riali biblionarrativa e anniversari edito misteri le a i r o it d e a r spigolature editori cultu ali is s i r libri i o e i d d u a a n i d e luigi mo mon ca stre s e io r e l l e se o z le n e i d tt a s r er a p m at o c s s u a h ur la iblo ice b r t i d a sa e 2 a i r lla ca a e r d b i l r l e tt e news rcheologia falsi a lette rari gial due parole un libro lo b iblio graf ia z e ico n e i v n a o i r z b li an m p p a s di p li a o i l c a o r i t e r n i o te: p t o t a l i n e a e d i n e al t i i r coperti 0 a rs e il ‘90 v nni curiosità bibliografic a he i r e i t n ca BH è un modo per diffondere la cultura editoriale e bibliografica, un appuntamento con la letteratura tipografica e bibliotecaria, con la modernità e il senso dei caratteri di stampa, è una via d’accesso al mondo della carta e alla sua tradizione millenaria. numero 18 marzo aprile 2012 on zio Raim io di E Lo stud Silva onica M i d oto di, © f un libro cultura libri a venezia editoriale Uomini che facevano i libri: Fabbri e Vallecchi giallo biblionarrativa Stesso titolo per due interessanti volumi bibliografico su grandi editori del Novecento italiano, e misteri Enrico Vallecchi e Giovanni Fabbri. Quando ancora l’editoria era editoria di cultura. mg mostre L’uomo che faceva i libri. Pagine per Enrico spigolature Vallecchi, Firenze, Vallecchi, 1990, pagg. 121 [edizioneeditoriali fuori commercio]. refusiana curiosità bibliografiche peregrinazioni grafiche il ‘900 italiano caccia al refuso in casa manzoni editoria mondadori sis clandestina Sergio Marchi, Fabbri, L’uomo libriGiovanni a venezia che faceva i libri, Milano, Bietti, 2011, pagg. 129, ill., € 15,00. giallo bibliografico mostre refusiana peregrinazioni grafiche caccia al refuso Per saperne di più: editoria La Fabbri dei Fratelli Fabbri, a cura di Carlo Carotti e clandestina Giacinto Andriani, Milano, Franco Angeli, 2010, pagg. 488, € 40,00. 2 anniversari luigi einaudi e editoriali i libri La nostra casa editrice ha in programma quest’anno la ristampa di alcuni scritti di rarità Antonio D’Aroma dedicati a Luigi Einaudi cultura bibliofilo, raccolti e pubblicati nel 1975 nel bibliografiche suo raro volume Luigi Einaudi, memorie di tipografica famiglia e di lavoro (Roma, Ente per gli studi monetari, archeologia bancari e finanziari Luigi Einaudi). Intanto la Fondazione Luigi Einaudi di libraria Roma, a corredo case e 2 della pubblicazione delle sue opere complete, ha prodotto, fuoriletteratura commercio, un interessante anniversari cd-rom dove è presente una sezione dedicata al rapporto tra Einaudi e la sua biblioeditoriali teca alla quale il grande economista dedicò la scomparsa uno scritto, che Biblohaus ristamperà. mg Per saperne didi più:enzo sellerio falsi letterari Vittorio Macioce, Ecco la biblioteca liberale di Einaudi, «Il Giornale», 17 febbraio 2012, p. 28. copertine e latte: avvenimenti petrolio di ppp editoriali cultura editoriale la post@ due parole di cantieri un libro biblionarrativa e misteri luigi einaudi e i libri spigolature rarità editoriali Critiche quattrocentesche bibliografiche contro la stampa curiosità Ad integrazione bibliografica di un simpatico archeologia libretto del nostro collaboratore Massimo bibliografiche Gatta, sui mestieri del libro2nella narralibraria tiva e in generale in letteratura, e dove un capitolo è dedicato alla tipografia, segnaliamo una preziosa antologia di rari scritti ilanniversari ‘900 quattrocenteschi contro italiano la stampa, riuniti e ottimamente commentati da Franco ineditoriali casa manzoni Pierno, che l’editore Marsilio ha stampato, almeno per ora, come strenna natalizia fuori commercio. Il volumetto presenta una falsi letterari utile introduzione che ben chiarisce quale mondadori sis a fosse il ruolo della tipografia, soprattutto Venezia intorno al 1470, cioè nel momento avvenimenti di maggior fulgore delle stamperie tedesche degli Spira, Giovanni e il fratello Vindelino editoriali (Johannes e Wendelin von Speyer), quest’ultimo artefice, nel 1471, della stampa della libri a venezia Bibbia volgarizzata da Nicolò Malerbi, e la post@ il successivo avvento del celebre tipografo di Jenson, cantieri francese Nicholas la cui ascesa nella giallo grande ribalta veneziana venne così segnalata, nel 1469, in un passo dei diari di Marin bibliografico Sanudo: “A dì 18 septembrio fo scomenzà a Veniesia a stampar libri, inventor uno maistro Zuane de Spira todesco, et stampò le Epistolle de Tullio et Plinio et morite. In locho suo sucesse Nicolò Jenson, con stampare, assai danari”. E sul tipografo Vindelino, una celebre edizione di Catullo e Felice Feliciano, il raffinato calligrafo veronese, la scrittrice australiana Michelle Lovric ha scritto un gustoso biblioromanzo ambientato a Venezia, The Floating Book. gn Stampa meretrix. Scritti quattrocenteschi contro la cultura stampa, a cura di Franco Pierno con la collaborazione dieditoriale Gianluca Vandone, Venezia, Marsilio, 2011 [Albrizziana], edizione in 1000 copie fuori commercio, per il Natale 2011. biblionarrativa e misteri spigolature editoriali anniversari editoriali curiosità bibliografiche cultura tipografica il ‘900 italiano in casa manzoni case e letteratura mondadori sis la scomparsa di enzo sellerio libri a venezia copertine e latte: giallo petrolio di ppp bibliografico due parole mostre un libro refusiana luigi einaudi e i libri Con la minuscola cambia senso Desidero segnalare un refuso apparso nel mio peregrinazioni articolo su Lampedusa («Corriere» del 4 aprile). rarità Accennando al suo interesse per i poeti inglesi, scrivevo che egli grafiche era “buon conoscitore di Donne” (il bibliografiche poeta John Donne). Poiché la maiuscola è diven- caccia al refuso archeologia tata minuscola, nell’articolo si legge che Lampedusa era “buon conoscitore di donne”. Giovanni Macchia, in «Corriere della Sera», 5 aprile 1979, citato da Roberto Palazzi in suo articolo del 1985 (vedi bibliografia). Proseguendo la piccola ricognizione nel mondo del refuso e della correzione delle bozze, iniziata dal nostro collaboratore Massimo Gatta sulle pagine culturali del “Sole 24 Ore” del 24 dicembre 2011 (Come impallinare i refusi) e del 5 febbraio 2012 (La perfezione perduta del testo) pubblichiamo un testo che Afro Somenzari, artista-scrittore-editore patafisico di Viadana (edizioni FUOCO-fuochino), ci ha gentilmente inviato. ab Decalogo sui refusi di Afro Somenzari 1. Siate gentili con i refusi La gentilezza è grazia e leggerezza. Il tatto impone una sorta di indifferenza rivolta agli errori commessi da altri poiché, chi non sbaglia congiuntivi, sbaglia per esempio a scrivere un indirizzo, oppure scrive un importo sbagliato su un assegno o si taglia un dito invece di tagliare il salame. Per questo motivo, quando incontriamo un refuso in un libro, dobbiamo sorridere e pensare che sia stato senza dubbio commesso involontariamente, considerare che nella vita accade di peggio e che un refuso è meglio di niente. 2. Il rispetto dei refusi è rispetto per l’umanità Del consorzio umano fanno parte gruppi, nuclei, società, imperi economici. In ognuna di queste categorie, se così possiamo definirle, ci sono persone serie e oneste, cialtrone e ladre, infide e peccaminose. Non per questo possiamo concludere che l’umanità sia moralmente al capolinea. Secondo Trampolini ci si deve comprendere e cercare di trovare accordi, insomma il rispetto per l’altro è fondamento principe per una civile convivenza. E come dice Cajumi, se si vuole andare d’accordo ognuno deve mettersi una porzione di lasagna in tasca. 3. Senza refusi un libro è zoppo Potremmo definire il refuso un difetto? Ma se non esiste alcun essere umano senza, come possiamo dire che un refuso è un difetto? Un neo al posto sbagliato, una cicatrice sul naso, l’indice più lungo del medio, possono considerarsi difetti? Frenàsi compra libri per trovarci refusi e quando li scova dorme tranquillo. 4. Amate i refusi senza rèmore Quando vediamo, per esempio, in una coppia uno squilibrio ci chiediamo come sia possibile. La donna bellissima che sposa un essere rivoltante oppure l’uomo affascinante e gentile che convola a nozze con una nana bitorzoluta e volgare. L’amore porta fette di mortadella sugli occhi e non c’è spiegazione logica. Dunque perché non amare i refusi incondizionatamente? 5.Create un albo dei refusi, privo di cartaceo e senza supporti Tecnologici La ‘Patafisica presuppone il ritardo, la sconfitta e il refuso quali titoli assoluti per una sana e corretta esistenza. Carelman fece una immagine vuota dal titolo: “coltello senza manico al quale manca la lama”. Buon viatico per la creazione di un albo non cartaceo né digitale dei refusi al fine di una più pronta e sicura disponibilità degli stessi. Bibliografia essenziale: 6. Siate sempre alla ricerca del perfetto refuso In ogni libro vive un refuso. Cercatelo e tenetelo come un tesoro. Vi terrà compagnia nelle buie notti invernali come un prete a letto, vi farà dimenticare le angosce e vi farà ricordare i bei momenti passati a leggere alla ricerca del perfetto refuso. Oreste Crampolini, Curriculum (Tripodi Editore, Parma, 2005). 