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biblionarrativa e
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misteri
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curiosità bibliografic
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n
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BH
è un modo per diffondere
la cultura editoriale e bibliografica,
un appuntamento
con la letteratura tipografica
e bibliotecaria,
con la modernità
e il senso dei caratteri di stampa,
è una via d’accesso al mondo della carta
e alla sua tradizione millenaria.
numero 18
marzo
aprile
2012
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un libro
cultura
libri
a venezia
editoriale
Uomini che facevano i libri: Fabbri e
Vallecchi
giallo
biblionarrativa
Stesso titolo per due interessanti volumi
bibliografico
su grandi
editori
del Novecento italiano,
e misteri
Enrico Vallecchi e Giovanni Fabbri. Quando
ancora l’editoria era editoria di cultura. mg
mostre
L’uomo che faceva i libri. Pagine per Enrico
spigolature
Vallecchi, Firenze,
Vallecchi, 1990, pagg.
121 [edizioneeditoriali
fuori commercio].
refusiana
curiosità
bibliografiche
peregrinazioni
grafiche
il ‘900 italiano
caccia
al refuso
in casa
manzoni
editoria
mondadori sis
clandestina
Sergio Marchi,
Fabbri, L’uomo
libriGiovanni
a venezia
che faceva i libri, Milano, Bietti, 2011, pagg.
129, ill., € 15,00.
giallo
bibliografico
mostre
refusiana
peregrinazioni
grafiche
caccia al refuso
Per saperne di più:
editoria
La Fabbri dei Fratelli Fabbri, a cura di Carlo
Carotti e clandestina
Giacinto Andriani, Milano,
Franco Angeli, 2010, pagg. 488, € 40,00.
2
anniversari
luigi
einaudi
e editoriali
i libri
La nostra casa editrice ha in programma
quest’anno la ristampa di alcuni scritti di
rarità
Antonio D’Aroma
dedicati a Luigi Einaudi
cultura
bibliofilo, raccolti
e
pubblicati nel 1975 nel
bibliografiche
suo raro volume
Luigi Einaudi, memorie di
tipografica
famiglia e di lavoro (Roma, Ente per gli studi
monetari, archeologia
bancari e finanziari Luigi
Einaudi). Intanto la Fondazione Luigi
Einaudi di libraria
Roma,
a corredo
case
e 2 della pubblicazione delle sue opere complete, ha
prodotto, fuoriletteratura
commercio, un interessante
anniversari
cd-rom dove
è presente una sezione dedicata al rapporto
tra Einaudi e la sua biblioeditoriali
teca alla quale il grande economista dedicò
la scomparsa
uno scritto, che Biblohaus ristamperà. mg
Per saperne didi
più:enzo
sellerio
falsi letterari
Vittorio Macioce, Ecco la biblioteca liberale di
Einaudi, «Il Giornale», 17 febbraio 2012, p. 28.
copertine e latte:
avvenimenti
petrolio di ppp
editoriali
cultura
editoriale
la post@
due parole
di cantieri
un libro
biblionarrativa
e misteri
luigi einaudi
e i libri
spigolature
rarità
editoriali
Critiche quattrocentesche
bibliografiche
contro la stampa
curiosità
Ad integrazione
bibliografica di un simpatico
archeologia
libretto del nostro
collaboratore Massimo
bibliografiche
Gatta, sui mestieri
del libro2nella narralibraria
tiva e in generale in letteratura, e dove un
capitolo è dedicato alla tipografia, segnaliamo una preziosa
antologia di rari scritti
ilanniversari
‘900
quattrocenteschi
contro italiano
la stampa, riuniti
e ottimamente
commentati
da Franco
ineditoriali
casa
manzoni
Pierno, che l’editore Marsilio ha stampato,
almeno per ora, come strenna natalizia
fuori commercio. Il volumetto presenta una
falsi letterari
utile introduzione che ben chiarisce quale
mondadori
sis a
fosse il ruolo
della tipografia, soprattutto
Venezia intorno al 1470, cioè nel momento
avvenimenti
di maggior fulgore
delle stamperie tedesche
degli Spira, Giovanni e il fratello Vindelino
editoriali
(Johannes e Wendelin von Speyer), quest’ultimo artefice,
nel 1471,
della stampa della
libri
a venezia
Bibbia volgarizzata
da Nicolò Malerbi, e
la post@
il successivo avvento del celebre tipografo
di Jenson,
cantieri
francese Nicholas
la cui ascesa nella
giallo
grande ribalta veneziana venne così segnalata, nel 1469, in un passo dei diari di Marin
bibliografico
Sanudo: “A dì 18 septembrio fo scomenzà
a Veniesia a stampar libri, inventor uno
maistro Zuane de Spira todesco, et stampò
le Epistolle de Tullio et Plinio et morite. In
locho suo sucesse Nicolò Jenson, con stampare, assai danari”. E sul tipografo Vindelino, una celebre edizione di Catullo e Felice
Feliciano, il raffinato calligrafo veronese,
la scrittrice australiana Michelle Lovric ha
scritto un gustoso biblioromanzo ambientato a Venezia, The Floating Book.
gn
Stampa meretrix.
Scritti quattrocenteschi contro la
cultura
stampa, a cura di Franco Pierno con la collaborazione dieditoriale
Gianluca Vandone, Venezia,
Marsilio, 2011 [Albrizziana], edizione in 1000
copie fuori commercio, per il Natale 2011.
biblionarrativa
e misteri
spigolature
editoriali
anniversari
editoriali
curiosità
bibliografiche
cultura
tipografica
il ‘900 italiano
in casa manzoni
case e
letteratura
mondadori sis
la scomparsa
di enzo sellerio
libri a venezia
copertine e latte:
giallo
petrolio di ppp
bibliografico
due parole
mostre
un libro
refusiana
luigi einaudi
e i libri
Con la minuscola
cambia senso
Desidero segnalare un refuso apparso nel mio
peregrinazioni
articolo su Lampedusa
(«Corriere» del 4 aprile).
rarità
Accennando al suo
interesse per i poeti inglesi, scrivevo che egli grafiche
era “buon conoscitore di Donne” (il
bibliografiche
poeta John Donne).
Poiché la maiuscola è diven-
caccia
al refuso
archeologia
tata minuscola, nell’articolo si legge che Lampedusa era “buon conoscitore di donne”.
Giovanni Macchia, in «Corriere della Sera»,
5 aprile 1979, citato da Roberto Palazzi in
suo articolo del 1985 (vedi bibliografia).
Proseguendo la piccola ricognizione nel
mondo del refuso e della correzione delle
bozze, iniziata dal nostro collaboratore
Massimo Gatta sulle pagine culturali
del “Sole 24 Ore” del 24 dicembre 2011
(Come impallinare i refusi) e del 5 febbraio
2012 (La perfezione perduta del testo)
pubblichiamo un testo che Afro Somenzari, artista-scrittore-editore patafisico di
Viadana (edizioni FUOCO-fuochino), ci
ha gentilmente inviato.
ab
Decalogo sui refusi di Afro Somenzari
1. Siate gentili con i refusi
La gentilezza è grazia e leggerezza. Il tatto
impone una sorta di indifferenza rivolta agli
errori commessi da altri poiché, chi non
sbaglia congiuntivi, sbaglia per esempio
a scrivere un indirizzo, oppure scrive un
importo sbagliato su un assegno o si taglia un
dito invece di tagliare il salame. Per questo
motivo, quando incontriamo un refuso in un
libro, dobbiamo sorridere e pensare che sia
stato senza dubbio commesso involontariamente, considerare che nella vita accade di
peggio e che un refuso è meglio di niente.
2. Il rispetto dei refusi è rispetto per l’umanità
Del consorzio umano fanno parte
gruppi, nuclei, società, imperi economici.
In ognuna di queste categorie, se così
possiamo definirle, ci sono persone serie e
oneste, cialtrone e ladre, infide e peccaminose. Non per questo possiamo concludere
che l’umanità sia moralmente al capolinea.
Secondo Trampolini ci si deve comprendere e cercare di trovare accordi, insomma
il rispetto per l’altro è fondamento principe per una civile convivenza. E come
dice Cajumi, se si vuole andare d’accordo
ognuno deve mettersi una porzione di
lasagna in tasca.
3. Senza refusi un libro è zoppo
Potremmo definire il refuso un difetto? Ma se
non esiste alcun essere umano senza, come
possiamo dire che un refuso è un difetto? Un
neo al posto sbagliato, una cicatrice sul naso,
l’indice più lungo del medio, possono considerarsi difetti? Frenàsi compra libri per trovarci
refusi e quando li scova dorme tranquillo.
4. Amate i refusi senza rèmore
Quando vediamo, per esempio, in una coppia
uno squilibrio ci chiediamo come sia possibile. La donna bellissima che sposa un essere
rivoltante oppure l’uomo affascinante e gentile
che convola a nozze con una nana bitorzoluta e volgare. L’amore porta fette di mortadella sugli occhi e non c’è spiegazione logica.
Dunque perché non amare i refusi incondizionatamente?
5.Create un albo dei refusi, privo di
cartaceo e senza supporti Tecnologici
La ‘Patafisica presuppone il ritardo, la
sconfitta e il refuso quali titoli assoluti per
una sana e corretta esistenza. Carelman
fece una immagine vuota dal titolo: “coltello
senza manico al quale manca la lama”.
Buon viatico per la creazione di un albo non
cartaceo né digitale dei refusi al fine di una
più pronta e sicura disponibilità degli stessi.
Bibliografia essenziale:
6. Siate sempre alla ricerca del perfetto refuso
In ogni libro vive un refuso. Cercatelo e
tenetelo come un tesoro. Vi terrà compagnia nelle buie notti invernali come un
prete a letto, vi farà dimenticare le angosce
e vi farà ricordare i bei momenti passati a
leggere alla ricerca del perfetto refuso.
Oreste Crampolini, Curriculum
(Tripodi Editore, Parma, 2005).
7. Il refuso non è un errore
A differenza di quanto sostiene Camillo
Presbiti nel suo “Crimini contro l’umidità”
il quale afferma che il refuso è un errore, nel
libello “Gelati al piombo” Mario Dogana
asserisce che l’errore è una infrazione e si
parlerà di errore grammaticale e giammai
di refuso grammaticale, essendo, il refuso
uno scambio o spostamento di caratteri
che erroneamente viene definito errore di
stampa mentre si dovrebbe indicare come
refuso di stampa.
