MY GENERATION edizione web del bimestrale
d'informazione a cura del Coordinamento FABI
Giovani - numero zero in attesa di registrazione
Il bimestrale young di
[email protected]
a cura del Coordinamento FABI Giovani
Una voce
tutta nostra
Attualità
I giovani e la storia
Musica & Concerti
Suoni dolci & meno dolci
03EDITORIALE
Una voce tutta nostra
04
ATTUALITà BANCARIA
I giovani e la storia
Lavorare in... Spagna
08
CERCA LAVORO
09SPORT
Olimpiadi Roma 2020
Campionati Mondiali di Short Trach Junior.
Sledge Hockey - Fantastica Italia.
Slittino - Zoeggler,10 con lode!
11letteratura
Il fenomeno "libertà"
13cinema
Film di oggi e di ieri
14musica e concerti
Suoni dolci e meno dolci
15web
Banche e social networks
16
Diritto in pillole
Il Contratto a tempo determinato
17arte
Matisse, la seduzione di Michelangelo
18estero
Madrid è un passo avanti
Quattro salti in padella
21citazioni
Direttore Responsabile
Lando Maria Sileoni
Capo Redattore
Lodovico Antonini
Comitato di Redazione
Mattia Pari
Francesca Azimonti
Paolo Baldassarra
Elisa Bianca Gallinaro
Stefano Maini
Bruno Marazzina
Simona Misticoni
Simona Ortolani
Massimo Pellegrino
Mirko Vigolo
Collaboratori
Flavia Gamberle
Moby Dick
Coraggio,
ragazzi: la FABI
è con voi !
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y Generation è la risposta a quanti pensano che il sindacato sia una fortezza inaccessibile ai giovani, un residuato del vecchio millennio, che tutela e dà la parola
soltanto a lavoratori già garantiti e over 35.
Per la FABI non è così.
E l’iniziativa editoriale che vi presentiamo, autonomamente curata e gestita dal Coordinamento Giovani, è la dimostrazione che il nostro sindacato crede
davvero nella capacità di elaborazione politica delle
nuove generazioni e non ne ha per niente paura.
Il nuovo bimestrale web dei Giovani FABI sarà il
banco di prova per valorizzare le idee, le proposte e
i talenti di tutti i nostri iscritti con meno di 35 anni,
che rappresentano la categoria di lavoratori che più
di tutte le altre sta pagando il caro prezzo della deregulation del mercato del lavoro e dello smantellamento del welfare.
C’è chi li chiama “generazione tradita” o, “generazione Tuareg”, perché - come i popoli nomadi del
Sahara - anche loro vivono in un “deserto”: quello
della precarietà lavorativa ed esistenziale.
Noi pensiamo che il primo passo per fare uscire i
giovani da questa emergenza sia renderli protagonisti delle loro idee e, quindi, del loro futuro.
My generation nasce con questa coraggiosa ambizione.
Lando Maria Sileoni
Segretario Generale FABI
Hanno collaborato a questo
numero:
Marco Pezzella
Fabio Mascagna
Editing:
Mariapaola Diversi
Grafica di Copertina
Silvia Catalucci
Edizione web
Marco Ammendola
Impaginazione
Majakovskij comunicazione
E ditoriale
di Mattia Pari
Coordinatore Nazionale
FABI Giovani
Una voce tutta nostra
U
na voce tutta nostra in un Paese che parla molto dei giovani,
ma che li ascolta poco.
Il progetto si può sintetizzare così, con semplicità, perché non
occorrono grandi parole neanche per raccontare gli obiettivi
più ambiziosi.
Queste pagine elettroniche viaggeranno nel web e saranno la testimonianza del nostro pensiero. Rappresenteranno lo strumento con il quale
condivideremo idee ed interessi. Parleremo di grandi sistemi, di società,
di lavoro, di persone, ma anche di sport, cinema, arte e musica.
Parleremo di tutto, ma soprattutto lo faremo da giovani per i giovani.
Perché la prospettiva non è una banalità e la realtà, per essere autentica,
ha bisogno di tutte le visuali.
Con questa consapevolezza la FABI ha istituito nel 2000 il Coordinamento
Giovani e con la stessa convinzione propone oggi un giornale dedicato al
mondo giovanile. Scriveremo senza compromessi, con la romantica presunzione e lo slancio ideale tipici della nostra età, perché questa finestra
sul mondo nasce per voi e per noi ed è una straordinaria occasione che
non ci faremo sfuggire.
I giovani per i giovani, senza intermediari. Così ha voluto la FABI: solo
voi e noi. Un filo diretto per raccontare il presente e immaginare il futuro.
Pagine virtuali, quindi, come luogo d’incontro e confronto. Un’agorà dove
tutti sono invitati e dove tutte le opinioni avranno cittadinanza.