7. Il refuso non è un errore A differenza di quanto sostiene Camillo Presbiti nel suo “Crimini contro l’umidità” il quale afferma che il refuso è un errore, nel libello “Gelati al piombo” Mario Dogana asserisce che l’errore è una infrazione e si parlerà di errore grammaticale e giammai di refuso grammaticale, essendo, il refuso uno scambio o spostamento di caratteri che erroneamente viene definito errore di stampa mentre si dovrebbe indicare come refuso di stampa. Enrico Baj, La Patafisica, (Abscondita, Milano, 2009). Edo Brùscoli, Breve storia dello sputo, (Buttafuori Editori Associati, Mho, 1973). Matteo Cajumi, Fette di sproloqui (La Vècia, Casaletto, 1999). Carelman, Catalogo d’oggetti (Mazzotta, Milano, 1978). introvabili, vistae Mario Dogana, Gelati al piombo, (Gruppo Elettrogeno Creativo, Grazzo, 2001). Egidio Frenàsi, Sesso a manetta, (Edizioni di sponda, Mellone, 2003). Camillo Prèsbiti, Crimini contro l’umidità, (Edizioni Provacitu, Frìtola, 1986). Sergio Valniente, Croste di famiglia, (Sfollati e Bucanieri, Soccio, 2006). Per saperne di più: Pompeo Bettini, Il correttore nella tipografia moderna. Conferenza, Milano, Scuola Professionale Tipografica, 1891, rist. anastatica, Milano, Scheiwiller, 1961 [fuori commercio]. 8. Il refuso sta alla perfezione come la poesia sta ad X La definizione è di Sergio Valniente e apparve sulla rivista “Croste di famiglia” all’interno dell’ articolo che porta il titolo sopra citato a difesa del refuso come significativa cifra di salvezza. In una coniugazione di aree precise e aleatorie la proporzione si avvale di una visione strumentale dei termini cercando di confondere il lettore su questioni assolutamente prioritarie. 9. L’individuazione di un refuso è percezione di sé stessi Quando si scova un refuso ci si sente allegri perché individuiamo nel refuso la parte di noi stessi più disposta a perdonare. Il refuso è lo specchio attraverso il quale troviamo la condizione di essere fallaci, vuoti, aberranti, tuttavia nello scoprire ciò riandiamo al refuso, lo vediamo e la calma riprende spazio nella nostra anima, in fondo ad esso ritroviamo la vera nostra natura. Federico Cappelli, La correzione delle bozze: consigli, Firenze, Cappelli, 1926. 10. Se non tollerate i refusi smettete di leggere Dopo aver elencato i suddetti punti, è giusto ricordare che chi non accetta il refuso come equo e giustificato aspetto della vita, psicologicamente non accetta sé stesso dunque andrebbe classificato nei ranghi di umano concettualmente inferiore, se non mentalmente disturbato. E’ quindi consigliabile a coloro i quali non ammettono i refusi, di ripudiare sé stessi e soprattutto suggerire loro di abbandonare la lettura, per sempre. Antonio Baldini, L’arte di perdere il tempo, in Id., Le scale di servizio, Milano-Napoli, Ricciardi, 1971, pp. 26-27. 3 in casa manzoni Giuseppe Ugo Oxilia, Tra i refusi, in Id., Nel regno dell’errore, Chiavari, Premiata Tipografia mondadori sis Esposito, s.d. [ma primi del ‘900], pp. 29-41. libri a venezia giallo bibliografico mostre due parole un libro luigi einaudi e i libri rarità bibliografiche “Da quando abbiamo aperto, ancora non s’è visto e della lettura: Vanni Scheiwiller). Ebbene nei suoi splendidi ed agili otto capitoli Raimondi rievoca, fellinianamente, il suo rapporto comunicativo coi libri, dove la lettura diventa lettura del mondo e dell’anima e i classici una bussola di orientamento nei meandri dell’esistenza. L’ultimo è dedicato, e non poteva essere diversamente, ai Libri dell’amicizia. Una vera sorpresa questo sobrio volumetto di Raimondi soprattutto perché intensamente scritto e pensato, con alcune foto esplicative del rapporto che può crearsi negli anni tra il lettore e i suoi libri. Non aggiungerei altro perché davvero un cliente…” (© Centro APICE, Milano). archeologia libraria 2 La voce dei libri refusiana peregrinazioni grafiche Goffredo Bellonci, Il correttore di bozze, in Arti e mestieri, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1952. Robertocaccia Palazzi, Che al cosa èrefuso una prima edizione, «Bollettino per Biblioteche», n. 30, febbraio 1985, p. 112. George editoria Steiner, Il correttore. Romanzo, Milano, Garzanti, 1992, 1999, sul quale cfr. Nuccio Ordine, Steiner: il maestro clandestina italiano che correggeva il mondo. “Timpanaro ispirò il mio romanzo. Un filologo che amava la rivoluzione”, in «Corriere della Sera», venerdì 27 gennaio 2006, p. 55. Stefano Bartezzaghi, Il correttore del PC non fa differenza tra Bonino e boxino, «La Stampa», 1999. Umberto Eco, Giovanni il Battezzatore?, in Id., La bustina di Minerva, Milano, Bompiani, 1999, pp. 273-274. Massimo Gatta, Sul correttore di bozze. La minuziosa professione di Pompeo Bettini, «Charta», 47, luglio-agosto 2000, pp. 30-33 [con bibliografia]. Ilario Bertoletti, Il correttore, o dell’ombra, in Id., Metafisica del redattore. Elementi di editoria, Pisa, ETS, 2005, pp. 21-26. Francesco Recami, Il correttore di bozze, Palermo, Sellerio, 2007. Pino Aprile, Elogio dell’errore, Milano, Piemme, 2011. Stefano Bartezzaghi, La battaglia infinita contro i refusi, «la Repubblica», 27/11/2011, p. 50. Marco Menato, La correzione delle bozze di Paternolli (sull’opuscolo di Federico Cappelli, 1926), «Lunarietto Giuliano 2012», Trieste, Istituto Giuliano di Storia, Cultura e Documentazione, 2012, pp. 93-95. 4 Dal numeroanniversari scorso di Cantieri, e per sette appuntamenti, tratteremo un tema quanto mai editoriali attuale: l’archeologia libraria. Quello di questo numero è dedicato alla voce dei libri, cioè alla comunicazione metalinguistica tra lettore e libro/testo. Comunicazione massimamente falsi letterari emblematica di una relazione profonda e, ancora per certi aspetti, insondata. Un tempo era a voce alta che essa andava costruendosi, attraverso laavvenimenti lettura appunto a voce alta; i secoli l’hanno poi lentamente trasformata in un editoriali dialogo intimo, chiaroscurale e, appunto, silenzioso. Un dialogo caratterizzato da un doppio legame, unla double-bounding post@ che, almeno coloro che intrattengono una relazione fortedi cantieri mente connotata con il libro/testo, ben conoscono. Capita a volte che il richiamo di un libro verso il suo lettore naturale o ideale sia talmente forte da essere percepito a livello, non saprei dir meglio, quasi extrasensoriale, un qualcosa che si percepisce, un che di lieve, una voce soffusa che ci spinge, con serendipity, verso un luogo anziché un altro, in una strada anziché un’altra, in una libreria anziché un’altra, e dove incontreremo quel particolare libro. Non si sorrida, ciò accade molto più frequentemente di quanto si immagini. La comunicazione bibliografica è una delle forme paralinguistiche ancora sconosciute e non studiate, ma che, almeno in certi contesti, avviene. Per entrare pienamente nello spirito di questo secondo appuntamento, tra il paradossale e l’ironico, citerei un bellissimo libro appena giunto sugli scaffali delle librerie, omaggio di uno dei nostri massimi studiosi di letteratura italiana, Ezio Raimondi, appunto alla comunicazione lettore/libro: Le voci dei libri, una sorta di autobiografia intelcultura lettuale e bibliografica (parabibliofilica, non editoriale riconoscendosi l’autore nello status di bibliofilo ma, almeno a detta di una sua impertinente allieva, di libridinoso, un termine che il correttore automatico del pc non riconosce e, biblionarrativa sbagliando, corregge nel suo odioso opposto. Ma anche termine che fu coniato, molti e unmisteri anni fa, da un indimenticabile amico dei libri questa lettura ci riconcilia con i dolori che il momento postgutenberghiano che viviamo ci infligge quotidianamente, tra banche dati, libri e risorse elettroniche, internet e altre diavolerie che nulla hanno a che fare con quella splendida riflessione di Nabokov che Raimondi, giustamente, pubblica come esergo: “Ti prego, non violare mai le regole del gioco, la magia dell’illusione. Coltiva l’eresia più irragionevole, fai del miracolo la tua ragione di vita. Credi”. Grazie, Ezio Raimondi. mg Ezio Raimondi, Le voci dei libri, a cura e con uno scritto di Paolo Ferratini (L’uomo dei libri), Bologna, il Mulino, 2012 [Intersezioni, 384], 113 p., ill., € 13,00. Per saperne di più: Paolo Di Stefano, “Ho incontrato Petrarca in cucina”. Intrecci di storie, amicizie, passioni: Ezio Raimondi racconta le voci dei suoi libri, in «Corriere della Sera», 20 febbraio 2012. anniversari editoriali Il Tornasole di Vittorio Sereni e Niccolò Gallo: una collezione editoriale sperimentale (1962-1968) cultura Quest’anno si celebrano i 50 anni de “Il tipografica Tornasole”, la collezione mondadoriana sperimentale che Vittorio Sereni fondò e diresse insieme a Niccolò Gallo dal 1962 al 1968. Sereni fu poeta e uomo di editoria, di collane, di sperimentazione come, appunto, quella legata al Tornasole. È infatti proprio nelle Collane sperimentali e nel settore della poesia che Sereni gode di un maggiore spazio di iniziativa. Il Tornasole, collezione di narrativa e poesia, pur nel breve arco di vita, ebbe l’intento di spostarsi dalla tradizione classica mondadoriana, percorrendo strade nuove e audaci che però non portarono a un analogo successo economico. mg Per saperne di più: Il Tornasole. Collezione di letteratura diretta da Niccolò Gallo e Vittorio Sereni, interviste a Piero Chiara, Elio Pagliarani, Saverio Strati e Andrea Zanzotto, Milano, Mondadori, 1962 [catalogo editoriale fuori commercio]. dei libri, 2, 2011, a cura di E. Barbieri, L. Braida, A. Cadioli, Milano, Unicopli, 2011, pp. 153-165. 