Enrico Baj, La Patafisica, (Abscondita,
Milano, 2009).
Edo Brùscoli, Breve storia dello sputo, (Buttafuori Editori Associati, Mho, 1973).
Matteo Cajumi, Fette di sproloqui (La Vècia,
Casaletto, 1999).
Carelman, Catalogo d’oggetti
(Mazzotta, Milano, 1978).
introvabili,
vistae
Mario Dogana, Gelati al piombo, (Gruppo
Elettrogeno Creativo, Grazzo, 2001).
Egidio Frenàsi, Sesso a manetta, (Edizioni di
sponda, Mellone, 2003).
Camillo Prèsbiti, Crimini contro l’umidità,
(Edizioni Provacitu, Frìtola, 1986).
Sergio Valniente, Croste di famiglia, (Sfollati e
Bucanieri, Soccio, 2006).
Per saperne di più:
Pompeo Bettini, Il correttore nella tipografia
moderna. Conferenza, Milano, Scuola Professionale Tipografica, 1891, rist. anastatica,
Milano, Scheiwiller, 1961 [fuori commercio].
8. Il refuso sta alla perfezione come la
poesia sta ad X
La definizione è di Sergio Valniente e
apparve sulla rivista “Croste di famiglia”
all’interno dell’ articolo che porta il titolo
sopra citato a difesa del refuso come significativa cifra di salvezza. In una coniugazione
di aree precise e aleatorie la proporzione
si avvale di una visione strumentale dei
termini cercando di confondere il lettore
su questioni assolutamente prioritarie.
9. L’individuazione di un refuso è percezione di sé stessi
Quando si scova un refuso ci si sente allegri
perché individuiamo nel refuso la parte di
noi stessi più disposta a perdonare. Il refuso
è lo specchio attraverso il quale troviamo
la condizione di essere fallaci, vuoti, aberranti, tuttavia nello scoprire ciò riandiamo
al refuso, lo vediamo e la calma riprende
spazio nella nostra anima, in fondo ad esso
ritroviamo la vera nostra natura.
Federico Cappelli, La correzione delle bozze:
consigli, Firenze, Cappelli, 1926.
10. Se non tollerate i refusi smettete di
leggere
Dopo aver elencato i suddetti punti, è
giusto ricordare che chi non accetta il
refuso come equo e giustificato aspetto
della vita, psicologicamente non accetta
sé stesso dunque andrebbe classificato nei
ranghi di umano concettualmente inferiore, se non mentalmente disturbato. E’
quindi consigliabile a coloro i quali non
ammettono i refusi, di ripudiare sé stessi e
soprattutto suggerire loro di abbandonare
la lettura, per sempre.
Antonio Baldini, L’arte di perdere il tempo,
in Id., Le scale di servizio, Milano-Napoli,
Ricciardi, 1971, pp. 26-27.
3
in casa manzoni
Giuseppe Ugo Oxilia, Tra i refusi, in Id., Nel
regno dell’errore, Chiavari, Premiata Tipografia
mondadori sis
Esposito, s.d. [ma primi del ‘900], pp. 29-41.
libri a venezia
giallo
bibliografico
mostre
due parole
un libro
luigi einaudi
e i libri
rarità
bibliografiche
“Da quando abbiamo aperto, ancora non s’è visto
e della lettura: Vanni Scheiwiller). Ebbene nei
suoi splendidi ed agili otto capitoli Raimondi
rievoca, fellinianamente, il suo rapporto comunicativo coi libri, dove la lettura diventa lettura
del mondo e dell’anima e i classici una bussola
di orientamento nei meandri dell’esistenza.
L’ultimo è dedicato, e non poteva essere diversamente, ai Libri dell’amicizia. Una vera sorpresa
questo sobrio volumetto di Raimondi soprattutto perché intensamente scritto e pensato,
con alcune foto esplicative del rapporto che
può crearsi negli anni tra il lettore e i suoi
libri. Non aggiungerei altro perché davvero
un cliente…” (© Centro APICE, Milano).
archeologia
libraria 2
La voce dei libri
refusiana
peregrinazioni
grafiche
Goffredo Bellonci, Il correttore di bozze, in Arti e
mestieri, Torino, Edizioni Radio Italiana, 1952.
Robertocaccia
Palazzi, Che al
cosa èrefuso
una prima edizione,
«Bollettino per Biblioteche», n. 30, febbraio
1985, p. 112.
George editoria
Steiner, Il correttore. Romanzo,
Milano, Garzanti, 1992, 1999, sul quale
cfr. Nuccio
Ordine, Steiner: il maestro
clandestina
italiano che correggeva il mondo. “Timpanaro ispirò il mio romanzo. Un filologo che
amava la rivoluzione”, in «Corriere della
Sera», venerdì 27 gennaio 2006, p. 55.
Stefano Bartezzaghi, Il correttore del PC non fa differenza tra Bonino e boxino, «La Stampa», 1999.
Umberto Eco, Giovanni il Battezzatore?, in
Id., La bustina di Minerva, Milano, Bompiani,
1999, pp. 273-274.
Massimo Gatta, Sul correttore di bozze.
La minuziosa professione di Pompeo Bettini,
«Charta», 47, luglio-agosto 2000, pp.
30-33 [con bibliografia].
Ilario Bertoletti, Il correttore, o dell’ombra, in
Id., Metafisica del redattore. Elementi di editoria,
Pisa, ETS, 2005, pp. 21-26.
Francesco Recami, Il correttore di bozze,
Palermo, Sellerio, 2007.
Pino Aprile, Elogio dell’errore, Milano,
Piemme, 2011.
Stefano Bartezzaghi, La battaglia infinita contro i
refusi, «la Repubblica», 27/11/2011, p. 50.
Marco Menato, La correzione delle bozze
di Paternolli (sull’opuscolo di Federico
Cappelli, 1926), «Lunarietto Giuliano
2012», Trieste, Istituto Giuliano di Storia,
Cultura e Documentazione, 2012, pp. 93-95.
4
Dal numeroanniversari
scorso di Cantieri, e per sette
appuntamenti, tratteremo un tema quanto mai
editoriali
attuale: l’archeologia
libraria. Quello di questo
numero è dedicato alla voce dei libri, cioè alla
comunicazione metalinguistica tra lettore e
libro/testo. Comunicazione massimamente
falsi letterari
emblematica di una relazione profonda e,
ancora per certi aspetti, insondata. Un tempo
era a voce alta che essa andava costruendosi,
attraverso laavvenimenti
lettura appunto a voce alta; i secoli
l’hanno poi lentamente trasformata in un
editoriali
dialogo intimo, chiaroscurale e, appunto, silenzioso. Un dialogo caratterizzato da un doppio
legame, unla
double-bounding
post@ che, almeno
coloro che intrattengono una relazione fortedi cantieri
mente connotata
con il libro/testo, ben conoscono. Capita a volte che il richiamo di un
libro verso il suo lettore naturale o ideale sia
talmente forte da essere percepito a livello,
non saprei dir meglio, quasi extrasensoriale,
un qualcosa che si percepisce, un che di lieve,
una voce soffusa che ci spinge, con serendipity, verso un luogo anziché un altro, in
una strada anziché un’altra, in una libreria
anziché un’altra, e dove incontreremo quel
particolare libro. Non si sorrida, ciò accade
molto più frequentemente di quanto si
immagini. La comunicazione bibliografica
è una delle forme paralinguistiche ancora
sconosciute e non studiate, ma che, almeno in
certi contesti, avviene. Per entrare pienamente
nello spirito di questo secondo appuntamento,
tra il paradossale e l’ironico, citerei un bellissimo libro appena giunto sugli scaffali delle
librerie, omaggio di uno dei nostri massimi
studiosi di letteratura italiana, Ezio Raimondi,
appunto alla comunicazione lettore/libro: Le
voci dei libri,
una sorta di autobiografia intelcultura
lettuale e bibliografica (parabibliofilica, non
editoriale
riconoscendosi
l’autore nello status di bibliofilo ma, almeno a detta di una sua impertinente allieva, di libridinoso, un termine che il
correttore automatico del pc non riconosce e,
biblionarrativa
sbagliando, corregge nel suo odioso opposto.
Ma anche
termine che fu coniato, molti
e unmisteri
anni fa, da un indimenticabile amico dei libri
questa lettura ci riconcilia con i dolori che il
momento postgutenberghiano che viviamo
ci infligge quotidianamente, tra banche
dati, libri e risorse elettroniche, internet e
altre diavolerie che nulla hanno a che fare
con quella splendida riflessione di Nabokov
che Raimondi, giustamente, pubblica come
esergo: “Ti prego, non violare mai le regole del
gioco, la magia dell’illusione. Coltiva l’eresia più
irragionevole, fai del miracolo la tua ragione di
vita. Credi”. Grazie, Ezio Raimondi.
mg
Ezio Raimondi, Le voci dei libri, a cura e con
uno scritto di Paolo Ferratini (L’uomo dei
libri), Bologna, il Mulino, 2012 [Intersezioni, 384], 113 p., ill., € 13,00.
Per saperne di più:
Paolo Di Stefano, “Ho incontrato Petrarca in
cucina”. Intrecci di storie, amicizie, passioni:
Ezio Raimondi racconta le voci dei suoi libri,
in «Corriere della Sera», 20 febbraio 2012.
anniversari
editoriali
Il Tornasole di Vittorio Sereni e
Niccolò Gallo: una collezione editoriale sperimentale
(1962-1968)
cultura
Quest’anno si
celebrano i 50 anni de “Il
tipografica
Tornasole”, la collezione mondadoriana
sperimentale che Vittorio Sereni fondò
e diresse insieme a Niccolò Gallo dal
1962 al 1968. Sereni fu poeta e uomo di
editoria, di collane, di sperimentazione
come, appunto, quella legata al Tornasole.
È infatti proprio nelle Collane sperimentali e nel settore della poesia che Sereni
gode di un maggiore spazio di iniziativa.
Il Tornasole, collezione di narrativa e
poesia, pur nel breve arco di vita, ebbe
l’intento di spostarsi dalla tradizione classica mondadoriana, percorrendo strade
nuove e audaci che però non portarono a un
analogo successo economico.
mg
Per saperne di più:
Il Tornasole. Collezione di letteratura diretta da
Niccolò Gallo e Vittorio Sereni, interviste a Piero
Chiara, Elio Pagliarani, Saverio Strati e
Andrea Zanzotto, Milano, Mondadori, 1962
[catalogo editoriale fuori commercio].
dei libri, 2, 2011, a cura di E. Barbieri, L.