Affideremo alle parole e al web le nostre speranze e priorità; ci faremo
carico di lottare per l’occupazione, continueremo a contrastare la precarietà, incoraggeremo forme di previdenza complementare e proseguiremo, in sintesi, tutti quei temi di cui la FABI in questi anni si è fatta carico.
Tuttavia, lo faremo dalla prospettiva di chi è “oggetto in discussione”, di
chi quei problemi li vive in prima persona.
La nascita di questo giornale, alla vigilia del rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro, è la dimostrazione più eloquente del ruolo che la nostra
Organizzazione sindacale vuole dedicare ai giovani.
E noi, di certo, non ci tireremo indietro. Insieme realizzeremo una rivoluzione pacifica, che ci darà voce, senza il bisogno di urlare per essere
ascoltati, come troppo spesso i giovani sono costretti a fare.
Perché il nostro sindacato ci ascolta e ci sostiene.
Perché se è vero che saremo i protagonisti del futuro, è altrettanto vero
che dobbiamo vivere nel presente. E nessuno ci può imporre il silenzio,
se non quello intelligente dell’alternanza nel dialogo. Faremo un giornale
magari dal sapore acre, forse un po’ acerbo ed imperfetto.
Ma saremo pungenti quanto basta e, soprattutto, inguaribilmente veri.
Buona lettura e buon lavoro
Aprile / Maggio 2011
Editoriale
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Aprile / Maggio 2011
attualità
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di Massimo Pellegrino
Componente Esecutivo Nazionale
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di Family Banker.
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ricerca a Messina, giovani
diplomati/laureati da inserire nei seguenti ruoli:
Promotori Finanziari e
Intermediari Assicurativi
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Ina Assitalia
a La Spezia l’opportunità di inserirsi con il ruolo di Consulente Assicurativo, chiedendo come requisito principale una età compresa tra i 20 ed i 30 anni. La stessa
Società, a Torino e Cirie’ offre il ruolo di Consulente
Previdenziale, mentre a Vicenza e a Mestre cerca Consulenti Commerciali
Fire S.p.A.
(Soc di recupero crediti)
per la nuova apertura di
una sede a Milazzo (ME),
cerca Operatori di recupero crediti e Team Leader.
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di Stefano Maini
Componente Esecutivo Nazionale
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Giovani atleti vincono
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Olimpiadi, Roma 2020?
a capitale si è candidata per
le Olimpiadi, Roma 2020 ?
La Capitale si è candidata per
le Olimpiadi del 2020, quindi è stato definito il Comitato esecutivo con la presidenza di Mario Pescante e vice presidenti Alemanno
(sindaco di Roma) e Petrucci presidente del Coni)
Resta forte il problema dei finanziamenti: servono circa 10 miliardi.
Ci auguriamo di poter trovare le risorse necessarie per rilanciare in
modo forte l’immagine del nostro
Aprile / Maggio 2011
paese e poter riuscire a dare una forte spinta al volano economico.
Campionati MONDIALI
di SHORT TRACH JUNIOR
a giovane squadra femminile, composta da Ylenia Tota
(16 anni !) Elena Viviani e
le sorelle Martina ed Elena
Valcepina, si è laureata Campione
Mondiale, battendo le super favorite star di Canada, Cina e Corea.
Così giovani e così forti le ragazze
azzurre tengono alto l’onore e il prestigio dello sport in rosa italiano.
L
Sport
9
S port
di Stefano Maini
Componente Esecutivo Nazionale
FABI Giovani
SLEDGE HOCKEY
Fantastica Italia
La nazionale, nata soltanto sette anni fa, conquista il suo primo
titolo continentale superando per
2-0 la Repubblica Ceca.
a prima volta che in Italia si
è parlato di sledge hockey è
stato negli anni che hanno
preceduto i Giochi Olimpici
di Torino quando si è dovuto allestire dal nulla la Nazionale, messa in
campo per la prima volta nel 2005
agli Europei, in cui finimmo ultimi
subendo 56 reti senza segnarne una.
Il CIP ( Comitato Italiano Paraolimpico) con entusiasmo ha voluto continuare, allestendo collegiali tecnici
e ospitando formazioni europee in
stage per far crescere l’esperienza
dei giocatori e, finalmente, il sorprendente risultato è arrivato.
Il vice capitano Gianluca Cavaliere,
commenta così: “La partita più diffi-
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"La finale con
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non dico che sia stata
facile, ma ormai
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cile è stata la semifinale con la Norvegia, nessuno avrebbe scommesso
su di noi. Avevano persino già affidato agli arbitri italiani la finalissima, dando per scontata la nostra
sconfitta e, invece, abbiamo saputo ribaltare la situazione. La finale con la Repubblica Ceca non dico
che sia stata facile, ma ormai eravamo gasatissimi, già sicuri di una
medaglia, quindi, abbiamo giocato
tranquilli”.
