monica
contenenti caffeina prima di coricarsi
• Bere invece tisane rilassanti e/o una tazza
di latte caldo;
• Evitare di portare lavoro a letto, non
circondarsi di computer, radio o televisione
• Evitare di fumare prima di dormire
• Fare attività fisica nelle ore pomeridiane
agevola il buon riposo, tuttavia bisogna
evitare di fare attività fisica meno di tre ore
prima di dormire
• Avere orari regolari di riposo e di risveglio
• Alzarsi dal letto quando non si riesce a
prendere sonno
• Dormire in una stanza con temperatura
medio-bassa poiché il caldo eccessivo rende
il sonno agitato
• Scegliere materassi e guanciali di qualità
idonei alla struttura fisica ed alle abitudini di
riposo.
In conclusione, è bene precisare che
chi dorme poco rischia di ingrassare
poiché quando non dormiamo aumenta la
produzione dell’ormone (grelina) che stimola
l’appetito, si invecchia prima e si hanno
problemi seri di tipo fisico e psicologico.
Lo Stress
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14
Lo Stress
Disturbi d’Ansia
L’ansia diventa patologica quando si ha
difficoltà con il contenimento psichico delle
emozioni negative. Alla base dell’ansia c’è
un iperattivazione fisiologica in quanto il
sistema nervoso centrale, che si occupa
dell’elaborazione cognitiva dell’esperienza,
tende a prolungare il tempo di elaborazione
(ruminazione del pensiero) e il sistema
nervoso autonomo, scompensato, non riesce
a regolare le emozioni.
Dal punto di vista psicologico, la difficoltà a
lottare contro gli effetti di uno stato di ansia
prolungata può portare alla demoralizzazione
e quindi ai presupposti di una depressione.
Quindi viene definito depresso chi per
un periodo prolungato, almeno 15 giorni,
lamenta senso di stanchezza, mancanza
di energie, assenza di concentrazione,
disinteresse verso il cibo, il lavoro, gli svaghi
o la sessualità.
Ansia e depressione possono quindi
coesistere nella vita di una persona e
quando ciò accade si parla di depressione
ansiosa o disturbo ansioso/depressivo.
La depressione ansiosa ha come sintomi
difficoltà a concentrarsi, disturbi del sonno,
incubi e stanchezza eccessiva.
Benessere è 12
km di nuoto alla
settimana
Rosario
15
“Un uomo che spende la sua vita compiendo poche semplici operazioni […] non
ha occasione di esercitare la sua capacità
inventiva” (Smith, 1776)
vivere
serenamente
l’età della
pensione”
Filippo
Se un’organizzazione non valuta realisticamente le aspettative dei propri dipendenti, se non garantisce una rete di formazione professionale efficace e adeguata e,
soprattutto, non crea una cultura organizzativa fondata sulla gestione delle emozioni (emotion managment), rischia di predisporre il singolo dipendente ad uno stress
eccessivo (distress) superando la soglia di
adattamento dell’organismo e predisponendo a rischi psicosociali (dipendenze,
disturbi del comportamento alimentare,
depressione) e organizzativi (impatti sulla
sicurezza).
Invece quando la situazione che richiede
maggiore efficienza è percepita positivamente (eustress), se non dura troppo a
lungo e non è troppo sproporzionata rispetto alle risorse della persona, generalmente non provoca nè disturbi, né tanto
meno patologie, ma anche in questi casi
è necessario che la conoscenza delle pro-
Lo Stress
Il fallimento delle strategie di Coping e lo
Stress lavoro-correlato
Lo Stress
16
prie risorse e la percezione dei primi sintomi di squilibrio aiutino la persona a fermarsi per tempo, anche se purtroppo non
sempre è facile e possibile.
Assunzione di sostanze e comportamenti a
rischio: Le nuove Dipendenze Patologiche
L’organizzazione Mondiale della Sanità
(OMS) descrive il concetto di dipendenza
patologica come “quella condizione psichica e talvolta anche fisica, derivante
dall’interazione tra un organismo vivente
e una sostanza tossica, e caratterizzata da
risposte comportamentali e da altre reazioni, che comprendono sempre un bisogno compulsivo di assumere la sostanza in
modo continuativo o periodico, allo scopo
di provare i suoi effetti psichici e talvolta di
evitare il malessere della sua privazione”
(cit, in Pigatto, 2003).
Recentemente il termine dipendenza viene
sempre più frequentemente utilizzato per
spiegare anche sintomatologie derivanti
dalla ripetizione di altre attività, per lo più
socialmente accettate, che non implicano
l’assunzione di alcuna sostanza.
Tra queste nuove dipendenze (dipendenze comportamentali) si possono annove-
benessere è
tornare a casa
e avere tempo
ed energia da
dedicare alle
persone care
Rosa
rare il Gioco d’Azzardo Patologico (GAP),
lo Shopping Compulsivo, la Dipendenza
da Lavoro e da Studio, le Dipendenze da
Tecnologia, le Dipendenze Relazionali e
alcuni Disturbi Alimentari (Marganon e
Aguaglia, 2003). Certe condotte compulsive, come il gioco d’azzardo patologico, costituiscono vere e proprie dipendenze alla
stregua delle tossicodipendenze e si sta
rafforzando l’idea dell’esistenza di un’unica sindrome di dipendenza che può avere
espressioni molto diverse.
equilibrio
Manuela
Lo Stress
17
18
PierAlba Chiarlone
Alimentazione
I segni del rapporto conflittuale con il
cibo, che colpiscono soprattutto il genere femminile, possono manifestarsi fin
dall’infanzia ed evolversi in seguito verso
la patologia conclamata sfociando nell’anoressia, nel ricorso al cibo in modo esagerato e più o meno compulsivo (bulimia),
nell’obesità e nei disturbi da alimentazione incontrollata.
La sintomatologia alimentare segnala
problematiche conflittuali spesso inconsce e profonde, sofferenza nei rapporti
interpersonali, disagi per uno sviluppo carente della propria identità, dello schema
corporeo, dell’autostima, del proprio stile di vita. In queste patologie, le relazioni
familiari possono essere importanti fattori predisponenti e di mantenimento del
disturbo e quindi è fondamentale aiutare
la famiglia a identificare le risorse di cui
dispone.
Ancor prima che alla terapia è importante
essere attenti alla prevenzione, identificando gli elementi clinici e soprattutto il
livello di motivazione. In caso di anoressia
nervosa, infatti, il paziente in genere non
avverte disagio e sofferenza, e ha scarsa consapevolezza della malattia in atto.
Anche in caso di bulimia il profondo sen-
stare bene
con se stessi
Sebastiano
star bene
è sorridere
Corrado
timento di vergogna e di colpa che accompagna il comportamento alimentare patologico può portare colui che ne è affetto a
negare la sua condizione clinica. Inoltre
mentre l’obesità riceve dalla cultura contemporanea una connotazione negativa,
l’idolatria contemporanea della magrezza ha un ruolo importante nel sostenere
la scarsa assunzione di cibo e nell’ostacolare la guarigione. È noto infatti che i
significati simbolici della magrezza sono
promossi dalla cultura, che le associa stereotipi positivi, e la trasforma in perfezione, in metafora del successo, sintesi tra
l’essere al tempo stesso attraenti e capaci
di autocontrollo, e quindi modalità privilegiata per essere accettati e stimati.