Braida, A. Cadioli, Milano, Unicopli, 2011,
pp. 153-165.
14 marzo 1972: 40 anni fa scompariva Giangiacomo Feltrinelli
Quarant’anni fa moriva a Segrate, in circostanze tragiche e ancora oggi poco chiare,
l’editore Giangiacomo Feltrinelli. Proprio
di questi mesi è la notizia della riapertura del caso perché forse nuovi elementi
potrebbero meglio chiarire il come, e il
perché, di quella morte, sulla quale tanto si
è scritto in questi quattro decenni. Inutile
dilungarsi sulle vicende, anche personali,
dell’editore milanese, peraltro ampiamente
affrontate anni fa in un bel libro del figlio
Carlo (Senior service). Qui vogliamo semplicemente ricordare quella tragica data,
nella quale scompariva uno dei grandi
editori europei del secondo Novecento.
Lo facciamo attraverso tre opuscoli, stampati in periodi diversi, ma uniti dal medesimo desiderio di testimoniare il lavoro,
l’impegno e le idee di un intellettuale, per
quanto scomodo e contraddittorio, che
ebbe comunque il merito di realizzare il
sogno utopico di creare una casa editrice di
cultura di livello internazionale. Si ringrazia
Giovanna Millevolte per la gentile disponibilità.
mg
A 40 anni. In ricordo di Giangiacomo Feltrinelli, scritti di Inge Feltrinelli, Giangiacomo Feltrinelli, Beat Mazenauer, Rudi
Thiessen, Carlo Feltrinelli, Alberto Arbasino, Vittorio Di Giuro, Enrico Filippini,
Christian Bourgois, Nadine Gordimer,
Milano, Feltrinelli, marzo 2012 [Fuori
collana], 29 p., completamente illustrato
con foto e documenti d’epoca [booklet fuori
commercio, distribuito gratuitamente].
Antonio Barbuto, Una collana editoriale
degli anni Sessanta: Il Tornasole, in «Misure
critiche», n. 49-50, ott.-dic. 1983/gen.mar. 1984, pp. 77-86.
Gian Carlo Ferretti, Poeti e di poeti funzionario.
Il lavoro editoriale di Vittorio Sereni, Milano, Il
Saggiatore-Fondazione Arnoldo e Alberto
Mondadori, 1999.
I libri di Vittorio Sereni. I volumi della Biblioteca di
casa e il “tesoretto” della sua raccolta privata, con
uno scritto di Barbara Colli, Luino, Francesco
Nastro Editore, novembre 2007 [edizione
fuori commercio, stampata per iniziativa del
“Lions Club Luino” in occasione della donazione della biblioteca privata del poeta all’Archivio Vittorio Sereni di Luino].
Vittorio Sereni, Occasioni di lettura. Le relazioni
editoriali inedite (1948-1958), a cura di Francesca
D’Alessandro, Torino, Nino Aragno, 2011.
Andrea Gentile, La distribuzione del “Tornasole”,
collana sperimentale della Mondadori, in L’officina
Per saperne di più:
Simonetta Fiori, Il mistero del traliccio 40 anni dopo, «la
Repubblica», martedì 13 marzo, 2012, p. 57.
5
editoriale rimanda i propri lettori al link:
http://www.salernoeditrice.it/Apri_pdf.
asp?istr=depliant_SALERNO_40_psingole.pdf.
mg
Vedi anche:
Dino Messina, Salerno editore, quarant’anni
al servizio dei grandi classici, «Corriere della
Sera», giovedì 19 gennaio 2012, p. 39.
Il centenario della nascita di un
grande editore: Giulio Einaudi
(1912-2012).
cultura
editoriale
La De Donato di Bari
Dino Buzzati, quarant’anni fa la
scomparsa
Il 28 gennaio 1972, nella Clinica Madonnina di Milano, scompariva a soli 66 anni
Dino Buzzati. Non ebbe neppure il tempo
di presentare il suo ultimo, struggente
libro illustrato (suoi i 39 ex voto in esso
dipinti), I miracoli di Val Morel, che Garzanti
aveva mandato in libreria da pochissimo
(novembre 1971), con prefazione di Indro
Montanelli, la stessa ristampata in questi
giorni a corredo dell’omaggio mondadoriano (Oscar) all’autore del Deserto
dei Tartari, in occasione appunto dei 40
anni dalla morte. “Cantieri” lo ricorda
attraverso questo suo ultimo, misterioso
volume e dedica questo numero 18 alla sua
memoria e al suo lavoro letterario.
mg
Dopo il bel saggio sulla storia editoriale
e culturalebiblionarrativa
di Alberto Mondadori (di cui
Cantieri si e
è già
occupato), Luca Di Bari
misteri
ritorna al mondo dell’editoria di cultura
con un altro interessante e documentato
volume dedicato, questa volta, alla storica
casa editrice pugliese De Donato. Nelle
spigolature
pagine di Di Bari una attenta analisi storica,
ma anche politica,
del ruolo che la Donato
editoriali
ha svolto in Italia in quegli anni.
mg
curiosità
bibliografiche
il ‘900 italiano
in casa manzoni
due parole
un libro
libri a venezia
luigi einaudi
e i libri
Luca Di Bari,
I meridiani. La casa editrice De
giallo
Donato fra storia e memoria, Bari, Dedalo,
2012, 321 bibliografico
p., € 17,00.
Dino Buzzati, I miracoli di Val Morel, prefazione di Indro Montanelli, e uno scritto di
Lorenzo Viganò, Milano, Oscar Mondadori, 2012, 110 p., ill., € 13,00.
Salerno editrice: i miei primi 40 anni
Lucia Di Maio, Le prime di Buzzati, in
«Wuz», n. 6, luglio-agosto 2002, pp. 8-14.
6
Per una bibliografia degli scritti di Giulio Einaudi,
a cura di Massimo Gatta, prefazione di
copertine
e latte:
Mauro Chiabrando.
In appendice
un
dialogo con Malcolm Einaudi Humes,
petrolio
Macerata, Biblohaus,
2012. di ppp
mondadori sis
I libri di Dino, a cura di Isabella Pilo e
Riccardo Ricci, Feltre, Agorà, 2004 [catalogo della mostra di Belluno e Feltre, 2004].
Vedi anche:
Il numero 0 di Cantieri, era il 2008, si apriva
con un ricordo-ritratto di Giulio Einaudi.
Anche questo numero, a cento anni dalla
nascita del grande
editore, lo ricorda attraanniversari
verso due interessanti iniziative editoriali:
la bibliografiaeditoriali
dei suoi scritti, curata dal
nostro collaboratore Massimo Gatta, che è
stata stampata, oltre che nella edizione in
commercio, anche in una tiratura limitata
cultura
a 15 copie, in occasione
della serata Caro
Giulio al Teatrotipografica
Carignano di Torino (27
febbraio 2012). L’altra è un ritratto-ricordo
dell’editore firmato da Walter Barberis, che
l’Einaudi ha stampato fuori commercio in
tiratura limitata, con grafica di copertina
case e
identica a quella della collana nata nel
1966 e dedicata
appunto alle strenne non
letteratura
venali (anche a questa poco nota collana
einaudiana è stato dedicato un saggio
bibliografico, pubblicato da Biblohaus nel
la scomparsa
2011). Si ringrazia
il fondo bibliografico di
Cantieri e Paola
Novarese
casa editrice
di enzodellasellerio
Einaudi.
md
mostre
Quaranta candeline per la prestigiosa
casa editrice di cultura Salerno, diretta
da Enrico Malato. “Cantieri” augura alla
casa editrice romana altri 40 anni di attirefusiana
vità e per saperne di più sulla sua storia
rarità
bibliografiche
archeologia
libraria 2
anniversari
editoriali
Walter Barberis, Giulio Einaudi. Un
ricordo, Torino, Einaudi, 2012 [ma il
finito di stampare è dicembre 2011],
29 p. [edizione in 1000 esemplari
numerati fuori commercio; sono stati
stampati, inoltre, 1000 esemplari non
numerati destinati ai librai].
prezzo. Le edizioni Salani (1862-1986), Milano,
Franco Angeli, 2011, 576 p., € 45 [Studi e
ricerche di storia dell’editoria, 1615.47].
e bella pubblicazione ripercorre la storia
e la specifica tipologia bibliografica del
Fondo, illustrandone la qualità e la rarità.
“Cantieri” continuerà anche nei prossimi numeri a seguire e testimoniare, con
sempre rinnovato interesse, l’attività anche
editoriale del Centro Apice di Milano, tra i
maggiori a livello internazionale per quantità
e qualità dei documenti conservati. md
Edoardo Esposito, Spigolature poetico-editoriali
nella collezione ‘900 Sergio Reggi, in Collezionismo
librario e biblioteche d’autore. Viaggio negli archivi
culturali, a cura di Lodovica Braida e Alberto
Cadioli, Milano, Skira, 2011 [Quaderni di
Apice, 5], pp. 42-57.
I 150 anni della casa editrice Salani
(1862-2012)
Compie un secolo e mezzo la storica
casa editrice fiorentina fondata nel 1862
da Adriano Salani. Si ringrazia il fondo
bibliografico di Cantieri per i volumi messi
a disposizione.
mg
Per saperne di più:
Alberto Cadioli, Il Fondo Reggi all’Apice, in
“WUZ”, n. 10, dicembre 2003, pp. 56-60.
Lodovica Braida, I ragazzi di Reggi agli archivi di Apice,
in “WUZ”, n. 2, marzo-aprile 2004, pp. 47-51.
Fondo Reggi, Milano, Centro Apice, s.d., 14
p., ill. [opuscolo fuori commercio].
Trent’anni fa scompariva Ugo Mursia,
conradiano doc
Piero Boitani, Salerno per i posteri, «Il Sole 24
Ore-Domenica», 26 febbraio 2012.
Per saperne di più:
Eleonora Isella, Pagine a spilli. “Gl’Istrici”
di Salani, in Una collana tira l’altra. Dodici
esperienze editoriali, presentazione di Anna
Longoni, Pavia, Edizioni Santa Caterina,
2009, pp. 91-97.
