Metodologie integrate per
la formazione
in Rete
da “L.Galliani UNIPD”
lifelong,
non separa più il tempo dell’infanzia e
della giovinezza dedicato
all’educazione e all’istruzione dal
tempo dell’adultità, dedicato al lavoro
e alle responsabilità famigliare e
sociale,
lifewide, non confina più
l’apprendimento nei luoghi formali
dell’istruzione (scuola, università,
ecc.), ma considera anche quelli non
formali (organizzazioni del lavoro,
ecc.) e informali (mass-media,
Internet, fruizione nel tempo libero di
beni culturali e artistici, ecc.)
La formazione a distanza,
considera come “ambiente formativo tecnologico” comprensivo di
forme di didattica a distanza e di apprendimento on-line, permettendo
una interazione tra
l’apprendimento trasformativo del sé professionale e sociale
nell’organizzazione locale e
le esigenze e le scelte di un apprendimento autodiretto, possibile con
l’accesso libero alla rete globale delle informazioni e delle conoscenze.
Occorre superare la visione e la pratica di una
FAD tradizionale, consistente in una costosa
produzione industriale di corsi di materiali
audiovisivi e multimediali (leggi:Learning Object
interoperabili a norme SCORM) e loro
erogazione per una improbabile autoistruzione
individuale, attraverso altrettanto costose
piattaforme proprietarie (Learning Management
Systems).
Il valore educativo della FAD di terza generazione
sta nelle attività formative on-line,
sincrone e asincrone e
quindi nelle comunità virtuali di apprendimento
e/o di lavoro.
Oltretutto gli
“ambienti di apprendimento on-line”
sono open source,
le applicazioni sono free e
i costi veri riguardano le
nuove professionalità, ancora rare,
di progettista di formazione, di tutor di rete, di
web master.
Integrazione di formazione in aula, sul campo, in rete
Le diverse modalità didattiche di studio e di relazioni
comunicative in aula, negli ambienti di lavoro, in rete
mentre valorizzano specifici metodi di apprendimento
(interattivo, attivo,cooperativo) possono correlarsi a distinte
categorie di obiettivi formativi
(ad esempio: acquisizione di conoscenze procedurali, di abilità
pratiche, di competenze trasversali).
Separare i luoghi della formazione e gli ambienti di
apprendimento sicuramente semplifica la progettazione e
l’organizzazione degli eventi e dei corsi, ma è
un artificio rivelatosi spesso inefficace
Perché non valorizzare, allora, ciò che vi è di originale in ognuna delle
metodologie formative (in presenza, sul campo, a distanza) e dei relativi
paradigmi di apprendimento (razionalista-trasmissivo,
sistemico-interazionista, costruttivista-sociale) per realizzare progetti, corsi,
eventi formativi in cui sia possibile esplorare completamente i quattro
stadi del ciclo di apprendimento, descritti da David Kolb.
I quattro stadi, oltre a definire gli stili di apprendimento (accomodatori, divergenti,
convergenti,assimilatori) che fotografano le persone adulte secondo le diverse
dominanze costruite nel tempo,sono conseguenza di due tensioni:
una tra esperienza concreta quotidiana e pensiero astratto ed
una tra sperimentazione attiva di pratiche innovative e osservazione riflessiva.
Progettare formazione che parte
(1° stadio) dall’esperienza della realtà educativa (percezioni, sensazioni,
intuizioni), sottoposta a riflessione attraverso l’osservazione e la descrizione,
per arrivare “durante l’azione educativa” a comprendere – secondo la teoria
della flessibilità cognitiva – i diversi punti di vista e approcci di significato
(2°stadio).
La riflessione “sull’azione educativa”– che lavorando a ritroso solitamente si
avvale di “mappe concettuali” e di “diari di bordo” – porta alla
generalizzazione o concettualizzazione, attraverso spiegazioni scientifiche,
approcci sistematici, teorie astratte (3° stadio).
La generalizzazione, attraverso una “riflessione per l’azione educativa” conduce
alla progettazione di interventi formativi centrati sul lavoro collaborativo con
gli altri, sulla manipolazione di tecniche-materiali,
sulla modifica delle situazioni, su applicazioni pratiche, sulla valutazione delle
prestazioni (4°stadio).
Il ruolo strategico della
formazione on-line
La corretta definizione di e-Learning
Pensare l’educazione del domani è fare propri il concetto e la pratica
dell’apprendimento aperto e flessibile, ridefinendo le categorie di spazio e tempo,
comunque determinanti nella didattica in presenza, sul campo e on-line.
Le TIC permettono finalmente agli ambienti educativi formali/artificiali – come
quelli scolastici – di essere contemporaneamente chiusi e aperti.
Chiusi in quanto devono progettare e realizzare percorsi formativi e curricolari,
monitorabili e verificabili nei loro esiti e riconoscibili in nuclei di specificità
disciplinari e di corrispondenti conoscenze/competenze.
Aperti in quanto devono ipotizzare uno sviluppo delle molteplici forme del sapere,
attraverso i materiali, le esperienze, le fonti e le comunità presenti nella
rete.
In tale contesto l’approfondimento disciplinare, la ricerca più aggiornata,
l’apprendimento incidentale – propri di Internet – possono mobilitare risorse
connesse alla creatività, alla flessibilità cognitiva e al rispetto della diversità delle
persone e dei contesti di vita.
La seconda sfida sta nel passaggio da un insegnamento basato sulle conoscenze
curricolari ad una didattica centrata sulla costruzione sociale delle “competenze
per la vita”, attraverso comunità di discorsi e di pratiche, reali e virtuali, nella
società “connessa” in rete
L’innovazione degli “ambienti formativi” passa attraverso l’integrazione
ricorsiva reale/virtuale (scuola-Internet), costruendo azioni educative
radicate nelle comunità reali delle classi e proiettate nelle comunità
virtuali delle reti.