Se l’anoressia nervosa è caratterizzata
dalla paura patologica di ingrassare, non
giustificata dall’effettivo peso del soggetto, la bulimia nervosa si accompagna a un
aumento di peso in seguito ad abbuffate
scatenate da sentimenti di insoddisfazione, inadeguatezza, rabbia, condizioni di
stress, restrizioni dietetiche. Può accadere che il peso corporeo dei soggetti bulimici rientri comunque nell’intervallo di
normalità perché il soggetto talora mette in atto comportamenti compensatori o
eliminatori, come l’autoinduzione del vo-
Alimentazione
19
20
Alimentazione
mito o l’uso di purganti. Queste condotte
compensatorie sono assenti nel Disturbo
da alimentazione incontrollata, in cui il
soggetto si abbandona ad abbuffate ricorrenti, prodotte e scatenate da disagio psicologico, che conducono a un sovrappeso
più o meno grave, o addirittura all’obesità conclamata con rapida cronicizzazione
e spesso irreversibilità nel medio-lungo
termine.
Anche l’obesità ha una rilevanza sanitaria
estremamente importante poiché a essa
si associano sin dall’età infantile patologie metaboliche degenerative. E’ considerata ormai un’epidemia globale perché nelle ultime decadi interessa anche
paesi a basso tenore di vita come Cina,
Costa Rica e Marocco. Secondo i recenti dati Istat 1 bambino su 4 presenta sovrappeso, manifestazione della sinergia
tra la predisposizione genetica e uno stile
alimentare inappropriato per l’eccesso di
grassi e proteine, a scapito di carboidrati complessi e fibre. Anche la mancanza
di movimento, tipica dell’odierna cultura
della sedentarietà, ha un ruolo importante
nell’insorgenza della patologia.
La mia
definizione è
“tanti vigorosi
calci... del bimbo
che cresce in
me”
Lidia
21
per quello
mentale,
occorre fare
qualche strappo
alle regole,
con molta
moderazione.
Ognuno scelga
le proprie
Giuseppe
Un mio grazie sentito e personale va alla D.ssa
Tecla Cucinotta che con
intelligenza,pazienza
e grazia
si è occupata della ricerca
bibliografica sui contenuti dell’area psicologica.
BIBLIOGRAFIA
- ARGENTERO, P., CORTESE, C.G., PICCARDO, C. (2009),
Psicologia delle organizzazioni. Cortina, Milano.
- LAZARUS, R.S. (1991),
Emotion and Adaptation. Oxford University Press, London.
- NOVARA, F., SARCHIELLI G. (1996),
Fondamenti di psicologia del lavoro. Ed. Il Mulino, Bologna.
- MAGNANI, M., MAJER, B. (2011),
Rischio stress lavoro-correlato. Cortina, Milano.
- SMITH, A. (1776),
Indagine sulla natura e le cause della ricchezza delle nazioni.
Tr. It. Osem, Milano, 1973.
- Couyoumdjian, A., Baiocco, R., Del Miglio, C. (2006).
“Adolescenti e nuove dipendenze”. Ed. Laterza.
IN RETE:
- Anoressia-bulimia.it:
Un aiuto via web con forum, chat e una mailing list
- Sia La Società italiana dell’obesità
- Salus:
I centri ospedalieri nazionali per il trattamento dei disturbi
alimentari
- PSICONET.IT - Email: [email protected]
Alimentazione
fare tutte quelle
cose che sono
classiche, tipo
mangiar bene,
fare sport, non
fumare ecc. ecc.
22
Giovanni Moruzzi
Patologia Tumorali
La Prevenzione
La prevenzione in campo oncologico rappresenta certamente un obiettivo perché
allo stato dell’arte rappresenta per molte
malattie tumorali l’unica vera possibilità
di guarigione.
Prevenzione
I diversi aspetti della prevenzione spesso
confondono chi ne dovrebbe usufruire e
nello stesso tempo una semplicistica informazione tende a caricarla di aspettative
talvolta fuorvianti ed eccessive.
Il primo aspetto da tenere in considerazione è rappresentato dalla distinzione fondamentale tra la prevenzione primaria e la
prevenzione secondaria.
Con la definizione di prevenzione primaria vengono sottolineate tutte le modalità
comportamentali e le necessarie accuratezze ambientali necessarie per evitare
l’insorgenza della malattia oncologica,
quindi evitare che ognuno di noi venga
esposto a fattori di rischio aggiuntivi oltre
alla possibile predisposizione.
La prevenzione primaria è rappresentata
da comportamenti e stili di vita corretti.
Tra gli stili di vita corretti deve essere raccomandato un comportamento sessuale
attento nel prevenire ogni genere di infezione, accurata igiene personale ed evitare il fumo di sigaretta.
equilibrio
Giovanni
23
avere piena la
vita e libera la
testa
Claudia
Molte patologia oncologiche ancora oggi
hanno nell’arma della prevenzione secondaria la prima e più importante risposta in
termini sia di minore aggressività terapeutica sia come detto prima di guarigione.
La diagnosi precoce consente comunque
di effettuare interventi poco invasivi, con
l’intento quindi di ridurre la sofferenza
Nello stesso tempo una facile propaganda non evidenzia sufficientemente che la
prevenzione secondaria non è possibile
per tutte le patologie oncologiche e che
ancora oggi per molti tumori non è possibile ipotizzare un percorso di prevenzione
efficace e sicuro.
Non sempre infatti, la diagnosi precoce
porta ad un miglioramento dell’esito della
malattia: in questi casi la prevenzione non
è efficace e l’investimento non è giustificato sia sul piano economico che etico.
In alcuni casi identificare una malattia
prima che si manifesti clinicamente può
salvare la vita, ma tale beneficio è stato
Prevenzione
Con la definizione di prevenzione secondaria individuiamo campi di intervento specifici su alcuni tumori ove gli studi scientifici
hanno certamente evidenziato un ruolo indispensabile per la guarigione.
24
dimostrato con certezza solo per alcuni
tumori quali quelli della cervice uterina,
della mammella e del colon retto.
Per queste patologie oncologiche la prevenzione non solo salva la vita, ma aumenta la sopravvivenza e la qualità della vita,
con effetti positivi decisamente superiori a
quelli potenzialmente negativi.
La partecipazione da parte della popolazione ai programmi di prevenzione rappresenta un diritto che richiede piena consapevolezza: gli aspetti comunicativi sono
quindi molto rilevanti.
L’invito a sottoporsi ad un piano di prevenzione deve quindi comprendere informazioni su possibili rischi e benefici.
Nella prevenzione la giusta e corretta comunicazione deve essere valutata attentamente quanto la qualità tecnica e organizzativa.
Prevenzione
Per tale motivo sono state individuate delle regole generali definite come Codice
Europeo contro il Cancro.
