Uno sguardo sull’arte contemporanea in Iran
Marco Valerio Passacantilli, Nino Rinaldi, classe III i, scuola G.G. Belli, anno 2013 , prof.Giani
Prima del XX secolo la zona che forma il moderno Iran era il
centro dell’impero persiano : il sovrano dell’impero è stato
chiamato Shah (il Pavone) e dal 17 secolo il suo trono è stato
chiamato il Trono del Pavone. L'Iran contemporaneo ha
ereditato dalla Persia dell'epoca safavide (1501-1722) il
modello istituzionale monarchico, religioso e tribale. La
dinastia dei Cagiari (Qajar), che ha governato la Persia dal 1779
al 1925, ripropose la condizione di un regime assolutista, ma
debolmente accentrato e costretto a confrontarsi con potenti
forze tribali provinciali e un apparato religioso sempre più
indipendente.
Nel XIX secolo la Persia divenne teatro della rivalità tra
l'impero britannico e l'impero zarista, che, nel 1907, si
accordarono per spartirsi il Paese in zone d'influenza. Durante
la prima guerra mondiale la Persia, benché formalmente
neutrale, divenne terreno di scontro tra russi, britannici e
turchi-ottomani. Alla fine del conflitto, il crollo degli imperi
ottomano e zarista lasciò l'Inghilterra quale unica potenza nella
regione.
Nel 1921, Reza Khan , comandante della brigata cosacca
marciò su Teheran e divenne l'uomo forte del Paese, egli stesso
Scià con il nome di Reza Pahlavi. L'epoca dei Pahlavi , compresa
tra il 1925 e il 1979, costituisce praticamente una ripetizione
della storia precedente: i tentativi di centralizzazione e
modernizzazione provocarono una resistenza nazionale guidata
dagli ulema in nome dell'Islam. Nel corso del 1978, mentre a
Teheran si susseguivano le manifestazioni di protesta e gli
scioperi, a Parigi tutti i gruppi di opposizione si unirono in un
Comitato Rivoluzionario guidato da Ayatollah Khomeini . Dopo
aver tentato la repressione, lo Scià Reza Pahlavi provò la carta
del dialogo, ma era ormai troppo tardi e l'ondata di proteste
divenne un movimento rivoluzionario.
L’11 febbraio 1979 le Forze Armate iraniane dichiararono la
loro neutralità e in tal modo segnarono la vittoria della
rivoluzione islamica . In questa data è oggi celebrata la festa
nazionale della Repubblica Islamica d'Iran. La vittoria della
rivoluzione portò alla costituzione in Iran di un governo
islamico ispirato da Khomeini.
Mohammad Khan Qajar, 1797- 1834
Mohammad Shah Qajar, 1834 1848
Nasser Din al-Din Shah Qajar 1848- 1896, seduto sul Trono del Pavone
Mozaffar al-Din Shah Qajar, 1896-1907 indossa la corona dei Qajar
La nuova corona voluta da Reza Pahlavi incoronato nel 1926
Reza Shah Pahlavi, 1925- 1941
Mohammad Reza Shah Pahlavi, 1941- 1979
Dal 1980 al 1988 il Paese è costretto a fronteggiare l'aggressione
dell‘Iraq di Saddam Hussein. L'Iran khomeinista resiste all'urto e
arresta l'avanzata irachena grazie alla superiorità aerea e alla lealtà
delle Forze Armate a fronte dell'aggressione. Il conflitto si trasforma in
una guerra di posizione che si protrae per ben otto anni. Non ci furono
vincitori e l'Iran fu ad accettare le profferte di pace precedentemente
respinte con sdegno.
Alla morte di Khomeini, avvenuta nel 1989 il suo ufficio di "Guida
Suprema" della Rivoluzione Islamica viene assunto dall'ayatollah Alì
Khamenei. In politica estera inizia a tessere nuove relazioni con le
repubbliche dell'Asia centrale, con la Turchia, con l‘India e con la Cina
. Sforzi sono stati fatti anche per riavvicinare il paese all‘Occidente,
con discreti risultati con l'Unione Europea: attualmente l'Iran è
partner commerciale principalmente di Germania e Italia. Tali tentativi
si sono tuttavia scontrati contro la ferrea contrarietà degli Stati Uniti
alla riammissione dell'Iran negli organismi internazionali.
L'Iran già da una ventina d'anni, ufficialmente a scopi civili, è dotato di
centrali nucleari con tecnologia principalmente fornita dalla Russia :
negli ultimi anni il governo iraniano ha deciso di arricchire da solo
l'uranio usato come combustibile nelle proprie centrali nucleari,
decisione che vari paesi temono possa nascondere un tentativo di
costruzione di armi. Ciò, insieme alle dichiarazioni fatte del presidente
Mahmud Ahmadinejad, circa "la sparizione dalla carta geografica dello
Stato di Israele" ha provocato la reazione di Israele e di quella parte
della comunità internazionale originando una crisi dagli sviluppi che
sono impossibili da prevedere. In seguito alle elezioni presidenziali del
13 giugno 2009, vinte ufficialmente da Aḥmadinejād, ma sulla cui
regolarità ci sono forti dubbi, la tensione sociale del paese è
notevolmente aumentata, sfociando in manifestazioni non autorizzate
e scontri di piazza, con un numero indefinito di morti provocato
daIl’intervento delle forze dell'ordine, giudicato eccessivo all'interno
dello stesso Governo. I moti studenteschi, a dispetto della dura
repressione del regime, continuano.