Ada Gigli Marchetti, Libri buoni e a buon
Per ricordare l’impegno e il lavoro editoriale di Ugo Mursia si riproduce la copertina del catalogo della sua prestigiosa collezione conradiana. Ci è sembrato il modo
migliore per ricordare questo grande uomo
di libri e di editoria.
mg
I 10 anni del Fondo Sergio Reggi al
Centro Apice di Milano.
Compleanno in casa Apice (Archivi della
Parola, dell’Immagine e della Comunicazione Editoriale): compie 10 anni il Fondo
Reggi, acquisito appunto dal grande collezionista e attore Sergio Reggi. Una recente
7
Flavio Fagnani (a cura di), Catalogo della collezione
conradiana di Ugo Mursia donata da Giancarla Mursia
alla Biblioteca del Centro studi conradiani dell’Università
di Pisa, Milano, Mursia, 1984, 92 p.
biblionarrativa
e misteri
delle sue pregiate edizioni milanesi. Il
nostro periodico ha già incontrato Valentino Bompiani nel numero 6 e sicuramente
lo incontrerà
di nuovo in futuro, perché
spigolature
crediamo necessario mantenere viva la
memoria editoriali
del suo enorme lavoro editoriale
e del suo impegno letterario. Si ringrazia
Mauro Chiabrando per i 2 biglietti
“omaggio dell’editore” riprodotti.
mg
curiosità
Valentinobibliografiche
Bompiani, Vari tipi di editore, con
una nota di Paolo De Benedetti, Milano,
Henry Beyle, 2012, 25 p., € 25,00 [stampato in 575 copie numerate].
il ‘900 italiano
in casa manzoni
mondadori sis
Per saperne di più:
Mino Milani, Mursia, il gusto dell’avventura, «Corriere
della Sera», venerdì 20 gennaio 2012, p. 47.
A vent’anni dalla scomparsa di
Valentino Bompiani
Vent’anni fa scompariva uno degli ultimi,
grandi editori di cultura del nostro Novecento: Valentino Bompiani. Inutile dilungarsi in questa sede sulla figura e l’opera
di questo gentiluomo dell’editoria italiana,
scrittore egli stesso, e sul quale tanto si è
scritto in questi anni. Lo ricordiamo semplicemente, come forse avrebbe gradito, attraverso le immagini di qualche suo libro, tra i
quali ci piace segnalare un estratto dal suo Il
mestiere dell’editore (1988), che V. C. ha elegantemente ristampato come numero 13 della
“Piccola biblioteca degli oggetti letterari”
libri a venezia
cultura
tipografica
case e
letteratura
la scomparsa
di enzo sellerio
L’altra metà della storica e raffinata
casa editrice palermitana
È scomparso
il 22 febbraio e
2012
il fotocopertine
latte:
grafo, editore e intellettuale siciliano Enzo
petrolio
ppp ha
Sellerio che,
con Elviradi
Giorgianni
fondato la storica casa editrice palermitana
Sellerio. In seguito Enzo Sellerio ha creato
una propria casa editrice, sempre col suo
due parole
nome, specializzata
in volumi di immagini,
di grafica, d’arte e di fotografia. Era sempre
un libro
rimasto legato ad Elvira Giorgianni anche
dopo la loro separazione, continuando ad
essere una presenza centrale sia per la casa
einaudi
editrice cheluigi
per l’intera
cultura siciliana e
nazionale.
mg
e i libri
Per saperne di più:
giallo
bibliografico
mostre
refusiana
peregrinazioni
grafiche
Enzo Sellerio fotografo ed editore, a cura di
rarità
Roberta Valtorta, testi di M. Collura, V.
Consolo, D.bibliografiche
Mormorio, F. Ritchin, V. Scheiwiller, E. Sellerio, M. Spadaro, R. Valtorta,
K. Wagenbach, Caselle di Sommacampagna, Cierre,
1991 [catalogo della mostra
archeologia
di Verona, Casa di Giulietta,16 maggio-16
libraria
cultura 2
giugno 1991].
editoriale
anniversari
editoriali
biblionarrativa
e misteri
falsi letterari
caccia al refuso
spigolature
avvenimenti
editoriali
editoriali
editoria
clandestina
la
post@
curiosità
di
cantieri
bibliografiche
Una curiosità bibliografica italiana
dell’800
Con le sue poche, scarne paginette è forse
il ‘900 italiano
da considerarsi l’incunabolo italiano di
questo genere
tra biblioinletterario,
casasospeso
manzoni
grafia e bibliomania: le curiosità bibliografiche, di cui la Francia è stata, ed è tuttora,
la capitale indiscussa (con autori del calibro
di Ludovic Lalanne, Charles Nodier,
mondadori sis
Octave Uzanne, Anatole France, Charles
8
Asselineau, Paul Lacroix (Bibliophile
Jacob), Pierre Louÿs). Parliamo dell’opuscolo che Luigi Arrigoni stampa a Milano,
probabilmente a proprie spese, nel 1883
presso lo stabilimento tipografico di G. Civelli.
Il titolo, che sarà alla base delle tante, successive
iniziative analoghe, è infatti Curiosità bibliografiche,
che ricalca quello di uno dei primi libri
sull’argomento, le Curiositès bibliographique di
Ludovic
Lalanne,
pubblicate
in
sentante di un colto milieu bibliofilo milanese tardo ottocentesco, dedicherà nel
1905 un bel ricordo Mattia Butturini, in
occasione dell’anniversario della morte
(edito a Salò da P. Veludari). L’opuscolo di
Arrigoni si sofferma all’inizio sulla perdita
(già all’epoca!) di colti e raffinati bibliofili
(cita come esempio il marchese G. D’Adda),
con la relativa cattiva sorte toccata a
sontuose biblioteche private, svendute a
peso di carta da eredi spesso ignoranti. Si
cultura
dilunga, infine,
su un prezioso e inedito
inventario di
libri
(di sua proprietà), risaeditoriale
lente al principio del Cinquecento (per la
precisione stilato il 28 ottobre 1535 da una
non meglio identificata Madonna Fiammetta di S. biblionarrativa
Girolamo Griselli, volumi “[…]
messi in uno chassone della loro chasa per
misteri
ora a miza e
schala”).
Intanto la nostra casa
editrice pubblicherà quest’anno la traduzione italiana del volume di Lalanne, ad
opera di Stelio Gusmatti, già uscita nel
1995 ma a spigolature
circolazione molto limitata e
fuori commercio, ad opera dell’Associaeditoriali
zione Bibliofili Bresciani. Ci è sembrato
giusto offrire così a un più vasto pubblico
di lettori un volume che già Francesco
Lumachi, il curiosità
libraio-editore-bibliofilo fiorentino che di queste cose se ne intendeva, nel
lontano 1907bibliografiche
definiva la migliore opera sull’argomento per la quantità e ricchezza delle
informazioni bibliografiche contenute. md
Per saperne di più:
il ‘900 italiano
Massimo cultura
Gatta, Bricciche librarie. Le raccolte
di curiosità bibliografiche
tra amor
di libro e biblioin casa
manzoni
editoriale
mania, in «Charta», n.120, maggio-giugno
2012 [di prossima pubblicazione].
biblionarrativa
mondadori sis
e misteri
Una storica Collana della Mondadori tra vecchio e nuovo: Scrittori
italiani e stranieri
libri
venezia
Non conosco spigolature
lettura piùa
facile,
attraente, più dolce di
quella di un catalogo.
editorialiAnatole France
prima edizione a Parigi nel 1845 presso il
libraio-editore Paulin. La plaquette di Arrigoni riporta come esergo una frase di
Montaigne: “Un libro è un amico che non
cambia mai”. Arrigoni (che scomparirà tre
anni dopo) è un raffinato bibliofilo-antiquario milanese e questo suo divertissément, stampato sibi et amicorum, costituisce in assoluto uno dei primi esempi
italiani di quella letteratura di curiosità
bibliografiche legate al mondo del libro,
che solo nel corso del primo Novecento
troverà anche nel nostro Paese un più
ampio, per quanto limitato agli ambienti
bibliofili, sviluppo. Ad Arrigoni, rappre-
Io non saprei trovare niuna lettura più facile, più
attraente, piùgiallo
dolce di quella di un catalogo: a che
non si vuol soggiungere altro se non che bisogna
bibliografico
curiosità
saperla fare,
codesta lettura. Renato Serra,
1910 (citato
da Franchini a pag. VII del
bibliografiche
volume sulla SIS).
mostre
La celebre Collana mondadoriana “Sis”
nasce nel fatidico 1968, ma nel primo anno
essa è ancora
un ibrido,
divisa com’era tra
il ‘900
italiano
saggistica e narrativa. I primi titoli di luglio,
in
casa
infatti, risentono
in pienomanzoni
del clima di quegli
refusiana
anni: Il primo cerchio di Solzenicyn e I giorni
del dissenso di Giorgio Cesarano, ai quali
seguirà Perché siamo nel Vietnam? di Norman
Mailer. Solo
l’anno successivosis
avverrà la
mondadori
peregrinazioni
scissione tra i “Saggi” e gli “Scrittori italiani
grafiche
e stranieri”,
appunto la “Sis”. Concepita da Vittorio Sereni, al quale si deve
caccia
al refuso
libri
a venezia
peraltro anche un’altra celebre Collana
della Mondadori come “Il Tornasole”
(diretta insieme a Niccolò Gallo a partire
dal 1962), la “Sis” verrà gestita alla fine
degli anni Settanta da Alcide Paolini per la
parte italiana, e da Giancarlo Bonacina per
quella straniera. Nel 1999, con l’istituzione
della direzione Editoria letteraria, affidata
a Renata Colorni che con Luigi Sponzilli
sono gli editor della narrativa straniera,
mentre Antonio Franchini lo è di quella
italiana. Perciòanniversari
è in tale data che possiamo
stabilire la nascita
ufficiale della nuova
editoriali
cultura
tipografica
case e
letteratura
la scomparsa
di enzo sellerio
copertine e latte:
anniversari
“Sis”, e della quale il volume che presenpetrolio
di ppp
tiamo rappresenta
una sorta di catalogo
editoriali
con la presenza, oltre dell’ottimo saggio
introduttivo di Franchini, di una serie di incipit di
celebri romanzi pubblicati nella collana. mg
due parole
cultura
Scrittori italiani e stranieri 1999-2011, introun libro
tipografica
duzione di Antonio
Franchini (Scrittori
italiani e stranieri. La Sis), Milano, Mondadori, 2012 [edizione fuori commercio].
