“SOSTANZE STUPEFACENTI E LAVORO”
IDONEITA’
ALLA MANSIONE SPECIFICA
DOTT.SSA FRANCESCA CIMMINO
MEDICO-CHIRURGO
SPECIALISTA IN MEDICINA DEL LAVORO
VIA NAPOLI 281/G – CASTELLAMMARE DI STABIA (NA)
TEL./FAX 0818725019 – CELL. 3405301939
OPUSCOLO PER I LAVORATORI
SOSTANZE STUPEFACENTI
Il termine droga deriva dalla parola di origine olandese droog, cioè "secco". L'uso comune
relega il termine nell'ambito delle sostanze illegali, ma in realtà sono droghe anche molte
sostanze usate nelle terapie mediche (in inglese, il termine drug sta ad indicare
genericamente un farmaco) o consumate liberamente, come la nicotina (contenuta nel
tabacco), l'alcool e la caffeina (contenuta nel caffè o nel thè).
Il termine “droga” conosce definizioni diverse a seconda dei criteri utilizzati per
identificarlo.
Dal punto di vista farmacologico, l’espressione “droga” si riferisce a qualsiasi sostanza,
sintetica o naturale, la cui assunzione provoca una modificazione della coscienza e della
percezione dell’umore.
Dal punto di vista legale, vengono definite droghe le sostanze contenute in un elenco
che periodicamente viene aggiornato dal Ministero della Salute. In pratica ciò vuol dire che
una droga non viene considerata illegale finché non viene approvato il relativo
provvedimento ministeriale anche se, da un punto di vista farmacologico, può comunque
essere considerata una sostanza pericolosa.
Le sostanze stupefacenti sono sostanze psicoattive (naturali o sintetiche) che, per le
loro proprietà farmacologiche, agiscono sul sistema nervoso centrale ed alterano
l'equilibrio psicofisico dell'organismo, e che, allo stesso tempo, possono essere oggetto di
abuso, generando una forte dipendenza, sia fisica che psichica.
CLASSIFICAZIONE IN BASE AGLI EFFETTI
Le droghe possono essere classificate in base agli effetti ricercati da chi le usa:
• allucinogene, in quanto stimolano alterazioni della percezione o della interpretazione
della realtà (mescalina, LSD, DMT, ecstasy, cannabinoidi);
• stimolanti, in quanto stimolano l’attività cerebrale (cocaina; amfetamine; caffeina);
• sedative, in quanto deprimono e/o calano l’attività cerebrale (alcol, oppioidi come
l’eroina).
Alcune sostanze sono poste a cavallo tra le categorie indicate poiché possono dare luogo
ad effetti differenti.
Parlando di effetti è necessario sottolineare che questi possono variare in base alla
personalità del consumatore, alla sua predisposizione emotiva e al contesto in cui avviene
il consumo. Inoltre l’assunzione contemporanea di più sostanze, incluso l’alcol, può
potenziare l’effetto ricercato e, soprattutto, può renderle più pericolose.
Sostanze stupefacenti e lavoro
ABUSO TOLLERANZA DIPENDENZA
Per abuso s'intende l'assunzione di queste sostanze per scopi voluttuari e senza
prescrizione medica. Esse, infatti, producono tolleranza, in quanto per ottenere lo stesso
effetto provato la prima volta occorre assumere dosi sempre più abbondanti, fino a
raggiungere e superare una soglia oltre la quale i soggetti non sono più in grado di vivere
senza ricorrere alla sostanza (dipendenza). La dipendenza può essere fisica (quando
l'organismo è incapace di funzionare senza la sostanza esterna alla quale si è adattato
modificandosi; se questa gli viene a mancare si scatena la cosiddetta crisi di astinenza,
che si manifesta in genere con effetti opposti a quelli prodotti dalla droga) o psichica (è il
desiderio spasmodico della droga, accompagnato dalla convinzione di non potere più
andare avanti senza assumere quella determinata sostanza).
CLASSIFICAZIONE
DROGHE
ORIGINE
EFFETTI
Naturale:
derivata
dall’oppio,
sostanza
liquida
ricavata dal
papaver
somniferum
ricavata dalla
morfina
la morfina viene usata in medicina per
curre forme gravi di dolori
( infarto
cardiaco – forme tumorali). Tra i principali
effetti negativi si segnalano:
psichici: appiattimento affettivo; fragilità
dell’umore; depressione; grave danno nelle
relazioni con gli altrifisici: morte per arresto respiratorio
(overdose); infezioni varie ( AIDS, epatite,
tubercolosi, tetano); trombosi e flebiti
sintetiche:
ottenute in
laboratorio
come derivati
dell’efedrina
è un potente stimolante che da
assuefazione, tra i principali effetti si
rammentano: gravi danni al sistema
nervoso centrale; paranoia; allucinazioni
auditive; disturbi della personalità; problemi
cardiovascolari; ipertermia e convulsioni
COCAINA
naturale:
estratta dalle
foglie di una
pianta
tropicale: la
coca
sotto il profilo farmacologico la cocaina
agisce da anestetico locale. Tra gli effetti
fisici si distinguono: infarto cardiaco;
perforazione
del
setto
nasale;
dimagrimento. Tra quelli psichici: elevata
eccitazione; inquietudine; paranoia; crisi
persecutorie;
depressione
grave;
allucinazioni.
CRACK O
ROCK
semisintetico:
derivato dalla
cocaina
purificata
gli effetti sono devastanti soprattutto a livello
di sistema nervoso centrale. Provoca forte
dipendenza
Ottenuti in
laboratorio
producono analoghi effetti a quelli sopra
descritta
naturale:
ottenuta dalle
foglie o dalle
infiorescenze
della canapa
indiana
tra gli effetti fisici si distinguono: tachicardia;
ipotensione ortostatica; lesioni bronchiali;
rallentamento della motilità intestinale;
riduzione della fertilità. Tra quelle psichiche,
si
segnalano:
apatia;
sindrome
amotivazionale; riduzione delle capacità
cognitive; disturbi psichici.
naturale:
ottenuto dalla
resina della
canapa
indiana
eleva l’umore, facilita la comunicazione,
modifica le capacità sensitive; paranoia;
irrimediabili danni alla memoria; vomito:
depressione, ansia
MORFINA
SEDATIVE –
ANTIDEPRESSIVE
EROINA
ANFETAMINE
ECCITANTI O
STIMOLANTI
BARBITURICI
MARIJUANA
ALLUCINOGENE
HASHISH
LSD
semisintetica:
ottenuto da
un fungo che
attacca le
graminacee
benché non sia ancora del tutto chiaro il
preciso meccanismo attraverso cui la LSD
altera le capacità percettive, appare orai
certo che i suoi principali effetti sono:
schizofrenia; depressione; confusione;
ECSTASY
sintetica, ossia
prodotta in
laboratorio da
diverse
sostanze
chimiche
produce
effetti
eccitanti
e allucinogeni
contemporanea-mente.
Produce
danni
irreversibili all’organismo, quali: affaticamento
cardiovascolare; aumento della temperatura
corporea; distruzione dei terminali nervosi e dei
neuroni; insufficienza renale; ecc.
DROGHE SEDATIVE E ANTIDEPRESSIVE
OPPIO E OPPIOIDI
L'oppio (dal greco opos: "succo" o "lattice") è il liquido lattiginoso contenuto nelle capsule
ancora immature di una specie di papavero (Papaver somniferum) originaria dell'area
mediterranea, ma coltivata da tempo in diversi paesi del mondo. L'oppio contiene 20 tipi di
alcaloidi (composti organici azotati che agiscono sul sistema nervoso centrale), alcuni dei
quali (come la morfina, la codeina e la tebaina) svolgono un'azione stupefacente.
I derivati dell'oppio (oppioidi) più comuni sono la morfina (largamente impiegata in ambito
medico), il metadone (sostanza di sintesi usata per la disintossicazione delle persone
"dipendenti" da oppioidi) e l'eroina (derivato della morfina sintetizzato in laboratorio).
Effetti farmacologici e modalità d'assunzione
In medicina, gli oppioidi si usano spesso come analgesici potenti (per il trattamento del
dolore acuto, cronico e severo, come quello associato ad infarto del miocardio, cancro,
malattie croniche ed interventi chirurgici), come antidiarroici e calmanti per la tosse. I loro
principali effetti fisiologici comprendono depressione della respirazione, bradicardia e
ipotensione ortostatica, rallentamento psico-motorio, riduzione dei processi digestivi e
dell'urinazione, nausea e vomito, inappetenza, rash e orticaria a livello cutaneo, miosi,
diminuzione dell'ovulazione e mancanza delle mestruazioni. Gli oppioidi, inoltre, agiscono
sul sistema nervoso centrale in maniera simile alle endorfine, alterando il rilascio dei
neurotrasmettitori e riducendo, di conseguenza, la percezione del dolore, attenuando
l'ansia e le risposte emotive: l'azione inibitoria sulle emozioni provoca l'effetto di
indifferenza e di distacco percettivo che segue il momento di intenso piacere (flash)
provocato dall'assunzione della sostanza e che può durare dalle 4 alle 6 ore.
La MORFINA come sostanza singola viene rapidamente assorbita per via orale (l'emivita
di eliminazione è da 1 a 4 ore e mezzo) ed è metabolizzata a livello epatico in metaboliti
inattivi che sono escreti con le urine.
L'EROINA viene, sniffata, fumata o iniettata (in muscolo o in vena); il suo l'effetto dura
dalle 3 alle 6 ore. Se un oppiaceo è assunto insieme ad altre sostanze sedative (alcool,
tranquillanti) si può avere un pericoloso potenziamento degli effetti; l'assunzione insieme a
cocaina o anfetamine, invece, riduce la sedazione e aumenta l'euforia. L'eroina si presenta
sotto forma di polvere granulosa bianca o marrone; di solito viene mescolata con varie
sostanze (talco, mannite, gesso) ed è preparata in scarse condizioni igieniche, per cui può
presentare problemi di contaminazione da parte di batteri o di altri microrganismi.
