BIOGRAFIA OPUSCOLO NUMERO UNO
PREFAZIONE
L’edizione del libro “Il messaggio dei tempi della fine” è già esaurita da sei anni.
Tuttavia, dei cristiani, da tutti i punti del mondo, ci sollecitano ancora di fornire loro
della documentazione in lingua francese sulla vita e il messaggio di William
Branham. Credendo questo bisogno legittimo, la nostra prima intenzione fu di
ristampare una seconda edizione, ma più la revisione avanzava, più quest’opera mi
sembrava mediocre, in quanto constatavo che la parte più importante del suo
messaggio era andata persa.
Bisognava riconoscere che questo libro era stato redatto affrettatamente, quasi in
uno “stato d’urgenza”, per correggere alcune false voci che circolavano a riguardo
del fratello Branham, in mezzo alle nostre chiese protestanti. Con questo libro,
avevamo allo stesso tempo uno strumento per far conoscere al popolo del Quebec
(Canada) la verità e la realtà della potenza di Dio. Così, volendo destare l’attenzione
dei lettori, avevo intitolato l’ultimo capitolo: “Ultimo avvertimento”, ma dopo una
riflessione ho compreso che le mie conclusioni erano piuttosto negative quando
avrebbero potuto esserci tante cose più positive.
Prima di intraprendere la redazione di questo libro, ho pensato che si poteva
semplicemente riutilizzare delle vecchie pubblicazioni quali “William Branham” della
Editions Evangéliques Peseux/Neuchatel, Svizzera, 1956; ma, in realtà, questo libro,
ad eccezione delle testimonianze di guarigioni, non era che una traduzione del libro
“Un uomo inviato da Dio” di Gordon Linsay, 1950. Così, ci mancavano ancora
minimo gli ultimi quindici anni della sua vita che sono certamente i momenti più
significativi del suo ministerio. Queste sono alcune delle ragioni che mi hanno spinto
a riprendere interamente il lavoro. Questa volta il compito è stato più facile, poiché
disponiamo di molti più documenti rispetto a sette anni fa, ciò che ci ha permesso di
conoscere, di amare ed apprezzare talmente meglio il ministerio straordinario che ha
ricevuto William Branham.
Avrei desiderato presentare al lettore cristiano un’opera puramente autobiografica
come hanno fatto i fratelli d’America con “Footprints on the sands of time” (705
pagine), ma credo che quel poco di spiegazione che io fornisco si rivelerà necessaria
a coloro i quali il messaggio è stato presentato per la prima volta. Nondimeno, dove
è stato possibile, ho lasciato parlare il fratello Branham, limitando così il mio lavoro a
compilare le sue parole. Benché esistono quasi mille cassette registrate dei suoi
sermoni e parecchie centinaia di opuscoli in lingua inglese, un tale lavoro non
avrebbe potuto essere preso in considerazione se già in lingua francese noi non
avessimo avuto a disposizione un buon numero di cassette, di opuscoli e di fascicoli
tradotti dai nostri amici cristiani della Svizzera e della Francia. Il mio lavoro non è
dunque che un complemento a quello degli altri fratelli che hanno lavorato molto
prima di me e verso i quali io sono sinceramente riconoscente.
Questo libro è dunque il lavoro di tutti, riunito in un volume, al fine di presentare
agli eletti l’opera grandiosa e meravigliosa che Dio ha fatto in questo tempo. Così, ho
avuto cura di fornire le referenze su ogni citazione ed ho aggiunto una lista di tutte le
opere bibliografiche alla fine del libro.
Alcuni testi sono abbreviati un poco, per delle ragioni di spazio; per esempio, è
sovente che il fratello Branham racconti le sue esperienze davanti a dei grandi
uditori, dove assiste molto spesso almeno qualche testimone oculare di quello che
sta per raccontare. Così, egli non mancherà di indicare le loro presenze o di far
levare loro la mano o dire: “Amen”; se essi sono numerosi, questo ha un’importanza
relativa, ma ciò sarebbe stato troppo lungo e d’altronde ho avuto cura di dare al
lettore tutte le referenze disponibili affinché possa verificare alle fonti stesse.
C’è anche una cosa che potrà sorprendere alcuni lettori, è questa espressione di
“fratello” che ricorre continuamente. A questo noi diremo che era l’augurio di questo
umile servitore di essere chiamato “fratello”. Ecco le sue parole: “Al tempo di una
riunione a Chicago, un uomo di colore, che era seduto là, diceva continuamente:
‘Voglio vedere il dottor Branham’. Egli portava un grande cappello e il suo petto era
coperto da grandi croci da venti a venticinque centimetri di lunghezza e di larghezza.
Era vestito molto bizzarramente e portava degli anelli curiosi e delle collane. Io dissi
al fratello Baxter, che era mio associato: ‘Conducilo nella stanza accanto; lo vedrò
là’. Allora, egli si sedette e mi disse: ‘Vi considererò come ‘padre’, come ‘reverendo’
o come ‘anziano’? Come vi devo considerare?’. Io gli dissi: ‘Se voi mi amate,
chiamatemi ‘fratello’. Ed egli, per riguardo verso di me, fece così. In seguito, egli mi
elencò i suoi titoli”.
Altri lettori faranno rimarcare con ragione che lo stile linguistico di questo libro è
povero. Ma l’averlo ritoccato gli avrebbe tolto la sua originalità e la sua autenticità.
Del resto, quando si prende coscienza di ciò che è veramente successo, si fa meno
attenzione alla forma di stile e di sintassi, ma si assiste a delle esperienze
commoventi fra il visibile e l’invisibile, mettendo in scena Dio, gli angeli, le visioni, i
segni, i miracoli, i prodigi, le guarigioni, i demoni, i sogni, le rivelazioni, il
discernimento, la profezia, l’ombra della morte e la Colonna di Fuoco.
Desidererei ringraziare tutti quelli della mia assemblea di Warden che hanno
contribuito in più maniere ad alleggerire il mio fardello, poiché so molto bene che
senza di loro quest’opera sarebbe lontana dall’essere terminata. Così, mi considero
molto privilegiato per aver potuto lavorare alla presentazione di una storia che
certamente è una delle più gloriose mai raccontate dopo quella del nostro Signore
Gesù e dei Suoi apostoli.
Desidererei concludere applicando questo passo della Scrittura alla nostra
generazione: “Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte, le quali, se
fossero scritte ad una ad una, io non penso che nel mondo stesso capissero i libri
che se ne scriverebbero” (Giovanni 21:25 - Trad. Diodati). Possano le testimonianze
di questo libro essere come del sale; più voi gusterete, più avrete sete di camminare
nella luce d’oggi.
Al servizio del Re dei re.
André Morin
CAPITOLO PRIMO
LA SUA INFANZIA
La sua nascita
Sono nato il sei aprile 1909, in una piccola capanna, lassù nelle montagne del
Kentucky, vicino a Burkesville. Non avevamo dottore, solo una levatrice assistette
mia madre, c’era mia nonna. Mia madre aveva quindici anni e mio padre ne aveva
diciotto, e per questo avvenimento si era comprato una salopette nuova. Eravamo
molto poveri, i più poveri tra i poveri. La nostra piccola capanna di montagna non
aveva finestre, solamente un piccolo portello di legno nella porta che si lasciava
aperto il giorno e che si chiudeva la notte. L’unica stanza dove vivevamo non aveva
tappeto, neanche un pavimento di legno, c’era solamente un pavimento di terra
battuta. Un ripiano di tronco d’albero, poggiato su tre piedi, ci serviva da tavolo, con
due sedie fatte da rami d’albero, proprio dei piccoli rami di noce attaccati assieme,
con il fondo ricoperto di corteccia.
E così, il mattino in cui sono nato e che ho incominciato a piangere, mia madre
volle vedere il suo fanciullo, ella stessa non era che una fanciulla e quando papà aprì
lo sportello proprio all’alba verso le cinque, c’era là un piccolo pettirosso che stava a
lato di un cespuglio vicino alla finestra, cantando con tutte le sue forze, e questa
Luce che voi vedete sulla foto entrò turbinando e stette al di sopra del letto. La
nonna non sapeva che dire e questa Luce li spaventò. Essi raccontarono al loro
circondario nelle montagne: “Questa Luce è entrata”. Tentarono di comprendere.
Alcuni dissero che ciò doveva essere il sole che si rifletteva su uno specchio nella
stanza, ma non c’era specchio e il sole non era ancora levato, poiché era troppo
presto, erano le cinque. E poi...essi lo dimenticarono.
Una volta i miei antenati erano cattolici. Mio padre era strettamente irlandese. La
sola interruzione nel sangue irlandese fu mia nonna materna che era un’indiana
Cherokee. Mia madre era dunque una meticcia. Mio padre e mia madre non
andavano in chiesa. Essi non si sposarono in chiesa e non avevano affatto religione.
Laggiù nelle montagne, non c’era nemmeno una chiesa cattolica. Quando ebbi dieci
giorni mi portarono ad una piccola chiesa battista chiamata “Il regno degli opossum”.
Basta solo il nome! Un vecchio predicatore itinerante battista veniva laggiù circa una
volta ogni due mesi. La gente aveva una piccola riunione dove cantava qualche
cantico ed ascoltava una predicazione ogni volta che il viaggiatore passava da là.
Essi lo pagavano ogni anno con un sacco di zucche o qualche cosa del genere che
la gente raccoglieva per donargliela. Il vecchio predicatore venne e là offrì una
preghiera per me, piccolo fanciullo. Questo fu il mio primo passaggio per la chiesa
(l).
Madre e bambino sfuggono provvidenzialmente alla morte
Nel suo libro intitolato “Un uomo inviato da Dio”, Gordon Lindsay cita l’aneddoto
seguente (2).
Il padre, taglialegna, era spesso assente da casa, soprattutto nei mesi d’autunno e
d’inverno quando il tempo era troppo cattivo per viaggiare. La madre ed il bambino
restavano dunque soli a casa. Un giorno, rischiarono di perdere la vita tutti e due. Il
bimbo aveva sei mesi circa e il padre era assente quando sopraggiunse una terribile
tempesta. Per parecchi giorni, tutta la contrada fu bloccata dalla neve. Non c’erano
molte riserve nella piccola capanna, e presto non ci furono più legna e cibo. La
madre, avvolgendo i suoi piedi con vecchi sacchi, andò nel bosco per abbattere dei
piccoli alberi che trascinò nella capanna per provare a mantenere acceso il fuoco.
Ma ella s’indebolì sempre più e dovette presto abbandonare questo tentativo. Madre
e figlio restarono allora a letto aspettando la fine. Ma Dio inviò un angelo protettore e
salvò la loro vita.
A vista d’occhio dalla piccola casa viveva un vicino. Presentendo che succedeva
qualcosa, gettava spesso uno sguardo verso l’umile abitazione e il suo timore
andava crescendo non vedendo più alcun fumo uscire dal comignolo. Dopo qualche
giorno, egli ebbe la ferma convinzione che doveva andare a vedere sul posto ciò che
accadeva, sebbene la distanza significava per lui un grosso sforzo poiché vi era
neve ammucchiata. Arrivando alla porta, i suoi timori si confermarono, poiché non
ricevette alcuna risposta dall’interno. Non c’era alcuna orma intorno alla casa e la
porta era chiusa con il catenaccio. La forzò e fu sbigottito dallo spettacolo che vide:
madre e figlio, avvolti da coperte, erano vicini a morire di fame e di freddo. Si procurò
rapidamente della legna e fece un grande fuoco per riscaldare l’abitazione. Poi
ritornò a casa sua per cercare del cibo. Era l’ultimo momento. La madre e il bambino
ritornarono in vita e furono ben presto in buona via di ristabilimento.
Primo messaggio di Dio al fanciullo
La prima cosa che posso ricordare è una visione che il Signore mi diede...Dovevo
avere circa tre anni, e il mio fratellino due anni appena. Eravamo fuori, in fondo al
cortile, dove c’è un luogo per spaccare e depositare la legna (3). Avevo un grosso
sasso in mano e cercavo di mostrargli con quale forza potevo gettare questo sasso
nel fango, dove l’acqua era uscita dalla terra e aveva reso il suolo fangoso. Ed udii
un uccello che cantava sulla cima di un albero. Guardai quest’albero e l’uccello
s’involò ed è allora che una Voce mi parlò. Ora, so che voi pensate che non posso
ricordarmi di questo. Ma il Signore Iddio, che è Giudice dei cieli e della terra e di tutto
ciò che è, sa che io dico la verità. Come un vento attraverso un cespuglio, una Voce
venne dall’albero, dal posto in cui prima stava l’uccello. Disse: “Tu vivrai vicino ad
una città chiamata New-Albany”. Ed io ho vissuto dall’età di tre anni fino ad oggi a
meno di cinque chilometri da New-Albany, Indiana. Mio padre era molto lontano
dall’essere una persona religiosa. Quando eravamo bambini, non avemmo alcuna
influenza religiosa né alcun insegnamento. Io vedevo mio padre, era un uomo
piuttosto piccolo, tozzo, era uno degli uomini più forti che io conoscessi tra gli uomini
di piccola taglia. Mi ricordo che quando papà entrava per cenare, tirava su le sue
maniche per lavarsi e io potevo ammirare le sue piccole braccia tozze; e quando egli
le alzava per gettare dell’acqua sul viso, i muscoli delle sua braccia risaltavano ed io
dicevo: “Sapete, il mio papà vivrà fino a centocinquant’ anni”. Egli era così forte! Ma
morì a cinquantadue anni (1). Ho visto mio padre ritornare dai boschi talmente
bruciato dal sole che mamma doveva prendere delle forbici per tagliare la sua
camicia incollata al suo dorso. Egli lavorava sodo. Io l’amavo teneramente
nonostante fosse un bevitore. A volte mi frustava, ma mai tanto quanto io l’abbia
meritato. La legge dei dieci comandamenti era scritta sul muro e una grande frusta
era appesa al di sopra...(Anni dopo, egli diede il suo cuore a Cristo e fu salvato
qualche ora prima di morire nelle sue braccia) (3).
Mio padre era il ragazzo tipico delle montagne, che beveva costantemente. Si era
trovato immischiato in una rissa dove si ebbero due o tre uomini quasi uccisi,
battendosi a colpi di fucile e di coltelli. E papà era stato uno degli istigatori di questa
rissa. C’era là un amico che era stato ferito e che, a sua volta, aveva picchiato
qualcuno con una sedia. L’uomo aveva preso un coltello e stava per colpire al cuore
l’amico di papà steso sul suolo, allorquando papà s’intromise. Il suo nome era Will
Yarbrough. Egli era un uomo molto forte e cattivo. Ci fu un grande combattimento
con coltelli tra lui e papà. E mio padre uccise quasi l’uomo; dovette essere una
terribile lite, perché da Burkesville, a numerosi chilometri da lì, inviarono uno sceriffo
a cavallo a cercare papà. Così egli dovette fuggire e lasciare il Kentucky ed
attraversare il fiume per venire nell’Indiana.
Egli aveva un fratello che viveva in quel tempo a Louisville, Kentucky. Era
l’assistente direttore della segheria “Mosaico del bosco” a Louisville, Kentucky. Papà
era il più giovane dei ragazzi di una famiglia di diciassette figli. E così andò a trovare
suo fratello maggiore e stette via per circa un anno. Non poteva ritornare, perché era
ricercato dalla legge. Quando avemmo delle notizie da lui, tramite una lettera firmata
con un altro nome, egli diceva a mia madre che doveva andare così e che avrebbe
avuto sue notizie. Più tardi, ci siamo trasferiti nell’Indiana e mio padre lavorò per un
uomo ricco. Il signor Wathen era un multimilionario. Possedeva le distillerie Wathen
e anche delle grandi azioni. Mio padre fu il suo autista privato. Papà era un uomo
povero, ciononostante egli non poteva fare a meno di bere; andò dunque a fare il
whisky in una distilleria. E allora questo divenne una prova per me, perché ero il più
grande dei figli. Dovevo andare a portare dell’acqua a questo alambicco, per
mantenere gli scambisti freschi mentre facevano il whisky. In seguito, si mise a
venderlo. Si procurò due o tre di questi alambicchi. Vedete, è questo che a me non
piace raccontare, ma è la verità.