14 marzo 1972: 40 anni fa scompariva Giangiacomo Feltrinelli Quarant’anni fa moriva a Segrate, in circostanze tragiche e ancora oggi poco chiare, l’editore Giangiacomo Feltrinelli. Proprio di questi mesi è la notizia della riapertura del caso perché forse nuovi elementi potrebbero meglio chiarire il come, e il perché, di quella morte, sulla quale tanto si è scritto in questi quattro decenni. Inutile dilungarsi sulle vicende, anche personali, dell’editore milanese, peraltro ampiamente affrontate anni fa in un bel libro del figlio Carlo (Senior service). Qui vogliamo semplicemente ricordare quella tragica data, nella quale scompariva uno dei grandi editori europei del secondo Novecento. Lo facciamo attraverso tre opuscoli, stampati in periodi diversi, ma uniti dal medesimo desiderio di testimoniare il lavoro, l’impegno e le idee di un intellettuale, per quanto scomodo e contraddittorio, che ebbe comunque il merito di realizzare il sogno utopico di creare una casa editrice di cultura di livello internazionale. Si ringrazia Giovanna Millevolte per la gentile disponibilità. mg A 40 anni. In ricordo di Giangiacomo Feltrinelli, scritti di Inge Feltrinelli, Giangiacomo Feltrinelli, Beat Mazenauer, Rudi Thiessen, Carlo Feltrinelli, Alberto Arbasino, Vittorio Di Giuro, Enrico Filippini, Christian Bourgois, Nadine Gordimer, Milano, Feltrinelli, marzo 2012 [Fuori collana], 29 p., completamente illustrato con foto e documenti d’epoca [booklet fuori commercio, distribuito gratuitamente]. Antonio Barbuto, Una collana editoriale degli anni Sessanta: Il Tornasole, in «Misure critiche», n. 49-50, ott.-dic. 1983/gen.mar. 1984, pp. 77-86. Gian Carlo Ferretti, Poeti e di poeti funzionario. Il lavoro editoriale di Vittorio Sereni, Milano, Il Saggiatore-Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, 1999. I libri di Vittorio Sereni. I volumi della Biblioteca di casa e il “tesoretto” della sua raccolta privata, con uno scritto di Barbara Colli, Luino, Francesco Nastro Editore, novembre 2007 [edizione fuori commercio, stampata per iniziativa del “Lions Club Luino” in occasione della donazione della biblioteca privata del poeta all’Archivio Vittorio Sereni di Luino]. Vittorio Sereni, Occasioni di lettura. Le relazioni editoriali inedite (1948-1958), a cura di Francesca D’Alessandro, Torino, Nino Aragno, 2011. Andrea Gentile, La distribuzione del “Tornasole”, collana sperimentale della Mondadori, in L’officina Per saperne di più: Simonetta Fiori, Il mistero del traliccio 40 anni dopo, «la Repubblica», martedì 13 marzo, 2012, p. 57. 5 editoriale rimanda i propri lettori al link: http://www.salernoeditrice.it/Apri_pdf. asp?istr=depliant_SALERNO_40_psingole.pdf. mg Vedi anche: Dino Messina, Salerno editore, quarant’anni al servizio dei grandi classici, «Corriere della Sera», giovedì 19 gennaio 2012, p. 39. Il centenario della nascita di un grande editore: Giulio Einaudi (1912-2012). cultura editoriale La De Donato di Bari Dino Buzzati, quarant’anni fa la scomparsa Il 28 gennaio 1972, nella Clinica Madonnina di Milano, scompariva a soli 66 anni Dino Buzzati. Non ebbe neppure il tempo di presentare il suo ultimo, struggente libro illustrato (suoi i 39 ex voto in esso dipinti), I miracoli di Val Morel, che Garzanti aveva mandato in libreria da pochissimo (novembre 1971), con prefazione di Indro Montanelli, la stessa ristampata in questi giorni a corredo dell’omaggio mondadoriano (Oscar) all’autore del Deserto dei Tartari, in occasione appunto dei 40 anni dalla morte. “Cantieri” lo ricorda attraverso questo suo ultimo, misterioso volume e dedica questo numero 18 alla sua memoria e al suo lavoro letterario. mg Dopo il bel saggio sulla storia editoriale e culturalebiblionarrativa di Alberto Mondadori (di cui Cantieri si e è già occupato), Luca Di Bari misteri ritorna al mondo dell’editoria di cultura con un altro interessante e documentato volume dedicato, questa volta, alla storica casa editrice pugliese De Donato. Nelle spigolature pagine di Di Bari una attenta analisi storica, ma anche politica, del ruolo che la Donato editoriali ha svolto in Italia in quegli anni. mg curiosità bibliografiche il ‘900 italiano in casa manzoni due parole un libro libri a venezia luigi einaudi e i libri Luca Di Bari, I meridiani. La casa editrice De giallo Donato fra storia e memoria, Bari, Dedalo, 2012, 321 bibliografico p., € 17,00. Dino Buzzati, I miracoli di Val Morel, prefazione di Indro Montanelli, e uno scritto di Lorenzo Viganò, Milano, Oscar Mondadori, 2012, 110 p., ill., € 13,00. Salerno editrice: i miei primi 40 anni Lucia Di Maio, Le prime di Buzzati, in «Wuz», n. 6, luglio-agosto 2002, pp. 8-14. 6 Per una bibliografia degli scritti di Giulio Einaudi, a cura di Massimo Gatta, prefazione di copertine e latte: Mauro Chiabrando. In appendice un dialogo con Malcolm Einaudi Humes, petrolio Macerata, Biblohaus, 2012. di ppp mondadori sis I libri di Dino, a cura di Isabella Pilo e Riccardo Ricci, Feltre, Agorà, 2004 [catalogo della mostra di Belluno e Feltre, 2004]. Vedi anche: Il numero 0 di Cantieri, era il 2008, si apriva con un ricordo-ritratto di Giulio Einaudi. Anche questo numero, a cento anni dalla nascita del grande editore, lo ricorda attraanniversari verso due interessanti iniziative editoriali: la bibliografiaeditoriali dei suoi scritti, curata dal nostro collaboratore Massimo Gatta, che è stata stampata, oltre che nella edizione in commercio, anche in una tiratura limitata cultura a 15 copie, in occasione della serata Caro Giulio al Teatrotipografica Carignano di Torino (27 febbraio 2012). L’altra è un ritratto-ricordo dell’editore firmato da Walter Barberis, che l’Einaudi ha stampato fuori commercio in tiratura limitata, con grafica di copertina case e identica a quella della collana nata nel 1966 e dedicata appunto alle strenne non letteratura venali (anche a questa poco nota collana einaudiana è stato dedicato un saggio bibliografico, pubblicato da Biblohaus nel la scomparsa 2011). Si ringrazia il fondo bibliografico di Cantieri e Paola Novarese casa editrice di enzodellasellerio Einaudi. md mostre Quaranta candeline per la prestigiosa casa editrice di cultura Salerno, diretta da Enrico Malato. “Cantieri” augura alla casa editrice romana altri 40 anni di attirefusiana vità e per saperne di più sulla sua storia rarità bibliografiche archeologia libraria 2 anniversari editoriali Walter Barberis, Giulio Einaudi. Un ricordo, Torino, Einaudi, 2012 [ma il finito di stampare è dicembre 2011], 29 p. [edizione in 1000 esemplari numerati fuori commercio; sono stati stampati, inoltre, 1000 esemplari non numerati destinati ai librai]. prezzo. Le edizioni Salani (1862-1986), Milano, Franco Angeli, 2011, 576 p., € 45 [Studi e ricerche di storia dell’editoria, 1615.47]. e bella pubblicazione ripercorre la storia e la specifica tipologia bibliografica del Fondo, illustrandone la qualità e la rarità. “Cantieri” continuerà anche nei prossimi numeri a seguire e testimoniare, con sempre rinnovato interesse, l’attività anche editoriale del Centro Apice di Milano, tra i maggiori a livello internazionale per quantità e qualità dei documenti conservati. md Edoardo Esposito, Spigolature poetico-editoriali nella collezione ‘900 Sergio Reggi, in Collezionismo librario e biblioteche d’autore. Viaggio negli archivi culturali, a cura di Lodovica Braida e Alberto Cadioli, Milano, Skira, 2011 [Quaderni di Apice, 5], pp. 42-57. I 150 anni della casa editrice Salani (1862-2012) Compie un secolo e mezzo la storica casa editrice fiorentina fondata nel 1862 da Adriano Salani. Si ringrazia il fondo bibliografico di Cantieri per i volumi messi a disposizione. mg Per saperne di più: Alberto Cadioli, Il Fondo Reggi all’Apice, in “WUZ”, n. 10, dicembre 2003, pp. 56-60. Lodovica Braida, I ragazzi di Reggi agli archivi di Apice, in “WUZ”, n. 2, marzo-aprile 2004, pp. 47-51. Fondo Reggi, Milano, Centro Apice, s.d., 14 p., ill. [opuscolo fuori commercio]. Trent’anni fa scompariva Ugo Mursia, conradiano doc Piero Boitani, Salerno per i posteri, «Il Sole 24 Ore-Domenica», 26 febbraio 2012. Per saperne di più: Eleonora Isella, Pagine a spilli. “Gl’Istrici” di Salani, in Una collana tira l’altra. Dodici esperienze editoriali, presentazione di Anna Longoni, Pavia, Edizioni Santa Caterina, 2009, pp. 91-97. Ada Gigli Marchetti, Libri buoni e a buon Per ricordare l’impegno e il lavoro editoriale di Ugo Mursia si riproduce la copertina del catalogo della sua prestigiosa collezione conradiana. Ci è sembrato il modo migliore per ricordare questo grande uomo di libri e di editoria. mg I 10 anni del Fondo Sergio Reggi al Centro Apice di Milano. Compleanno in casa Apice (Archivi della Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale): compie 10 anni il Fondo Reggi, acquisito appunto dal grande collezionista e attore Sergio Reggi. Una recente 7 Flavio Fagnani (a cura di), Catalogo della collezione conradiana di Ugo Mursia donata da Giancarla Mursia alla Biblioteca del Centro studi conradiani dell’Università di Pisa, Milano, Mursia, 1984, 92 p. biblionarrativa e misteri delle sue pregiate edizioni milanesi. Il nostro periodico ha già incontrato Valentino Bompiani nel numero 6 e sicuramente lo incontrerà di nuovo in futuro, perché spigolature