Bravi ragazzi, avete dimostrato che
la forza di volontà e l’abnegazione
possono averla vinta anche sui pronostici sfavorevoli. Un bellissimo
messaggio agli sport ricchi e famosi!
SLITTINO - Zoeggler,
10 con lode!
rmin nella stagione dei
suoi 37 anni entra definitivamente nella leggenda
dello slittino.
Dopo aver conquistato il suo sesto
titolo Mondiale, a fine gennaio, sulla più bella pista di slittino a Cesana Pariol (Italia), conquista anche
la sua decima Coppa del Mondo e
diventa il più vincente della storia!
Il “cannibale” dello slittino ha pure
raggiunto il record assoluto di 54
vittorie in Coppa del Mondo. Numeri incredibili per ogni sport.
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L etteratura
di Moby Dick
Il fenomeno «Libertà»
il nuovo romanzo di Jonathan Franzen
"Libertà è un capolavoro del romanzo americano. Non
si limita a raccontarci una storia avvincente: la profonda intelligenza morale del suo autore inonda di luce
nuova il mondo che crediamo di conoscere".
The New York Times Book Review
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on Le correzioni, pubblicato negli Stati Uniti una settimana prima dell’undici settembre,
Jonathan Franzen aveva già messo d’accordo
gran parte di critica e pubblico, ma l’accoglienza riservata a Libertà ha il sapore della consacrazione. «Great American Novelist»: è la didascalia con cui
Time accompagna la fotografia di Franzen sulla copertina del 23 agosto. Un riconoscimento, questo, che raramente tocca agli scrittori.
«Se Libertà non è il Grande Romanzo Americano –
rincara il Telegraph – onestamente non so cosa possa
esserlo. La ragione per celebrarlo non è che fa qualcosa di nuovo, ma che fa qualcosa di antico, qualcosa che si credeva morto, e lo fa alla grande».
Ma Franzen, pur essendo riuscito in quello che da tempo dichiarava come suo intento, tiene
a una precisazione: «Del modello ottocentesco uso solo l’esperienza del romanzo che ti porta
via da te, il desiderio di tornare a casa per riprenderlo. Ne abbiamo molto bisogno», dice in
un’intervista sulvenerdì di Repubblica. E sottolinea: «Il lavoro preparatorio dei miei libri è
concentrato sui temi di oggi». Un lavoro preparatorio che, nel caso di Libertà, è durato nove
anni, una gestazione fatta di riflessioni e appunti e studi, di raccolta e orchestrazione, al termine della quale – dice la leggenda – Franzen avrebbe scritto senza interruzioni le seicento
pagine del suo nuovo romanzo. I fatti, poi, stanno a dimostrare che forse non è andata proprio
così, e che Franzen ha lavorato a lungo di cesello, intervenendo sulla trama e sui personaggi
fino al momento della messa in stampa. Alcuni episodi hanno trasformato l’uscita di Libertà
in un evento di costume: il primo reading del libro è stato annullato a causa del furto degli occhiali dell’autore, Obama è stato fotografato mentre inaugurava le sue vacanze con una copia
del libro sottobraccio. E poi, naturalmente, il plauso unanime della critica, inclusa Michiko
Kakutani, il critico più autorevole del New York Times, che era stata definita da Franzen come
«la donna più stupida della città». Ma lei, alcuni anni dopo, non ha avuto problemi a definireLibertà «un esaltante capolavoro», impegnandosi in un lungo elogio alla maestria e all’intelligenza narrativa di Franzen. La Kakutani non è stata l’unica a mettere da parte orgoglio ed
eventuali questioni personali a favore dell’amore per la letteratura di qualità: Oprah Winfrey,
Aprile / Maggio 2011
letteratura
11
L etteratura
nonostante il rifiuto di Franzen di
partecipare al suoBook Club con Le
correzioni (rifiuto seguito da aspre
polemiche), ha rinnovato l’invito. E
Franzen, questa volta, ha accettato.
Può darsi che, come l’autore confida al venerdì, l’evoluzione della
sua prosa – meno caustica, meno
concentrata sull’effetto e sul sarcasmo – sia davvero «un resoconto di
quello che è successo all’autore… E
io, – ha detto Franzen, – non sono
più incazzato».