Primo contatto con l’Angelo
Un giorno, trasportando dell’acqua da questa pompa che era alla distanza di un
isolato, borbottavo perché dopo la scuola, tutti gli altri ragazzi erano andati a pescare
a mare. Mi piaceva molto pescare ed essi erano tutti andati tranne me, perché
dovevo trasportare dell’acqua a questo alambicco. Certamente, questo doveva
restare segreto, era durante il proibizionismo. Ero proprio sotto il pioppo, cercando di
riposarmi e piangevo. Ero circa a metà cammino tra il granaio e la casa, quando tutto
ad un tratto udii un rumore simile a quello che fa un vortice di vento: whoooosssh,
whoooosssh... Guardai intorno a me, nemmeno una foglia si muoveva, da nessuna
parte. Ed io pensai: “Da dove viene questo vento? Questo deve essere lontano da
qui”. Ero soltanto un ragazzino. E questo vento diventò sempre più forte. Raccolsi i
miei due piccoli secchi e, borbottando ancora, ripresi il sentiero. Non avevo fatto che
qualche passo al di sotto di questo grande albero allorquando udii di nuovo il rumore
del vortice. Mi girai per guardare e, a metà altezza di quest’albero, vidi un altro
vortice che faceva volteggiare e volteggiare le foglie. “Ebbene - pensai - non c’è
niente di strano in questo, poiché è proprio in questo periodo dell’anno, in autunno,
che si formano questi vortici”. Guardai, ma questo non se ne andava. Abitualmente è
proprio un soffio che dura un istante, poi questo se ne va; ma questo vortice era là
da già due minuti o più. Ripresi il cammino. Mi rigirai per guardarlo ancora e, quando
lo feci, una Voce umana, tanto udibile quanto la mia, disse: “Non bere mai, non
fumare e non sporcare il tuo corpo in alcun modo. Ci sarà un lavoro da fare per te
quando sarai più grande”.
Questo mi fece venire una paura blu! Potete immaginarvi come un ragazzino
poteva sentirsi! Lasciai cadere i miei secchi e ritornai a casa tanto velocemente
quanto mi fu possibile, gridando con tutte le mie forze. C’erano dei serpenti
trigonocefali in questo paese ed essi erano molto velenosi. Mia madre pensò che,
venendo lungo il giardino, avevo probabilmente posato il piede su un trigonocefalo
ed ella mi corse incontro. Saltai nelle sue braccia gridando, stringendola ed
abbracciandola. Ella mi disse: “Che c’è, sei stato morso da un serpente?”,
esaminandomi dappertutto. Dissi: “No mamma! C’è un uomo in quell’albero laggiù”.
Ella mi disse: “Billy, Billy, andiamo! Ti sei fermato per dormire?”. Dissi: “No, mamma,
c’è un uomo in quell’albero laggiù e mi ha detto di non bere e di non fumare”. Nel
momento in cui trasportavo dell’acqua a questo alambicco, Egli mi aveva detto: “Non
bere e non sporcare il tuo corpo in nessuna maniera”. Per quanto io sappia, non
sono mai stato colpevole una sola volta di una cosa simile. Ero proprio isterico.
Mamma chiamò il dottore e questo disse: “Ebbene, è soltanto nervoso, è tutto”. Così
ella mi mise a letto. Da quel giorno, non sono mai più passato vicino a quell’albero
poiché avevo troppa paura. Passavo dall’altro lato del giardino poiché credevo che
c’era un uomo in cima a quest’albero che mi parlava con una voce profonda.
All’incirca un mese dopo questo, giocavo alle biglie fuori con i miei fratellini, nel
cortile davanti. Tutto ad un tratto, uno strano sentimento venne in me. Mi fermai e mi
sedetti a lato di un albero. Eravamo giusto sulla riva del fiume Ohio. E guardando
verso Jeffersonville, io vidi un ponte elevarsi ed attraversare il fiume. E su questo
ponte, vidi sedici uomini (li contai) che caddero da là e persero la vita. Corsi
velocemente a dirlo a mia madre ed ella pensò ancora che io mi fossi addormentato.
Ma lo tennero a mente e ventidue anni più tardi il ponte municipale (che molti tra voi
attraversano quando vengono qui) attraversa il fiume nello stesso punto e sedici
uomini persero la loro vita costruendo questo ponte al di sopra del fiume (1).
Povertà
Ero il maggiore di nove ragazzi e una ragazzina. Davanti la piccola vecchia
baracca stavano ammucchiati tutti questi piccoli Branham che si trascinavano fuori
nella polvere, somigliando ad una banda di opossum. Non portavamo scarpe,
qualche volta neanche nel mezzo dell’inverno. Se ne avevamo, erano solamente
quelle che potevamo trovare o che qualcuno ci dava per carità! Avevamo l’abitudine
di fare la nostra spesa il sabato sera. Avevamo una vecchia carretta; papà metteva
dietro della paglia per i piccoli e lui e mamma montavano avanti, conducendo una
piccola mula su una distanza di circa cinque chilometri dalla città. Papà guadagnava
circa settantacinque centesimi al giorno e comprava tutti i viveri che dovevano
durarci una settimana. Quando pagava le fatture della drogheria, il signor Grower, il
droghiere, ci dava un sacchettino di bastoncini di zucchero. Immaginate, forse sei
bastoncini ed otto piccoli Branham i quali sorvegliavano questo bastoncino quando
bisognava dividerlo in parti uguali. Oh come era buono! E quando tutti i miei fratelli
mangiavano il loro bastoncino, io facevo finta di mangiarlo e lo avvolgevo in della
carta per conservarlo nelle mie tasche fino a lunedì. Allora mamma mi diceva:
“William vai alla fonte a cercare un secchio d’acqua”. Questo grosso secchio in
vecchio cedro e questo ramaiolo per attingere erano pesanti. Allora chiamavo mio
fratello Edward, che soprannominavo “Humpy” (malinconico), e gli proponevo
questo: “Ecco quello che voglio fare, tu potrai leccare questo bastoncino mentre io
conto fino a dieci se tu vai a cercarmi questo secchio d’acqua”. Dovevo contare
tranquillamente e qualche volta ricominciare se andavo troppo veloce. Facevo molto
raramente il lavoro del lunedì fintanto che il bastoncino durava, io ero un uomo
d’affari e di tempo libero, il lunedì (4).
Siamo andati a scuola senza avere praticamente dei vestiti. Mio padre beveva
ogni soldo che restava, dopo aver pagato i conti del droghiere. Per il mio ingresso a
scuola, mamma prese il vecchio mantello che papà aveva al suo matrimonio e mi
tagliò un paio di pantaloni (5). Mi ricordo di un inverno in cui non avevo camicia.
Avevo un mantello che la signora Wathen, una donna ricca, mi aveva dato. C’era
una piccola aquila sulla manica. Un giorno di primavera, quando cominciava a far
caldo, la professoressa, la signora Temple, mi disse: “William, non hai caldo con
questo cappotto addosso? Toglitelo”. Non potevo toglierlo perché sotto ero a torso
nudo. Così risposi: “No, signora, sono proprio un poco freddoloso”. Ella replicò: “Sei
freddoloso in un giorno simile?”. “Si, signora” risposi. “Faresti meglio a venire a
sederti vicino alla stufa”. Ella alimentò questa grossa stufa e disse: “Hai ancora
freddo? “Si, signora”. E il sudore mi colava sul viso. “Allora - disse - è meglio che tu
ritorni a casa, poiché sei malato”. Mi domandavo come avrei fatto per ritornare a
scuola, così attesi un paio di giorni.
C’era una sorella di mio padre che viveva nelle colline vicine. Aveva preso
l’abitudine di venire a casa nostra e aveva una figlia quasi della mia età. Vedendo un
vestito che ella aveva lasciato, immaginai di poter farmene una camicia. Ho tagliato
la gonna, ho indossato la blusa che era piena di riccioli e sono andato a scuola. Mi
dissero: “É un vestito da ragazza!”. Io risposi: “É il mio costume da indiano”. E i
bambini si misero a ridere di me. Mi ricordo che, durante la prima guerra mondiale,
tutti quelli che erano abbastanza grandi per avere un’uniforme, ne avevano una ed io
volevo tanto essere un soldato. C’era un ragazzo a scuola di nome Lloyd Ford che
aveva un vestito da scout e vendeva il giornale Pathfinder. Io gli domandai: “Quando
avrai consumato il tuo vestito, me lo darai?”. “Certamente”, mi rispose. Ebbene, non
ho mai visto un abito durare così a lungo. Alla fine, dopo essermi accorto che egli
non lo portava più da un po’ di tempo, gli chiesi: “Lloyd che ne è stato di quel
vestito?”. Mi informò che sua madre lo aveva utilizzato per accomodare i pantaloni
del padre e che non ne restava che una gamba. Io presi l’uniforme e la portai come
se fossi stato un vero soldato. Per avere un buon pretesto per portarla a scuola, ho
fatto finta di essermi ferito alla gamba, giocando. Un giorno sono dovuto andare alla
lavagna. Cercavo di tenermi in modo da nascondere la mia gamba nuda, ma i
ragazzi si misero a ridere ed io a piangere e l’istitutrice mi mandò a casa. Che lotta è
stata per me in quei giorni.
Non potevo neanche prendere la mia merenda come gli altri. Io e mio fratello
avevamo vergogna di mangiare davanti agli altri ragazzi, perché avevano dei
sandwichs, dei dolci e dei biscotti. E noi salivamo per sederci sulla collina vicina alla
scuola e sistemavamo quei piccoli contenitori tra noi. Da un lato avevamo un vasetto
di melassa ed uno di verdura, e dall’altro lato un vasetto di fave, un pezzetto di pane
ed un cucchiaio. E mangiavamo insieme (4). I ragazzi mi chiamavano “Squab”, il
selvaggio del Kentucky, perché mia madre, durante la sua gioventù, assomigliava
molto ad un’indiana ed essi sapevano che era mezza indiana. Un paio di ragazzi,
perché non volevano che io portassi i libri di una certa ragazzina, vennero da me e
mi picchiarono tanto che mi lasciarono quasi incosciente. Questi ragazzi mi
picchiarono unicamente perché io ero del Kentucky. Uno mi teneva le braccia ed un
altro con una pietra nel palmo della sua mano mi colpiva al viso fino a quando fui
mezzo morto.
Una volta, ho preso una scorciatoia e sono andato a cercare la mia piccola
carabina 22 con un pugno di cartucce e mi sono nascosto a lato della strada fino a
quando passarono cinque o sei ragazzi. Brandii l’arma carica dicendo: “Chi di voi
vuole morire per primo in modo che non veda gli altri morire? Non gridate perché
morirete tutti l’uno dopo l’altro”. Quando essi fuggirono spaventati io sparai, ma il
colpo non volle partire. Misi un’altra cartuccia, la stessa cosa; ho caricato sedici
cartucce ed ognuna di esse fallì. Dopo che furono tutti scappati, io ero là, così
indispettito che ridevo come un insensato, con le lacrime agli occhi. Se non fosse
stato per la grazia di Dio, io sarei stato un assassino. Ho rimesso le pallottole nella
mia carabina e “pow, pow, pow”, esse spararono tutte perfettamente. Ditemi se non
è una grazia (5).
Andando a scuola, avevo incontrato delle ragazzine. Sapete, ero realmente timido.
Finalmente, ebbi un’amichetta, penso, come tutti i giovani di circa quindici anni e, oh,
ella era veramente molto carina. Un altro ragazzo...eravamo compagni, prese la
macchina di suo padre, una vecchia Ford modello T, e prendemmo un
appuntamento con le nostre amiche. Ci siamo fermati in un posto dove potevamo
comprare un sandwich al prosciutto per cinque soldi. Io ero ricco, potevo comprarne
quattro. E dopo aver comprato i sandwich e bevuto la coca cola, andai a restituire le
bottiglie. E con grande sorpresa, quando ritornai (la donna cominciava a perdere la
sua femminilità proprio in questo periodo), la mia piccola colomba fumava una
sigaretta. Quando vidi questa graziosa ragazza che faceva così la maliziosa con la
sigaretta alle dita, allora questo quasi mi uccise, perché credevo di amarla
veramente. Io pensai: “Povera fanciulla”. Ella mi disse: “Oh, vuoi una sigaretta
Billy?”. Io dissi: “No, signorina, io non fumo”. Ed ella mi disse: “Tu dici che non balli”.
Essi desideravano andare ad un ballo ed io non volevo. Così dissero che c’era una
sala da ballo laggiù, quella che chiamavano “Il giardino del sicomoro”. Ed io dissi:
“Non ballo”. Ella disse: “Allora non balli, non fumi, non bevi, come dunque ti diverti?”.
Risposi: “Ebbene, amo la caccia e la pesca”. Questo non le interessava. Così ella
disse: “Prendi questa sigaretta”. Ed io dissi: “No, signorina, grazie. Io non fumo”. Ero
seduto sul sedile di dietro, io e lei. Mi disse: “Vuoi dire che non vuoi fumare una
sigaretta? Noi ragazze abbiamo più fegato di quanto ne avete voi!”. Io dissi: “No,
signorina, io non credo di volerlo fare”. Ella mi disse: “Che grosso pulcino bagnato!”.
Io volevo essere il grosso cattivo Billy e non volevo certamente essere affatto un
pulcino bagnato. Vedete? Volevo essere un pugile professionista, era la mia idea
della vita. Non potevo accettarlo, così dissi: “Dammela! Sto per mostrarti se sono un
pulcino bagnato o no”. Presi questa sigaretta ed accesi il fiammifero.
Quando volli accendere la sigaretta, così determinato a fumarla come lo sono a
prendere questa Bibbia, io intesi qualcosa che faceva: “Whoooosssh!”. Provai
ancora e non potei portarla alla mia bocca. Cominciai a piangere e gettai la sigaretta
per terra. Si misero a ridere di me ed io rientrai a casa a piedi, attraverso i campi, e
mi sedetti là, piangendo. Era una vita terribile.
Mi ricordo un giorno, papà andava al fiume con i ragazzi. Io e mio fratello
dovevamo prendere una canoa e, risalendo e scendendo sul fiume, dovevamo
cercare delle bottiglie per metterci del whisky. Guadagnavamo cinque soldi per ogni
dozzina che ramazzavamo lungo la riva. C’era un albero che era stato rovesciato dal
vento. Papà e il signor Dornbush si sedettero su quest’albero. Papà prese dalla sua
tasca posteriore una piccola bottiglia piatta di whisky, gliela tese e il signor Dornbush
bevve un sorso e la restituì a papà che bevve a sua volta. Il signor Dornbush aveva
un grazioso battello e io volevo trovare favore presso di lui perché desideravo
utilizzare questo battello. Aveva un buon timone ed il mio non ne aveva affatto.
Avevamo giusto delle vecchie assi per remare.
Il signor Dornbush prese la bottiglia e mi disse: “Tieni Billy”. Io dissi: “Grazie, non
bevo”. Disse: “Tu non bevi?”. Io dissi: “Nossignore”. “No - disse papà - ho allevato un
pulcino bagnato”. Mio padre mi chiamava un pulcino bagnato! Io dissi: “Dammi
questa bottiglia!”. Tolsi il tappo deciso a bere e, quando cominciai ad alzarla,
whoooosssh! Gli resi questa bottiglia e me ne andai piangendo attraverso i campi,
così veloce che potei. Qualcosa non voleva lasciarmi fare questo. Vedete? Io non
potevo dire che ero buono (avevo deciso di farlo); ma è Dio, la Sua Grazia che mi
preservò dal fare queste cose (1).
_______________________
1. Storia della mia vita, 6 aprile 1959, Los Angeles, Cal.
2. Un uomo inviato da Dio - Gordon Lindsay p. 28-30 (La maggior parte del
contenuto di questo primo capitolo è stato tradotto dal libro “A man sent from God”
di Gordon Lindsay).
3. Come l’Angelo venne a me e il Suo mandato, Chicago, Illinois, 17 gennaio
1955.
4. Storia della mia vita, 21 luglio 1951.
5. Domande e risposte, 30 agosto 1964.
CAPITOLO SECONDO
C O N V E R S I O N E E C H I A M A TA
Anche se fin dall’infanzia di William Branham possiamo constatare la mano
soprannaturale di Dio preservarlo a causa di questa chiamata futura, è necessario
aggiungere che egli non era incline a diventare pio. Al contrario, senza dubbio, tutti
gli elementi concorrono per farne un bevitore, un mascalzone. Il suo temperamento
battagliero lo avrebbe fatto presto prendere la strada della prigione con un dossier
pesante dove si sarebbe potuto leggere: “Padre ubriaco, contrabbandiere di alcool.
Madre meticcia, causa di discriminazione. Cresciuto in un ambiente povero e
sfavorevole. Vittima di continue aggressioni minori. In un momento di rabbia ha
ucciso un compagno di scuola e ne ha ferito altri due con un’arma da fuoco”.
Ma il nostro Dio sovrano aveva deciso diversamente e, una volta di più, non si può
che riconoscere la veridicità del Scrittura allorquando Essa dice: “Dio ha scelte le
cose ignobili del mondo e quelle spregevoli (...) in modo che nessuna carne si glorii
davanti a Dio” (1°Cor. 1:28). In questo secondo capitolo, vedremo come il Signore lo
porterà faccia a faccia con le realtà della vita, della morte e dell’eternità.