crediamo necessario mantenere viva la memoria editoriali del suo enorme lavoro editoriale e del suo impegno letterario. Si ringrazia Mauro Chiabrando per i 2 biglietti “omaggio dell’editore” riprodotti. mg curiosità Valentinobibliografiche Bompiani, Vari tipi di editore, con una nota di Paolo De Benedetti, Milano, Henry Beyle, 2012, 25 p., € 25,00 [stampato in 575 copie numerate]. il ‘900 italiano in casa manzoni mondadori sis Per saperne di più: Mino Milani, Mursia, il gusto dell’avventura, «Corriere della Sera», venerdì 20 gennaio 2012, p. 47. A vent’anni dalla scomparsa di Valentino Bompiani Vent’anni fa scompariva uno degli ultimi, grandi editori di cultura del nostro Novecento: Valentino Bompiani. Inutile dilungarsi in questa sede sulla figura e l’opera di questo gentiluomo dell’editoria italiana, scrittore egli stesso, e sul quale tanto si è scritto in questi anni. Lo ricordiamo semplicemente, come forse avrebbe gradito, attraverso le immagini di qualche suo libro, tra i quali ci piace segnalare un estratto dal suo Il mestiere dell’editore (1988), che V. C. ha elegantemente ristampato come numero 13 della “Piccola biblioteca degli oggetti letterari” libri a venezia cultura tipografica case e letteratura la scomparsa di enzo sellerio L’altra metà della storica e raffinata casa editrice palermitana È scomparso il 22 febbraio e 2012 il fotocopertine latte: grafo, editore e intellettuale siciliano Enzo petrolio ppp ha Sellerio che, con Elviradi Giorgianni fondato la storica casa editrice palermitana Sellerio. In seguito Enzo Sellerio ha creato una propria casa editrice, sempre col suo due parole nome, specializzata in volumi di immagini, di grafica, d’arte e di fotografia. Era sempre un libro rimasto legato ad Elvira Giorgianni anche dopo la loro separazione, continuando ad essere una presenza centrale sia per la casa einaudi editrice cheluigi per l’intera cultura siciliana e nazionale. mg e i libri Per saperne di più: giallo bibliografico mostre refusiana peregrinazioni grafiche Enzo Sellerio fotografo ed editore, a cura di rarità Roberta Valtorta, testi di M. Collura, V. Consolo, D.bibliografiche Mormorio, F. Ritchin, V. Scheiwiller, E. Sellerio, M. Spadaro, R. Valtorta, K. Wagenbach, Caselle di Sommacampagna, Cierre, 1991 [catalogo della mostra archeologia di Verona, Casa di Giulietta,16 maggio-16 libraria cultura 2 giugno 1991]. editoriale anniversari editoriali biblionarrativa e misteri falsi letterari caccia al refuso spigolature avvenimenti editoriali editoriali editoria clandestina la post@ curiosità di cantieri bibliografiche Una curiosità bibliografica italiana dell’800 Con le sue poche, scarne paginette è forse il ‘900 italiano da considerarsi l’incunabolo italiano di questo genere tra biblioinletterario, casasospeso manzoni grafia e bibliomania: le curiosità bibliografiche, di cui la Francia è stata, ed è tuttora, la capitale indiscussa (con autori del calibro di Ludovic Lalanne, Charles Nodier, mondadori sis Octave Uzanne, Anatole France, Charles 8 Asselineau, Paul Lacroix (Bibliophile Jacob), Pierre Louÿs). Parliamo dell’opuscolo che Luigi Arrigoni stampa a Milano, probabilmente a proprie spese, nel 1883 presso lo stabilimento tipografico di G. Civelli. Il titolo, che sarà alla base delle tante, successive iniziative analoghe, è infatti Curiosità bibliografiche, che ricalca quello di uno dei primi libri sull’argomento, le Curiositès bibliographique di Ludovic Lalanne, pubblicate in sentante di un colto milieu bibliofilo milanese tardo ottocentesco, dedicherà nel 1905 un bel ricordo Mattia Butturini, in occasione dell’anniversario della morte (edito a Salò da P. Veludari). L’opuscolo di Arrigoni si sofferma all’inizio sulla perdita (già all’epoca!) di colti e raffinati bibliofili (cita come esempio il marchese G. D’Adda), con la relativa cattiva sorte toccata a sontuose biblioteche private, svendute a peso di carta da eredi spesso ignoranti. Si cultura dilunga, infine, su un prezioso e inedito inventario di libri (di sua proprietà), risaeditoriale lente al principio del Cinquecento (per la precisione stilato il 28 ottobre 1535 da una non meglio identificata Madonna Fiammetta di S. biblionarrativa Girolamo Griselli, volumi “[…] messi in uno chassone della loro chasa per misteri ora a miza e schala”). Intanto la nostra casa editrice pubblicherà quest’anno la traduzione italiana del volume di Lalanne, ad opera di Stelio Gusmatti, già uscita nel 1995 ma a spigolature circolazione molto limitata e fuori commercio, ad opera dell’Associaeditoriali zione Bibliofili Bresciani. Ci è sembrato giusto offrire così a un più vasto pubblico di lettori un volume che già Francesco Lumachi, il curiosità libraio-editore-bibliofilo fiorentino che di queste cose se ne intendeva, nel lontano 1907bibliografiche definiva la migliore opera sull’argomento per la quantità e ricchezza delle informazioni bibliografiche contenute. md Per saperne di più: il ‘900 italiano Massimo cultura Gatta, Bricciche librarie. Le raccolte di curiosità bibliografiche tra amor di libro e biblioin casa manzoni editoriale mania, in «Charta», n.120, maggio-giugno 2012 [di prossima pubblicazione]. biblionarrativa mondadori sis e misteri Una storica Collana della Mondadori tra vecchio e nuovo: Scrittori italiani e stranieri libri venezia Non conosco spigolature lettura piùa facile, attraente, più dolce di quella di un catalogo. editorialiAnatole France prima edizione a Parigi nel 1845 presso il libraio-editore Paulin. La plaquette di Arrigoni riporta come esergo una frase di Montaigne: “Un libro è un amico che non cambia mai”. Arrigoni (che scomparirà tre anni dopo) è un raffinato bibliofilo-antiquario milanese e questo suo divertissément, stampato sibi et amicorum, costituisce in assoluto uno dei primi esempi italiani di quella letteratura di curiosità bibliografiche legate al mondo del libro, che solo nel corso del primo Novecento troverà anche nel nostro Paese un più ampio, per quanto limitato agli ambienti bibliofili, sviluppo. Ad Arrigoni, rappre- Io non saprei trovare niuna lettura più facile, più attraente, piùgiallo dolce di quella di un catalogo: a che non si vuol soggiungere altro se non che bisogna bibliografico curiosità saperla fare, codesta lettura. Renato Serra, 1910 (citato da Franchini a pag. VII del bibliografiche volume sulla SIS). mostre La celebre Collana mondadoriana “Sis” nasce nel fatidico 1968, ma nel primo anno essa è ancora un ibrido, divisa com’era tra il ‘900 italiano saggistica e narrativa. I primi titoli di luglio, in casa infatti, risentono in pienomanzoni del clima di quegli refusiana anni: Il primo cerchio di Solzenicyn e I giorni del dissenso di Giorgio Cesarano, ai quali seguirà Perché siamo nel Vietnam? di Norman Mailer. Solo l’anno successivosis avverrà la mondadori peregrinazioni scissione tra i “Saggi” e gli “Scrittori italiani grafiche e stranieri”, appunto la “Sis”. Concepita da Vittorio Sereni, al quale si deve caccia al refuso libri a venezia peraltro anche un’altra celebre Collana della Mondadori come “Il Tornasole” (diretta insieme a Niccolò Gallo a partire dal 1962), la “Sis” verrà gestita alla fine degli anni Settanta da Alcide Paolini per la parte italiana, e da Giancarlo Bonacina per quella straniera. Nel 1999, con l’istituzione della direzione Editoria letteraria, affidata a Renata Colorni che con Luigi Sponzilli sono gli editor della narrativa straniera, mentre Antonio Franchini lo è di quella italiana. Perciòanniversari è in tale data che possiamo stabilire la nascita ufficiale della nuova editoriali cultura tipografica case e letteratura la scomparsa di enzo sellerio copertine e latte: anniversari “Sis”, e della quale il volume che presenpetrolio di ppp tiamo rappresenta una sorta di catalogo editoriali con la presenza, oltre dell’ottimo saggio introduttivo di Franchini, di una serie di incipit di celebri romanzi pubblicati nella collana. mg due parole cultura Scrittori italiani e stranieri 1999-2011, introun libro tipografica duzione di Antonio Franchini (Scrittori italiani e stranieri. La Sis), Milano, Mondadori, 2012 [edizione fuori commercio]. luigi einaudi case e e i libri letteratura Memoria delle case, case della rarità memoria e della letteratura labibliografiche scomparsa […] E in un certo senso, sacralizzando quella casa, andando a intervistarla, propriosellerio con il taccuino in di enzo mano e la macchina fotografica […], decretare – archeologia in un modo che ha a che fare con una mia infantile testardaggine – libraria la sopravvivenza 2 della letteratura, della sua carnecopertine e delle sue pagine. e latte: Pier Vittorio Tondelli (1990) anniversari petrolio di ppp Volutamente e massimamente eterogenei editoriali per scrittura, intenti ed esiti letterari, i libri che abbiamo scelto, peraltro solo una due parole piccola parte dei tanti di analogo argomento pubblicati nel corso falsi letterari un libro degli anni, sono però legati da un filo rosso: il ricordo, l’importanza e il rispetto che bisogna avere per avvenimenti luigi einaudi 9 i luoghi familiari, esistenziali e culturali (e letterari), dove la casa diventa appunto l’asse portante di tali riflessioni. Sono tutte, in fondo, piccole autobiografie intellettuali ed esistenziali, dove gli interlocutori privilegiati sono i luoghi abitati