luigi einaudi
case
e
e i libri
letteratura
Memoria delle
case, case della
rarità
memoria e della letteratura
labibliografiche
scomparsa
[…] E in un certo
senso,
sacralizzando quella casa,
andando a intervistarla,
propriosellerio
con il taccuino in
di enzo
mano e la macchina
fotografica
[…],
decretare –
archeologia
in un modo che ha a che fare con una mia infantile
testardaggine – libraria
la sopravvivenza 2
della letteratura,
della sua carnecopertine
e delle sue pagine. e latte:
Pier Vittorio Tondelli (1990)
anniversari
petrolio
di ppp
Volutamente e massimamente eterogenei
editoriali
per scrittura, intenti ed esiti letterari, i
libri che abbiamo scelto, peraltro solo una
due
parole
piccola parte
dei tanti
di analogo argomento pubblicati
nel corso
falsi
letterari
un libro degli anni, sono
però legati da un filo rosso: il ricordo, l’importanza e il rispetto che bisogna avere per
avvenimenti
luigi
einaudi
9
i luoghi familiari, esistenziali e culturali
(e letterari), dove la casa diventa appunto
l’asse portante di tali riflessioni. Sono tutte,
in fondo, piccole autobiografie intellettuali
ed esistenziali, dove gli interlocutori privilegiati sono i luoghi abitati e vissuti intensamente. Stanze e ambienti, persone, giardini
e piscine, ricordi, alberi e colori, profumi,
tutto contribuisce a definire meglio un
rapporto durato decenni, nel quale si è
come sedimentata e stemperata la nostra
stessa coscienza, il nostro essere quello che
siamo, la nostra sensibilità. Luoghi lasciati
poi improvvisamente deserti, abbandonati,
vuoti della nostra presenza o dei nostri
familiari, ma che ancora sono là a chiederci
di essere riconosciuti, ricordati, raccontati.
Una testimonianza preziosa di una relazione indissolubile tra uomini, luoghi e idee.
Si ringrazia il fondo bibliografico di Cantieri
per i volumi messi a disposizione.
om
John Soane, Per una storia della mia casa. Primo abbozzo,
a cura di Caroline Patey, Palermo, Sellerio, 2010.
Pier Vittorio Tondelli, Viaggio a Grasse,
«Panta», n.1, Milano, Bompiani, 1990, pp.
135-157 [con foto in b.n scattate dall’autore
ai luoghi dell’ultima dimora dello scrittore
Frederic Prokosch, a Grasse, Francia].
Giampiero Mughini, La mia generazione. Le idee,
i personaggi, i sogni di una casa a Trinità dei Pellegrini,
Milano, Mondadori, 2002 [con foto a colori].
Giosetta Fioroni, Dossier Vado. Ricordi figurativi della casa di Cesare Garboli, Mantova,
Maurizio Corraini Editore, 1993 [con
disegni dell’autrice].
Carlo Verdone, La casa sopra i portici, a cura
di Fabio Maiello, Milano, Bompiani, 2012
[con foto a colori].
Erica Lennard, Case di scrittori, prologo di
Marguerite Duras, fotografie di Erica
Lennard, testi di Francesca Premoli-Droulers, Milano, Tecniche Nuove, 1995 [completamente illustrato con foto a colori].
Dante Isella, La casa della memoria, con tre
dipinti di Mario Vellani Marchi e uno
scritto di Andrea Kerbaker, Milano, Lucini
libri, 2008 [stampato fuori commercio
in occasione del Premio Bagutta 2008,
nessun esemplare presente in biblioteche
pubbliche italiane].
Giovanni Comisso, La mia casa, Milano, Henry
Beyle, 2011, [Piccola biblioteca dei luoghi letterari, III], stampato in 500 esemplari numerati.
Mario Praz, La casa della vita, Milano,
Mondadori, 1958 [ ]con illustrazioni.
Giovanni Spadolini, Il capanno di Pian dei Giullari. Frammenti fiorentini dell’età favolosa, Firenze,
Fondazione Nuova Antologia, 1991 [stampato in 500 esemplari fuori commercio, copia
con dedica autografa di Spadolini].
10
Riccardo Blumer, Casa Isella, con uno
scritto di Dante Isella (La casa della memoria),
Bologna, Compositori, 2005 [Si tratta del
testo con il quale Isella ha inaugurato il
restauro architettonico della casa paterna
di Varese, dove il grande filologo è nato.
Con foto in b.n.].
i
copertine e latte:
petrolio di ppp
Il progetto di uno dei libri più inquietanti
e misteriosi del nostro secondo Novecento
nacque giusto
40 anni
fa (e giusto 20 anni
due
parole
ci separano dalla prima edizione in volume
unelibro
targata Einaudi
90 dalla nascita dell’autore), un giorno tra la primavera e l’estate
del 1972, “suggerito” – come ci ricorda
Emanuele Trevi nel bellissimo libro che gli
luigi einaudi
ha appena dedicato – “dalla lettura casuale
di quella parola,
e i petrolio,
libri su un articolo di
giornale. In “nemmeno un’ora” Pasolini
aveva buttato giù uno schema, l’architettura di unararità
storia. Non sarebbe del tutto
rimasto fedele a questa scaletta, ma l’essenbibliografiche
ziale è già lì, in quel singolo foglio”. Ma
come entrare dentro a questo oggetto misterioso, si chiede Trevi, come “appropriarsi
archeologia
della chiave del suo codice?”. E qui Trevi
compie un libraria
perfetto, e per2noi bibliografi
essenziale, salto mortale citando Hitchcock
il quale, volendo mettere un particolare
anniversari
accento drammatico
su un oggetto in
fondo banale come un bicchiere di latte
editoriali
(avvelenato) ci mise dentro una lampadina accesa. Lasciamo Trevi proseguire in
questa sua elegante analisi grafico-editoriale: “Saràfalsi
stato perletterari
il bianco della copertina, ma l’edizione Einaudi di Petrolio mi
faceva venire in mente il famoso bicchiere
di latte di Hitchcock. Come questo assomiavvenimenti
gliava a infiniti
altri bicchieri, così Petrolio,
per molti versi,
apparteneva a un insieme
cultura
editoriali
ben riconoscibile di libri: era un’opera del
editoriale
tardo Novecento,
un perfetto esemplare di
un’epoca irripetibile
di libertà e ricerca in
la post@
tutti i campi dell’arte”. La grafica immacodi cantieri
lata dello Struzzo
einaudiano, il suo bianco
biblionarrativa
assoluto, che come un mantra ritorna in
e misteri
tante sue Collane,
è stata, al pari di tanta
ricerca nel nostro Novecento, uno degli
esiti maggiori di quella libertà ispirata che
proprio l’Einaudi, nata in pieno fascismo,
perseguì e raggiunse.
Invece la Mondaspigolature
dori, paradossalmente e quasi a cancellare
quanto fin editoriali
qui scritto, nella sua recente
ristampa negli Oscar ha pensato bene (cioè
malissimo) di allagare il tutto in un nero
esiziale (il petrolio?), esattamente all’opcuriosità
posto di quanto, giusto vent’anni dopo
quel primo bibliografiche
progetto pasoliniano, l’Einaudi
progettava pubblicando la prima, elegantissima, edizione del libro.
ab
il ‘900 italiano
in casa manzoni
Parafrasando lo storico film di Sergej
Michajlovič Ėjzenštejn, diciamo che la
corazzata Pontremoli, con al comando
Lucia Di Maio,
donna di raffinata
mondadori
sisintelligenza e cultura, risalendo i navigli ha
ormeggiato nei pressi di Casa del Manzoni,
allestendovi una magnifica mostra bibliografica interamente dedicata a quel nostro
Novecento letterario, spesso bistrattato e
che sarà anche l’argomento del prossimo
libro di Giampiero Mughini il quale, per
questa occasione, firma un bel discorso nel
catalogo realizzato per l’occasione, interamente a colori. Ad arricchire ulteriormente
il già ampio parterre di stelle in prima
edizione troviamo il manoscritto autografo
del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa.
Che dire? Negli stessi giorni a pochi passi
da Casa del Manzoni la stessa libreria milanese proponeva, nell’ambito della XXIII°
Mostra del Libro Antico un catalogo di
141 preziosità, con alcune opere di notevole rarità come, tra gli altri, L’albero poeta di
G. Ballo e L. Fontana (1966), Il guanciale di
L. Bartolini (1924), La Tiranna di Policoro di
G. D’Annunzio (1892), la raccolta completa
del Selvaggio di M. Maccari, e così via.
Tornando alla mostra in Casa del Manzoni
ci è sembrato un ottimo accostamento e
anche una magnifica occasione per ammirare tutta una serie di rarissime prime
edizioni del nostro Novecento, difficilmente
osservabili altrove.
Pier Paolo Pasolini, Petrolio,
Einaudi, 1992 [Supercoralli].
Torino,
anniversari
editoriali
cultura
tipografica
Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, Milano,
Ponte alle Grazie, 2012, 246 p., € 16,80.
case e
letteratura
In tempi come gli attuali dove da troppe
parti si gufeggia, spesso a sproposito, sul
declino del cartaceo, questa mostra della
la scomparsa
corazzata Pontremoli ci riconcilia con
il nostro passato
e con la sellerio
passione, mai
di enzo
spenta, verso quella che Eco, con magica
espressione, chiamò la memoria vegetale. kb
Il Novecento. Cento libri e un Manoscritto. Percorsi
e latte:
di prime edizionicopertine
con Il Gattopardo autografo,
una
nota di Angelo Stella, un discorso di Giampetrolio di ppp
piero Mughini e contrappunti semiseri di
Andrea Kerbaker, Milano, Libreria antiquaria Pontremoli, 2012 [catalogo della
mostra, Milano,
Casaparole
del Manzoni, 14-18
due
marzo 2012].
un libro
Per la vicenda legata a Petrolio si rimanda
a Michelle Delattes, Libri introvabili, in
«Cantieri», n. 8, 2010, pp. 3-4, a Luigi
Mascheroni, Tra il giallo e il noir, e infatti è l’oro
nero. Come e perché le pagine di PPP sono tornate
al centro della bufera, in «la Biblioteca di via
Senato», n. 3, marzo 2010, pp. 12-17,
a Paolo Di Stefano, “Petrolio”. Il mistero in
mostra, in «Corriere della Sera», 12.3.2010
e infine a Pier Paolo Pasolini, Petrolio, a cura
di Silvia De Laude, con una nota filologica di Aurelio Roncaglia, Milano, Oscar
Mondadori, 2005.