Il METADONE è un altro agonista dei recettori per gli oppioidi che presenta tutta una serie
di vantaggi: in parte è metabolizzato dal fegato, ma in altra parte viene immagazzinato e
rilasciato lentamente nell'organismo, non richiedendo l'assunzione di dosi eccessive
durante il giorno; si assume per via orale; può essere somministrato in gravidanza (in
questo modo riduce le ricadute ed aiuta a contenere le infezioni da HIV); produce una crisi
di astinenza meno intensa e di minore durata rispetto a quella derivante da morfina o
eroina. E' l'unico analgesico approvato dagli enti americani per i programmi di
disintossicazione per i soggetti che fanno uso di sostanza stupefacenti.
Effetti collaterali
Gli oppioidi 'puri' non sono tossici (anche se effetti collaterali frequenti sono nausea,
vomito e stitichezza) ed un uso occasionale non crea problemi, a parte i rischi connessi ad
un'overdose. Non tutte le persone trovano piacevoli i loro effetti, soprattutto le prime volte,
ma per alcuni l'effetto calmante, la sensazione di isolamento e di pace in un mondo
ovattato - in cui scompaiono preoccupazioni, tensioni, paure, mentre i pensieri diventano
leggeri e liberi, i desideri si annullano e ogni cosa è come dovrebbe essere - sono attraenti
o addirittura irresistibili. Molti non vanno oltre qualche esperimento, molti continuano ad
assumerli ogni tanto, ma alcuni diventano consumatori quotidiani, andando incontro a
tolleranza e dipendenza. L'uso continuativo, infatti, determina col tempo l'assuefazione
dell'organismo alla sostanza, che comporta tolleranza e dipendenza fisica, accompagnata,
in caso di sospensione dell'assunzione, da crisi di astinenza e da dipendenza
psicologica: in pratica, invece di assumere l'eroina per stare bene o meglio, si è costretti
ad assumerla per non stare male. La crisi di astinenza si presenta in genere dopo circa 8
ore dall'ultima assunzione ed è caratterizzata da ansia, sbadigli e sudorazione,
lacrimazione, insonnia, crampi e dolori diffusi.
Rischi
L'eroina di strada è sempre una sostanza impura e mescolata a tagli potenzialmente
tossici. La dose effettivamente assunta è imprevedibile. I rischi sono l'overdose e tutti
quelli connessi alle iniezioni fatte senza rispettare le norme igieniche; al primo posto le
infezioni (epatiti, endocarditi, AIDS) perché si usano strumenti non sterili, non ci si
disinfetta la pelle o, peggio, si scambiano le siringhe. Il rischio di overdose per un soggetto
non tollerante è molto elevato, dato che quello che si compra come eroina può avere
concentrazioni variabili dall'1 all' 80% di sostanza attiva. L'overdose consiste in
un'assunzione eccessiva di oppiacei (soprattutto di eroina, che, agendo sui centri
respiratori, può comportare coma e morte per asfissia a causa dell'eccessivo rilassamento
muscolare): si manifesta con perdita di coscienza, difficoltà respiratoria, miosi (pupille "a
punta di spillo"), colorito bluastro, sonnolenza, confusione e coma. L'entità dell'overdose
dipende dalla quantità assunta e dal grado di purezza. Un'overdose va curata
immediatamente, possibilmente con il naloxone, un antagonista specifico degli oppioidi, e
con un ricovero in ospedale. Il rischio aumenta dopo un periodo di sospensione dell'uso,
poiché si è diventati meno tolleranti e si corrono pericoli anche con una dose che prima
era abituale.
ECCITANTI O STIMOLANTI
COCAINA
La cocaina è un alcaloide che si trova prevalentemente nelle foglie dell'arbusto di
Erythroxylum Coca, una pianta coltivata da secoli in Perù e Bolivia e che ancora oggi
rappresenta un elemento fondamentale della vita quotidiana di quelle popolazioni: le foglie
di coca, una volta masticate, fungono da blando stimolante, alleviano la stanchezza e
rendono meno faticoso il lavoro, combattono il mal di montagna, leniscono i morsi della
fame e contengono vitamine, calcio, ferro, fosforo ed oligoelementi. Nel mercato illecito, la
cocaina si può trovare sotto forma di polvere bianca dal sapore amaro (in genere viene
inalata o iniettata), cristalli, scaglie o tavolette (bianche o marronastre, si tratta della
cocaina che in genere viene fumata). Dopo la raffinazione chimica la cocaina (cloridrato di
cocaina) viene quasi sempre tagliata e miscelata con altre sostanze.
Effetti farmacologici
La cocaina agisce con svariati meccanismi d'azione che sono responsabili dei suoi
molteplici effetti. Agisce da anestetico locale ad alta efficacia e tossicità, in quanto
esercita la sua azione a livello della membrana cellulare, rallentando sia la generazione
che la conduzione dell'impulso nervoso. La cocaina, inoltre, causa un potenziamento delle
risposte eccitatorie ed inibitorie legate ad un aumento della concentrazione dei
neurotrasmettitori simpatici (serotonina, dopamina, noradrenalina, adrenalina) a livello
dei propri recettori; ciò causa a livello periferico tutta una serie di effetti che possono
essere così riassunti: aumento della forza di contrazione e della frequenza cardiaca,
aumento della pressione arteriosa, vasocostrizione, rilassamento della muscolatura liscia
(bronchiale, uterina, intestinale, vescicale), contrazione a livello muscolare, iperglicemia,
inibizione della sintesi di insulina, lipolisi, midriasi. In ultimo, la cocaina è un potente
stimolante del sistema nervoso centrale che può provocare euforia, agitazione,
eccitazione, tremori, movimenti convulsivi che, al termine dell'effetto prodotto
dall'assunzione della sostanza, lasciano il posto ad ansia, irritabilità, aggressività,
depressione e ad altre sensazioni sgradevoli.
Modalità d'assunzione
Le vie di somministrazione sono strettamente correlate alla durata d'azione di una singola
dose: locale (da 20 a 40 minuti), orale e nasale (da 30 a 60 minuti), endovenosa e
inalatoria (20-30 minuti). La cocaina è bene assorbita per via orale (la biodisponibilità della
cocaina è del 30-40%); per via topica è rapidamente assorbita attraverso le superfici delle
mucose; l'assorbimento intranasale può essere invece limitato dall'azione vasocostrittrice
esercitata dalla stessa cocaina. Si distribuisce molto bene nell'organismo passando
attraverso la barriera emato-encefalica e la barriera placentare (la cocaina e i suoi
metaboliti sono stati ritrovati nel latte materno e in campioni di urine dei neonati dopo l'uso
di cocaina da parte della madre). La cocaina è rapidamente ed estesamente
metabolizzata dal sangue e dal fegato. L'emivita di eliminazione può variare, a seconda
della via di somministrazione, da 48 a 75 minuti. L'85-90% di una dose di cocaina la
ritroviamo nelle urine (1-5% di farmaco immodificato e il resto costituito dai suoi
metaboliti). L'assunzione di cocaina per via nasale è quella più diffusa: i cristalli sono
finemente tritati sino a formare una striscia e quindi inalati (sniffati) mediante una
cannuccia. Una dose contiene, in media, circa 20-40 mg di cloridrato di cocaina, a
seconda del grado di purezza. Le foglie di coca, invece, sono tenute in bocca e succhiate
a lungo, oppure vengono usate per preparare un infuso caldo (mate de coca).
Ancora un'altra forma di cocaina è quella fumata sotto forma di crack: sale cloridrato
convertito in una forma più volatile, di solito aggiungendo bicarbonato di sodio o acqua; la
sostanza viene accesa e se ne inala il fumo. L'inizio dell'effetto è più rapido e l'intensità
dello "sballo" è maggiore.
Effetti collaterali ed usi in terapia
L'uso moderato ed occasionale di cocaina non provoca serie conseguenze, salvo
controindicazioni legate a reazioni di ipersensibilità alla cocaina. L'uso cronico e
prolungato, invece, può creare seri problemi a livello di diversi organi od apparati: a livello
del sistema cardiovascolare può provocare - in concomitanza di altri fattori di rischio (quali
fumo di sigaretta, sedentarietà, soprappeso) - aritmie, infarto miocardio ed emorragie
cerebrali; può causare l'aggravamento o determinare l'insorgenza di diversi disturbi
psichiatrici (psicosi, disforia, attacchi di panico, delirio, allucinazioni, paranoia, iperattività e
sensazione di grandiosità, tremori, tic, convulsioni, comportamenti aggressivi e violenti),
che sono generalmente seguiti da profonda depressione del sistema nervoso centrale
accompagnata da depressione respiratoria e circolatoria. Possono anche verificarsi altre
complicanze a livello periferico, quali nefrotossicità, aumento della temperatura corporea,
perdita di peso, riniti, sinusiti, ulcerazioni nasali ed oro-faringee, broncospasmo, polmoniti,
ipertensione polmonare, deterioramento dell'udito, del gusto e dell'olfatto, iperprolattinemia
e disfunzioni sessuali, rash cutanei, mialgia e debolezza muscolare, rabdomiolisi. L'uso di
cocaina in gravidanza è causa di diverse anomalie nel feto, che vanno dal basso peso alla
nascita ad anormalità a carico di diversi organi, fino alla morte improvvisa nella culla e
all'aborto spontaneo. In seguito all'uso intranasale, la morte può verificarsi anche a causa
dell'assunzione di piccole dosi, mentre l'uso endovenoso può produrre morte improvvisa
per tossicità cardiaca. La cocaina di strada (ne esistono diversi nomi, come free-base,
crack, rock, speedball, baseball, coke, snow, e Dama Bianca) spesso contiene impurità,
tra cui amfetamine, eroina e altre sostanze che possono contribuire alla tossicità. A
prescindere da quello voluttuario, attualmente l'uso della cocaina è quasi interamente
ristretto a procedure chirurgiche che riguardano l'anestesia del naso, gola, bocca ed
orecchio; è usato in ambito pediatrico per la riparazione di piccole lacerazioni al viso e
come unguento contro le emorroidi.
