Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per l'Istruzione Direzione Generale per gli Affari Internazionali dell'istruzione Scolastica Ufficio V Unione Europea Fondo Sociale Europeo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2000-2006 Programmazione 2000-2006 Obiettivo 1 (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna, Sicilia) 1999 IT 05 1 PO 013 Presentazione logie e opportunità operative, ma soprattutto per stimolarle a svolgere un ruolo propositivo di prevenzione e di contrasto alla dispersione e al disagio scolastico in tutto il territorio in cui si trovano inserite. Si tratta di affermare un modo di “essere scuola” diverso che per il passato: non più limitato all’interno del proprio edificio, al curricolo ufficiale e allo studio settoriale di comparti di conoscenza, ma aperto alla sperimentazione di nuovi orizzonti, allargato al territorio in una prospettiva di relazioni e scambi che porta alla nascita e al funzionamento di reti tra scuole e fra altri soggetti interessati alla ricerca culturale e al risanamento sociale. La valorizzazione di forme culturali di diversa origine e caratura, il perseguimento di linee di sviluppo intrecciate tra studio e lavoro, l’incontro tra ricerche a vocazione ambientale e visione planetaria dei problemi, l’integrazione tra attività libere e creative e gli approfondimenti e le applicazioni rigorose di regole e discipline, sono tutti aspetti di questa nuova soggettività che il Centro risorse sollecita e favorisce. La Misura 3 del PON Scuola ha come obiettivo l’attuazione di azioni di prevenzione e recupero della dispersione scolastica e di riduzione della marginalità sociale. Essa mira a recuperare all’istruzione tutti i soggetti in difficoltà, scolarizzati e non scolarizzati, riconoscendone i bisogni e gli interessi, valorizzandone le risorse intellettuali, relazionali ed operative, promuovendone le capacità ai fini di una migliore integrazione socioculturale e dell’occupabilità. I progetti realizzati con tale Misura vengono finanziati con il Fondo Sociale Europeo. La Misura 3 comprende: - l’Azione 3.1 “Prevenzione della dispersione scolastica di alunni della scuola di base nelle aree a massimo rischio di esclusione culturale e sociale”; - l’Azione 3.2 “Interventi per la prevenzione ed il recupero della dispersione scolastica degli alunni della scuola secondaria superiore e per il rientro dei drop out”; - l’Azione 3.2 b “ Interventi contro la dispersione scolastica e il disagio sociale da realizzarsi presso i Centri risorse contro la dispersione scolastica”. Gli scenari che si prospettano hanno peraltro, come loro condizione esistenziale, la piena affermazione dell’autonomia scolastica intesa nel suo significato più alto, come strumento tecnicogiuridico che mentre esalta la competenza professionale e lo spirito d’iniziativa dei singoli, utilizza la libertà amministrativa, didattica e funzionale in modo responsabile, per ottenere i risultati previsti al più alto livello possibile. Al centro di tutto questo sistema non può non esserci la risorsa umana: vale a dire il protagonismo consapevole di tutti coloro che partecipano alla rete, dagli insegnanti ai genitori, dai dirigenti agli amministratori pubblici, dal personale non docente delle scuola ai vari operatori del privato sociale. Si tratta di una L’opuscolo raccoglie alcune esperienze realizzate all’interno della Misura 3.2b, considerata la più complessa, ma anche l’esperienza più incisiva nella lotta contro la dispersione scolastica.Essa viene realizzata presso i centri risorse contro la dispersione scolastica e il disagio sociale istituiti con il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale. I centri risorse nascono non solo per dare alle scuole delle zone economicamente e socialmente svantaggiate (nei centri urbani come nelle zone di montagna e nelle piccole isole), un aiuto materiale in attrezzature, servizi, tecno- 3 soggettività responsabilmente orientata, che parte perciò da una presa di coscienza nuova sul ruolo e i compiti che ci attendono. fidenza verso un nuovo modo di operare, in rete, fuori dagli schemi rassicuranti dell’assetto scolastico. Il mondo intorno a noi non si cambia dall’oggi al domani, ma la chiarificazione dentro di noi è possibile. E la docente che “dopo trenta anni di onorato servizio” si sente stanca, demotivata, fuori