… CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? a cura di Max Delli Guanti Nel corso della nostra vita abbiamo imparato ad assumere come indiscutibilmente vero tutto quello che il mondo, genitori, parenti, insegnanti, la religione, la televisione, ci hanno insegnato a credere essere vero riguardo noi stessi, le nostre capacità, gli altri, l’amore, i rapporti, la salute, il lavoro, il denaro, il successo, la vita in generale ... ... COSA HA IMPARATO A CREDERE LA TUA MENTE, RIGUARDO A CIASCUNO DI QUESTI ASPETTI DELLA VITA? Crediamo così profondamente a quello che il mondo ci ha insegnato (e che continua ancora oggi ad insegnarci), che non ci chiediamo se quello che abbiamo imparato a credere sia vero o meno. Diamo per scontato che sia “la” verità (l’unica, a volte). Le credenze apprese formano una sorta di copione con cui viviamo (e riviviamo) la storia nostra vita. CHI SAREI SENZA LA MIA STORIA? Aver imparato a credere di essere una persona capace senz’altro mi farà sentire sicuro di me, mi porterà ad agire con fiducia in me stesso, e senz’altro contribuirà a risultati più positivi...non è così? Credere che certe cose siano vere porta quindi ad agire con maggiore convinzione. Prendere delle decisioni prima di compiere un’azione, in altre parole "pre-supponendo”, cioè assumendo come necessariamente veri un fatto o una situazione, ci motiva a fare determinate azioni. E’ utile se il rappresentante decide di credere nel prodotto che vuole vendere. E’ utile decidere di credere di possedere delle capacità. E’ tuttavia altrettanto utile pre-supporre di non essere capaci, di essere sfortunati, di non riuscire a farcela? Domanda retorica. Eppure in un determinato momento abbiamo, senza rendercene conto, deciso di credere che quello che il mondo ci diceva era vero. 1 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? CHI SAREI SE NON CREDESSI PIÙ ALLA STORIA CHE LA MENTE MI RACCONTA? Quello che credo, e quindi sento intimamente essere vero, lo esprimerò sotto forma di comportamento (o reazione automatica), facendo il possibile affinché risulti vero nella mia vita. La mente vuole darsi ragione, pertanto troverà sempre il modo di darsi la prova che quello che crede è realmente vero (“Hai visto? Te l’avevo detto io che non ci sarei riuscito!”). CHI SAREI SE NON CREDESSI PIÙ ALLA STORIA CHE LA MENTE MI RACCONTA? Henry Ford, l’inventore dell’automobile, affermò (dopo che gli fu bocciato dalla commissione il progetto di costruire la prima automobile: “Sia che tu creda di potere, sia che tu creda di non potere, hai sempre ragione.” Sarebbe di grande giovamento riuscire a prendere coscienza, a rendersi conto, che molte delle nostre convinzioni negative non necessariamente corrispondono alla verità, ma che sono soltanto pre-supposizioni: abbiamo deciso noi, spesso inconsciamente (e nell’infanzia), di credere che fossero vere, reali. ... Qualcuno sta per presentarsi ad un colloquio per un’assunzione. Egli potrebbe presupporre, decidere che sia vero che: “Tanto sono sfortunato, non mi assumeranno mai per un lavoro così!” Oppure che “ Sembra un lavoro interessante, so che ho tutte le capacità per farlo. Intanto farò il colloquio, poi si vedrà...” 2 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? Non sappiamo per certo quale di queste due pre-supposizioni sia quella vera. E’ ovvio (è vero?) tuttavia quale delle due sarebbe la più utile e vantaggiosa decidere di credere prima del colloquio. ... Un modo interessante per verificarne l’utilità, è di agire come se una determinata convinzione fosse vera, e poi osservare se il risultato che si ottiene è vantaggioso o meno ... Sappiamo che convinzioni e pensieri positivi infondono il buon umore; ci fanno sentire a nostro agio con noi, gli altri e il mondo che ci circonda; ci rendono inoltre presenti, lucidi e motivati ad agire nel qui ed ora, in modo incisivo, al fine di conseguire i nostri obiettivi. Sappiamo anche che un atteggiamento ottimista aiuta a mantenere alto il morale di fronte ad un problema; aiuta a contribuire al nostro benessere mentale e fisico, perché controbilancia gli effetti dannosi dello stress. Pensare positivo aiuta a coltivare rapporti significativi, a lavorare in modo più efficiente e produttivo, a tenere in ordine i conti, a prenderci cura della nostra salute e, più in generale, sappiamo che la qualità dei nostri pensieri determina la qualità della nostra vita. Il pensiero positivo “sono capace” ci fa sentire bene perché ci avvicina alla nostra vera natura: quella di esseri umani capaci e pieni di risorse... non è così? ... Proprio così! Siamo in diversi ad aver avuto l’esperienza di renderci conto che nel terreno fertile della nostra mente è presente un fitto e intricato sottobosco di convinzioni negative che impedisce al seme di un nuovo pensiero positivo di mettere radici, germogliare e infine sbocciare in un nuovo risultato positivo. Questo tuttavia non significa, come alcuni di noi finiscono per presupporre, che il pensiero positivo non funziona. Significa che il sottobosco dei pensieri negativi è così profondamente radicato nella nostra mente, che non riusciamo a vedere un’opzione diversa, una possibilità diversa. 3 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? CHI SAREI SE NON CREDESSI PIÙ AI MIEI PENSIERI NEGATIVI? Siamo in molti ad aver imparato a credere fermamente alle storie negative che la mente ci racconta riguardo a noi stessi quali “non sono capace”, “non ci riesco”, “non ce la faccio”, “non posso” ... Queste storie sono diventate la nostra mitologia, la nostra religione personale, il nostro dogma ... La storia ci racconta che il dogma è stato la causa di tutte le guerre ... La mente percepisce l’ambiente circostante attraverso gli organi di senso (vista, udito, olfatto, gusto, tatto). A seconda di quello che abbiamo imparato a credere, frutto delle nostre esperienze passate, la mente attribuisce un significato a quello che percepisce prendendo spunto dal passato per darsi la prova che il significato attribuito a quanto percepito è vero (“Lo sapevo: non ci si può fidare di nessuno.”). La mente impiega la funzione della memoria per mettere a confronto le percezioni che riceve nel presente con quello che ha percepito in passato, allo scopo di trovare schemi ricorrenti, analoghi tra le informazioni che riceve dall’ambiente nel presente e le esperienze passate memorizzate. Allo stesso tempo, sempre basandosi sull’esperienza passata, la mente fa anche una previsione (attraverso l’immaginazione subcosciente) delle possibili conseguenze future di ciò che percepisce nel presente. In altre parole, la mente si racconta una storia futura in base a quello che ha percepito nel presente, una storia basata su quello che “crede” di aver vissuto e, di conseguenza, imparato a credere sia vero. CHI SAREI SE NON CREDESSI PIÙ ALLA STORIA DEL MIO PASSATO? ... I miei occhi e le mie orecchie vedono e sentono passare una Ferrari. La mia mente mi dice che quanto percepito attraverso la vista e l’udito si chiama Ferrari. A secondo di quello che ho imparato a credere nel passato, una parte più nascosta della mia mente, la parte subcosciente, comincia ad attribuire un significato alla vista della Ferrari. 4 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? Vecchie convinzioni cominciano, mio malgrado, ad affiorare alla superficie della coscienza per corroborare il significato attribuito dalla mente alle percezioni sensoriali. La mente comincia adesso a raccontarsi una storia basata su quanto appreso in passato: “Che bella ... però chissà quanto costa ... di sicuro non potrei mai permettermi una macchina del genere con quel poco che guadagno... è proprio vero, non si diventa ricchi solo lavorando onestamente...solo chi è disonesto fa i quattrini, questa è la verità ... comunque, sempre meglio essere poveri ma onesti (o altruisti), che ricchi e disonesti (o egoisti), lo ripeteva sempre anche la mamma ... i soldi, comunque, non fanno la felicità! Meglio pane e cipolla ma felici, lo diceva sempre la nonna e aveva proprio ragione ... chi è ricco non è mai contento ... con quello che guadagno non riesco mai ad arrivare in fondo al mese ... la sfortuna mi perseguita...” COME REAGISCO INTERNAMENTE QUANDO CREDO ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE RACCONTA? IL PROCESSO DELLA CREAZIONE: PENSO – SENTO - RE-AGISCO – OTTENGO. La storia che la mente subconscia narra è arricchita da relative immagini disastrose future e ricordi dolorosi, che a loro volta provocano stati d’animo: nel caso dell’esempio sopra descritto, probabilmente paura, rassegnazione, frustrazione, rabbia, impotenza ... Questi stati d’animo attivano a loro volta il sistema nervoso autonomo che provoca nell’organismo una reazione di stress: tensione, tachicardia, nodo allo stomaco, respirazione corta e superficiale, pressione alta ... Stati d’animo e stress influenzano infine il comportamento (sì, anche nei confronti dell’attuale situazione economica!). 