Dipendenza e tolleranza
La cocaina non provoca dipendenza fisica, ma può comportare una dipendenza
psicologica che si manifesta con il desiderio costante di assumere la sostanza.
La sospensione dell'uso protratto di cocaina richiede un'assistenza considerevole: la
depressione - accompagnata da irritabilità, craving, dolori muscolari, tremori, brividi - può
durare anche diversi giorni e richiede un trattamento adeguato. L'overdose da cocaina è
rara per chi ?sniffa?, ma è un pericolo reale per chi la usa per via endovena: si manifesta
con tremore, vomito, agitazione, convulsioni, delirio, febbre alta e, più raramente, coma e
morte per aritmie ed insufficienza cardiovascolare. Allo stato attuale, non esiste un
farmaco antagonista. In genere non è necessario il trattamento dell'intossicazione acuta
da cocaina, perché la droga ha una durata d'azione estremamente breve e l'approccio più
adeguato è costituito da una stretta sorveglianza e dal sostegno delle funzioni vitali.
ANFETAMINE
Le anfetamine (o amfetamine) sono un gruppo di sostanze di sintesi ad azione stimolante
sul sistema nervoso centrale: sopprimono il sonno, la stanchezza e l'appetito,
incrementando la resistenza fisica e la capacità di concentrazione. Inoltre provocano
stimolazione a livello respiratorio, aumento della pressione arteriosa, midriasi,
broncodilatazione, ridotta urinazione. L'azione anoressigena, che permette di usare queste
molecole contro l'obesità, è legata alla stimolazione dei centri ipotalamici che regolano, tra
le altre funzioni, proprio la fame e la sazietà.
Effetti farmacologici ed usi terapeutici
Gli effetti delle anfetamine durano, in genere, diverse ore e spesso dipendono dal set
(personalità e aspettative del consumatore) e dal setting (situazione e ambiente in cui si
consumano). Le anfetamine stimolanti provocano euforia, eccitazione (si è in grado di
ballare tutta la notte e non accusare fatica), sensazione di potenza, facilità di parola,
alterazione del ritmo sonno-veglia, aumento della concentrazione e delle prestazioni psicofisiche. Le anfetamine allucinogene, prese a piccole dosi, hanno moderati effetti stimolanti
accompagnati da leggera euforia, e, a dosi elevate, hanno effetti allucinogeni.
Negli anni '60 in Italia e in molti altri paesi le anfetamine erano vendute liberamente in
farmacia ed erano molto usate da chi, per studio o per lavoro, aveva necessità di
aumentare la capacità di concentrazione e la resistenza alla stanchezza. Oggi, con
l'eccezione di alcuni farmaci contro l'obesità, non sono più usate in medicina, ma sono
spacciate sul mercato illegale sotto forma di pasticche, capsule o polvere.
Percorso nell'organismo
Normalmente l'assunzione di anfetamine avviene per via orale, ma in forma di polvere si
possono fumare, sniffare o iniettare (in questo caso il rischio di overdose è maggiore). Le
anfetamine sono anche usate come sostanze da taglio per preparare ecstasy o, unite
all'LSD, sotto il nome di acidi. Sono ben assorbite dal tratto gastrointestinale e dalla
mucosa buccale, il tempo per raggiungere il picco della concentrazione plasmatica è tra 2
e 7 ore e, di conseguenza, la durata d'azione di una singola dose supera le 10 ore. Si
accumulano in elevate concentrazioni al di là della barriera emato-encefalica e nel latte
materno, sono estesamente metabolizzate dal fegato e escrete per via urinaria e la loro
emivita di eliminazione può variare da 7 a 31 ore.
Effetti collaterali
Le anfetamine sono tossiche per il sistema nervoso in virtù del loro meccanismo d'azione
(provocano insonnia, tremori, euforia, cefalea, depressione, labilità emozionale,
convulsioni, ansietà, irritabilità, sintomi psicotici) e, poiché hanno effetti tossici sul ritmo
cardiaco e sulla pressione arteriosa, deve evitarne l'assunzione chi soffre di problemi
cardiovascolari. Tra gli altri effetti abbiamo sintomi extrapiramidali, ipotensione ortostatica,
secchezza delle fauci, diarrea, perdita di peso, ipertiroidismo, disfunzione polmonare
(legata ad un'inappropriata somministrazione in quanto i soggetti si iniettano in vena le
tavolette sciolte in acqua che formano emboli nel polmone), aumento della temperatura
corporea, anoressia, impotenza e riduzione della libido. Sono controindicate in gravidanza
(eccetto che nel caso di narcolessia secondo un regime medico ben monitorato) e non
vanno somministrate in associazione ad inibitori delle monoaminossidasi, antidepressivi
triciclici e altri farmaci antidepressivi, che causano un potenziamento degli effetti stimolanti
a livello sia centrale che periferico. L'uso di anfetamine ad alte dosi, specie se continuato,
è in genere seguito da un periodo di "crollo psicofisico": quando l'effetto finisce sono
amplificate le sensazioni lenite e ci si sente svuotati, spossati, irritabili, depressi. La
tentazione di allontanare da sé questi effetti negativi può spingere ad assumerne ancora,
provocando dipendenza psicologica, e a ricercare una maggiore quantità di sostanza per
provare nuovamente quelle stesse sensazioni di benessere psichico e fisico legate
all'assunzione della droga. Ciò accade in quanto l'organismo ben presto incomincia a
sviluppare tolleranza per gli effetti euforizzanti ed anoressizzanti. L'uso cronico di
anfetamine può, inoltre, determinare un vero e proprio decadimento fisico (con
affaticamento, umore disforico, insonnia), problemi relazionali, psicosi, comportamenti
aggressivi e idee di suicidio. Inoltre un altro rischio potenziale per coloro che si iniettano le
amfetamine è l'avvelenamento acuto da piombo. Un metodo illegale, ma comune, nella
produzione di questa droga è usare acetato di piombo come reagente chimico. Pertanto,
errori nella produzione possono portare a metamfetamina inquinata con piombo e casi
d'avvelenamento acuto con piombo in persone che s'iniettano la metamfetamina.
BARBITURICI
Il termine barbiturico deriva dal lichene Usnea barbuta e dalla urea, da cui si ricava l'acido
malonico con cui si compone la sostanza velenosa usata come sedativo. I barbiturici sono
sostanze narcotiche e ipnotiche, che agiscono deprimendo il Sistema Nervoso Centrale.
un studioso di chimica organica, scopriva che l’acido barbiturico si poteva trasformare in
acido dietil-barbiturico, maggiormente efficace e, per certi aspetti, causa di minori effetti
collaterali. Oggi la prescrizione di barbiturici è limitata in favore di altri composti
farmacologici scoperti nel frattempo, come le Benzodiazepine che danno gli stessi effetti
con minori effetti collaterali, e con un maggiore margine di sicurezza.
Percorso nell’organismo
I Barbiturici sono venduti come pastiglie, o capsule con gel, e assunti per via orale. In
alcuni, limitati casi esiste la possibilità di somministrarsi barbiturici per via iniettiva ma
questa modalità d’assunzione risulta estremamente pericolosa poiché ha effetti gravissimi
sulle vene e sul sistema circolatorio ed aumenta sensibilmente il rischio di overdose.
Effetti
I barbiturici possiedono effetti sedativi a carico del Sistema Nervoso Centrale. Un abuso di
tale sostanza è spesso un mezzo per tentare il suicidio. Tale sostanza si può trovare
anche nei preparati analgesici più noti e più diffusi. Spesso questi farmaci possiedono una
certa dose disinibente che può essere responsabile di comportamenti euforici simili a
quelli indotti da una dose eccessiva di alcol. La tolleranza si sviluppa rapidamente con
conseguente necessità di dosi sempre più elevate. La sindrome di astinenza nei soggetti
dipendenti è caratterizzata da ansia, tremori, contrazioni muscolari, vertigini, nausea,
vomito, crisi convulsive, stato delirante. L’uso cronico di questi farmaci comporta una
dipendenza psichica che l’assuntore non è in grado di rompere e che lo conduce sovente
anche ad uno stato di dipendenza fisica.
Rischi
L'intossicazione cronica produce: tremore, sviamento del senso morale o anomalie
mentali (la mancanza di concentrazione, vuoti di memoria).
L'intossicazione acuta può invece causare: convulsioni, delirio ed allucinazioni.
La sindrome d'astinenza si verifica tra le otto e le sedici ore dall'ultima assunzione e
comporta dapprima: insonnia, ansia, vertigini e nausea, convulsioni, allucinazioni
angosciose, episodi di paranoia e schizofrenia. La forma più grave di sindrome
astinenziale da barbiturici è uno stato psicotico e psicomotorio paragonabile all'astinenza
da alcol, nota sotto il nome di "delirium tremens", e deve considerarsi più grave della
sindrome da astinenza da oppiacei. Normalmente, quando si verifica, il fenomeno della
dipendenza sopraggiunge per una tolleranza alle dosi terapeutiche, ma con motivazioni
del tutto diverse da quelle dell'individuo che assume la droga con il solo intento di
ricercare effetti piacevoli. L'uso cronico di questi farmaci comporta, infatti, una dipendenza
psichica che l'assuntore non è in grado di rompere e che lo conduce sovente anche ad
uno stato di dipendenza fisica. I sintomi maggiori si esplicano sul Sistema Nervoso
Centrale e su quello cardiovascolare. La morte sopraggiunge in seguito all'assunzione di
quantitativi che, per essere letali, devono superare di quindici o venti volte la dose
terapeutica.