Adottando uno stile di vita più salutare è
possibile evitare alcune neoplasie e migliorare lo stato di salute.
sarò poco
originale ma per
me salute vuol
dire sentirsi
bene...
Vittoria
25
LE DODICI REGOLE
PER LA VITA
1. Non fumare; se fumi, smetti.
Se non riesci a smettere, non fumare in
presenza di non-fumatori
2. Evita l’obesità
essere sereni
4. Mangia ogni giorno frutta e verdura:
almeno cinque porzioni. Limita il consumo di alimenti contenenti grassi di origine
animale
Cettina
5. Se bevi alcolici, che siano birra, vino o
liquori, modera il loro consumo a due bicchieri al giorno se sei uomo, ad uno se sei
donna
6. Presta attenzione all’eccessiva esposizione al sole. È di importanza fondamentale proteggere bambini ed adolescenti.
Gli individui che hanno la tendenza a scottarsi al sole devono proteggersi per tutta
la vita dall’eccessiva esposizione
7. Osserva scrupolosamente le raccomandazioni per prevenire l’esposizione occupazionale o ambientale ad agenti cance-
Prevenzione
3. Fai ogni giorno attività fisica
26
rogeni noti, incluse le radiazioni ionizzanti
8. Rivolgiti a un medico se noti la presenza di: una tumefazione; una ferita che non
guarisce, anche nella bocca; un neo che
cambia forma, dimensioni o colore; ogni
sanguinamento anormale; la persistenza
di alcuni sintomi quali tosse, raucedine,
acidità di stomaco, difficoltà a deglutire,
cambiamenti inspiegabili come perdita di
peso, modifiche delle abitudini intestinali
o urinarie
9. Le donne dai 25 anni in su dovrebbero
essere coinvolte in screening per il carcinoma della cervice uterina con la possibilità di sottoporsi periodicamente a strisci
cervicali
Prevenzione
10. Le donne sopra i 50 anni dovrebbero
essere coinvolte in screening per il carcinoma mammario con la possibilità di sottoporsi a mammografia
11. Individui con più di 50 anni dovrebbero
essere coinvolti in screening per il cancro
colorettale
12. Partecipa ai programmi di vaccinazione contro l’epatite B.
avere salute
pace e bene
Cristina
27
È importante che gli esami di screening
siano eseguiti all’interno di programmi
organizzati, sottoposti a controllo di qualità. Esistono programmi di salute pubblica
che possono prevenire lo sviluppo di neoplasie od aumentare la probabilità che
una neoplasia possa essere curata.
Il percorso di prevenzione resta un percorso fortemente individualizzato che può
e deve tradursi in un percorso di consapevolezza da parte della persona.
Solo chi persegue questo obiettivo ha la
possibilità di cogliere i migliori risultati possibili nei confronti del proprio stato
di salute e di rappresentare “strumento”
di diffusione di un messaggio positivo nei
confronti della comunità.
Francesca
Prevenzione
benessere
del figlio
28
RACCOMANDAZIONI
PER LA PREVENZIONE
DEL CARCINOMA
DELLA MAMMELLA
INTRODUZIONE. Il carcinoma della mammella è il più frequente fra le donne, per
incidenza e mortalità. Mentre la mortalità
è in calo a partire dagli anni novanta, l’incidenza è in lieve ma costante aumento.
OBIETTIVI DELLA PREVENZIONE. l’obiettivo principale dei programmi di prevenzione è quello di ridurre la mortalità specifica per cancro della mammella.
Prevenzione
EVIDENZE SCIENTIFICHE. La prevenzione
senologica secondo stime scientifiche riduce del 35% la probabilità di morire per
cancro della mammella.
FASCE DI ETÀ IN CUI LA PREVENZIONE È
RACCOMANDATA. La principale fascia di
età in cui è raccomandata la prevenzione
è quella compresa tra i 50 e i 69 anni. In
tale fascia di età la conferma della riduzione della mortalità e la bontà dell’efficacia
della prevenzione non da esito a dubbi.
Viste le maggiori aspettative di vita delle
donne anziane e della crescente disponibilità di trattamenti efficaci, si ritiene
di estendere i programmi di prevenzione
nella fascia di età dopo i 70 anni.
Nella fascia di età tra i 40 e i 49 anni, invece, l’efficacia della prevenzione diventa
Una delle principali
fonti di benessere
per me é avvertire
chiaramente
l’affetto sincero e
spassionato degli
altri, anche quando
il contatto
quotidiano viene
a mancare
Anna
29
discutibile sia perché le attuali tecniche
strumentali della mammografia non sempre riescono ad evidenziare forme tumorali iniziali, sia perché di converso si rischia l’eccesso di indagine e l’intervento
chirurgico inutile su noduli non maligni.
Per queste fasce di età è necessario prendere in considerazione i fattori di rischio
possibili e cercare un percorso personale
che individui nella relazione medico / paziente e nella motivazione personale i veri
e più efficaci criteri.
Lucia
Prevenzione
stare insieme
ai figli e al
prossimo
Prevenzione
30
FATTORI DI RISCHIO
GRADO APPROSSIMATIVO
DI RISCHIO
Età > 50 anni
- Elevato
Anamnesi personale
di carcinoma:
- Mammella
- Endometrio - ovaio
- Elevato
- Moderato
Anamnesi personale di:
- Mastopatia fibrocistica
- Iperplasia atipica
- Carcinoma in situ
- Mammografia con displasia
- Moderato
- Elevato
- Elevato
- Moderato - Elevato
Storia familiare
di carcinoma mammario:
- Parente 1° grado
- > 2 parenti
- Moderato - Elevato
- Elevato
Gravidanza:
- nullipara
- 1a gravidanza post 25 anni
- 1a gravidanza post 30 anni
- Moderato
- Lieve
- Moderato
Menarca < 12 anni
Lieve - Moderato
Menopausa > 55 anni
Moderato - Elevato
Consumo elevato
di grassi saturi
Moderato
Obesità post - menopausa
Lieve - Moderato
31
Marina
Schema di prevenzione
Fascia di età sotto i 40 anni:
• Anamnesi e valutazione dei possibili fattori di rischio.
• Percorso di prevenzione conformato alla
paziente.
• Visita senologica.
• Ecografia mammaria.
Fascia di età compresa tra i 40 e i 45 anni:
• Anamnesi e valutazione dei possibili fattori di rischio aggiuntivi.
• Visita senologica ogni 12 mesi.
• Mammografia con cadenza variabile e
legata ai possibili fattori di rischio aggiuntivi.
• Ecografia mammaria facoltativa e per
eventuale integrazione all’esame strumentale e/o alla visita senologica.
Fascia di età compresa tra i 45 anni e i 69
anni:
• Anamnesi e valutazione dei possibili fattori di rischio aggiuntivi.
• Visita senologica semestrale
• Mammografia ogni 12 mesi o 18 mesi.
• Ecografia mammaria facoltativa e per
eventuale integrazione all’esame strumentale e/o alla visita senologica.
