BIOGRAFIA OPUSCOLO NUMERO UNO PREFAZIONE L’edizione del libro “Il messaggio dei tempi della fine” è già esaurita da sei anni. Tuttavia, dei cristiani, da tutti i punti del mondo, ci sollecitano ancora di fornire loro della documentazione in lingua francese sulla vita e il messaggio di William Branham. Credendo questo bisogno legittimo, la nostra prima intenzione fu di ristampare una seconda edizione, ma più la revisione avanzava, più quest’opera mi sembrava mediocre, in quanto constatavo che la parte più importante del suo messaggio era andata persa. Bisognava riconoscere che questo libro era stato redatto affrettatamente, quasi in uno “stato d’urgenza”, per correggere alcune false voci che circolavano a riguardo del fratello Branham, in mezzo alle nostre chiese protestanti. Con questo libro, avevamo allo stesso tempo uno strumento per far conoscere al popolo del Quebec (Canada) la verità e la realtà della potenza di Dio. Così, volendo destare l’attenzione dei lettori, avevo intitolato l’ultimo capitolo: “Ultimo avvertimento”, ma dopo una riflessione ho compreso che le mie conclusioni erano piuttosto negative quando avrebbero potuto esserci tante cose più positive. Prima di intraprendere la redazione di questo libro, ho pensato che si poteva semplicemente riutilizzare delle vecchie pubblicazioni quali “William Branham” della Editions Evangéliques Peseux/Neuchatel, Svizzera, 1956; ma, in realtà, questo libro, ad eccezione delle testimonianze di guarigioni, non era che una traduzione del libro “Un uomo inviato da Dio” di Gordon Linsay, 1950. Così, ci mancavano ancora minimo gli ultimi quindici anni della sua vita che sono certamente i momenti più significativi del suo ministerio. Queste sono alcune delle ragioni che mi hanno spinto a riprendere interamente il lavoro. Questa volta il compito è stato più facile, poiché disponiamo di molti più documenti rispetto a sette anni fa, ciò che ci ha permesso di conoscere, di amare ed apprezzare talmente meglio il ministerio straordinario che ha ricevuto William Branham. Avrei desiderato presentare al lettore cristiano un’opera puramente autobiografica come hanno fatto i fratelli d’America con “Footprints on the sands of time” (705 pagine), ma credo che quel poco di spiegazione che io fornisco si rivelerà necessaria a coloro i quali il messaggio è stato presentato per la prima volta. Nondimeno, dove è stato possibile, ho lasciato parlare il fratello Branham, limitando così il mio lavoro a compilare le sue parole. Benché esistono quasi mille cassette registrate dei suoi sermoni e parecchie centinaia di opuscoli in lingua inglese, un tale lavoro non avrebbe potuto essere preso in considerazione se già in lingua francese noi non avessimo avuto a disposizione un buon numero di cassette, di opuscoli e di fascicoli tradotti dai nostri amici cristiani della Svizzera e della Francia. Il mio lavoro non è dunque che un complemento a quello degli altri fratelli che hanno lavorato molto prima di me e verso i quali io sono sinceramente riconoscente. Questo libro è dunque il lavoro di tutti, riunito in un volume, al fine di presentare agli eletti l’opera grandiosa e meravigliosa che Dio ha fatto in questo tempo. Così, ho avuto cura di fornire le referenze su ogni citazione ed ho aggiunto una lista di tutte le opere bibliografiche alla fine del libro. Alcuni testi sono abbreviati un poco, per delle ragioni di spazio; per esempio, è sovente che il fratello Branham racconti le sue esperienze davanti a dei grandi uditori, dove assiste molto spesso almeno qualche testimone oculare di quello che sta per raccontare. Così, egli non mancherà di indicare le loro presenze o di far levare loro la mano o dire: “Amen”; se essi sono numerosi, questo ha un’importanza relativa, ma ciò sarebbe stato troppo lungo e d’altronde ho avuto cura di dare al lettore tutte le referenze disponibili affinché possa verificare alle fonti stesse. C’è anche una cosa che potrà sorprendere alcuni lettori, è questa espressione di “fratello” che ricorre continuamente. A questo noi diremo che era l’augurio di questo umile servitore di essere chiamato “fratello”. Ecco le sue parole: “Al tempo di una riunione a Chicago, un uomo di colore, che era seduto là, diceva continuamente: ‘Voglio vedere il dottor Branham’. Egli portava un grande cappello e il suo petto era coperto da grandi croci da venti a venticinque centimetri di lunghezza e di larghezza. Era vestito molto bizzarramente e portava degli anelli curiosi e delle collane. Io dissi al fratello Baxter, che era mio associato: ‘Conducilo nella stanza accanto; lo vedrò là’. Allora, egli si sedette e mi disse: ‘Vi considererò come ‘padre’, come ‘reverendo’ o come ‘anziano’? Come vi devo considerare?’. Io gli dissi: ‘Se voi mi amate, chiamatemi ‘fratello’. Ed egli, per riguardo verso di me, fece così. In seguito, egli mi elencò i suoi titoli”. Altri lettori faranno rimarcare con ragione che lo stile linguistico di questo libro è povero. Ma l’averlo ritoccato gli avrebbe tolto la sua originalità e la sua autenticità. Del resto, quando si prende coscienza di ciò che è veramente successo, si fa meno attenzione alla forma di stile e di sintassi, ma si assiste a delle esperienze commoventi fra il visibile e l’invisibile, mettendo in scena Dio, gli angeli, le visioni, i segni, i miracoli, i prodigi, le guarigioni, i demoni, i sogni, le rivelazioni, il discernimento, la profezia, l’ombra della morte e la Colonna di Fuoco. Desidererei ringraziare tutti quelli della mia assemblea di Warden che hanno contribuito in più maniere ad alleggerire il mio fardello, poiché so molto bene che senza di loro quest’opera sarebbe lontana dall’essere terminata. Così, mi considero molto privilegiato per aver potuto lavorare alla presentazione di una storia che certamente è una delle più gloriose mai raccontate dopo quella del nostro Signore Gesù e dei Suoi apostoli. Desidererei concludere applicando questo passo della Scrittura alla nostra generazione: “Or vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte, le quali, se fossero scritte ad una ad una, io non penso che nel mondo stesso capissero i libri che se ne scriverebbero” (Giovanni 21:25 - Trad. Diodati). Possano le testimonianze di questo libro essere come del sale; più voi gusterete, più avrete sete di camminare nella luce d’oggi. Al servizio del Re dei re. André Morin CAPITOLO PRIMO LA SUA INFANZIA La sua nascita Sono nato il sei aprile 1909, in una piccola capanna, lassù nelle montagne del Kentucky, vicino a Burkesville. Non avevamo dottore, solo una levatrice assistette mia madre, c’era mia nonna. Mia madre aveva quindici anni e mio padre ne aveva diciotto, e per questo avvenimento si era comprato una salopette nuova. Eravamo molto poveri, i più poveri tra i poveri. La nostra piccola capanna di montagna non aveva finestre, solamente un piccolo portello di legno nella porta che si lasciava aperto il giorno e che si chiudeva la notte. L’unica stanza dove vivevamo non aveva tappeto, neanche un pavimento di legno, c’era solamente un pavimento di terra battuta. Un ripiano di tronco d’albero, poggiato su tre piedi, ci serviva da tavolo, con due sedie fatte da rami d’albero, proprio dei piccoli rami di noce attaccati assieme, con il fondo ricoperto di corteccia. E così, il mattino in cui sono nato e che ho incominciato a piangere, mia madre volle vedere il suo fanciullo, ella stessa non era che una fanciulla e quando papà aprì lo sportello proprio all’alba verso le cinque, c’era là un piccolo pettirosso che stava a lato di un cespuglio vicino alla finestra, cantando con tutte le sue forze, e questa Luce che voi vedete sulla foto entrò turbinando e stette al di sopra del letto. La nonna non sapeva che dire e questa Luce li spaventò. Essi raccontarono al loro circondario nelle montagne: “Questa Luce è entrata”. Tentarono di comprendere. Alcuni dissero che ciò doveva essere il sole che si rifletteva su uno specchio nella stanza, ma non c’era specchio e il sole non era ancora levato, poiché era troppo presto, erano le cinque. E poi...essi lo dimenticarono. Una volta i miei antenati erano cattolici. Mio padre era strettamente irlandese. La sola interruzione nel sangue irlandese fu mia nonna materna che era un’indiana Cherokee. Mia madre era dunque una meticcia. Mio padre e mia madre non andavano in chiesa. Essi non si sposarono in chiesa e non avevano affatto religione. Laggiù nelle montagne, non c’era nemmeno una chiesa cattolica. Quando ebbi dieci giorni mi portarono ad una piccola chiesa battista chiamata “Il regno degli opossum”. Basta solo il nome! Un vecchio predicatore itinerante battista veniva laggiù circa una volta ogni due mesi. La gente aveva una piccola riunione dove cantava qualche cantico ed ascoltava una predicazione ogni volta che il viaggiatore passava da là. Essi lo pagavano ogni anno con un sacco di zucche o qualche cosa del genere che la gente raccoglieva per donargliela. Il vecchio predicatore venne e là offrì una preghiera per me, piccolo fanciullo. Questo fu il mio primo passaggio per la chiesa (l). Madre e bambino sfuggono provvidenzialmente alla morte Nel suo libro intitolato “Un uomo inviato da Dio”, Gordon Lindsay cita l’aneddoto seguente (2). Il padre, taglialegna, era spesso assente da casa, soprattutto nei mesi d’autunno e d’inverno quando il tempo era troppo cattivo per viaggiare. La madre ed il bambino restavano dunque soli a casa. Un giorno, rischiarono di perdere la vita tutti e due. Il bimbo aveva sei mesi circa e il padre era assente quando sopraggiunse una terribile tempesta. Per parecchi giorni, tutta la contrada fu bloccata dalla neve. Non c’erano molte riserve nella piccola capanna, e presto non ci furono più legna e cibo. La madre, avvolgendo i suoi piedi con vecchi sacchi, andò nel bosco per abbattere dei piccoli alberi che trascinò nella capanna per provare a mantenere acceso il fuoco. Ma ella s’indebolì sempre più e dovette presto abbandonare questo tentativo. Madre e figlio restarono allora a letto aspettando la fine. Ma Dio inviò un angelo protettore e salvò la loro vita. A vista d’occhio dalla piccola casa viveva un vicino. Presentendo che succedeva qualcosa, gettava spesso uno sguardo verso l’umile abitazione e il suo timore andava crescendo non vedendo più alcun fumo uscire dal comignolo. Dopo qualche giorno, egli ebbe la ferma convinzione che doveva andare a vedere sul posto ciò che accadeva, sebbene la distanza significava per lui un grosso sforzo poiché vi era neve ammucchiata. Arrivando alla porta, i suoi timori si confermarono, poiché non ricevette alcuna risposta dall’interno. Non c’era alcuna orma intorno alla casa e la porta era chiusa con il catenaccio. La forzò e fu sbigottito dallo spettacolo che vide: madre e figlio, avvolti da coperte, erano vicini a morire di fame e di freddo. Si procurò rapidamente della legna e fece un grande fuoco per riscaldare l’abitazione. Poi ritornò a casa sua per cercare del cibo. Era l’ultimo momento. La madre e il bambino ritornarono in vita e furono ben presto in buona via di ristabilimento. Primo messaggio di Dio al fanciullo La prima cosa che posso ricordare è una visione che il Signore mi diede...Dovevo avere circa tre anni, e il mio fratellino due anni appena. Eravamo fuori, in fondo al cortile, dove c’è un luogo per spaccare e depositare la legna (3). Avevo un grosso sasso in mano e cercavo di mostrargli con quale forza potevo gettare questo sasso nel fango, dove l’acqua era uscita dalla terra e aveva reso il suolo fangoso. Ed udii un uccello che cantava sulla cima di un albero. Guardai quest’albero e l’uccello s’involò ed è allora che una Voce mi parlò. Ora, so che voi pensate che non posso ricordarmi di questo. Ma il Signore Iddio, che è Giudice dei cieli e della terra e di tutto ciò che è, sa che io dico la verità. Come un vento attraverso un cespuglio, una Voce venne dall’albero, dal posto in cui prima stava l’uccello. Disse: “Tu vivrai vicino ad una città chiamata New-Albany”. Ed io ho vissuto dall’età di tre anni fino ad oggi a meno di cinque chilometri da New-Albany, Indiana. Mio padre era molto lontano dall’essere una persona religiosa. Quando eravamo bambini, non avemmo alcuna influenza religiosa né alcun insegnamento. Io vedevo mio padre, era un uomo piuttosto piccolo, tozzo, era uno degli uomini più forti che io conoscessi tra gli uomini di piccola taglia. Mi ricordo che quando papà entrava per cenare, tirava su le sue maniche per lavarsi e io potevo ammirare le sue piccole braccia tozze; e quando egli le alzava per gettare dell’acqua sul viso, i muscoli delle sua braccia risaltavano ed io dicevo: “Sapete, il mio papà vivrà fino a centocinquant’ anni”. Egli era così forte! Ma morì a cinquantadue anni (1). Ho visto mio padre ritornare dai boschi talmente bruciato dal sole che mamma doveva prendere delle forbici per tagliare la sua camicia incollata al suo dorso. Egli lavorava sodo. Io l’amavo teneramente nonostante fosse un bevitore. A volte mi frustava, ma mai tanto quanto io l’abbia meritato. La legge dei dieci comandamenti era scritta sul muro e una grande frusta era appesa al di sopra...