CRACK O ROCK
Il crack è il nome in gergo che viene dato ai cristalli di cocaina (base libera) quando viene
trasformata dalla sua forma in polvere in una sostanza che può essere fumata. Il nome
"crack" deriva dal particolare rumore che questa sostanza produce quando viene fumata. Il
crack (o rock) è una forma di cocaina purificata. Il crack, più precisamente è un derivato
della lavorazione della cocaina cloridrato, ottenuto aggiungendovi bicarbonato di sodio e
ammoniaca. Il crack si presenta sotto forma di cristalli di colore azzurrino/biancastro. Lo si
assume con apposite pipe di vetro o legno inalando il fumo dopo aver surriscaldato i
cristalli. Questa operazione provoca degli scricchiolii che danno origine al suo nome.Si
fuma insieme a tabacco o marijuana. Il suo effetto è quasi istantaneo e crea forte
dipendenza. Dato che viene fumato, il crack raggiunge l’apice dei propri effetti in meno di
dieci secondi. Gli effetti euforici immediati ha originato la enorme popolarità di questa
sostanza nella meta degli anni ’80. Un’altra ragione della sua popolarità è da ricercare nei
bassi costi di produzione e di acquisto. Dato che il crack è una forma già pronta di cocaina
a base libera, gli utilizzatori non devono comprare gli strumenti per trasformarla e non
devono esporsi alle esplosioni chimiche associate al processo di "freebasing". Il crack è
spesso confezionato in fiale o bustine di plastica e venduto in piccole quantità, di solito
300-500 mg o una quantità sufficiente per due o tre inalazioni.
La cocaina è stata tradizionalmente una droga per gente ricca, a causa degli elevati costi
che comportava il suo utilizzo. Oggi, il crack è venduto a prezzi tanto bassi che perfino gli
adolescenti possono permettersi di comprarlo. Ma questo può indurre in errore, perché
quando una persona diventa dipendente dalla cocaina, i suoi "bisogni" crescono ed anche
le sue spese. La coca ed il crack sono droghe molto pericolose. Anche se ai più non è
molto nota la dipendenza e la relativa sindrome di astinenza fisica, è certo che la
dipendenza psicologica dal crack è fortissima, molto più che per l'eroina E' importante
affidarsi a esperti nel recupero dalla dipendenza da crack. In tal modo si eviterà che la
persona ricada in episodi di assunzione da crack, eradicando il problema.
Inoltre la cocaina ed i suoi derivati inducono ad una gravissima forma di compulsività nel
ripeterne l’assunzione. Fumandola o iniettandola, infatti, la persona dopo pochi minuti
prova l’impellente necessità di ripetere la dose... e può andare avanti fino all’overdose o
alla morte. Notevolissimi i danni che il crack procura, sia fisici sia soprattutto psicologici.
Il crack fa perdere completamente il controllo, induce forme psicotiche, un senso di
onnipotenza che può essere alla base di molti gesti folli (corse con le auto, gesti di
violenza inspiegabili, suicidi). Bisogna coinvolgere la persona che fuma crack a desistere
nella sua azione negativa, facendo leva sul senso proprio di responsabilità. Un aiuto
concreto viene dato dal nostro centro di recupero specializzato, il quale risolve la
dipendenza da crack completamente. L’aspetto inquietante di questa sostanza è il modo di
assunzione. La letteratura sul tossicodipendente classico, quello da eroina, ha fatto sì da
associare la droga al gesto dell’iniezione. Solo quello è il vero drogato nell’immaginario
collettivo. Solo l’eroina è la droga davvero pericolosa. La cocaina viene solitamente
sniffata (inalata attraverso le narici) ed il crack (suo derivato) viene fumato (o inalati i suoi
vapori). Questi gesti, non richiamando la violenza del gesto di chi si inietta droga con al
siringa, fanno sì che queste sostanze vengano ritenute meno pericolose. Al contrario,
proprio per gli effetti che ne derivano, oltre che per i danni, sono molto più pericolose
rispetto a tante altre.
Se la prima esperienza col crack porta ad un uso continuato, altri effetti del crack
includono il rapido insorgere di tolleranza, dipendenza e di tutti i problemi sociali che
possono derivare dall’uso abituale di droghe.
Gli effetti del crack, una volta inalato, sono quasi istantanei e molto forti, pari all’iniezione
endovenosa di cocaina: è uno stupefacente altamente pericoloso.
Gli effetti del crack generano una rapida assuefazione, creando una forte dipendenza
mentale e fisica. A questo fatto si può forse attribuire la particolare attenzione che è stata
dedicata alla diffusione di questa droga rispetto ad altri tipi.
Effetti del crack sulla mente:
•
Euforia, distorsione cognitiva e delle capacità percettive, minore reattività fisica e
mentale, riduzione del senso di fatica, gravi alterazioni del sonno e della
sensazione di sazietà.
Effetti del crack sul fisico:
•
Aumento della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa, iper-produzione di
adrenalina, accelerazione del processo arteriosclerotico con rischi considerevoli di
trombosi, infarto del miocardio e danni permanenti al sistema cardio-vascolare.
L’Overdose da crack si manifesta con:
•
Agitazione, ostilità, allucinazioni, convulsioni, ipertermia, infarto, paralisi muscolare
e della respirazione, morte.
Effetti del crack a lungo termine sono:
•
Depressione, ansia, irritabilità, paranoia, insonnia e psicosi,
•
Perdita di peso, distruzione del sistema immunitario.
ALLUCINOGENI
CANNABIS: MARIJUANA E HASHISH
Marijuana ed hashish sono droghe estratte da diverse specie di Cannabis (c. sativa, c.
indica), qualità di canapa ricche del principio attivo THC (delta-9-tetraidrocannabinolo).
La canapa indiana cresce nelle regioni temperate, ma, ad eccezione di alcuni paesi, la sua
coltivazione è illegale. Ciò che comunemente chiamiamo marijuana non è altro che un
miscuglio di foglie e fiori di Cannabis essiccati e triturati. E' chiamato hashish, invece, la
resina pressata della pianta, che contiene una quantità di principi attivi superiore rispetto
alla marijuana (3-5% di THC vs. 7-14% di THC nell'hashish).
Effetti farmacologici ed usi terapeutici
Non si conosce ancora l'esatto meccanismo d'azione del THC, ma si pensa che hashish e
marijuana interagiscano con recettori specifici localizzati nel sistema nervoso centrale, gli
stessi ai quali si lega un neurotrasmettitore endogeno, l'anandamide, contenuto anche nel
cioccolato. I derivati della cannabis hanno effetti sedativi e rilassanti: a basse dosi
possono dare sensazioni di leggera euforia, reattività, aumento dell'eccitabilità,
leggerezza, aumento dell'appetito, cui segue una sensazione di benessere fisico e
psichico. Ad alte dosi, invece, possono provocare forti alterazioni sensoriali e percettive,
con sensazioni di isolamento, passività, demotivazione, ansia, tachicardia, nausea,
attacchi di panico e paranoia e incidono negativamente sulla capacità di comprensione, di
memoria e sui tempi di reazione. Gli effetti sono spesso determinati dall'umore del
momento, dalla dose di sostanza assunta o dalla contemporanea assunzione di altre
sostanze. La cannabis, inoltre, possiede interessanti proprietà farmacologiche: abbassa
la pressione intraoculare, combatte la nausea e il vomito nella chemioterapia, ha un'azione
analgesica ed antispastica, stimola l'appetito e migliora l'umore. Recentemente è stato
riscontrato che il THC è coinvolto nei meccanismi che regolano la sopravvivenza, la
crescita e la morte cellulare e, quindi, se ne prospetta l'uso anche in campo antitumorale.
Percorso nell'organismo
La marijuana e l'hashish si fumano (il secondo viene mescolato al tabacco). Ogni sigaretta
rilascia un contenuto di THC variabile dall'1 all'1.5%; il THC si assorbe immediatamente e
l'effetto si manifesta in pochi minuti. Molto più lento è l'assorbimento per via orale e gli
effetti - che dipendono dalla dose assorbita - sono più imprevedibili per intensità e durata si manifestano dopo 30-40 minuti. La durata varia dalle 3 alle 5 ore circa. Si distribuisce
molto bene nell'organismo ed è escreto prevalentemente per via urinaria.
Il THC penetra attraverso la barriera placentare: l'uso di cannabis in gravidanza è risultato
associato a basso peso del neonato alla nascita, alterazioni nella crescita del feto e
aumento della predisposizione alle malattie.
Effetti collaterali
Da un punto di vista farmacologico, la cannabis è una delle sostanze più sicure: la sua
tossicità è trascurabile e non sono documentati casi di morte causati dall'assunzione di
dosi eccessive di THC. La tossicità cronica è più difficile da valutare: il THC avrebbe
effetti negativi sul sistema cardiovascolare (tachicardia, palpitazioni, ipotensione
posturale), sul sistema immunitario e sulla memoria; inoltre, fumare marijuana o hashish,
in misura maggiore del fumo di tabacco, porta nei polmoni sostanze cancerogene e
monossido di carbonio derivanti dalla combustione, creando difficoltà nella respirazione e
predisponendo il soggetto all'insorgenza di patologie infiammatorie e di cancro.
Un ulteriore fattore di pericolosità legato all'uso di questi, come di altri farmaci per uso
voluttuario, è legato alle possibili adulterazioni di questa droga con altre sostanze tossiche,
tra cui la fenciclidina e/o la contaminazione di origine fungina. E' stata riscontrata la
comparsa di atrofia cerebrale nei fumatori di THC come effetto a lungo termine, anche se
sono necessari ulteriori studi per determinare se il fumo di marijuana può causare
realmente questo evento. La cannabis può provocare dipendenza psicologica nei
consumatori abituali (con il consumo cronico, si ha bisogno di dosi sempre minori per
ottenere gli stessi effetti), che possono reagire ad una sospensione dell'assunzione della
droga con agitazione, ansia, insonnia, tremori, anoressia ed aumento dell'aggressività.
Diversi problemi sono legati agli effetti psicoattivi del THC, che possono essere pericolosi
quando si guida o quando si devono compiere lavori che richiedono attenzione e
prontezza di riflessi. L'assunzione contemporanea di altri farmaci ipnotici e sedativi può
potenziare gli effetti di depressione sul sistema nervoso centrale.