Prevenzione
stare bene con
se stessi, giova
la propria salute
fisica
32
Fascia di età superiore ai 69 anni.
• Anamnesi e valutazione dei possibili fattori di rischio aggiuntivi.
• Visita senologica annuale
• Mammografia ogni 24 mesi
• Ecografia mammaria facoltativa e per
eventuale integrazione all’esame strumentale e/o alla visita senologica.
Prevenzione
RACCOMANDAZIONI
PER LA PREVENZIONE DEL CARCINOMA
DELLA CERVICE UTERINA
INTRODUZIONE
La cervice o collo dell’utero è la parte inferiore dell’utero, organo muscolare che aggetta nella vagina e che si trova al centro
della pelvi, nella parte inferiore della cavità addominale. Sul tumore della cervice
è possibile attuare una reale prevenzione,
perché il periodo pre-canceroso caratterizzato da un’alterazione delle cellule che
rivestono la cervice uterina, è prolungato
nel tempo e quindi identificabile ed aggredibile efficacemente prima che possa
dar vita ad una vera lesione cancerosa. Le
modificazioni pre-cancerose, nella totalità
dei casi sono conseguenza dell’effetto trasformante dell’infezione virale da papilloma virus (HPV), un virus che può infettare
il tratto genitale femminile e maschile e
serenità con me
stessa e con gli
altri
Nuccia
33
cominciare la
giornata
Nunzia
Alcuni tipi di HPV, definiti a basso rischio,
determinano solo manifestazioni cutanee
(condilomi), altri invece definiti ad alto rischio (tipi 16, 18, 31, 33) sono maggiormente in grado di generare lesioni cellulari
tipiche di situazioni di precancerosi. L’incidenza in Italia di neoplasie della cervice
uterina è di 3.500 nuovi casi anno, con due
picchi di maggior incidenza, uno intorno ai
30-35 anni ed uno, meno evidente, intorno ai 60 anni. E’ consigliabile effettuare il
Pap-test entro 3 anni dal primo rapporto,
per due anni consecutivi e, se negativo,
ogni 2 anni. Il test per l’HPV individua invece le donne che sono a rischio di sviluppare una precancerosi, quindi donne “positive” al test per l’HPV.
Prevenzione
anche il cavo orale. Il virus si trasmette
principalmente attraverso rapporti sessuali non protetti ed essendo fortemente
infettante spesso è sufficiente anche un
solo rapporto per contrarre l‘infezione.
Tuttavia la presenza dell’infezione da HPV
non necessariamente porterà alla comparsa di lesioni precancerose, perché ciò
dipende anche dal tipo HPV con cui si viene in contatto.
34
FATTORI DI RISCHIO
Prevenzione
- infezione da HPV: tipi ad alto rischio, i soli
che provocano l’insorgenza del tumore
- elevato numero di partner sessuali: per
conseguente aumento della probabilità di
contrarre il virus
- basso livello socio-economico: solo se
esso è correlato a scarsa igiene
- fattori che diminuiscono le difese immunitarie: per esempio una dieta drastica
scarsa di nutrienti e di vitamine
- tabagismo: abbassa le difese immunitarie e rende le cellule più recettive all’azione trasformante del virus HPV
- infezioni di altri virus: es. HIV
La prevenzione è fondamentale per la
guarigione totale del tumore ed è possibile grazie:
- Pap test o striscio cervico-vaginale che
preleva cellule desquamate dal collo
dell’utero, le colora e le analizza microscopicamente individuando tempestivamente eventuali lesioni pre-cancerose
- Colposcopia ossia alla visione con ingrandimento del collo dell’utero per l’individuazione di aree sospette dove praticare
una biopsia, che consiste in un’asportazione di un frammento di tessuto per analizzarlo istologicamente. È consigliabile ef-
essere
al massimo
della felicità
Rosanna
35
Rosetta
fettuare il Pap-test entro 3 anni dal primo
rapporto, per due anni consecutivi e, se
negativo, ogni 2 anni. Il test per l’HPV individua invece le donne che sono a rischio di
sviluppare una precancerosi, quindi donne
“positive” al test per l’HPV.
VACCINAZIONE
Nel tentativo di garantire la prevenzione
primaria contro il cancro del collo dell’utero è stata introdotta la vaccinazione
contro l’HPV, strumento da considerarsi
integrativo al Pap test e non alternativo
a questo. L’individuazione dell’HPV come
causa della quasi totalità dei tumori della cervice uterina ha permesso di allestire
un vaccino che prevenga l’infezione virale
e dunque l’ insorgenza del tumore.
Esistono 2 tipi di vaccini: bivalente (contro
i sierotipi ad alto rischio: 16, 18) e quadrivalente (sierotipi 16, 18, 6, 11), quest’ultimo
con azione preventiva anche verso i condilomi. Le donne maggiormente candidate
alla vaccinazione sono principalmente le
adolescenti, prima dell’inizio dell’attività
sessuale; è in questa popolazione che il
vaccino mostra la sua massima efficacia.
È invece ancora in discussione l’utilità del
vaccino nelle donne più adulte che siano
venute probabilmente a contatto con il virus.
Prevenzione
non essere
mai soli
36
Prevenzione
RACCOMANDAZIONI
PER LA PREVENZIONE
DEL TUMORE DEL COLON - RETTO
Il Carcinoma del Colon-Retto rappresenta
la seconda causa di mortalità neoplastica
sia nei maschi, dopo quello del polmone,
sia nelle donne, dopo quello della mammella. Nei Paesi industrializzati l’incidenza di questa neoplasia è 4 volte superiore
rispetto ai Paesi in via di sviluppo.
Il rischio di ammalarsi di carcinoma del
colon-retto si manifesta a partire dai 40
anni e aumenta nelle decadi successive.
Circa il 70% dei tumori del colon e due terzi dei tumori del retto si verifica in pazienti
con più di 65 anni di età.
Nonostante l’elevata incidenza della malattia, la mortalità è relativamente bassa
con una sopravvivenza globale a 5 anni
prossima al 60%.
Negli ultimi decenni si è infatti osservato
un aumento di sopravvivenza a 5 anni, legato alla diagnosi precoce e ai miglioramenti delle terapie.
La caratteristica di lenta crescita di questa
neoplasia e la verosimile sequenza attraverso il passaggio da adenoma a lesione
tumorale rendono questo tipo di tumore
un candidato ideale per un programma di
prevenzione.
la pace e la
serenità dalla
fede
Salvina
serenita e far
sorridere gli altri
Tecla
FATTORI DI RISCHIO
- Le malattie infiammatorie croniche, in
particolare la colite ulcerosa, sembrano
favorire lo sviluppo dei tumori del colonretto, con un rischio crescente con la durata e l’estensione della malattia. Ruolo
meno sicuro sarebbe svolto da un’altra
malattia cronica chiamata Morbo di Crohn.
- Pazienti che abbiano sviluppato un precedente tumore al colon sono maggiormente esposti al rischio di un secondo
tumore.
- Evidenze recenti sembrano segnalare
che elevati livelli di insulina (iperinsulinismo) possano svolgere un ruolo importante come fattore di rischio.