Ciò che è evidente, al di là dei sorrisi o delle critiche che episodi come
questi possono strappare, è che
Libertà è il grande romanzo di un
grande autore. Jonathan Franzen
raccoglie i cocci del Nuovo Sogno
Americano, raccontando gli anni
Duemila – quelli di Bush, di Enduring Freedom, delle lobby governative, dell'ecologia, dei trust-fund e
dei quartieri che cambiano volto
– attraverso l’esplorazione dei legami familiari, nostro malgrado (o
per fortuna) indissolubili. In balia
di un orizzonte su cui si scontrano
dovere e desiderio, i personaggi di
Franzen combattono una battaglia
in cui tutti cercano il proprio posto
e inseguono l'illusione di «sentirsi
speciali», davvero. In prima linea
12
di Moby Dick
troviamo Walter e Patty Berglund,
con la loro famiglia colta, progressista, rispettosa dell'ambiente, ben
inserita e benestante, ma azzoppata da dubbi e incidenti di percorso
sempre più difficili da ignorare: la rivolta del figlio Joey – che va a vivere
dai rozzi e repubblicanissimi vicini
–, l'insoddisfazione di Patty – che da
stella del basket universitario si vede
tramutata in casalinga con troppo
tempo a disposizione per rimuginare sul passato –, i compromessi
che Walter si trova ad accettare –
condannare una specie di uccellini
blu all'estinzione o permettere che
un'intera montagna venga sventrata? –, fino al complesso di inferiorità che un po' tutti nutrono verso il
vecchio amico Richard Katz, fascinoso ma volubile musicista rock e
terzo vertice di un triangolo rimasto,
per anni, soltanto platonico. Jonathan Franzen intreccia il presente
ai ricordi, il matrimonio alla politica, il desiderio di fuggire alla paura
di deludere, e ci consegna all’esperienza di una verità agghiacciante:
il raggiungimento del bene implica – sempre – l’attraversamento
del male. E la moltiplicazione delle
possibilità ha in sé il germe dell’angoscia: «se sono libero di scegliere,
allora come devo vivere?»
Letteratura
"Libertà"
Jonathan Franzen
2011
Supercoralli
pp. VI - 626
€ 22,00
ISBN 9788806191115
Traduzione di Silvia Pareschi
C inema
di Paolo Baldassarra
Componente Esecutivo Nazionale
FABI Giovani
Film da non perdere
Un salto indietro di
74 anni ed eccoci
al film “storico”
di cui consigliamo
la visione:
"Tempi moderni"
di Charlie Chaplin
DI OGGI…
Win-Win
ll primo film che consigliamo di cercare nelle sale è “Win-Win” (regia di
Jaap van Heusden - Olanda 2010,
83’). La pellicola si sviluppa attorno
alle vicende di un signor “masticanumeri” (Oscar Van Rompey) che
grazie alle sue capacità riesce a far
realizzare ingenti profitti alla banca per la quale cura l’intermediazione mobiliare, ma questo impegno
continuo, lo allontana da se stesso
fino ai limiti dell’alienazione. Il sottotitolo di questo film è “BUY LOW
SELL HIGH”, e per molti lettori di
questo giornale ha un significato legato alla propria quotidiana attività
lavorativa. Il film è abbastanza “di
nicchia” e trovarlo nelle sale italiane
Aprile / Maggio 2011
non sarà molto semplice; bisogna
stare poi attenti a non confonderlo
con “Win win”, commedia statunitense del 2011 presentato al Sundance festival e in uscita negli Stati
Uniti proprio a marzo 2011. Questa
insolita presenza in quasi contemporanea di due film con lo stesso
titolo è uno stimolo ulteriore alla
ricerca e alla visione del film.
DI IERI…
Tempi moderni
Un salto indietro di 74 anni ed eccoci al film “storico” di cui raccomandiamo la visione: Tempi moderni (Modern times USA 1936, 87’).
Scritto, interpretato, diretto e prodotto dal grandissimo Charlie Chaplin. In un mondo industriale che va
sempre più meccanizzandosi, l’operaio Charlot alla catena di montaggio, perde la propria condizione
di uomo alle prese con la macchina,
dovendo assecondarne i ritmi sempre più disumani dovuti alla riduzione progressiva delle pause tra un
turno e l’altro (ci ricorda qualche
iniziativa di “illuminati” manager
italiani contemporanei…). Diventa
così, fagocitato dalle maglie della
modernissima “macchina infernale”, parte dell’ingranaggio. Ricoverato forzatamente per problemi
nervosi, dopo le dimissioni dall’ospedale s’imbatte in numerose altre
disavventure, dall’arresto per l’aver
capeggiato una manifestazione non
autorizzata (cui non sapeva neppure di stare partecipando), alla libertà ottenuta per aver sventato una
rivolta dei galeotti. Riacquisita la
libertà, torna a impiegarsi in lavori
occasionali, incontra una monella
di cui s’innamora e, tra varie peripezie, finisce con l’intraprendere con
lei, mano nella mano, il cammino
verso nuove possibilità. La sconvolgente attualità di questo film ci deve
spingere alla ricerca di un buon noleggiatore dove trovarne una copia.
Cinema
13
M usica & concerti
a cura di Bruno Marazzina
Componente Esecutivo Nazionale
FABI Giovani
Suoni dolci e meno dolci
Jovanotti
Ora (Universal 2011)
Motörhead
The Wörld is Yours (Emi 2010)
D
al rap alla samba,dal bossanova a sonorità
africane,dalla dance a qualche riferimento
anni '80,qualche "passo"di tango,per poi passare ad accenni medioevali e non solo.