Sul “bianco Einaudi” cfr. anche l’eccellente
Marco Belpoliti, Libri bianchi dal vuoto al
pieno, in «Alias - Il Manifesto», 20.06.1998,
ora in Id., Diario dell’occhio, contributi di Italo
Lupi e Mario Barenghi, Firenze, Casa Editrice
Le Lettere, 2008, pp. 12-13.
11
e i libri
giallo
bibliografico
E tre. Alla saga del cimitero dei libri perduti di
Barcellona si aggiunge un altro denso capitolo.
Carlos Ruizmostre
Zafon, insomma, colpisce ancora.
Il prigioniero del cielo (2011, in Italia Mondadori
2012) è romanzo di passaggio tra i primi due
(L’ombra del vento del 2002, Il gioco dell’angelo del
2008) e il quarto (o comunque quelli che
verranno: refusiana
potrebbero essere di più…) e
congiunge storie tra loro diverse ma inesorabilmente intrecciate. Milioni di copie vendute,
schiere di fan in tutto il mondo, incontri e
peregrinazioni
presentazioni
dei suoi libri, anche da noi in
Italia, con pubblico
sognante. Questo successo
grafiche
planetario è frutto – come ben sanno gli affezionati lettori di questa rubrichetta – della sapiente
miscela di diversi ingredienti: mistero, innanzi
caccia
tutto, ma anche
moltissimial
librirefuso
e librerie, depositi nascosti di volumi abbandonati, omicidi,
passioni amorose romantiche e infelici, una
Barcellona magica
da sfondo. Il tutto abilmente
editoria
maneggiato in una trama da autentico feulclandestina
lieton ottocentesco
rivisitato. Anche in quest’ultimo capitolo tutto ruota attorno alla ormai
“mitica” libreria Sampere, ove nel 1957, alla
vigilia di Natale, un misterioso individuo cerca
una preziosa edizione del Conte di Montecristo: si
noti la scelta – certo non casuale – del volume,
sontuoso esponente proprio del genere feullieton con tutti gli ingredienti giusti (mistero,
prigione, amore, morte, vendetta). La vicenda si
snoda poi, con continui flashback a ritroso, nelle
carceri franchiste, tra scrittori falliti ed artisti
misconosciuti, atroci torture e amicizie imperiture, ma anche attraverso una dolorosa vicenda
familiare che ricollega tutte le storie tra loro: la
morte della madre del protagonista, Isabella. La
vendetta già si intravede. Ma l’incastro delle
vicende è complesso, rimanda inevitabilmente
ai due libri precedenti (e chi non li ha letti, o non
li ricorda, rischia di non capire nulla della storia):
in carcere, ad esempio, uno scrittore detenuto
12
e ricattato scrive proprio un romanzo sul gioco
raritàlibro di Zafon. In
dell’angelo, precedente
quest’ultimo, irrompono
dunque anche la polibibliografiche
tica, le persecuzioni, le fughe. Il libro è, come
sempre, godibilissimo. L’intreccio con Dumas,
palese. D’altro archeologia
canto, anche l’imperdibile (e,
secondo me, superiore) Club Dumas (1993) di
libraria
Arturo Perez Reverte
era tutto2giocato, come
sulle montagne russe, tra realtà e finzione attraverso la saga di D’Artagnan. Per esprimere un
anniversari
giudizio complessivo,
occorrerà attendere il
finale, nel quale tutti
i
fili
lasciati in sospeso si rianeditoriali
noderanno: Zafon è un mago delle trame. od
Solo nell’Ottocento, in un clima di profonda
“diffidenza” per tutto ciò che non rimandava alla grande stagione tre-quattrocentesca,
Non solo Gotico. Il primo repertorio del
falsi letterari
Seicento senese
Marco Ciampolini, “Pittori senesi del Seicento”,
prefazione di Peter
Anselm Riedl, Siena, Nuova
avvenimenti
Immagine editrice, 2010 (ma 2012).
editoriali
Non uno, ma ben tre preziosi volumi, di grande
formato, raccolti in un elegante cofanetto:
un’opera a dir la
pocopost@
monumentale, che non
sarebbe stata possibile senza il finanziamento
diMonte
cantieri
della Fondazione
dei Paschi di Siena,
da sempre attenta al settore culturale e ad eventuali proposte editoriali, purché di valore. Un
plauso, oltre che all’ente promotore – l’Amministrazione Provinciale di Siena – spetta
all’editore, Laura Neri (Nuova Immagine),
per la sensibilità ed il coraggio con i quali ha
accolto l’idea di inoltrarsi in una simile, titanica
impresa. Frutto di una accurata, articolata e
sistematica ricerca più che trentennale (che ha
reso Marco Ciampolini tra i massimi esperti del
periodo in questione a livello internazionale) e
di ben dodici anni di gestazione, “Pittori senesi
del Seicento” nasce dalla consapevolezza della
mancanza di una giusta considerazione critica
della pittura senese del XVII secolo, trascurata
a favore dei più celebri capolavori del Gotico
e del Rinascimento. Su ciò avrà certamente
pesato la visione non corretta – oggi possiamo
dirlo – di un’epoca di “decadenza”, anche
culturale e quindi artistica, che sarebbe principiata a seguito della perdita di indipendenza
politica da parte di Siena (in quel 1555, data
rimossa freudianamente dalla memoria civica
dei senesi). La diffusa etichetta “Siena gotica”,
per quanto indichi il periodo di massimo
splendore per l’arte locale, è da tempo riconosciuta come riduttiva, in quanto, in realtà,
sia il Cinquecento che il Seicento sono stati
periodi assai ricchi di testimonianze artistiche,
ugualmente importanti per lo sviluppo dell’arte
successiva. Un “torto” storico (Ciampolini nella
sua introduzione parla di: «declassamento»,
«persecuzione», «confinamento» della produzione successiva al primo Cinquecento), quindi,
che potremmo far risalire al 1681, quando
Filippo Baldinucci iniziò a pubblicare i sei
volumi delle “Notizie de’ professori del disegno
da Cimabue in qua” (tre usciranno postumi):
in esse, che rappresentano una sorta di continuazione delle “Vite” del Vasari, neppure un
riferimento agli artisti senesi del secolo XVII.
grazie agli impressionanti “scavi” archivistici
condotti dagli eruditi – uno su tutti: Ettore
Romagnoli – alcuni di quei nomi sono riemersi
dall’oblio. Per poi arrivare al 1987, un anno di
svolta, in cui nel senese Palazzo Chigi Saracini
fu organizzata dal compianto Fabio Bisogni e
dallo stesso Ciampolini (suo giovane allievo) la
mostra dal titolo: “Bernardino Mei e la pittura
barocca a Siena”. Da quel momento la produzione artistica senese del Seicento viene vista
con altri occhi, si moltiplicano le attenzioni
da parte degli studiosi, che, però, affrontano
sostanzialmente gruppi di opere o singoli artisti:
un “pulviscolo” di seri contributi specialistici e
di eccellenti indagini di natura monografica.
«Coltivare un orticello o un piccolo podere
è più facile e meno rischioso che tenere a
coltura un terreno di vasta estensione», è risaputo; ed ecco che arriviamo al grande merito
di Marco Ciampolini: aver fornito con questi
suoi tre volumi – apice degli sforzi scientifici di
una vita – un mezzo di ricognizione del patrimonio conoscitivo esistente, una panoramica
di carattere enciclopedico che, nonostante sia
appena uscita, è già considerata dagli specialisti
una vera e propria pietra miliare per completezza e profondità di analisi. “Pittori senesi
del Seicento”, infatti, costituirà un riferimento
obbligato per gli studi avvenire, uno strumento
essenziale per la conoscenza, per una migliore
comprensione e per l’approfondimento verso
questo periodo della storia artistica. Assai più
eloquenti di tante parole appariranno un po’
di numeri: 1245 pagine complessive con 566
tavole a colori fuori testo; oltre 15.000 dipinti
catalogati, più di 1.000 disegni e 600 incisioni
schedati. Ben 57 monografie, tante quanti sono
gli artisti trattati (disposte in ordine alfabetico, da
Antonio Angelini a Stefano Volpi), strutturate
in: ricostruzione del profilo biografico-familiare
e artistico degli artisti senesi (per nascita o per
attività), cronologia, catalogo delle opere e degli
eventuali disegni preparatori, elenco delle riproduzioni ad incisione, registro delle opere perdute
o non rintracciate. Si fa presente che oltre alle
consuete notizie tecniche, documentarie e ai
riferimenti bibliografici vi sono ulteriori voci
che segnalano le eventuali copie e le riproduzioni a stampa. Occorre aggiungere, inoltre,
che l’ope ra è corredata da quelli che in gergo
sono chiamati “apparati”, imponenti anch’essi,
in linea col contesto: indice dei nomi, dei luoghi,
dei disegni, dei soggetti – dunque iconografico
– e degli stemmi; una vastissima bibliografia a
partire dall’anno 1582; tutti, utili strumenti che
favoriscono la consultazione, per rendere subito
rintracciabili le notizie contenute. Al termine
del terzo tomo, poi, la presenza dell’addenda
permette di capire che un’opera non sarà mai
definitivamente completa. Accanto ai maestri
di più alto “lignaggio” come i caravaggeschi
Francesco Rustici, Rutilio Manetti o al barocco
Bernardino Mei, e agli altri pur conosciuti
(Francesco Vanni, Ventura Salimbeni, Astolfo
Petrazzi, Raffaello Vanni, Niccolò Tornioli),
emergono artisti indubbiamente “minori” in
tutti i sensi: finora pressoché sconosciuti o scomparsi dalla memoria, ma proprio per questo
non indegni di notizia, pur sempre portatori di
un contributo a un momento di civiltà. E il loro
numero sarebbe stato ancor più consistente,
rispetto ai 57 censiti, se non fossero mancate
per alcuni maestri opere certe e notizie storiche
attendibili. Un lavoro documentato di vastissima estensione, insomma, che permette di
consacrare definitivamente anche la pittura
senese del XVII secolo come una “scuola”
autonoma (insieme con quelle fiorentina e
romana, degna di tale nome nell’Italia centrale),
con specifici caratteri di originalità e individualità rispetto alle scuole viciniori, composta da un
nutrito stuolo di personalità, di riferimento non
solo per l’arte locale, magari divenute collaboratrici di grandi artisti (ad esempio Bernini
nel caso di Raffaello Vanni). Siena, è certo, in
base alla convincente opinione di Ciampolini,
a quest’altezza cronologica non rimase chiusa
in un circolo ristretto, né la sua espressione artistica fu provinciale.