5 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? Convinzioni e pensieri negativi ci mettono di cattivo umore e a disagio; provocano confusione, dubbio, paura, a lungo andare stress cronico, sfiducia, frustrazione, rabbia, sensi di colpa, disistima. Se la storia che la mente si racconta è un copione di convinzioni negative, il risultato sarà sofferenza. Si scatena un conflitto nella nostra mente. Vogliamo consciamente un risultato positivo e, al tempo stesso, ci immaginiamo, temiamo e ci aspettiamo subconsciamente un esito negativo. Il nostro comportamento e le nostre azioni saranno l’espressione coerente (e poco edificante) della storia che la mente si sta raccontando. CHI SAREI SE NON CREDESSI PIÙ ALLA STORIA CHE LA MENTE MI RACCONTA? Le convinzioni negative ci fanno quindi re-agire in modo impulsivo (o automatico), impauriti o con un rassegnato e stanco senso d’impotenza; c’impediscono di agire lucidi e presenti, con l’energia necessaria per poter gestire quello che realmente accade qui ed ora, nel momento presente. Nella paura non ci sono possibilità di soluzioni, finiamo per vivere quello che temiamo che accada. Hai mai provato a “lasciare andare” o “smettere” di pensare un pensiero negativo? Ti è mai davvero riuscito? La funzione della mente è quella di produrre pensieri. “Fermare” il flusso dei pensieri non funziona. I pensieri, positivi o negativi che siano, emergono dal subconscio in risposta a quello che percepiamo. Quando la mente crede che un pensiero negativo sia una descrizione veritiera delle reali circostanze oggettive, non stiamo agendo per affrontare la situazione presente che richiede la nostra attenzione, stiamo re-agendo alla storia negativa interna, che la mente si racconta riguardo alla situazione oggettiva. Ed è sempre una storia basata su quanto abbiamo imparato a credere in passato. 6 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? CHI SAREI SE NON CREDESSI PIÙ ALLA STORIA CHE LA MENTE MI RACCONTA? Se sono preda dello stress e della confusione mentale, e penso sia dovuto a quello che sta succedendo nelle mie circostanze, posso indagare se il pensiero negativo a cui sto credendo in questo momento è vero. POSSO CON ASSOLUTA CERTEZZA SAPERE CHE QUELLO A CUI STO PENSANDO È VERO, E’ REALE? A COSA PUÒ SERVIRMI, NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, SAPERE SE QUELLO CHE CREDO E’ VERO? · A porre fine al conflitto interno. L’effetto sarà un senso di sollievo e di pace, di lucidità e presenza mentale per poter fare quello che c’è da fare qui ed ora riguardo la situazione presente che richiede la mia attenzione. · A farmi gli affari miei. Quando sono nella mente di qualcun altro a farmi gli affari suoi, tormentandomi su quello che io credo questa persona sta pensando sul mio conto, non sono presente. Vivo assente, come un sonnambulo. L’effetto è un senso interno di solitudine e di separazione. · A liberarmi dal bisogno fanciullesco, semplice e tuttavia pericoloso per un adulto, di voler essere benvoluto da tutti a tutti i costi. · A liberare il potenziale creativo della mente da tutte le limitazioni imposte da ciò che ho imparato a credere. · A Fare pace con i miei pensieri e quindi con la realtà. Pongo fine al conflitto interno che risulta in una guerra interna costante con me stesso, gli altri, il mondo. Al di là di qualunque falso moralismo o buonismo ipocrita, quando ho paura mi sento confuso e non riesco a vedere soluzioni intelligenti. Quando ho paura sono stressato e troppo esausto per pianificare il mio futuro in modo intelligente. La pace è sottostimata. Non esiste niente di più galvanizzante della pace. Nella pace le soluzioni intelligenti diventano visibili, credibili, possibili. Quella della guerra non è una logica intelligente: basandosi sull’istinto bestiale di schiacciare il più debole e temere il più forte, la guerra è stupida. 7 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? · A prendere coscienza del potere, e della forza di assumermene la responsabilità, che possiedo nel qui ed ora di cambiare ... dentro. · A smetterla di provare a tutti i costi a cambiare gli altri. Non provo più ad insegnare ad un cane a miagolare... Non detto legge su come gli altri “dovrebbero” vivere. Un dittatore vive una vita orribile, la gente non ci vuole avere niente a che fare... · A non sentirmi più una vittima dei comportamenti altrui. Se voglio entrare in un giardino e sul cancello leggo “ATTENTI AL CANE: MORDE!”, ma decido comunque di entrarci e vengo morso dal cane, non è più il cane che mi ha morso, sono io che mi sono morso usando i denti del cane. E PUÒ SERVIRE PROPRIO A ME? Se decidi di credere che la verità rende liberi, può servirti, sì! Fintanto che la mente non comprende se stessa, non trova pace. Il conflitto interno equivale al conflitto con la realtà. Ogni pensiero che mi provoca stress è illusorio. Ogni pensiero che mi dà pace è in pace con la realtà. Semplice. Questo non significa che divento una sorta di essere spirituale avulso da ogni umana passione o emozione, ma solo che quando sono in guerra con la realtà, non ne esco mai vincitore ... e la realtà è sempre più gentile dell’illusione. E QUANDO PUÒ TORNARMI UTILE, NELLA VITA DI TUTTI I GIORNI, SAPERE SE QUELLO CHE CREDO E’ VERO? Quando mi sento confuso, sopraffatto e immobilizzato dallo stress dato dalla paura irrazionale; Quando mi sento esausto di sentirmi colpevole e/o di cercare colpevoli; Quando mi sento arrabbiato, o sbagliato, perché non so come “far funzionare le cose” intorno a me; 8 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? Quando mi sento un fallito, pensando alla mia vita passata, presente e futura; Quando penso che dovrei prendere delle decisioni, ma temo di prendere quella “sbagliata”; Quando desidero vivere con integrità, aderente a me stesso, ma temo di non essere benvoluto o approvato; Quando vorrei godermi un po’ di relax, ma mi sento in colpa perché “non ho fatto abbastanza” o “dovrei fare di più” o “prima il dovere e poi il piacere”... Quando mi sento vittima impotente dei comportamenti irrispettosi di qualcun altro o delle mie circostanze; Quando qualcuno me lo chiede e lo aiuto a liberarsi dalla schiavitù delle convinzioni negative; Ci raccontiamo la storia che vogliamo essere felici, tuttavia la mente vuole avere ragione riguardo ciò che crede. E il modo in cui lo fa è attingere dai ricordi del passato per trovare tutte le “prove” che corroborano la propria ragione, creandosi la sua personale storia della realtà presente, basata su un passato che non esiste più. Questa storia è un’illusione. L’illusione genera sofferenza, la sofferenza spinge a fare azioni che contribuiscono a risultati negativi, il che non fa altro che esacerbare l’illusione e la sofferenza. Un circolo vizioso. E doloroso. Quando la mente crede che una situazione presente sia analoga ad una già vissuta, va a pescare nei ricordi per corroborare quello che sta credendo, creandosi così un’immagine di una storia di un futuro identica alla storia del passato. La mente porta il passato nel presente e proietta nella realtà presente l’immagine di una previsione futura uguale al passato. La mente attacca, fa guerra, perché crede di doversi difendere, da chi ha di fronte. E quell’attacco, come un boomerang, ritorna al sé, e quindi la mente attacca se stessa per aver attaccato lui/lei/loro. E l’attacco a se stessi si chiama colpa e vergogna: l’origine di tutte le dipendenze. 9 … CHI SAREI SE NON CREDESSI PIU’ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? Reagiamo emotivamente a quell’immagine proiettata, alla storia che crediamo sia vera, non alla reale situazione oggettiva attuale. Mi racconto la storia su come sarà il mio futuro e vivo un presente pieno di terrore. Mi racconto una storia sulle mie presunte manchevolezze passate e vivo un presente pieno di rimorsi. ... COME MI SENTIREI SE NON CREDESSI PIÙ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? ... COME VIVREI SE NON CREDESSI PIÙ ALLA STORIA CHE LA MIA MENTE MI RACCONTA? ... CHI SAREI SENZA LA MIA STORIA? 