Lorenzo ama spaziare e sperimentare, mescolare generi musicali di tutte le latitudini senza mai perdere il
suo stile unico ed inimitabile:il "megamix" è esplosivo.
Poeta, pittore di parole,cantautore ormai raffinato e
straordinario interprete vocale riesce sempre ad emozionare. D.J. nell'animo, ecclettico nello spirito.
Punto di riferimento assoluto;da non perdere in concerto dove si trasformerà,come sempre,in "animale"da
palco.
Si balla,si viaggia,si pensa,si sogna,ci si commuove e si
spera. Più disincantato ma sognatore,eterno pensiero
positivo in continua evoluzione. Una marcia in più per
questo doppio cd: lo definireste"pop"?
Semplicemente Lorenzo-Jovanotti!
P
er chi non ci credeva Lemmy suona il blues, e
che blues: la mitica Ace of Spades. Il celebre
brano dei Motörhead è stato reinciso da Lemmy
per lo spot di una famosa birra e poi inserito
come bonus track nell’ultimo cd del gruppo inglese .
Il ventesimo album di questa pietra miliare del rock
si chiama The Wörld is Yours, disco imperdibile per
gli appassionati. Due anni dopo l’uscita di Motorizer,
Lemmy e i suoi tornano a centrare il bersaglio con un
disco carico di rock duro e puro, teso fino allo spasimo
e, soprattutto, incredibilmente veloce. La line up del
gruppo è mutata molte volte dal lontano 1975, sempre
con Ian Fraser Kilmister (alias Lemmy) al centro, ed
è sempre stata un trio. Nonostante le dichiarazioni,
i Motörhead hanno fuso punk rock ed heavy metal,
ponendo le basi dello speed metal (la musica dei Metallica per intenderci). La costante è, però, una sola:
Lemmy e i suoi suonano solo quello che gli piace e lo
fanno alla grande.
Marco Pezzella
Bruno Marazzina
14
Musica & concerti
W eb
di Fabio Mascagna
Banche e Social Networks
Anche gli istituti bancari sono entrati a pieno titolo all'interno dei social networks,
sia come fruitori che come investitori. Dal 6° Rapporto sulle Intranet delle Banche
realizzato da ABI Lab, in collaborazione con la School of Management del Politecnico
di Milano, emerge che gli istituti bancari stanno diventando sempre più 2.0.
N
onostante la congiuntura
non proprio favorevole, le
previsioni per i prossimi
anni vedono aumentare gli
investimenti nelle reti aziendali. Il
50% dei gruppi bancari intervistati
prevede un aumento dei propri investimenti, mentre il 36% prevede
di lasciarli invariati, tutto quanto in
favore di un aumento della digitalizzazione allo sportello ed un'integrazione con i principali social networks e community. Il web 2.0 nelle
reti Intranet ed Internet riesce sia a
ridurre i costi, sia a garantire tempestività e qualità sugli interventi e
sulle decisioni da prendere.
Gli strumenti utilizzati all'interno
delle reti Intranet che hanno iniziato a prendere definitivamente piede vanno da forum a blog aziendali,
passando da wiki e strumenti di col-
laborative real time editing per l'editing collaborativo di pagine web,
documenti di testo, fogli di calcolo
e presentazioni; il podcasting rende invece più semplice la pubblicazione di messaggi e contenuti. Una
valida alternativa anche agli archivi
cartacei, consentendo un considerevole risparmio sia in termini economici che ambientali.
Ma gli istituti bancari non si interessano ai social networks ed al web 2.0
solo in qualità strumenti, ma come
veri e propri veicoli di business.
Non è di molto tempo fa la notizia
dell'investimento di 450 milioni di
dollari da parte della Goldman Sachs – assieme la gruppo russo Digital Sky Technologies - su Facebook,
portando il valore del più noto dei
social networks a 50 miliardi di dollari e più forte sui mercati di borsa
di compagnie come eBay, Yahoo e
la Time Warner.
Ora anche la JP Morgan sta entrando pesantemente all'interno del business dei social networks: in collaborazione con la Digital Growth
Fund di Chris Sacca ha deciso di
investire su Twitter (il principale
network di microblogging) ben 400
milioni di dollari, facendo così lievitare il valore di mercato dell'”uccellino” a 4,5 miliardi di dollari. Con i
300 milioni di utenti attuali e come
obiettivo quello di raggiungere i
600 milioni di iscritti di Facebook
l'investimento non sembra affatto
avventato, soprattutto in previsione di un affiancamento al mondo
pubblicitario da parte di Twitter che
potrebbe raddoppiare gli introiti in
cassa degli attuali proprietari. Anche le banche diventano 2.0.
web
15
D iritto in pillole
Contratti atipici & nazio
Il contratto a tempo determinato
I
l Contratto di Lavoro a Tempo
Determinato prevede un termine finale di durata ed è disciplinato dal DLgs 368 del
06.09.2001. Può essere stipulato
quando vi siano ragioni di ordine
tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, come ad esempio
l’incremento della manodopera
per picchi di lavoro temporanei o
la sostituzione di lavoratori assenti per malattia, maternità e/o ferie.