(Anni dopo, egli diede il suo cuore a Cristo e fu salvato qualche ora prima di morire nelle sue braccia) (3). Mio padre era il ragazzo tipico delle montagne, che beveva costantemente. Si era trovato immischiato in una rissa dove si ebbero due o tre uomini quasi uccisi, battendosi a colpi di fucile e di coltelli. E papà era stato uno degli istigatori di questa rissa. C’era là un amico che era stato ferito e che, a sua volta, aveva picchiato qualcuno con una sedia. L’uomo aveva preso un coltello e stava per colpire al cuore l’amico di papà steso sul suolo, allorquando papà s’intromise. Il suo nome era Will Yarbrough. Egli era un uomo molto forte e cattivo. Ci fu un grande combattimento con coltelli tra lui e papà. E mio padre uccise quasi l’uomo; dovette essere una terribile lite, perché da Burkesville, a numerosi chilometri da lì, inviarono uno sceriffo a cavallo a cercare papà. Così egli dovette fuggire e lasciare il Kentucky ed attraversare il fiume per venire nell’Indiana. Egli aveva un fratello che viveva in quel tempo a Louisville, Kentucky. Era l’assistente direttore della segheria “Mosaico del bosco” a Louisville, Kentucky. Papà era il più giovane dei ragazzi di una famiglia di diciassette figli. E così andò a trovare suo fratello maggiore e stette via per circa un anno. Non poteva ritornare, perché era ricercato dalla legge. Quando avemmo delle notizie da lui, tramite una lettera firmata con un altro nome, egli diceva a mia madre che doveva andare così e che avrebbe avuto sue notizie. Più tardi, ci siamo trasferiti nell’Indiana e mio padre lavorò per un uomo ricco. Il signor Wathen era un multimilionario. Possedeva le distillerie Wathen e anche delle grandi azioni. Mio padre fu il suo autista privato. Papà era un uomo povero, ciononostante egli non poteva fare a meno di bere; andò dunque a fare il whisky in una distilleria. E allora questo divenne una prova per me, perché ero il più grande dei figli. Dovevo andare a portare dell’acqua a questo alambicco, per mantenere gli scambisti freschi mentre facevano il whisky. In seguito, si mise a venderlo. Si procurò due o tre di questi alambicchi. Vedete, è questo che a me non piace raccontare, ma è la verità. Primo contatto con l’Angelo Un giorno, trasportando dell’acqua da questa pompa che era alla distanza di un isolato, borbottavo perché dopo la scuola, tutti gli altri ragazzi erano andati a pescare a mare. Mi piaceva molto pescare ed essi erano tutti andati tranne me, perché dovevo trasportare dell’acqua a questo alambicco. Certamente, questo doveva restare segreto, era durante il proibizionismo. Ero proprio sotto il pioppo, cercando di riposarmi e piangevo. Ero circa a metà cammino tra il granaio e la casa, quando tutto ad un tratto udii un rumore simile a quello che fa un vortice di vento: whoooosssh, whoooosssh... Guardai intorno a me, nemmeno una foglia si muoveva, da nessuna parte. Ed io pensai: “Da dove viene questo vento? Questo deve essere lontano da qui”. Ero soltanto un ragazzino. E questo vento diventò sempre più forte. Raccolsi i miei due piccoli secchi e, borbottando ancora, ripresi il sentiero. Non avevo fatto che qualche passo al di sotto di questo grande albero allorquando udii di nuovo il rumore del vortice. Mi girai per guardare e, a metà altezza di quest’albero, vidi un altro vortice che faceva volteggiare e volteggiare le foglie. “Ebbene - pensai - non c’è niente di strano in questo, poiché è proprio in questo periodo dell’anno, in autunno, che si formano questi vortici”. Guardai, ma questo non se ne andava. Abitualmente è proprio un soffio che dura un istante, poi questo se ne va; ma questo vortice era là da già due minuti o più. Ripresi il cammino. Mi rigirai per guardarlo ancora e, quando lo feci, una Voce umana, tanto udibile quanto la mia, disse: “Non bere mai, non fumare e non sporcare il tuo corpo in alcun modo. Ci sarà un lavoro da fare per te quando sarai più grande”. Questo mi fece venire una paura blu! Potete immaginarvi come un ragazzino poteva sentirsi! Lasciai cadere i miei secchi e ritornai a casa tanto velocemente quanto mi fu possibile, gridando con tutte le mie forze. C’erano dei serpenti trigonocefali in questo paese ed essi erano molto velenosi. Mia madre pensò che, venendo lungo il giardino, avevo probabilmente posato il piede su un trigonocefalo ed ella mi corse incontro. Saltai nelle sue braccia gridando, stringendola ed abbracciandola. Ella mi disse: “Che c’è, sei stato morso da un serpente?”, esaminandomi dappertutto. Dissi: “No mamma! C’è un uomo in quell’albero laggiù”. Ella mi disse: “Billy, Billy, andiamo! Ti sei fermato per dormire?”. Dissi: “No, mamma, c’è un uomo in quell’albero laggiù e mi ha detto di non bere e di non fumare”. Nel momento in cui trasportavo dell’acqua a questo alambicco, Egli mi aveva detto: “Non bere e non sporcare il tuo corpo in nessuna maniera”. Per quanto io sappia, non sono mai stato colpevole una sola volta di una cosa simile. Ero proprio isterico. Mamma chiamò il dottore e questo disse: “Ebbene, è soltanto nervoso, è tutto”. Così ella mi mise a letto. Da quel giorno, non sono mai più passato vicino a quell’albero poiché avevo troppa paura. Passavo dall’altro lato del giardino poiché credevo che c’era un uomo in cima a quest’albero che mi parlava con una voce profonda. All’incirca un mese dopo questo, giocavo alle biglie fuori con i miei fratellini, nel cortile davanti. Tutto ad un tratto, uno strano sentimento venne in me. Mi fermai e mi sedetti a lato di un albero. Eravamo giusto sulla riva del fiume Ohio. E guardando verso Jeffersonville, io vidi un ponte elevarsi ed attraversare il fiume. E su questo ponte, vidi sedici uomini (li contai) che caddero da là e persero la vita. Corsi velocemente a dirlo a mia madre ed ella pensò ancora che io mi fossi addormentato. Ma lo tennero a mente e ventidue anni più tardi il ponte municipale (che molti tra voi attraversano quando vengono qui) attraversa il fiume nello stesso punto e sedici uomini persero la loro vita costruendo questo ponte al di sopra del fiume (1). Povertà Ero il maggiore di nove ragazzi e una ragazzina. Davanti la piccola vecchia baracca stavano ammucchiati tutti questi piccoli Branham che si trascinavano fuori nella polvere, somigliando ad una banda di opossum. Non portavamo scarpe, qualche volta neanche nel mezzo dell’inverno. Se ne avevamo, erano solamente quelle che potevamo trovare o che qualcuno ci dava per carità! Avevamo l’abitudine di fare la nostra spesa il sabato sera. Avevamo una vecchia carretta; papà metteva dietro della paglia per i piccoli e lui e mamma montavano avanti, conducendo una piccola mula su una distanza di circa cinque chilometri dalla città. Papà guadagnava circa settantacinque centesimi al giorno e comprava tutti i viveri che dovevano durarci una settimana. Quando pagava le fatture della drogheria, il signor Grower, il droghiere, ci dava un sacchettino di bastoncini di zucchero. Immaginate, forse sei bastoncini ed otto piccoli Branham i quali sorvegliavano questo bastoncino quando bisognava dividerlo in parti uguali. Oh come era buono! E quando tutti i miei fratelli mangiavano il loro bastoncino, io facevo finta di mangiarlo e lo avvolgevo in della carta per conservarlo nelle mie tasche fino a lunedì. Allora mamma mi diceva: “William vai alla fonte a cercare un secchio d’acqua”. Questo grosso secchio in vecchio cedro e questo ramaiolo per attingere erano pesanti. Allora chiamavo mio fratello Edward, che soprannominavo “Humpy” (malinconico), e gli proponevo questo: “Ecco quello che voglio fare, tu potrai leccare questo bastoncino mentre io conto fino a dieci se tu vai a cercarmi questo secchio d’acqua”. Dovevo contare tranquillamente e qualche volta ricominciare se andavo troppo veloce. Facevo molto raramente il lavoro del lunedì fintanto che il bastoncino durava, io ero un uomo d’affari e di tempo libero, il lunedì (4). Siamo andati a scuola senza avere praticamente dei vestiti. Mio padre beveva ogni soldo che restava, dopo aver pagato i conti del droghiere. Per il mio ingresso a scuola, mamma prese il vecchio mantello che papà aveva al suo matrimonio e mi tagliò un paio di pantaloni (5). Mi ricordo di un inverno in cui non avevo camicia. Avevo un mantello che la signora Wathen, una donna ricca, mi aveva dato. C’era una piccola aquila sulla manica. Un giorno di primavera, quando cominciava a far caldo, la professoressa, la signora Temple, mi disse: “William, non hai caldo con questo cappotto addosso? Toglitelo”. Non potevo toglierlo perché sotto ero a torso nudo. Così risposi: “No, signora, sono proprio un poco freddoloso”. Ella replicò: “Sei freddoloso in un giorno simile?”. “Si, signora” risposi. “Faresti meglio a venire a sederti vicino alla stufa”. Ella alimentò questa grossa stufa e disse: “Hai ancora freddo? “Si, signora”. E il sudore mi colava sul viso. “Allora - disse - è meglio che tu ritorni a casa, poiché sei malato”. Mi domandavo come avrei fatto per ritornare a scuola, così attesi un paio di giorni. C’era una sorella di mio padre che viveva nelle colline vicine. Aveva preso l’abitudine di venire a casa nostra e aveva una figlia quasi della mia età. Vedendo un vestito che ella aveva lasciato, immaginai di poter farmene una camicia. Ho tagliato la gonna, ho indossato la blusa che era piena di riccioli e sono andato a scuola. Mi dissero: “É un vestito da ragazza!”. Io risposi: “É il mio costume da indiano”. E i bambini si misero a ridere di me. Mi ricordo che, durante la prima guerra mondiale, tutti quelli che erano abbastanza grandi per avere un’uniforme, ne avevano una ed io volevo tanto essere un soldato. C’era un ragazzo a scuola di nome Lloyd Ford che aveva un vestito da scout e vendeva il giornale Pathfinder. Io gli domandai: “Quando avrai consumato il tuo vestito, me lo darai?”. “Certamente”, mi rispose. Ebbene, non ho mai visto un abito durare così a lungo. Alla fine, dopo essermi accorto che egli non lo portava più da un po’ di tempo, gli chiesi: “Lloyd che ne è stato di quel vestito?”. Mi informò che sua madre lo aveva utilizzato per accomodare i pantaloni del padre e che non ne restava che una gamba. Io presi l’uniforme e la portai come se fossi stato un vero soldato. Per avere un buon pretesto per portarla a scuola, ho fatto finta di essermi ferito alla gamba, giocando. Un giorno sono dovuto andare alla lavagna. Cercavo di tenermi in modo da nascondere la mia gamba nuda, ma i ragazzi si misero a ridere ed io a piangere e l’istitutrice mi mandò a casa. Che lotta è stata per me in quei giorni. Non potevo neanche prendere la mia merenda come gli altri. Io e mio fratello avevamo vergogna di mangiare davanti agli altri ragazzi, perché avevano dei sandwichs, dei dolci e dei biscotti. E noi salivamo per sederci sulla collina vicina alla scuola e sistemavamo quei piccoli contenitori tra noi. Da un lato avevamo un vasetto di melassa ed uno di verdura, e dall’altro lato un vasetto di fave, un pezzetto di pane ed un cucchiaio. E mangiavamo insieme (4). I ragazzi mi chiamavano “Squab”, il selvaggio del Kentucky, perché mia madre, durante la sua gioventù, assomigliava molto ad un’indiana ed essi sapevano che era mezza indiana. Un paio di ragazzi, perché non volevano che io portassi i libri di una certa ragazzina, vennero da me e mi picchiarono tanto che mi lasciarono quasi incosciente. Questi ragazzi mi picchiarono unicamente perché io ero del Kentucky. Uno mi teneva le braccia ed un altro con una pietra nel palmo della sua mano mi colpiva al viso fino a quando fui mezzo morto. Una volta, ho preso una scorciatoia e sono andato a cercare la mia piccola carabina 22 con un pugno di cartucce e mi sono nascosto a lato della strada fino a quando passarono cinque o sei ragazzi. Brandii l’arma carica dicendo: “Chi di voi vuole morire per primo in modo che non veda gli altri morire? Non gridate perché morirete tutti l’uno dopo l’altro”. Quando essi fuggirono spaventati io sparai, ma il colpo non volle partire. Misi un’altra cartuccia, la stessa cosa; ho caricato sedici cartucce ed ognuna di esse fallì. Dopo che furono tutti scappati, io ero là, così indispettito che ridevo come un insensato, con le lacrime agli occhi. Se non fosse stato per la grazia di Dio, io sarei stato un assassino. Ho rimesso le pallottole nella mia carabina e “pow, pow, pow”, esse spararono tutte perfettamente. Ditemi se non è una grazia (5). Andando a scuola, avevo incontrato delle ragazzine. Sapete, ero realmente timido. Finalmente, ebbi un’amichetta, penso, come tutti i giovani di circa quindici anni e, oh, ella era veramente molto carina. Un altro ragazzo...eravamo compagni, prese la macchina di suo padre, una vecchia Ford modello T, e prendemmo un appuntamento con le nostre amiche. Ci siamo fermati in un posto dove potevamo comprare un sandwich al prosciutto per cinque soldi. Io ero ricco, potevo comprarne quattro. E dopo aver comprato i sandwich e bevuto la coca cola, andai a restituire le bottiglie. E con grande sorpresa, quando ritornai (la donna cominciava a perdere la sua femminilità proprio in questo periodo), la mia piccola colomba fumava una sigaretta. Quando vidi questa graziosa ragazza che faceva così la maliziosa con la sigaretta alle dita, allora questo quasi mi uccise, perché credevo di amarla veramente. Io pensai: “Povera fanciulla”. Ella mi disse: “Oh, vuoi una sigaretta Billy?”. Io dissi: “No, signorina, io non fumo”. Ed ella mi disse: “Tu dici che non balli”. Essi desideravano andare ad un ballo ed io non volevo. Così dissero che c’era una sala da ballo laggiù, quella che chiamavano “Il giardino del sicomoro”. Ed io dissi: “Non ballo”. Ella disse: “Allora non balli, non fumi, non bevi, come dunque ti diverti?”. Risposi: “Ebbene, amo la caccia e la pesca”. Questo non le interessava. Così ella disse: “Prendi questa sigaretta”. Ed io dissi: “No, signorina, grazie. Io non fumo”. Ero seduto sul sedile di dietro, io e lei. Mi disse: “Vuoi dire che non vuoi fumare una sigaretta? Noi ragazze abbiamo più fegato di quanto ne avete voi!”. Io dissi: “No, signorina, io non credo di volerlo fare”. Ella mi disse: “Che grosso pulcino bagnato!”. Io volevo essere il grosso cattivo Billy e non volevo certamente essere affatto un pulcino bagnato. Vedete? Volevo essere un pugile professionista, era la mia idea della vita. Non potevo accettarlo, così dissi: “Dammela! Sto per mostrarti se sono un pulcino bagnato o no”. Presi questa sigaretta ed accesi il fiammifero. Quando volli accendere la sigaretta, così determinato a fumarla come lo sono a prendere questa Bibbia, io intesi qualcosa che faceva: “Whoooosssh!”. Provai ancora e non potei portarla alla mia bocca. Cominciai a piangere e gettai la sigaretta per terra. Si misero a ridere di me ed io rientrai a casa a piedi, attraverso i campi, e mi sedetti là, piangendo. Era una vita terribile. Mi ricordo un giorno, papà andava al fiume con i ragazzi. Io e mio fratello dovevamo prendere una canoa e, risalendo e scendendo sul fiume, dovevamo cercare delle bottiglie per metterci del whisky. Guadagnavamo cinque soldi per ogni dozzina che ramazzavamo lungo la riva. C’era un albero che era stato rovesciato dal vento. Papà e il signor Dornbush si sedettero su quest’albero. Papà prese dalla sua tasca posteriore una piccola bottiglia piatta di whisky, gliela tese e il signor Dornbush bevve un sorso e la restituì a papà che bevve a sua volta. Il signor Dornbush aveva un grazioso battello e io volevo trovare favore presso di lui perché desideravo utilizzare questo battello. Aveva un buon timone ed il mio non ne aveva affatto. Avevamo giusto delle vecchie assi per remare. Il signor Dornbush prese la bottiglia e mi disse: “Tieni Billy”. Io dissi: “Grazie, non bevo”. Disse: “Tu non bevi?”. Io dissi: “Nossignore”. “No - disse papà - ho allevato un pulcino bagnato”. Mio padre mi chiamava un pulcino bagnato! Io dissi: “Dammi questa bottiglia!”. Tolsi il tappo deciso a bere e, quando cominciai ad alzarla, whoooosssh! Gli resi questa bottiglia e me ne andai piangendo attraverso i campi, così veloce che potei. Qualcosa non voleva lasciarmi fare questo. Vedete? Io non potevo dire che ero buono (avevo deciso di farlo); ma è Dio, la Sua Grazia che mi preservò dal fare queste cose (1). _______________________ 1. Storia della mia vita, 6 aprile 1959, Los Angeles, Cal. 2. Un uomo inviato da Dio - Gordon Lindsay p. 28-30 (La maggior parte del contenuto di questo primo capitolo è stato tradotto dal libro “A man sent from God” di Gordon Lindsay). 3. Come l’Angelo venne a me e il Suo mandato, Chicago, Illinois, 17 gennaio 1955. 4. Storia della mia vita, 21 luglio 1951. 