La grande chance della scuola e dei suoi attori,
è quella di partecipare direttamente – attraverso le Tecnologie
dell’Informazione (che trattano conoscenze e saperi) e della
comunicazione (che trattano linguaggi e relazioni sociali) – ai processi di
produzione della cultura e non solo della sua trasmissione alle nuove
generazioni.
Due diversi paradigmi culturali e scientifici,
uno informazionale e uno relazionale, reggono rispettivamente le
Tecnologie dell’Informazione, in quanto “tecnologie di prodotto”, e le
Tecnologie della Comunicazione in quanto “tecnologie di processo”, e ne
spiegano lo sviluppo attraverso le metamorfosi della multimedialità,
dell’interattività e della loro amplificazione sociale attraverso Internet
(virtualità).
Educazione e istruzione si traducono in “azioni formative” finalizzate
(strategie, metodi, tecniche) ad aiutare i soggetti ad organizzare,
sviluppare, riflettere sul proprio apprendimento.
Gli “ambienti formativi integrati” sono segnati dalle dinamiche
didattiche che relazionano i processi di informazione (organizzazione
scientifico-disciplinare dei saperi) con i processi di conoscenza
(ricezione,esplorazione, contestualizzazione) e con i processi
dell’apprendimento (paradigmi: cognitivista, interazionista,
costruttivista).
Le innovazioni “innescate” dalle tecnologie possono operare
cambiamenti significativi nel sistema scolastico e formativo, se gli
insegnanti acquisiranno non soltanto abilità tecniche, ma tre tipologie
di competenze:
progettuali per organizzare ambienti integrati di apprendimento (face
to face, in action, on line);
metodologico-didattiche per gestire esperienze educative simulate;
linguistico-espressive per produrre materiali multimediali-interattivi in
specifici ambiti del sapere.
La sperimentazione di un “clima” educativo e
didattico collaborativo e dialogico nelle comunità
di apprendimento on line valorizza
l’autonomia,
le differenze individuali,
la variazione dei percorsi curricolari,
le diversità contestuali,
il confronto delle scelte personali e di gruppo,
la costruzione cooperativa di conoscenze e
competenze condivise.
costruire non solo conoscenze ma padronanze e
dunque modificazioni nel comportamento
educativo e didattico anche in “contesti” e
“organizzazioni del lavoro scolastico” tradizionali
o addirittura ostili al cambiamento.
Il modello organizzativo e didattico prevede
l’integrazione sistemica tra le forme
metodologiche originali di ognuna delle tre
tipologie di relazione formativa:
a) in presenza, con docenti-esperti che si
relazionano a gruppi variabili di insegnanti in
aula e/o in laboratorio, attraverso
comunicazione orale supportata da tecnologie
informatiche e
telematiche e con le fasi di emissione,
ricezione e feed-back sincrone;
b) sul campo, con ricerche applicate e ricercaazione nelle classi e con gruppi di
miglioramento della qualità (efficaciaefficienza interna e esterna dell’istituto);
c) on line, cooperativa e collaborativa tra
esperti e gruppi di insegnanti, con ricerca e
uso delle risorse didattiche situate nel Web e
con comunicazione testuale, orale e audiovisiva asincrona e sincrona.
.
Al primo livello collochiamo l’innovazione disciplinare derivata dai
learning object dopo necessarie attività di catalogazione educativa e di
validazione scientifica e pedagogica.
Ad un secondo livello possiamo collocare l’innovazione delle competenze
professionali trasversali dell’insegnante attraverso la riflessione in gruppo
sulle azioni educative e sulle pratiche didattiche,
derivata dall’osservazione e dalla narrazione delle esperienze. Vanno
acquisiti metodi autobiografici per raccontare “storie di vita”,
comunicazione asincrona on line (forum e ancor più blog) ,scrittura
collettiva di Wiki. Comunità di discorsi e di lavoro collaborativo e
cooperativo.
Al terzo livello dell’integrazione presenza-campo-rete possiamo collocare
l’autoanalisi delle prestazioni individuali e collettive per il miglioramento
della qualità dei processi e dei prodotti formativi. L’assunzione di
responsabilità passa attraverso gruppi di miglioramento promossi negli
istituti e fra gli istituti scolastici, costruendo reti di scuole in grado di
implementare e valorizzare “buone pratiche” organizzative e valutative
della qualità.loro azione di coinvolgimento degli allievi stessi nella
progettazione-costruzione-elaborazione diretta di nuovi materiali
multimediali attraverso il lavoro collaborativo/cooperativo di gruppo.
Queste proposte di formazione integrata centrate sull’applicazione
trasformativa e innovativa delle tecnologie multimediali e interattive
necessarie allo sviluppo on the job delle competenze degli insegnanti,
permette
l’accesso libero e/o guidato alle fonti dei saperi,
la rottura dell’isolamento degli insegnanti in servizio,
la messa in comune delle esperienze di studio e di lavoro,
la costruzione di comunità di pratica tra reti di scuole,
la diffusione/disseminazione dell’innovazione.
L’originalità del modello di didattica integrata non si collega
evidentemente soltanto alla soluzione di problemi di efficienza (rapporto
costi/benefici), ma anche di efficacia (rapporto obiettivi/risultati), laddove
la qualità è determinata dalla diversità dei sistemi simbolici e tecnologici
di codificazione del sapere e di mediazione comunicativa, dalla
trasformazione degli ambienti di studio e di lavoro in contesti collaborativi
di confronto e di ricerca, da una organica attività di autovalutazione di
Istituto e di assessment delle competenze e delle performances,
introducendo nell’organizzazione sistemi di Knowledge Management.
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formazione integrata