Il Contratto a tempo determinato
deve essere un atto scritto, in cui
devono essere riportate le ragioni
specifiche dell’assunzione. La durata del rapporto di lavoro iniziale non può essere superiore ai 36
mesi; in caso di durata inferiore
il contratto può essere prorogato
una sola volta, ma la durata massi-
16
ma non può comunque essere superiore alla durata massima di cui
sopra. Il lavoratore a T.D. ha diritto
a ricevere il medesimo trattamento
di quelli assunti a tempo indeterminato che svolgano la stessa attività
e nel medesimo inquadramento, a
meno di accordi sindacali aziendali
che possano prevedere deroghe. Il
trattamento di Pensione obbligatoria (INPS) e la Malattia sono regolati secondo quanto già stabilito per i
lavoratori assunti a Tempo Indeterminato. Mentre la previdenza complementare è oggetto di demando
alla contrattazione di secondo livello e quindi il contributo aziendale
dipende dagli accordi in essere ed è
generalmente diverso da quello per
gli assunti a tempo indeterminato.
Le ferie, invece, spettano pro quo-
ta, secondo la durata del contratto
di lavoro. Nessuna discriminazione per quanto riguarda l’iscrizione al Sindacato o la partecipazione
del lavoratore a scioperi e/o alle assemblee sindacali, se previste nella sua unità produttiva. Per quanto riguarda la formazione, nessun
tipo di addestramento o formazione
è previsto nel CCNL dei bancari per
il contratto a termine (il contratto
di inserimento ha un minimo di 16
ore - accordo interconfederale del
2004 - mentre per l’apprendistato
il periodo e le modalità della formazione sono previste dalla Regione
competente per il luogo di assunzione). Infine, il lavoratore assunto con
questa forma contrattuale può essere licenziato solo per giusta causa e
non per giustificato motivo.
A rte
di Simona Ortolani
Componente Esecutivo Nazionale
FABI Giovani
Matisse, la seduzione
di Michelangelo
Fino al 12 giugno al Museo di Santa Giulia di Brescia è
in programma l’affascinante esposizione su Matisse.
L
a mostra raccoglie più di
180 opere tra sculture, dipinti, disegni e gouaches
découpées ed espone alcuni capolavori dell’ artista francese
difficilmente concessi in prestito,
come la celebre scultura Lo Schiavo
(Musée Matisse di Nizza) il grande
dipinto Il ratto d’Europa (National
Gallery of Australia di Canberra) e
il magnifico Busto in gesso, bouquet
di fiori (MASP di San Paolo del Brasile).
Nato nel 1869 a Le Cateau-Cambrésis in Francia, Henry Matisse è
oggi considerato uno dei maggiori
artisti del XX secolo. Nonostante
sia vissuto durante uno dei periodi
più tragici della nostra storia, nella
sua opera non vi è traccia di sofferenza: i suoi dipinti sono un mondo
a parte, in cui si trova pace, calma,
serenità, colore e luce. Copiava dapprima i grandi maestri, che vedeva
al Louvre, poi fu influenzato dagli
impressionisti, da Paul Cézanne,
Gauguin, Van Gogh e Paul Signac,
ma anche dall'arte giapponese.
Fu la personalità più rappresentativa dei Fauves, un gruppo di pittori che espose per la prima volta
al Salone d’Automne di Parigi nel
1905, suscitando scandalo e clamore tra il pubblico. Il loro nome deriva dall’espressione che il critico
d’arte Vauxcelles usò per descrivere la sala in cui esponevano: "cage
Aprile / Maggio 2011
aux fauves" cioè una "gabbia delle
belve", per la “selvaggia” violenza
espressiva del colore. Il colore acceso, paragonato dagli artisti stessi
a un “tubetto di dinamite”, il rifiuto delle leggi prospettiche tradizionali e la voglia di comunicare sono
il contributo dei fauves alla nascita
dell’espressionismo. Questi artisti
si avvalevano del colore e della linea per esprimere i loro sentimenti, volevano proiettare nell’oggetto
la propria vita interiore, piuttosto
che rappresentare oggettivamente la realtà. Matisse fece del colore
l’elemento vitale dei suoi dipinti e
approfondì, soprattutto dopo il periodo Fauve, la forza della linea, la
musicalità dell’arte e il senso della
decorazione. La visione emozionale dell’arte e l’armonioso accostamento di oggetti e figure nelle sue
opere, esprimevano quella “gioia di
vivere” che per Matisse era il valore
più alto dell’arte.