- Una storia familiare di carcinoma colorettale è correlata con un aumento del rischio di circa il doppio rispetto ai controlli.
- I polipi adenomatosi del colon, specie
se associati ad alta componente villosa,
displasia, dimensione, età avanzata del
paziente ed associazione a quadri di adenomatosi familiare o giovanile, possono
predisporre all’insorgenza di tumori del
colon-retto
- I fattori genetici giocano un ruolo importante nella iniziazione, sviluppo e progressione degli adenomi e del carcinoma del
colon-retto. Sono note due forme di cancro del colon-retto ereditario che posso-
Prevenzione
37
38
Prevenzione
no essere associate o meno a poliposi: la
poliposi adenomatosa familiare (FAP) e la
sindrome di Lynch o sindrome del carcinoma colo-rettale non associato a poliposi
(HNPCC). Anche per i tumori del colonretto dobbiamo distinguere tra una prevenzione primaria ed una secondaria.
PREVENZIONE PRIMARIA
DIETA
Numerosi studi hanno confermato l’importanza degli stili di vita nell’insorgenza
di questa neoplasia.
In particolare esiste un rapporto tra introito calorico e carcinoma del colon-retto,
così come un ruolo rilevante sembra essere determinato dalla sedentarietà e dall’obesità.
La dieta sembra svolgere un ruolo fondamentale nella cancerogenesi del carcinoma del colon-retto.
È stato stimato che circa il 70% dei carcinomi colo-rettali potrebbe essere prevenuto da un intervento dietetico. Una dieta
ricca di carni rosse e di grassi di origine
animale è correlata con un incremento del
rischio di sviluppare un cancro del colonretto. Esistono evidenze scientifiche che
una dieta ad alto contenuto di fibre sia associata ad una bassa incidenza di carcinoma colo-rettale e pertanto il consumo di
benessere
Aurelio
39
frutta e vegetali è ritenuto avere un ruolo
protettivo contro l’insorgenza di questa
neoplasia.
Rosa Anna
PROGRAMMI DI PREVENZIONE
È stato stimato che con una corretta diagnosi precoce si potrebbe ridurre la mortalità cancro-correlata del 50% ogni anno.
È fondamentale distinguere, nell’ambito
della popolazione, i soggetti che hanno un
rischio generico di sviluppare la neoplasia
da quelli con rischio medio e alto.
SOGGETTI A RISCHIO GENERICO
Appartengono al primo gruppo tutti i soggetti senza sintomi di età superiore a 50
anni, senza storia familiare o personale di
neoplasia gastrointestinale, ovarica o uterina, senza altri fattori di rischio noti per
cancro del colon-retto.
In questi soggetti l’unico elemento che co-
Prevenzione
il benessere
è l’incontro del
nostro sorriso e
di quello di chi
amiamo
FARMACI
Alcune sostanze farmacologiche giocano
un ruolo nel carcinoma del colon-retto.
Molti studi hanno evidenziato una riduzione del rischio di cancro del colon con l’uso
dell’Aspirina, ipotizzandone quindi un ruolo preventivo.
Programmi di prevenzione a base di Aspirina sono però ancora in fase di sviluppo.
40
stituisce il rischio di malattia è l’età.
SOGGETTI A RISCHIO MODERATO
Si definiscono soggetti a rischio moderato i soggetti senza sintomi ma con un’anamnesi patologica remota positiva per
adenomi, cancro del colon-retto, tumori
ovarici o della cervice uterina.
Si considerano appartenenti a tale categoria anche soggetti con un’anamnesi familiare positiva per adenomi e cancro del
colon-retto, soprattutto se diagnosticati in
un parente di primo grado a un’età inferiore a 60 anni o in due o più parenti di primo
grado indipendentemente dalla loro età.
SOGGETTI AD ALTO RISCHIO
Vengono considerati ad alto rischio tutti i
soggetti affetti da malattie infiammatorie
croniche (rettocolite ulcerosa e morbo di
Crohn) e quelli con una storia familiare di
FAP, HNPCC.
Prevenzione
STRUMENTI
PER LA PREVENZIONE.
Ricerca del sangue occulto nelle feci
(SOF/Hemoccult)
È stata la metodica più studiata e impiegata per il riconoscimento precoce delle
lesioni tumorali in soggetti senza sintomi.
la “salute”
è “Luce”
Giuseppe
41
Risulta un test di facile esecuzione, poco
costoso e ben accettato dai soggetti ma
l’indagine non è scevra di falsi positivi e
falsi negativi.
Un soggetto risultato positivo al test dovrà
essere comunque sottoposto a esame endoscopico.
Giuliano
COLONSCOPIA
Consente l’esplorazione dell’intero colon
e, direttamente, la visualizzazione della
mucosa; nello stesso tempo è una procedura diagnostica e terapeutica in quanto
permette di resecare eventuali adenomi
sospetti.
In linea teorica la colonscopia risulterebbe
la migliore tecnica diagnostica e terapeutica e il metodo di screening più sensibile,
ma è di difficile applicazione nella popolazione generale per il disagio arrecato.
I rischi legati alla colonscopia sono molto
bassi (perforazione, emorragia con percentuali stimate dallo 0,06% allo 0,3%) e
Prevenzione
benessere è
una parola che
racchiude tutti
gli aspetti della
mia vita, per me
benessere significa
essere in equilibrio
con il proprio corpo,
la propria mente,
con gli affetti e i
rapporti con gli altri
SIGMOIDOSCOPIA
La sigmoidoscopia con strumento flessibile consente una maggiore capacità diagnostica. Il limite è sempre rappresentato
dalla possibilità di esaminare solo il tratto
di colon sinistro e non della restante parte
del colon
42
sempre legati anche all’esperienza dell’operatore.
Il limite di tale metodica è la scarsa compliance, la difficoltà organizzativa e il costo.
Prevenzione
LINEE GUIDA PER LA PREVENZIONE DEL
TUMORE DEL COLON-RETTO
- Tutti i soggetti a rischio elevato devono
essere sottoposti a sorveglianza
- Dall’età di 50 anni è consigliabile lo screening.
- Lo screening deve essere effettuato con
ricerca di sangue occulto nelle feci ogni
12-24 mesi o sigmoidoscopia ogni 5 anni o
colonscopia ogni 10 anni. Se la ricerca di
sangue occulto è positiva, è obbligatoria la
colonscopia.
- Quando vengono asportati dei polipi benigni i tempi successivi di controllo devono
essere individualizzati e variano secondo il
rischio e secondo la storia del paziente.
- Nei pazienti con storia familiare di tumore del colon lo screening dovrebbe essere più attento a secondo della fascia di
rischio.
- In caso di Malattia Infiammatoria Intestinale (colite ulcerosa e malattia di Crohn
con interessamento colico) la sorveglianza prevede la colonscopia ogni 2-3 anni.
benessere
psicofisico
Ilenia
43
- In pazienti con malattie del colon di tipo
familiare (la poliposi adenomatosa familiare (FAP) e la sindrome di Lynch o sindrome del carcinoma colo-rettale non associato a poliposi (HNPCC), la sorveglianza
deve essere effettuata con colonscopia,
deve iniziare all’età di 25 anni e deve essere ripetuta ogni 1-2 anni fino all’età di 75.