10 POSITIVE MIND TECHNOLOGIES ALLEVIARE LO STRESS: UN APPROCCIO POSITIVO. STAGE LIVELLO BASE Max Delli Guanti MNCP GHR reg. SQHP MCS METODI DI COUNSELLING COGNITIVO POSITIVO allieviare lo stress: un approccio positivo «Il nostro obiettivo alla Peiffer Foundation è aiutare l’individuo con varie tecniche mentali a trovare pace interiormente confrontandosi in modo costruttivo con il proprio passato affinché possa diventare più positivo dentro di sé. Chiamiamo queste tecniche semplicemente ‘Pensiero Positivo’. Chiunque può imparare i nostri metodi ed entrambi, Max ed io, insieme ad un numero di persone che si sono formate alla Peiffer Foundation, conduciamo corsi e sessioni individuali per aiutare le persone a trovare pace interiore e felicità. La nostra filosofia è semplice: quando sei felice e positivo dentro di te puoi influenzare positivamente gli altri. Inoltre, sappiamo che le persone positive sono persone pacifiche e che ogni persona positiva crea un ambiente più costruttivo e felice nelle proprie vicinanze.» Vera Peiffer 2 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo LO STRESS UN DIAMANTE E’ UN PEZZO DI CARBONE RIUSCITO BENE SOTTO PRESSIONE. © Vera Peiffer Lo stress predispone l’organismo ad affrontare cambiamenti nelle proprie circostanze. Uno stress acuto può essere causato da cambiamenti drastici e talvolta improvvisi come un lutto, un divorzio, una malattia cronica o terminale, un licenziamento, un eccessivo carico di lavoro o una difficoltà economica. Lo stress rischia di diventare cronico se permane oltre le reali esigenze del cambiamento esterno, producendo effetti estremamente dannosi a livello mentale, fisiologico ed organico. Un costante senso di allerta e allarme, ansia, insonnia, irritabilità e difficoltà di concentrazione sono i sintomi più diffusi dello stress cronico e, a lungo andare, si possono rilevare anche condizioni peggiori, quali dermatiti, patologie cardiache e deficit immunitari. LO STRESS POSITIVO In Inglese il termine stress significa pressione, sforzo, tensione. Non esiste, né sarebbe auspicabile, una vita priva di stress. Senza alcuno stress non potremmo svilupparci fisicamente, né mentalmente. La muscolatura aumenta e si rafforza grazie al costante stress dell’allenamento. L’intelligenza si sviluppa grazie al costante stress di farsi domande e ricercare nuove conoscenze. Come il fuoco, se gestito bene lo stress diventa una risorsa, se sfruttato oltre i limiti, diventa dannoso. LO STRESS NEGATIVO I danni sono causati da stress cronico che non è stato alleviato. Dopo una lunga giornata di lavoro, una notte di sonno riposante è un sollievo per un corpo stanco. In una situazione di confusione e conflitto, trovare un momento di quiete e di silenzio può essere un sollievo per la mente. Tuttavia, uno stress costante esercitato sul fisico senza alcun sollievo causa affaticamento e crampi ai muscoli. Uno stress mentale continuo causa immobilità e rischia di danneggiare la salute, i rapporti e l’estro creativo. “FIGHT OR FLIGHT” In situazioni di estrema tensione, diciamo che abbiamo una “botta d’adrenalina”. Questa reazione è chiamata dagli esperti “fight or flight respone”, che in Inglese significa “reazione lotta o fuga”. 3 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo LA REAZIONE LOTTA O FUGA Di fronte ad una situazione percepita dalla mente come ostile, spaventosa o come una minaccia alla propria incolumità, il sistema nervoso autonomo innesca automaticamente una serie di reazioni fisiologiche. Adrenalina, noradrenalina, cortisolo e altri ormoni e sostanze chimiche entrano in circolazione attivando nell’organismo una serie di reazioni complesse. Viene mobilitato il glucosio per avere a disposizione energia rapidamente. Il metabolismo e il battito cardiaco accellerano. Il flusso e il volume del sangue aumentano. La pressione sanguinea si alza. C’è un incremento della temperatura corporea, del consumo di ossigeno e della produzione di anidride carbonica. Il sangue lascia le estremità e scorre verso il centro del corpo per ridurre il rischio di morire dissanguati a causa della perdita di un arto. I piedi diventano freddi e i palmi delle mani cominciano a sudare. La gola e l’ano si serrano. La bocca si secca, le pupille si dilatano, i muscoli del collo e della schiena si contraggono, le spalle si alzano. I pensieri accellerano e la mente entra in uno stato di allarme, allerta e paranoia estremi. LA REAZIONE LOTTA O FUGA NELLA PREISTORIA Tutto questo e molto di più avveniva nell’organismo dei nostri antenati preistorici, quando era necessario combattere o fuggire da un pericolo che minacciava la loro sopravvivenza. Solo il più forte sopravviveva. La natura “estirpava” dalla giungla coloro che non erano in grado di reagire al pericolo con il meccanismo di “lotta o fuga”. Oggi esistiamo grazie alla forza dei nostri antenati, dai quali abbiamo anche ereditato un meccanismo altamente complesso e finemente sintonizzato sulla sopravvivenza. LA REAZIONE LOTTA O FUGA OGGI Pochi di noi si trovano oggi in situazioni di pericolo tali da minacciare la nostra sopravvivenza e che quindi giustificano la reazione “lotta o fuga”. Tuttavia i conflitti e i cambiamenti esterni nella vita di tutti i giorni innescano nel nostro organismo lo stesso meccanismo ereditato dai nostri antenati preistorici, nonostante la società non lo assecondi–non sarebbe accettabile lottare o fuggire in ufficio o in coda nel traffico! Quindi quelle reazioni fisiologiche che nella preistoria permettevano all’uomo di lottare o fuggire in caso di pericolo, oggi rimangono bloccate nel nostro organismo sottoforma di stress non alleviato. Questo blocco viene interpretato dal sistema nervoso come una mancanza di preparazione alla lotta o alla fuga, che quindi incrementa il rilascio degli ormoni creando una crescente spirale distruttiva. EFFETTI DELLO STRESS NON ALLEVIATO In una giornata di lavoro sopportiamo numerosi conflitti senza la possibilità di reagire alle pressioni esterne. Nel vano tentativo di alleviarne gli effetti, aggiungiamo ad un fisico già sotto stress stimolanti come la caffeina e la nicotina, oppure antidolorifici, tranquillanti e alcol. Quando gli ormoni rilasciati durante la reazione “lotta o fuga” non vengono espulsi dall’organismo attraverso un’estenuante attività fisica, i residui si accumulano nelle articolazioni causando irrigidimento e dolori. 4 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo La scienza ha scoperto che l’efficenza del sistema immunitario di respingere germi potenzialmente pericolosi è seriamente compromessa dallo stress prolungato. La ricerca ha inoltre mostrato che essere sottoposti a stress di varie forme e intensità aumenta la suscettibilità a disturbi neoplastici come il cancro e alle infezioni virali. IL 10% DELLA VITA CONSISTE DI QUELLO CHE TI SUCCEDE, IL 90% DI COME TU REAGISCI A QUELLO CHE TI SUCCEDE. COME REAGISCI E’ UN RIFLESSO DEL TUO ATTEGGIAMENTO. IL TUO ATTEGGIAMENTO E’ BASATO SU CIÒ CHE TU CREDI SIA VERO. ©Vera Peiffer CHE COSA CAUSA LO STRESS OGGI STRESS EQUIVALE A PAURA ©Louise L. Hay A questo punto è importante ricordare che oggi raramente è quello che ci succede a provocarci stress, bensì la nostra percezione soggettiva o l’esperienza interna di quello che accade nell’ambiente. Rimanere bloccati nel traffico può non avere quasi alcun effetto su qualcuno mentre può essere un’esperienza estremamente stressante per altri. Le nostre reazioni a quello che succede oggi sono influenzate da ciò che in passato abbiamo imparato a credere essere vero. Questo non significa che ciò che crediamo sia di fatto vero. Solo che noi crediamo sia vero. Potrebbe essere totalmente falso. LA NOSTRA VITA E’ GOVERNATA DA CIÒ CHE E’ VERO LE NOSTRE ESPERIENZE DI VITA SONO GOVERNATE DA CIÒ CHE CREDIAMO SIA VERO ALLEVIARE LO STRESS: UN APPROCCIO POSITIVO Aiutando il corpo a rilassarsi non solo possiamo alleviare gli effetti dello stress accumulato, ma anche alimentare la mente con nuovi pensieri positivi e liberarla da false credenze, atteggiamenti e modi di reagire che contribuiscono allo stress. I metodi di rilassamento e visualizzazione illustrati nelle prossime pagine aiutano ad alleviare lo stress rilassando il corpo e focalizzando la mente su un esito positivo. Aiutano a riposare meglio e a migliorare l’umore. Questi metodi non sono una panacea per tutti i mali del mondo, la risposta ad ogni quesito, la soluzione ad ogni problema. Non sono una terapia, non curano né promettono guarigioni. Promuovono il benessere e l’autonomia della persona aiutando a limitare e ridurre l’impatto dannoso che lo stress prolungato può avere su corpo e mente. Sono tecniche semplici, facili da imparare e applicare nella vita di tutti i giorni, efficaci quando vengono usate con costanza. Ci si sentirà in grado di fare quello che prima si credeva di non riuscire a fare. Si comincerà a vivere con meno stress e più fiducia. 