Accanto allo studio del colore e della
linea, tutta l’opera di Matisse è piena di un grande amore per la scultura, da lui descritta come “rasserenante” e come “riposo per
la mente”. L’approfondito
studio sulla plasticità dei
corpi e sulla semplificazione della forma porterà all’invenzione delle
gouaches découpées.
L’elemento pittorico
e quello scultoreo sono finalmente riconciliati: “Ritagliare a vivo nel
colore mi ricorda il procedimento
diretto della scultura. Invece di disegnare il contorno e inserire il colore, disegno direttamente il colore”.
La mostra del Museo di Santa Giulia accompagna il visitatore alla scoperta dello stretto legame fra scultura e pittura nell’arte di Matisse,
analizzando in particolar modo il
rapporto con l’opera di Michelangelo. Del genio fiorentino Matisse
ammirò soprattutto la semplificazione della forma,“si potrebbe far
rotolare una statua di Michelangelo
- affermava - dall’alto di una collina fino a far scomparire la maggior
parte degli elementi di superficie:
la forma rimarrebbe comunque intatta”.
Appuntamento da non perdere.
E stero / viaggi
di Simona Misticoni
Componente Esecutivo Nazionale
FABI Giovani
Madrid è un passo avanti
Crisi o no, la capitale spagnola continua a crescere.
Vive 24 ore su 24. Costruisce musei, grattacieli, aeroporti.
Le torri Kio, in Plaza
de Castilla. Progettate
da Philip Johnson
e John Burgee,
si fronteggiano
inclinate di 30°
gradi e formano la
Puerta de Europa
18
M
ADRID no te espera. Madrid non ti aspetta. È come
la parlata, torrenziale, dei
suoi abitanti: ti travolge,
ti stordisce e non attende risposta.
Perché ha troppo da dire, da fare,
da vedere, va sentire. Altro che siesta! Capitale “altolocata” per natura
(è quasi a 700 metri sul livello del
mare) deve la sua fama recente alla
movida: la regola d'oro è fare una
siesta prima di cena e poi alle 22:30
si parte. Prima tappa una grigliata o
una paella in uno dei famosi ristoranti di Calle Cava Baja, dove si può
addirittura incontrare la famiglia
reale, o per chi preferisce una cena
light gustare le speciali tapas locali.
Madrid è piena di locali doble cara,
ristorante e disco bar. A mezzanotte la serata è appena iniziata: si può
andare a bere qualcosa in qualche
E stero / hanno viaggiato per noi
lounge bar dove viene suonata buona musica dal vivo, aspettando l'una
di notte per decidere in quale discoteca (a volte più di una) concludere
la serata. Per coloro che non amano
le nottate di baldoria, la domenica
mattina c'è il Rastro, il mercato delle
pulci. Molto turistico e ormai forse
snaturato come quasi tutti i bric-àbrac, il Rastro è - comunque - pieno
di umanità e ha ancora riti e segreti
che solo pochi conoscono, come ad
esempio la bottega delle aceituinas:
piccola e stretta, con piastrelle luci
al neon e un'insegna sbiadita che
danno un tono mediorientale, vende soltanto olive, ma di tutti i tipi
immaginabili, infilate in decine di
varietà di spiedini. La coda è lunga,
ma va fatta: è un piacere della vita
condividere un immenso cartoccio
di olive miste, seduti sulle panche di
pietra della piazza, sfogliando magari i libri appena comprati nelle
bancarelle vicine. Merita una visita
il Museo del Prado, la più famosa
pinacoteca spagnola. Non vi è alcun
segreto o rito che permetta di evitare la coda. I recenti ampliamenti di
circa 22,000 metri quadrati, curati
dall'architetto Rafael Moneo, confermano che Madrid non si conserva a lungo uguale a se stessa neppure nei musei! Un altro esempio è
l'apertura della CaixaForum, un’ex
centrale elettrica diventata uno
spazio espositivo sorprendente fin
dall'ingresso, con un giardino ver-
ticale che è già uno dei set preferiti
dai fotografi di moda. Altro luogo
sorprendente è il giardino tropicale ospitato dentro la stazione ferroviaria di Atocha, riprogettata dallo
stesso Mineo del Prado. Né il nuovo
Prado né la CaixaForum, però, sono
riusciti a riprendersi il ruolo di icona della modernità che dal 1996 è
appannaggio delle torri Kio (Kuwait
Investiment Office), i due grattacieli
inclinati di 15 gradi al centro di Plaza
de Castilla. Persino Filippo II, che
449 anni fa fece di Madrid la capitale di Spagna, ammetterebbe che
non c'è arco di trionfo più adeguato
all'ansia di superare se stessa che la
città dimostra.
Quattro salti in Paella
Il nome deriva dal recipiente nel quale si prepara il mitico arroz seco (riso)
di Valencia. Dentro ci si può mettere di tutto: carni, pesci, molluschi, verdure.