Anzi, l’arte senese, diffusa
cultura
capillarmente nel proprio territorio, si innestò
in altre terre,editoriale
condizionando perfino una fase
della pittura del luogo. Ma questa è un’altra
storia.
db
biblionarrativa
e misteri
Il celebre Codice Voynich (MS 408), coi
suoi intrighi secolari, torna all’attenzione del
lettore questa volta sotto forma di romanzo.
spigolature
Non è la prima
volta, per la verità, che il
manoscritto cifrato
conservato a Yale entra in
editoriali
pagine narrative, già in passato Cantieri si è
occupato dell’argomento. Questa volta tocca
ad Aldo P. Gritti, nel suo intrigante I custodi
della pergamenacuriosità
proibita, ambientare il suo giallo
internazionale dalle parti di Yale dove appunto
bibliografiche
risiede da molti
anni l’enigmatico manoscritto miniato su pergamena. Ma di cosa
parla il romanzo? Laura Guerrini, studiosa di
enigmi danteschi, viene decapitata nella sua
il ‘900 italiano
in casa manzoni
stanza d’albergo a Firenze. Arthur Godfrey,
libraio antiquario a Londra, muore strangolato nel suo
letto. Alla Yale University viene
cultura
trovato il cadavere dello studente di biologia
editoriale
Alex Bradford,
avvolto nelle lenzuola come
una mummia. Tutte e tre le vittime stavano
studiando il manoscritto quattrocentesco,
acquistato nel 1912 dal libraio polacco Wilfrid
Voynich biblionarrativa
e da sempre circondato dal mistero.
Scritto ineuna
lingua indecifrabile, da cento
misteri
anni chiunque lo abbia avuto tra le mani è
andato incontro a una morte violenta. Segreti
sconvolgenti sono nascosti tra quelle pagine, e
cultura
una spietata confraternita è pronta a mettere
spigolature
a tacere chi sieditoriale
azzardi a riportarli alla luce. Ma
qualcuno editoriali
ha ritrovato il diario personale di
Voynich e la chiave di decodifica del manoscritto. Non sveliamo, ovviamente, il finale che
biblionarrativa
lasciamo degustare
ai nostri bibliolettori. Per
curiosità
la verità questo
romanzo
di Gritti contiene
e misteri
parecchi elementi
di
interesse
storico, relativi
bibliografiche
al Voynich, per cui ci sentiamo di consigliarlo
anche a chi ben conosce le misteriose vicende
storiche legate al manoscritto 408 conservato
spigolature kb
alla Beinecke Library di Yale.
il ‘900 italiano
Aldo P. Gritti,editoriali
I custodi della pergamena proibita,
in casa
manzoni
Milano, Rizzoli,
2012, 340
p., € 12,00.
curiosità
bibliografiche
mondadori
sis
cato dall’editrice triestina Simone Volpato
Studio Bibliografico (SVSB Editore), e
stampato daanniversari
Stella Arti Grafiche su impostazione grafica di Alessandro Vilevich. Il
volume esceeditoriali
nella collana I Quaderni dei
poeti illustrati che fu fondata dal tipografo
Franco Riva, allievo e amico di Giovanni
Mardersteig delle Officine Bodoni. La
cultura
collana, che si
prefigge lo scopo di fondere
tipograficamente
armonia e grazia senza
tipografica
concessioni alle mode correnti, presentando
testi inediti dei migliori autori illustrati
da artisti riconosciuti, è diretta da Pietro
anniversari
Spirito, coadiuvato
da
case
e un comitato editoriale compostoeditoriali
da Massimo Gatta, Marco
Menato e letteratura
Rienzo Pellegrini. Per editori,
designer e stampatori il Premio Fedrigoni
Top Application è un riconoscimento teso
cultura
a premiare, senza
alcun condizionamento,
la scomparsa
i più prestigiosi
progetti
editoriali. L’editipografica
zione del 2011
ha
visto
concorrere
più di
di enzo sellerio
900 concorrenti agguerritissimi provenienti
da tutto il mondo (pensiamo, per esempio,
a Moroso Spa, alla Bibliothéque de Paris,
case
e ma di questi
alla Fondazione
Pistoletto); e
copertine
latte:
900 meno della
metà è stato premiato e
letteratura
di per
ppp
selezionato.petrolio
Un duro lavoro
la giuria
internazionale indipendente di esperti del
design e dell’advertising quali Javier MarilaPaula
scomparsa
scal (Barcellona),
Scher (New York),
due
parole
Severine Sueur
(Parigi),
Esterson
di enzoSimon
sellerio
(Londra) e Leonardo Sonnoli (Trieste).
un libro
Info: [email protected]
www.simonevolpatoeditoria.it
il ‘900 italiano
libri
venezia
in acasa
manzoni
copertine
e latte:
luigi
einaudi
e petrolio
i libri di ppp
giallo
mondadori sis
bibliografico
rarità
due parole
bibliografiche
un libro
anniversari
mostre
editoriali
Per sapernelibri
di più: a venezia
Emily Millicent Sowerby, Rare people and rare
books, London, Constable, 1967.
Massimorefusiana
Gatta,cultura
Cifre & Arcani. Storia portagiallo
tile del Codice
Voynich,
«Charta», n. 105,
tipografica
settembre-ottobre
2009,
pp. 28-33, con
bibliografico
ampia bibliografia finale.
peregrinazioni
case e
mostre
grafiche
letteratura
archeologia
luigi einaudi
libraria
2
e i libri
anniversari
rarità
editoriali
bibliografiche
falsi
letterari
archeologia
libraria
2 Quelle
Tra librografia
e falsi letterari.
Arte tipografica a Trieste: SVSB “farfalle” stampate da Frederic Prokosch
avvenimenti
(Simone
Volpato Studio
Bibliografico) Ci piace molto lo scrittore americano Frederic
caccia
al refuso
anniversari
editoriali
Prokosch (Madison
1908–Grasse 1989), oggi
C’è anche ilrefusiana
libro
di
un
editore
triestino
fra
la scomparsa
quasi
del
tutto
dimenticato
se non da quei
editoriali
i migliori lavori selezionati ed esposti alla
lettori
dal
palato
raffinato
che
lo leggono con
di enzo
Triennale
di Milano
(8-11 sellerio
marzo) per il
la post@
editoria
immutato
piacere,
pressoché
assente
dagli scaf“Premio Fedrigoni”, considerato l’Oscar
fali
delle
librerie
e
ignorato
dalle
storie
letterarie
di
cantieri
peregrinazioni
clandestina
del design
editoriale. Il libro d’arte Come pesci
falsi
letterari
del
Novecento.
Ce
lo
immaginiamo,
soprattutto
d’acqua dolcegrafiche
di Angelo Ferracuti, pubblicopertine e latte:
13
petrolio di ppp
negli ultimi anni di vita trascorsi nel sole mediterraneo di Grasse, a Ma Trouville, sotto braccio a
personaggi scaltri ma di indubbio fascino come
l’Abate Vella (del quale si occupò Sciascia ne Il
consiglio d’Egitto), Michael Voynich e il suo (falso?)
codice MS 408, il Conte di Fortsas e la burla di
Mons, Thomas J. Wise e i suoi falsi (per il quale
rimando all’articolo di Gaspare Naldi, Antonello
Gerbi e un celebre falsario di libri: Thomas James Wise,
in “Cantieri”, n. 17, gennaio-febbraio 2012); ma
anche a scrittori che di certo se la sono goduta,
come Norman Douglas. In fin dei conti, poi, la
sua vicenda si apparenta a quella di altri autori
di librografie come il De Amicis de La voce d’un
libro, oppure l’Andrea Kerbaker di Diecimila o il
William Peterson del recente The Kelmscott Chaucher: a census. E così di tanti altri sodali che come
lui hanno costeggiato, sul pericoloso crinale tra
finzione e realtà, il magmatico e affascinante
universo biblionarrativo dove, a volte, la storia
avventurosa di un libro (librografia, appunto) è
altrettanto affascinante della storia che il libro
contiene. Pensiamo, solo per fare qualche
nome, al Gattopardo o a Ladri di biciclette, a Se questo
è un uomo, o alle 9 liriche che l’allora sconosciuto
Lucio Piccolo invia a Montale costretto, suo
malgrado, a pagare una sovrattassa per ritirare il
plico, affrancato malamente dal barone siciliano,
cugino di Lampedusa. Insomma la librografia
è un genere sconfinato e non la finiremmo più
di raccontarci le vicende, a volte avventurose, a
volte drammaticamente paradossali, di molti
libri. Un percorso ondivago: dalla penna dello
scrittore al tavolo dell’editore, dalla linotype
dello stampatore al banco del libraio fino alla
poltrona del lettore e oltre. Ma perché un tale
profluvio di nomi e cognomi e titoli? È presto
detto. Prokosch ci è talmente simpatico anche
perché è uno dei rari bibliofalsari che sia riuscito
a falsificare se stesso, e vedremo perché. Lo sterminato universo dei falsi letterari si arricchisce
di una, non certo nuova, perla la quale, per la
verità con una certa nostra mestizia, è abbinata
al nome di uno scrittore raffinato e defilato che
però molti di noi hanno amato, forse tardivamente, seguendone le tracce che Pier Vittorio
Tondelli aveva lasciato in Viaggio a Grasse e che
Piersandro Pallavicini riprende in un suo gustoso
racconto inedito. Del resto l’interesse di Pallavicini per lo scrittore statunitense è di lunga data,
attestato anche dal lavoro preparatorio per il suo
ultimo e bel romanzo, nel quale Prokosch è uno
dei protagonisti, anche se in effigie. Ed è proprio
Pallavicini a ricordare, nel suo breve racconto su
Grasse, la malinconica (per Prokosch) vicenda
dei suoi butterfly books, i piccoli libri stampati e rilegati a mano con carte marmorizzate di fattura
artigianale, che da giovane e ancora sconosciuto
dilettante di penna, usava spedire ai suoi scrittori
del cuore, nel tentativo mal celato di farseli amici
in vista di (auspicabili) aiuti, nell’inestricabile e
perverso mondo dell’editoria. Librini di una sola
lirica, peraltro non inedita, di pezzi da novanta
come Joyce (Bahnhofstrasse, 1940), Crane (Black
Tambourine, 1969), Pound (Coitus, 1969), Auden,
14
Eliot, Spender, Stein, che Prokosch faceva stampare in 30/40 esemplari firmati, che poi regalava
ai suoi amati scrittori come Christmas Gift. Sul
mercato antiquario questi libri-farfalla (Butterfly
Books), stampati tra le due guerre in località dove
l’autore aveva in qualche modo soggiornato
(Roma, Napoli, New York, Stuttgardt, Hong
Kong, Zurigo, Venezia, Ghent, Salisburgo),
iniziarono ad avere un certo successo, soprattutto
da parte di quegli inossidabili bibliofolli, adulti
mai cresciuti del tutto, che pur di possedere
quelle piccole rarità erano disposti all’esborso di
parecchi dollari. Del resto abbiamo ricordato il
grande viveur Norman Douglas il quale, ben
conoscendo la febbre sempre elevata dei suoi
amici e conoscenti bibliofolli, amava stampare
anch’egli decine e decine di plaquettes di suoi titoli
in poche, rarissime copie, ancora oggi contese a
suon di migliaia di dollari. Lui stesso ne parla,
divertendosi un mondo a ridicolizzare l’inesauribile propensione dei bibliofolli a procacciarsi
queste amenità bibliografiche. Ebbene Prokosch,
tra gli anni Trenta e Cinquanta, stampa anche
propri titoli nella stessa modalità dei butterfly
books: Going Southward (1935), Song (1941), The
Flamingoes (1948), Phantom Song (1952), Temple Song
(1954), Fire Song (1955), Island Song (1956), che
raggiungono prezzi di tutto rispetto sul mercato
antiquario nordamericano. Questi titoli sono
attualmente in vendita, con prezzi tra i 1.000 e i
2.250 dollari, presso “Between The Covers-Rare
Books”, libreria antiquaria di Gloucester City
(New Jersey). Negli anni Ottanta, poi, il vecchio
Prokosch continua a far stampare i suoi librini,
questa volta nella stessa Grasse, dove da anni
vive in perfetto isolamento dal mondo. La sua
amatoriale private press, “The Prometheus Press”,
stampa negli anni Ottanta una serie di titoli, ad
esempio, di Hart Crane: At Melville’s Tomb
(1983), Pastorale (1983), Voyage I (1983), Now No
Joy (1984), in sole 5 copie numerate e firmate;
questi librini si trovano ancora, a prezzi molto
più contenuti dei precedenti, sui 250 dollari.