5 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo CORSO RAPIDO DI PENSIERO POSITIVO LA QUALITÀ DEI TUOI PENSIERI DETERMINA LA QUALITÀ DELLA TUA VITA. ©Vera Peiffer Pensiero: rappresentazione mentale espressa in parole ed immagini di fatti possibili ed eventi passati o futuri. Positivo: dal latino “compiuto”; certo; sicuro di sé; senza alcun dubbio; che esprime un atteggiamento favorevole. (cfr. Dizionario Della Lingua e Della Civiltà Italiana Contemporanea, De Felice, Duro.) Pensare positivo significa imparare ad utilizzare la suggestionabilità della mente per influenzare positivamente le proprie reazioni emotive attraverso parole ed immagini (quante volte la gente acquista prodotti e servizi perché suggestionata dalle parole e dalle immagini accattivanti di uno spot pubblicitario televisivo?). I metodi proposti in questa dispensa derivano dall’Ipnositerapia di matrice anglosassone e sono frutto di una ricerca ultraventennale nell’ambito della gestione dello stress. Sono tecniche facili da imparare, semplici e sicure da usare in autonomia da chiunque decida di assumersi la responsabilità di migliorare la qualità della propria vita. Lungi dall’incoraggiare una sorta di narcisismo o di delirio d’onnipotenza, di buonismo ipocrita e moralista, o a vivere facendo finta che la vita sia tutta rose e fiori, il pensiero positivo è un sistema educativo umanistico, pratico e mirato che aiuta a ridurre l’impatto dannoso dello stress prolungato e ad incrementare la fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Il pensiero positivo aiuta a migliorare l’umore tramite il rilassamento cosciente e l’uso consapevole di parole e immagini positive. Le decisioni e le azioni saranno intraprese con una maggiore lucidità, calma interiore e motivazione, anziché dettate dall’emotività del momento. Un pessimista si limita a preoccuparsi passivamente per il futuro. Un ottimista compie azioni positive nel presente volte a creare il proprio futuro. Il pensiero positivo è azione. UN OTTIMISTA SI SBAGLIA TANTO QUANTO UN PESSIMISTA, MA SI DIVERTE DI PIÙ. Anonimo 6 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo PREPARARSI AL CAMBIAMENTO POSITIVO: COME FUNZIONA LA MENTE 7 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo TUTTO CIÒ CHE SIAMO È IL RISULTATO DI TUTTO CIÒ CHE ABBIAMO PENSATO. parole attribuite al Budda Immagina la mente come se fosse un iceberg: la parte dell’iceberg visibile sulla superficie dell’acqua corrisponde alla mente cosciente. Proprio come la parte più grande ma sommersa dell’iceberg, il subconscio è nascosto e molto più profondo. Con la parte cosciente della mente prendiamo decisioni, pensiamo in maniera logica e razionale cercando soluzioni ai problemi e facciamo azioni esercitando la forza di volontà. Il subconscio è invece la sede dell’immaginazione (intesa anche come intuito, creatività, idee), dei ricordi e del sistema nervoso autonomo (SNA). Il subconscio controlla inoltre tutte le nostre abitudini e tutti quei comportamenti che potremmo definire come involontari (anche quelli che comunemente chiamiamo vizi). Potremmo paragonare il subconscio ad un computer in cui sono salvati i file di tutte le nostre esperienze passate e ciò che tramite esse abbiamo imparato a credere essere vero di noi, degli altri e della vita in generale. Allo stesso modo, nella memoria subconscia è archiviato tutto ciò che hai appreso nel passato e che oggi è per te automatico fare (come guidare, leggere, scrivere). Nel subconscio sono impressi inoltre tutti i ricordi delle tue esperienze passate e le emozioni che provasti quando un determinato episodio accadde per la prima volta. Ogni volta che oggi ti trovi in situazioni simili a quelle accadute in passato, tenderai a reagire emotivamente in maniera analoga a come hai reagito in passato. Un esempio potrebbe essere quello di un adulto che da piccolo ebbe un grosso spavento a causa di un cane che abbaiando ferocemente gli saltò addosso e lo morse. Anche se che a livello cosciente non si ricorda quell’episodio, oggi il suo subconscio innescherà automaticamente la stessa reazione di spavento e di stress avuta da piccolo, ogni volta che vede o sente abbaiare un cane. È come se il subconscio inserisse una sorta di pilota automatico che fa reagire emotivamente sempre nello stesso modo a determinate persone o situazioni che rammentano esperienze passate analoghe, indipendentemente da come noi vorremmo reagire consciamente. Il subconscio non distingue la differenza tra ciò che percepiamo oggi nella realtà oggettiva e ciò che immaginiamo o ricordiamo. Se queste reazioni emotive involontarie fossero positive, avremmo pochi problemi a gestire lo stress. In realtà perdiamo le staffe quando invece vorremmo mantenere la calma, o viceversa ingoiamo il rospo, magari con un sorriso falso, quando invece vorremmo dire onestamente e apertamente quello che non ci va bene. Ci sentiamo obbligati a dire di sì quando invece vorremmo dire no con fermezza ad una pretesa irragionevole. Alcuni hanno paura di guidare, dell’aereo, degli spazi chiusi, dei luoghi affollati, di fare nuove conoscenze, di non essere all’altezza, di chiedere aiuto, e pur rendendosi conto che non ce n’è ragione, quando il senso di panico li assale all’improvviso sembra essere più forte della volontà e si sentono bloccati dalla paura provocata dalla mente che proietta immagini di ciò che potrebbe accadere. QUANDO CIÒ CHE VOGLIAMO SUCCEDA È IN CONFLITTO CON CIÒ CHE IMMAGINIAMO SUCCEDA, L’IMMAGINAZIONE TRIONFA SULLA FORZA DI VOLONTÀ. 8 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo ...E’ possibile rieducare la parte emotiva della mente a reagire in maniera nuova e positiva a vecchi problemi e a situazioni potenzialmente stressanti? IL PRIMO PASSO VERSO IL CAMBIAMENTO POSITIVO: RILASSARSI SE TI CONSENTI DI FARE IL PASSO PIÙ FACILE DIVENTA PIÙ FACILE FARE IL PASSO PIÙ DIFFICILE. ©Vera Peiffer Quando le emozioni sono in equilibrio, anche il corpo e le sue funzioni sono in equilibrio. Questo significa che possiamo concentrarci meglio, reagire con lucidità quando qualcosa richiede la nostra attenzione e prendere decisioni non dettate dalla tensione e dall’emotività. Come suggerisce il nome stesso, il sistema nervoso autonomo (SNA) funziona autonomamente, non richiede cioè alcun intervento volontario da parte della mente cosciente. Per accedere al livello subconscio, o emotivo, della mente ed influenzarla con nuovi pensieri positivi, è necessario che il SNA sia in equilibrio. Infatti, quando siamo tesi, il subconscio diventa inaccessibile e non può quindi essere suggestionato con nuovi pensieri positivi (pensa a quanto è irritante una persona allegra e fischiettante quando sei di cattivo umore). I due prerequisiti necessari per accedere al subconscio sono: focalizzazione mentale rilassamento fisico I metodi di respirazione corretta e di rilassamento muscolare progressivo illustrati nelle prossime pagine possiedono entrambi questi due prerequisiti. Facendo gli esercizi regolarmente ti focalizzerai sul tuo corpo. Attraverso l’attenzione cosciente aiuti il corpo a rilassarsi. Quando il corpo si rilassa anche la mente si rilassa e comincia ad alleviarsi il senso di pressione dato dallo stress. 