Ecstasy
L'ecstasy è una droga sintetica costiuita generalmente dalla molecola MDMA (3,4metilendiossimetanfetamina), un'anfetamina con effetti eccitanti ed allucinogeni: questa
sostanza è definita 'empatogena', perché favorisce la socialità (in passato era impiegata
per rendere loquaci i pazienti, favorendo fiducia e confidenza durante le sedute di
psicoterapia), causa un aumento della lucidità e della capacità di concentrazione e dà la
sensazione di sentirsi in armonia con se stessi e con il mondo. Gli effetti eccitanti sono
legati al meccanismo d'azione caratteristico di tutte le anfetamine, mentre gli effetti
allucinogeni specifici dell'ecstasy sono dovuti al fatto che tale sostanza causa il rilascio di
serotonina; ciò causa nell'arco di 4-6 ore quell'effetto 'down', durante il quale si avverte
grande stanchezza, rallentamento dei riflessi, ci si può addormentare all'improvviso.
L'ecstasy è venduta sul mercato illegale sotto forma di pasticche, capsule e polvere. La
forma più diffusa è senz'altro quella delle pasticche colorate con disegni stampati sulla
superficie (le figura danno il nome al tipo di pasticca e ne indicano l'effetto).
Sono attualmente noti e commercializzati clandestinamente numerosi altri derivati
anfetaminici; i più diffusi in Italia sono quelli con caratteristiche chimiche simili all'MDMA,
quali
la
3,4-metilendiossietilanfetamina
(MDEA,
eve),
la
5-metossi-3,4
metilendiossimetanfetamina (MMDA), la 3,4-metilendiossianfetamina (MDA, love drug). La
massima diffusione di queste sostanze è determinata dalla relativa facilità di produzione in
laboratori clandestini (le reazioni di ottenimento dei prodotti finali sono, infatti, semplici e
possono essere condotte anche in laboratori non particolarmente attrezzati) e dal costo
contenuto del prodotto finito che la rende facilmente accessibile a tutti.
Effetti farmacologici e modalità d'assunzione
L'ecstasy si assume prevalentemente per via orale, ingoiando le pasticche, lasciandole
sciogliere sotto la lingua o mandandole giù all'interno di cocktail e bevande. Molto più
raramente è inalata o iniettata (questa pratica però è diffusa solamente tra i
tossicodipendenti da oppiacei). Dato che l'ecstasy agisce soprattutto sulla serotonina - una
sostanza del nostro cervello che regola l'umore, il sonno e l'appetito - dopo l'assunzione ci
si sente carichi, in armonia col mondo e non si avvertono stanchezza e fame; si osserva,
inoltre, facile distraibilità, comportamenti stravaganti, 'craving' per cibi particolari. Agisce
dopo 20-40 minuti, il massimo dell'effetto si raggiunge dopo circa un'ora e permane per
4/8 ore dopo l'assunzione della pasticca: le percezioni sono intensificate, la musica si
sente meglio, i colori appaiono più intensi. Gli effetti più comunemente riportati e ricercati
sono uno stato di benessere, euforia e piacere, sintonia con l'altro, facilità di
comunicazione. L'MDMA rimane nelle urine per 2-4 giorni, per ottenere l'eliminazione
rapida nel soggetto si procede all'acidificazione delle urine.
Effetti collaterali
Se non si dà all'organismo il tempo necessario a recuperare il proprio equilibrio biochimico
si rischia di danneggiarlo più o meno permanentemente: l'assunzione di ecstasy comporta
un affaticamento del sistema cardiovascolare (il cuore pompa di più e la pressione
arteriosa sale di molto), ipertermia (aumento della temperatura corporea, anche fino a
42°C) e, poiché il cervello deve compiere un grave sforzo per rilasciare grosse quantità di
serotonina, può provocare la distruzione di terminali nervosi e dei neuroni serotoninergici.
Tra gli altri effetti abbiamo tremori, digrignamento dei denti, eccessi di caldo e freddo,
disidratazione, crampi muscolari, sovraffaticamento, pallore, midriasi, secchezza delle
fauci, nausea e vomito. A livello centrale si può avere cefalee, insonnia, attacchi d'ansia,
panico, tendenze aggressive, idee di suicidio, depressione, turbe della memoria,
abbassamento delle difese immunitarie con una maggiore esposizione a malattie (dovuto
alla cattiva alimentazione e allo stress psico-fisico). Nei casi più gravi si osserva
rabdomiolisi con mioglobinuria, insufficienza renale acuta, coagulazione intravascolare
disseminata ed ipertermia, la cui insorgenza è favorita non solo dalla sostanza, ma anche
dall'attività fisica prolungata (il ballo) in ambienti sovraffollati, caldo-umidi e con
ventilazione insufficiente. Frequenza cardiaca e pressione arteriosa sono elevate, e
possono presentarsi severe aritmie con ipotensione fino allo shock. Per molti di questi
effetti manca una chiara correlazione con la dose di sostanza assunta. Un serio pericolo è
legato al fatto che le pasticche vendute sul mercato illegale possono contenere sostanze
nocive o tossiche e sono spesso mescolate con altre sostanze d'abuso come cocaina,
cannabis, alcool o farmaci (sedativi ed oppiacei).
LSD - Dietilamide dell'Acido Lisergico
Le droghe allucinogene sono sostanze - per lo più di origine vegetale, ma anche
semisintetiche (LSD) o sintetiche - caratterizzate da effetti su percezioni, sensazioni,
emozioni e processi mentali. Gli allucinogeni naturali più diffusi sono la mescalina,
presente nei cactus Peyote (Lophophora williamsii) e San Pedro (Trichocereus pachanoi),
la psilocibina e la psilocina, sostanze contenute in molti 'funghi magici' (Psilocybe,
Copelandia, Panaeolus).
LSD è il nome con cui è indicata la dietilamide dell'acido lisergico, sostanza scoperta
nel 1938 nell'ambito di una ricerca sui derivati dell'acido lisergico presenti nella "segale
cornuta" (Claviceps purpurea), un fungo parassita della segale e di altre graminacee.
L'LSD è un derivato che nella sua struttura assomiglia molto alla serotonina e ne imita
l'azione agendo da agonista non selettivo a livello di diversi siti nel sistema nervoso
centrale, con forti effetti allucinogeni. L'LSD è stata utilizzato in medicina nella terapia di
casi di alcolismo, autismo, neurosi, disfunzioni della sfera sessuale e per attenuare il
dolore dei pazienti terminali.
Effetti farmacologici e modalità d'assunzione
L'LSD è inodore, insapore e incolore; si presenta sotto forma di polvere, gocce, capsule,
compresse, tavolette di gelatina, cubi di zucchero o soluzione fatta evaporare su filtri o
carta assorbente. Molto spesso l'LSD è tagliata prima della vendita con altre droghe o
sostanze come zucchero, stricnina, fenciclidina, cocaina e caffeina. Il principale effetto è il
trip, il viaggio, un'esperienza psichedelica, "rivelatrice della psiche", che provoca
distorsioni percettive ed allucinazioni. Si assorbe molto rapidamente, a prescindere dalla
via di somministrazione. Il trip dura da 2 a 12 ore, a seconda del tipo di sostanza e della
dose, è imprevedibile (dipende dallo stato mentale, dalla personalità e dalle aspettative del
soggetto) e può essere anche spiacevole e angosciante (bad trip). L'LSD si distribuisce
preferenzialmente in fegato, milza, reni e polmoni, si lega fortemente alle proteine
plasmatiche, l'emivita media è intorno alle 4 ore, è metabolizzata dal fegato ed escreta a
livello renale. Effetti "positivi" sono la "rivelazione" (scoperta di nuovi aspetti in oggetti
comuni), le visioni caleidoscopiche (arabeschi o disegni geometrici), le sinestesie (il
sentire i colori e il vedere i suoni), la dissoluzione delle immagini in forme di luce e colore,
la sensazione di dissociazione della mente dal corpo; si possono avere profonde
sensazioni di armonia interiore e di sintonia con l'universo, fino al raggiungimento di stati
estatici con alterazione della percezione dello scorrere del tempo. Il bad trip si manifesta,
invece, con crisi di ansia, angoscia, e panico, fino al senso di dissociazione e alla perdita
di identità. Questi effetti negativi sono in genere solo temporanei e si alleviano
rapidamente se altre persone sono in grado di rassicurare e calmare il soggetto in crisi.
Nei casi di ingestioni di grandi quantità di LSD, possono inoltre presentarsi casi di
flashback, ossia un'improvvisa ricomparsa delle percezioni alterate a distanza di tempo
dall'assunzione. L'incidenza di questi fenomeni varia dal 15 al 77% in soggetti che hanno
avuto come minimo una singola esperienza psichedelica.
Effetti collaterali
L'LSD non dà dipendenza fisica con crisi d'astinenza, ma può comportare tutta una serie
di complicanze a livello di diversi organi, quali spasmi delle arterie cerebrali, convulsioni,
ipo- o iper-tensione, aumento della temperatura corporea, tachicardia, midriasi,
broncocostrizione, vomito, diarrea, salivazione, anoressia, insufficienza renale, coma e, in
casi estremi, può condurre alla morte. Anche se non è ancora ben chiaro il meccanismo,
sembra che LSD sia implicata nella teratogenesi. Come tutti gli allucinogeni, può
determinare reazioni indesiderate e sensazioni negative a livello psichico: ansietà, cambi
comportamentali, depersonalizzazione, allucinazioni visive ed uditive, attacchi di panico,
alterata percezione dei colori, cambiamenti nell'umore per cui durante il ?viaggio? è utile
avere accanto una persona pronta ad intervenire nel caso di crisi. Il trattamento di questi
episodi di intossicazione è effettuato spesso in ospedale attraverso il monitoraggio dei
parametri vitali, la prevenzione dell'assorbimento della sostanza con carbone attivo, l'uso
di sedativi, ansiolitici ed antipsicotici per i disturbi psichici, la prevenzione dell'insufficienza
renale mediante ripristino dei fluidi corporei e di tutti gli altri effetti tossici mediante
opportuni trattamenti farmacologici. Dopo 3 o 4 dosi giornaliere si può verificare tolleranza
nei confronti degli effetti comportamentali e si è osservata anche tolleranza crociata con
altri allucinogeni come mescalina ed anfetamine.