Lasciamocelo dunque raccontare.
Incidente di caccia
Una volta, avevo quattordici anni, stavo per andare a caccia, quello che sembra
essere in me una seconda natura: l’amore per la caccia. Ero partito per la caccia con
un ragazzo di nome Jim Pooles; era un giovanotto amabile. Jim ed io avevamo
dormito e vissuto assieme da quando eravamo dei ragazzini a scuola; e Jim lasciò
partire un colpo dal suo fucile da caccia e mi sparò nelle gambe a breve distanza.
Fui trasportato all’ospedale ed ero coricato là, morente. Non c’era penicillina o
qualcosa del genere a quel tempo. Si stese un lenzuolo di caucciù sotto di me e
seppi quella notte che mi avrebbero operato il mattino seguente. Pulirono
semplicemente la piaga e i grossi pezzetti di carne dilaniati. Presero delle forbici e li
tagliarono. Durante l’intervento, dovetti tenere le mani di un uomo e quando ebbero
terminato si dovette strapparmi di forza dai pugni di quest’uomo. Ho gridato e pianto,
aggrappandomi, quando tagliavano questi lembi di carne dalla mia gamba.
Dopo aver preso una radiografia, avevano detto che il colpo era passato così
vicino all’arteria, da ogni lato, che una semplice piccola graffiatura l’avrebbe
perforata e che io avrei cominciato a sanguinare. Quella notte, cercai di
addormentarmi; improvvisamente qualcosa schizzò. C’era del sangue dappertutto,
all’incirca due litri erano usciti dalle mie vene. “Ebbene - pensai - la mia fine è
arrivata”. Ero coricato nel mio sangue. Suonai il campanello. L’infermiera arrivò e
asciugò semplicemente con dei panni, perché non si poteva fare nient’altro. E il
mattino seguente, in questo stato di debolezza (non si facevano trasfusioni di
sangue a quel tempo, sapete), mi si operò.
Allorquando gli effetti dell’etere furono cessati, qualcosa mi successe. Mentre
rinvenivo dolcemente, improvvisamente entrai in una condizione d’incoscienza.
Pensai che ero nell’inferno. Per prima cosa, attraversai come delle nuvole e, in
seguito, delle tenebre e discesi sempre più in basso, più in basso, più in basso. E
tutto ad un tratto, entrai nel luogo dei perduti e là gridai e guardai, e non vi era fondo.
In questo luogo, non potevo mai fermarmi di cadere, per l’eternità. Sembrava che
stessi per cadere senza che ci fosse da nessuna possibilità di arresto. Non essendo
che un ragazzo, chiamai il mio papà; il mio papà non c’era. Chiamai la mia mamma:
“Che qualcuno mi fermi!”...e non c’era nessuna madre. Non facevo che discendere.
E in seguito ho gridato a Dio; e non c’era là niente di Dio. Non c’era niente! Più tardi,
intesi il suono più lugubre che abbia mai sentito, anche un fuoco autentico sarebbe
un piacere al posto di questo.
Ora, queste visioni non sono mai state false e questa fu una delle impressioni più
orribili che io abbia mai avuto. Intesi un rumore come di un luogo ossessionante e in
quel momento vidi venire delle donne. Potevate vedere solo il loro viso, esse
avevano una cosa verde intorno agli occhi, e i loro occhi si allungavano per un lungo
tratto, come oggi le donne usano truccarsi il viso. Essendo un nuovo venuto, ero
attorniato da queste creature ossessionanti. Sembravano dei grandi occhi con delle
grandi ciglia che uscivano così, disegnati come quelli di un gatto, perché si
allungavano così; e del verde, come se questi erano ulcerati; ed esse facevano:
“Hum, hum, hum”.
Ho gridato: “Oh Dio, sii misericordioso verso me, sii misericordioso, oh Dio! Dove
sei? Se solamente mi lascerai ritornare e vivere, io ti prometto di essere un bravo
ragazzo”. É la sola cosa che potevo dire. E adesso, Dio lo sa, nel giorno del giudizio,
Egli mi giudicherà per questa dichiarazione. Quando ricevetti questo colpo di fucile,
avevo detto delle bugie, avevo fatto tutto quello che poteva essere fatto. E quando
vidi che ero quasi tagliato in due... io dissi: “Oh Dio, sii misericordioso verso di me.
Tu sai che non ho mai commesso adulterio”. É la sola cosa che potevo dire a Dio.
Ma non avevo mai accettato il Suo perdono e tutte queste cose. Qualche istante più
tardi, ero ritornato alla vita naturale. Questa cosa mi turbò profondamente. Ed io
seppi che c’era da qualche parte il luogo dei dannati. Quando sono rinvenuto... era
otto ore più tardi. Essi dovettero somministrarmi sicuramente una forte dose, perché
pensarono che non mi sarei risvegliato.
E circa sette mesi più tardi, dovetti ritornare perché si estraesse dalle mie gambe
dello stoppaccio di fucile da caccia e delle particelle di vestito sporche e grassose
che il dottore non aveva tolto. Avevo un avvelenamento del sangue; avevo le due
gambe gonfie e ripiegate sotto di me e volevano amputarmi le due gambe all’altezza
dell’anca. Oh, non potevo proprio sopportarlo. Alla fine, il dottor Reeder e il dottor
Pearl di Louisville mi operarono qui al Clark County Memorial Hospital e, questa
volta, quando rinvenni, pensai che mi trovavo nell’ovest. Ebbi un’altra visione: c’era
una grande croce dorata nei cieli e la Gloria di Dio si riversava da questa croce. Ero
in piedi, le mani stese così e questa Gloria cadeva sul mio petto. E la visione mi
lasciò.
Partenza per l’ovest
All’età di diciannove anni, egli decise di partire per l’ovest allo scopo di lavorare in
un ranch. Un mattino del settembre l927, disse a sua madre che partiva per recarsi e
stabilirsi a Tunnel Mill, località situata a circa quattordici miglia a nord di
Jeffersonville. Egli temeva di essere trattenuto da lei e non le diede sue notizie che
quando si trovò ben lontano, a Phoenix, nell’Arizona. Per un certo periodo di tempo,
gioì della vita del ranch, ma i piaceri del mondo non portarono che lassezza e ne
ebbe presto abbastanza. La chiamata di Dio pesava sempre sul suo cuore ed ecco
come egli stesso si esprime.
Mi ricordo che quando ero un giovanotto di circa diciotto anni, io fuggivo il Signore.
Partii per l’ovest. Mio padre faceva dell’equitazione ed io volevo andare a domare i
cavalli. Era qualcosa di radicato nel mio cuore.
Andai a vedere un predicatore battista che mi disse: “Alzatevi semplicemente e
dite: ‘Gesù è il Figlio di Dio’ e noi scriveremo il vostro nome nel registro”. Questo non
mi soddisfece. Sono andato a vedere un avventista del 7° giorno; egli mi disse: “Billy,
venite ed accettate il sabato del Signore”. Ed io pensai: “Oh, non è ancora questo”. E
sono partito per l’ovest. Arrivai una sera durante il periodo del raduno del bestiame.
Sapete, si ritira la sella e il sacco da campo, si posa tutto per terra e si utilizza la
sella come cuscino. Quella notte, mi ero coricato sotto ad un pino. Facevo la guardia
di giorno e la squadra di notte era partita a radunare il bestiame. C’era là “Slim”, un
texano che aveva una chitarra; suonava: “Gloria al Suo Nome”. Un altro lo
accompagnava con un pettine ed un pezzetto di carta, e vi soffiava dentro. Poi si
misero a cantare: “In ginocchio ai piedi della croce”. Oh! Mi girai e misi la mia
coperta sotto la testa. Guardai in aria, si poteva dire che le stelle erano proprio
vicino, attaccate alla sommità degli alberi e delle montagne. Nel fruscio di questi pini,
potevo intenderLo gridarmi: “Adamo, dove sei?”.
Circa tre settimane dopo questo, scesi in città; tutti i miei compagni si ubriacarono,
ma io non bevvi (e in ogni modo, dopo dovetti infilarli nella macchina e riportarli a
casa). Subito dopo, essi uscirono e si misero a spararsi a vicenda sopra i piedi e a
fare altri giochi pericolosi di questo genere. Poi tracciarono una linea dritta e
scommisero cinque dollari che potevano seguirla, quando non riuscivano a rimanere
sul marciapiedi! Quando ricevevano la loro paga è così che facevano fintanto che
avevano dei soldi. Io ero là, in mezzo a tutti quei bevitori e mi mettevo da parte.
Phoenix non era allora che una piccola città, ci si veniva da Wickenburg. Ero seduto
là, il mio grande cappello spinto indietro, quando una piccola spagnola si avvicinò,
passò davanti a me e lasciò cadere un piccolo fazzoletto. Le dissi: “Hei, avete
lasciato cadere il vostro fazzoletto!”. Ella non mi interessava (2). Udii un po’ di
rumore in fondo alla strada. C’era là un vecchio buon uomo convertito; egli aveva
delle cicatrici di piccolo vaiolo su tutto il viso e le lacrime colavano dalle sue guance.
Egli cantava: “Gloria al Suo Nome!”, accompagnandosi con una chitarra. Poi smise
di cantare e mi disse: “Fratello, tu non sai quello che è fintanto che non hai ricevuto
questo Cristo meraviglioso. Gloria al Suo Nome!”. Abbassai il mio cappello ed andai
via (3).
Una triste notizia
Un giorno, il giovane ricevette da casa una lettera che l’informava che suo fratello
Edward era molto malato. Egli non credette che la malattia fosse così grave e pensò
che si sarebbe rimesso rapidamente. Ma, una sera, rientrando al ranch, apprese che
suo fratello era morto. Era quello che veniva direttamente dopo di lui e ne provò un
grande choc, rendendosi conto che non lo avrebbe più visto quaggiù. Da allora,
avvenne in lui un rapido cambiamento. Ogni volta che resisteva a Dio, l’amarezza lo
riprendeva, ma quando si sottometteva ed obbediva al Signore era benedetto e
prosperava.
Quando mi resi conto che mio fratello era morto, rimasi un momento senza
potermi muovere. Era il primo decesso nella mia famiglia. Il mio primo pensiero fu di
domandarmi se fosse stato pronto. Mi ricordai i tempi difficili in cui avevamo vissuto
insieme quando eravamo piccoli. Avevamo appena di che mangiare. Pensai a tutto
questo, domandandomi dove egli fosse. Allora Dio mi chiamò di nuovo, ma io non
risposi.
Rientrai a casa per il funerale. Il reverendo Mac Kinney, che è come un padre per
me, predicò e disse: “Può essere che ci sia tra noi qualcuno che non conosce Dio.
Che egli lo accetti adesso”. Oh, come mi aggrappai alla mia sedia! Dio era di nuovo
all’opera! (Era la prima volta che egli ascoltava delle preghiere e un sermone). Io
desideravo ritornare nell’ovest, ma mia madre mi supplicò così fortemente di
rimanere che finii con il cedere alla condizione di trovare un lavoro. Ebbi subito un
impiego al servizio pubblico della Compagnia dell’Indiana (2).
Bisogna menzionare che il fratello Branham fece pugilato tra gli anni 1929 e 1932
e combatté quattordici combattimenti professionistici senza mai perderne uno.
Vedremo più tardi che egli non era solamente un uomo veloce ma anche un tiratore
eccelso. Lasciamo il fratello Branham proseguire la sua biografia.
Circa due anni più tardi, verificando il contenuto di un gasometro di New Albany,
fui intossicato dal gas e ne soffrii per delle settimane. Mi recai presso tutti i dottori
che conoscevo, ma senza alcun risultato. Soffrivo di acidità allo stomaco, provocata
da questa intossicazione, e il mio stato andava peggiorando. Fui condotto presso
degli specialisti di Louisville, Kentucky. Per concludere, essi dichiararono che veniva
dalla mia appendice e che bisognava operarmi. Non riuscivo a crederlo. Non avendo
mai sentito il minimo dolore al fianco. Ma, i dottori dissero che non potevano fare più
niente per me, se non operare. Alla fine cedetti, alla condizione che fosse stata fatta
sotto anestesia locale, poiché desideravo poter seguire l’operazione. Volevo avere
vicino a me qualcuno che conoscesse Dio. Credevo all’efficacia della preghiera, ma
non potevo pregare io stesso. É così che il pastore della Prima Chiesa Battista
venne con me nella sala d’operazione. Quando mi si mise a letto, mi sentivo
diventare sempre più debole. Il mio cuore batteva appena e la mia respirazione era
sempre più breve. Capii che la fine si avvicinava. In quel momento, tante cose mi
ritornarono alla mente. Sapevo che non avevo né bevuto, né fumato e che ero
rimasto puro, ma sapevo anche che non ero pronto ad incontrare Dio.
In questa camera d’ospedale, i miei occhi s’oscurarono ed ebbi l’impressione di
essere in dei grandi boschi. Mi sembrava d’udire da lontano il vento soffiare nelle
foglie. Il rumore si avvicinava sempre più ed io pensai: “Bene è la morte che viene a
prendermi”. La mia anima stava per incontrare Dio, cercai di pregare, ma non ci
riuscii. Il vento si avvicinava, soffiando sempre più forte, le foglie facevano rumore e
tutto ad un tratto me ne andai. Mi sembrò di essere di nuovo un ragazzino, i piedi
nudi sul prato sotto un pioppo. Udii quella stessa Voce dirmi: “Non bere e non
fumare” e il rumore delle foglie era simile a quello udito la prima volta. Dissi allora:
“Signore, se sei Tu, lasciami tornare sulla terra ed io predicherò il Tuo Vangelo sopra
il tetto delle case ed agli angoli delle strade. Io L’annuncerò a tutti”.
Dopo questa visione mi sentii meglio. Il chirurgo era ancora là. Venne verso di me
e fu sorpreso, poiché si aspettava di trovarmi morto. Disse: “Io non sono uomo di
chiesa, la mia clientela è così numerosa, ma riconosco che Dio ha visitato questo
ragazzo”. Se io avessi saputo quello che so adesso, mi sarei alzato dal mio letto,
lodando Dio con delle grida di gioia. Qualche giorno dopo, potei tornare a casa. Ero
ancora malato e dovetti portare degli occhiali per l’astigmatismo. La mia testa
vacillava quando fissavo per un momento qualcosa (2).
Qualche giorno dopo la sua uscita dall’ospedale, decise di cercare Dio; ma, fino a
quel momento, egli non aveva mai avuto un’educazione religiosa. Lasciamoglielo
raccontare.
Ero deciso a cercare e a trovare Dio. Andavo di chiesa in chiesa, cercando un
luogo dove si praticasse ancora la buona religione di una volta, ma è triste a dire,
non la trovai da nessuna parte (2). Essendo di origine irlandese, dunque cattolico, ho
potuto constatare che il cattolicesimo era corrotto, putrido. Allora andai in una certa
chiesa denominazionale di questa città. Dicevano: “Noi siamo il Cammino, la Verità e
la Vita. Noi abbiamo tutto questo”. Avevo giocato qualche volta con un ragazzino
luterano tedesco. Gli domandai: “In quale chiesa vai?”. “Vado alla chiesa tal dei tali”.
Ci andai e vidi che anche essi dicevano di essere il Cammino. Andai in seguito dal
fratello Dale della chiesa battista. Mi dissero: “É qui il Cammino!”. “Oh mio Dio - dissi
- sono tutto confuso! Non so più che fare. Mi piacerebbe essere nella rettitudine”.
Non sapevo quel che dovevo fare, né come pentirmi. Scrissi una lettera, pensai:
“L’ho visto nei boschi”. Gli scrissi dunque in questi termini: “Caro Signore, io so che
voi passate da queste parti, poiché qui io caccio lo scoiattolo. So che Voi passate da
qui. Mi piacerebbe dirVi qualcosa...”.
Ma, una notte, diventai così affamato di Dio e di una reale esperienza che andai
nella rimessa e mi misi in ginocchio. Il suolo era bagnato. C’era là una vecchia
carretta abbandonata. Mi dissi: “Ho visto un’immagine dove le persone mettevano le
loro mani in questo modo”. Così, inginocchiato, pensai: “Che cosa dirò? C’è
sicuramente un modo di fare, ma io non lo conosco”. Dissi: “Caro Signore, mi
piacerebbe che Voi possiate venire e parlarmi un momento. Vorrei dirvi quanto io
sono cattivo”. Pensai: “Avrei forse dovuto mettere le mani in quel modo”. Allora
ricominciai: “Caro Signore, non so molto bene come pormi per fare questo. Volete
aiutarmi?”.