posto (“non ci si trovava più”), messa in condizione di esprimere una propria originalità di ricerca, coinvolta in modo positivo si sente cambiata. Analogo il percorso del dirigente che conclude la sua relazione con “a proposito… anch’io lo rifarei” . I materiali che qui si presentano, sono costituiti da alcune relazioni inviate dai Centri risorse e contengono le considerazioni che fanno i soggetti ivi operanti, dopo il primo periodo di attività. La loro lettura ci consente di cogliere alcuni segnali forti, da non sottovalutare. Non tutto è ovviamente pacifico e scontato e/o giustamente indirizzato al risultato atteso. Ma emergono già alcune consapevolezze di fondo che possono tracciare o almeno prefigurare linee di sviluppo assolutamente importanti. Pensiamo, per un terzo esempio, agli utenti. Agli allievi giovani che, scoprendo di riuscire ed essere apprezzati in attività che non sapevano di poter affrontare (cantare, parlare l’inglese), si fanno ricchi del piacere di stare in un luogo accogliente come è diventata la scuola, - quella scuola che li aveva, fin lì, resi diffidenti e ostili. O pensiamo agli adulti che sentono riapparire interessi ormai dimenticati, vivendo un’esperienza nuova, al di fuori della routine quotidiana, sicché possono trasmettere ai figli la “voglia di istruzione” che essi stessi hanno or ora sperimentato. Pensiamo, per esempio, al rapporto con il territorio, o come si legge in una relazione di un Centro pugliese, alla individuazione e al funzionamento di una “coppia” virtuosa: la scuola e la strada. C’è la consapevolezza del vantaggio che si ha se si mettono insieme in modo produttivo, la capacità che ha la scuola di progettare, organizzare mettere a disposizione e usare attrezzature e strutture tarate sulla formazione, e la fantasia, la creatività, l’entusiasmo, il modo diverso di pensare e di vivere che ha la strada. “Poche volte s’era vista”, dicono a Cagliari, “una scuola così viva e trafficata”. Qui è la svolta del futuro. Non più una frontiera fra scuola e territorio, l’un contro l’altro armati; ma un apprezzamento reciproco per contributi naturalmente diversi. Il confine diventa la porta di accesso e di uscita, il luogo dell’incontro e dello scambio che produce un reciproco accrescimento. Perfino un’istituzione totale, tradizionalmente esclusa dal consorzio civile, come è un istituto di pena, può diventare una risorsa (come è successo per una scuola a Catanzaro). Ecco, tutto questo, e altro ancora sulla stessa lunghezza di discorso, può sembrare poca cosa. Certo, non è ancora il rinnovamento della scuola e della società che tutti auspichiamo, ma è il primo passo, la presa di coscienza delle nuove possibilità che le attività dei progetti europei offrono. È la consapevolezza che il successo di queste iniziative dipende in buona parte da noi, dal nostro modo di stare dentro i rapporti sociali, dal nostro modo di essere. Un buon viatico per l’affermazione piena e convinta di una cittadinanza alla ricerca di libertà e democrazia. Pensiamo, per un altro esempio, ai docenti e ai dirigenti scolastici. Non si sono trovati davanti a un compito facile. Oltre alle difficoltà oggettive, dell’ambiente degradato (vedi Scampia), c’è anche l’insicurezza soggettiva e la dif- 4 Istituto Comprensivo “ABATE GIOACCHINO” CELICO (CS) Azione 3 . 2 . b “IRIDE” Andare indietro nel tempo per recuperare il passato in prospettiva di un futuro diverso e migliore è stato il percorso che il Progetto Iride, dal 15 aprile al 24 giugno 2004, ha compiuto alla ricerca di forti radici a cui ancorare solidi valori umani e sociali. E con occhi colmi di fascino e di attese giovani non più studenti, ragazzi difficilmente studenti e genitori disorientati porto di uno psicologo e di una pedagogista, si sono soffermati sui temi dello svantaggio, della difficoltà di relazione con l'adulto, del rischio di devianza e di emarginazione culturale, riuscendo ad entrare con maggiore consapevolezza nelle dinamiche presenti all'interno dei gruppi giovanili e a conoscere i processi educativi riferiti alle situazioni ambientali. La stesura di un decalogo, dal titolo “La fatica di essere genitori”, ha concluso le trenta ore di questa prima fase di lavoro, ma il successivo inserimento nei diversi moduli in cui erano impegnati i propri figli ha qualificato in modo innovativo la