9 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo RESPIRARE CORRETTAMENTE IL TUO STATO D’ANIMO INFLUENZA IL TUO RESPIRO. IL TUO RESPIRO INFLUENZA IL TUO STATO D’ANIMO. ©Vera Peiffer Avrai notato come il respiro cambia a seconda delle emozioni che provi. Ad esempio, quando si ha paura si tende ad avere un’inspirazione più lunga ed un’espirazione più corta, incamerando l’aria principalmente dalla zona toracica, a causa del diaframma contratto, e con le spalle che si alzano durante l’inspirazione. La rabbia, d’altro canto, innesca uno schema di respirazione dove ad un’inspirazione profonda segue un’espirazione lenta, talvolta quasi udibile. Quando si è calmi e rilassati la respirazione è regolare e in genere circoscritta nell’area addominale (nell’inspirazione il diaframma si abbassa spingendo in fuori i muscoli addominali). Impariamo involontariamente a respirare in un determinato modo come conseguenza delle emozioni che proviamo per un certo periodo. Se ad esempio abbiamo vissuto gli anni della nostra infanzia costantemente nella paura e nello spavento, è probabile che avremo anche imparato a respirare inconsapevolmente in modo teso e superficiale–circoscritto nella zona del petto a causa del diaframma contratto. Ci portiamo dietro questo schema di respirazione anche nell’età adulta, nonostante ciò che ci spaventava sia ormai passato. Tuttavia non è solo questione di essere vincolati da uno schema di respirazione teso: questo modo di respirare ci metterà in uno stato di costante apprensione, anche quando nel presente non ci sono situazioni che possano incuterci timore. METODO: RESPIRAZIONE CORRETTA 1. Sdraiati o siediti con la schiena eretta e le piante dei piedi sul pavimento, senza incrociare le braccia o le gambe. Se ti siedi assicurati di poter appoggiare le spalle e la testa allo schienale della poltrona. 2. Appoggia una mano sulla pancia (con il palmo della mano sull’ombelico) e inspira lentamente e profondamente, facendo in modo che la pancia si gonfi e si espanda mentre incameri l’aria. Senti la tua mano sollevarsi grazie alla spinta della pancia che si gonfia proprio come se fosse un palloncino. 3. La pancia torna a sgonfiarsi quando espiri facendo riabbassare la tua mano. Quando espiri non soffiare in fuori l’aria. L’espirazione è simile ad un sospiro di sollievo silenzioso, con le spalle che si abbassano durante l’espirazione. Questo è lo schema di respirazione rilassata. 10 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo Immagina: ogni volta che espiri un po’ della tensione esce dal corpo, scivolando via dalla punta delle dita delle mani e dalla punta delle dita dei piedi. Fai quest’esercizio di respirazione ogni giorno per dieci minuti, almeno per un mese. SOLUZIONI Se ti risultasse difficile gonfiare la pancia quando inspiri. - Con gli occhi aperti, cerca di rendere la pancia tesa e rotonda, spingendo in fuori gli addominali. - Adesso, rilascia i muscoli addominali. Tieni la mano sulla pancia così da poter sentire la sensazione fisica dell’addome che si alza e si abbassa grazie alla spinta degli addominali. - Adesso aggiungi l’inspirazione alla spinta degli addominali. - Quindi, inspira senza spingere i muscoli addominali in fuori, facendo in modo che sia solo l’aria che incameri a far gonfiare la pancia. Se non ti sentissi rilassato alla fine dell’esercizio. Se hai delle preoccupazioni, queste potrebbero interferire con l’esercizio rendendo più difficile la concentrazione. Non opporre resistenza ai pensieri che interferiscono, poiché è la resistenza stessa a creare ulteriore tensione. Ciò che si resiste, persiste! Afferma mentalmente: “Forse sono preoccupato per … (il motivo per cui sei preoccupato) ed è naturale che sia così. Tornerò a preoccuparmi subito dopo aver finito l’esercizio. Adesso riprendo l’esercizio e lo porto a termine!” Formula questo pensiero ogni volta che le preoccupazioni interferiscono mentre fai l’esercizio di respirazione. 11 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo IL RILASSAMENTO MUSCOLARE UNO STATO DI TENSIONE FISICA CONTRIBUISCE AD UNO STATO DI TENSIONE MENTALE. UNO STATO DI TENSIONE MENTALE CONTRIBUISCE AD UNO STATO DI TENSIONE FISICA. ©Vera Peiffer Per rilassarsi fisicamente in modo da poter accedere al subconscio è necessario sciogliere la tensione nei muscoli accumulata durante la giornata. Sviluppiamo la tendenza a contrarre involontariamente i muscoli ritrovandoci senza rendercene conto in uno stato di tensione fisica al solo pensiero di una situazione che riteniamo sia stressante. Forse ti senti teso perché stai pensando all’errore che hai commesso al lavoro o perché c’è stata una discussione in famiglia, oppure stai pensando a qualcosa di spiacevole avvenuto di recente o che potrebbe succedere domani. Tuttavia i muscoli si contraggono come se quello a cui stai pensando stesse accadendo realmente nel momento in cui lo pensi. Il subconscio non distingue tra ciò che gli occhi vedono nella realtà oggettiva e ciò che immagini o ricordi. Il collegamento tra mente e corpo è istantaneo e s’innesca automaticamente con estrema efficenza! I PENSIERI CHE TI PASSANO PER LA MENTE HANNO UN EFFETTO IMMEDIATO SUL CORPO. LE TENSIONI FISICHE INFLUENZANO LA MENTE NELLA STESSA MISURA. ©Vera Peiffer Assumere una postura tesa è il risultato di un’abitudine involontaria sviluppata nell’arco di anni. Il prossimo esercizio di rilassamento ti aiuterà a renderti conto della differenza di come ci si sente quando si è fisicamente tesi e di come ci si sente invece quando si è fisicamente rilassati. Diventando coscienti della tensione, ci si può rilassare in modo consapevole. 12 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo METODO: RILASSAMENTO MUSCOLARE PROGRESSIVO 1. Siediti o sdraiati. Se ti siedi, assicurati di poter appoggiare la testa allo schienale della poltrona. Oppure avvicina la sedia al muro, metti un cuscino contro la parete e appoggiaci la testa. Se non hai un supporto e devi mantenere la testa in posizione sarà più difficile rilassare i muscoli del collo, che sono una delle parti del corpo più comunemente sottoposta a stress fisico. 2. Chiudi gli occhi così da eliminare le distrazioni visive e poterti concentrare meglio sulle sensazioni interne del corpo. Adesso, focalizza progressivamente l’attenzione sulle varie parti del tuo corpo in quest’ordine: testa; collo; spalle; braccia e mani; petto; pancia; natiche, gambe e piedi. 3. Mantenendo l’attenzione sui piedi, inizia a contrarre lentamente i muscoli dei piedi inarcando le dita, finché non avverti un chiaro senso di tensione. Continua ad esercitare una leggera contrazione per qualche istante in modo da sentirne chiaramente l’effetto. Mentre li contrai, immagina i muscoli dei piedi accavallarsi, accorciarsi e indurirsi (non ha importanza se l’immagine mentale dei muscoli è corretta dal punto di vista anatomico–potresti immaginare i muscoli contratti come un mucchio di elastici colorati aggrovigliati). Poi allenta la tensione lentamente. Se sei sdraiato, lascia che i piedi si affloscino ai lati mentre li rilassi e contemporaneamente immagina i muscoli allungarsi e sciogliersi. Focalizza l’attenzione sulla sensazione di rilassamento contando mentalmente fino a 4. 4. Adesso focalizza l’attenzione sui muscoli dei polpacci. Contraili lentamente–alzando i talloni ma non le dita dei piedi se sei seduto, o puntando le dita dei piedi nella direzione opposta alla testa se sei sdraiato. Cerca di disturbare gli altri muscoli il meno possibile. Continua ad esercitare una leggera contrazione per qualche istante e immagina i muscoli dei polpacci aggrovigliarsi, accorciarsi e indurirsi. Poi rilasciali lentamente e contemporaneamente immagina i muscoli dei polpacci allungarsi, sciogliersi e rilassarsi. Presta attenzione alla sensazione di rilassamento contando mentalmente fino a 4. 5. Continua come indicato nei punti 3, 4, focalizzando l’attenzione progressivamente sui gruppi di muscoli elencati alla pagina seguente contraendoli e poi, dopo qualche istante, allentando lentamente la tensione. Contemporaneamente, immagina i muscoli aggrovigliarsi come un mucchio di elastici colorati, accorciarsi e indurirsi mentre li contrai, e poi allungarsi e sciogliersi mentre li rilasci. Dopo il rilascio della contrazione, rimani focalizzato sulla sensazione fisica di rilassamento contando mentalmente fino a 4. 