E tutti questi predicatori, che mi dicevano di unirmi a loro, affermavano d’avere
ricevuto Gesù Cristo e dicevano di credere che Gesù era il Figlio di Dio. I demoni
credono la stessa cosa, è per questo che io pensavo: “Ho bisogno di qualcosa
migliore di questo”. Lessi il passo che racconta l’episodio di Pietro e Giovanni che,
passando vicino alla Porta Bella, videro un uomo zoppo dalla nascita. Pietro gli
disse: “Non ho né oro, né argento, ma ciò che ho, te lo do...”. Sapevo che io non
avevo questo. Allora, cercai di ottenerlo. Non sapevo come pregare. Mettevo le mie
mani in un certo modo. Mi inginocchiavo così. Subito Satana entrò in scena e venne
a dirmi: “Vedi? Hai atteso troppo a lungo! Hai quasi vent’anni. Non vale più la pena di
tentare!”. Allora mi abbattei e mi misi a piangere.
Allora, quando fui veramente disperato, dissi: “Parlerò io. Se Voi non mi parlate, io
Vi parlerò in ogni modo. Non valgo niente, ho vergogna di me stesso. Signore Iddio,
so che Voi mi ascoltate da qualche parte. Mi ascoltate? Ho vergogna di me. Ho
vergogna di averVi trascurato!”. In quel momento, alzai gli occhi e una sensazione
strana m’invase. Una Luce entrò nella stanza, formando una specie di croce. Poi,
una Voce, come non ne avevo mai sentito nella mia vita, mi parlò. Guardai verso
questa Luce, pietrificato, terrorizzato. Non potevo fare un gesto. Restai là e guardai.
Presto la Luce se ne andò. Io dissi: “Signore, non comprendo la Vostra lingua! Se
Voi non potete parlare nella mia...non comprendo quello che Voi mi dite...se Voi mi
avete perdonato, allora so che sono iscritto sotto questa croce laggiù, che i miei
peccati si trovano là. Se volete perdonarmi, allora, ritornate semplicemente e
parlatemi nella Vostra lingua. Così, comprenderò che sono perdonato, anche se Voi
non potete parlare la mia lingua. FateLa venire ancora una volta”. Ed Essa ritornò!
Fu come se mi avessero tolto dalle spalle un peso di quaranta tonnellate!
Mi misi a scendere lungo il marciapiedi come se non potevo più toccare terra.
C’era dietro casa nostra una ferrovia. Mi misi a correre e a saltare come un folle su
questa strada. Non sapevo come esprimere i miei sentimenti. Oh, se avessi saputo
prorompere in grida di allegrezza! Io gridavo, sicuramente, ma a modo mio.
Comprendete? (4)
Benché in quel momento egli non sapesse esattamente ciò che succedeva, più
tardi riconobbe che era il battesimo dello Spirito Santo (5). Un amico molto intimo, il
pastore Pearry Green, più tardi aggiunse nel suo libro “Gli atti del profeta”: “Una volta
mi ha detto personalmente che quest’esperienza era come se la pioggia avesse
battuto il suo corpo e che seppe allora che Dio lo aveva battezzato del Suo Spirito”
(6). In seguito a quest’esperienza spirituale, frequentò la missione battista di cui il
pastore era il reverendo Roy Davis.
Egli desiderava essere battezzato del battesimo cristiano. Malgrado
quest’assemblea battezzasse nei titoli di Padre, Figlio e Spirito Santo, il fratello
Branham chiese al dott. Davis di battezzarlo nel Nome del Signore Gesù Cristo. Una
delle prime cose di cui si rese conto era che se Dio lo voleva nel ministerio, doveva
per prima cosa guarirlo. Ecco la sua testimonianza quando si recò in una chiesa che
credeva nell’unzione d’olio per i malati.
Un anziano mi unse d’olio e mi disse di leggere la Bibbia. Vidi che la Parola di Dio
era giusta. So che egli aveva ragione anche se era un predicatore battista. Egli versò
dell’olio sulla mia testa e disse: “Credi ora che starai meglio?”. Io risposi: “Signore, io
lo domando con tutto il mio cuore, lasciami guarire”. Ritornai a casa e cominciai a
mangiare. Avevo bevuto dell’acqua di orzo e del succo di prugne per quasi tre,
quattro mesi. Il dottore aveva detto: “Un solo boccone di cibo solido ti ucciderebbe
all’istante”. Sapete che cosa ho fatto? Sono andato a casa, avevamo del pane di
mais, delle fave e delle cipolle per cenare. Non so se ne avete mangiato o no, ma è
molto buono. Non avevamo mai fatto una preghiera nella nostra casa. Mio padre era
cattolico. Io dissi: “Ora, cercherò di chiedere la benedizione”. Non dimenticherò mai
come il mio povero papà si mise a piangere. Mia madre rispose: “Non ti preoccupare
di avere della religione, caro, ma pensa a te. Il dottore ha detto che questo ti
ucciderebbe”. Io risposi: “Ma Dio ha detto che vivrò. E se io muoio...me ne vado a
casa Vostra, oh Dio. E quando Vi incontrerò alla porta, io sarò morto confidando
sulla Vostra Parola. Ho fatto sufficientemente ricorso ai medici. Essi non possono
farmi affatto del bene”. Presi un grosso boccone di fave e cipolle e un grosso pezzo
di pane. Masticai, era buono, un po’ strano perché non avevo mangiato niente di
solido da più o meno un anno. E quando ingoiai il mio primo boccone questo risalì
subito. Misi la mia mano sulla bocca per impedirgli di uscire. Presi un altro boccone
fino a che mangiai tutta la mia porzione.
Mamma chiamò il dottore e disse; “Egli morirà, sicuramente. Un solo boccone lo
ucciderà”. Io mi trascinavo sul pavimento. Ella domandò: “Come ti senti?”. Risposi:
“Meravigliosamente bene”. Ella rispose: “Tu stai per morire”. “No, mamma” cercando
di ingoiare dell’acqua calda più velocemente che potevo. Andai nella mia camera.
Cominciai in questo modo: “Io posso, io sarò, io credo che Gesù mi guarisce ora. Io
voglio prenderLo in parola...”. Diventai così debole che caddi sul letto e pensai: “Oh
pietà!”. Il giorno seguente, mi alzai e scesi nella strada. Mia madre era venuta a
vegliarmi tutta la notte.
Ella era sicura che io sarei morto. Il mattino seguente, tutte le fave erano rimaste
là, allo stesso posto! Ella mi domandò: “Che cosa vuoi?”. “Voglio ancora delle fave e
del pane. Il diavolo non mi imbroglierà con questo, no, Dio lo ha detto. Ogni
promessa che è nel Libro è la mia, ogni capitolo, ogni versetto, ogni linea (...). Andai
nella strada, la bocca piena di fave, ingoiandole. Stavo per rimetterle. Le ingoiai, il
Signore le benedisse, esse erano mie. Continuai il mio cammino. Qualcuno disse:
“Ciao fratello Branham!”. Io dissi: “Ciao!”. “Come stai?”. ‘‘Meravigliosamente!”.
Qualcuno mi ha detto non molto tempo fa, che io mentivo. No, non mentivo. Mi
chiedevano come stavo ed io rispondevo che la mia fede era meravigliosa. La mia
fede si comportava meravigliosamente perché avevo preso Dio in parola. Non mi
preoccupavo di come mi sentivo anche se vomitavo ancora, dicevo che ero guarito.
Amen! (7)
Nel libro “Un uomo inviato da Dio”, il fratello Branham confessa che la guarigione
fu istantanea e che in seguito egli cercò la faccia di Dio, rendendosi conto che tutti
quelli che vogliono lavorare per l’opera di Dio devono possedere la potenza dello
Spirito Santo. Ecco le sue parole.
Io vidi che i discepoli avevano allora qualcosa che la maggior parte dei ministri
oggi non hanno più. I discepoli erano battezzati di Spirito Santo, in maniera che
potevano guarire gli ammalati e fare dei potenti miracoli nel Suo Nome. Così,
cominciai a pregare per questo battesimo dello Spirito. Un giorno, circa sei mesi più
tardi, Dio mi accordò il desiderio del mio cuore. Egli mi parlò in una grande Luce,
dicendomi di andare a predicare e di andare a pregare per gli ammalati e che Egli li
avrebbe guariti, poco importa la malattia che avrebbero avuto. Cominciai allora a
predicare e fare quello che Egli mi aveva detto.
In meno di sei mesi dopo la sua conversione, dei preparativi furono fatti per la sua
prima riunione. Cominciò delle riunioni sotto la tenda nella propria città a
Jeffersonville. Fu stimato tanto che tremila persone assistettero in una sola riunione
e che un grande numero fu convertito. Questo sarebbe stato insolito anche per un
ministro rinomato e, tuttavia, era la sua prima campagna. Alla cerimonia di battesimi
che seguì la campagna, centotrenta persone furono immerse nell’acqua. É in quel
momento che una Luce Celeste apparve mentre egli battezzava. Ecco le sue parole.
Mentre battezzavo i miei primi convertiti sulla riva del fiume Ohio, giunto alla
diciassettesima persona, dissi: “Padre, come io la battezzo nell’acqua, Tu battezzala
di Spirito Santo”. E proprio allora, venne un vortice nel cielo ed anche quella Luce
che brillava. Delle centinaia e centinaia di persone stavano sulla riva alle due del
pomeriggio nel mese di giugno. E Questa stette giusto sopra dove io stavo ed una
Voce parlò e disse: “Come Giovanni il Battista è stato inviato come precursore della
prima venuta di Cristo, tu hai ricevuto un Messaggio che annuncerà la preparazione
della seconda venuta di cristo”. E questo mi spaventò. Un importante gruppo di
gente di colore della chiesa battista di Gilead Age e della chiesa Lone Starila-bas e
molti di quelli che erano là cominciarono a gridare quando videro accadere questo;
delle persone svennero”.
Più tardi, nello stesso mese di giugno, il fratello Branham dirigeva delle riunioni nel
Masonic Hall di Meigs Avenue. Una domenica mattina, prima di andare alla riunione,
sette visioni si succedettero davanti a lui. Ecco i dettagli riportati nel suo libro “Le
sette epoche della chiesa” (9).
Il Signore Gesù mi parlò dicendo che la venuta del Signore era vicina ma che,
prima del Suo ritorno, sette avvenimenti di primaria importanza dovevano avere
luogo. Io li scrissi tutti e, quel mattino, raccontai la rivelazione del Signore. La prima
visione era che Mussolini avrebbe invaso l’Etiopia e che questa nazione sarebbe
caduta sotto la sua autorità. Questa visione causò molta agitazione ed alcuni
andarono in collera quando lo raccontai e non vollero proprio crederci. Ma, tuttavia, è
così che le cose avvennero. Egli entrò nel paese con le sue armi moderne e prese il
potere. Gli indigeni non avevano nessuna possibilità di poterlo respingere. Ma la
visione disse anche che Mussolini avrebbe avuto una fine orribile e che il suo popolo
si sarebbe rivolto contro a lui. Tutto accadde esattamente come era stato detto.
La visione seguente mi mostrò che un austriaco dal nome Adolf Hitler si sarebbe
levato e sarebbe diventato il dittatore della Germania e che avrebbe condotto il
mondo alla guerra. Essa mostrava la linea Sigfrido, e come le nostre truppe
avrebbero fatto uno sforzo terribile per romperla. In seguito, essa mostrò che Hitler
avrebbe avuto una fine misteriosa.
La terza visione mi fece vedere la politica mondiale, poiché mi mostrava che ci
sarebbero stati tre grandi ISMI; fascismo, nazismo, comunismo, ma che le prime due
sarebbero state assorbite dalla terza. La Voce mi esortava: “Osserva la Russia!
Osserva la Russia! Tieni gli occhi fissi sul re del nord!”.
La quarta visione mi mostrò i grandi progressi che avrebbe fatto la scienza dopo la
seconda guerra mondiale. Essa fu coronata dall’apparizione di un veicolo di cui la
parte superiore aveva l’apparenza di una bolla di plastica. Era teleguidato su delle
strade magnifiche e non aveva volante, in maniera che le persone sedute all’interno
giocavano ad un gioco qualsiasi per passare il tempo.
La quinta visione riguardava il problema morale della nostra epoca centrato
principalmente sulle donne. Dio mi mostrò che le donne cominciarono a lasciare la
loro posizione allorquando ricevettero il diritto di voto. In seguito, esse si tagliarono i
capelli, ciò significava che non erano più sotto l’autorità di un uomo, ma insistevano
per avere dei diritti uguali o, nella maggior parte dei casi, dei diritti superiori.
Indossavano degli abiti, fino al momento in cui l’ultima immagine che vidi era quella
di una donna nuda ad eccezione di una specie di grembiulino grande come una
foglia di fico. Attraverso questa visione vidi la terribile perversione del mondo intero e
il suo stato morale.
Nella sesta visione, si elevò in America una donna bellissima, ma crudele. Ella
teneva il popolo completamente sottomesso. Io credetti che questo significava la
salita al potere della chiesa cattolica romana, ma sapevo che era possibile che al
momento di un voto popolare, una donna, eletta dalle donne, poteva prendere
realmente potere.
Durante la settima ed ultima visione, udii un’enorme esplosione. Mi girai e non vidi
che macerie, crateri e fumo su tutto il territorio degli Stati Uniti.
____________________________
1. Le anime che sono ora in prigione, Jeffersonville, Indiana, 1963.
2. Un uomo inviato da Dio, Gordon Lindsay.
3. L’epoca di Sardi, Jeffersonville, Indiana, 1960.
4. William Marrion Branham, pagina 23.
5. Domande e risposte, 1961.
6. Gli atti del profeta, Pearry Green, pagina 40.
7. Esperienze, Phoenix, Arizona, 1947.
8. Un profeta visita l’Africa, pagina 13.
9. Le sette epoche della chiesa, pagina 382.
CAPITOLO TERZO
LE VISIONI CHE ANNUNCIANO LE GUARIGIONI
In questo capitolo, vedremo come la Grazia di Dio fu meravigliosa e ricca verso il
nostro giovane ministro, che lavorava a tempo parziale, e come Dio lo guidò verso i
malati attraverso le visioni.
Visione di Gesù
Quando diventai ministro, allora veramente le visioni comiciarono ad arrivarmi in
continuazione. E una sera, vidi il Signore Gesù. Nella visione che ebbi, il Signore
Gesù era un piccolo uomo. Ero uscito nei campi per pregare per il mio papà. Dopo,
tornai a casa e mi diressi verso il suo letto. Poi, guardandolo, feci questa preghiera:
“Signore, salvalo”. Mia madre era stata salvata ed io l’avevo battezzata. Allora
pensai: “Oh! (Mio padre beveva tanto). Se potessi solamente aiutarlo ad accettare il
Signore Gesù”.
Uscii e mi distesi su di un vecchio pagliericcio nella camera davanti, vicino alla
porta. E qualcosa mi disse: “Alzati!”. Mi alzai e mi misi a camminare e me ne ritornai
nei campi dietro di me, un campo di salvia da scopa. E là, stava, a meno di quattro
metri da me, un Uomo che portava una tunica, un piccolo Uomo, e le Sue braccia
erano ripiegate così; una barba piuttosto corta, i capelli che cadevano sulle spalle ed
Egli guardava davanti a Sé in questo modo; un viso che sembrava mansueto. Ma
non potevo comprendere come stava sui Suoi piedi, uno proprio dietro l’altro. E il
vento soffiava, la sua tunica si muoveva e la salvia si muoveva.
Pensai: “Ora, non così veloce”. E mi tirai un morso. Dissi: “Non dormo”. Strappai
un piccolo pezzo di salvia e lo misi nella mia bocca. Guardai verso la casa. Dissi:
“No, stavo per pregare per il mio papà e qualcosa mi ha detto di venire qui fuori e qui
c’è quest’Uomo”. Pensai: “Questo assomiglia al Signore Gesù. Mi domando se è
Lui”. Egli guardava esattamente nella direzione in cui adesso si trova la nostra casa.
Potei vedere il profilo del Suo viso, in questo modo. Ed io feci: “Hummm!”. Egli non
Si mosse. Pensai: “Credo che lo chiamerò”. Dissi: “Gesù!”. Quando Si mosse,
guardò attorno in questo modo. É tutto ciò di cui mi ricordo, ed Egli stese le Sue
braccia.
Non c’è nessun artista al mondo che potrebbe dipingere il Suo ritratto,
l’espressione del Suo viso. Il migliore che io abbia mai visto è: “Volto di Cristo a
trentatré anni”, di Hoffman; l’ho messo su tutta la letteratura e su tutto quello che
utilizzo. É perché assomiglia proprio a ciò che Egli è. Sembrava essere un Uomo il
quale, se avesse parlato, ne sarebbe stata la fine del mondo; e ciò nonostante, con
tanto amore e dolcezza, io caddi sul viso. E quando il giorno si levò, la giacca del
mio pigiama era bagnata di lacrime. Quando rinvenni, mi diressi verso la casa,
attraverso i campi di salvia da scopa.