1979 Ritorno dell’Ayatollah Khomeini dopo 15 anni di esilio
La Rivoluzione islamica iraniana del 1979 trasformò la
millenaria monarchia persiana in una Repubblica
islamica la cui costituzione si ispira alla legge coranica, la
sharia .
Fu guidata dall’Ayatollah Khomeini (allora in esilio
politico a Parigi) contro il governo dittatoriale di Reza
Pahlavi, allora reggente, per destituirlo e instaurare una
democrazia. Si concluse con la caduta della monarchia
assoluta di Pahlavi e la salita al potere di Khomeini con
la dichiarazione della Repubblica Islamica di cui è
attualmente presidente Mohmad Ahmadinejad.
Ahmadinejad
Khomeini
Khamenei
Shiraz, reggia
Cittadella di Herat, costruita da Alessandro Magno
Moschea medievale , regione di Yazd
PARVIZ TANAVOLI
Nato nel 1937 a Teheran, Parviz Tanavoli è uno
degli artisti più famosi e di successo dell'Iran.
Parviz ha studiato presso la Scuola d'Arte di
Teheran, l'Accademia di Belle Arti di Carrara e
l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, con
lo scultore Marino Marini . Parviz è stato uno
dei membri fondatori di Saqqakhaneh , un
movimento artistico che ha avuto inizio nel
1960 in Iran. E’stato durante questo periodo che
ha concepito la sua prima opera di pop art
spirituale: la figura calligrafica della parola
araba Heech (nulla), un tema ricorrente nel suo
repertorio scultoreo che contiene il riferimento
alla figura umana “Heech spiega Tanavoli, nel
sufismo persiano ha un grande significato : Dio
ha creato l’universo dal nulla , quindi se
l’universo è fatto di nulla allora nulla è
ovunque.Questo è un modo di vedere la cosa ,
l’altro è che la forma fisica della parola è molto
interessante, ha un volume con una testa, occhi
e un corpo molto bello. Quindi perfetta per il
mio lavoro di scultore.”
FARHAD MOSHIRI
Nato a Shiraz, in Iran, nel 1963, ha vissuto per
tredici anni negli Stati Uniti, dove si è laureato
nel 1984 presso il California Institute for the
Arts di Los Angeles. Dal suo ritorno in Iran nel
1991 risiede e lavora a Teheran. Moshiri insiste
spesso sul tema dell’ossessione dell’Iran per il
mondo occidentale – un fenomeno paradossale
in un paese in cui negli ultimi venticinque anni il
regime islamico ha lottato strenuamente contro
la
cosiddetta
“invasione
culturale
“
dell’Occidente. In Life is beautiful fa riferimento
alla pratica dadaista di creare opere d’arte a
partire da oggetti di recupero, un concetto
artistico poco apprezzato in Iran: 1242 coltelli di
dimensioni e colori diversi sono conficcati nella
parete, a formare la frase Life is Beautiful (La
vita è bella). Il corsivo tradizionale
estremamente curato non attenua la brutalità
del mezzo espressivo. L’uso di oggetti quotidiani
che possono diventare armi letali rivela il
sarcasmo della dichiarazione di Moshiri, sullo
sfondo di un Iran che fatica a definire che cosa
“è bello” oggi .
Farhad Moshiri davanti alla sua opera "Eshgh (Love)", 2007, battuta da Bonhams a Dubai il 3
marzo 2008 per 1.048.000 $
Farad Moshiri, Trench paesaggio, 2007, olio e cristalli swarovsky su tela
…. e per finire: che cos’è l’arte contemporanea?
Intorno alla metà del ‘900 la generazione artistica nata all’inizio del secolo si trova a confrontarsi con
l’eredità delle avanguardie storiche. Gli anni ’60 si aprono su uno scenario internazionale carico di
tensioni sociali e culturali. Il paesaggio che si presenta agli occhi degli artisti della generazione precedente
era completamente diverso da quello osservato dalla nuova generazione: si trattava di un paesaggio
ancora naturalistico, industriale e fondamentalmente europeo, mentre ora è quasi completamente
americanizzato, metropolitano, tecnologico e in gran parte artificiale. La cultura che caratterizza questo
nuovo momento vede l’onnipresenza della tecnologia che invade e assoggetta ogni cosa, persino lo stesso
individuo, il quale si trova ad essere circondato da macchine di cui non può fare a meno, dall’automobile
agli elettrodomestici, ai vari sistemi di comunicazione e d’informazione. L’artista attuale deve competere
con una bellezza già insita nella forma degli oggetti, nelle immagini, nei videogiochi , nelle pagine
coloratissime delle riviste, nei manifesti pubblicitari.
fonti
iranianhistory.pbworks.com
iranreview.org
arteeast.org
ilsole24ore.it
payvand.com
palazzograssi.it
Teheran, Torre Azadi, costruita nel 1971 per commemorare i 2500 anni dell’impero Persiano.
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