Ma cosa accade ad un certo punto? Accade che
il primo maggio del 1972 la casa d’aste londinese Sotheby offre nel suo Catalogue of Modern
First Editions and Presentation Copies, la serie
completa di quei 55 librini fatti stampare da
Prokosch (lotti 193-271). E’ del resto la prima
volta che vengono offerti in tale numero, in
precedenza (1968 e 1970) erano apparsi solo
qualche titolo sparso, in genere provenienti da
più collezioni private; questa volta, invece, la
provenienza, anche se anonima (The Property of
a Gentleman è stampato a inizio sezione) è riconducibile allo stesso Prokosch: “A complete set of
the poetry pamphlets written or printed by
Frederic Prokosch, excluding his own printed
poems, of which there are 32 titles. This is the
only set of these books to be formed. the works
are listed chronologically, the simultaneously
produced books in alphabetical order according
to author, in two groups according to size. All
are bound in decorative paper wrappers; all
have the bookplate of Frederic Prokosch except
four of the miniature manuscripts. The frontispieces in both the written and printed volumes
are watercolour drawings by him, heightened
with gold and silver. There are two sizes: 8vo
(160mm. by 110mm.), and 32mo (75mm. by
56mm.). The notes below in inverted commas
are annotations written in the books or loosely
inserted by Prokosch. The printed poems are all
first or first separate editions”. La vendita andò
talmente bene che il totale dell’aggiudicazione
raggiunse la ragguardevole somma di 6.550
sterline. Gran parte dei lotti venne aggiudicata
alla celebre libreria antiquaria londinese
Bernard Quaritch. Ma Arthur Freeman,
esperto di Quaritch, quasi subito cominciò a
nutrire sospetti circa l’autenticità dei libretti,
tanto da affidarne subito la perizia ad uno dei
maggiori bibliografi e studiosi del libro: Nicholas
Barker, autore di una sterminata serie di saggi
bibliografici. A lui bastarono pochi giorni e
alcune verifiche (soprattutto sui caratteri tipografici utilizzati) per scoprire che i librini non
risalivano affatto agli anni Trenta e Quaranta
(1932-1940), ma a pochi anni prima, abilmente
contraffatti dallo stesso Prokosch e fatti stampare a Parigi da un tipografo compiacente, forse
sia per bisogno di denaro che per rispolverare
una certa notorietà nell’ambiente letterario
dell’epoca, ormai del tutto offuscatasi anche a
causa di una nutrita serie di insuccessi letterari,
dopo lo sfolgorante successo, anche di critica, di
The Asiatics (1935). Nel catalogo di Sotheby
venivano segnalate note manoscritte di Prokosch
con le indicazioni circa i luoghi di stampa delle
diverse plaquettes: New Haven, Connecticut
(1932-1933), Bryn Mawr, Pennsylvania (19331934), Cambridge University Press (1935), Salzburg (1936), Ghent, Belgium, stampate da J. De
Mulder (1936), Firenze (1937), Venezia stampate da Mario Conti, mentre i disegni erano stati
realizzati a Cernobbio (1939), Lisbona, stampate presso la Sociedade Tipografica (1940),
mentre i disegni erano stati realizzati a Estoril
(1939-1941). Tutto inventato di sana pianta dal
geniale scrittore-falsario. A seguito dell’indagine
di Barker, che pensò di pubblicare sulla vicenda
anche un articolo per il Times Literary Supplement, la libreria Quaritch restituì tutti i lotti alla
casa d’aste che provvide a risarcirla, con la successiva malinconica ammissione di colpa da parte
di Prokosch, una truffa “[…] totally idiotic and
irresponsible”, come scrisse il 1 settembre 1972
a Jocelyn Baines, direttore di Quaritch. Dell’articolo non se ne farà più nulla ma, anni dopo,
su quei falsi libretti-farfalla (quindi Montale non
ha detto niente di nuovo chiamando nello stesso
modo quelli stampati da Scheiwiller), Barker scriverà quel piccolo capolavoro di indagine bibliografica che fin dal titolo, e avendone utilizzato il
metodo scientifico, rispecchia l’analoga indagine
realizzata molti anni prima (paradossalmente
gli stessi dei librini prokoschiani) da John Carter
(1905-1975) e Graham Pollard (1903-1976) in
An Enquiry into the Nature of Certain Nineteenth Century
Pamphlets (London, Constable & Co., New York,
Charles Scribner’s Sons, 1934). Il saggio di Barker
sposta il periodo, ovviamente, al Novecento: The
Butterfly Books. An Enquiry into the Nature of Certain
Nineteenth Century Pamphlets, pubblicato nel 1987
dall’altra celebre libreria londinese di Bertram
Rota (nella quale, curiosamente, pare abbia lavorato per qualche tempo il misterioso e altrettanto
affascinante scrittore John Gawsworth, che i
lettori ricordano protagonista di alcuni romanzi
di Javier Marìas). Esiste anche un link dal quale
attingere molte utili notizie sul lavoro di indagine
bibliografica di Barker: http://www.lib.udel.
edu/ud/spec/exhibits/forgery/proksch.htm.
Tondelli nel suo racconto sul viaggio a Grasse,
del 1980 (Viaggio a Grasse, in “Panta” n.1), non
accenna ai librini. Lo ha invece fatto di recente lo
scrittore Piersandro Pallavicini, prima in Viaggio
a Grasse (un remake), quindi nel suo ultimo e gran
bel romanzo, Romanzo per signora, tornando infine
sul tema in un gustoso e documentato articolo
pubblicato sul “Sole 24 Ore”. Ma Pallavicini ci
ricorda anche qualcosa di più. Pare che Prolosch
non si sia fatto mancare proprio nulla, in termini
di falsificazione letteraria. Nella recente, ampia
biografia che gli ha dedicato R.M. Grenfield,
Dreamer’s Journey. The Life and Writings of Frederic
Prokosch, pare che: “[…] quelli di Voci (l’ultimo
volume di ricordi scritto da Prokosch, pubblicato
in Italia da Adelphi, N.d.A) sono ritratti per lo più
falsi, basati su incontri inventati di sana pianta.
Ed è curioso: Eliot, Auden, Stein, Joyce … non
sono gli stessi autori di cui Prokosch produsse i
libretti retrodatati del lotto di Sotheby’s del ’72.
Falsificò se stesso, a corto delle edizioni originali
già vendute o regalate, e, da anziano, ha falsificato anche i propri ricordi” (Pallavicini). Grande
Prokosch! E se fosse questa l’opera più intrigante
dello scrittore americano?
mg
Per saperne di più:
Catalogue of Modern First Editions and
Presentation Copies […], which will be sold
by auction by Sotheby and Co., days of sale,
Monday, 1st May, 1972, Tuesday, 2nd May,
1972, London, Sotheby and Co., 1972, pp.
26-35 (lotti 193-271).
Nicolas Barker, The Butterfly Books. An Enquiry
into the Nature of Certain Twentieth Century
Pamphlets, London: Bertram Rota, 1987.
Pier Vittorio Tondelli, Viaggio a Grasse,
«Panta», n.1, Milano, Bompiani, 1990,
pp. 135-157 [con foto in b.n scattate
dall’autore].
Piersandro Pallavicini, Viaggio a Grasse
(un remake), online al link: http://www.
feltrinellieditore.it/SchedaTesti?id_
testo=24789&id_speclibro=11579
Piersandro Pallavicini, Romanzo per signora, Milano,
Feltrinelli, febbraio 2012, 267 p., € 17,00.
Piersandro Pallavicini, Il falsario di libri e di
ricordi, «Il Sole 24 Ore-Domenica», 1 aprile
2012, p. 29.
l’abbonamento annuale a cantieri
(5 numeri) costa € 25, per richiederlo: [email protected], numeri
arretrati € 5 cadauno compresa
spedizione.
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numero 18 - Biblohaus