Ingrid
Il melanoma è il più aggressivo dei tumori della pelle. Tumori anche di piccole
dimensioni, infatti, possono avere un decorso molto grave. L’incidenza, che è in
progressivo aumento in tutto il mondo negli ultimi decenni, viene imputata in parte
alla crescente, eccessiva esposizione al
sole. Il melanoma nasce dalla trasformazione tumorale di quelle cellule della cute,
i melanociti, che normalmente sono deputate alla difesa della pelle dai raggi UV mediante la produzione del pigmento cutaneo
(la melanina) sotto lo stimolo della luce
solare. A riguardo sono stati identificati
5 tipologie (fenotipi) di individui (Tabella 1)
con differente sensibilità agli effetti nocivi
delle radiazioni solari.
Prevenzione
serenità, pace
e benessere
interiore
RACCOMANDAZIONI
PER LA PREVENZIONE DEL MELANOMA
44
TIPO DI
PELLE
I
II
III
IV
V
VI
CAPELLI
ROSSI
BIONDI
ROSSI
BIONDI
CASTANO
CHIARO
CASTANO
BIONDO
SCURO
CASTANO
SCURO
CASTANO
SCURO
NERI
OCCHI
BLU
GRIGI
VERDI
BLU
GRIGI
VERDI
NOCCIOLA
MARRONI
BLU
GRIGI
VERDI
NOCCIOLA
MARRONI
MARRONI
MARRONI
PELLE
MOLTO
PALLIDA
ROSSASTRA
PALLIDA
BIANCA
LEGGERMENTE SCURA
LEGGERMENTE
SCURA
LEGGERMENTE
SCURA
TIPO DI
PELLE
REAZIONE
AL SOLE
SI SCOTTA
FACILMENTE
NON SI
ABBRONZA
MAI
SI SCOTTA
FACILMENTE SI
ABBRONZA MOLTO
POCO
A VOLTE SI
SCOTTA, SI
ABBRONZA
GRADUALMENTE
SI ABBRONZA
FACILMENTE E
DIVENTA SCURA
SI ABBRONZA
FACILMENTE E
DIVENTA
MOLTO
SCURA
SI ABBRONZA
FACILMENTE
Tabella 1. Non tutte le persone reagiscono allo stesso modo al sole per
il diverso fenotipo cutaneo.
45
Allo sviluppo del melanoma concorrono
sicuramente fattori genetici, familiari e
ambientali.
FATTORI
GENETICO-FAMILIARI
Marsha
FATTORI
AMBIENTALI
Il più importante fattore di rischio causale per la popolazione di pelle bianca è la
scottatura da eccessiva esposizione solare. La gran parte dei melanomi è correlata
con l’esposizione intermittente alle radiazioni UV, soprattutto in età infantile.
Occorre ricordare che l’intensità dell’irradiazione solare non è costante, ma aumenta:
- Tra le ore 11-16, quando si concentra il
Prevenzione
per me il
benessere è
lo stato che
si ottiene
stando bene
con se stessi,
realizzandosi e
raggiungendo i
propri obiettivi
- Familiarità per melanoma (8-10% dei
casi: è associata a mutazioni di alcuni geni
che regolano la crescita cellulare)
- Precedente melanoma
- Appartenenza al fenotipo I e II (difficoltà
ad abbronzarsi e facili scottature solari)
- Presenza di molti nevi (nei) (>50)
- Presenza di nevi atipici
46
95% di tutta l’irradiazione
- Con la stagione: in estate nel nostro
emisfero
- Con l’altitudine (+4% ogni 300 metri)
- Con la latitudine (vacanze in Paesi vicini
all’equatore)
- In vicinanza di superfici riflettenti: lagomare +10%; sabbia +10-25%; neve +80%.
- Altri fattori di rischio sono rappresentati dalle radiazioni ionizzanti e da alcuni
composti chimici (arsenico, catrame e oli
minerali) a cui si può essere esposti per
motivi lavorativi.
benessere e
serenità
Prevenzione
PREVENZIONE
PRIMARIA
È rivolta ad evitare alcuni fattori di rischio:
- Evitare le ustioni solari soprattutto in
giovane età e in soggetti con pelle chiara
(fenotipo I e II) e con molti nei.
- Utilizzare ombrelloni, teli, copricapo e
indumenti.
- Evitare di esporsi nelle ore centrali della
giornata: dalle 11:00 alle 16:00.
- Evitare l’uso di essenze e profumi prima dell’esposizione al sole, poiché possono produrre effetti secondari di allergie e
scottature a seguito dell’azione dei raggi
UV.
- Utilizzare creme e schermi solari ade-
Rosaria
47
Solanges
PREVENZIONE SECONDARIA
Consiste nella diagnosi tempestiva con
l’autoesame della cute e un primo controllo dei nei da parte del proprio medico
curante ed eventualmente dal dermatologo specialista.
Autoesame della pelle
Anche se può insorgere su tutto l’ambito
cutaneo, il melanoma è più frequente sulle
gambe nelle donne e sul dorso nell’uomo.
Per un corretto autoesame è necessario
spogliarsi completamente ed osservare
tutta la superficie cutanea, incluso il cuoio
capelluto, le pieghe interdigitali e la pianta
dei piedi, facendosi aiutare da un familiare
o utilizzando due specchi per evidenziare
le zone meno accessibili.
Poiché non tutte le lesioni pigmentate della cute sono nei, un metodo di autoesame
Prevenzione
salute
è armonia
guati al proprio fenotipo e al tempo di
esposizione. Queste devono essere applicate ripetutamente e non devono indurre
comunque a prolungare l’esposizione solare.
- Ricordare che i dispositivi abbronzanti
(lampade UV-A) rappresentano comunque
un rischio in età giovanile e nei fenotipi I
e II.
48
di semplice esecuzione è il sistema A B C
D E.
Sistema A B C D E
• A = asimmetria della lesione
• B = bordi irregolari, frastagliati
• C = colore policromo o nero
• D = dimensioni > 5 mm (diametro)
• E = evoluzione: modificazioni in dimensione, forma e colore in un breve periodo
di tempo (6-8 mesi),
ATTENZIONE!
Prevenzione
Non tutte le caratteristiche descritte devono essere presenti contemporaneamente.
Nei soggetti che presentano numerosi nevi
il melanoma si distingue perché, rispetto a
tutti gli altri nevi, ha caratteristiche diverse (di regola è più nero e irregolare: viene
chiamato “brutto anatroccolo”).
Nel caso si riscontrino lesioni pigmentate
sospette è bene sottoporsi a visita per una
più accurata diagnosi.
È importante quindi conoscere la propria
pelle e osservare il comportamento delle lesioni pigmentate ponendo attenzione
all’epoca d’insorgenza.