e vissuti intensamente. Stanze e ambienti, persone, giardini e piscine, ricordi, alberi e colori, profumi, tutto contribuisce a definire meglio un rapporto durato decenni, nel quale si è come sedimentata e stemperata la nostra stessa coscienza, il nostro essere quello che siamo, la nostra sensibilità. Luoghi lasciati poi improvvisamente deserti, abbandonati, vuoti della nostra presenza o dei nostri familiari, ma che ancora sono là a chiederci di essere riconosciuti, ricordati, raccontati. Una testimonianza preziosa di una relazione indissolubile tra uomini, luoghi e idee. Si ringrazia il fondo bibliografico di Cantieri per i volumi messi a disposizione. om John Soane, Per una storia della mia casa. Primo abbozzo, a cura di Caroline Patey, Palermo, Sellerio, 2010. Pier Vittorio Tondelli, Viaggio a Grasse, «Panta», n.1, Milano, Bompiani, 1990, pp. 135-157 [con foto in b.n scattate dall’autore ai luoghi dell’ultima dimora dello scrittore Frederic Prokosch, a Grasse, Francia]. Giampiero Mughini, La mia generazione. Le idee, i personaggi, i sogni di una casa a Trinità dei Pellegrini, Milano, Mondadori, 2002 [con foto a colori]. Giosetta Fioroni, Dossier Vado. Ricordi figurativi della casa di Cesare Garboli, Mantova, Maurizio Corraini Editore, 1993 [con disegni dell’autrice]. Carlo Verdone, La casa sopra i portici, a cura di Fabio Maiello, Milano, Bompiani, 2012 [con foto a colori]. Erica Lennard, Case di scrittori, prologo di Marguerite Duras, fotografie di Erica Lennard, testi di Francesca Premoli-Droulers, Milano, Tecniche Nuove, 1995 [completamente illustrato con foto a colori]. Dante Isella, La casa della memoria, con tre dipinti di Mario Vellani Marchi e uno scritto di Andrea Kerbaker, Milano, Lucini libri, 2008 [stampato fuori commercio in occasione del Premio Bagutta 2008, nessun esemplare presente in biblioteche pubbliche italiane]. Giovanni Comisso, La mia casa, Milano, Henry Beyle, 2011, [Piccola biblioteca dei luoghi letterari, III], stampato in 500 esemplari numerati. Mario Praz, La casa della vita, Milano, Mondadori, 1958 [ ]con illustrazioni. Giovanni Spadolini, Il capanno di Pian dei Giullari. Frammenti fiorentini dell’età favolosa, Firenze, Fondazione Nuova Antologia, 1991 [stampato in 500 esemplari fuori commercio, copia con dedica autografa di Spadolini]. 10 Riccardo Blumer, Casa Isella, con uno scritto di Dante Isella (La casa della memoria), Bologna, Compositori, 2005 [Si tratta del testo con il quale Isella ha inaugurato il restauro architettonico della casa paterna di Varese, dove il grande filologo è nato. Con foto in b.n.]. i copertine e latte: petrolio di ppp Il progetto di uno dei libri più inquietanti e misteriosi del nostro secondo Novecento nacque giusto 40 anni fa (e giusto 20 anni due parole ci separano dalla prima edizione in volume unelibro targata Einaudi 90 dalla nascita dell’autore), un giorno tra la primavera e l’estate del 1972, “suggerito” – come ci ricorda Emanuele Trevi nel bellissimo libro che gli luigi einaudi ha appena dedicato – “dalla lettura casuale di quella parola, e i petrolio, libri su un articolo di giornale. In “nemmeno un’ora” Pasolini aveva buttato giù uno schema, l’architettura di unararità storia. Non sarebbe del tutto rimasto fedele a questa scaletta, ma l’essenbibliografiche ziale è già lì, in quel singolo foglio”. Ma come entrare dentro a questo oggetto misterioso, si chiede Trevi, come “appropriarsi archeologia della chiave del suo codice?”. E qui Trevi compie un libraria perfetto, e per2noi bibliografi essenziale, salto mortale citando Hitchcock il quale, volendo mettere un particolare anniversari accento drammatico su un oggetto in fondo banale come un bicchiere di latte editoriali (avvelenato) ci mise dentro una lampadina accesa. Lasciamo Trevi proseguire in questa sua elegante analisi grafico-editoriale: “Saràfalsi stato perletterari il bianco della copertina, ma l’edizione Einaudi di Petrolio mi faceva venire in mente il famoso bicchiere di latte di Hitchcock. Come questo assomiavvenimenti gliava a infiniti altri bicchieri, così Petrolio, per molti versi, apparteneva a un insieme cultura editoriali ben riconoscibile di libri: era un’opera del editoriale tardo Novecento, un perfetto esemplare di un’epoca irripetibile di libertà e ricerca in la post@ tutti i campi dell’arte”. La grafica immacodi cantieri lata dello Struzzo einaudiano, il suo bianco biblionarrativa assoluto, che come un mantra ritorna in e misteri tante sue Collane, è stata, al pari di tanta ricerca nel nostro Novecento, uno degli esiti maggiori di quella libertà ispirata che proprio l’Einaudi, nata in pieno fascismo, perseguì e raggiunse. Invece la Mondaspigolature dori, paradossalmente e quasi a cancellare quanto fin editoriali qui scritto, nella sua recente ristampa negli Oscar ha pensato bene (cioè malissimo) di allagare il tutto in un nero esiziale (il petrolio?), esattamente all’opcuriosità posto di quanto, giusto vent’anni dopo quel primo bibliografiche progetto pasoliniano, l’Einaudi progettava pubblicando la prima, elegantissima, edizione del libro. ab il ‘900 italiano in casa manzoni Parafrasando lo storico film di Sergej Michajlovič Ėjzenštejn, diciamo che la corazzata Pontremoli, con al comando Lucia Di Maio, donna di raffinata mondadori sisintelligenza e cultura, risalendo i navigli ha ormeggiato nei pressi di Casa del Manzoni, allestendovi una magnifica mostra bibliografica interamente dedicata a quel nostro Novecento letterario, spesso bistrattato e che sarà anche l’argomento del prossimo libro di Giampiero Mughini il quale, per questa occasione, firma un bel discorso nel catalogo realizzato per l’occasione, interamente a colori. Ad arricchire ulteriormente il già ampio parterre di stelle in prima edizione troviamo il manoscritto autografo del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Che dire? Negli stessi giorni a pochi passi da Casa del Manzoni la stessa libreria milanese proponeva, nell’ambito della XXIII° Mostra del Libro Antico un catalogo di 141 preziosità, con alcune opere di notevole rarità come, tra gli altri, L’albero poeta di G. Ballo e L. Fontana (1966), Il guanciale di L. Bartolini (1924), La Tiranna di Policoro di G. D’Annunzio (1892), la raccolta completa del Selvaggio di M. Maccari, e così via. Tornando alla mostra in Casa del Manzoni ci è sembrato un ottimo accostamento e anche una magnifica occasione per ammirare tutta una serie di rarissime prime edizioni del nostro Novecento, difficilmente osservabili altrove. Pier Paolo Pasolini, Petrolio, Einaudi, 1992 [Supercoralli]. Torino, anniversari editoriali cultura tipografica Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, Milano, Ponte alle Grazie, 2012, 246 p., € 16,80. case e letteratura In tempi come gli attuali dove da troppe parti si gufeggia, spesso a sproposito, sul declino del cartaceo, questa mostra della la scomparsa corazzata Pontremoli ci riconcilia con il nostro passato e con la sellerio passione, mai di enzo spenta, verso quella che Eco, con magica espressione, chiamò la memoria vegetale. kb Il Novecento. Cento libri e un Manoscritto. Percorsi e latte: di prime edizionicopertine con Il Gattopardo autografo, una nota di Angelo Stella, un discorso di Giampetrolio di ppp piero Mughini e contrappunti semiseri di Andrea Kerbaker, Milano, Libreria antiquaria Pontremoli, 2012 [catalogo della mostra, Milano, Casaparole del Manzoni, 14-18 due marzo 2012]. un libro Per la vicenda legata a Petrolio si rimanda a Michelle Delattes, Libri introvabili, in «Cantieri», n. 8, 2010, pp. 3-4, a Luigi Mascheroni, Tra il giallo e il noir, e infatti è l’oro nero. Come e perché le pagine di PPP sono tornate al centro della bufera, in «la Biblioteca di via Senato», n. 3, marzo 2010, pp. 12-17, a Paolo Di Stefano, “Petrolio”. Il mistero in mostra, in «Corriere della Sera», 12.3.2010 e infine a Pier Paolo Pasolini, Petrolio, a cura di Silvia De Laude, con una nota filologica di Aurelio Roncaglia, Milano, Oscar Mondadori, 2005. Sul “bianco Einaudi” cfr. anche l’eccellente Marco Belpoliti, Libri bianchi dal vuoto al pieno, in «Alias - Il Manifesto», 20.06.1998, ora in Id., Diario dell’occhio, contributi di Italo Lupi e Mario Barenghi, Firenze, Casa Editrice Le Lettere, 2008, pp. 12-13. 