5. Domande e risposte, 30 agosto 1964. CAPITOLO SECONDO C O N V E R S I O N E E C H I A M A TA Anche se fin dall’infanzia di William Branham possiamo constatare la mano soprannaturale di Dio preservarlo a causa di questa chiamata futura, è necessario aggiungere che egli non era incline a diventare pio. Al contrario, senza dubbio, tutti gli elementi concorrono per farne un bevitore, un mascalzone. Il suo temperamento battagliero lo avrebbe fatto presto prendere la strada della prigione con un dossier pesante dove si sarebbe potuto leggere: “Padre ubriaco, contrabbandiere di alcool. Madre meticcia, causa di discriminazione. Cresciuto in un ambiente povero e sfavorevole. Vittima di continue aggressioni minori. In un momento di rabbia ha ucciso un compagno di scuola e ne ha ferito altri due con un’arma da fuoco”. Ma il nostro Dio sovrano aveva deciso diversamente e, una volta di più, non si può che riconoscere la veridicità del Scrittura allorquando Essa dice: “Dio ha scelte le cose ignobili del mondo e quelle spregevoli (...) in modo che nessuna carne si glorii davanti a Dio” (1°Cor. 1:28). In questo secondo capitolo, vedremo come il Signore lo porterà faccia a faccia con le realtà della vita, della morte e dell’eternità. Lasciamocelo dunque raccontare. Incidente di caccia Una volta, avevo quattordici anni, stavo per andare a caccia, quello che sembra essere in me una seconda natura: l’amore per la caccia. Ero partito per la caccia con un ragazzo di nome Jim Pooles; era un giovanotto amabile. Jim ed io avevamo dormito e vissuto assieme da quando eravamo dei ragazzini a scuola; e Jim lasciò partire un colpo dal suo fucile da caccia e mi sparò nelle gambe a breve distanza. Fui trasportato all’ospedale ed ero coricato là, morente. Non c’era penicillina o qualcosa del genere a quel tempo. Si stese un lenzuolo di caucciù sotto di me e seppi quella notte che mi avrebbero operato il mattino seguente. Pulirono semplicemente la piaga e i grossi pezzetti di carne dilaniati. Presero delle forbici e li tagliarono. Durante l’intervento, dovetti tenere le mani di un uomo e quando ebbero terminato si dovette strapparmi di forza dai pugni di quest’uomo. Ho gridato e pianto, aggrappandomi, quando tagliavano questi lembi di carne dalla mia gamba. Dopo aver preso una radiografia, avevano detto che il colpo era passato così vicino all’arteria, da ogni lato, che una semplice piccola graffiatura l’avrebbe perforata e che io avrei cominciato a sanguinare. Quella notte, cercai di addormentarmi; improvvisamente qualcosa schizzò. C’era del sangue dappertutto, all’incirca due litri erano usciti dalle mie vene. “Ebbene - pensai - la mia fine è arrivata”. Ero coricato nel mio sangue. Suonai il campanello. L’infermiera arrivò e asciugò semplicemente con dei panni, perché non si poteva fare nient’altro. E il mattino seguente, in questo stato di debolezza (non si facevano trasfusioni di sangue a quel tempo, sapete), mi si operò. Allorquando gli effetti dell’etere furono cessati, qualcosa mi successe. Mentre rinvenivo dolcemente, improvvisamente entrai in una condizione d’incoscienza. Pensai che ero nell’inferno. Per prima cosa, attraversai come delle nuvole e, in seguito, delle tenebre e discesi sempre più in basso, più in basso, più in basso. E tutto ad un tratto, entrai nel luogo dei perduti e là gridai e guardai, e non vi era fondo. In questo luogo, non potevo mai fermarmi di cadere, per l’eternità. Sembrava che stessi per cadere senza che ci fosse da nessuna possibilità di arresto. Non essendo che un ragazzo, chiamai il mio papà; il mio papà non c’era. Chiamai la mia mamma: “Che qualcuno mi fermi!”...e non c’era nessuna madre. Non facevo che discendere. E in seguito ho gridato a Dio; e non c’era là niente di Dio. Non c’era niente! Più tardi, intesi il suono più lugubre che abbia mai sentito, anche un fuoco autentico sarebbe un piacere al posto di questo. Ora, queste visioni non sono mai state false e questa fu una delle impressioni più orribili che io abbia mai avuto. Intesi un rumore come di un luogo ossessionante e in quel momento vidi venire delle donne. Potevate vedere solo il loro viso, esse avevano una cosa verde intorno agli occhi, e i loro occhi si allungavano per un lungo tratto, come oggi le donne usano truccarsi il viso. Essendo un nuovo venuto, ero attorniato da queste creature ossessionanti. Sembravano dei grandi occhi con delle grandi ciglia che uscivano così, disegnati come quelli di un gatto, perché si allungavano così; e del verde, come se questi erano ulcerati; ed esse facevano: “Hum, hum, hum”. Ho gridato: “Oh Dio, sii misericordioso verso me, sii misericordioso, oh Dio! Dove sei? Se solamente mi lascerai ritornare e vivere, io ti prometto di essere un bravo ragazzo”. É la sola cosa che potevo dire. E adesso, Dio lo sa, nel giorno del giudizio, Egli mi giudicherà per questa dichiarazione. Quando ricevetti questo colpo di fucile, avevo detto delle bugie, avevo fatto tutto quello che poteva essere fatto. E quando vidi che ero quasi tagliato in due... io dissi: “Oh Dio, sii misericordioso verso di me. Tu sai che non ho mai commesso adulterio”. É la sola cosa che potevo dire a Dio. Ma non avevo mai accettato il Suo perdono e tutte queste cose. Qualche istante più tardi, ero ritornato alla vita naturale. Questa cosa mi turbò profondamente. Ed io seppi che c’era da qualche parte il luogo dei dannati. Quando sono rinvenuto... era otto ore più tardi. Essi dovettero somministrarmi sicuramente una forte dose, perché pensarono che non mi sarei risvegliato. E circa sette mesi più tardi, dovetti ritornare perché si estraesse dalle mie gambe dello stoppaccio di fucile da caccia e delle particelle di vestito sporche e grassose che il dottore non aveva tolto. Avevo un avvelenamento del sangue; avevo le due gambe gonfie e ripiegate sotto di me e volevano amputarmi le due gambe all’altezza dell’anca. Oh, non potevo proprio sopportarlo. Alla fine, il dottor Reeder e il dottor Pearl di Louisville mi operarono qui al Clark County Memorial Hospital e, questa volta, quando rinvenni, pensai che mi trovavo nell’ovest. Ebbi un’altra visione: c’era una grande croce dorata nei cieli e la Gloria di Dio si riversava da questa croce. Ero in piedi, le mani stese così e questa Gloria cadeva sul mio petto. E la visione mi lasciò. Partenza per l’ovest All’età di diciannove anni, egli decise di partire per l’ovest allo scopo di lavorare in un ranch. Un mattino del settembre l927, disse a sua madre che partiva per recarsi e stabilirsi a Tunnel Mill, località situata a circa quattordici miglia a nord di Jeffersonville. Egli temeva di essere trattenuto da lei e non le diede sue notizie che quando si trovò ben lontano, a Phoenix, nell’Arizona. Per un certo periodo di tempo, gioì della vita del ranch, ma i piaceri del mondo non portarono che lassezza e ne ebbe presto abbastanza. La chiamata di Dio pesava sempre sul suo cuore ed ecco come egli stesso si esprime. Mi ricordo che quando ero un giovanotto di circa diciotto anni, io fuggivo il Signore. Partii per l’ovest. Mio padre faceva dell’equitazione ed io volevo andare a domare i cavalli. Era qualcosa di radicato nel mio cuore. Andai a vedere un predicatore battista che mi disse: “Alzatevi semplicemente e dite: ‘Gesù è il Figlio di Dio’ e noi scriveremo il vostro nome nel registro”. Questo non mi soddisfece. Sono andato a vedere un avventista del 7° giorno; egli mi disse: “Billy, venite ed accettate il sabato del Signore”. Ed io pensai: “Oh, non è ancora questo”. E sono partito per l’ovest. Arrivai una sera durante il periodo del raduno del bestiame. Sapete, si ritira la sella e il sacco da campo, si posa tutto per terra e si utilizza la sella come cuscino. Quella notte, mi ero coricato sotto ad un pino. Facevo la guardia di giorno e la squadra di notte era partita a radunare il bestiame. C’era là “Slim”, un texano che aveva una chitarra; suonava: “Gloria al Suo Nome”. Un altro lo accompagnava con un pettine ed un pezzetto di carta, e vi soffiava dentro. Poi si misero a cantare: “In ginocchio ai piedi della croce”. Oh! Mi girai e misi la mia coperta sotto la testa. Guardai in aria, si poteva dire che le stelle erano proprio vicino, attaccate alla sommità degli alberi e delle montagne. Nel fruscio di questi pini, potevo intenderLo gridarmi: “Adamo, dove sei?”. Circa tre settimane dopo questo, scesi in città; tutti i miei compagni si ubriacarono, ma io non bevvi (e in ogni modo, dopo dovetti infilarli nella macchina e riportarli a casa). Subito dopo, essi uscirono e si misero a spararsi a vicenda sopra i piedi e a fare altri giochi pericolosi di questo genere. Poi tracciarono una linea dritta e scommisero cinque dollari che potevano seguirla, quando non riuscivano a rimanere sul marciapiedi! Quando ricevevano la loro paga è così che facevano fintanto che avevano dei soldi. Io ero là, in mezzo a tutti quei bevitori e mi mettevo da parte. Phoenix non era allora che una piccola città, ci si veniva da Wickenburg. Ero seduto là, il mio grande cappello spinto indietro, quando una piccola spagnola si avvicinò, passò davanti a me e lasciò cadere un piccolo fazzoletto. Le dissi: “Hei, avete lasciato cadere il vostro fazzoletto!”. Ella non mi interessava (2). Udii un po’ di rumore in fondo alla strada. C’era là un vecchio buon uomo convertito; egli aveva delle cicatrici di piccolo vaiolo su tutto il viso e le lacrime colavano dalle sue guance. Egli cantava: “Gloria al Suo Nome!”, accompagnandosi con una chitarra. Poi smise di cantare e mi disse: “Fratello, tu non sai quello che è fintanto che non hai ricevuto questo Cristo meraviglioso. Gloria al Suo Nome!”. Abbassai il mio cappello ed andai via (3). Una triste notizia Un giorno, il giovane ricevette da casa una lettera che l’informava che suo fratello Edward era molto malato. Egli non credette che la malattia fosse così grave e pensò che si sarebbe rimesso rapidamente. Ma, una sera, rientrando al ranch, apprese che suo fratello era morto. Era quello che veniva direttamente dopo di lui e ne provò un grande choc, rendendosi conto che non lo avrebbe più visto quaggiù. Da allora, avvenne in lui un rapido cambiamento. Ogni volta che resisteva a Dio, l’amarezza lo riprendeva, ma quando si sottometteva ed obbediva al Signore era benedetto e prosperava. Quando mi resi conto che mio fratello era morto, rimasi un momento senza potermi muovere. Era il primo decesso nella mia famiglia. Il mio primo pensiero fu di domandarmi se fosse stato pronto. Mi ricordai i tempi difficili in cui avevamo vissuto insieme quando eravamo piccoli. Avevamo appena di che mangiare. Pensai a tutto questo, domandandomi dove egli fosse. Allora Dio mi chiamò di nuovo, ma io non risposi. Rientrai a casa per il funerale. Il reverendo Mac Kinney, che è come un padre per me, predicò e disse: “Può essere che ci sia tra noi qualcuno che non conosce Dio. Che egli lo accetti adesso”. Oh, come mi aggrappai alla mia sedia! Dio era di nuovo all’opera! (Era la prima volta che egli ascoltava delle preghiere e un sermone). Io desideravo ritornare nell’ovest, ma mia madre mi supplicò così fortemente di rimanere che finii con il cedere alla condizione di trovare un lavoro. Ebbi subito un impiego al servizio pubblico della Compagnia dell’Indiana (2). Bisogna menzionare che il fratello Branham fece pugilato tra gli anni 1929 e 1932 e combatté quattordici combattimenti professionistici senza mai perderne uno. Vedremo più tardi che egli non era solamente un uomo veloce ma anche un tiratore eccelso. Lasciamo il fratello Branham proseguire la sua biografia. Circa due anni più tardi, verificando il contenuto di un gasometro di New Albany, fui intossicato dal gas e ne soffrii per delle settimane. Mi recai presso tutti i dottori che conoscevo, ma senza alcun risultato. Soffrivo di acidità allo stomaco, provocata da questa intossicazione, e il mio stato andava peggiorando. Fui condotto presso degli specialisti di Louisville, Kentucky. Per concludere, essi dichiararono che veniva dalla mia appendice e che bisognava operarmi. Non riuscivo a crederlo. Non avendo mai sentito il minimo dolore al fianco. Ma, i dottori dissero che non potevano fare più niente per me, se non operare. Alla fine cedetti, alla condizione che fosse stata fatta sotto anestesia locale, poiché desideravo poter seguire l’operazione. Volevo avere vicino a me qualcuno che conoscesse Dio. Credevo all’efficacia della preghiera, ma non potevo pregare io stesso. É così che il pastore della Prima Chiesa Battista venne con me nella sala d’operazione. Quando mi si mise a letto, mi sentivo diventare sempre più debole. Il mio cuore batteva appena e la mia respirazione era sempre più breve. Capii che la fine si avvicinava. In quel momento, tante cose mi ritornarono alla mente. Sapevo che non avevo né bevuto, né fumato e che ero rimasto puro, ma sapevo anche che non ero pronto ad incontrare Dio. In questa camera d’ospedale, i miei occhi s’oscurarono ed ebbi l’impressione di essere in dei grandi boschi. Mi sembrava d’udire da lontano il vento soffiare nelle foglie. Il rumore si avvicinava sempre più ed io pensai: “Bene è la morte che viene a prendermi”. La mia anima stava per incontrare Dio, cercai di pregare, ma non ci riuscii. Il vento si avvicinava, soffiando sempre più forte, le foglie facevano rumore e tutto ad un tratto me ne andai. Mi sembrò di essere di nuovo un ragazzino, i piedi nudi sul prato sotto un pioppo. Udii quella stessa Voce dirmi: “Non bere e non fumare” e il rumore delle foglie era simile a quello udito la prima volta. Dissi allora: “Signore, se sei Tu, lasciami tornare sulla terra ed io predicherò il Tuo Vangelo sopra il tetto delle case ed agli angoli delle strade. Io L’annuncerò a tutti”. Dopo questa visione mi sentii meglio. Il chirurgo era ancora là. Venne verso di me e fu sorpreso, poiché si aspettava di trovarmi morto. Disse: “Io non sono uomo di chiesa, la mia clientela è così numerosa, ma riconosco che Dio ha visitato questo ragazzo”. Se io avessi saputo quello che so adesso, mi sarei alzato dal mio letto, lodando Dio con delle grida di gioia. Qualche giorno dopo, potei tornare a casa. Ero ancora malato e dovetti portare degli occhiali per l’astigmatismo. La mia testa vacillava quando fissavo per un momento qualcosa (2). Qualche giorno dopo la sua uscita dall’ospedale, decise di cercare Dio; ma, fino a quel momento, egli non aveva mai avuto un’educazione religiosa. Lasciamoglielo raccontare. Ero deciso a cercare e a trovare Dio. Andavo di chiesa in chiesa, cercando un luogo dove si praticasse ancora la buona religione di una volta, ma è triste a dire, non la trovai da nessuna parte (2). Essendo di origine irlandese, dunque cattolico, ho potuto constatare che il cattolicesimo era corrotto, putrido. Allora andai in una certa chiesa denominazionale di questa città. Dicevano: “Noi siamo il Cammino, la Verità e la Vita. Noi abbiamo tutto questo”. Avevo giocato qualche volta con un ragazzino luterano tedesco. Gli domandai: “In quale chiesa vai?”. “Vado alla chiesa tal dei tali”. Ci andai e vidi che anche essi dicevano di essere il Cammino. Andai in seguito dal fratello Dale della chiesa battista. Mi dissero: “É qui il Cammino!”. “Oh mio Dio - dissi - sono tutto confuso! Non so più che fare. Mi piacerebbe essere nella rettitudine”. Non sapevo quel che dovevo fare, né come pentirmi. Scrissi una lettera, pensai: “L’ho visto nei boschi”. Gli scrissi dunque in questi termini: “Caro Signore, io so che voi passate da queste parti, poiché qui io caccio lo scoiattolo. So che Voi passate da qui. Mi piacerebbe dirVi qualcosa...”