13 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo Prosegui contraendo e poi rilasciando: 6. Cosce e natiche insieme (unisci le cosce e strizza natiche); 7. Addome (trattieni la pancia in dentro); 8. Torace (porta le spalle in avanti per contrarre i muscoli del petto); 9. Mani e braccia insieme (serra le dita a pugno, porta le mani verso le spalle flettendo al tempo stesso i muscoli delle braccia); 10. Spalle, collo e viso insieme (alza le spalle fino all’altezza dei lobi delle orecchie, corruga la fronte, serra le mandibole digrignando i denti). Rimani in posizione di riposo per qualche minuto dopo aver completato l’esercizio. Presta attenzione alle sensazioni di rilassamento del tuo corpo: che sensazioni sono? SOLUZIONI Se ti riuscisse difficile isolare un gruppo di muscoli durante la sequenza contrazione-rilassamento. Non è un problema se, ad esempio, non riesci ad isolare del tutto i muscoli dei piedi da quelli dei polpacci. Naturalmente quando contrai i muscoli dei piedi anche gli altri muscoli delle gambe si contrarranno un po’. Semplicemente fai del tuo meglio affinché il resto delle gambe rimanga il più possibile in posizione di riposo mentre contrai i muscoli dei piedi. Allo stesso modo, quando contrai i muscoli dei polpacci può darsi che involontariamente si contraggano anche un po’ le natiche. Se sentissi alcune parti del tuo corpo ancora tese dopo l’esercizio. Potrebbero esserci uno o più gruppi di muscoli dove la tensione è particolarmente difficile da sciogliere (ad esempio tra collo e spalle) e facendo l’esercizio hai preso coscenza della tensione accumulata in quelle parti del corpo. In tal caso, ripeti la sequenza di contrazione e rilassamento per quel particolare gruppo di muscoli da tre a cinque volte consecutive quando farai l’esercizio la prossima volta. AVVERTENZA Quando fai l’esercizio di rilassamento muscolare progressivo, non eccedere con la contrazione dei muscoli, soprattutto se tendi ad avere crampi. Una contrazione leggera, tanto da sentirne appena l’effetto è più che sufficiente per lo scopo dell’esercizio. Se ti riuscisse difficile contrarre i muscoli perché soffri di dolori, puoi semplicemente immaginare i muscoli che si contraggono e poi che si rilassano, senza di fatto contrarli – ha lo stesso effetto rilassante. 14 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo IL SECONDO PASSO VERSO IL CAMBIAMENTO POSITIVO: IMMAGINARSI UN BUON ESITO Esprimiamo quello che pensiamo attraverso il linguaggio. La mente tuttavia formula pensieri sia sotto forma di frasi che d’immagini. L’ IMMAGINAZIONE È L’INIZIO DELLA CREAZIONE. IMMAGINA CIÒ CHE DESIDERI. DESIDERA CIÒ CHE IMMAGINI. CREA CIÒ CHE DESIDERI. George Bernard Shaw LA VISUALIZZAZIONE Visualizzare significa vedere un’immagine con gli occhi della mente. Visualizziamo ogni giorno senza rendercene conto. Nella nostra mente infatti sono impresse le immagini delle cose, dei luoghi e delle persone che conosciamo. Possiamo guardare queste immagini ogni volta che ne abbiamo bisogno, anche se l’oggetto, il luogo o la persona in questione non sono in quel momento di fronte a noi nella realtà. Immaginarsi qualcosa può essere diverso dal vederla nella realtà. Sebbene nella vita di tutti i giorni possiamo vedere le cose in maniera chiara e distinta, con gli occhi della mente siamo in grado di vedere immagini meno nitide. Talvolta visualizzare può essere più simile ad avere un’idea, piuttosto che vedere un’immagine ben definita. Non sono molte le persone che riescono visualizzare immagini nitide, come quando vedono l’ambiente con i propri occhi, pertanto quando farai l’esercizio di visualizzazione non c’è ragione di preoccuparsi nel caso tu non riesca ad immaginare qualcosa come se guardassi una fotografia o un film a colori. Fintanto che riesci a descrivere una qualunque cosa (e quando descriviamo qualcosa la stiamo di fatto visualizzando, anche se non ce ne rendiamo conto), il tuo modo di visualizzare va più che bene per applicare il prossimo metodo. E se ti capitasse comunque di pensare che non riesci proprio a visualizzare, mentre fai l’esercizio chiediti: “Come mi apparirebbe quell’immagine se potessi visualizzarla?” SE POSSO SOGNARLO, POSSO FARLO. Walt Disney 15 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo METODO: VISUALIZZARE L’ESITO POSITIVO 1. Rilassati facendo l’esercizio di respirazione seguito dal rilassamento muscolare progressivo. 2. Adesso, immagina la completa realizzazione di un tuo obiettivo, qualunque esso sia: che cosa ti vedo fare, che cosa ti sento dire, quando tu hai già raggiunto il tuo obiettivo? Vivi l’immagine che stai visualizzando proprio come se stesse accadendo realmente in questo preciso momento. Visualizza l’immagine del tuo obiettivo raggiunto nel modo più dettagliato possibile (con movimenti, colori, odori, sapori, sensazioni tattili, suoni). Vedi ciò che vedi, senti ciò che senti e prova le emozioni positive che si provano ad aver realizzato un obiettivo che ti stava a cuore. 3. Ripeti mentalmente diverse volte una frase positiva che affermi la realizzazione di quell’obiettivo, ad esempio: posso imparare a sentirmi calmo e rilassato in qualsiasi situazione posso migliorare la mia situazione economica posso vedermi vivere in una bella casa posso raggiungere facilmente il mio peso forma posso trovare un lavoro che mi piace e con un ottimo salario posso incontrare la persona giusta per me posso imparare a credere nelle mie capacità Assicurati che la frase sia formulata in positivo anziché in negativo (ad esempio non voglio avere più paura), al presente semplice e che inizi con il verbo posso, piuttosto che voglio o devo. Immagina: la frase positiva è il titolo del film della tua visualizzazione. 4. Allena la mente con lo stesso procedimento (punti 1, 2,3) tutti i giorni, almeno una volta al giorno, fino al raggiungimento del tuo obiettivo. Quando immagini la realizzazione del tuo obiettivo evita di visualizzare situazioni non ideali, magari con l’intenzione di rendere la tua visualizzazione più reale e credibile inserendoci errori o imperfezioni. Visualizza sempre situazioni ideali. La visualizzazione positiva non ha niente a che fare con la realtà oggettiva, bensì ha lo scopo ridurre i livelli di stress rilassando fisicamente e influenzando positivamente l’umore. In questo modo conservi l’energia necessaria per affrontare la situazione oggettiva con un atteggiamento costruttivo. Grazie alla visualizzazione positiva ti metti in una condizione psicofisica migliore: potrai sentirti a tuo agio e più sicuro di te quando sarà effettivamente il momento di affrontare quella determinata situazione nella vita reale. Inoltre, se insorgono problemi o contrattempi, avrai a tua disposizione la carica e la lucidità mentale necessarie per risolverli con molto meno stress. 16 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo L’ERRORE DI CONFONDERE L’ARROGANZA CON LA FIDUCIA IN SE STESSI L’arroganza è collera frustrata. E’ il risultato dell’inclinazione dell’ego a giudicare il proprio valore paragonandosi agli altri. D’altro canto, le persone che hanno una genuina fiducia in se stesse sono coscienti della propria forza e dei propri meriti. La più affidabile fonte di fiducia si trova all’interno di un sé libero da false convinzioni che negano il proprio valore e potenziale positivi. La fiducia in se stessi rende possibile un altruismo genuino, anziché un buonismo moralista e ipocrita che deriva da un falso senso di superiorità. Chi ha fiducia in sé è libero di prendersi cura degli altri e di adoperarsi per la loro felicità sperando che superi addirittura la propria. La differenza essenziale tra arroganza e fiducia in se stessi è di qualità e origine. L’arroganza è bisognosa e dipendente dagli altri, derivando dal giudizio sul proprio valore e dai paragoni con l’esterno. La fiducia in sé è libera e indipendente dagli altri, si trova e si coltiva all’interno di un sé libero da false convinzioni che negano il valore e il potenziale positivi propri e altrui. Cibo per i pensieri Una persona che ha fiducia in sé è spesso giudicata arrogante … dagli arroganti stessi! Perché secondo te gli arroganti sono così disturbati da coloro che hanno fiducia in se stessi? In che modo l’arroganza di coloro che occupano in una posizione di potere autoritario è collegata al senso d’impotenza di coloro che non lo sono? Come possiamo interagire con coloro che mostrano un atteggiamento arrogante? Come possiamo imparare a riflettere su noi stessi così da non confondere la fiducia degli altri per arroganza o la nostra stessa arroganza per fiducia? 