Lo dissi ad un ministro, uno dei miei amici. Egli disse: “Billy, questo ti renderà folle,
è dal diavolo, non fare lo sciocco con delle cose come queste”. A quel tempo, ero un
ministro battista. Allora me ne andai verso un altro dei miei vecchi amici. Mi sedetti e
gli parlai di quello che era successo. “Ebbene - dissi - fratello, che ne pensi di
questo?”. Egli disse: “Ebbene, Billy, te lo dirò. Io credo che se tu cerchi di vivere una
vita corretta e predichi solamente quello che è nella Bibbia, la Grazia di Dio e così di
seguito...io non andrei dietro a tali cose fantastiche. Billy, molti anni fa, si era abituati
ad avere queste cose nelle chiese. Ma, quando gli apostoli cessarono, queste cose
cessarono con loro. Ora, le sole persone che vedono queste cose sono gli spiriti, i
demoni”. Io interrogai parecchi ministri. Avveniva la stessa cosa. Così m’intimorii
nell’interrogarli, poiché avrebbero pensato che ero un demone ed io non volevo
essere questo (1).
Un demone cacciato
C’era una volta qui una giovane ragazza, il suo nome era Nelly Sanders. Era una
delle prime volte che vidi un demone essere cacciato. Avevo appena cominciato il
mio mestiere di predicatore e predicavo proprio qui all’angolo, in una riunione sotto la
tenda. E questa giovane ragazza era una delle ballerine della regione. Andava al
Liceo là dietro. Lei e Lee Horne (egli è il gestore della sala da ballo della città) erano
i migliori ballerini della regione. Egli stesso era cattolico, ma la religione non
significava niente per loro.
Una sera, ella venne barcollando qui, alla riunione. Cadde ai piedi dell’altare, le
lacrime scendevano lungo le sue guance. Lei mi conosceva. Mi disse: “Billy, vorrei
tanto essere salvata!”. Io dissi: “Nelly, puoi essere salvata; Gesù ti ha già salvata,
ragazza mia. Devi solo accettarLo sulla base della Sua Parola”. Ella rimase là e
piangeva. Pregò e disse a Dio che non voleva mai più ascoltare di nuovo le cose del
mondo. Tutto ad un tratto una pace dolce e meravigliosa scese nel suo animo. Ella si
risollevò dal suo pianto, si mise a lodare Dio e a glorificarLo. Sei o otto mesi dopo
questo, una sera, andò sulla Spring Street (Non era che una giovane ragazza di
circa diciotto anni).
Wayne Bledsoe (uno dei miei amici intimi da anni) era un bevitore, venne qui con
mio fratello Edward. Una volta, quando era ubriaco nella strada, io lo raccolsi perché
la polizia lo avrebbe preso. Lo portai a casa mia, in alto. Ero predicatore e, siccome
non ero sposato, vivevo qui in alto da mio padre e mia madre. Lo presi e lo misi nel
mio letto; io dormii sul divano letto. C’erano dappertutto tanti Branham, sapete (noi
eravamo dodici) e, siccome non c’erano che quattro stanze, eravamo un poco stretti.
Mentre era coricato là, gli dissi: “Wayne, non ti vergogni di essere in questo stato?”.
Egli disse: “Oh Billy, non mi parlare così”. Posando la mia mano sopra di lui, dissi:
“Pregherò per te, Wayne. Che Dio ti benedica”. Penso che forse da un anno era
stato salvato.
Tutto ad un tratto, una macchina si fermò davanti a casa mia con uno stridio di
freni e qualcuno si mise a bussare violentemente alla porta: “Fratello Bill! Fratello
Bill!”. Pensai: “Mio Dio, c’è qualcuno che sta per morire!”. Corsi alla porta, l’aprii e
vidi una giovane ragazza che mi domandò: “Posso entrare?”. Ella piangeva e mi
disse: “Billy, sono perduta, sono perduta!”. Le domandai: “Che c’è Nelly? Hai un
attacco, qualcosa al cuore? Sorella, siediti tranquillamente e raccontami quello che è
successo”.
Ella mi disse: “Ebbene, scendevo la strada e passavo davanti alla sala da ballo
Redmen’s...Avevo comprato della stoffa per farmi un vestito. Ho sentito della musica
e mi sono fermata un istante, dicendomi: ‘Sto meglio ora; non mi fa male se mi fermo
un istante per ascoltare’”. Ella si disse: “Oh Signore, Tu sai che Ti amo, ma posso
ricordarmi per un po’ il tempo in cui Lee ed io vincevamo tutte le coppe e tutto il
resto. Mi ricordo quando questa vecchia musica aveva il dono di attirarmi. Adesso
non è più il caso”. Mi disse: “Sapete ciò che ho fatto? Mi sono detta che forse potevo
salire le scale e che lassù potevo rendere la mia testimonianza a qualcuno tra loro”.
Ella salì le scale e stette là qualche istante. Prima che avesse avuto il tempo di
comprendere ciò che accadeva, si trovò nelle braccia di un ragazzo. Presto tornò in
se stessa e si mise a piangere, pensando: “Ora sono perduta per davvero!”.
Allora io dissi: “Demonio non so chi tu sei, ma ti dico questo adesso: ‘Questa
giovane ragazza è mia sorella e tu non hai il diritto di impossessarti di lei! Ella non
voleva fare questo, non si è fermata che un istante”’. (Tuttavia e là che ha fatto
l’errore). Dissi: “Stai per uscire da lei! Mi senti?”. Che successe allora? (Dio me ne
renderà testimonianza nel giorno del giudizio). La porta cominciò ad aprirsi e
chiudersi da sola, molte volte, con rumore e, tutto ad un tratto, Nelly mi disse: “Bill,
guardate qui, guardate qui!”. Dissi: “Che succede?”. Ella mi disse: “Non so!”. La
porta continuava a battere e battere. Mi girai allora verso Nelly e dissi: “Satana
lasciala! Nel Nome di Gesù, esci da lei!”. Appena ebbi detto questo, uscì di dietro a
lei un grande pipistrello; aveva dei lunghi peli che pendevano dalle sue ali e sulle sue
zampe...Si lanciò verso di me con tutta la forza delle sue ali. Io gridai: “Oh Signore
Iddio che il Sangue di Gesù Cristo mi protegga da ciò!”.
Nel letto, Wayne sussultò e guardò: ecco che questa bestia la quale turbinava
nella stanza venne a piazzarsi dietro al letto. In un batter d’occhio, Wayne fu fuori dal
letto e se ne fuggì nella stanza a fianco. Ricondussi allora Nelly a casa sua e ritornai
a casa mia. Mia madre era entrata nella camera e scuoteva tutte le lenzuola, ma non
c’era niente nel letto! Che c’era? Un demonio era uscito da questa giovane ragazza!
Cosa era successo? Ella si era fermata un momento. Vedete, là voi siete in pieno nel
territorio del diavolo. Restate fuori da questo! Fuggite tutto ciò che viene dal diavolo
(2).
Sono uscito dalla chiesa battista
Poco tempo dopo che mi ero unito alla chiesa battista, ho dovuto uscirne perché
mi si domandava di ordinare delle donne predicatrici, ed ho rifiutato. Il pastore s’è
indignato e mi ha detto: “Che significa questo? Tu sei un anziano!”. Io risposi: “Dottor
Davis, con tutto il rispetto e la considerazione che io devo alla fede battista nella
quale sono stato ordinato, io non sapevo che fosse nella dottrina battista di ordinare
delle donne predicatrici”. Egli mi rispose: “É la dottrina di questa chiesa”. Aggiunsi:
“Potrei essere dispensato per questa sera e voi rispondermi a qualcuna delle mie
domande?”. “Risponderò alle tue domande - disse - è tuo dovere di essere qui”.
Dissi: “ É vero, io sono tenuto a sopportare tutto quello che questa chiesa fa, poiché
sono uno degli anziani in dovere al seno di questa chiesa locale. Mi spieghereste
perché in 1° Corinzi 14:34, Paolo dice: ‘Che le vostre donne si tacciano nelle
assemblee, poiché non è loro permesso di parlare’?”. “Certamente - disse - che
posso rispondere. Paolo ha detto questo perché tutte le donne erano sedute
probabilmente dietro, chiacchierando come lo fanno ordinariamente e ha detto loro:
‘Non le lasciate fare”’.
Domandai: “Allora spiegatemi l° Timoteo 2:11, dove è detto: ‘Io non permetto alla
donna di insegnare né di usare autorità sull’uomo, ma ella deve dimorare nel
silenzio; poiché Adamo è stato formato il primo e poi Eva, e Adamo non ha sbagliato
ma la donna...”’. Adesso, io non dico che ella vuole fare del male, ma si sbaglia nel
volere far questo, non dovrebbe essere predicatrice. Egli replicò: “É la vostra
opinione personale?”. Io risposi: “É piuttosto l’opinione della Scrittura nella maniera
in cui io La comprendo, è quello che dice la Bibbia”. “Giovanotto - disse - per dire
questo potresti vederti togliere la licenza”. Io dissi: “Eviterò loro questo fastidio, ve la
renderò semplicemente”. Ma egli non fece niente, lasciò fare. In seguito, mi annunciò
che avrebbe aperto un dibattito popolare con me su questo soggetto. Gli risposi:
“Molto bene, quando lo volete”. Ma non lo fece mai. Così, poco dopo, quando
l’Angelo del Signore venne per parlarmi, egli si mise a prendersi gioco di questo. In
quel momento gli dissi: “Dottor Davis è preferibile che mi sbarazzi subito di questa
licenza, poiché questa diventerà per me un imbarazzo”. É la ragione per cui io sono
indipendente. É perché non appartengo ad una organizzazione, perché non credo
nelle organizzazioni. Io credo che è antiscritturale avere una denominazione (3).
Costruzione
Nel mese di agosto del 1933, le persone che erano state salvate al tempo delle
riunioni sotto la tenda a Jeffersonville decisero di costruirgli una chiesa. Più tardi il
fratello Branham riferisce gli avvenimenti.
Mi ricordo quando la chiesa del fratello Roy Davis bruciò. Tutte queste persone
erano disperse come delle pecore senza pastore, non avendo un posto dove andare.
Allora il capo della polizia, il signor Hibstenberg, mi chiamò e mi disse: “Noi siamo
qui per aiutarvi (era durante il tempo della crisi). Io stesso sono cattolico, ma è per
queste povere persone. Vanno in altre chiese e si sentono straniere. Ne conosco
molte tra di loro. Sono delle brave persone”. Ed aggiunse: “Billy, se tu vuoi dare
inizio ad una chiesa, voglio dirti che ti appoggeremo con tutto quello che possiamo”.
Io lo ringraziai per questo.
Dapprima, pregammo e domandammo al Signore. In seguito, le persone vennero
e mi domandarono se potevano costruire una chiesa per avere un luogo dove
riunirsi. Un giorno, decidemmo di vendere dei maccheroni. Qualche vicino fece
cuocere un tegame di fave al lardo per aiutare il vicinato. Non avevamo niente per
costruire. Tutto quello che avevamo trovato furono circa ottanta soldi o un dollaro.
Decidemmo di scegliere questo terreno (4).
Altrove, il fratello Branham ci dirà.
Quando stavo per pregare in questo grande acquitrino dove i rovi si elevavano al
di sopra della mia testa, il Signore mi ha detto di comprarlo. Ho comprato questo
terreno per centosessanta dollari. Ho consacrato questo terreno a Gesù Cristo
quando non c’era altro che un acquitrino e comin-ciammo con un suolo di fango e di
segatura di bosco (5).
Il mattino in cui il fratello Branham doveva posare la prima pietra, Dio gli diede una
visione.
Vivevo proprio di fronte, con mio padre e mia madre. Verso le sei del mattino, il
Signore Gesù mi svegliò. Mi ero steso da qualche momento, il cuore ripieno di gioia,
pensando a questo grande momento perché il Signore Iddio mi aveva accordato un
tabernacolo per predicarvi. Non ero che un giovanotto allora. La ragazza che
frequentavo, e che divenne mia moglie l’anno seguente, era intenzionata a
raggiungerci quel giorno per posare la pietra angolare.
Subito Qualcuno disse: “Levati sui tuoi piedi”, ed io mi alzai. E vidi un grande
luogo, come un luogo dove c’era un fiume che scendeva in una valle. Scesi verso la
riva del fiume e compresi che era il luogo dove Giovanni Battista aveva battezzato il
popolo, e ne avevano fatto un porcile per maiali. Ero molto offeso per questo,
credendo che non si sarebbe dovuto fare questo. Mentre ero là, una Voce mi parlò e
mi sollevò nell’aria, e notai il tabernacolo, quasi nel suo stato attuale, ma c’erano
tante persone che erano intasate, ed io ero dietro il pulpito dicendo che ero felice
che Dio mi aveva dato un tabernacolo.
In quel momento, l’Angelo del Signore mi parlò: “Ma non è il tuo tabernacolo”. E
risposi: “Allora, Signore, dov’è il mio tabernacolo?”. Ed Egli mi alzò di nuovo nello
spirito e mi portò in un campo dove c’erano dei filari di alberi ben livellati di circa
venti o trenta piedi. Sembravano essere dei grandi alberi da frutta, piantati in dei
barili verdi. In seguito, vidi, notai alla mia destra e alla mia sinistra che c’era un barile
vuoto ed io domandai: “Che ne è di questo?”. Egli mi rispose: “Tu sei preposto a
piantare là dentro”. Allora, raccolsi un germoglio sotto l’albero di destra e lo misi nel
barile di sinistra. Presi in seguito un germoglio dalla mia destra e lo piantai sul lato
sinistro. Essi crebbero rapidamente fino al cielo. Ed Egli aggiunse: “Stendi le tue
mani e raccogli i frutti”. In una mano mi cadde una grossa mela gialla e matura.
Nell’altra mano mi cadde una grossa prugna gialla e ben matura. Mi disse: “Mangia
di questo frutto perché è gradevole”, ed io ne mangiai di ciascuno ed era veramente
delizioso. Allora, levai le mani e glorificai Dio.
Tutto ad un tratto questa Colonna di Fuoco al di sopra di questi alberi e dei tuoni e
dei lampi e dei grandi venti vennero, al punto che le foglie cominciarono a staccarsi
dagli alberi. Guardai in basso ed ecco che c’era la forma di questo tabernacolo e,
all’estremità, dove avrebbe dovuto esserci il pulpito, c’erano tre alberi che avevano
l’apparenza di tre croci. Allora ho notato che mele e prugne erano raggruppate in
grappoli attorno alla croce di mezzo. Corsi molto velocemente, gridando con tutte le
mie forze e gettando le braccia attorno a questa croce. Il vento cominciò a scuotere i
frutti ed essi caddero sopra di me. Ero così felice e mi fu detto: “Mangia del frutto
perché è gradevole”.
In quel momento, la Colonna di Fuoco parlò e disse: “La messe è matura e gli
operai sono poco numerosi. Quando la visione ti lascerà, leggi 2° Timoteo 4” (6).
(Poiché un tempo verrà in cui gli uomini non sopporteranno la sana dottrina; ma
avendo il prurito di udire delle cose gradevoli, essi si daranno una folla di dottori
secondo i loro propri desideri e svieranno l’orecchio dalla verità e si volgeranno
verso le favole. Ma tu, sii sobrio in tutte le cose, sopporta le sofferenze, fai l’opera di
un evangelista, adempi bene il tuo ministerio).
Più avanti, in un altro capitolo, parleremo di questa meravigliosa visione; ma
diciamo solamente che il fratello Branham scrisse 2° Timoteo 4:1-5 sopra la pagina
di frontespizio della sua Bibbia, la strappò e poi la piazzò nella pietra angolare.
Mentre costruiva, molte persone venivano, ridevano e dicevano: “In un anno, questo
sarà un garage di automobili dove si verrà a riparare le nostre vetture”. Si cercò
anche di citare il fratello Branham per un incidente di lavoro allo scopo di fargli
perdere la sua costruzione; ma, Dio, nel Suo piano sovrano, l’ha preservato.
Chi avrebbe potuto sospettare che, nei pochi anni che seguirono, delle persone
sarebbero venute a centinaia, di tutte le condizioni e da tutti i punti del mondo, a
ricercare in questo umile tabernacolo la guarigione del corpo e della loro anima? Il
fratello Branham era giovane, povero, senza esperienza, ma con una chiamata
divina più grande e meravigliosa che nessuno avrebbe osato immaginare. Già in
quell’epoca, si poteva riconoscere in questo modesto servitore una sincerità, uno
zelo ed un ardore continuo al servizio del Suo Maestro. Ecco la sua testimonianza in
qualche parola.