. Ma, una notte, diventai così affamato di Dio e di una reale esperienza che andai nella rimessa e mi misi in ginocchio. Il suolo era bagnato. C’era là una vecchia carretta abbandonata. Mi dissi: “Ho visto un’immagine dove le persone mettevano le loro mani in questo modo”. Così, inginocchiato, pensai: “Che cosa dirò? C’è sicuramente un modo di fare, ma io non lo conosco”. Dissi: “Caro Signore, mi piacerebbe che Voi possiate venire e parlarmi un momento. Vorrei dirvi quanto io sono cattivo”. Pensai: “Avrei forse dovuto mettere le mani in quel modo”. Allora ricominciai: “Caro Signore, non so molto bene come pormi per fare questo. Volete aiutarmi?”. E tutti questi predicatori, che mi dicevano di unirmi a loro, affermavano d’avere ricevuto Gesù Cristo e dicevano di credere che Gesù era il Figlio di Dio. I demoni credono la stessa cosa, è per questo che io pensavo: “Ho bisogno di qualcosa migliore di questo”. Lessi il passo che racconta l’episodio di Pietro e Giovanni che, passando vicino alla Porta Bella, videro un uomo zoppo dalla nascita. Pietro gli disse: “Non ho né oro, né argento, ma ciò che ho, te lo do...”. Sapevo che io non avevo questo. Allora, cercai di ottenerlo. Non sapevo come pregare. Mettevo le mie mani in un certo modo. Mi inginocchiavo così. Subito Satana entrò in scena e venne a dirmi: “Vedi? Hai atteso troppo a lungo! Hai quasi vent’anni. Non vale più la pena di tentare!”. Allora mi abbattei e mi misi a piangere. Allora, quando fui veramente disperato, dissi: “Parlerò io. Se Voi non mi parlate, io Vi parlerò in ogni modo. Non valgo niente, ho vergogna di me stesso. Signore Iddio, so che Voi mi ascoltate da qualche parte. Mi ascoltate? Ho vergogna di me. Ho vergogna di averVi trascurato!”. In quel momento, alzai gli occhi e una sensazione strana m’invase. Una Luce entrò nella stanza, formando una specie di croce. Poi, una Voce, come non ne avevo mai sentito nella mia vita, mi parlò. Guardai verso questa Luce, pietrificato, terrorizzato. Non potevo fare un gesto. Restai là e guardai. Presto la Luce se ne andò. Io dissi: “Signore, non comprendo la Vostra lingua! Se Voi non potete parlare nella mia...non comprendo quello che Voi mi dite...se Voi mi avete perdonato, allora so che sono iscritto sotto questa croce laggiù, che i miei peccati si trovano là. Se volete perdonarmi, allora, ritornate semplicemente e parlatemi nella Vostra lingua. Così, comprenderò che sono perdonato, anche se Voi non potete parlare la mia lingua. FateLa venire ancora una volta”. Ed Essa ritornò! Fu come se mi avessero tolto dalle spalle un peso di quaranta tonnellate! Mi misi a scendere lungo il marciapiedi come se non potevo più toccare terra. C’era dietro casa nostra una ferrovia. Mi misi a correre e a saltare come un folle su questa strada. Non sapevo come esprimere i miei sentimenti. Oh, se avessi saputo prorompere in grida di allegrezza! Io gridavo, sicuramente, ma a modo mio. Comprendete? (4) Benché in quel momento egli non sapesse esattamente ciò che succedeva, più tardi riconobbe che era il battesimo dello Spirito Santo (5). Un amico molto intimo, il pastore Pearry Green, più tardi aggiunse nel suo libro “Gli atti del profeta”: “Una volta mi ha detto personalmente che quest’esperienza era come se la pioggia avesse battuto il suo corpo e che seppe allora che Dio lo aveva battezzato del Suo Spirito” (6). In seguito a quest’esperienza spirituale, frequentò la missione battista di cui il pastore era il reverendo Roy Davis. Egli desiderava essere battezzato del battesimo cristiano. Malgrado quest’assemblea battezzasse nei titoli di Padre, Figlio e Spirito Santo, il fratello Branham chiese al dott. Davis di battezzarlo nel Nome del Signore Gesù Cristo. Una delle prime cose di cui si rese conto era che se Dio lo voleva nel ministerio, doveva per prima cosa guarirlo. Ecco la sua testimonianza quando si recò in una chiesa che credeva nell’unzione d’olio per i malati. Un anziano mi unse d’olio e mi disse di leggere la Bibbia. Vidi che la Parola di Dio era giusta. So che egli aveva ragione anche se era un predicatore battista. Egli versò dell’olio sulla mia testa e disse: “Credi ora che starai meglio?”. Io risposi: “Signore, io lo domando con tutto il mio cuore, lasciami guarire”. Ritornai a casa e cominciai a mangiare. Avevo bevuto dell’acqua di orzo e del succo di prugne per quasi tre, quattro mesi. Il dottore aveva detto: “Un solo boccone di cibo solido ti ucciderebbe all’istante”. Sapete che cosa ho fatto? Sono andato a casa, avevamo del pane di mais, delle fave e delle cipolle per cenare. Non so se ne avete mangiato o no, ma è molto buono. Non avevamo mai fatto una preghiera nella nostra casa. Mio padre era cattolico. Io dissi: “Ora, cercherò di chiedere la benedizione”. Non dimenticherò mai come il mio povero papà si mise a piangere. Mia madre rispose: “Non ti preoccupare di avere della religione, caro, ma pensa a te. Il dottore ha detto che questo ti ucciderebbe”. Io risposi: “Ma Dio ha detto che vivrò. E se io muoio...me ne vado a casa Vostra, oh Dio. E quando Vi incontrerò alla porta, io sarò morto confidando sulla Vostra Parola. Ho fatto sufficientemente ricorso ai medici. Essi non possono farmi affatto del bene”. Presi un grosso boccone di fave e cipolle e un grosso pezzo di pane. Masticai, era buono, un po’ strano perché non avevo mangiato niente di solido da più o meno un anno. E quando ingoiai il mio primo boccone questo risalì subito. Misi la mia mano sulla bocca per impedirgli di uscire. Presi un altro boccone fino a che mangiai tutta la mia porzione. Mamma chiamò il dottore e disse; “Egli morirà, sicuramente. Un solo boccone lo ucciderà”. Io mi trascinavo sul pavimento. Ella domandò: “Come ti senti?”. Risposi: “Meravigliosamente bene”. Ella rispose: “Tu stai per morire”. “No, mamma” cercando di ingoiare dell’acqua calda più velocemente che potevo. Andai nella mia camera. Cominciai in questo modo: “Io posso, io sarò, io credo che Gesù mi guarisce ora. Io voglio prenderLo in parola...”. Diventai così debole che caddi sul letto e pensai: “Oh pietà!”. Il giorno seguente, mi alzai e scesi nella strada. Mia madre era venuta a vegliarmi tutta la notte. Ella era sicura che io sarei morto. Il mattino seguente, tutte le fave erano rimaste là, allo stesso posto! Ella mi domandò: “Che cosa vuoi?”. “Voglio ancora delle fave e del pane. Il diavolo non mi imbroglierà con questo, no, Dio lo ha detto. Ogni promessa che è nel Libro è la mia, ogni capitolo, ogni versetto, ogni linea (...). Andai nella strada, la bocca piena di fave, ingoiandole. Stavo per rimetterle. Le ingoiai, il Signore le benedisse, esse erano mie. Continuai il mio cammino. Qualcuno disse: “Ciao fratello Branham!”. Io dissi: “Ciao!”. “Come stai?”. ‘‘Meravigliosamente!”. Qualcuno mi ha detto non molto tempo fa, che io mentivo. No, non mentivo. Mi chiedevano come stavo ed io rispondevo che la mia fede era meravigliosa. La mia fede si comportava meravigliosamente perché avevo preso Dio in parola. Non mi preoccupavo di come mi sentivo anche se vomitavo ancora, dicevo che ero guarito. Amen! (7) Nel libro “Un uomo inviato da Dio”, il fratello Branham confessa che la guarigione fu istantanea e che in seguito egli cercò la faccia di Dio, rendendosi conto che tutti quelli che vogliono lavorare per l’opera di Dio devono possedere la potenza dello Spirito Santo. Ecco le sue parole. Io vidi che i discepoli avevano allora qualcosa che la maggior parte dei ministri oggi non hanno più. I discepoli erano battezzati di Spirito Santo, in maniera che potevano guarire gli ammalati e fare dei potenti miracoli nel Suo Nome. Così, cominciai a pregare per questo battesimo dello Spirito. Un giorno, circa sei mesi più tardi, Dio mi accordò il desiderio del mio cuore. Egli mi parlò in una grande Luce, dicendomi di andare a predicare e di andare a pregare per gli ammalati e che Egli li avrebbe guariti, poco importa la malattia che avrebbero avuto. Cominciai allora a predicare e fare quello che Egli mi aveva detto. In meno di sei mesi dopo la sua conversione, dei preparativi furono fatti per la sua prima riunione. Cominciò delle riunioni sotto la tenda nella propria città a Jeffersonville. Fu stimato tanto che tremila persone assistettero in una sola riunione e che un grande numero fu convertito. Questo sarebbe stato insolito anche per un ministro rinomato e, tuttavia, era la sua prima campagna. Alla cerimonia di battesimi che seguì la campagna, centotrenta persone furono immerse nell’acqua. É in quel momento che una Luce Celeste apparve mentre egli battezzava. Ecco le sue parole. Mentre battezzavo i miei primi convertiti sulla riva del fiume Ohio, giunto alla diciassettesima persona, dissi: “Padre, come io la battezzo nell’acqua, Tu battezzala di Spirito Santo”. E proprio allora, venne un vortice nel cielo ed anche quella Luce che brillava. Delle centinaia e centinaia di persone stavano sulla riva alle due del pomeriggio nel mese di giugno. E Questa stette giusto sopra dove io stavo ed una Voce parlò e disse: “Come Giovanni il Battista è stato inviato come precursore della prima venuta di Cristo, tu hai ricevuto un Messaggio che annuncerà la preparazione della seconda venuta di cristo”. E questo mi spaventò. Un importante gruppo di gente di colore della chiesa battista di Gilead Age e della chiesa Lone Starila-bas e molti di quelli che erano là cominciarono a gridare quando videro accadere questo; delle persone svennero”. Più tardi, nello stesso mese di giugno, il fratello Branham dirigeva delle riunioni nel Masonic Hall di Meigs Avenue. Una domenica mattina, prima di andare alla riunione, sette visioni si succedettero davanti a lui. Ecco i dettagli riportati nel suo libro “Le sette epoche della chiesa” (9). Il Signore Gesù mi parlò dicendo che la venuta del Signore era vicina ma che, prima del Suo ritorno, sette avvenimenti di primaria importanza dovevano avere luogo. Io li scrissi tutti e, quel mattino, raccontai la rivelazione del Signore. La prima visione era che Mussolini avrebbe invaso l’Etiopia e che questa nazione sarebbe caduta sotto la sua autorità. Questa visione causò molta agitazione ed alcuni andarono in collera quando lo raccontai e non vollero proprio crederci. Ma, tuttavia, è così che le cose avvennero. Egli entrò nel paese con le sue armi moderne e prese il potere. Gli indigeni non avevano nessuna possibilità di poterlo respingere. Ma la visione disse anche che Mussolini avrebbe avuto una fine orribile e che il suo popolo si sarebbe rivolto contro a lui. Tutto accadde esattamente come era stato detto. La visione seguente mi mostrò che un austriaco dal nome Adolf Hitler si sarebbe levato e sarebbe diventato il dittatore della Germania e che avrebbe condotto il mondo alla guerra. Essa mostrava la linea Sigfrido, e come le nostre truppe avrebbero fatto uno sforzo terribile per romperla. In seguito, essa mostrò che Hitler avrebbe avuto una fine misteriosa. La terza visione mi fece vedere la politica mondiale, poiché mi mostrava che ci sarebbero stati tre grandi ISMI; fascismo, nazismo, comunismo, ma che le prime due sarebbero state assorbite dalla terza. La Voce mi esortava: “Osserva la Russia! Osserva la Russia! Tieni gli occhi fissi sul re del nord!”. La quarta visione mi mostrò i grandi progressi che avrebbe fatto la scienza dopo la seconda guerra mondiale. Essa fu coronata dall’apparizione di un veicolo di cui la parte superiore aveva l’apparenza di una bolla di plastica. Era teleguidato su delle strade magnifiche e non aveva volante, in maniera che le persone sedute all’interno giocavano ad un gioco qualsiasi per passare il tempo. La quinta visione riguardava il problema morale della nostra epoca centrato principalmente sulle donne. Dio mi mostrò che le donne cominciarono a lasciare la loro posizione allorquando ricevettero il diritto di voto. In seguito, esse si tagliarono i capelli, ciò significava che non erano più sotto l’autorità di un uomo, ma insistevano per avere dei diritti uguali o, nella maggior parte dei casi, dei diritti superiori. Indossavano degli abiti, fino al momento in cui l’ultima immagine che vidi era quella di una donna nuda ad eccezione di una specie di grembiulino grande come una foglia di fico. Attraverso questa visione vidi la terribile perversione del mondo intero e il suo stato morale. Nella sesta visione, si elevò in America una donna bellissima, ma crudele. Ella teneva il popolo completamente sottomesso. Io credetti che questo significava la salita al potere della chiesa cattolica romana, ma sapevo che era possibile che al momento di un voto popolare, una donna, eletta dalle donne, poteva prendere realmente potere. Durante la settima ed ultima visione, udii un’enorme esplosione. Mi girai e non vidi che macerie, crateri e fumo su tutto il territorio degli Stati Uniti. ____________________________ 1. Le anime che sono ora in prigione, Jeffersonville, Indiana, 1963. 2. Un uomo inviato da Dio, Gordon Lindsay. 3. L’epoca di Sardi, Jeffersonville, Indiana, 1960. 4. William Marrion Branham, pagina 23. 5. Domande e risposte, 1961. 6. Gli atti del profeta, Pearry Green, pagina 40. 7. Esperienze, Phoenix, Arizona, 1947. 8. Un profeta visita l’Africa, pagina 13. 9. Le sette epoche della chiesa, pagina 382. CAPITOLO TERZO LE VISIONI CHE ANNUNCIANO LE GUARIGIONI In questo capitolo, vedremo come la Grazia di Dio fu meravigliosa e ricca verso il nostro giovane ministro, che lavorava a tempo parziale, e come Dio lo guidò verso i malati attraverso le visioni. Visione di Gesù Quando diventai ministro, allora veramente le visioni comiciarono ad arrivarmi in continuazione. E una sera, vidi il Signore Gesù. Nella visione che ebbi, il Signore Gesù era un piccolo uomo. Ero uscito nei campi per pregare per il mio papà. Dopo, tornai a casa e mi diressi verso il suo letto. Poi, guardandolo, feci questa preghiera: “Signore, salvalo”. Mia madre era stata salvata ed io l’avevo battezzata. Allora pensai: “Oh! (Mio padre beveva tanto). Se potessi solamente aiutarlo ad accettare il Signore Gesù”. Uscii e mi distesi su di un vecchio pagliericcio nella camera davanti, vicino alla porta. E qualcosa mi disse: “Alzati!”. Mi alzai e mi misi a camminare e me ne ritornai nei campi dietro di me, un campo di salvia da scopa. E là, stava, a meno di quattro metri da me, un Uomo che portava una tunica, un piccolo Uomo, e le Sue braccia erano ripiegate così; una barba piuttosto corta, i capelli che cadevano sulle spalle ed Egli guardava davanti a Sé in questo modo; un viso che sembrava mansueto. Ma non potevo comprendere come stava sui Suoi piedi, uno proprio dietro l’altro. E il vento soffiava, la sua tunica si muoveva e la salvia si muoveva. Pensai: “Ora, non così veloce”. E mi tirai un morso. Dissi: “Non dormo”. Strappai un piccolo pezzo di salvia e lo misi nella mia bocca. Guardai verso la casa. Dissi: “No, stavo per pregare per il mio papà e qualcosa mi ha detto di venire qui fuori e qui c’è quest’Uomo”. Pensai: “Questo assomiglia al Signore Gesù. Mi domando se è Lui”. Egli guardava esattamente nella direzione in cui adesso si trova la nostra casa. Potei vedere il profilo del Suo viso, in questo modo. Ed io feci: “Hummm!”. Egli non Si mosse. Pensai: “Credo che lo chiamerò”. Dissi: “Gesù!”