MESCALINA
La mescalina - forse la più antica sostanza psichedelica conosciuta dall'uomo - è un
alcaloide allucinogeno contenuto nel Peyote (Lophophora Williamsii), un piccolo cactus
che cresce prevalentemente in Messico e nelle regioni desertiche dell'America centrosettentrionale; è presente, in concentrazioni minori, anche in altri cactus, quali il San Pedro
(Trichocerus Pachanoi) e la Torcia Peruviana (Trichocerus Peruvianus). Da secoli
utilizzata nelle cerimonie religiose e nei riti sciamanici delle popolazioni amerinde, la
mescalina possiede anche proprietà antibiotiche e analgesiche.
Effetti farmacologici e modalità d'assunzione
La mescalina è strutturalmente molto simile alle anfetamine ed ha anch'essa un'azione
stimolante sul sistema nervoso centrale: è un potente allucinogeno che agisce sui recettori
cerebrali, in particolare sui recettori della serotonina e della dopamina, causando
alterazioni della coscienza e della percezione; poiché colpisce principalmente l'area del
cervello collegata al nervo ottico, provoca delle forti allucinazioni visive e degli effetti di
sinestesia. Gli effetti iniziano dopo due o tre ore dall'ingestione e possono durare fino a 12
ore; la sostanza è rapidamente assorbita, si distribuisce rapidamente ai tessuti periferici, si
lega fortemente alle proteine epatiche, è metabolizzata a livello epatico ed escreta con le
urine: l'emivita di eliminazione dal cervello è di 55 minuti.
L'attività psichedelica è preceduta da nausea e vertigini, aumento del ritmo cardiaco,
della pressione sanguigna e della temperatura corporea, incremento della sudorazione e
della salivazione, sensazioni di caldo e di freddo, attenuazione degli stimoli della fame e
della sete, tremori, poliuria, debolezza muscolare. Poi, durante il ?trip?, ci si sente euforici
e pieni di energia; le pupille si dilatano, si ha una sensazione di maggiore acutezza visiva
e si sperimentano alterazioni sensoriali, allucinazioni di natura olfattiva, visiva, tattile e
gustativa e alterazioni della percezione dello spazio e del tempo. Al termine degli effetti
euforici, si entra in uno stato di coscienza contemplativo caratterizzato da sensazioni di
pace interiore e di empatia nei confronti del mondo esterno. La mescalina si assume per
via orale, mangiando il Peyote (di solito tagliato a fette ed essiccato) o bevendone un
infuso. Il Peyote contiene dall'1 al 6% di mescalina. Sul mercato illegale si trova anche in
una forma sintetica, ottenuta con l'estrazione del principio attivo dal cactus, e si può
presentare sotto diverse forme: capsule, sali, cristalli, polvere cristallina di colore bianco o
marrone, liquido; inoltre si possono trovare, come sostituti della mescalina, delle pasticche
molto piccole e brillanti, che sono venduti come mescalina, ma contengono solo piccole
quantità di LSD.
Effetti collaterali
La mescalina, così come altri allucinogeni, è a bassa tossicità e non comporta
dipendenza, ma, poiché agisce sulle funzioni del cervello, può far insorgere reazioni
psicotiche e problemi di tipo psicologico. Il rischio principale è quello di incappare in cattive
esperienze allucinatorie (bad trip) che possono comportare attacchi di panico, tachicardia,
perdita di conoscenza, tremori, convulsioni, alterazione della capacità di pensiero e di
giudizio, idee di suicidio, instabilità emozionale, paura, paranoia, flashback, psicosi e
depressione. Inoltre è considerata un potente teratogeno e produce vasospasmo
cerebrale. E'stata documentata tolleranza, ma non con gli stessi effetti legati al 'craving'
per gli oppioidi; si può parlare di tolleranza crociata con LSD, psilocibina e con tutti gli
allucinogeni, escluso la marijuana, con una dose che prima era abituale.
ALTRE DROGHE
Poppers (o Liquid gold, Rave, Hi-tech, rush)
Nome gergale del nitrito di amile, prodotto medicinale usato per lenire i dolori dell'angina
pectoris, che provoca vasodilatazione generalizzata, aumento del battito cardiaco e della
pressione sanguigna verso il cervello. Il 'poppers' è venduto in fiale che, se inalate o
aspirate a bocca aperta, causano distorsioni percettive, un senso di euforia e vitalità ed
hanno azione stimolante sulla sfera sessuale. Si trova in piccole bottiglie di plastica
imbevuto in cotone o in altra materia assorbente. Gli effetti sono immediati e durano 2/3
minuti e tra quelli negativi abbiamo nausea, vomito, vertigini, mal di testa, alterazioni della
vista, crisi respiratorie, gonfiore al naso, alterazioni del ritmo cardiaco, perdita di
coscienza. Data l'alta infiammabilità e tossicità, risulta particolarmente pericoloso se
fumato o inghiottito.
Ice
L'Ice (o Shabu) è un particolare tipo di anfetamina che agisce come stimolante del
sistema nervoso, provocando sensazioni di euforia, eccitazione ed invulnerabilità (gli effetti
durano dalle 8 alle 24 ore). Si presenta sotto forma di cristalli, che possono essere fumati
o masticati. Sciolta in bevande analcoliche, o talvolta fumata in pipe come il crack, questa
sostanza tende ad alzare al massimo i livelli di attenzione e abbassa i freni inibitori. E'
estremamente tossica e può facilmente portare alla dipendenza; inoltre scatena
aggressività, allucinazioni, depressione e provoca disturbi renali.
Cobret
E' un derivato dell'eroina con una quantità di principio attivo molto bassa, utilizzato sul
mercato illegale per contrastare gli effetti degli psicostimolanti: dopo l'assunzione di
ecstasy, il cobret calma e rilassa. E' venduto come polvere marrone da fumare o inalare.
Può provocare assuefazione, dipendenza ed espone a rischio di overdose, analogamente
all'eroina.
GHB
L'acido gamma-idrossi-butirrico (GHB) è una sostanza psicoattiva utilizzata in passato
come anestetico generale ed attualmente per il trattamento della sindrome da astinenza
da oppioidi. E' assunto assieme o dopo l'ecstasy: in dosi moderate ha effetti rilassanti,
mentre quantità maggiori danno spossatezza e disorientamento. Se mescolato con l'alcool
può essere letale.
Speed
Sono chiamati Speed (= velocità) gli stimolanti sintetici che spesso sono classificati come
anfetamine, ma che hanno formule chimiche diverse. Sono venduti sotto forma di polvere,
tavolette o capsule, ma possono essere assunti anche per via intranasale, fumati o iniettati
endovena. Gli effetti provocati dagli stimolanti sintetici (di durata dalle 4 alle 24 ore) sono
quelli di stimolazione cerebrale, sensazione di energia e di lucidità, prolungamento dello
stato di veglia ed eliminazione della stanchezza, accelerazione del polso,
sudorazione,bocca asciutta, pupilla dilatata, inappetenza. Possono provocare, inoltre,
aumento della pressione, collasso, tremori, ansia, insonnia, disturbi circolatori e cardiaci,
perdita di peso e dell'appetito, disturbi mentali. Per uso endovenoso rischio di morte. L'uso
continuo di stimolanti può dare dipendenza. La sindrome di astinenza si manifesta con:
depressione, stanchezza, crampi, sonnolenza e si intreccia con i sintomi di intossicazione
cronica. Forte è anche la dipendenza psichica. L'abuso di stimolanti può indurre, per
compensazione, a usare droghe depressive (alcol, tranquillanti, sonniferi). Alcuni
tossicodipendenti estremi mescolano speed ed eroina per ottenere lo speedball.
Ketamina
La ketamina (altri nomi: Special K, KET) è un anestetico generale utilizzato
prevalentemente per scopi veterinari che negli ultimi anni si è diffuso come
allucinogeno/anestetico (spesso per sedare l'agitazione lasciata da altre sostanze). Si
presenta come un liquido molto simile all'acqua, che è poi riscaldato per ottenere una
polvere biancastra da sniffare. Il liquido può essere anche bevuto o iniettato per via
intramuscolare, aumentando, però, moltissimo il rischio di overdose e provocando paralisi
temporanea ed insensibilità ai dolori. L'effetto della ketamina si manifesta nell'arco di 5-20
minuti, ha la durata di circa un'ora e dipende, oltre che dalla purezza e dalla modalità di
assunzione, dalla predisposizione del soggetto e dal contesto. A differenza delle altre
droghe in circolazione, non regala ne' piacere fisico, ne' buonumore, ne' energia; il suo
effetto anestetico/dissociativo si potrebbe riassumere come un progressivo distacco della
mente dal corpo. Andando oltre si perde progressivamente il senso del tatto, del tempo e
si ha la sensazione di essere trascinati fuori dal proprio corpo fino a raggiungere,
attraverso una sorta di viaggio extradimensionale (80-120mg), la cosiddetta ?near death
experience, una specie di morte apparente vissuta ad occhi aperti. Tra gli effetti secondari
ci sono vertigini, difficoltà/incapacità di parlare, freddo, prurito, diarrea. Assumere
ketamina fa abbassare la temperatura del corpo e può provocare nausea e perdita del
senso dello spazio e dell'equilibrio; inoltre, l'effetto anestetico può fare ignorare ferite o
contusioni.