Percorrevo le strade, un sandwich alla mano, testimoniando a tutti quelli che
incontravo dell’amore di Gesù Cristo. Andavo in un garage e domandavo se potevo
parlare ai meccanici. Dicevo loro: “Cari amici, siete salvati?”. Ho scoperto qualcosa
nel mio cuore. La sera andavo a fare delle evangelizzazioni nei magazzini. Qualche
volta rientravo alle due o tre del mattino dopo essere andato presso degli ammalati
che mi avevano chiamato. Non facevo che sedermi, cambiarmi per mettere i miei
vestiti da lavoro, e restavo seduto là, aspettando il levare del giorno. In seguito, mi
alzavo e andavo...ero diventato così magro a forza di pregare e di digiunare che
dovevo pregare prima di passare i miei ganci per salire sui pali.
Visioni
Mi ricordo di una visione che ebbi appena qualche giorno dopo la mia chiamata.
Vidi nella visione un vecchio uomo di colore, coricato in un letto d’ospedale, il corpo
completa-mente fratturato. E istantaneamente fu guarito in modo tale che si alzò ed
uscì, causando così molta eccitazione.
Circa due giorni dopo questa visione, dovevo interrompere dei servizi non pagati di
acqua, di gas e di elettricità a New Albany. Ero talmente ripieno di gioia che ogni
volta che mi trovavo in una vecchia casa disabitata, pregavo. Il signor Jhonny Potts,
un vecchio lettore di contatori, era stato trasferito all’ufficio reclami, ed io gli
raccontavo quello che il Signore mi mostrava.
Egli mi parlò di un uomo che aveva visto su un giornale, un vecchio uomo di colore
dal nome di Edward J. Merrill che era stato investito da un’auto occupata da una
coppia bianca. Il ragazzo aveva perduto il controllo della sua vettura, aveva
schiacciato l’uomo contro le ruote di una vecchia carrozza di indovini trainato da
cavalli. Le sue ossa erano quasi tutte fratturate, il suo petto sfondato e il dorso a
pezzi. Il signor Potts, che era passato dall’ospedale di New Albany, gli aveva
raccontato la maniera in cui il Signore mi utilizzava. Egli inviò qualcuno a chiedermi
di pregare per lui. Così, subito pensai: “L’uomo che ho visto in questa visione”.
Ero un po’ timoroso, essendo nei miei primi casi di guarigione, ma nondimeno ci
andai con un compagno, un piccolo francese dal nome di George DeArk, che avevo
appena condotto a Cristo. Gli ho detto: “Ora, fratello George, voglio che tu sappia
che queste cose che mi accadono, io non posso comprenderle, ma ricordati che
quest’uomo sarà guarito, ma non posso pregare fino a che due persone bianche
vengano e stiano di fronte al letto, perché devo farlo nella maniera in cui Egli me lo
ha mostrato”.
Così, entrammo nell’ospedale e chiedemmo di vedere il signor Merrill. Una volta
là, sua moglie mi confessò che era in uno stato serio, non doveva muoversi perché i
raggi X avevano rilevato che certe ossa si trovavano proprio sopra i polmoni e, se si
fosse mosso, potevano perforarsi e causare un’emorragia mortale. Era in un cattivo
stato da due giorni.
L’uomo aveva all’incirca sessantacinque anni, i capelli grigi e un grande baffo
bianco. Quando gli raccontai della visione che avevo avuto dal Signore, le giovani
persone che lo avevano colpito entrarono e mi misi in ginocchio al fine di pregare per
lui. E tutto ad un tratto, quest’uomo gridò: “Sono guarito!” e si alzò. Sua moglie cercò
di tenerlo a letto, poi un interno venne ad aiutarla e questo causò molta eccitazione.
Siccome era un ospedale cattolico, una delle suore venne a dirmi che dovevo
uscire di là poiché avevo eccitato quest’uomo che aveva centoquattro gradi di febbre
(Centoquattro gradi della scala Fahrenhait corrispondono a quaranta gradi centigradi
della scala Celsius usata in Italia - n.d.t.). Ma la cosa strana è che quando la monaca
elemosiniera e qualche dottore lo rimisero a letto, poiché stava per vestirsi, presero
la sua temperatura e non aveva più febbre. Sono uscito sui gradini ed ho detto al
fratello George: “Adesso osserva, egli uscirà da qui tra qualche minuto ed avrà un
cappotto marrone e un cappello Gibus (cappello a cilindro pieghevole - n.d.t.)”. Ed è
pre-cisamente quello che egli fece.
Circa una sera dopo questo, il Signore mi apparve di nuovo, proprio all’alba, e mi
mostrò una donna spaventosamente storpia che stava per essere guarita. Così,
andai a lavorare e credo che ero sull’ottava strada, a New Albany. C’era una doppia
entrata di acqua ed io temevo di aver interrotto i due lati; da un lato le persone che
avevano traslocato, dall’altro era abitato. Così, andai a bussare alla porta del posto
occupato. C’erano delle persone veramente povere.
Una bellissima ragazza, vestita molto poveramente, venne alla porta. Io dissi:
“Vorreste provare la vostra acqua per vedere se non è stata tagliata?”. Ella ritornò e
disse: “No, l’acqua arriva”. “Grazie molte”, risposi. Ed ella mi disse: “Non siete voi
quell’uomo di Dio che ha ottenuto quella guarigione all’ospedale l’altro giorno? Mia
madre desidererebbe parlarvi”. Entrai ed ella mi spiegò che da diciassette anni era
malata. Mi domandò: “Siete quell’uomo di Dio che ha guarito quell’uomo?”. Risposi:
“No, signora, io non sono un guaritore. Non faccio che pregare: quell’uomo malato
mi è stato mostrato attraverso qualche cosa”.
Non sapevo come chiamare questo, una visione o che cosa, non sapevo allora ciò
che era. Non ero che un ragazzo scapolo a quell’epoca. Ed ecco che questa signora
mi domandò di pregare per lei. Le risposi che doveva lasciarmi pregare prima e che,
se il Signore me lo mostrava, allora sarei ritornato. Andai per pregare, presi il fratello
George e gli dissi: “É questa la donna di cui ti avevo parlato. So che è la stessa
donna. Vieni con me”.
Così siamo ritornati per offrire una preghiera. Era proprio dopo Natale e c’era un
albero di Natale. E sicuramente, questa ragazza e suo fratello di sei o otto anni,
vedendomi, un giovane ragazzo che pregava per la guarigione della loro madre, si
nascosero dietro l’albero per ridacchiare. Io dissi loro che il Signore l’avrebbe
guarita. Allora, io ed il fratello George c’inginocchiammo e quando cominciai a
pregare, vidi quest’Angelo che voi vedete sull’immagine, sospeso al di sopra del
letto. Presi dunque la sua mano e dissi: “Signora O’Hannyan, il Signore Gesù mi ha
inviato e mi ha detto prima di venire, di pregare per voi e che starete bene. Alzatevi
sulle vostre gambe e siate guarita nel Nome di Gesù”. Le sue gambe erano ripiegate
sotto di lei. Cominciò a spostarsi verso il bordo del letto, la sua Bibbia arminiana sul
suo petto. Allora satana venne a dirmi: “Lasciale toccare il suolo fuori da questo letto
alto ed ella si romperà il collo”. Ebbi paura per un momento. Sapevo che tutto ciò
che vedevo in queste visioni era sempre vero. Così, continuai ad ogni modo a
lasciarla scendere dal letto. E Dio è mio giudice. Così, non appena questa donna
cominciò a scendere dal suo letto, le sue gambe si raddrizzarono. Sua figlia uscì
nella strada, urlando con tutte le sue forze, tirandosi i capelli. I vicini vennero da ogni
luogo. E colei che il Signore aveva guarito, eccola che circolava nella camera e
lodava Dio, che camminava per la prima volta dopo diciassette anni. Il suo nome è
signora Mary Darrel O’Hannyan e quello di sua figlia Dorothy, degli arminiani. Ed ella
vive attualmente a New Albany con suo marito e la sua famiglia.
Qualche settimana dopo, una sera, ero da mia madre, ed avevo pregato quel
giorno e mi sembrava che io non potevo semplicemente avere la vittoria nelle mie
preghiere. Così, andai nella mia camera per pregare. Era circa l’una del mattino
quando, tutto ad un tratto, qualcosa di bianco s’avvicinò a me e pensai che era
quella pila di vestiti che mamma aveva l’abitudine di mettere sulla mia sedia. Ma era
l’Angelo del Signore. Questa Nuvola, voi sapete, venne là dove ero. Mi vidi in piedi in
una stanza, era una piccola casa con due camere, i muri erano tappezzati in rosso.
Alla mia destra, c’era un piccolo letto di ferro ed una donna dai capelli neri stava
contro la porta e piangeva. C’era il padre vicino a me che mi aveva portato un bimbo
le cui gambe erano ripiegate sul suo petto. Le sue braccia, come tutto il resto del suo
piccolo corpo, erano ugualmente storte.
E mi domandai: “Cosa significa questo?”. Vidi, seduta alla mia sinistra, una
vecchia signora che si toglieva i suoi occhiali per asciugarsi delle lacrime o qualcosa
del genere. Alla mia destra, su un divano rosso a due posti che si accoppiava con la
sedia, era seduto un giovanotto biondo, riccioluto, che guardava attraverso la
finestra. Guardai e, alla mia estrema destra, stava quell’Angelo del Signore che mi
chiese: “Questo bambino può vivere?”. Risposi: “Signore, non so”. Egli disse: “Stendi
le tue mani sopra di lui e vivrà”. Lo feci e il bambino saltò fuori dalle braccia di suo
padre e tutto il suo lato destro, la sua gamba, il suo braccio e il suo corpo si
raddrizzarono. Egli fece un altro passo e l’altro lato si raddrizzò e mise la sua piccola
mano nella mia dicendo: “Fratello Branham, io sono perfettamente guarito”. Questo
piccolo portava una salopette di velluto a coste blu, aveva i capelli bruni e una
piccolissima bocca.
E allora, l’Angelo del Signore mi annunciò che Egli mi avrebbe portato altrove e fui
trasportato molto, molto lontano e mi pose presso un vecchio cimitero e mi mostrò le
cifre sopra una pietra tombale vicino alla chiesa, ed Egli disse: “Questo indicherà il
luogo dove tu dovrai dirigerti”. Mi trasportò in un altro luogo e questo mi sembrava
essere un piccolo villaggio che aveva due magazzini. Avanzai e stetti davanti a
quello che aveva la vetrina gialla, ed ecco che un vecchio uomo uscì, che portava
una giacca “blu jeans”, una salopette blu, un berretto con visiera in velluto giallo, e
che aveva un grosso baffo bianco. L’Angelo mi disse: “Egli ti mostrerà il cammino”.
La cosa seguente fu che mi vidi mentre entravo in una stanza e seguivo una
giovane donna abbastanza corpulenta. Quando entrai nella stanza, i motivi della
tappezzeria erano rossi e al di sopra della porta c’era scritto “Dio benedici il nostro
focolare”. Nella camera alla mia destra, un grosso letto e alla mia sinistra una stufa
rudimentale. Poi, nell’angolo, era coricata una ragazza di circa quindici anni che
aveva avuto la polio o qualcosa di simile, che aveva la sua gamba destra ritirata e il
suo piede girato di traverso era ripiegato in sotto. Ella aveva l’aria di un ragazzo,
salvo i suoi capelli che erano come quelli di una ragazza e le sue labbra erano a
forma di cuore, come una ragazza.
L’Angelo mi disse: “Questa ragazza può camminare?”. Io risposi: “Signore non lo
so”. Egli disse: “Stendi le tue mani sul suo petto”. Allora pensai che era un ragazzo,
poiché mi domandava di mettere le mie mani sul suo petto. Feci come Egli mi chiese
ed udii qualcuno dire: “Lode al Signore!”. Mi alzai e subito questa ragazza si alzò
mostrando un ginocchio rotondo, come quello di una ragazza. E con il suo pigiama,
ella camminò verso di me, pettinando i suoi capelli biondi.
In quel momento, potevo udire qualcuno chiamarmi: “Fratello Branham!” o
“Fratello Bill!”. E, contemporanea-mente, anche mia madre mi stava chiamando.
Uscendo da questa visione, in un certo qual modo un po’ inebriato, chiesi: “Che c’è
mamma?”. Dall’altra stanza, ella rispose: “C’è qualcuno che bussa alla porta”. Andai
ad aprire ed un uomo entrò dicendo: “Fratello Branham non vi ricordate di me?”.
Risposi: “No, non credo”. Egli disse: “Voi avete battezzato me e la mia famiglia, ma
ho sbagliato strada. Ho ucciso un uomo qualche tempo fa in una lotta. Egli si è rotto
il collo in seguito ad un pugno. Ho perduto mio figlio maggiore e il più giovane è a
casa morente. Il dottore, che è appena andato via, mi ha detto che il fanciullo aveva
una doppia polmonite e può appena respirare. Ebbene, mi sono ricordato di voi e mi
chiedo se verreste a pregare. Ora, come voi sapete, io sono il cugino di Graham
Snelling e sto andando a cercarlo. Egli dimora a circa un mezzo miglio da qui.
Verreste?”.
Il suo nome è John Emil e vive ora a Miami e Graham Snelling, che allora era un
buon ragazzo cristiano, è oggi il reverendo Snelling, ma egli non era ancora nel
ministerio a quel tempo. Risposi: “Si, signor Emil, datemi il tempo di vestirmi”. Egli
disse: “Passerò a prendervi appena avrò preso Graham perché voglio che preghiate
tutti e due per il mio piccino”.
Mentre eravamo per strada, chiesi: “Signor Emil, dove abitate adesso?”. Egli
rispose: “Dall’altro lato di Utica”. Dissi: “Abitate in quelle piccole case chiamate
‘shotgun houses’ che hanno due piccole stanze e situate su una collina”.
“Sissignore”. Io dissi: “I muri sono fatti da assi in linguette scanalate e pitturate di
rosso”. Egli disse: “É esatto”. Dissi: “Il bimbo è coricato in un letto di ferro ed ha in
casa una salopette di velluto blu”. Egli disse: “La porta per l’appunto”. “Il bambino è
molto piccolo e ha circa tre anni; ha i capelli castano chiaro e una piccolissima
bocca”. Disse: “É giusto”. Dissi: “La signora Emil è una donna dai capelli neri e
questa camera ha un divano rosso a due posti e una sedia rossa”.
Egli mi domandò: “Ci siete già andato, fratello Branham?”. “Appena un momento
fa”, risposi. “Un momento fa? Ma non vi ho mai visto”, disse egli. Risposi: “No, ci
sono stato in spirito. Signor Emil, poiché vi ho battezzato, voi mi avete sentito parlare
delle cose che mi accadono. Io vedo delle cose prima ancora che esse si
producano”. Egli rispose: “Si. E qualcosa di simile che vi sarebbe accaduto, fratello
Branham?”. Dissi: “Si, signor Emil, e tutto ciò che mi è stato detto non si è mai
rivelato falso. Il vostro bimbo sarà guarito quando arriverò laggiù. Egli fermò la sua
macchina, s’accasciò sul suo volante, dicendo: “Oh Dio, sii misericordioso verso di
me, riprendimi oh Signore. Ti prometto che vivrò per Te tutto il resto dei miei giorni
se Tu risparmierai la vita del mio piccolo”. E là, egli donò il suo cuore a Cristo.
Entrammo nella casa tutti eccitati per quel che era avvenuto: un’anima era appena
ritornata a Cristo. Una volta entrati in casa, tutte le cose erano esattamente tali,
tranne che questa vecchia signora non era là. Tutto nervoso ho detto: “Portatemi il
bambino”. Ora il bambino era sul punto di morire. Il padre mi portò il bambino ed io
pregai e la sua condizione peggiorò. Egli perse il suo respiro, essi dovettero
combattere, lo scossero così di seguito per farlo respirare. Pensai: “Ora, c’è
qualcosa di falso”. Mi misi a riflettere: “Dov’è questa vecchia signora?”. Così,
dovettero rimettere a letto il bambino, cercando di decongestionarlo poiché respirava
appena; la madre si lamentava in una maniera isterica.
Pensai: “A causa della mia stupidità ho male utilizzato la visione di Dio perché non
ho atteso, essendo troppo nervoso”. Cosi, ho imparato una lezione in quel momento,
essi pensarono che il bambino sarebbe morto da un minuto all’altro. Mentre ero
seduto, essi continuarono a chiedermi: “Fratello Branham, che dobbiamo fare?”. Io
risposi: “Non so”. La testa inchinata, supplicavo: “Signore perdonami”.