17 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo MANTENERE VIVO UN ATTEGGIAMENTO POSITIVO: RICONOSCERE IL PROPRIO POTENZIALE Hai imparato ad allentare le tensioni con la respirazione corretta e rilassando il corpo. Hai imparato a calmare le emozioni e ad infondere fiducia alla mente con frasi ed immagini positive. In conclusione, ringraziandoti per il tempo prezioso che hai dedicato alla lettura di queste pagine, ti invito a regalarti ancora un momento per nutrire il tuo spirito con queste parole: «Spirito è la vita interiore, il cuore, il momento vitale. È ciò che decide a cosa dedichiamo la nostra vita; la preghiera fondamentale su cui basiamo la nostra esistenza. Lo spirito è invisibile, ma diventa manifesto nei momenti cruciali. Inoltre, regola ogni cosa di una persona, ogni momento della giornata: è il fattore decisivo nella vita. Il cuore è il pittore, lo scultore, l’architetto del nostro essere. Dunque è lo spirito (mente, cuore, momento vitale) che conta; esso include le nostre speranze e le nostre preghiere; si può anche identificare con il subconscio. “Che tipo di futuro immagino per me stesso? Che genere di personalità voglio sviluppare? Che cosa voglio realizzare nella mia vita?” Dipingendo nel cuore la visione della propria vita in quanti più dettagli possibili, quel dipinto diventa il disegno del proprio futuro. Il potere del cuore permette di fare della propria vita un capolavoro basato su quel disegno. Quanto più specifico, accurato e ricco di dettagli il disegno che abbiamo nel cuore, tanto meglio. Continuando a dipingerlo a colori vivaci, è necessario perseguirlo a tutti i costi. Allora, in ogni istante, la realtà della nostra vita si avvicinerà gradualmente al dipinto nel proprio cuore. Ogni cosa dipende da ciò che si ha nel cuore (...) Se noi stessi decidiamo che una cosa è impossibile, allora, conforme a quello che abbiamo deciso, perfino qualcosa che sarebbe possibile si trasforma in qualcosa d’impossibile. D’altro canto, se crediamo di poter fare una determinata cosa, abbiamo già compiuto un passo verso la sua realizzazione. I pensieri pessimistici prendono forma nella realtà così come sono e producono effetti negativi. Chi ha pensieri catastrofici crea effetti perfettamente conformi alla propria visione. Dunque è importante essere ottimisti. (...) Con questo spirito la vita si orna dei gioielli della fortuna e della felicità ed è possibile intraprendere un viaggio meraviglioso in cui i nostri sogni si realizzano uno dopo l’altro.» Daisaku Ikeda 18 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo INSEGNO CIÒ CHE HO BISOGNO D’IMPARARE. DICO CIÒ CHE HO BISOGNO DI SENTIRE. RISPONDO ALLA DOMANDA CHE HO BISOGNO DI PORRE. ©Byron Katie MAX DELLI GUANTI Diplomatosi a Londra presso The International College of Eclectic Therapies in Clinical and Analytical Hypnotherapy with Psychotherapy (Ipnoterapia Clinica ed Analitica con psicoterapia), Max si è successivamente specializzato in Stress Management Counselling e Post Traumatic Stress Disorders. È Advanced Counsellor, Tutor, socio onorario (fellow) e Managing Director per l’Italia della Peiffer Foundation. Nel Regno Unito è socio e supervisore accreditato iscritto all’albo del National Council of Psychotherapists (Consiglio Nazionale Psicoterapeuti) e a quello della Counselling Society. È inoltre socio iscritto al General Hypnotherapy Register, il registro Britannico degli Ipnoterapeuti con la qualifica Senior Qualification In Hypnotherapy Practice (Qualifica Senior in Pratica Ipnoterapeutica). In Italia, è iscritto al Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti (CNCP) in qualità di socio formatore. «Sono felice che Max Delli Guanti abbia deciso di portare in Italia i corsi di pensiero positivo. Le sue doti di formatore unite alla sua profonda conoscenza del pensiero positivo saranno un aiuto inestimabile per gli allievi della Peiffer Foundation. Lavoro con Max da molto tempo e raccomando caldamente a coloro che vogliono ricevere un counselling d’alta qualità di rivolgersi a lui. Max non è soltanto un counsellor caloroso e comprensivo, ma anche estremamente competente, che lavora in maniera efficiente ed efficace sia in sessione individuale sia con i gruppi.» Vera Peiffer 19 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti allieviare lo stress: un approccio positivo LETTURE D’APPROFONDIMENTO Vera Peiffer & Max Delli Guanti, Positive Recreation (audio CD), www.positiveinside.com Vera Peiffer, Il potere del pensiero positivo, Armenia. Vera Peiffer, Se posso immaginarlo, posso farlo, Edizioni Verde Chiaro. Vera Peiffer, Come Vincere lo Stress, Armenia. Susan Jeffers, Conosci le tue paure e vincile, Mondadori. L’IMMAGINAZIONE E’ PIÙ IMPORTANTE DELLA CONOSCENZA Albert Einstein 20 Text copyright © Vera Peiffer & Max Delli Guanti T Th he eP Pe eiiffffe err FFo ou un nd da attiio on n Est 1994 TTh hee IIn ntteerrn naattiioon naall A Accaad deem myy ooff P Poossiittiivvee TTh hiin nkkiin ng gC Coou un nsseelllliin ng g tutto quello che pensavi di sapere sul pensiero positivo ma credevi non avrebbe mai funzionato... A AU UT TO OS ST TIIM MA A stage intensivo esperenziale di una giornata, dalle 9:00 alle 18:00 conduce Massimiliano Delli Guanti counsellor, tutor & managing director: The Peiffer Foundation programma dello stage MATTINA Come funziona la mente: pensiero volontario e reazione emotiva involontaria. Stress, termine inflazionato: cos’è davvero lo stress e come si può gestire. Manipolazione mediatica: l’errore di confondere l’arroganza con la fiducia in se stessi. Non posso o non me lo merito? Differenza tra autostima e fiducia in se stessi. Che cosa l’amore non è. prepararsi al cambiamento positivo-prima parte. Esercizio: come trasformare il senso di colpa in senso di responsabilità. Esercizio: chi mi credo di essere quando mi guardo allo specchio? Esercizio: faccia a faccia con il sé bambino. POMERIGGIO Il cambiamento positivo-seconda parte Esercizio: cosa c’entra il mio passato, se oggi non mi sento sicuro di me? Il cambiamento positivo-terza parte Esercizio: comprensione e perdono: liberarsi dal passato, vivere nel presente, creare il proprio futuro. Esercizio: come funziona davvero il PENSIERO POSITIVO? Avvertenza: per farlo funzionare evitare di indossare occhiali a lenti rosa! conclusione Programma di mantenimento post-stage: il pensiero positivo per sviluppare autostima nella vita di tutti i giorni. NB: il programma elencato potrebbe subire leggere variazioni secondo le esigenze dei partecipanti allo stage. TTh hee PPeeiiffffeerr FFoou un nd daattiioon n IIn n ccoollllaab boorraazziioon nee ccoon n IILL G GIIA AR RD DIIN NO OD DEEG GLLII EELLFFII -- A Assssoocciiaazziioon nee C Cu ullttu urraallee presenta N NU UO OV VII O OR RIIZ ZZ ZO ON NT TII D DE ELL P PE EN NS SIIE ER RO OP PO OS SIIT TIIV VO O Conduttore del seminario M Ma ax xD De ellllii G Gu ua an nttii ssso o o o e n o e occciiio o ssso osssttte en niiittto orrre e a a e d e d accccccrrre ed diiittte ed d The Peiffer Foundation è una scuola di counselling del pensiero positivo accreditata in Italia dal CNCP, Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti; nel Regno Unito dal NCP, National Council of Psychotherapists. IL NUOVO PENSIERO POSITIVO Negli ultimi cinquanta anni i movimenti per lo sviluppo del potenziale umano, la medicina psicosomatica e le neuroscienze hanno dato un impulso fondamentale allo studio della psiche, scoprendone le infinite risorse e come poterle impiegare per migliorare la qualità della vita e il benessere delle persone. Il Pensiero Positivo, ispirandosi a questa nuova visione, si basa sul principio che le convinzioni espresse attraverso il linguaggio influenzano sia lo stato d’animo che quello fisiologico. Essendo il pensiero formulato sia sotto forma di parole che d’immagini, attraverso un sistema di rilassamento fisico e concentrazione mentale derivanti dall’Ipnositerapia Britannica, è possibile sostenere e favorire i meccanismi di auto-guarigione del corpo, aiutandolo a ripristinare il suo naturale equilibrio. Grazie al Pensiero Positivo possiamo quindi influenzare positivamente i nostri stati d’animo, trasformare il pessimismo in ottimismo, ridurre drasticamente i livelli d’ansia e di stress sentendoci così più rilassati. Possiamo essere più sicuri nei rapporti con gli altri e le nostre prestazioni nel lavoro e nello sport possono essere ottimizzate in termini di aumento sia di concentrazione che di energia psico-fisica. Allenarsi a sviluppare un atteggiamento positivo significa imparare ad utilizzare la naturale suggestionabilità della parte emotiva e reattiva della mente per influenzare in maniera positiva le tue reazioni