. Quando Si mosse, guardò attorno in questo modo. É tutto ciò di cui mi ricordo, ed Egli stese le Sue braccia. Non c’è nessun artista al mondo che potrebbe dipingere il Suo ritratto, l’espressione del Suo viso. Il migliore che io abbia mai visto è: “Volto di Cristo a trentatré anni”, di Hoffman; l’ho messo su tutta la letteratura e su tutto quello che utilizzo. É perché assomiglia proprio a ciò che Egli è. Sembrava essere un Uomo il quale, se avesse parlato, ne sarebbe stata la fine del mondo; e ciò nonostante, con tanto amore e dolcezza, io caddi sul viso. E quando il giorno si levò, la giacca del mio pigiama era bagnata di lacrime. Quando rinvenni, mi diressi verso la casa, attraverso i campi di salvia da scopa. Lo dissi ad un ministro, uno dei miei amici. Egli disse: “Billy, questo ti renderà folle, è dal diavolo, non fare lo sciocco con delle cose come queste”. A quel tempo, ero un ministro battista. Allora me ne andai verso un altro dei miei vecchi amici. Mi sedetti e gli parlai di quello che era successo. “Ebbene - dissi - fratello, che ne pensi di questo?”. Egli disse: “Ebbene, Billy, te lo dirò. Io credo che se tu cerchi di vivere una vita corretta e predichi solamente quello che è nella Bibbia, la Grazia di Dio e così di seguito...io non andrei dietro a tali cose fantastiche. Billy, molti anni fa, si era abituati ad avere queste cose nelle chiese. Ma, quando gli apostoli cessarono, queste cose cessarono con loro. Ora, le sole persone che vedono queste cose sono gli spiriti, i demoni”. Io interrogai parecchi ministri. Avveniva la stessa cosa. Così m’intimorii nell’interrogarli, poiché avrebbero pensato che ero un demone ed io non volevo essere questo (1). Un demone cacciato C’era una volta qui una giovane ragazza, il suo nome era Nelly Sanders. Era una delle prime volte che vidi un demone essere cacciato. Avevo appena cominciato il mio mestiere di predicatore e predicavo proprio qui all’angolo, in una riunione sotto la tenda. E questa giovane ragazza era una delle ballerine della regione. Andava al Liceo là dietro. Lei e Lee Horne (egli è il gestore della sala da ballo della città) erano i migliori ballerini della regione. Egli stesso era cattolico, ma la religione non significava niente per loro. Una sera, ella venne barcollando qui, alla riunione. Cadde ai piedi dell’altare, le lacrime scendevano lungo le sue guance. Lei mi conosceva. Mi disse: “Billy, vorrei tanto essere salvata!”. Io dissi: “Nelly, puoi essere salvata; Gesù ti ha già salvata, ragazza mia. Devi solo accettarLo sulla base della Sua Parola”. Ella rimase là e piangeva. Pregò e disse a Dio che non voleva mai più ascoltare di nuovo le cose del mondo. Tutto ad un tratto una pace dolce e meravigliosa scese nel suo animo. Ella si risollevò dal suo pianto, si mise a lodare Dio e a glorificarLo. Sei o otto mesi dopo questo, una sera, andò sulla Spring Street (Non era che una giovane ragazza di circa diciotto anni). Wayne Bledsoe (uno dei miei amici intimi da anni) era un bevitore, venne qui con mio fratello Edward. Una volta, quando era ubriaco nella strada, io lo raccolsi perché la polizia lo avrebbe preso. Lo portai a casa mia, in alto. Ero predicatore e, siccome non ero sposato, vivevo qui in alto da mio padre e mia madre. Lo presi e lo misi nel mio letto; io dormii sul divano letto. C’erano dappertutto tanti Branham, sapete (noi eravamo dodici) e, siccome non c’erano che quattro stanze, eravamo un poco stretti. Mentre era coricato là, gli dissi: “Wayne, non ti vergogni di essere in questo stato?”. Egli disse: “Oh Billy, non mi parlare così”. Posando la mia mano sopra di lui, dissi: “Pregherò per te, Wayne. Che Dio ti benedica”. Penso che forse da un anno era stato salvato. Tutto ad un tratto, una macchina si fermò davanti a casa mia con uno stridio di freni e qualcuno si mise a bussare violentemente alla porta: “Fratello Bill! Fratello Bill!”. Pensai: “Mio Dio, c’è qualcuno che sta per morire!”. Corsi alla porta, l’aprii e vidi una giovane ragazza che mi domandò: “Posso entrare?”. Ella piangeva e mi disse: “Billy, sono perduta, sono perduta!”. Le domandai: “Che c’è Nelly? Hai un attacco, qualcosa al cuore? Sorella, siediti tranquillamente e raccontami quello che è successo”. Ella mi disse: “Ebbene, scendevo la strada e passavo davanti alla sala da ballo Redmen’s...Avevo comprato della stoffa per farmi un vestito. Ho sentito della musica e mi sono fermata un istante, dicendomi: ‘Sto meglio ora; non mi fa male se mi fermo un istante per ascoltare’”. Ella si disse: “Oh Signore, Tu sai che Ti amo, ma posso ricordarmi per un po’ il tempo in cui Lee ed io vincevamo tutte le coppe e tutto il resto. Mi ricordo quando questa vecchia musica aveva il dono di attirarmi. Adesso non è più il caso”. Mi disse: “Sapete ciò che ho fatto? Mi sono detta che forse potevo salire le scale e che lassù potevo rendere la mia testimonianza a qualcuno tra loro”. Ella salì le scale e stette là qualche istante. Prima che avesse avuto il tempo di comprendere ciò che accadeva, si trovò nelle braccia di un ragazzo. Presto tornò in se stessa e si mise a piangere, pensando: “Ora sono perduta per davvero!”. Allora io dissi: “Demonio non so chi tu sei, ma ti dico questo adesso: ‘Questa giovane ragazza è mia sorella e tu non hai il diritto di impossessarti di lei! Ella non voleva fare questo, non si è fermata che un istante”’. (Tuttavia e là che ha fatto l’errore). Dissi: “Stai per uscire da lei! Mi senti?”. Che successe allora? (Dio me ne renderà testimonianza nel giorno del giudizio). La porta cominciò ad aprirsi e chiudersi da sola, molte volte, con rumore e, tutto ad un tratto, Nelly mi disse: “Bill, guardate qui, guardate qui!”. Dissi: “Che succede?”. Ella mi disse: “Non so!”. La porta continuava a battere e battere. Mi girai allora verso Nelly e dissi: “Satana lasciala! Nel Nome di Gesù, esci da lei!”. Appena ebbi detto questo, uscì di dietro a lei un grande pipistrello; aveva dei lunghi peli che pendevano dalle sue ali e sulle sue zampe...Si lanciò verso di me con tutta la forza delle sue ali. Io gridai: “Oh Signore Iddio che il Sangue di Gesù Cristo mi protegga da ciò!”. Nel letto, Wayne sussultò e guardò: ecco che questa bestia la quale turbinava nella stanza venne a piazzarsi dietro al letto. In un batter d’occhio, Wayne fu fuori dal letto e se ne fuggì nella stanza a fianco. Ricondussi allora Nelly a casa sua e ritornai a casa mia. Mia madre era entrata nella camera e scuoteva tutte le lenzuola, ma non c’era niente nel letto! Che c’era? Un demonio era uscito da questa giovane ragazza! Cosa era successo? Ella si era fermata un momento. Vedete, là voi siete in pieno nel territorio del diavolo. Restate fuori da questo! Fuggite tutto ciò che viene dal diavolo (2). Sono uscito dalla chiesa battista Poco tempo dopo che mi ero unito alla chiesa battista, ho dovuto uscirne perché mi si domandava di ordinare delle donne predicatrici, ed ho rifiutato. Il pastore s’è indignato e mi ha detto: “Che significa questo? Tu sei un anziano!”. Io risposi: “Dottor Davis, con tutto il rispetto e la considerazione che io devo alla fede battista nella quale sono stato ordinato, io non sapevo che fosse nella dottrina battista di ordinare delle donne predicatrici”. Egli mi rispose: “É la dottrina di questa chiesa”. Aggiunsi: “Potrei essere dispensato per questa sera e voi rispondermi a qualcuna delle mie domande?”. “Risponderò alle tue domande - disse - è tuo dovere di essere qui”. Dissi: “ É vero, io sono tenuto a sopportare tutto quello che questa chiesa fa, poiché sono uno degli anziani in dovere al seno di questa chiesa locale. Mi spieghereste perché in 1° Corinzi 14:34, Paolo dice: ‘Che le vostre donne si tacciano nelle assemblee, poiché non è loro permesso di parlare’?”. “Certamente - disse - che posso rispondere. Paolo ha detto questo perché tutte le donne erano sedute probabilmente dietro, chiacchierando come lo fanno ordinariamente e ha detto loro: ‘Non le lasciate fare”’. Domandai: “Allora spiegatemi l° Timoteo 2:11, dove è detto: ‘Io non permetto alla donna di insegnare né di usare autorità sull’uomo, ma ella deve dimorare nel silenzio; poiché Adamo è stato formato il primo e poi Eva, e Adamo non ha sbagliato ma la donna...”’. Adesso, io non dico che ella vuole fare del male, ma si sbaglia nel volere far questo, non dovrebbe essere predicatrice. Egli replicò: “É la vostra opinione personale?”. Io risposi: “É piuttosto l’opinione della Scrittura nella maniera in cui io La comprendo, è quello che dice la Bibbia”. “Giovanotto - disse - per dire questo potresti vederti togliere la licenza”. Io dissi: “Eviterò loro questo fastidio, ve la renderò semplicemente”. Ma egli non fece niente, lasciò fare. In seguito, mi annunciò che avrebbe aperto un dibattito popolare con me su questo soggetto. Gli risposi: “Molto bene, quando lo volete”. Ma non lo fece mai. Così, poco dopo, quando l’Angelo del Signore venne per parlarmi, egli si mise a prendersi gioco di questo. In quel momento gli dissi: “Dottor Davis è preferibile che mi sbarazzi subito di questa licenza, poiché questa diventerà per me un imbarazzo”. É la ragione per cui io sono indipendente. É perché non appartengo ad una organizzazione, perché non credo nelle organizzazioni. Io credo che è antiscritturale avere una denominazione (3). Costruzione Nel mese di agosto del 1933, le persone che erano state salvate al tempo delle riunioni sotto la tenda a Jeffersonville decisero di costruirgli una chiesa. Più tardi il fratello Branham riferisce gli avvenimenti. Mi ricordo quando la chiesa del fratello Roy Davis bruciò. Tutte queste persone erano disperse come delle pecore senza pastore, non avendo un posto dove andare. Allora il capo della polizia, il signor Hibstenberg, mi chiamò e mi disse: “Noi siamo qui per aiutarvi (era durante il tempo della crisi). Io stesso sono cattolico, ma è per queste povere persone. Vanno in altre chiese e si sentono straniere. Ne conosco molte tra di loro. Sono delle brave persone”. Ed aggiunse: “Billy, se tu vuoi dare inizio ad una chiesa, voglio dirti che ti appoggeremo con tutto quello che possiamo”. Io lo ringraziai per questo. Dapprima, pregammo e domandammo al Signore. In seguito, le persone vennero e mi domandarono se potevano costruire una chiesa per avere un luogo dove riunirsi. Un giorno, decidemmo di vendere dei maccheroni. Qualche vicino fece cuocere un tegame di fave al lardo per aiutare il vicinato. Non avevamo niente per costruire. Tutto quello che avevamo trovato furono circa ottanta soldi o un dollaro. Decidemmo di scegliere questo terreno (4). Altrove, il fratello Branham ci dirà. Quando stavo per pregare in questo grande acquitrino dove i rovi si elevavano al di sopra della mia testa, il Signore mi ha detto di comprarlo. Ho comprato questo terreno per centosessanta dollari. Ho consacrato questo terreno a Gesù Cristo quando non c’era altro che un acquitrino e comin-ciammo con un suolo di fango e di segatura di bosco (5). Il mattino in cui il fratello Branham doveva posare la prima pietra, Dio gli diede una visione. Vivevo proprio di fronte, con mio padre e mia madre. Verso le sei del mattino, il Signore Gesù mi svegliò. Mi ero steso da qualche momento, il cuore ripieno di gioia, pensando a questo grande momento perché il Signore Iddio mi aveva accordato un tabernacolo per predicarvi. Non ero che un giovanotto allora. La ragazza che frequentavo, e che divenne mia moglie l’anno seguente, era intenzionata a raggiungerci quel giorno per posare la pietra angolare. Subito Qualcuno disse: “Levati sui tuoi piedi”, ed io mi alzai. E vidi un grande luogo, come un luogo dove c’era un fiume che scendeva in una valle. Scesi verso la riva del fiume e compresi che era il luogo dove Giovanni Battista aveva battezzato il popolo, e ne avevano fatto un porcile per maiali. Ero molto offeso per questo, credendo che non si sarebbe dovuto fare questo. Mentre ero là, una Voce mi parlò e mi sollevò nell’aria, e notai il tabernacolo, quasi nel suo stato attuale, ma c’erano tante persone che erano intasate, ed io ero dietro il pulpito dicendo che ero felice che Dio mi aveva dato un tabernacolo. In quel momento, l’Angelo del Signore mi parlò: “Ma non è il tuo tabernacolo”. E risposi: “Allora, Signore, dov’è il mio tabernacolo?”. Ed Egli mi alzò di nuovo nello spirito e mi portò in un campo dove c’erano dei filari di alberi ben livellati di circa venti o trenta piedi. Sembravano essere dei grandi alberi da frutta, piantati in dei barili verdi. In seguito, vidi, notai alla mia destra e alla mia sinistra che c’era un barile vuoto ed io domandai: “Che ne è di questo?”. Egli mi rispose: “Tu sei preposto a piantare là dentro”. Allora, raccolsi un germoglio sotto l’albero di destra e lo misi nel barile di sinistra. Presi in seguito un germoglio dalla mia destra e lo piantai sul lato sinistro. Essi crebbero rapidamente fino al cielo. Ed Egli aggiunse: “Stendi le tue mani e raccogli i frutti”. In una mano mi cadde una grossa mela gialla e matura. Nell’altra mano mi cadde una grossa prugna gialla e ben matura. Mi disse: “Mangia di questo frutto perché è gradevole”, ed io ne mangiai di ciascuno ed era veramente delizioso. Allora, levai le mani e glorificai Dio. Tutto ad un tratto questa Colonna di Fuoco al di sopra di questi alberi e dei tuoni e dei lampi e dei grandi venti vennero, al punto che le foglie cominciarono a staccarsi dagli alberi. Guardai in basso ed ecco che c’era la forma di questo tabernacolo e, all’estremità, dove avrebbe dovuto esserci il pulpito, c’erano tre alberi che avevano l’apparenza di tre croci. Allora ho notato che mele e prugne erano raggruppate in grappoli attorno alla croce di mezzo. Corsi molto velocemente, gridando con tutte le mie forze e gettando le braccia attorno a questa croce. Il vento cominciò a scuotere i frutti ed essi caddero sopra di me. Ero così felice e mi fu detto: “Mangia del frutto perché è gradevole”. In quel momento, la Colonna di Fuoco parlò e disse: “La messe è matura e gli operai sono poco numerosi. Quando la visione ti lascerà, leggi 2° Timoteo 4” (6). (Poiché un tempo verrà in cui gli uomini non sopporteranno la sana dottrina; ma avendo il prurito di udire delle cose gradevoli, essi si daranno una folla di dottori secondo i loro propri desideri e svieranno l’orecchio dalla verità e si volgeranno verso le favole. Ma tu, sii sobrio in tutte le cose, sopporta le sofferenze, fai l’opera di un evangelista, adempi bene il tuo ministerio). Più avanti, in un altro capitolo, parleremo di questa meravigliosa visione; ma diciamo solamente che il fratello Branham scrisse 2° Timoteo 4:1-5 sopra la pagina di frontespizio della sua Bibbia, la strappò e poi la piazzò nella pietra angolare. Mentre costruiva, molte persone venivano, ridevano e dicevano: “In un anno, questo sarà un garage di automobili dove si verrà a riparare le nostre vetture”. Si cercò anche di citare il fratello Branham per un incidente di lavoro allo scopo di fargli perdere la sua costruzione; ma, Dio, nel Suo piano sovrano, l’ha preservato. Chi avrebbe potuto sospettare che, nei pochi anni che seguirono, delle persone sarebbero venute a centinaia, di tutte le condizioni e da tutti i punti del mondo, a ricercare in questo umile tabernacolo la guarigione del corpo e della loro anima? Il fratello Branham era giovane, povero, senza esperienza, ma con una chiamata divina più grande e meravigliosa che nessuno avrebbe osato immaginare. Già in quell’epoca, si poteva riconoscere in questo modesto servitore una sincerità, uno zelo ed un ardore continuo al servizio del Suo Maestro. Ecco la sua testimonianza in qualche parola. Percorrevo le strade, un sandwich alla mano, testimoniando a tutti quelli che incontravo dell’amore di Gesù Cristo. Andavo in un garage e domandavo se potevo parlare ai meccanici. Dicevo loro: “Cari amici, siete salvati?”