Smart Drugs
Il loro nome significa letteralmente "droghe furbe". Tra queste troviamo sostanze,
solitamente di origine naturale, con una composizione chimica che ricorda quella degli
stimolanti come l'ecstasy. La principale e di gran lunga la più consumata di queste
sostanze è l'efedrina, ma il gruppo include anche caffeina, taurina, guaranà e altri
allucinogeni molto blandi. Attualmente esiste una notevole confusione su Smart Drugs,
droghe vegetali, droghe etniche, droghe etnobotaniche, droghe naturali, bio droghe,
eccetera.... Per taluni le Smart Drugs sono quelle bevande energetiche, quelle pastiglie
che cercano di fornire degli effetti eccitanti (cercano di simulare l'effetto dell'ecstasy)
restando nella legalità (ad esempio ginseng o caffeina). Queste sostanze sarebbero
consumate principalmente in ambienti come la discoteca. Per altri le Smart Drugs si
confondono molto più con le droghe naturali o con le droghe etniche e il loro consumo
avverrebbe soprattutto in ambienti più alternativi rispetto alla discoteca. Questa è
l'ennesima dimostrazione del fatto che sulle droghe generalmente vi è poca chiarezza,
spesso circolano delle leggende metropolitane che con il passare del tempo diventano
convinzioni. Gli effetti si iniziano a percepire entro 1 ora dall'assunzione. In generale le
Smart Drugs producono un senso di euforia e di eccitazione che si protrae per qualche ora
(3 - 6 mediamente). Altri effetti tipici includono proprietà stimolanti, pro-sessuali e/o
rilassanti. Malgrado il nomignolo che le fa apparire innocue, queste sostanze possono
provocare rigidità muscolare, crampi, nausea, vomito, ansia, tachicardia e, quando si
esagera con le dosi, anche collasso cardiocircolatorio. Molti dei principi attivi contenuti
nelle Smart Drugs (l'efedrina e la creatina per citarne un paio) rientrano nella categoria
delle sostanze "dopanti": chi pratica regolarmente un'attività sportiva è avvertito!
Efedrina
Sostanza estratta dalla pianta di Ephedra, molto diffusa in Europa, in Asia e nelle zone
aride del Nord America. La pianta contiene un alcaloide utilizzato nella farmacopea
ufficiale per combattere alcune malattie delle vie respiratorie, le patologie cardiovascolari e
l'ipotensione. Produce effetti simili a quelli dati dall'adrenalina ed è usata anche come
doping. Provoca forti danni al sistema nervoso centrale. L'efedrina è la base per produrre il
Cat (metacatinone) bestia nera dell'interforce antidroga americana: produce effetti di
superpotenza ed eccitazione, ma anche paranoia, piaghe al naso, inappetenza e
conseguente perdita di peso.
Flatliner
Si tratta di un composto sintetico molto simile all'ecstasy, che, anche se venduto
generalmente in pasticche, è di solito sniffato o fumato dopo averlo ridotto in polvere.
E' una sostanza che può diventare molto pericolosa: può provocare allucinazioni che
possono durare dai 30/40 minuti fino alle 8 ore, in funzione del dosaggio assunto; inoltre,
può provocare gravi danni sul piano fisico, che vanno da crampi e mal di stomaco al senso
di soffocamento e convulsioni, fino alla paralisi degli arti.
XTC
L'XTC è una droga sintetica formulata di recente. E' un derivato dell'anfetamina e quando
lo si prende provoca un effetto eccitante che dura da 4 a 8 ore; si trova sul mercato sotto
forma di pillole e capsule colorate.
Brown
E' un liquido di colore giallo o marrone scuro, utilizzato per via endovenosa. Produce un
effetto a breve termine di piacere e non fa sentire la fame. Prodotto nella Repubblica
Ceca, non è diffuso in Italia.
Bufo (rospo)
Si tratta di un alcaloide estratto dal liquido delle ghiandole cutanee e paratiroidee del rospo
Bufo e di alcune varietà di pesci palla; è diffusa soprattutto negli Stati Uniti. Secondo le
conoscenze scientifiche il liquido secreto dal Bufo contiene ventisei principi attivi, tra cui
l'adrenalina e bufotenina. Quest'ultimo componente è di tipo allucinogeno e provoca effetti
eccitanti simili all'anfetamina.
Chat
E' un'erba coltivata nel corno d'Africa. Il principio attivo è il catinone, che resiste nella
pianta estirpata poco meno di 48 ore. Per questa ragione lo spaccio è concentrato intorno
agli aeroporti internazionali, soprattutto nel nord Italia. Assomiglia alla marijuana, ma ha
foglie più carnose. I consumatori sono soprattutto immigrati, poiché nella loro terra
d'origine è comune masticarlo.
Colla
Sono le droghe dei poveri, spesso dei bambini di strada, in Brasile come in Nepal o nei
paesi dell'Est. Si inalano i vapori di alcuni collanti e prodotti chimici, generalmente utilizzati
in artigianato (concerie di pellame, botteghe per la riparazione di calzature).
D.M.T. (Dimetiltriptamina)
Sostanza cristallina incolore, ricavata dai semi di alcune piante delle Antille e dell'America
del Sud. Si può ottenere anche per sintesi in laboratorio. La polvere ricavata dai semi è
usata per via inalatoria: ad Haiti è nota con il nome di Cohoba.
Pervitin
E' una polvere bianca, solubile in acqua, da iniettare. E' assunta in media ogni sei ore. La
dose è in genere di 200 milligrammi, ma dipende dalla qualità e dal grado di purezza del
prodotto. E' usato in terapia con le stesse indicazioni dell'efedrina. Gli effetti più frequenti
sono sensazioni di benessere, euforia ed energia, perdita totale del senso della fame,
della sete e del sonno.
INTERAZIONI ALCOL/ SOSTANZE STUPEFACENTI
Un’indagine epidemiologica condotta negli USA nel 1990 su oltre 20.000 soggetti
rappresentativi della popolazione generale ha messo in evidenza che il rischio di abuso
alcolico è maggiore nei soggetti con problemi di abuso da altre sostanze. Tale rischio
aumenta di 13 volte nei soggetti con dipendenza da oppiacei e di 7 volte negli assuntori di
altre sostanze. Il poli-abuso o la poli-dipendenza aggravano il quadro clinico e rendono il
trattamento più difficoltoso. Il poli-abuso accresce il rischio di overdose e aumenta il rischio
di contrarre infezione da HIV; rappresenta, inoltre, un indicatore prognostico negativo per
l’esito del trattamento. La frequenza del poli-abuso induce a pensare che le diverse
dipendenze condividano processi patogenetici psicologici e biologici. Tutte le sostanze
d’abuso agiscono sugli stessi circuiti cerebrali che sono normalmente attivati dai bisogni
cosiddetti “primari” (alimentazione, sessualità, attaccamento). E’ forse per questo motivo che
le diverse sostanze, attivando i medesimi circuiti cerebrali, possono svolgere una funzione
vicariante e sostituirsi a vicenda o sommare i propri effetti per produrre la suddetta gratificazione.
Alcol-marijuana
Un uso precoce di alcolici rappresenta un elemento predittivo dell’uso di marijuana e, a
sua volta, l’uso di marijuana predice il potenziale uso di sostanze più pesanti. Spesso la
marijuana viene usata per modificare l’effetto di altre sostanze, soprattutto per ridurre
l’ansia e la tensione indotta dalla cocaina o da altre sostanze stimolanti e per amplificare
l’intossicazione indotta dall’alcol. Caratteristiche dell’intossicazione da marijuana:
rallentamento del senso del tempo, riduzione della concentrazione, passività.
Alcol-oppiacei
In presenza di dipendenza da oppiacei spesso è la diagnosi comorbosa di alcolismo che
viene misconosciuta. Spesso l’eventuale comorbosità emerge soltanto quando il paziente
intraprende un programma di trattamento disintossicante da eroina. L’alcol viene assunto in
sostituzione o in associazione agli oppiacei per simularne o amplificarne gli effetti sedativi e
gratificanti.
Alcol-stimolanti (cocaina, anfetamine, ecstasy)
Tale fenomeno coinvolge fasce di popolazione giovanili ed è caratterizzato dall’assunzione
combinata di sostanze ad azione eccitante, disinibente come gli stimolanti e l’alcol usato
per amplificare gli effetti di tali sostanze. In realtà non tutti gli effetti centrali delle sostanze
stimolanti sono piacevoli. Oltre a produrre euforia, si ha anche ansia, agitazione,
irrequietezza. Col passare del tempo e il persistere dell’effetto, l’euforia si riduce per
l’insorgere della tolleranza, mentre aumenta l’effetto disforico, con irrequietezza, rabbia,
ostilità, fino a veri e propri quadri psicotici; in questo caso l’alcol viene utilizzato per ridurre
la disforia. Un altro motivo per cui soggetti che fanno uso di sostanze stimolanti possono
far ricorso all’alcol è dato dall’astinenza da tali sostanze, caratterizzata da uno stato di
esaurimento psico-fisico con depressione, apatia, abulia, irrequietezza. In tal caso l’alcol
viene assunto per tentare di controllare o attenuare la percezione di questa
sintomatologia. Quindi, quando si sospetta un abuso alcolico, oltre ai necessari
accertamenti clinici e laboratoristici atti ad evidenziare segni e sintomi di questa patologia,
è molto importante effettuare un accurato colloquio clinico al fine di stabilire l’uso/abuso di
altre sostanze. Indicazioni in proposito potranno venire dalla valutazione di disturbi del
comportamento, dalla presenza di patologie morbose organiche associate, da esami
tossicologici.