11 e i libri giallo bibliografico E tre. Alla saga del cimitero dei libri perduti di Barcellona si aggiunge un altro denso capitolo. Carlos Ruizmostre Zafon, insomma, colpisce ancora. Il prigioniero del cielo (2011, in Italia Mondadori 2012) è romanzo di passaggio tra i primi due (L’ombra del vento del 2002, Il gioco dell’angelo del 2008) e il quarto (o comunque quelli che verranno: refusiana potrebbero essere di più…) e congiunge storie tra loro diverse ma inesorabilmente intrecciate. Milioni di copie vendute, schiere di fan in tutto il mondo, incontri e peregrinazioni presentazioni dei suoi libri, anche da noi in Italia, con pubblico sognante. Questo successo grafiche planetario è frutto – come ben sanno gli affezionati lettori di questa rubrichetta – della sapiente miscela di diversi ingredienti: mistero, innanzi caccia tutto, ma anche moltissimial librirefuso e librerie, depositi nascosti di volumi abbandonati, omicidi, passioni amorose romantiche e infelici, una Barcellona magica da sfondo. Il tutto abilmente editoria maneggiato in una trama da autentico feulclandestina lieton ottocentesco rivisitato. Anche in quest’ultimo capitolo tutto ruota attorno alla ormai “mitica” libreria Sampere, ove nel 1957, alla vigilia di Natale, un misterioso individuo cerca una preziosa edizione del Conte di Montecristo: si noti la scelta – certo non casuale – del volume, sontuoso esponente proprio del genere feullieton con tutti gli ingredienti giusti (mistero, prigione, amore, morte, vendetta). La vicenda si snoda poi, con continui flashback a ritroso, nelle carceri franchiste, tra scrittori falliti ed artisti misconosciuti, atroci torture e amicizie imperiture, ma anche attraverso una dolorosa vicenda familiare che ricollega tutte le storie tra loro: la morte della madre del protagonista, Isabella. La vendetta già si intravede. Ma l’incastro delle vicende è complesso, rimanda inevitabilmente ai due libri precedenti (e chi non li ha letti, o non li ricorda, rischia di non capire nulla della storia): in carcere, ad esempio, uno scrittore detenuto 12 e ricattato scrive proprio un romanzo sul gioco raritàlibro di Zafon. In dell’angelo, precedente quest’ultimo, irrompono dunque anche la polibibliografiche tica, le persecuzioni, le fughe. Il libro è, come sempre, godibilissimo. L’intreccio con Dumas, palese. D’altro archeologia canto, anche l’imperdibile (e, secondo me, superiore) Club Dumas (1993) di libraria Arturo Perez Reverte era tutto2giocato, come sulle montagne russe, tra realtà e finzione attraverso la saga di D’Artagnan. Per esprimere un anniversari giudizio complessivo, occorrerà attendere il finale, nel quale tutti i fili lasciati in sospeso si rianeditoriali noderanno: Zafon è un mago delle trame. od Solo nell’Ottocento, in un clima di profonda “diffidenza” per tutto ciò che non rimandava alla grande stagione tre-quattrocentesca, Non solo Gotico. Il primo repertorio del falsi letterari Seicento senese Marco Ciampolini, “Pittori senesi del Seicento”, prefazione di Peter Anselm Riedl, Siena, Nuova avvenimenti Immagine editrice, 2010 (ma 2012). editoriali Non uno, ma ben tre preziosi volumi, di grande formato, raccolti in un elegante cofanetto: un’opera a dir la pocopost@ monumentale, che non sarebbe stata possibile senza il finanziamento diMonte cantieri della Fondazione dei Paschi di Siena, da sempre attenta al settore culturale e ad eventuali proposte editoriali, purché di valore. Un plauso, oltre che all’ente promotore – l’Amministrazione Provinciale di Siena – spetta all’editore, Laura Neri (Nuova Immagine), per la sensibilità ed il coraggio con i quali ha accolto l’idea di inoltrarsi in una simile, titanica impresa. Frutto di una accurata, articolata e sistematica ricerca più che trentennale (che ha reso Marco Ciampolini tra i massimi esperti del periodo in questione a livello internazionale) e di ben dodici anni di gestazione, “Pittori senesi del Seicento” nasce dalla consapevolezza della mancanza di una giusta considerazione critica della pittura senese del XVII secolo, trascurata a favore dei più celebri capolavori del Gotico e del Rinascimento. Su ciò avrà certamente pesato la visione non corretta – oggi possiamo dirlo – di un’epoca di “decadenza”, anche culturale e quindi artistica, che sarebbe principiata a seguito della perdita di indipendenza politica da parte di Siena (in quel 1555, data rimossa freudianamente dalla memoria civica dei senesi). La diffusa etichetta “Siena gotica”, per quanto indichi il periodo di massimo splendore per l’arte locale, è da tempo riconosciuta come riduttiva, in quanto, in realtà, sia il Cinquecento che il Seicento sono stati periodi assai ricchi di testimonianze artistiche, ugualmente importanti per lo sviluppo dell’arte successiva. Un “torto” storico (Ciampolini nella sua introduzione parla di: «declassamento», «persecuzione», «confinamento» della produzione successiva al primo Cinquecento), quindi, che potremmo far risalire al 1681, quando Filippo Baldinucci iniziò a pubblicare i sei volumi delle “Notizie de’ professori del disegno da Cimabue in qua” (tre usciranno postumi): in esse, che rappresentano una sorta di continuazione delle “Vite” del Vasari, neppure un riferimento agli artisti senesi del secolo XVII. grazie agli impressionanti “scavi” archivistici condotti dagli eruditi – uno su tutti: Ettore Romagnoli – alcuni di quei nomi sono riemersi dall’oblio. Per poi arrivare al 1987, un anno di svolta, in cui nel senese Palazzo Chigi Saracini fu organizzata dal compianto Fabio Bisogni e dallo stesso Ciampolini (suo giovane allievo) la mostra dal titolo: “Bernardino Mei e la pittura barocca a Siena”. Da quel momento la produzione artistica senese del Seicento viene vista con altri occhi, si moltiplicano le attenzioni da parte degli studiosi, che, però, affrontano sostanzialmente gruppi di opere o singoli artisti: un “pulviscolo” di seri contributi specialistici e di eccellenti indagini di natura monografica. «Coltivare un orticello o un piccolo podere è più facile e meno rischioso che tenere a coltura un terreno di vasta estensione», è risaputo; ed ecco che arriviamo al grande merito di Marco Ciampolini: aver fornito con questi suoi tre volumi – apice degli sforzi scientifici di una vita – un mezzo di ricognizione del patrimonio conoscitivo esistente, una panoramica di carattere enciclopedico che, nonostante sia appena uscita, è già considerata dagli specialisti una vera e propria pietra miliare per completezza e profondità di analisi. “Pittori senesi del Seicento”, infatti, costituirà un riferimento obbligato per gli studi avvenire, uno strumento essenziale per la conoscenza, per una migliore comprensione e per l’approfondimento verso questo periodo della storia artistica. Assai più eloquenti di tante parole appariranno un po’ di numeri: 1245 pagine complessive con 566 tavole a colori fuori testo; oltre 15.000 dipinti catalogati, più di 1.000 disegni e 600 incisioni schedati. Ben 57 monografie, tante quanti sono gli artisti trattati (disposte in ordine alfabetico, da Antonio Angelini a Stefano Volpi), strutturate in: ricostruzione del profilo biografico-familiare e artistico degli artisti senesi (per nascita o per attività), cronologia, catalogo delle opere e degli eventuali disegni preparatori, elenco delle riproduzioni ad incisione, registro delle opere perdute o non rintracciate. Si fa presente che oltre alle consuete notizie tecniche, documentarie e ai riferimenti bibliografici vi sono ulteriori voci che segnalano le eventuali copie e le riproduzioni a stampa. Occorre aggiungere, inoltre, che l’ope ra è corredata da quelli che in gergo sono chiamati “apparati”, imponenti anch’essi, in linea col contesto: indice dei nomi, dei luoghi, dei disegni, dei soggetti – dunque iconografico – e degli stemmi; una vastissima bibliografia a partire dall’anno 1582; tutti, utili strumenti che favoriscono la consultazione, per rendere subito rintracciabili le notizie contenute. Al termine del terzo tomo, poi, la presenza dell’addenda permette di capire che un’opera non sarà mai definitivamente completa. Accanto ai maestri di più alto “lignaggio” come i caravaggeschi Francesco Rustici, Rutilio Manetti o al barocco Bernardino Mei, e agli altri pur conosciuti (Francesco Vanni, Ventura Salimbeni, Astolfo Petrazzi, Raffaello Vanni, Niccolò Tornioli), emergono artisti indubbiamente “minori” in tutti i sensi: finora pressoché sconosciuti o scomparsi dalla memoria, ma proprio per questo non indegni di notizia, pur sempre portatori di un contributo a un momento di civiltà. E il loro numero sarebbe stato ancor più consistente, rispetto ai 57 censiti, se non fossero mancate per alcuni maestri opere certe e notizie storiche attendibili. Un lavoro documentato di vastissima estensione, insomma, che permette di consacrare definitivamente anche la pittura senese del XVII secolo come una “scuola” autonoma (insieme con quelle fiorentina e romana, degna di tale nome nell’Italia centrale), con specifici caratteri di originalità e individualità rispetto alle scuole viciniori, composta da un nutrito stuolo di personalità, di riferimento non solo per l’arte locale, magari divenute collaboratrici di grandi artisti (ad esempio Bernini nel caso di Raffaello Vanni). Siena, è certo, in base alla convincente opinione di Ciampolini, a quest’altezza cronologica non rimase chiusa in un circolo ristretto, né la sua espressione artistica fu provinciale. Anzi, l’arte senese, diffusa cultura capillarmente nel proprio territorio, si innestò in altre terre,editoriale condizionando perfino una fase della pittura del luogo. Ma questa è un’altra storia. db biblionarrativa e misteri Il celebre Codice Voynich (MS 408), coi suoi intrighi secolari, torna all’attenzione del lettore questa volta sotto forma di romanzo. spigolature Non è la prima volta, per la verità, che il manoscritto cifrato conservato a Yale entra in editoriali pagine narrative, già in passato Cantieri si è occupato dell’argomento. Questa volta tocca ad Aldo P. Gritti, nel suo intrigante I custodi della pergamenacuriosità proibita, ambientare il suo giallo internazionale dalle parti di Yale dove appunto bibliografiche risiede da molti anni l’enigmatico manoscritto miniato su pergamena. Ma di cosa parla il romanzo? Laura Guerrini, studiosa di enigmi danteschi, viene decapitata nella sua il ‘900 italiano in casa manzoni stanza d’albergo a Firenze. Arthur Godfrey, libraio antiquario a Londra, muore strangolato nel suo letto. Alla Yale University viene cultura trovato il cadavere dello studente di biologia editoriale Alex Bradford, avvolto nelle lenzuola come una mummia. Tutte e tre le vittime stavano studiando il manoscritto quattrocentesco, acquistato nel 1912 dal libraio polacco Wilfrid Voynich biblionarrativa e da sempre circondato dal mistero. Scritto ineuna lingua indecifrabile, da cento misteri anni chiunque lo abbia avuto tra le mani è andato incontro a una morte violenta. Segreti sconvolgenti sono nascosti tra quelle pagine, e cultura una spietata confraternita è pronta a mettere spigolature a tacere chi sieditoriale azzardi a riportarli alla luce. Ma qualcuno editoriali ha ritrovato il diario personale di Voynich e la chiave di decodifica del manoscritto. Non sveliamo, ovviamente, il finale che biblionarrativa lasciamo degustare ai nostri bibliolettori. Per curiosità la verità questo romanzo di Gritti contiene e misteri parecchi elementi di interesse storico, relativi bibliografiche al Voynich, per cui ci sentiamo di consigliarlo anche a chi ben conosce le misteriose vicende storiche legate al manoscritto 408 conservato spigolature kb alla Beinecke Library di Yale. il ‘900 italiano Aldo P. Gritti,editoriali I custodi della pergamena proibita, in casa manzoni Milano, Rizzoli, 2012, 340 p., € 12,00. curiosità bibliografiche mondadori sis cato dall’editrice triestina Simone Volpato Studio Bibliografico (SVSB Editore), e stampato daanniversari Stella Arti Grafiche su impostazione grafica di Alessandro Vilevich. Il volume esceeditoriali nella collana I Quaderni dei poeti illustrati che fu fondata dal tipografo Franco Riva, allievo e amico di Giovanni Mardersteig delle Officine Bodoni. La cultura collana, che si prefigge lo scopo di fondere tipograficamente armonia e grazia senza tipografica concessioni alle mode correnti, presentando testi inediti dei migliori autori illustrati da artisti riconosciuti, è diretta da Pietro anniversari Spirito, coadiuvato da case e un comitato editoriale compostoeditoriali da Massimo Gatta, Marco Menato e letteratura Rienzo Pellegrini. Per editori, designer e stampatori il Premio Fedrigoni Top Application è un riconoscimento teso cultura a premiare, senza alcun condizionamento, la scomparsa i più prestigiosi progetti editoriali. L’editipografica zione del 2011 ha visto concorrere più di di enzo sellerio 900 concorrenti agguerritissimi provenienti da tutto il mondo (pensiamo, per esempio, a Moroso Spa, alla Bibliothéque de Paris, case e ma di questi alla Fondazione Pistoletto); e copertine latte: 900 meno della metà è stato premiato e letteratura di per ppp selezionato.petrolio Un duro lavoro la giuria internazionale indipendente di esperti del design e dell’advertising quali Javier MarilaPaula scomparsa scal (Barcellona), Scher (New York), due parole Severine Sueur (Parigi), Esterson di enzoSimon sellerio (Londra) e Leonardo Sonnoli (Trieste). un libro Info: [email protected] www.simonevolpatoeditoria.it il ‘900 italiano libri venezia in acasa manzoni copertine e latte: luigi einaudi e petrolio i libri di ppp giallo mondadori sis bibliografico rarità due parole bibliografiche un libro anniversari mostre editoriali Per sapernelibri di più: a venezia Emily Millicent Sowerby, Rare people and rare books, London, Constable, 1967. Massimorefusiana Gatta,cultura Cifre & Arcani. Storia portagiallo tile del Codice Voynich, «Charta», n. 105, tipografica settembre-ottobre 2009, pp. 28-33, con bibliografico ampia bibliografia finale. peregrinazioni case e mostre grafiche letteratura archeologia luigi einaudi libraria 2 e i libri anniversari rarità editoriali bibliografiche falsi letterari archeologia libraria 2 Quelle Tra librografia e falsi letterari. Arte tipografica a Trieste: SVSB “farfalle” stampate da Frederic Prokosch avvenimenti (Simone Volpato Studio Bibliografico) Ci piace molto lo scrittore americano Frederic caccia al refuso anniversari editoriali Prokosch (Madison 1908–Grasse 1989), oggi C’è anche ilrefusiana libro di un editore triestino fra la scomparsa quasi del tutto dimenticato se non da quei editoriali i migliori lavori selezionati ed esposti alla lettori dal palato raffinato che lo leggono con di enzo Triennale di Milano (8-11 sellerio marzo) per il la post@ editoria immutato piacere, pressoché assente dagli scaf“Premio Fedrigoni”, considerato l’Oscar fali delle librerie e ignorato dalle storie letterarie di cantieri peregrinazioni clandestina del design editoriale. Il libro d’arte Come pesci falsi letterari del Novecento. Ce lo immaginiamo, soprattutto d’acqua dolcegrafiche di Angelo Ferracuti, pubblicopertine e latte: 13 petrolio di ppp negli ultimi anni di vita trascorsi nel sole mediterraneo di Grasse, a Ma Trouville, sotto braccio a personaggi scaltri ma di indubbio fascino come l’Abate Vella (del quale si occupò Sciascia ne Il consiglio d’Egitto), Michael Voynich e il suo (falso?) codice MS 408, il Conte di Fortsas e la burla di Mons, Thomas J. Wise e i suoi falsi (per il quale rimando all’articolo di Gaspare Naldi, Antonello Gerbi e un celebre falsario di libri: Thomas James Wise, in “Cantieri”, n. 17, gennaio-febbraio 2012); ma anche a scrittori che di certo se la sono goduta, come Norman Douglas. In fin dei conti, poi, la sua vicenda si apparenta a quella di altri autori di librografie come il De Amicis de La voce d’un libro, oppure l’Andrea Kerbaker di Diecimila o il William Peterson del recente The Kelmscott Chaucher: a census. E così di tanti altri sodali che come lui hanno costeggiato, sul pericoloso crinale tra finzione e realtà, il magmatico e affascinante universo biblionarrativo dove, a volte, la storia avventurosa di un libro (librografia, appunto) è altrettanto affascinante della storia che il libro contiene. Pensiamo, solo per fare qualche nome, al Gattopardo o a Ladri di biciclette, a Se questo è un uomo, o alle 9 liriche che l’allora sconosciuto Lucio Piccolo invia a Montale costretto, suo malgrado, a pagare una sovrattassa per ritirare il plico, affrancato malamente dal barone siciliano, cugino di Lampedusa. Insomma la librografia è un genere sconfinato e non la finiremmo più di raccontarci le vicende, a volte avventurose, a volte drammaticamente paradossali, di molti libri. Un percorso ondivago: dalla penna dello scrittore al tavolo dell’editore, dalla linotype dello stampatore al banco del libraio fino alla poltrona del lettore e oltre. Ma perché un tale profluvio di nomi e cognomi e titoli? È presto detto. Prokosch ci è talmente simpatico anche perché è uno dei rari bibliofalsari che sia riuscito a falsificare se stesso, e vedremo perché. Lo sterminato universo dei falsi letterari si arricchisce di una, non certo nuova, perla la quale, per la verità con una certa nostra mestizia, è abbinata al nome di uno scrittore raffinato e defilato che però molti di noi hanno amato, forse tardivamente, seguendone le tracce che Pier Vittorio Tondelli aveva lasciato in Viaggio a Grasse e che Piersandro Pallavicini riprende in un suo gustoso racconto inedito. Del resto l’interesse di Pallavicini per lo scrittore statunitense è di lunga data, attestato anche dal lavoro preparatorio per il suo ultimo e bel romanzo, nel quale Prokosch è uno dei protagonisti, anche se in effigie. Ed è proprio Pallavicini a ricordare, nel suo breve racconto su Grasse, la malinconica (per Prokosch) vicenda dei suoi butterfly books, i piccoli libri stampati e rilegati a mano con carte marmorizzate di fattura artigianale, che da giovane e ancora sconosciuto dilettante di penna, usava spedire ai suoi scrittori del cuore, nel tentativo mal celato di farseli amici in vista di (auspicabili) aiuti, nell’inestricabile e perverso mondo dell’editoria. Librini di una sola lirica, peraltro non inedita, di pezzi da novanta come Joyce (Bahnhofstrasse, 1940), Crane (Black Tambourine, 1969), Pound (Coitus, 1969), Auden, 14 Eliot, Spender, Stein, che Prokosch faceva stampare in 30/40 esemplari firmati, che poi regalava ai suoi amati scrittori come Christmas Gift. Sul mercato antiquario questi libri-farfalla (Butterfly Books), stampati tra le due guerre in località dove l’autore aveva in qualche modo soggiornato (Roma, Napoli, New York, Stuttgardt, Hong Kong, Zurigo, Venezia, Ghent, Salisburgo), iniziarono ad avere un certo successo, soprattutto da parte di quegli inossidabili bibliofolli, adulti mai cresciuti del tutto, che pur di possedere quelle piccole rarità erano disposti all’esborso di parecchi dollari. Del resto abbiamo ricordato il grande viveur Norman Douglas il quale, ben conoscendo la febbre sempre elevata dei suoi amici e conoscenti bibliofolli, amava stampare anch’egli decine e decine di plaquettes di suoi titoli in poche, rarissime copie, ancora oggi contese a suon di migliaia di dollari. Lui stesso ne parla, divertendosi un mondo a ridicolizzare l’inesauribile propensione dei bibliofolli a procacciarsi queste amenità bibliografiche. Ebbene Prokosch, tra gli anni Trenta e Cinquanta, stampa anche propri titoli nella stessa modalità dei butterfly books: Going Southward (1935), Song (1941), The Flamingoes (1948), Phantom Song (1952), Temple Song (1954), Fire Song (1955), Island