. Ho scoperto qualcosa nel mio cuore. La sera andavo a fare delle evangelizzazioni nei magazzini. Qualche volta rientravo alle due o tre del mattino dopo essere andato presso degli ammalati che mi avevano chiamato. Non facevo che sedermi, cambiarmi per mettere i miei vestiti da lavoro, e restavo seduto là, aspettando il levare del giorno. In seguito, mi alzavo e andavo...ero diventato così magro a forza di pregare e di digiunare che dovevo pregare prima di passare i miei ganci per salire sui pali. Visioni Mi ricordo di una visione che ebbi appena qualche giorno dopo la mia chiamata. Vidi nella visione un vecchio uomo di colore, coricato in un letto d’ospedale, il corpo completa-mente fratturato. E istantaneamente fu guarito in modo tale che si alzò ed uscì, causando così molta eccitazione. Circa due giorni dopo questa visione, dovevo interrompere dei servizi non pagati di acqua, di gas e di elettricità a New Albany. Ero talmente ripieno di gioia che ogni volta che mi trovavo in una vecchia casa disabitata, pregavo. Il signor Jhonny Potts, un vecchio lettore di contatori, era stato trasferito all’ufficio reclami, ed io gli raccontavo quello che il Signore mi mostrava. Egli mi parlò di un uomo che aveva visto su un giornale, un vecchio uomo di colore dal nome di Edward J. Merrill che era stato investito da un’auto occupata da una coppia bianca. Il ragazzo aveva perduto il controllo della sua vettura, aveva schiacciato l’uomo contro le ruote di una vecchia carrozza di indovini trainato da cavalli. Le sue ossa erano quasi tutte fratturate, il suo petto sfondato e il dorso a pezzi. Il signor Potts, che era passato dall’ospedale di New Albany, gli aveva raccontato la maniera in cui il Signore mi utilizzava. Egli inviò qualcuno a chiedermi di pregare per lui. Così, subito pensai: “L’uomo che ho visto in questa visione”. Ero un po’ timoroso, essendo nei miei primi casi di guarigione, ma nondimeno ci andai con un compagno, un piccolo francese dal nome di George DeArk, che avevo appena condotto a Cristo. Gli ho detto: “Ora, fratello George, voglio che tu sappia che queste cose che mi accadono, io non posso comprenderle, ma ricordati che quest’uomo sarà guarito, ma non posso pregare fino a che due persone bianche vengano e stiano di fronte al letto, perché devo farlo nella maniera in cui Egli me lo ha mostrato”. Così, entrammo nell’ospedale e chiedemmo di vedere il signor Merrill. Una volta là, sua moglie mi confessò che era in uno stato serio, non doveva muoversi perché i raggi X avevano rilevato che certe ossa si trovavano proprio sopra i polmoni e, se si fosse mosso, potevano perforarsi e causare un’emorragia mortale. Era in un cattivo stato da due giorni. L’uomo aveva all’incirca sessantacinque anni, i capelli grigi e un grande baffo bianco. Quando gli raccontai della visione che avevo avuto dal Signore, le giovani persone che lo avevano colpito entrarono e mi misi in ginocchio al fine di pregare per lui. E tutto ad un tratto, quest’uomo gridò: “Sono guarito!” e si alzò. Sua moglie cercò di tenerlo a letto, poi un interno venne ad aiutarla e questo causò molta eccitazione. Siccome era un ospedale cattolico, una delle suore venne a dirmi che dovevo uscire di là poiché avevo eccitato quest’uomo che aveva centoquattro gradi di febbre (Centoquattro gradi della scala Fahrenhait corrispondono a quaranta gradi centigradi della scala Celsius usata in Italia - n.d.t.). Ma la cosa strana è che quando la monaca elemosiniera e qualche dottore lo rimisero a letto, poiché stava per vestirsi, presero la sua temperatura e non aveva più febbre. Sono uscito sui gradini ed ho detto al fratello George: “Adesso osserva, egli uscirà da qui tra qualche minuto ed avrà un cappotto marrone e un cappello Gibus (cappello a cilindro pieghevole - n.d.t.)”. Ed è pre-cisamente quello che egli fece. Circa una sera dopo questo, il Signore mi apparve di nuovo, proprio all’alba, e mi mostrò una donna spaventosamente storpia che stava per essere guarita. Così, andai a lavorare e credo che ero sull’ottava strada, a New Albany. C’era una doppia entrata di acqua ed io temevo di aver interrotto i due lati; da un lato le persone che avevano traslocato, dall’altro era abitato. Così, andai a bussare alla porta del posto occupato. C’erano delle persone veramente povere. Una bellissima ragazza, vestita molto poveramente, venne alla porta. Io dissi: “Vorreste provare la vostra acqua per vedere se non è stata tagliata?”. Ella ritornò e disse: “No, l’acqua arriva”. “Grazie molte”, risposi. Ed ella mi disse: “Non siete voi quell’uomo di Dio che ha ottenuto quella guarigione all’ospedale l’altro giorno? Mia madre desidererebbe parlarvi”. Entrai ed ella mi spiegò che da diciassette anni era malata. Mi domandò: “Siete quell’uomo di Dio che ha guarito quell’uomo?”. Risposi: “No, signora, io non sono un guaritore. Non faccio che pregare: quell’uomo malato mi è stato mostrato attraverso qualche cosa”. Non sapevo come chiamare questo, una visione o che cosa, non sapevo allora ciò che era. Non ero che un ragazzo scapolo a quell’epoca. Ed ecco che questa signora mi domandò di pregare per lei. Le risposi che doveva lasciarmi pregare prima e che, se il Signore me lo mostrava, allora sarei ritornato. Andai per pregare, presi il fratello George e gli dissi: “É questa la donna di cui ti avevo parlato. So che è la stessa donna. Vieni con me”. Così siamo ritornati per offrire una preghiera. Era proprio dopo Natale e c’era un albero di Natale. E sicuramente, questa ragazza e suo fratello di sei o otto anni, vedendomi, un giovane ragazzo che pregava per la guarigione della loro madre, si nascosero dietro l’albero per ridacchiare. Io dissi loro che il Signore l’avrebbe guarita. Allora, io ed il fratello George c’inginocchiammo e quando cominciai a pregare, vidi quest’Angelo che voi vedete sull’immagine, sospeso al di sopra del letto. Presi dunque la sua mano e dissi: “Signora O’Hannyan, il Signore Gesù mi ha inviato e mi ha detto prima di venire, di pregare per voi e che starete bene. Alzatevi sulle vostre gambe e siate guarita nel Nome di Gesù”. Le sue gambe erano ripiegate sotto di lei. Cominciò a spostarsi verso il bordo del letto, la sua Bibbia arminiana sul suo petto. Allora satana venne a dirmi: “Lasciale toccare il suolo fuori da questo letto alto ed ella si romperà il collo”. Ebbi paura per un momento. Sapevo che tutto ciò che vedevo in queste visioni era sempre vero. Così, continuai ad ogni modo a lasciarla scendere dal letto. E Dio è mio giudice. Così, non appena questa donna cominciò a scendere dal suo letto, le sue gambe si raddrizzarono. Sua figlia uscì nella strada, urlando con tutte le sue forze, tirandosi i capelli. I vicini vennero da ogni luogo. E colei che il Signore aveva guarito, eccola che circolava nella camera e lodava Dio, che camminava per la prima volta dopo diciassette anni. Il suo nome è signora Mary Darrel O’Hannyan e quello di sua figlia Dorothy, degli arminiani. Ed ella vive attualmente a New Albany con suo marito e la sua famiglia. Qualche settimana dopo, una sera, ero da mia madre, ed avevo pregato quel giorno e mi sembrava che io non potevo semplicemente avere la vittoria nelle mie preghiere. Così, andai nella mia camera per pregare. Era circa l’una del mattino quando, tutto ad un tratto, qualcosa di bianco s’avvicinò a me e pensai che era quella pila di vestiti che mamma aveva l’abitudine di mettere sulla mia sedia. Ma era l’Angelo del Signore. Questa Nuvola, voi sapete, venne là dove ero. Mi vidi in piedi in una stanza, era una piccola casa con due camere, i muri erano tappezzati in rosso. Alla mia destra, c’era un piccolo letto di ferro ed una donna dai capelli neri stava contro la porta e piangeva. C’era il padre vicino a me che mi aveva portato un bimbo le cui gambe erano ripiegate sul suo petto. Le sue braccia, come tutto il resto del suo piccolo corpo, erano ugualmente storte. E mi domandai: “Cosa significa questo?”. Vidi, seduta alla mia sinistra, una vecchia signora che si toglieva i suoi occhiali per asciugarsi delle lacrime o qualcosa del genere. Alla mia destra, su un divano rosso a due posti che si accoppiava con la sedia, era seduto un giovanotto biondo, riccioluto, che guardava attraverso la finestra. Guardai e, alla mia estrema destra, stava quell’Angelo del Signore che mi chiese: “Questo bambino può vivere?”. Risposi: “Signore, non so”. Egli disse: “Stendi le tue mani sopra di lui e vivrà”. Lo feci e il bambino saltò fuori dalle braccia di suo padre e tutto il suo lato destro, la sua gamba, il suo braccio e il suo corpo si raddrizzarono. Egli fece un altro passo e l’altro lato si raddrizzò e mise la sua piccola mano nella mia dicendo: “Fratello Branham, io sono perfettamente guarito”. Questo piccolo portava una salopette di velluto a coste blu, aveva i capelli bruni e una piccolissima bocca. E allora, l’Angelo del Signore mi annunciò che Egli mi avrebbe portato altrove e fui trasportato molto, molto lontano e mi pose presso un vecchio cimitero e mi mostrò le cifre sopra una pietra tombale vicino alla chiesa, ed Egli disse: “Questo indicherà il luogo dove tu dovrai dirigerti”. Mi trasportò in un altro luogo e questo mi sembrava essere un piccolo villaggio che aveva due magazzini. Avanzai e stetti davanti a quello che aveva la vetrina gialla, ed ecco che un vecchio uomo uscì, che portava una giacca “blu jeans”, una salopette blu, un berretto con visiera in velluto giallo, e che aveva un grosso baffo bianco. L’Angelo mi disse: “Egli ti mostrerà il cammino”. La cosa seguente fu che mi vidi mentre entravo in una stanza e seguivo una giovane donna abbastanza corpulenta. Quando entrai nella stanza, i motivi della tappezzeria erano rossi e al di sopra della porta c’era scritto “Dio benedici il nostro focolare”. Nella camera alla mia destra, un grosso letto e alla mia sinistra una stufa rudimentale. Poi, nell’angolo, era coricata una ragazza di circa quindici anni che aveva avuto la polio o qualcosa di simile, che aveva la sua gamba destra ritirata e il suo piede girato di traverso era ripiegato in sotto. Ella aveva l’aria di un ragazzo, salvo i suoi capelli che erano come quelli di una ragazza e le sue labbra erano a forma di cuore, come una ragazza. L’Angelo mi disse: “Questa ragazza può camminare?”. Io risposi: “Signore non lo so”. Egli disse: “Stendi le tue mani sul suo petto”. Allora pensai che era un ragazzo, poiché mi domandava di mettere le mie mani sul suo petto. Feci come Egli mi chiese ed udii qualcuno dire: “Lode al Signore!”. Mi alzai e subito questa ragazza si alzò mostrando un ginocchio rotondo, come quello di una ragazza. E con il suo pigiama, ella camminò verso di me, pettinando i suoi capelli biondi. In quel momento, potevo udire qualcuno chiamarmi: “Fratello Branham!” o “Fratello Bill!”. E, contemporanea-mente, anche mia madre mi stava chiamando. Uscendo da questa visione, in un certo qual modo un po’ inebriato, chiesi: “Che c’è mamma?”. Dall’altra stanza, ella rispose: “C’è qualcuno che bussa alla porta”. Andai ad aprire ed un uomo entrò dicendo: “Fratello Branham non vi ricordate di me?”. Risposi: “No, non credo”. Egli disse: “Voi avete battezzato me e la mia famiglia, ma ho sbagliato strada. Ho ucciso un uomo qualche tempo fa in una lotta. Egli si è rotto il collo in seguito ad un pugno. Ho perduto mio figlio maggiore e il più giovane è a casa morente. Il dottore, che è appena andato via, mi ha detto che il fanciullo aveva una doppia polmonite e può appena respirare. Ebbene, mi sono ricordato di voi e mi chiedo se verreste a pregare. Ora, come voi sapete, io sono il cugino di Graham Snelling e sto andando a cercarlo. Egli dimora a circa un mezzo miglio da qui. Verreste?”. Il suo nome è John Emil e vive ora a Miami e Graham Snelling, che allora era un buon ragazzo cristiano, è oggi il reverendo Snelling, ma egli non era ancora nel ministerio a quel tempo. Risposi: “Si, signor Emil, datemi il tempo di vestirmi”. Egli disse: “Passerò a prendervi appena avrò preso Graham perché voglio che preghiate tutti e due per il mio piccino”. Mentre eravamo per strada, chiesi: “Signor Emil, dove abitate adesso?”. Egli rispose: “Dall’altro lato di Utica”. Dissi: “Abitate in quelle piccole case chiamate ‘shotgun houses’ che hanno due piccole stanze e situate su una collina”. “Sissignore”. Io dissi: “I muri sono fatti da assi in linguette scanalate e pitturate di rosso”. Egli disse: “É esatto”. Dissi: “Il bimbo è coricato in un letto di ferro ed ha in casa una salopette di velluto blu”. Egli disse: “La porta per l’appunto”. “Il bambino è molto piccolo e ha circa tre anni; ha i capelli castano chiaro e una piccolissima bocca”. Disse: “É giusto”. Dissi: “La signora Emil è una donna dai capelli neri e questa camera ha un divano rosso a due posti e una sedia rossa”. Egli mi domandò: “Ci siete già andato, fratello Branham?”. “Appena un momento fa”, risposi. “Un momento fa? Ma non vi ho mai visto”, disse egli. Risposi: “No, ci sono stato in spirito. Signor Emil, poiché vi ho battezzato, voi mi avete sentito parlare delle cose che mi accadono. Io vedo delle cose prima ancora che esse si producano”. Egli rispose: “Si. E qualcosa di simile che vi sarebbe accaduto, fratello Branham?”. Dissi: “Si, signor Emil, e tutto ciò che mi è stato detto non si è mai rivelato falso. Il vostro bimbo sarà guarito quando arriverò laggiù. Egli fermò la sua macchina, s’accasciò sul suo volante, dicendo: “Oh Dio, sii misericordioso verso di me, riprendimi oh Signore. Ti prometto che vivrò per Te tutto il resto dei miei giorni se Tu risparmierai la vita del mio piccolo”. E là, egli donò il suo cuore a Cristo. Entrammo nella casa tutti eccitati per quel che era avvenuto: un’anima era appena ritornata a Cristo. Una volta entrati in casa, tutte le cose erano esattamente tali, tranne che questa vecchia signora non era là. Tutto nervoso ho detto: “Portatemi il bambino”. Ora il bambino era sul punto di morire. Il padre mi portò il bambino ed io pregai e la sua condizione peggiorò. Egli perse il suo respiro, essi dovettero combattere, lo scossero così di seguito per farlo respirare. Pensai: “Ora, c’è qualcosa di falso”. Mi misi a riflettere: “Dov’è questa vecchia signora?”. Così, dovettero rimettere a letto il bambino, cercando di decongestionarlo poiché respirava appena; la madre si lamentava in una maniera isterica. Pensai: “A causa della mia stupidità ho male utilizzato la visione di Dio perché non ho atteso, essendo troppo nervoso”. Cosi, ho imparato una lezione in quel momento, essi pensarono che il bambino sarebbe morto da un minuto all’altro. Mentre ero seduto, essi continuarono a chiedermi: “Fratello Branham, che dobbiamo fare?”