Quando il giorno arrivò, il fratello Graham Snelling doveva ritornare a lavorare e il
signor Emil doveva riaccompagnarlo ed io sapevo che era necessario che lasciassi
la casa. E tuttavia il fratello Graham avrebbe dovuto essere seduto sul divano dove
io ero seduto. Il signor Emil si mise il suo cappotto, sapevo bene che se il fratello
Graham se ne fosse andato sarebbe stato difficile sapere se sarebbe mai ritornato. Il
signor Emil mi chiese: “Fratello Bill, volete che vi riporti a casa?”. Risposi: “No, mi
piacerebbe semplicemente aspettare, se questo non vi disturba”. Detestavo essere
obbligato a dire questo e restare nella casa, proprio con la madre e il bambino,
perché essi erano una giovane coppia.
Il fratello Graham si mise il suo cappotto e si diresse fuori e l’altro disse a sua
moglie: “Sarò di ritorno in un momento”. Pensai: “Oh Dio, dovrei allora restare qui
tutta la giornata e forse ancora tutta la notte, aspettando questa visione. Che posso
fare?”. E, guardando alla finestra, ecco che arrivava la nonna del bambino
dall’angolo della loro casa e portava degli occhiali. Pensai: “Eccoci, Signore, se
solamente Graham non uscisse”. Ella aveva l’abitudine di entrare dalla porta
anteriore; ma, questa volta, senza sapere perché, venne dalla porta posteriore ed
entrò dalla cucina.
La giovane donna corse a gettarsi nelle braccia di sua madre. Ella chiese: “Il
bambino sta meglio?”. “Mamma - gridò la giovane donna - sta per morire!”. La
mamma si mise a piangere. Non potevo dire niente, solo attendere. Il fratello
Graham fece il giro, io mi alzai affinché egli potesse sedersi. E poiché era della sua
parentela, anche egli si mise a piangere. Pensai: “Se solamente questa signora
anziana potesse venire a sedersi su questa sedia rossa”.
Andai verso la porta dove il signor Emil aspettava, il suo cappotto sulle spalle,
pronto ad andare via con quel tempo freddo. La madre del bambino levò le mani
molto in alto e cominciò a piangere, esattamente come nella visione. Poi la signora
anziana prese la sedia e cercò un fazzoletto, ma non tanto per asciugare le sue
lacrime, quanto per togliere l’umidità dai suoi occhiali.
Io dissi: “Signor Emil, avete ancora fiducia in me quale servitore di Cristo?”. Egli
rispose: “Certamente, fratello Branham”. Io dissi: “Posso dirvi adesso che poco fa, ho
anticipato la visione, ed ecco perché ciò non è successo. Se voi avete ancora
fiducia in me andate a cercarmi il bambino”. Egli rispose: “Farò tutto quello che mi
dite, fratello Branham”. Egli mi riportò il bambino ed io misi le mie mani su di lui e
pregai: “Signore, perdona la stupidità del Tuo servitore, ho parlato prima della
visione. Ma, adesso, che si sappia che Tu sei il Dio del cielo e della terra”. Non feci
in tempo a dire altro che il ragazzino prese suo padre per il collo e cominciò a
gridare: “Papà, mi sento bene adesso”. Dissi: “Signor Emil, lasciate fare il fanciullo,
prenderà tre giorni prima che questo lo lasci, perché si debbono avere tre tappe di
liberazione”.
Era lunedì, rientrai a casa e raccontai tutto all’assemblea dicendo loro: “Mercoledì
sera prima della riunione ci ritorno e vorrei che ci siate tutti. Una volta sul luogo, vi
piazzerete attorno alla casa e verificherete, quando entrerò là, se questo bimbo di tre
anni non attraversa la stanza, venendomi incontro con un piccolo baffo poiché ha
bevuto del latte al cioccolato o altro e mi prenderà la mano e dirà questo: ‘Fratello
Bill, sono perfettamente guarito’. Verificate se questo non succede”. Siccome erano
delle persone povere, preparammo loro un cestino di provviste. Non avevo auto a
quel tempo, ma avevo chiesto in prestito il vecchio camion della compagnia dei
servizi pubblici. Quella sera, tutto un carico di persone ci andò, mia moglie Meda
faceva parte del gruppo, ma era molto prima che ci sposassimo.
Mi fermai proprio davanti la casa e bussai alla porta. La madre venne ad aprirmi
dicendo: “Oh, è il fratello Bill!”. Nell’angolo, il ragazzino giocava: era il terzo giorno.
Mi fermai, non dissi una sola parola, gli altri guardavano dalle finestre, in quel
momento, per vedere quello che accadeva. E il bambino camminò verso di me con il
suo piccolo baffo di latte al cioccolato e mise la sua mano nella mia e mi disse:
“Fratello Bill, sono perfettamente guarito.”
Quella sera, alla chiesa, questo fu raccontato ed io aggiunsi: “C’è anche da
qualche parte una ragazza storpia che è nel bisogno. Chiesa, non so quel che
queste cose significano”. Circa una settimana dopo questo, ricevetti una lettera al
mio lavoro. L’aprii e lessi: “Caro signor Branham, il mio nome è signora Harold Nale.
Abitiamo in un luogo chiamato South Boston. Siamo di fede metodista. Ho letto per
caso un piccolo libello che voi avete scritto: ‘Gesù è lo stesso ieri, oggi e in eterno’.
Avevamo una riunione di preghiera a casa mia l’altra sera ed abbiamo appreso che
voi avete successo a pregare per i malati. Ho una figlia di quindici anni inferma,
coricata a letto, non posso togliermi l’idea che dovrei farvi venire affinché preghiate
per lei. Potreste farlo per piacere? Vi auguro ogni bene, signora Harold Nale, South
Boston, Indiana”.
Quella sera, domandai alla chiesa: “C’è qualcuno che sappia dove è situata South
Boston?”. Il fratello Wright disse: “Penso che è verso il sud”. Così, il giorno appresso
partimmo, con Meda, due amici personali del Texas, un uomo e sua moglie che
avevano traslocato da qui per essere più vicino alla chiesa. Avevo pregato per sua
moglie ed ella era stata guarita da una malattia tubercolare. Il suo nome è Ed Brace,
egli aveva avuto un ranch nell’ovest, viveva vicino a Mill-Town, in una fattoria. Sua
moglie non aveva mai visto adempiersi una visione e voleva vedere questa prodursi.
Le dissi: “Vieni con me e vedi se ciò non accade”. Mia moglie era anche con noi e il
fratello Jim Wiseheart, un vecchio anziano che voleva vedere.
Uscimmo e passammo New Albany e trovammo che non era South Boston, ma
New Boston. Ritornammo a Jeffersonville e mi informai. Qualcuno andò all’ufficio
della posta e dissero: “É più sopra di Henryville”. Andai ad Henryville e domandai;
dissero: “Girate su questa strada, è a circa quindici miglia verso la collina. Fate
attenzione, potete mancarlo perché non c’è che un piccolissimo magazzino e tutto è
in questo magazzino, anche l’ufficio della posta”.
Dopo che ebbi fatto cinque o sei miglia, mi sentii molto strano. Essi dissero: “Che
succede?”. “Credo - dissi - che Colui che mi parla vuole parlarmi. Dovrò uscire
dall’auto”. Uscii, lasciandoli ammassati gli uni sugli altri, misi il mio piede sul paraurti
dietro l’auto e dissi: “Padre Celeste, cosa vuoi che il Tuo servitore faccia adesso?”.
Attesi qualche minuto, non accadde niente. E, alla fine, la mia attenzione fu attirata
da una vecchia chiesa proprio vicino là. Era la chiesa Bunker Hill e c’era un cimitero
proprio davanti la chiesa.
Andai verso le pietre tombali, ritornai e dissi loro: “Ora, voi avete tutte quelle
lettere. Non sono mai venuto in questo posto prima d’ora, neanche nella regione, in
tutta la mia vita. Prendete questi nomi e questi numeri che avete e venite a verificare
se non sono su questa pietra tombale”. Era là. Dissi: “Siamo sulla strada buona
adesso. Era l’Angelo del Signore, stavo per passare tutto diritto senza
accorgermene”. Oh, Egli è perfetto.
Così, continuammo e, dopo un po’ di tempo, notai che eravamo entrati in una
specie di piccolo villaggio e, guardando, vidi un magazzino che aveva l’insegna
gialla. Dissi: “É là, ecco il magazzino e guardate, un uomo uscirà con una salopette
blu, un berretto giallo in velluto, un baffo bianco e mi dirà dove andare. Se questo
non succede, sono un grosso mentitore”. Così, mi diressi proprio davanti il luogo e
come arrivai, ecco che esce un uomo con una salopette blu ed un berretto di velluto
giallo, che aveva un baffo bianco. La signora Brace svenne nell’auto vedendo
adempiersi questo.
Gli domandai: “Signore, potete presumibilmente dirmi dove Harold Nale abita?”.
Egli disse: “L’avete giusto passato circa mezzo miglio nella direzione da cui siete
venuti. Girate alla prima strada a sinistra e vedrete un grosso fienile rosso. É là che
girerete ed è la seconda casa alla vostra destra, su questa piccola strada”. Egli
domandò: “Perché?”. Io risposi: “C’è una ragazza inferma, è vero?”. “Sissignore”
disse. Dissi: “Il Signore la guarirà”. Ed egli cominciò a piangere. Vedete, egli faceva
parte della visione ma non sapeva proprio ciò che accadeva.
Ritornai indietro, trovammo il luogo. Uscendo dalla macchina, una giovane donna
corpulenta venne alla porta. “É lei”, dissi. “Come state?”, disse. “Sono il fratello Billy”.
“Oh - disse - pensavo bene che eravate voi. Avete ricevuto la mia lettera? Sono la
signora Harold Nale”. “Sono felice di fare la vostra conoscenza, signora Nale. Ecco
una piccola squadra che è venuta con me per pregare per vostra figlia. Ella sarà
guarita”. Ella replicò: “Cosa?”. E le sue labbra si misero a tremare e si mise a
piangere.
Così, non mi fermai con lei, entrai direttamente nel corridoio e il mio gruppo mi
seguì. Entrando in questa vecchia casa di campagna, alla destra del corridoio, il
muro era tappezzato di carta gialla con dei motivi rossi, poi la scritta: “Dio benedici il
nostro focolare”. Alla mia sinistra, il vecchio letto di rame placcato, una cucina rustica
e un piccolissimo letto pieghevole nel quale stava questa ragazza che somigliava
piuttosto ad un ragazzo.
Qualcosa allora mi accadde, mi ritrovai in alto, nell’angolo della camera, che
guardavo il mio corpo camminare verso questo letto ed imporre le mie mani sul suo
petto esattamente come il Signore me l’aveva detto. In quel momento, la signora
Nale entrò nella camera e svenne di nuovo sul pavimento. Quando imposi le mani,
dissi: “Signore, io faccio questo sull’ordine di Dio che, penso, mi dice di farlo”. E in
quel momento, ella cominciò a gridare e fece un balzo scendendo dal letto, la gamba
destra del suo pigiama si alzò e si poté vedere il ginocchio tondo di una ragazza al
posto di quello di un ragazzo.
Si era appena fatta rinvenire la signora Nale, lei svenne di nuovo, era la terza volta
che sveniva. E questa ragazza uscì dalla stanza per andare nel bagno piangendo,
mise la sua vestaglia e ritornò camminando spazzolandosi i capelli con la sua mano
destra che prima era paralizzata. Oggi, ella è sposata ed ha dei figli. Amici miei le
visioni sono vere (8).
Il miracolo di Georgie Carter
Ero da mia madre e dovevo passare la notte da lei. Avevo pregato per i malati ed
ero rientrato. Mi ero giusto fermato da mia madre per parlarle, ma dopo un po’ che
mi ero coricato, mi alzai non potendo riposarmi. Mi alzai con una sorta di peso.
Pensai: “Forse c’è qualcuno malato che vuole che preghi per lui”. Discesi, ma non
potei pregare. Guardai e Qualcosa di bianco si spostò. Mi sembrava che entravo in
Questa. Venne verso me e, qualche momento dopo, mi vidi che camminavo
attraverso un paese deserto e non potevo udire che un agnello belare (...). Dissi:
“Povera piccola cosa, vedrò se posso trovarla”.
Mi diressi verso i boschi e, come mi ci avvicinavo, questo non era più un agnello
ma era un umano, e mi chiamava dicendo: “‘Milltown’, ‘Milltown’”. Non avevo mai
sentito parlare di questo posto nella mia vita. Così, quando rinvenni...andai in chiesa
il mercoledì seguente e domandai: “C’è qualcuno che sa dove si trova ‘Milltown’?”.
Nessuno lo sapeva. Così, la domenica sera seguente, annunciai: “C’è qualcuno che
sa dove è ‘Milltown’?”. E un fratello dal nome di George Wright rispose: “Si, fratello
Branham, è a circa trentacinque miglia verso sud. Io abito là vicino”. Risposi: “Sarò là
sabato prossimo; Dio vuole che io vada là, c’è qualcuno in difficoltà”. Il fratello Wright
aggiunse: “É un piccolo villaggio di cinquecento o mille persone, verso il sud...”.
Ci andammo e mi ricordo che c’era una drogheria all’angolo. Pensai: “Mi domando
ciò che il Signore vuole da me”. Entrai e comprai una scatola ed uscii. Pensai: “Me
ne vado a predicare qui all’angolo”. Così, salii sulla scatola, ma nessuna ispirazione
mi venne per predicare. Voi sapete che la gente di campagna viene a fare spesa il
sabato. Il fratello Wright mi disse: “Voglio andare a fare una piccola passeggiata in
alto sulla collina. Devo andare a portare delle uova a quell’uomo laggiù. Volete
venire con me?”.
Quando ci andai, c’era una grande chiesa bianca sulla collina. Dissi: “Hei!
Guardate, non è una bellissima chiesa!”. Egli rispose: “Si, è una vergogna a
proposito di questa chiesa, è pietoso. É una chiesa battista il cui pastore ebbe alcuni
problemi e la chiesa è retrocessa e non ha mai avuto un pastore da allora. La città
l’ha ripresa e tutta la congregazione l’ha lasciata ed è andata in altre chiese”. Sentii
lo Spirito di Dio dirmi: “Fermati”. Ci andai e le porte erano chiuse. Dissi al fratello
Wright: “Continuate, mi prenderete un po’ più tardi”.
Mi inginocchiai e pregai: “Signore, se Tu mi vuoi in questa chiesa, apri le porte per
me”. Così, mentre pregavo, intesi qualcuno venire e mi disse: “Salve!”. Dissi: “Come
state?”. Egli disse: “Ho visto che stavate pregando”. Risposi: “Ebbene, sono un
predicatore e pregavo semplicemente sui gradini”. Egli mi disse: “Volete entrare?”.
“Sissignore”. Disse: “Ho la chiave”. Io dissi: “Grazie Signore”. Credete questo? Egli
aprì la porta ed io entrai. C’era del posto per trecento o quattrocento persone.
Avanzai, chinai la testa e domandai: “A chi appartiene?”. Egli rispose: “Alla città, noi
non facciamo che tenerla. Le sole cose che facciamo in questo luogo sono i
funerali...”. Dissi: “Perché non avere un risveglio qui?”. “Vedete l’ufficiale municipale”.
Andai là a domandargli. Egli disse: “Certamente, se voi mettete un contatore
dentro”. Dissi: “Bene, lavoro per l’acqua e metterò il mio contatore”. Lo installai
dunque ed annunciai che vi sarebbe stato un risveglio.
Non dimenticherò mai il primo uomo che incontrai. “Ci sarà un risveglio, signore.
Verrete?”. Egli disse: “Noi alleviamo dei polli e non abbiamo tempo di andare in
nessuna chiesa”. Risposi: “Non potreste lasciare i vostri polli per un po’ per venire
alla riunione?”. Egli rispose: “Non ho il tempo per niente di simile. Io mi prendo cura
dei miei affari e voi prendetevi cura dei vostri!”. Gli risposi: “Non volevo ferirvi
signore”. Dieci giorni dopo questo, egli morì e dovettero sotterrarlo proprio là di
fronte alla chiesa.
Cominciai il risveglio. Andavo nei boschi per pregare, pensando che il Signore mi
avrebbe dato un grande messaggio, avendo un grande peso nel mio cuore. Mi
dicevo: “Avrò probabilmente una grossa folla stasera”. Ci andai e sapete chi c’era?
George Wrigth, sua moglie, suo figlio e sua figlia. Avevo quattro persone della mia
congregazione. Predicai il messaggio che il Signore mi aveva dato come se niente
fosse.
La sera seguente, venne un tipo dall’apparenza anziana. Egli arrivò a piedi. Mi
dissero che era un nazareno retrocesso. Aveva fatto parte della chiesa nazarena ed
era retrocesso. Aveva la sua pipa fatta di mais e la batté fuori dall’edificio. I suoi
capelli pendevano sul suo viso, un dente usciva a lato. Egli disse: “Dov’è questo
piccolo Billy Sunday di cui parlate qui?”. Il fratello Wright lo prese e lo fece sedere.