Song (1956), che raggiungono prezzi di tutto rispetto sul mercato antiquario nordamericano. Questi titoli sono attualmente in vendita, con prezzi tra i 1.000 e i 2.250 dollari, presso “Between The Covers-Rare Books”, libreria antiquaria di Gloucester City (New Jersey). Negli anni Ottanta, poi, il vecchio Prokosch continua a far stampare i suoi librini, questa volta nella stessa Grasse, dove da anni vive in perfetto isolamento dal mondo. La sua amatoriale private press, “The Prometheus Press”, stampa negli anni Ottanta una serie di titoli, ad esempio, di Hart Crane: At Melville’s Tomb (1983), Pastorale (1983), Voyage I (1983), Now No Joy (1984), in sole 5 copie numerate e firmate; questi librini si trovano ancora, a prezzi molto più contenuti dei precedenti, sui 250 dollari. Ma cosa accade ad un certo punto? Accade che il primo maggio del 1972 la casa d’aste londinese Sotheby offre nel suo Catalogue of Modern First Editions and Presentation Copies, la serie completa di quei 55 librini fatti stampare da Prokosch (lotti 193-271). E’ del resto la prima volta che vengono offerti in tale numero, in precedenza (1968 e 1970) erano apparsi solo qualche titolo sparso, in genere provenienti da più collezioni private; questa volta, invece, la provenienza, anche se anonima (The Property of a Gentleman è stampato a inizio sezione) è riconducibile allo stesso Prokosch: “A complete set of the poetry pamphlets written or printed by Frederic Prokosch, excluding his own printed poems, of which there are 32 titles. This is the only set of these books to be formed. the works are listed chronologically, the simultaneously produced books in alphabetical order according to author, in two groups according to size. All are bound in decorative paper wrappers; all have the bookplate of Frederic Prokosch except four of the miniature manuscripts. The frontispieces in both the written and printed volumes are watercolour drawings by him, heightened with gold and silver. There are two sizes: 8vo (160mm. by 110mm.), and 32mo (75mm. by 56mm.). The notes below in inverted commas are annotations written in the books or loosely inserted by Prokosch. The printed poems are all first or first separate editions”. La vendita andò talmente bene che il totale dell’aggiudicazione raggiunse la ragguardevole somma di 6.550 sterline. Gran parte dei lotti venne aggiudicata alla celebre libreria antiquaria londinese Bernard Quaritch. Ma Arthur Freeman, esperto di Quaritch, quasi subito cominciò a nutrire sospetti circa l’autenticità dei libretti, tanto da affidarne subito la perizia ad uno dei maggiori bibliografi e studiosi del libro: Nicholas Barker, autore di una sterminata serie di saggi bibliografici. A lui bastarono pochi giorni e alcune verifiche (soprattutto sui caratteri tipografici utilizzati) per scoprire che i librini non risalivano affatto agli anni Trenta e Quaranta (1932-1940), ma a pochi anni prima, abilmente contraffatti dallo stesso Prokosch e fatti stampare a Parigi da un tipografo compiacente, forse sia per bisogno di denaro che per rispolverare una certa notorietà nell’ambiente letterario dell’epoca, ormai del tutto offuscatasi anche a causa di una nutrita serie di insuccessi letterari, dopo lo sfolgorante successo, anche di critica, di The Asiatics (1935). Nel catalogo di Sotheby venivano segnalate note manoscritte di Prokosch con le indicazioni circa i luoghi di stampa delle diverse plaquettes: New Haven, Connecticut (1932-1933), Bryn Mawr, Pennsylvania (19331934), Cambridge University Press (1935), Salzburg (1936), Ghent, Belgium, stampate da J. De Mulder (1936), Firenze (1937), Venezia stampate da Mario Conti, mentre i disegni erano stati realizzati a Cernobbio (1939), Lisbona, stampate presso la Sociedade Tipografica (1940), mentre i disegni erano stati realizzati a Estoril (1939-1941). Tutto inventato di sana pianta dal geniale scrittore-falsario. A seguito dell’indagine di Barker, che pensò di pubblicare sulla vicenda anche un articolo per il Times Literary Supplement, la libreria Quaritch restituì tutti i lotti alla casa d’aste che provvide a risarcirla, con la successiva malinconica ammissione di colpa da parte di Prokosch, una truffa “[…] totally idiotic and irresponsible”, come scrisse il 1 settembre 1972 a Jocelyn Baines, direttore di Quaritch. Dell’articolo non se ne farà più nulla ma, anni dopo, su quei falsi libretti-farfalla (quindi Montale non ha detto niente di nuovo chiamando nello stesso modo quelli stampati da Scheiwiller), Barker scriverà quel piccolo capolavoro di indagine bibliografica che fin dal titolo, e avendone utilizzato il metodo scientifico, rispecchia l’analoga indagine realizzata molti anni prima (paradossalmente gli stessi dei librini prokoschiani) da John Carter (1905-1975) e Graham Pollard (1903-1976) in An Enquiry into the Nature of Certain Nineteenth Century Pamphlets (London, Constable & Co., New York, Charles Scribner’s Sons, 1934). Il saggio di Barker sposta il periodo, ovviamente, al Novecento: The Butterfly Books. An Enquiry into the Nature of Certain Nineteenth Century Pamphlets, pubblicato nel 1987 dall’altra celebre libreria londinese di Bertram Rota (nella quale, curiosamente, pare abbia lavorato per qualche tempo il misterioso e altrettanto affascinante scrittore John Gawsworth, che i lettori ricordano protagonista di alcuni romanzi di Javier Marìas). Esiste anche un link dal quale attingere molte utili notizie sul lavoro di indagine bibliografica di Barker: http://www.lib.udel. edu/ud/spec/exhibits/forgery/proksch.htm. Tondelli nel suo racconto sul viaggio a Grasse, del 1980 (Viaggio a Grasse, in “Panta” n.1), non accenna ai librini. Lo ha invece fatto di recente lo scrittore Piersandro Pallavicini, prima in Viaggio a Grasse (un remake), quindi nel suo ultimo e gran bel romanzo, Romanzo per signora, tornando infine sul tema in un gustoso e documentato articolo pubblicato sul “Sole 24 Ore”. Ma Pallavicini ci ricorda anche qualcosa di più. Pare che Prolosch non si sia fatto mancare proprio nulla, in termini di falsificazione letteraria. Nella recente, ampia biografia che gli ha dedicato R.M. Grenfield, Dreamer’s Journey. The Life and Writings of Frederic Prokosch, pare che: “[…] quelli di Voci (l’ultimo volume di ricordi scritto da Prokosch, pubblicato in Italia da Adelphi, N.d.A) sono ritratti per lo più falsi, basati su incontri inventati di sana pianta. Ed è curioso: Eliot, Auden, Stein, Joyce … non sono gli stessi autori di cui Prokosch produsse i libretti retrodatati del lotto di Sotheby’s del ’72. Falsificò se stesso, a corto delle edizioni originali già vendute o regalate, e, da anziano, ha falsificato anche i propri ricordi” (Pallavicini). Grande Prokosch! E se fosse questa l’opera più intrigante dello scrittore americano? mg Per saperne di più: Catalogue of Modern First Editions and Presentation Copies […], which will be sold by auction by Sotheby and Co., days of sale, Monday, 1st May, 1972, Tuesday, 2nd May, 1972, London, Sotheby and Co., 1972, pp. 26-35 (lotti 193-271). Nicolas Barker, The Butterfly Books. An Enquiry into the Nature of Certain Twentieth Century Pamphlets, London: Bertram Rota, 1987. Pier Vittorio Tondelli, Viaggio a Grasse, «Panta», n.1, Milano, Bompiani, 1990, pp. 135-157 [con foto in b.n scattate dall’autore]. Piersandro Pallavicini, Viaggio a Grasse (un remake), online al link: http://www. feltrinellieditore.it/SchedaTesti?id_ testo=24789&id_speclibro=11579 Piersandro Pallavicini, Romanzo per signora, Milano, Feltrinelli, febbraio 2012, 267 p., € 17,00. Piersandro Pallavicini, Il falsario di libri e di ricordi, «Il Sole 24 Ore-Domenica», 1 aprile 2012, p. 29. l’abbonamento annuale a cantieri (5 numeri) costa € 25, per richiederlo: [email protected], numeri arretrati € 5 cadauno compresa spedizione. cantieri viene pubblicato ogni due mesi e nasce dal gruppo di lavoro che si riunisce intorno alla casa editrice biblohaus: oliviero diliberto massimo gatta simone berni simone pasquali duccio benocci rebecca simpson olga mainieri annette baugirard michelle delattes gaspare naldi konstantin bellmer gina palestri edizioni biblohaus via weiden 27 macerata italia 15 BH distributori nazionali circuiti alternativi NDA biblioteche estere e e.book casalini libri biblioteche italiane ls distribuzioni editoriali piemonte, valle d'aosta e liguria book service sas biblohaus nasce dall’incontro di persone che hanno messo in comune idee sul libro, la lettura, la bibliografia. lombardia pecorini sas biblohaus rappresenta un tempo di riflessione su cosa sia editoria, tipografia, bibliografia, lettura; fermarsi a pensare per avanzare, avanzare ogni giorno. emilia romagna, marche, abruzzo, toscana e umbria euroservizi srl biblohaus è un luogo di incontro, un prototipo su come potrebbero diventare le culture editoriali e tipografiche. triveneto cierrevecchi lazio e scilia medialibri diffusione srl biblohaus via weiden 27 62100 macerata italia t f +39 0733 265384 [email protected] fb: biblohaus casa editrice www.biblohaus.it 16 biblohaus edita libri e non solo un laboratorio progettuale dal quale nascono idee legate al concetto stesso di libro al suo passato al suo futuro biblohaus privilegia l’approfondimento saggistico, è un tentativo di creare eventi bibliografici, situazioni da condividere.