ASSOCIAZIONE TURISTICA PRO LOCO GONNOSCODINA Gonnoscodina (Or) A causa della pioggia la passeggiata è stata rinviata a Domenica 16 maggio 2010 “Pro is moris de is cogas” (Lungo i sentieri delle streghe) “ Lungo i sentieri della strega vi sono i segni di una vitalità ancora prorompente dei cicli naturali, di una natura sorprendentemente interessante, ricca e varia che esige di essere meglio conosciuta e tutelata” Passeggiata in mezzo al verde alla scoperta delle erbe officinali con esperti botanici che vi accompagneranno lungo i sentieri della strega PROGRAMMA: Ore 8,30 - Partenza dalla piazza della chiesa di S. Sebastiano. Ore 12,00 - sosta e pranzo al sacco in località “ Pala funtana” Nel pomeriggio, visita alla tomba dei giganti “s’omu e s’orcu” Per le persone distratte la Pro loco offrirà “ su smurzu “ ( pane, formaggio, salsiccia e un bicchiere di vino) per informazioni: Tel. 078392149 - 078392232 E-mail - [email protected] “pro is moris de is cogas” La Pro loco Gonnoscodina, organizza, per il quarto anno consecutivo, il percorso “pro is moris de is cogas”.Una passeggiata in mezzo al verde che si svolge lungo i sentieri della strega Maria Zara di Gonnoscodina. La ricerca recente si è concentrata sulla stregoneria come fenomeno culturale con una realtà propria. Ciò ha portato a un rinnovato interesse sugli episodi di stregoneria come espressione di credenze, valori e fantasie; a porre l’accento sulla stregoneria come risorsa culturale e sociale e, soprattutto, a prendere coscienza del grande potere metaforico e simbolico non solo nella letteratura e nel dramma, ma più in generale nel mondo della religione e della politica e nella vita della comunità. P.P. Relazione per l'illustrissimo signor cardinale di Toledo inquisitore generale e per i signori del Consiglio di Sua Maestà della santa generale Inquisizione dell'autodafé che l'inquisitore dott. Raya celebrò l'11 giugno 1585 nella piazza di Santa Caterina della città di Sassari nel regno di Sardegna MARIA ZARA, abitante e originaria del villaggio di Gonnoscodina, fu condannata come fattucchiera e come gravemente sospetta di apostasia formale. Uscì nell'autodafé con coroza e insegne di fattucchiera. Abiurò de vehementi e, per cautela, le fu tolta la scomunica in cui era molto sospetta di essere caduta. Le vennero date 100 frustate e le furono imposte alcune penitenze spirituali. Questa Maria Zara è una che uscì nell'autodafè passato del 14 di agosto 1583 . È la nona nell'ordine della relazione del detto autodafé. È giunto un decreto da parte di Vostra Signoria secondo il quale, non risultando l'invocazione o il patto con il demonio, il suo processo non sembrava spettare al Sant'Ufficio. ( SALVATORE LOI – INQUISIZIONE, MAGIA E STREGONERIA IN SARDEGNA – Editore AM & D EDIZIONI ) IL DIAVOLO Il diavolo era il protagonista onnipresente della mitologia inquisitoriale. Ecco alcuni riferimenti storici di altri imputati/e, abitanti nella diocesi di Ales. SEBASTIANA PORRU 1583 - abitante e originaria del villaggio di Gemussi (Simala) diocesi di Ales, condannata come sortilega e fattucchiera che aveva stretto un patto con il demonio, credendo in lui, invocandolo e chiamandolo per tutte le sue faccende per la durata di tredici anni. Fu riconciliata con la formalità di rito, con la confisca dei beni, carcere e abito penitenziale per dieci anni precisi, duecento frustate, cento nel suo villaggio. A carico di questa rea testimoniarono sei persone che deposero contro di lei, in qualità di testimoni oculari, circa alcune fattucchiere da lei operate l’avevano vista gettare il piombo ad alcuni malati, che la superstizione ordinaria in questo regno. TRUISCO CASULA 1545 - questi era un agiato possidente residente a Gonnosnò, era stato nominato dal Viceré alguazile e commissario generale per la Sardegna, incaricato cioè di prendere e perseguire tutti i ladri e malfattori del regno e di metterli in prigione. fu accusato di possedere dentro un’ampolla un demonio dal nome di “ Juame Zullano” e di averlo adorato. Ricorreva a pratiche magiche e al demonio in seguito ad esperienze avute in famiglia, giacché la madre era fattucchiere e sortilega. Nell’autodafè celebrato il 7 dicembre 1545 nella piazza della cattedrale di Cagliari, fu rilasciato al braccio secolare e messo al rogo. NINA PORTA 1586 - Abitante e originaria del villaggio di Masullas, fu arrestata dal vicario generale di Ales e consegnata all’inquisizione perché aveva fama di essere una bruxa. Confessò di aver parlato con il demonio e rispondendo a un capo d’accusa disse che era vero che si era trasformata in un gatto nero dopo aver recitato dei brebus al demonio. In seguito revocò tutto, dicendo che aveva confessato per paura. Alla fine il tribunale decise di assolverla da tutte le accuse. MICHELE NAIZENA 1576 - Abitante di Gonnostramatza fu condannato perché spacciatosi per alguazile, aveva arrestato una donna che si rifiutava di avere rapporti carnali con lui. Giustificò l’arresto dicendo di aver sentito la donna invocare il demonio. Opuscolo prodotto dall’ associazione turistica Pro loco Gonnoscodina A cura di Palmiro Pilloni