Tutto serve, infatti, a far esplodere il sapore del riso. Una vera bomba.
N
ata come piatto domenicale
dagli orticoltori dell'Hoya
de Bugnol – un'area fertile
alle spalle di Valencia – che
amavano cuocere le loro verdure insieme al riso e alla carne dei conigli
selvatici che cacciavano nelle vicinanze, ha preso il nome dal contenitore in cui la si prepara. Una padella, appunto. Una grande teglia
in metallo da mettere sul fuoco per
cuocere il riso nell'olio.
Il risultato? Un piatto di arroz seco
valenciano che è diventato icona gastronomia internazionale: una foto-
Aprile / Maggio 2011
Estero / viaggi
19
H anno viaggiato per noi
grafia in giallo intenso della Spagna,
così come la sangria lo è in rosso.
I colori nazionali, non caso.
In tempi più recenti, si sa, la globalizzazione ha finito per trasformare la paella in un “non piatto”,
proprio com'è avvenuto per la pizza. In un “riso con... qualsiasi altro
ingrediente”, nel preparare il quale
si pretende ogni volta di approssimarsi all'origine della ricetta, in realtà allontanandosene sempre più.
Ma bisogna anche non esagerare nel
rifugiarsi in un'ortodossia che finirebbe per risultare prima di senso.
Quella della paella, dopotutto, resta
una ricetta popolare, non codificata:
ecco perché lascia spazio a innumerevoli contaminazioni. Senza contare che il riso - star della gastronomia
locale che dal '97 può fregiarsi della
denominazione di origine protetta
– si presta facilmente ai più diversi
abbinamenti.
Ricetta paella valenciana
Ingredienti per quattro persone:
g 250 di fagioli bianchi secchi, g 500
di pollo, g 500 di coniglio, g 500 di
taccole, g 500 di riso, un pomodoro,
uno spicchio d'aglio, una bustina di
zafferano, olio extra vergine d'oliva,
sale e peperoncino in polvere.
Preparazione: mettere i fagioli bianchi a bagno per una notte. Pelare il
pomodoro e tagliarlo a cubetti; mondare e lavare le taccole; lavare, asciugare, tagliare a piccoli pezzi il pollo e
20
In tempi più
recenti, si sa,
la globalizzazione ha
finito per trasformare
la paella in un
“non piatto”, proprio
com'è avvenuto
per la pizza
il coniglio, quindi, condire con sale e
peperoncino. In una capace padella,
scaldare quattro cucchiai d'olio extra-vergine d'oliva e farvi rosolare
lo spicchio d'aglio pelato e tritato,
il pollo e il coniglio. Aggiungere le
verdure, lasciar rosolare e unire un
litro d'acqua circa. Lasciar cuocere
per 20 minuti, unire il riso e lo zafferano, aggiustare di sale, mescolare
accuratamente e far cuocere per altri
20 minuti, finché l'acqua non sarà
completamente evaporata.
Un segreto? Usa il brodo vegetale al
posto dell'acqua: lo ottieni mettendo
in una casseruola acqua, una cipolla,
una carota e un gambo di sedano.
LA SPAGNA DEI VINI: vitigni e
buoi dei paesi tuoi…
La Spagna, che vanta 63 denominazioni di origine (Do equivalente della nostra Doc), si distingue per l'uso
prevalentemente di vitigni autoctoni. Tra quelli a bacca rossa il più rappresentativo è il tempranillo, da cui
Estero / viaggi
di Simona Misticoni
Componente Esecutivo Nazionale
FABI Giovani
si ottengono anche i grandi vini della
Rioja, unica DoCa ( denominazione
di origine qualificata) del Paese; tra
i vitigni a bacca bianca il più utilizzato è l'airén, mentre dall'albarigno
si ottengono i bianchi più interessanti. Le aree vinicole più rilevanti
sono: Rioja, nota per i rossi; Ribera
del Duero, con vitigno principale il
tinto fino; Priorato, piccola regione
di antica tradizione enologica vocata ai vini rossi, con vitigni principali la carignena e la garnacha; Rias
Baixas, nota per i vini bianchi; Penedès, la regione del Cava, con tre
vitigni principali xarello, parellada e
mocabeo, oltre ad un crescente uso
di chardonnay; Jerez, patria del vino
fortificato ottenuto dai tre vitigni a
bacca bianca, palomino, moscadel
e pedro ximénez; Valdepegnas, Navarra (apprezzato per i rosati garnacha) Somontano, Rueda (verdejo il
vitigno principale) e Toro.
C itazioni
di Moby Dick
Io ho riposto la mia
causa nel nulla.
M. Stirner
Aprile / Maggio 2011
Citazioni
21
A ttualità
di Mattia pari
FEDERAZIONE
AUTONOMA
B A N C A R I
I T A L I A N I
viaggi estero
Quando il sapere
condiviso finisce
nella trasparenza
22
attualità
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