Quando consultare un dermatologo:
- In presenza di nei congeniti di grosse di-
benessere è
l’equilibrio
che permette
di affrontare
le giornate
con un sorriso,
qualunque siano
le “sorprese”
che la vita ci
riserva
Maria Grazia
49
nella vita non
importa come
colpisci ma
come incassi e
reagisci ai colpi!
“R”J
Giuseppe
Unitamente all’osservazione diretta ad occhio nudo, il dermatologo per incrementare la sensibilità diagnostica utilizza metodiche non invasive quali la dermatoscopia
(semplice e digitale) e la videomicroscopia
che consentono l’osservazione dei nevi ad
ingrandimenti maggiori (da 10 a 40 volte)
insieme all’acquisizione e all’archiviazione delle immagini, consentendo quindi la
“mappatura” e il controllo obiettivo nel
tempo.
Prevenzione
mensioni
- Se sono presenti molti nei, specie se la
pelle è chiara, i capelli sono biondi o rossi,
gli occhi azzurri e se ci sono state scottature al sole nell’infanzia;
- Se è presente un neo irregolare, di diametro superiore a 5 mm, ma soprattutto
nel caso si noti la comparsa di:
- Un nuovo neo dopo i 40 anni
- Un neo in una persona con familiarità di
melanoma
- Un neo in soggetto che è stato sottoposto
a trapianto d’organo
- Un neo che si modifica nel suo aspetto
abituale: E
- Un neo che abbia le caratteristiche
A-B-C-D-E
50
Lorella Spadaro
L’ambiente di lavoro
Si riesce a valutare l’importanza dell’ambiente di lavoro sulla qualità della nostra
vita nel momento in cui si riflette sul fatto
che mediamente nei giorni feriali vi trascorriamo la metà del nostro tempo da
svegli.
Da cui piccoli suggerimenti per evitare che
diventi “l’incubo ufficio”
I COLLEGHI
Banale considerazione: non possiamo
scegliere i nostri colleghi.
L’Ambiente di Lavoro
E quindi:
- Abbassa il livello di conflittualità: è più
importante vincere una disputa verbale o
convivere serenamente?
- Quando chi hai di fronte non la pensa
come te, impara a trovare soluzioni mediate o alternative: porre attenzione all’opinione degli altri ci aiuta a crescere
- Accetta le altre persone per quello che
sono: ricordati che neanche tu sei perfetto
e che tutti abbiamo dei lati positivi
- Applica dei criteri di civile rispetto:
il “non fare agli altri ciò che non vorresti
Salute è avere
le capacità per
perseguire i
propri obiettivi.
Benessere è
avere un sereno
equilibrio tra il
proprio corpo e
la propria mente
Lorella
51
per me
la salute
è equilibrio
fosse fatto a te” è un saggio criterio sempre valido
Rita
L’UFFICIO
Soprattutto se condiviso, è importante:
- Non eccedere con l’uso del riscaldamento o del condizionatore e comunque tenere conto delle esigenze climatiche di chi si
trova con te
- Tieni ordinato il tuo ufficio e la tua scrivania
- Rendi più accogliente il tuo ufficio con
qualche pianta e con poster colorati o bei
paesaggi
- Accertati di avere una postazione ergonomica alla scrivania o al computer
- Accertati di usufruire della corretta illuminazione, come qualità, quantità, posizione delle sorgenti
- In quello che fai tieni sempre conto di
chi sta intorno: usa il vivavoce del telefo-
L’Ambiente di Lavoro
- Ricambia spesso l’aria, specialmente
dopo riunioni affollate
52
no solo quando è indipensabile, non alzare
la voce nei corridoi, non eccedere con l’uso di profumi o dopobarba, non ascoltare
musica ad alto volume
- Ricordatati di mantenere sicuro l’ambiente: non lasciare cassetti o classificatori aperti, non mettere oggetti in posizioni
instabili, usa sempre scalette a norma per
accedere a ripiani alti, non lasciare in giro
oggetti taglienti o appuntiti
- Se devi sollevare oggetti pesanti esegui
l’operazione piegandoti sulle ginocchia e
mantenendo la schiena verticale
L’Ambiente di Lavoro
- Non lasciare mai fili “volanti” sul passaggio e fai attenzione ad utilizzare solo
apparecchiature elettriche a norma ed in
buono stato
La tua salute, la
tua serenità, la
tua ricchezza .....
LA TUA VITA
Pippo
53
Raffaele Schiavo
Spiritualità e Benessere:
riflessioni su una dimensione
musicale del vivere insieme
Tutto ciò che realizziamo
deve essere prima immaginato
Ray Bradbury ¹
L’essere umano contemporaneo è caratterizzato dalle modalità sfuggenti con cui organizza e giustifica i suoi continui rattoppamenti: dal diritto alla sopravvivenza, che lo
legittima darwinianamente alle furberie più
grossolane, alla caparbietà con cui non riesce a sganciarsi da un sistema fallimentare,
illusoriamente produttivo e deprimente, creato a ridosso di una storia della collettività
tutta da rivedere. Contro l’immediato futuro
della specie animale che rappresenta, l’essere umano appare impedito, bloccato, irrigidito dalla velocità del suo procedere “maturo e razionale”, incapace di interrogarsi
sul suo vero potenziale. La corsa al denaro
che non c’è si riduce alla sola grande motivazione che possa tenerlo in vita: l’unica via
(¹) Ray Bradbury, Troppo lontani dalle stelle, Ed. Mondadori, Milano – 2008, pag. 54;
titolo originale: Bradbury speaks. Too Soon from the Cave, Too Far from the Star,
Bradbury Copyright – 2005
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predisposta a garantire tutte quelle distrazioni che, per evidente mancanza di tempo, lo
escludono da una vera riflessione sulla sua
funzione nel mondo. Pare sia solo questa al
momento, a dispetto di qualsiasi politica idealista, la norma alterata a cui uomini e donne
sanno rispondere con sufficiente credibilità
e reale senso di condivisione. L’individualità
elevata a potenza trionfa nel collasso di una
società costruita sulla forza della stupidità.
Meno male che esistono i musei, le accademie musicali, le architetture, i teatri, i cinema, i libri, virtuali o meno che siano, a ricordarci quanto l’essere umano riesca a tirare
fuori il meglio di sé, entro i confini della sua
stessa comunità, ogni volta che rivolge i suoi
pensieri e le sue azioni verso altre forme di
intelligenza. Detta così potrebbe suonare
come un appello al mondo extraterrestre o
al paranormale. Ma, in effetti, quando l’impatto con la bellezza dell’opera d’arte si rende riconoscibile ai sensi, è come se un’aura
di infinita speranza piombasse magicamente sulla Terra da un altro universo. In preda
allo stupore le persone si lasciano cogliere
dall’incanto, si guardano intorno, timidamente si rintracciano l’un l’altra.
E drizzano le antenne per sentire se anche
il loro prossimo, miracolosamente ritrovato,
possa condividere una tale meraviglia. Da-
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vanti alle sue creazioni migliori, l’umanità
è capace di liberare quel modo d’essere se
stessa nella sua piena totalità che la riempie
di felice nostalgia, quello straordinario sentimento verso la specie di appartenenza che
la fa ricredere sulla sua limitatezza, e che la
fa sentire a casa.