Stavo per leggere la Bibbia dietro l’altare.
Il fratello Wright venne a dirmi: “Il peggiore rinnegato del paese è appena arrivato.
Il suo nome è William Hall. Possiede una cava di pietra sulla collina”. Risposi: “É
forse quello che il Signore vuole”. Cominciai a predicare. Il fratello Wright ritornò a
dirgli di avanzare e che egli si sarebbe occupato delle cose indietro. Il servizio non
era terminato che il signor Hall era in ginocchio pregando Dio. Egli è ora il mio
pastore associato laggiù.
Le sere seguenti, qualche miracolo ebbe luogo. É allora che la folla cominciò a
venire. Così, c’era laggiù una giovane donna che apparteneva ad una certa chiesa.
Non la menzionerò, ma essi non credono nello Spirito, solamente la lettera: “Noi
parliamo quando la Parola parla e stiamo in silenzio quando la Parola è silenziosa”.
Essi fecero annunciare che se qualcuno veniva a questa riunione, la chiesa gli
avrebbe inviato una lettera di allontanamento. Suo padre era diacono della chiesa.
Così, questa giovane donna mise la mano su uno dei miei piccoli opuscoli. Il suo
nome è signorina Georgie Carter, ella ha attualmente venticinque anni circa. E stata
coricata nove anni e otto mesi con la tubercolosi, non aveva mai alzato la testa dal
letto. Non si poteva nemmeno mettere una bacinella sotto di lei, si metteva una tela
di caucciù e si scivolava un piqué (tessuto traforato - n.d.t.). Ella non aveva mai visto
il mondo di fuori, neanche dalle finestre, per nove anni e otto mesi.
Qualcuno venne a dirmi: “Anche se ella domanda di voi, non potete andare a
pregare per lei. Sua madre e suo padre non vi lasceranno venire”. Essi dissero: “No,
noi non lasceremo venire questo seduttore”. Ma allorquando ebbi finito il risveglio, il
padre e la madre, per soddisfare la loro figlia, decisero di allontanarsi da casa. Credo
che ebbero un permesso dal loro predicatore affinché io potessi andare da loro.
Andai a vederla e la povera piccola aveva il mio libro vicino a lei. Ella aveva pianto
e pregato per la liberazione, ma la sua chiesa non credeva nella guarigione divina.
Aveva questo libro ed aveva letto nel punto in cui un’altra ragazza era stata guarita.
Ero stato inviato da una visione ed ella voleva essere guarita. Quando entrai, ella mi
disse: “Fratello Branham, ero certa che sareste venuto e che Gesù mi guarirà”.
Domandai: “Lo servirete, sorella?”. Ella rispose: “Con tutto il mio cuore”. Le sue
piccole braccia non potevano nemmeno alzare la tazza nella quale doveva “sputare”
(...). Mi inginocchiai e pregai per lei, poi uscii.
Due settimane dopo, ero di ritorno per cominciare un’altra serie di tre o quattro
riunioni. C’era un altro ministro che non credeva nell’immersione. Dovevo
presumibilmente battezzare un buon gruppo nel fiume. Egli aveva avuto un risveglio
sotto la tenda e aveva detto: “Chiunque della mia congregazione entra solamente
nella chiesa dove è questo guaritore divino insensato, io lo metterò sicuramente fuori
dalla chiesa. La ragione di ciò è che questo ragazzo vuole annegarvi nell’acqua”.
Andai quel pomeriggio a fare un servizio di battesimo. Dissi alla piccola Georgie:
“Tutto quello che posso fare per voi è di pregare”. Ella rispose: “Ma non potete fare
per me quello che avete fatto per quella ragazza Nale?”. Risposi: “Non è la stessa
cosa, io ho avuto una visione. Devo avere una visione prima. Tornerò se Egli mi
invia, ma credo che starete meglio” (cercando di incoraggiare la sua fede).
Così, l’ultima giornata di riunioni, andai per battezzare in un luogo chiamato Totten
Ford, ed ecco che questo ministro aveva disdetto la sua riunione e tutta la
congregazione stava sulla riva. Avanzai nel fiume. Che sentimento meraviglioso!
Battezzai circa cinquanta persone quel pomeriggio. Avevo l’impressione che gli
angeli erano seduti su ogni ramo degli alberi. Mentre ero là, cominciai a pregare
così: “Come Dio ha inviato Giovanni per battezzare! Gesù disse: andate in tutto il
mondo e fate dei discepoli e battezzateli. Questi segni seguiranno quelli che avranno
creduto”.
In quel momento, lo Spirito Santo discese e spazzò tutta 1a congregazione che
era sul fiume. Questo ministro e la sua congregazione avanzarono piangendo nel
fiume con i loro abiti belli ed io battezzai ognuno di essi quel pomeriggio. Le donne
piangevano. Vennero coi loro bei vestiti, le madri, i padri a portarmi i loro bambini.
Battezzai quasi fino all’oscurità. Dovettero tirarmi fuori dall’acqua!
Dovevo avere una riunione alla chiesa battista quella sera. Andai a casa del
fratello Wright per cenare. Dissi: “Non voglio cenare subito, andrò a pregare laggiù, il
Signore vuole che io preghi, ho un peso sul cuore”. La sorella Wright mi disse:
“Quando suoneremo il campanello per cenare, verrete perché dobbiamo sbrigarci”.
Me ne andai laggiù e mi inginocchiai. Dopo un momento fui preso nello Spirito,
sapevo difficilmente dove stavo. Udii il campanello ma avevo un così bel momento
con il Signore che non pensai a cenare.
La campanella suonò e suonò, l’oscurità venne. Pregavo semplicemente: “Grazie,
Signore, per la Tua benevolenza”. E come aprii gli occhi, proprio davanti a me, in un
piccolo cespuglio, c’era una Luce ambrata che brillava su di me e una gran profonda
Voce che proveniva dal fondo dei boschi mi disse: “Vai nella direzione dei Carter”.
Saltai e, correndo, cominciai a gridare.
Si erano organizzati in squadre di ricerca per trovarmi. Saltai il recinto nei campi e
caddi direttamente nelle braccia del fratello Wright. Egli mi disse: “Fratello Billy, mia
moglie vi ha atteso per cenare da qualche ora. Sono dappertutto sulla collina che vi
cercano”. Dissi: “Fratello Wright non cenerò, Georgie Carter sarà completamente
guarita fra qualche minuto. É il COSI’ DICE IL SIGNORE”. “Volete dire che si
alzerà?”. Io risposi: “Diventerà normale, starà bene qualche minuto dopo il mio arrivo
là”.
Ella stava ad otto miglia da là; egli mi chiese: “Posso venire con voi?”. C’era anche
un uomo che veniva dal Texas, che aveva giusto portato sua moglie ed ella era stata
guarita. Egli mi domandò: “Fratello Branham, posso venire con voi?”. Aveva visto la
guarigione della figlia dei Nale qualche settimana prima. Risposi: “Sissignore”.
Saltammo in un’auto e partimmo.
La signora Carter era una donna molta critica, ma siccome sua figlia piangeva,
aveva promesso al Signore di farsi battezzare se sua figlia fosse stata guarita quel
pomeriggio. Così, sua madre andò in cucina e si inginocchiò e pregò sinceramente:
“Oh Dio, abbi pietà della mia figliuola che è là, a qualche giorno dalla morte. E
questo impostore che viene pretendendo di essere qualcuno ed ha completamente
sconvolto la mia ragazza”.
Le lacrime agli occhi, alzò la testa. Il sole si coricava ad ovest e rischiarava il
muro. É la sua testimonianza, le sue parole. Ella disse che vide un’ombra venire
verso di lei, pensò che fosse sua figlia che entrava da fuori. Ma quando fu proprio
vicino a lei, ella disse che era il Signore Gesù Cristo. Disse: “Cos’è questo?”. Mentre
Egli la guardava, mi vide avvicinarmi alla casa, la Bibbia contro il cuore. Ella disse:
“Oh pietà, mi sono addormentata, io dormo”. Non aveva mai avuto una visione.
Corse a dirlo a sua figlia Georgie: “Georgie, ero là qualche minuto fa, pregando, e
mi è sembrato di vedere sul muro una forma che somigliava a Gesù. Ho visto il
fratello Branham con la Bibbia sul cuore, che veniva seguito da due uomini”. E
proprio in quel momento, ecco che arrivai con i due uomini. Le porte erano chiuse.
Risalii il viottolo e mi sentii come uscire dal mio corpo. Vidi il mio corpo aprire la porta
ed entrare.
Ed ecco che la piccola ragazza era coricata là, sua madre si inginocchiò
semplicemente sul pavimento e svenne. Mi avvicinai al letto dove ella stava e dissi:
“Sorella Georgie, il Signore Gesù che tu ami e nel Quale tu hai confidato per tutto
questo tempo, mi ha incontrato nei boschi. Mi ha detto che dovevo venire e che tu
sarai guarita. Così, conformemente all’ordine che ho ricevuto nei boschi, qualche
momento fa, nel nome del Signore Gesù Cristo, alzati sui tuoi piedi e sii guarita”.
Questa povera ragazza che non pesava più di trentasei o trentasette libre, non
avendo altro che le ossa (ella non avrebbe potuto tenersi se avesse dovuto alzarsi)
si tenne non solamente in piedi ma saltò gridando con tutte le sue forze,
perfettamente normale e bene.
Le persone cominciarono a gridare, sua sorella venne correndo non sapendo che
fare. Cominciò a gridare e fuggì sulla strada tirandosi i capelli e gridando: “Qualche
cosa è successo!”. Suo padre, tornando dalla fattoria con un po’ di latte, udì il piano
suonare. Corse per vedere quello che era. Era sua figlia che non si era mossa dal
letto per nove anni ed otto mesi, seduta al piano, suonando: “Gesù, tienimi vicino alla
croce, c’è una preziosa fontana che ci libera tutti, un ruscello di guarigione che
scende dal monte del Calvario”. Perfettamente normale e bene!
Ecco che venne il pastore battista e tutti gli altri. Ella andò correndo nel cortile,
benedicendo Dio per le foglie e l’erba. Era così contenta, fratelli e sorelle. Questo
avvenne circa sei anni fa e, stasera, Georgie Carter è pianista nella chiesa battista di
Milltown dove io sono sempre il pastore. Potete scriverle per avere la sua
testimonianza: signorina Georgie Carter, Milltown, Indiana. Lo stesso Gesù, che ha
guarito Georgie quella sera, è qui stasera, che vuole fare la stessa cosa ad ogni
individuo che sta qui nella presenza divina. Lo credete? (9)
Messa in guardia contro lo spiritismo
Quello che seguirà è una parte del capitolo ventuno del libro “Un uomo inviato da
Dio”.
Una notte, egli era ritornato a pregare sotto una vecchia quercia, là dove prima si
era impegnato a servire Dio in una preghiera segreta. Questo succedeva tra l’una e
le tre del mattino. Sua madre e suo padre l’udirono rientrare nella sua camera e lo
chiamarono dicendogli che la sua sorellina era malata. Si inginocchiò e pregò per lei,
poi tornò nella sua camera. Da quando entrò, udì un suono, simile a quello che
avrebbero fatto due fili elettrici che si toccano, producendo una scintilla.
A quel tempo, egli lavorava come sorvegliante della linea elettrica e pensò che
c’era un corto circuito nella casa. Ma, subito, il suono cambiò e una strana Luce
riempì la camera. Gli sembrò di trovarsi come sospeso nell’aria e questo lo spaventò
molto, poiché pensava che stava per morire. Subito dopo, notò che la Luce si
trovava tutta intorno a lui. Alzando gli occhi, vide come una grande stella che stava
al di sopra di lui da dove sembrava venire la Luce. Essa si avvicinò sempre più ed
aveva la sensazione che non poteva né respirare, né parlare. In seguito, sembrò
posarsi sul suo petto.
In quel momento, la scena cambiò e gli sembrò che si trovava su una collina
d’erba verde e, proprio davanti a lui, era posato un vecchio barattolo a quattro lati
dove si mettevano una volta i dolciumi. All’interno del barattolo, c’era un specie di
mosca, simile ad una grande tarma del tabacco che cercava di uscirne. Mentre si
preparava a girarsi a destra, vide in piedi, al suo lato, un Angelo potente che lo
guardava. L’Angelo gli disse: “Guarda quel che voglio mostrarti”. Allora il fratello
Branham vide un braccio gettare una pietra che ruppe il boccaccio.
La tarma cercò di volare, ma era come trattenuta al suolo, il suo corpo era troppo
pesante per le sue corte ali. Allora, dal corpo della tarma uscì un insieme di mosche
ed una di esse volò fino all’orecchio del fratello Branham. L’Angelo gli disse: “Le
mosche che tu hai visto rappresentano i cattivi spiriti come lo spirito della divinazione
e indovino”. In seguito, Egli lo mise in guardia: “Fa attenzione!”. Questo fu ripetuto tre
volte.
Dopo questo, il fratello Branham ritornò in se e, quella notte, non riuscì più ad
addormentarsi. Il giorno dopo, era molto attento, sorvegliando ognuno dei suoi
movimenti ed aspettando che succedesse qualcosa da un istante all’altro. Tutto
questo era molto nuovo per lui poiché era il primo avvertimento che avesse mai
ricevuto per mezzo di una visione. Lo stesso giorno, a mezzogiorno, entrò in una
piccola drogheria al fine di comprare qualcosa per il suo pasto. Il droghiere era un
cristiano che ultimamente era stato portato a Cristo, per mezzo del fratello Branham.
In seguito, fu di grande aiuto nell’opera della predicazione del Vangelo.
Come cominciò a raccontare la visione del giorno prima, una donna entrò dalla
porta principale del magazzino. Il fratello Branham ebbe una sensazione particolare,
riconobbe che uno spirito strano era entrato. Egli lo disse al suo amico George
DeArk. La donna andò verso il fratello del droghiere, Ed, e gli disse: “Cerco un uomo
dal nome di Branham. Mi si è detto che è un uomo di Dio”. Allora Ed chiamò il fratello
Branham.
Quando arrivò vicino a lei, ella gli domandò: “Siete William Branham, il profeta di
Dio?”. Le rispose: “Sono William Branham”. Ella domandò: “Siete voi che avete
compiuto quel miracolo su William Merrill, all’ospedale, ed avete guarito la signora
O’Hannyan che era inferma da diciassette anni?”. Egli replicò: “Io sono William
Branham. É Gesù Cristo che li ha guariti”. Allora ella disse: “Ho perduto una certa
proprietà immobiliare e vorrei che voi ne determiniate il luogo per me”.
Il fratello Branham non comprendeva ciò che voleva dire con la sua proprietà
immobiliare, ma capì che era satana che gli aveva inviato questa donna con questo
messaggio. Allora le disse: “Signora, vi indirizzate alla persona sbagliata, voi state
cercando un medium”. Girandosi verso di lui, gli domandò: “Non siete un medium?”.
Egli rispose: “No, io non lo sono. I medium sono dal diavolo. Io sono cristiano e ho lo
Spirito di Dio”.
Dopo aver sentito questo, gli gettò uno sguardo glaciale e prima che egli potesse
aggiungere qualsiasi cosa, intese lo Spirito di Dio dirgli che ella stessa era una
medium e che era la mosca che aveva visto nella visione e che era entrata nel suo
orecchio. Egli le disse allora: “Il Signore mi ha inviato il Suo Angelo la notte scorsa, e
questo in una visione, per avvertirmi della vostra venuta, affinché io stia in guardia.
Ringrazio il mio Signore di come mi ha guidato mediante la Sua mano. L’opera che
voi fate è dal diavolo e siete venuta per contristare lo Spirito di Dio”. In quel
momento, ella portò la sua mano al suo cuore dicendo che aveva bisogno di un
rimedio. Il fratello Branham le rispose: “Signora smettete di fare queste cose e il
vostro cuore si comporterà bene”. Ella uscì dal magazzino e, a breve distanza dalla
porta, ebbe una crisi cardiaca e morì là, al bordo del marciapiede.
__________________________________
1.
Come l’Angelo venne a me e il Suo mandato, Chicago, Illinois, 1955.
2.
La più grande battaglia mai combattuta, Jeffersonville, Indiana, 1962.
3.
Domande e risposte, 12 gennaio 1961.
4.
Prendendo parte con Gesù, Jeffersonville, Indiana, l961, pag. 3.
5.
L’influenza di un altro, Jeffersonville, Indiana, 1962, pag. 5.
6.
Il presente stadio del mio ministerio, 1962.
7.
La vostra vita è degna dell’Evangelo? Jeffersonville, Indiana, 1963
8.
Visioni, 1960.
9.
La vita dei demoni, Toledo, Ohio, 1951.
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biografia opuscolo numero uno - Branham.it