. Io risposi: “Non so”. La testa inchinata, supplicavo: “Signore perdonami”. Quando il giorno arrivò, il fratello Graham Snelling doveva ritornare a lavorare e il signor Emil doveva riaccompagnarlo ed io sapevo che era necessario che lasciassi la casa. E tuttavia il fratello Graham avrebbe dovuto essere seduto sul divano dove io ero seduto. Il signor Emil si mise il suo cappotto, sapevo bene che se il fratello Graham se ne fosse andato sarebbe stato difficile sapere se sarebbe mai ritornato. Il signor Emil mi chiese: “Fratello Bill, volete che vi riporti a casa?”. Risposi: “No, mi piacerebbe semplicemente aspettare, se questo non vi disturba”. Detestavo essere obbligato a dire questo e restare nella casa, proprio con la madre e il bambino, perché essi erano una giovane coppia. Il fratello Graham si mise il suo cappotto e si diresse fuori e l’altro disse a sua moglie: “Sarò di ritorno in un momento”. Pensai: “Oh Dio, dovrei allora restare qui tutta la giornata e forse ancora tutta la notte, aspettando questa visione. Che posso fare?”. E, guardando alla finestra, ecco che arrivava la nonna del bambino dall’angolo della loro casa e portava degli occhiali. Pensai: “Eccoci, Signore, se solamente Graham non uscisse”. Ella aveva l’abitudine di entrare dalla porta anteriore; ma, questa volta, senza sapere perché, venne dalla porta posteriore ed entrò dalla cucina. La giovane donna corse a gettarsi nelle braccia di sua madre. Ella chiese: “Il bambino sta meglio?”. “Mamma - gridò la giovane donna - sta per morire!”. La mamma si mise a piangere. Non potevo dire niente, solo attendere. Il fratello Graham fece il giro, io mi alzai affinché egli potesse sedersi. E poiché era della sua parentela, anche egli si mise a piangere. Pensai: “Se solamente questa signora anziana potesse venire a sedersi su questa sedia rossa”. Andai verso la porta dove il signor Emil aspettava, il suo cappotto sulle spalle, pronto ad andare via con quel tempo freddo. La madre del bambino levò le mani molto in alto e cominciò a piangere, esattamente come nella visione. Poi la signora anziana prese la sedia e cercò un fazzoletto, ma non tanto per asciugare le sue lacrime, quanto per togliere l’umidità dai suoi occhiali. Io dissi: “Signor Emil, avete ancora fiducia in me quale servitore di Cristo?”. Egli rispose: “Certamente, fratello Branham”. Io dissi: “Posso dirvi adesso che poco fa, ho anticipato la visione, ed ecco perché ciò non è successo. Se voi avete ancora fiducia in me andate a cercarmi il bambino”. Egli rispose: “Farò tutto quello che mi dite, fratello Branham”. Egli mi riportò il bambino ed io misi le mie mani su di lui e pregai: “Signore, perdona la stupidità del Tuo servitore, ho parlato prima della visione. Ma, adesso, che si sappia che Tu sei il Dio del cielo e della terra”. Non feci in tempo a dire altro che il ragazzino prese suo padre per il collo e cominciò a gridare: “Papà, mi sento bene adesso”. Dissi: “Signor Emil, lasciate fare il fanciullo, prenderà tre giorni prima che questo lo lasci, perché si debbono avere tre tappe di liberazione”. Era lunedì, rientrai a casa e raccontai tutto all’assemblea dicendo loro: “Mercoledì sera prima della riunione ci ritorno e vorrei che ci siate tutti. Una volta sul luogo, vi piazzerete attorno alla casa e verificherete, quando entrerò là, se questo bimbo di tre anni non attraversa la stanza, venendomi incontro con un piccolo baffo poiché ha bevuto del latte al cioccolato o altro e mi prenderà la mano e dirà questo: ‘Fratello Bill, sono perfettamente guarito’. Verificate se questo non succede”. Siccome erano delle persone povere, preparammo loro un cestino di provviste. Non avevo auto a quel tempo, ma avevo chiesto in prestito il vecchio camion della compagnia dei servizi pubblici. Quella sera, tutto un carico di persone ci andò, mia moglie Meda faceva parte del gruppo, ma era molto prima che ci sposassimo. Mi fermai proprio davanti la casa e bussai alla porta. La madre venne ad aprirmi dicendo: “Oh, è il fratello Bill!”. Nell’angolo, il ragazzino giocava: era il terzo giorno. Mi fermai, non dissi una sola parola, gli altri guardavano dalle finestre, in quel momento, per vedere quello che accadeva. E il bambino camminò verso di me con il suo piccolo baffo di latte al cioccolato e mise la sua mano nella mia e mi disse: “Fratello Bill, sono perfettamente guarito.” Quella sera, alla chiesa, questo fu raccontato ed io aggiunsi: “C’è anche da qualche parte una ragazza storpia che è nel bisogno. Chiesa, non so quel che queste cose significano”. Circa una settimana dopo questo, ricevetti una lettera al mio lavoro. L’aprii e lessi: “Caro signor Branham, il mio nome è signora Harold Nale. Abitiamo in un luogo chiamato South Boston. Siamo di fede metodista. Ho letto per caso un piccolo libello che voi avete scritto: ‘Gesù è lo stesso ieri, oggi e in eterno’. Avevamo una riunione di preghiera a casa mia l’altra sera ed abbiamo appreso che voi avete successo a pregare per i malati. Ho una figlia di quindici anni inferma, coricata a letto, non posso togliermi l’idea che dovrei farvi venire affinché preghiate per lei. Potreste farlo per piacere? Vi auguro ogni bene, signora Harold Nale, South Boston, Indiana”. Quella sera, domandai alla chiesa: “C’è qualcuno che sappia dove è situata South Boston?”. Il fratello Wright disse: “Penso che è verso il sud”. Così, il giorno appresso partimmo, con Meda, due amici personali del Texas, un uomo e sua moglie che avevano traslocato da qui per essere più vicino alla chiesa. Avevo pregato per sua moglie ed ella era stata guarita da una malattia tubercolare. Il suo nome è Ed Brace, egli aveva avuto un ranch nell’ovest, viveva vicino a Mill-Town, in una fattoria. Sua moglie non aveva mai visto adempiersi una visione e voleva vedere questa prodursi. Le dissi: “Vieni con me e vedi se ciò non accade”. Mia moglie era anche con noi e il fratello Jim Wiseheart, un vecchio anziano che voleva vedere. Uscimmo e passammo New Albany e trovammo che non era South Boston, ma New Boston. Ritornammo a Jeffersonville e mi informai. Qualcuno andò all’ufficio della posta e dissero: “É più sopra di Henryville”. Andai ad Henryville e domandai; dissero: “Girate su questa strada, è a circa quindici miglia verso la collina. Fate attenzione, potete mancarlo perché non c’è che un piccolissimo magazzino e tutto è in questo magazzino, anche l’ufficio della posta”. Dopo che ebbi fatto cinque o sei miglia, mi sentii molto strano. Essi dissero: “Che succede?”. “Credo - dissi - che Colui che mi parla vuole parlarmi. Dovrò uscire dall’auto”. Uscii, lasciandoli ammassati gli uni sugli altri, misi il mio piede sul paraurti dietro l’auto e dissi: “Padre Celeste, cosa vuoi che il Tuo servitore faccia adesso?”. Attesi qualche minuto, non accadde niente. E, alla fine, la mia attenzione fu attirata da una vecchia chiesa proprio vicino là. Era la chiesa Bunker Hill e c’era un cimitero proprio davanti la chiesa. Andai verso le pietre tombali, ritornai e dissi loro: “Ora, voi avete tutte quelle lettere. Non sono mai venuto in questo posto prima d’ora, neanche nella regione, in tutta la mia vita. Prendete questi nomi e questi numeri che avete e venite a verificare se non sono su questa pietra tombale”. Era là. Dissi: “Siamo sulla strada buona adesso. Era l’Angelo del Signore, stavo per passare tutto diritto senza accorgermene”. Oh, Egli è perfetto. Così, continuammo e, dopo un po’ di tempo, notai che eravamo entrati in una specie di piccolo villaggio e, guardando, vidi un magazzino che aveva l’insegna gialla. Dissi: “É là, ecco il magazzino e guardate, un uomo uscirà con una salopette blu, un berretto giallo in velluto, un baffo bianco e mi dirà dove andare. Se questo non succede, sono un grosso mentitore”. Così, mi diressi proprio davanti il luogo e come arrivai, ecco che esce un uomo con una salopette blu ed un berretto di velluto giallo, che aveva un baffo bianco. La signora Brace svenne nell’auto vedendo adempiersi questo. Gli domandai: “Signore, potete presumibilmente dirmi dove Harold Nale abita?”. Egli disse: “L’avete giusto passato circa mezzo miglio nella direzione da cui siete venuti. Girate alla prima strada a sinistra e vedrete un grosso fienile rosso. É là che girerete ed è la seconda casa alla vostra destra, su questa piccola strada”. Egli domandò: “Perché?”. Io risposi: “C’è una ragazza inferma, è vero?”. “Sissignore” disse. Dissi: “Il Signore la guarirà”. Ed egli cominciò a piangere. Vedete, egli faceva parte della visione ma non sapeva proprio ciò che accadeva. Ritornai indietro, trovammo il luogo. Uscendo dalla macchina, una giovane donna corpulenta venne alla porta. “É lei”, dissi. “Come state?”, disse. “Sono il fratello Billy”. “Oh - disse - pensavo bene che eravate voi. Avete ricevuto la mia lettera? Sono la signora Harold Nale”. “Sono felice di fare la vostra conoscenza, signora Nale. Ecco una piccola squadra che è venuta con me per pregare per vostra figlia. Ella sarà guarita”. Ella replicò: “Cosa?”. E le sue labbra si misero a tremare e si mise a piangere. Così, non mi fermai con lei, entrai direttamente nel corridoio e il mio gruppo mi seguì. Entrando in questa vecchia casa di campagna, alla destra del corridoio, il muro era tappezzato di carta gialla con dei motivi rossi, poi la scritta: “Dio benedici il nostro focolare”. Alla mia sinistra, il vecchio letto di rame placcato, una cucina rustica e un piccolissimo letto pieghevole nel quale stava questa ragazza che somigliava piuttosto ad un ragazzo. Qualcosa allora mi accadde, mi ritrovai in alto, nell’angolo della camera, che guardavo il mio corpo camminare verso questo letto ed imporre le mie mani sul suo petto esattamente come il Signore me l’aveva detto. In quel momento, la signora Nale entrò nella camera e svenne di nuovo sul pavimento. Quando imposi le mani, dissi: “Signore, io faccio questo sull’ordine di Dio che, penso, mi dice di farlo”. E in quel momento, ella cominciò a gridare e fece un balzo scendendo dal letto, la gamba destra del suo pigiama si alzò e si poté vedere il ginocchio tondo di una ragazza al posto di quello di un ragazzo. Si era appena fatta rinvenire la signora Nale, lei svenne di nuovo, era la terza volta che sveniva. E questa ragazza uscì dalla stanza per andare nel bagno piangendo, mise la sua vestaglia e ritornò camminando spazzolandosi i capelli con la sua mano destra che prima era paralizzata. Oggi, ella è sposata ed ha dei figli. Amici miei le visioni sono vere (8). Il miracolo di Georgie Carter Ero da mia madre e dovevo passare la notte da lei. Avevo pregato per i malati ed ero rientrato. Mi ero giusto fermato da mia madre per parlarle, ma dopo un po’ che mi ero coricato, mi alzai non potendo riposarmi. Mi alzai con una sorta di peso. Pensai: “Forse c’è qualcuno malato che vuole che preghi per lui”. Discesi, ma non potei pregare. Guardai e Qualcosa di bianco si spostò. Mi sembrava che entravo in Questa. Venne verso me e, qualche momento dopo, mi vidi che camminavo attraverso un paese deserto e non potevo udire che un agnello belare (...). Dissi: “Povera piccola cosa, vedrò se posso trovarla”. Mi diressi verso i boschi e, come mi ci avvicinavo, questo non era più un agnello ma era un umano, e mi chiamava dicendo: “‘Milltown’, ‘Milltown’”. Non avevo mai sentito parlare di questo posto nella mia vita. Così, quando rinvenni...andai in chiesa il mercoledì seguente e domandai: “C’è qualcuno che sa dove si trova ‘Milltown’?”. Nessuno lo sapeva. Così, la domenica sera seguente, annunciai: “C’è qualcuno che sa dove è ‘Milltown’?”. E un fratello dal nome di George Wright rispose: “Si, fratello Branham, è a circa trentacinque miglia verso sud. Io abito là vicino”. Risposi: “Sarò là sabato prossimo; Dio vuole che io vada là, c’è qualcuno in difficoltà”. Il fratello Wright aggiunse: “É un piccolo villaggio di cinquecento o mille persone, verso il sud...”. Ci andammo e mi ricordo che c’era una drogheria all’angolo. Pensai: “Mi domando ciò che il Signore vuole da me”. Entrai e comprai una scatola ed uscii. Pensai: “Me ne vado a predicare qui all’angolo”. Così, salii sulla scatola, ma nessuna ispirazione mi venne per predicare. Voi sapete che la gente di campagna viene a fare spesa il sabato. Il fratello Wright mi disse: “Voglio andare a fare una piccola passeggiata in alto sulla collina. Devo andare a portare delle uova a quell’uomo laggiù. Volete venire con me?”. Quando ci andai, c’era una grande chiesa bianca sulla collina. Dissi: “Hei! Guardate, non è una bellissima chiesa!”. Egli rispose: “Si, è una vergogna a proposito di questa chiesa, è pietoso. É una chiesa battista il cui pastore ebbe alcuni problemi e la chiesa è retrocessa e non ha mai avuto un pastore da allora. La città l’ha ripresa e tutta la congregazione l’ha lasciata ed è andata in altre chiese”. Sentii lo Spirito di Dio dirmi: “Fermati”. Ci andai e le porte erano chiuse. Dissi al fratello Wright: “Continuate, mi prenderete un po’ più tardi”. Mi inginocchiai e pregai: “Signore, se Tu mi vuoi in questa chiesa, apri le porte per me”. Così, mentre pregavo, intesi qualcuno venire e mi disse: “Salve!”. Dissi: “Come state?”. Egli disse: “Ho visto che stavate pregando”. Risposi: “Ebbene, sono un predicatore e pregavo semplicemente sui gradini”. Egli mi disse: “Volete entrare?”. “Sissignore”. Disse: “Ho la chiave”. Io dissi: “Grazie Signore”. Credete questo? Egli aprì la porta ed io entrai. C’era del posto per trecento o quattrocento persone. Avanzai, chinai la testa e domandai: “A chi appartiene?”. Egli rispose: “Alla città, noi non facciamo che tenerla. Le sole cose che facciamo in questo luogo sono i funerali...”. Dissi: “Perché non avere un risveglio qui?”. “Vedete l’ufficiale municipale”. Andai là a domandargli. Egli disse: “Certamente, se voi mettete un contatore dentro”. Dissi: “Bene, lavoro per l’acqua e metterò il mio contatore”. Lo installai dunque ed annunciai che vi sarebbe stato un risveglio. Non dimenticherò mai il primo uomo che incontrai. “Ci sarà un risveglio, signore. Verrete?”. Egli disse: “Noi alleviamo dei polli e non abbiamo tempo di andare in nessuna chiesa”. Risposi: “Non potreste lasciare i vostri polli per un po’ per venire alla riunione?”. Egli rispose: “Non ho il tempo per niente di simile. Io mi prendo cura dei miei affari e voi prendetevi cura dei vostri!”. Gli risposi: “Non volevo ferirvi signore”. Dieci giorni dopo questo, egli morì e dovettero sotterrarlo proprio là di fronte alla chiesa. Cominciai il risveglio. Andavo nei boschi per pregare, pensando che il Signore mi avrebbe dato un grande messaggio, avendo un grande peso nel mio cuore. Mi dicevo: “Avrò probabilmente una grossa folla stasera”. Ci andai e sapete chi c’era? George Wrigth, sua moglie, suo figlio e sua figlia. Avevo quattro persone della mia congregazione. Predicai il messaggio che il Signore mi aveva dato come se niente fosse. La sera seguente, venne un tipo dall’apparenza anziana. Egli arrivò a piedi. Mi dissero che era un nazareno retrocesso. Aveva fatto parte della chiesa nazarena ed era retrocesso. Aveva la sua pipa fatta di mais e la batté fuori dall’edificio. I suoi capelli pendevano sul suo viso, un dente usciva a lato. Egli disse: “Dov’è questo piccolo Billy Sunday di cui parlate qui?”