In quella divina sospensione spazio-temporale, sepolti vivi in mezzo a 2/3 di bistrattata sostanza cerebrale, immaginazione,
intuizione e senso-percezione giocano ad
intrecciare insieme tutta una serie di logiche
musicali. È proprio lì, in quell’istante di delirio amorevole che la gente diventa estremamente sensibile. Inaspettatamente, trasuda Spiritualità: una trovata linguistica per
indicare il naturale riconoscimento di una
sostanza pre-religiosa, facilmente reperibile tra tutti quegli esseri umani predisposti
a lasciare emergere il sacro dagli eccessi
della materia. Spiritualità, un processo super-emozionale capace di sganciare la coscienza dalla sua routine, stordirla a dovere,
e farla risvegliare al suono stravagante di
un’antica necessità: superare la condizione
materiale per individuare quello “spirito”
che invade il campo sinaptico delle cose e
dei vuoti fra le cose, e che connette tra loro
gli esseri umani all’intero universo. Si apre
così un mondo riveduto e corretto, comple-
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mentare e parallelo, intensamente percepito, tremendamente desiderato: una forma di
contatto che solo un’emozione musicale può
essere in grado di ristabilire.
Non occorre certo essere religiosi per accedere a questa dimensione super-naturale
dell’essere con gli altri. Una condotta vitale
di questo tipo è pronta ad essere rivendicata
anche dai più incalliti ateisti. Spiritualità, eccetto quei casi sporadici in cui si assiste ad
una sincera sovrapposizione dei due termini, viene mantenuta a dovuta distanza da ciò
che per molti è Religione; e cioè, l’istituzione
gerarchico-devozionale fondata su rigore e
moralità vincolanti, tendenzialmente soggetta ad ostentare ricchezze e sapere assoluto, non di rado invischiata con il potere e
la corruzione. A metter pace sul tavolo delle
dispute emerge la proposta laica. La persona spirituale ha già il suo identikit: luminosità elevata, grazia e gentilezza a profusione,
senso di accoglienza ed empatia fuori dal comune, emissione di energia musicale a tutto
spiano. Questa persona incarna la visione, o
meglio, lo spirito di un’umanità che emana
bellezza, sapendo ricorrere ad un’intelligenza relazionale dal carattere musicale.
La storia dell’applicazione della musica al
pensiero trascendentale, quantomeno testimoniata dalla preziosa opera restaura-
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trice delle maggiori forze religiose, ha già
mostrato quanto sia preponderante nella
ricerca della spiritualità il bisogno di cantare, suonare, danzare insieme, in rapporto ad
una altrettanto importante formula di indagine che è il silenzio, inteso come estrema
capacità di ascolto. Gli archivi del potenziale creativo, destinati a reggere pensieri ed
azioni focalizzate intorno a questo stato di
beatitudine e di affettuosa espansione, debordano di letteratura musicale. I riflettori
sono ancora ampiamente puntati sulla qualità del suono vocale applicato alla monodia.
Ma è in occidente che si delinea la capacità
di creare complesse architetture musicali
che intrecciano voci e linee melodiche diverse. Esplode così la polifonia, modello e
metafora della perfetta coesione sociale,
espressione gloriosa di un Rinascimento
che attende nuovamente di emergere.
Un nuovo modo di concepire il benessere
spirituale rimanda, quindi, alla capacità di
ideare le immagini musicali di un sistema
finalmente in grado di funzionare. L’intelligenza musicale conduce il pensiero spirituale verso il ripristino di una ben più ampia
unità organica tra la specie umana e il suo
pianeta. Poiché è la stessa neurologia a suggerire quanto l’assenza di esperienza possa
portare a fenomeni di morte cellulare² , e poi-
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ché è bene ricordarsi che i pensieri sono fatti
in larga misura da immagini, fare esperienza di immaginazione porta a sperimentare
il condizionamento della fantasia nella progettazione dei propri pensieri e delle proprie
azioni. Ancor più se ad essere fortemente
desiderata è la realtà di un mondo migliore.
La spiritualità dell’essere umano contemporaneo deve puntare a modificare dall’interno
i parametri di una società incivile, educata a
coprire il suo pensiero patologico con una
saggezza costruita sul ripetersi ciclico di
idee che non si intendono cambiare. Non si
può continuare a credere che l’isolamento
dell’asceta non abbia tratti comuni con quello del disadattato, dell’egoista, dell’asociale;
non si può portare ancora avanti un progetto
spirituale vecchio ed obsoleto, circoscritto
ad una condotta individualista che obbliga
ciascuno a ricercare pace, amore e compassione nel pieno della propria solitudine.
Laddove la spinta al ritiro sopraggiunga per
motivi di concentrazione – come nello studio,
nella preghiera e nella meditazione – essa
deve potersi completare con il felice rientro
nella realtà condivisa. Non quindi l’annullamento della persona nella ricerca della spiritualità, ma un viaggio nell’immaginazione
(²) Antonio R. Damasio, L’errore di Cartesio. Emozione, ragione e cervello umano,
Adelphi 1995 Milano, pag. 13; titolo originale: Descart’s Error. Emotion, Reason and
Human Brain, A.R. Damasio, M.D. 1994
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musicale d’insieme, per ricostruire l’idea di
una società che irradia la luce del benessere comune. Un’immaginazione che si affida
al sacro filtro della fantasia e alla disciplina
del piacere musicale non può temere alcuna
forma di censura, specialmente se a rimarcare la dirittura d’arrivo è un folle disegno di
fede e fiducia nel proprio corpo e nella risonanza emotiva che lo vincola a quello degli
altri.
Siamo naturalmente mossi da un senso di
incompletezza che motiva la ricerca dell’altro, siamo animali che aspirano alla trascendenza. Sappiamo talmente poco di una
spiritualità funzionale al miglioramento della qualità della vita che abbiamo persino dimenticato quanto la musica, che non smette
mai di mostrarci il modo più bello di stare, di
ricercare e di costruire insieme, sia la nostra
migliore creazione. In un mondo guidato da
logiche musicali, il dinamismo dei contrasti
e dei conflitti, che da sempre rappresenta il
peggio degli esseri umani, cambia totalmente la sua funzione: diventa lo st rumento migliore per imparare a concertare le diversità
e a dar vita alle composizioni più straordinarie³. Imparando dalla disciplina musicale,
possiamo arrivare a riscattarci da quanto di
(³) È un invito ad ascoltare in profondità l’intera opera di Johann Sebastian Bach.
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più orribile abbiamo creato. Attraverso una
Spiritualità ridestata dalla pratica musicale
noi apriamo le porte al cambiamento sensibile, diventiamo capaci di trasformare i
nostri pensieri, impariamo a perdonare noi
stessi e gli altri. Ci lasciamo orientare da una
visione estetica delle verità. La musica scuote le nostre idee e le fa affondare in un mare
di bellezza.
E questo ci fa ancora paura.
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