emotive, i tuoi comportamenti e la qualità delle tue prestazioni professionali. Pensare positivo, tuttavia, non significa ignorare le difficoltà della vita di tutti i giorni illudendosi che vada sempre tutto bene. I metodi del pensiero positivo, frutto della moderna ricerca nell’ambito della gestione dello stress, mirano a modificare atteggiamenti pessimisti che generano apatia e vittimismo. Con l’aiuto dei metodi del pensiero positivo puoi imparare ad acquisire più padronanza delle tue reazioni emotive, malgrado tu abbia imparato a credere che certe reazioni sono più forti di te e che quindi non puoi farci niente. Per godersi pienamente la vita di tutti i giorni è necessario imparare ad attingere alle proprie forze, non a quelle degli altri. Se non siamo noi a dare una direzione alla nostra vita, qualcun altro potrebbe farlo al nostro posto e, in tal caso, dovremmo farci piacere per forza quello che otteniamo, anziché mirare ad ottenere quello che ci piace … I metodi del Pensiero Positivo proposti dalla Scuola di counselling di Vera Peiffer sono semplici da imparare, facili da applicare in autonomia, efficaci per migliorare la qualità della vita di tutti i giorni. I SEMINARI Nel corso del seminario imparerai metodi semplici ed efficaci per accedere alla parte emotiva e reattiva della tua mente (il subconscio). In questo modo potrai prendere coscienza di convinzioni, atteggiamenti e abitudini che sono l’effetto di esperienze passate, ma che influenzano ancora oggi il tuo modo di vivere e di reagire ai problemi. In altre parole, nel corso del seminario lavorerai al miglioramento della qualità della tua vita imparando a migliorare la qualità del tuo modo di pensare. Potrai, se lo vorrai, fare cose che prima credevi di non poter fare. Affronterai vecchi problemi con nuovi metodi. Il seminario fornisce gli strumenti per l’allenamento psico-fisico necessario ad acquisire fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. I partecipanti, d’altro canto, si assumono l’impegno ad allenarsi a mettere in pratica i metodi proposti che, come tutte le tecniche, funzionano soltanto se usati attivamente e costantemente. SEMINARIO DI UNA GIORNATA mente e corpo: come interagiscono coscienza e subconscio. stress: che cos’è, cause, effetti e gestione positiva nella vita di tutti i giorni. cambiamento positivo: desiderare, volere, potere, agire. induzione ipnotica: accedere al subconscio tramite il rilassamento e la concentrazione psico-fisica. auto-ipnosi: induzione, approfondimento, suggestione con immagini e parole rilassanti. suggestioni ipnotiche: il linguaggio delle emozioni sotto forma d’immagini e parole. pessimismo e ottimismo: cosa sono, come mantenersi ottimisti dentro quando fuori le cose non vanno. vivere il pensiero positivo dal Lunedì alla Domenica: affrontare vecchi problemi con nuovi sistemi. SEMINARIO INTENSIVO DI DUE GIORNATE Oltre al programma sopra elencato, nella seconda giornata saranno proposti anche i seguenti argomenti: Elementi d’Ipnosi Clinica e Analitica. L’impiego della visualizzazione nell’auto-ipnosi. Convinzioni, atteggiamenti e la loro influenza su comportamenti e risultati. Come mantenersi ottimisti quando è difficile. Porsi un obiettivo e verificare i propri progressi. Accesso al subconscio tramite il rilassamento. Mettere tutto in pratica tutti i giorni: programma di mantenimento quotidiano. L’IPNOSI Hai mai provato ad auto-ipnotizzarti? Probabilmente credi di no, ma ti assicuro che ci auto-ipnotizziamo tutti i giorni. La trance, infatti, è uno stato psico-fisico naturale al quale accediamo spontaneamente, spesso più volte nell’arco di una giornata. Ti ricordi l’ultima volta che hai sognato ad occhi aperti, magari fissando un qualcosa fuori della finestra, con lo sguardo perso nel vuoto? Eri così assorto nei tuoi pensieri che, in quel momento, avevi la sensazione di essere da un’altra parte; eri completamente assente (soprapensiero). Al tempo stesso, una parte di te rimaneva comunque cosciente di dove eri e non appena qualcosa ha richiamato la tua attenzione sei “tornato in te”, come se ti fossi “risvegliato”, riprendendo poi ad occuparti delle tue faccende quotidiane in maniera logica e razionale. L’ipnosi è uno strumento che induce lo stato di trance sopra descritto, uno stato caratterizzato da rilassamento fisico e concentrazione mentale in cui la mente può essere rieducata a pensare in maniera più positiva (suggestionata con pensieri positivi). Chiunque può imparare l’arte dell’auto-ipnosi. È facile e piacevolmente rilassante. Praticandola costantemente, una volta appreso il metodo, potrai impiegarla quando vorrai, usandola per rilassarti nei momenti di stress, per aiutarti a coltivare un atteggiamento più ottimista, fiducioso, positivo. IL SUBCONSCIO Il subconscio è paragonabile ad un computer che ha salvato tutto ciò che nel corso della nostra vita abbiamo visto, udito, provato e imparato a fare (ad esempio parlare, leggere, scrivere, guidare). Il subconscio e anche la sede delle nostre abitudini automatiche (comunemente chiamate vizi). Nel subconscio sono memorizzati tutti gli episodi accaduti in passato insieme alle reazioni emotive da noi avute in ognuna di quelle circostanze. Di conseguenza, ogni volta che nel presente ci troviamo in una situazione analoga ad una già vissuta, anche la stessa reazione emotiva avuta in passato oggi s’innesca automaticamente, nostro malgrado. Le nostre reazioni emotive involontarie (quelle che per esempio ci fanno dire “è più forte di me”) sono spesso legate ad episodi passati e sono il contrario di come, razionalmente, vorremmo reagire. Fortunatamente è possibile rieducare il subconscio e imparare a reagire in maniera diversa nel presente. CHI CONDUCE IL SEMINARIO Max Delli Guanti ha completato i suoi studi presso l’International College of Eclectic Therapies di Londra, diplomandosi in Clinical and Analytical Hypnotherapy with psychotherapy, Psychotherapeutic Counselling, Stress Management, specializzandosi nel trattamento dei disordini post-traumatici da stress. È Counsellor, Tutor, membro onorario e managing director della Peiffer Foundation, la scuola di counselling fondata da Vera Peiffer, Ipnoanalista e nota autrice di saggi sul pensiero positivo. È membro e supervisore del National Council of Psychotherapists (Consiglio Nazionale degli PsicoterapeutiRegno Unito), membro del General Hypnotherapy Register, il registro Britannico degli Ipnoterapeuti, membro iscritto all’albo dei professionisti complementari del Servizio Sanitario Nazionale Britannico e membro dell’Association of Analytical and Cognitive Therapists. Lavora a Londra, dove vive dal 1994, come Stress Management Counsellor, Post-traumatic stress disorders specialist, Clinical & Analytical Hypnotherapist. Conduce sessioni individuali di counselling ad indirizzo ipno-analitico e seminari sul pensiero positivo per le aziende e per il pubblico in Inghilterra, Svizzera, Italia e Stati Uniti. “Lavoro con Max Delli Guanti da molto tempo e invito caldamente tutti coloro che vogliono ricevere un counselling d’altissima qualità a rivolgersi a lui. Non solo Max è un counsellor caloroso e comprensivo, ma anche molto competente, che lavora in maniera efficiente ed efficace sia in sessione individuale sia con i gruppi.” Vera Peiffer, autrice del best-seller “Il Potere del Pensiero Positivo” A tutt’oggi, Vera è una delle più autorevoli esponenti e divulgatrici del Pensiero Positivo di fama internazionale. Laureata in psicologia, si è specializzata in Ipnosi e psicoterapia. Nel Regno Unito, è membro del National Council of Psychotherapists e del College of Advanced Hypnotherapy. Nel 1994 ha fondato la Peiffer Foundation, scuola accreditata nel Regno Unito dal National Council of Psychotherapists e in Italia dal Coordinamento Nazionale Counsellor Professionisti. Ha scritto numerosi saggi tradotti in tutto il mondo, tra i quali si ricordano: Il Potere del Pensiero Positivo; Il Potere dell’Ottimismo; Vivere in Positivo; La felicità interiore; Le Trappole del Dovere; Il Nuovo Pensiero Positivo, editi da Armenia. Di Max dice: “Lavoro con Max Delli Guanti da molto tempo e invito caldamente coloro che vogliono ricevere sessioni di alta qualità a rivolgersi a Max perché non solo è un counsellor caloroso e comprensivo ma anche molto competente, che lavora in maniera efficiente ed efficace sia in sessione individuale sia in gruppo.