. Il fratello Wright lo prese e lo fece sedere. Stavo per leggere la Bibbia dietro l’altare. Il fratello Wright venne a dirmi: “Il peggiore rinnegato del paese è appena arrivato. Il suo nome è William Hall. Possiede una cava di pietra sulla collina”. Risposi: “É forse quello che il Signore vuole”. Cominciai a predicare. Il fratello Wright ritornò a dirgli di avanzare e che egli si sarebbe occupato delle cose indietro. Il servizio non era terminato che il signor Hall era in ginocchio pregando Dio. Egli è ora il mio pastore associato laggiù. Le sere seguenti, qualche miracolo ebbe luogo. É allora che la folla cominciò a venire. Così, c’era laggiù una giovane donna che apparteneva ad una certa chiesa. Non la menzionerò, ma essi non credono nello Spirito, solamente la lettera: “Noi parliamo quando la Parola parla e stiamo in silenzio quando la Parola è silenziosa”. Essi fecero annunciare che se qualcuno veniva a questa riunione, la chiesa gli avrebbe inviato una lettera di allontanamento. Suo padre era diacono della chiesa. Così, questa giovane donna mise la mano su uno dei miei piccoli opuscoli. Il suo nome è signorina Georgie Carter, ella ha attualmente venticinque anni circa. E stata coricata nove anni e otto mesi con la tubercolosi, non aveva mai alzato la testa dal letto. Non si poteva nemmeno mettere una bacinella sotto di lei, si metteva una tela di caucciù e si scivolava un piqué (tessuto traforato - n.d.t.). Ella non aveva mai visto il mondo di fuori, neanche dalle finestre, per nove anni e otto mesi. Qualcuno venne a dirmi: “Anche se ella domanda di voi, non potete andare a pregare per lei. Sua madre e suo padre non vi lasceranno venire”. Essi dissero: “No, noi non lasceremo venire questo seduttore”. Ma allorquando ebbi finito il risveglio, il padre e la madre, per soddisfare la loro figlia, decisero di allontanarsi da casa. Credo che ebbero un permesso dal loro predicatore affinché io potessi andare da loro. Andai a vederla e la povera piccola aveva il mio libro vicino a lei. Ella aveva pianto e pregato per la liberazione, ma la sua chiesa non credeva nella guarigione divina. Aveva questo libro ed aveva letto nel punto in cui un’altra ragazza era stata guarita. Ero stato inviato da una visione ed ella voleva essere guarita. Quando entrai, ella mi disse: “Fratello Branham, ero certa che sareste venuto e che Gesù mi guarirà”. Domandai: “Lo servirete, sorella?”. Ella rispose: “Con tutto il mio cuore”. Le sue piccole braccia non potevano nemmeno alzare la tazza nella quale doveva “sputare” (...). Mi inginocchiai e pregai per lei, poi uscii. Due settimane dopo, ero di ritorno per cominciare un’altra serie di tre o quattro riunioni. C’era un altro ministro che non credeva nell’immersione. Dovevo presumibilmente battezzare un buon gruppo nel fiume. Egli aveva avuto un risveglio sotto la tenda e aveva detto: “Chiunque della mia congregazione entra solamente nella chiesa dove è questo guaritore divino insensato, io lo metterò sicuramente fuori dalla chiesa. La ragione di ciò è che questo ragazzo vuole annegarvi nell’acqua”. Andai quel pomeriggio a fare un servizio di battesimo. Dissi alla piccola Georgie: “Tutto quello che posso fare per voi è di pregare”. Ella rispose: “Ma non potete fare per me quello che avete fatto per quella ragazza Nale?”. Risposi: “Non è la stessa cosa, io ho avuto una visione. Devo avere una visione prima. Tornerò se Egli mi invia, ma credo che starete meglio” (cercando di incoraggiare la sua fede). Così, l’ultima giornata di riunioni, andai per battezzare in un luogo chiamato Totten Ford, ed ecco che questo ministro aveva disdetto la sua riunione e tutta la congregazione stava sulla riva. Avanzai nel fiume. Che sentimento meraviglioso! Battezzai circa cinquanta persone quel pomeriggio. Avevo l’impressione che gli angeli erano seduti su ogni ramo degli alberi. Mentre ero là, cominciai a pregare così: “Come Dio ha inviato Giovanni per battezzare! Gesù disse: andate in tutto il mondo e fate dei discepoli e battezzateli. Questi segni seguiranno quelli che avranno creduto”. In quel momento, lo Spirito Santo discese e spazzò tutta 1a congregazione che era sul fiume. Questo ministro e la sua congregazione avanzarono piangendo nel fiume con i loro abiti belli ed io battezzai ognuno di essi quel pomeriggio. Le donne piangevano. Vennero coi loro bei vestiti, le madri, i padri a portarmi i loro bambini. Battezzai quasi fino all’oscurità. Dovettero tirarmi fuori dall’acqua! Dovevo avere una riunione alla chiesa battista quella sera. Andai a casa del fratello Wright per cenare. Dissi: “Non voglio cenare subito, andrò a pregare laggiù, il Signore vuole che io preghi, ho un peso sul cuore”. La sorella Wright mi disse: “Quando suoneremo il campanello per cenare, verrete perché dobbiamo sbrigarci”. Me ne andai laggiù e mi inginocchiai. Dopo un momento fui preso nello Spirito, sapevo difficilmente dove stavo. Udii il campanello ma avevo un così bel momento con il Signore che non pensai a cenare. La campanella suonò e suonò, l’oscurità venne. Pregavo semplicemente: “Grazie, Signore, per la Tua benevolenza”. E come aprii gli occhi, proprio davanti a me, in un piccolo cespuglio, c’era una Luce ambrata che brillava su di me e una gran profonda Voce che proveniva dal fondo dei boschi mi disse: “Vai nella direzione dei Carter”. Saltai e, correndo, cominciai a gridare. Si erano organizzati in squadre di ricerca per trovarmi. Saltai il recinto nei campi e caddi direttamente nelle braccia del fratello Wright. Egli mi disse: “Fratello Billy, mia moglie vi ha atteso per cenare da qualche ora. Sono dappertutto sulla collina che vi cercano”. Dissi: “Fratello Wright non cenerò, Georgie Carter sarà completamente guarita fra qualche minuto. É il COSI’ DICE IL SIGNORE”. “Volete dire che si alzerà?”. Io risposi: “Diventerà normale, starà bene qualche minuto dopo il mio arrivo là”. Ella stava ad otto miglia da là; egli mi chiese: “Posso venire con voi?”. C’era anche un uomo che veniva dal Texas, che aveva giusto portato sua moglie ed ella era stata guarita. Egli mi domandò: “Fratello Branham, posso venire con voi?”. Aveva visto la guarigione della figlia dei Nale qualche settimana prima. Risposi: “Sissignore”. Saltammo in un’auto e partimmo. La signora Carter era una donna molta critica, ma siccome sua figlia piangeva, aveva promesso al Signore di farsi battezzare se sua figlia fosse stata guarita quel pomeriggio. Così, sua madre andò in cucina e si inginocchiò e pregò sinceramente: “Oh Dio, abbi pietà della mia figliuola che è là, a qualche giorno dalla morte. E questo impostore che viene pretendendo di essere qualcuno ed ha completamente sconvolto la mia ragazza”. Le lacrime agli occhi, alzò la testa. Il sole si coricava ad ovest e rischiarava il muro. É la sua testimonianza, le sue parole. Ella disse che vide un’ombra venire verso di lei, pensò che fosse sua figlia che entrava da fuori. Ma quando fu proprio vicino a lei, ella disse che era il Signore Gesù Cristo. Disse: “Cos’è questo?”. Mentre Egli la guardava, mi vide avvicinarmi alla casa, la Bibbia contro il cuore. Ella disse: “Oh pietà, mi sono addormentata, io dormo”. Non aveva mai avuto una visione. Corse a dirlo a sua figlia Georgie: “Georgie, ero là qualche minuto fa, pregando, e mi è sembrato di vedere sul muro una forma che somigliava a Gesù. Ho visto il fratello Branham con la Bibbia sul cuore, che veniva seguito da due uomini”. E proprio in quel momento, ecco che arrivai con i due uomini. Le porte erano chiuse. Risalii il viottolo e mi sentii come uscire dal mio corpo. Vidi il mio corpo aprire la porta ed entrare. Ed ecco che la piccola ragazza era coricata là, sua madre si inginocchiò semplicemente sul pavimento e svenne. Mi avvicinai al letto dove ella stava e dissi: “Sorella Georgie, il Signore Gesù che tu ami e nel Quale tu hai confidato per tutto questo tempo, mi ha incontrato nei boschi. Mi ha detto che dovevo venire e che tu sarai guarita. Così, conformemente all’ordine che ho ricevuto nei boschi, qualche momento fa, nel nome del Signore Gesù Cristo, alzati sui tuoi piedi e sii guarita”. Questa povera ragazza che non pesava più di trentasei o trentasette libre, non avendo altro che le ossa (ella non avrebbe potuto tenersi se avesse dovuto alzarsi) si tenne non solamente in piedi ma saltò gridando con tutte le sue forze, perfettamente normale e bene. Le persone cominciarono a gridare, sua sorella venne correndo non sapendo che fare. Cominciò a gridare e fuggì sulla strada tirandosi i capelli e gridando: “Qualche cosa è successo!”. Suo padre, tornando dalla fattoria con un po’ di latte, udì il piano suonare. Corse per vedere quello che era. Era sua figlia che non si era mossa dal letto per nove anni ed otto mesi, seduta al piano, suonando: “Gesù, tienimi vicino alla croce, c’è una preziosa fontana che ci libera tutti, un ruscello di guarigione che scende dal monte del Calvario”. Perfettamente normale e bene! Ecco che venne il pastore battista e tutti gli altri. Ella andò correndo nel cortile, benedicendo Dio per le foglie e l’erba. Era così contenta, fratelli e sorelle. Questo avvenne circa sei anni fa e, stasera, Georgie Carter è pianista nella chiesa battista di Milltown dove io sono sempre il pastore. Potete scriverle per avere la sua testimonianza: signorina Georgie Carter, Milltown, Indiana. Lo stesso Gesù, che ha guarito Georgie quella sera, è qui stasera, che vuole fare la stessa cosa ad ogni individuo che sta qui nella presenza divina. Lo credete? (9) Messa in guardia contro lo spiritismo Quello che seguirà è una parte del capitolo ventuno del libro “Un uomo inviato da Dio”. Una notte, egli era ritornato a pregare sotto una vecchia quercia, là dove prima si era impegnato a servire Dio in una preghiera segreta. Questo succedeva tra l’una e le tre del mattino. Sua madre e suo padre l’udirono rientrare nella sua camera e lo chiamarono dicendogli che la sua sorellina era malata. Si inginocchiò e pregò per lei, poi tornò nella sua camera. Da quando entrò, udì un suono, simile a quello che avrebbero fatto due fili elettrici che si toccano, producendo una scintilla. A quel tempo, egli lavorava come sorvegliante della linea elettrica e pensò che c’era un corto circuito nella casa. Ma, subito, il suono cambiò e una strana Luce riempì la camera. Gli sembrò di trovarsi come sospeso nell’aria e questo lo spaventò molto, poiché pensava che stava per morire. Subito dopo, notò che la Luce si trovava tutta intorno a lui. Alzando gli occhi, vide come una grande stella che stava al di sopra di lui da dove sembrava venire la Luce. Essa si avvicinò sempre più ed aveva la sensazione che non poteva né respirare, né parlare. In seguito, sembrò posarsi sul suo petto. In quel momento, la scena cambiò e gli sembrò che si trovava su una collina d’erba verde e, proprio davanti a lui, era posato un vecchio barattolo a quattro lati dove si mettevano una volta i dolciumi. All’interno del barattolo, c’era un specie di mosca, simile ad una grande tarma del tabacco che cercava di uscirne. Mentre si preparava a girarsi a destra, vide in piedi, al suo lato, un Angelo potente che lo guardava. L’Angelo gli disse: “Guarda quel che voglio mostrarti”. Allora il fratello Branham vide un braccio gettare una pietra che ruppe il boccaccio. La tarma cercò di volare, ma era come trattenuta al suolo, il suo corpo era troppo pesante per le sue corte ali. Allora, dal corpo della tarma uscì un insieme di mosche ed una di esse volò fino all’orecchio del fratello Branham. L’Angelo gli disse: “Le mosche che tu hai visto rappresentano i cattivi spiriti come lo spirito della divinazione e indovino”. In seguito, Egli lo mise in guardia: “Fa attenzione!”. Questo fu ripetuto tre volte. Dopo questo, il fratello Branham ritornò in se e, quella notte, non riuscì più ad addormentarsi. Il giorno dopo, era molto attento, sorvegliando ognuno dei suoi movimenti ed aspettando che succedesse qualcosa da un istante all’altro. Tutto questo era molto nuovo per lui poiché era il primo avvertimento che avesse mai ricevuto per mezzo di una visione. Lo stesso giorno, a mezzogiorno, entrò in una piccola drogheria al fine di comprare qualcosa per il suo pasto. Il droghiere era un cristiano che ultimamente era stato portato a Cristo, per mezzo del fratello Branham. In seguito, fu di grande aiuto nell’opera della predicazione del Vangelo. Come cominciò a raccontare la visione del giorno prima, una donna entrò dalla porta principale del magazzino. Il fratello Branham ebbe una sensazione particolare, riconobbe che uno spirito strano era entrato. Egli lo disse al suo amico George DeArk. La donna andò verso il fratello del droghiere, Ed, e gli disse: “Cerco un uomo dal nome di Branham. Mi si è detto che è un uomo di Dio”. Allora Ed chiamò il fratello Branham. Quando arrivò vicino a lei, ella gli domandò: “Siete William Branham, il profeta di Dio?”. Le rispose: “Sono William Branham”. Ella domandò: “Siete voi che avete compiuto quel miracolo su William Merrill, all’ospedale, ed avete guarito la signora O’Hannyan che era inferma da diciassette anni?”. Egli replicò: “Io sono William Branham. É Gesù Cristo che li ha guariti”. Allora ella disse: “Ho perduto una certa proprietà immobiliare e vorrei che voi ne determiniate il luogo per me”. Il fratello Branham non comprendeva ciò che voleva dire con la sua proprietà immobiliare, ma capì che era satana che gli aveva inviato questa donna con questo messaggio. Allora le disse: “Signora, vi indirizzate alla persona sbagliata, voi state cercando un medium”. Girandosi verso di lui, gli domandò: “Non siete un medium?”. Egli rispose: “No, io non lo sono. I medium sono dal diavolo. Io sono cristiano e ho lo Spirito di Dio”. Dopo aver sentito questo, gli gettò uno sguardo glaciale e prima che egli potesse aggiungere qualsiasi cosa, intese lo Spirito di Dio dirgli che ella stessa era una medium e che era la mosca che aveva visto nella visione e che era entrata nel suo orecchio. Egli le disse allora: “Il Signore mi ha inviato il Suo Angelo la notte scorsa, e questo in una visione, per avvertirmi della vostra venuta, affinché io stia in guardia. Ringrazio il mio Signore di come mi ha guidato mediante la Sua mano. L’opera che voi fate è dal diavolo e siete venuta per contristare lo Spirito di Dio”. In quel momento, ella portò la sua mano al suo cuore dicendo che aveva bisogno di un rimedio. Il fratello Branham le rispose: “Signora smettete di fare queste cose e il vostro cuore si comporterà bene”. Ella uscì dal magazzino e, a breve distanza dalla porta, ebbe una crisi cardiaca e morì là, al bordo del marciapiede. __________________________________ 1. Come l’Angelo venne a me e il Suo mandato, Chicago, Illinois, 1955. 2. La più grande battaglia mai combattuta, Jeffersonville, Indiana, 1962. 3. Domande e risposte, 12 gennaio 1961. 4. Prendendo parte con Gesù, Jeffersonville, Indiana, l961, pag. 3. 5. L’influenza di un altro, Jeffersonville, Indiana, 1962, pag. 5. 6. Il presente stadio del mio ministerio, 1962. 7. La vostra vita è degna dell’Evangelo? Jeffersonville, Indiana, 1963 8. Visioni, 1960. 9. La vita dei demoni, Toledo, Ohio, 1951.