Interazione alcol-farmaci
L’insufficienza epatica causa una minore capacità del fegato di metabolizzare i farmaci
eliminati per via epatica provocando incremento della concentrazione plasmatica del
farmaco e conseguente prolungamento dell’emivita e dell’effetto farmacologico. La
farmacocinetica di molti farmaci, quindi, è alterata dall’epatopatia anche in misura notevole
tale da richiedere una modificazione del regime terapeutico, attuabile o riducendo solo la
dose o allungando solo l’intervallo di somministrazione oppure modificando sia la dose che
l’intervallo. Infine, l’associazione tra uso di bevande alcoliche e farmaci psicoattivi presenta
un effetto sinergico amplificando l’effetto sedativo anche in presenza di fegato sano; ciò
provoca alterazioni dello stato di coscienza che divengono in particolar modo evidenti se il
soggetto si trova alla guida di un autoveicolo o utilizza macchinari complessi. E’
assolutamente controindicato utilizzare bevande alcoliche in concomitanza dell’assunzione
di farmaci psicoattivi. E’ interessante, infine, sottolineare l’uso delle benzodiazepine non
solo come sostanza in grado di potenziare l’effetto dell’alcol, ma anche di essere di per sé
un possibile farmaco di abuso.
SOSTANZE STUPEFACENTI E LAVORO
Secondo quanto previsto dall’art. 1 comma 1 della Conferenze Stato-Regioni del 30
Ottobre 2007 1. Le mansioni che comportano rischi per la sicurezza, l'incolumità e la
salute proprie e di terzi, anche in riferimento ad un'assunzione solo sporadica di sostanze
stupefacenti, sono, oltre a quelle inerenti attività di trasporto, anche quelle individuate
nell'allegato I, che forma parte integrante della presente intesa. Per tali mansioni e'
obbligatoria la sorveglianza sanitaria ai sensi dell’art. 41 comma 4 del D. Lgs. 81/2008.
La normativa attualmente in vigore in materia, viene qui analizzata ponendo particolare
attenzione alle criticità emergenti tra le pieghe del complesso e articolato quadro
legislativo di riferimento. Il datore di lavoro comunica per iscritto al Medico Competente
l’elenco dei nominativi dei lavoratori da sottoporre agli accertamenti in base alla lista delle
mansioni descritte nell’allegato 1 dell’intesa 30/10/2007.
Allegato I MANSIONI CHE COMPORTANO PARTICOLARI RISCHI PER LA
SICUREZZA, L'INCOLUMITA' E LA SALUTE DEI TERZI
1) Attività per le quali e' richiesto un certificato di abilitazione per l'espletamento dei
seguenti lavori pericolosi:
a) impiego di gas tossici (art. 8 del regio decreto 1927, e successive modificazioni);
b) fabbricazione e uso di fuochi di artificio (di cui al regio decreto 6 maggio 1940, n. 635) e
posizionamento e brillamento mine (di cui al decreto del Presidente della Repubblica 19
marzo 1956, n. 302);
c) direzione tecnica e conduzione di impianti nucleari (di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 30 dicembre 1970, n. 1450, e s.m.).
2) Mansioni inerenti le attività di trasporto:
a) conducenti di veicoli stradali per i quali e' richiesto il possesso della patente di guida
categoria C, D, E, e quelli per i quali e' richiesto il certificato di abilitazione professionale
per la guida di taxi o di veicoli in servizio di noleggio con conducente, ovvero il certificato di
formazione professionale per guida di veicoli che trasportano merci pericolose su strada;
b) personale addetto direttamente alla circolazione dei treni e alla sicurezza dell'esercizio
ferroviario che esplichi attività di condotta, verifica materiale rotabile, manovra apparati di
sicurezza, formazione treni, accompagnamento treni, gestione della circolazione,
manutenzione infrastruttura e coordinamento e vigilanza di una o più attività di sicurezza;
c) personale ferroviario navigante sulle navi del gestore dell'infrastruttura ferroviaria con
esclusione del personale di camera e di mensa; d) personale navigante delle acque
interne con qualifica di conduttore per le imbarcazioni da diporto adibite a noleggio;
e) personale addetto alla circolazione e a sicurezza delle ferrovie in concessione e in
gestione governativa, metropolitane, tranvie e impianti assimilati, filovie, autolinee e
impianti funicolari, aerei e terrestri;
f) conducenti, conduttori, manovratori e addetti agli scambi di altri veicoli con binario, rotaie
o di apparecchi di sollevamento, esclusi i manovratori di carri ponte con pulsantiera a terra
e di monorotaie;
g) personale marittimo di prima categoria delle sezioni di coperta e macchina,
limitatamente allo Stato maggiore e sottufficiali componenti l'equipaggio di navi mercantili
e passeggeri, nonchè il personale marittimo e tecnico delle piattaforme in mare, dei
pontoni galleggianti, adibito ad attività off-shore e delle navi posatubi; h) controllori di volo
ed esperti di assistenza al volo; i) personale certificato dal registro aeronautico italiano;
l) collaudatori di mezzi di navigazione marittima, terrestre ed aerea; m) addetti ai pannelli
di controllo del movimento nel settore dei trasporti; n) addetti alla guida di macchine di
movimentazione terra e merci.
3) Funzioni operative proprie degli addetti e dei responsabili della produzione, del
confezionamento, della detenzione, del trasporto e della vendita di esplosivi.
• La comunicazione dell’elenco dei nominativi dei lavoratori da sottoporre agli
accertamenti dovrà avere una frequenza minima annuale.
• Per l’individuazione delle mansioni deve essere adottato il criterio dell’effettivo
svolgimento indipendentemente dalla denominazione formale della mansione o
qualifica.
• Nell’ambito aziendale si deve discutere sulle: motivazioni per le quali tali esami vengono
effettuati, le sostanze oggetto del controllo e le conseguenze della positività al test.
• Occorre inoltre indicare nel Documento di valutazione dei rischi l’elenco dei lavoratori
che devono essere sottoposti a tali controlli
• E’ importante procedere ad informare i lavoratori che devono essere sottoposti a tali
controlli e successivamente il Datore di Lavoro concorda con il Medico Competente il
calendario degli accertamenti che deve essere comunicato al lavoratore non più di un
giorno prima dell’esecuzione dell’accertamento stesso.
Accertamento preaffidamento alla mansione
• Il Datore di lavoro prima di assegnare il lavoratore ad una delle mansioni incluse
nell’elenco, deve chiedere al medico competente di sottoporlo a Sorveglianza Sanitaria.
L’accertamento deve essere effettuato qualunque sia il rapporto di lavoro instaurato.
Inoltre, in caso di accertamento periodico, dato che il controllo non deve essere
prevedibile, la cadenza annuale di 365 giorni ha un valore solo orientativo.
• Il lavoratore viene sottoposto ad accertamento di idoneità alla mansione a rischio anche
quando sussistono indizi o prove delle sostanze comprese nell’Allegato e le
segnalazione di ragionevole dubbio di assunzione delle sostanze stupefacenti indicate
devono essere trasmesse in forma scritta dal datore di lavoro al Medico Competente
che proverà a verificare la fondatezza del ragionevole dubbio.
• Il datore di lavoro deve anche fornire al Medico Competente il nominativo dei lavoratori
che siano inclusi nella lista dei soggetti da controllare, che abbiano avuto un incidente
alla guida di veicoli o mezzi a motore durante il lavoro e coloro che destano il
ragionevole dubbio che l’incidente si sia verificato a causato sotto effetto di sostanze
stupefacenti o psicotrope.
IMPORTANTE PER IL LAVORATORE!!!
Se il lavoratore si rifiuta di sottoporsi al test, il Medico Competente comunica al datore di
lavoro che non è possibile emettere giudizio di idoneità per impossibilità ad effettuare gli
accertamenti poiché il lavoratore si rifiuta di sottoporsi al test o se il lavoratore non si
presenta a visita medica senza un giustificato motivo o dove il Medico Competente formuli
un giudizio di non idoneità temporanea alla mansione il datore di lavoro provvede a
sospendere temporaneamente il lavoratore dallo svolgimento della mansione a rischio.
Il medico competente, all'atto dell'assunzione del personale adibito alle mansioni di cui
all'allegato 1 e successivamente, con periodicità da rapportare alle condizioni personali del
lavoratore in relazione alle mansioni svolte, provvede a verificare l'assenza di assunzione
di sostanze psicotrope e stupefacenti sottoponendolo a specifici tests di screening in
grado di evidenziarne l'assunzione, secondo le modalità definite nell'art. 8. A seguito degli
accertamenti il lavoratore risultato positivo ai tests, comportando tale positività un giudizio
di inidoneita' temporanea, viene inviato da parte del medico competente al servizio per le
tossicodipendenze (SERT) dell'Azienda sanitaria locale, nel cui territorio ha sede l'attività
produttiva o in cui risiede il lavoratore, o alle altre strutture sanitarie indicate all'art. 2,
rispettivamente competenti. Qualora gli ulteriori accertamenti effettuati dal SERT o da
altra struttura sanitaria competente evidenzino uno stato di tossicodipendenza, il
lavoratore interessato dovrà sottoporsi ad un percorso di recupero, che renda possibile un
successivo inserimento nell'attività lavorativa a rischio anche nei confronti di terzi. Il
medico competente entro trenta giorni dalla richiesta comunica la data ed il luogo della
visita al lavoratore interessato almeno un giorno prima.l’art.125 del DPR 309/1990 (Testo
l’art.125 del DPR 309/1990 (Testo
Unico in materia di tossicodipendenza)
prevedeva che, per svolgere alcune
mansioni pericolose anche per terze
persone, i lavoratori fossero sottoposti ad
accertamenti intesi a verificare l’assenza
di tossicodipendenza. L’elenco delle
mansioni per cui la legge prescrive che
siano eseguiti gli accertamenti per
escludere l’uso di sostanze stupefacenti
è stato approvato solo nel 2007, da quel
momento è divenuto obbligatorio per
queste categorie essere sottoposti a tali
accertamenti. Unico in materia di tossicodipendenza)
prevedeva che, per svolgere alcune
mansioni pericolose anche per terze
persone, i lavoratori fossero sottoposti ad
accertamenti intesi a verificare l’assenza
di tossicodipendenza. L’elenco delle
mansioni per cui la legge prescrive che
siano eseguiti gli accertamenti per
escludere l’uso di sostanze stupefacenti
è stato approvato solo nel 2007, da quel
momento è divenuto obbligatorio per
queste categorie essere sottoposti a tali
accertamenti.
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