loro partecipazione, poiché le esperienze vissute insieme hanno consentito un coinvolgimento anche emotivo, molti steccati sono stati abbattuti e diversi reciproci pregiudizi e diffidenze sono stati superati. Essi hanno seguito, ascoltato, consigliato con interesse ed entusiasmo e il riscoprire il gusto di lavorare la calda materia del legno, austero ma duttile nelle sapienti mani di artigiani, depositari di un'arte antica e rinnovata in idee al passo con le moderne esigenze, ha unito in una fattiva collaborazione un gruppo di giovani/adulti, eterogeneo per età e per sesso, ma affine per interesse e volontà in un contesto ambientale (la piccola ed isolata contrada silana di Lagarò) marginale rispetto ai più fortunati centri urbani. La riscoperta dei suoni del passato e il rinnovare le usanze canore pre-silane, che nei hanno guardato l'apparire di un arcobaleno i cui colori significavano possibilità di partecipazione, di solidarietà, di legalità, di ambiente, di cultura, di formazione, di lavoro per un domani di riscatto e di speranza. Si sono aperti, così, scenari nuovi e interessanti per rimotivare allo studio ragazzi a rischio di dispersione scolastica, per riavvicinare al sistema di istruzione giovani drop-out e per fornire ai genitori delle chiavi di lettura più adeguate per seguire il percorso di formazione dei loro figli. Il modulo “Genitori in cammino” ha visto, infatti, coinvolti venti genitori che, con l’ap- 5 secoli hanno accompagnato i vari momenti della vita quotidiana e le ricorrenze religiose, hanno appassionato anche i più giovani, che, trovando nei genitori una insospettata memoria storica, hanno vissuto momenti di socializzazione nello stare insieme, nel confrontarsi, nel sostenersi a vicenda e riuscire ad esprimere sul palcoscenico la loro carica di vitalità attraverso balli, canti e parole emersi dalle melodie di una cultura apparentemente marginale ed emarginata. Nel recupero, nella riappropriazione e nell'affermazione di un'identità culturale fortemente legata al proprio territorio gli studenti dell’Istituto d’Arte di San Giovanni in Fiore hanno tratto una fertile fonte d'ispirazione per la realizzazione di particolari decorazioni pittoriche su rame e di monili richiamanti le "figure" dell'abate Gioacchino, riuscendo ad essere protagonisti attivi di una progettualità stimolante e creativa al di fuori degli angusti banchi scolastici. Nella prospettiva di non essere schiacciati da una globalizzazione che annulla nella massificazione risorse e tipicità locali, i ragazzi dell'Istituto Tecnico Agrario Statale "Tommasi" di Cosenza hanno scommesso sulla possibilità di essere un domani imprenditori in quei settori tarati sulle caratterizzazioni del territorio, quali la conservazione e la trasformazione dei prodotti agroalimentari. Nell'attenzione e nell'impegno evidenziati durante gli stage in aziende agricole, c'è stato tutto il desiderio di realizzare quanto di positivo inespresso albergava nelle menti di ragazzi la cui volontà final- mente si esplicitava in azioni concrete. Un buon viatico per guardare con più fiducia al proprio futuro! Un futuro che gli studenti dell'Istituto Tecnico Commerciale statale "G. Pezzullo" di Cosenza hanno sperimentato simulando processi di commercializzazione on-line. La conoscenza sul campo di gestione del magazzino, di marketing aziendale e di contabilità ha stimolato nei ragazzi un processo di emulazione che li ha portati a prospettare iniziative imprenditoriali specifiche nel settore. La ricaduta del progetto in tutte le classi dei diversi segmenti scolastici, infine, non solo ha arricchito l'offerta formativa, ma ha dato l'opportunità di sperimentare percorsi didattici più dinamici ed operativi, aprendo al sorriso e alla speranza i cuori di ragazzi, di giovani e di adulti idealmente uniti nell'unica cordata che dall’Iride si ammanta di luce e colori. 6 Istituto Comprensivo “B. MINEO” FAVIGNANA (TR) Azione 3 . 2 . b ISLANDS Il Progetto elaborato da questa scuola ha tenuto conto di tre sostanziali criticità: go, apprendimento di “qualcosa”,che servirà. Il Progetto dunque, dopo la sua elaborazione, è stato lanciato secondo la normativa suggerita e con il nostro entusiasmo. Pubblicizzazione attraverso i media, bei manifesti inviati nei luoghi caldi di 3 province ( Trapani, Palermo, Agrigento) e sparsi nel territorio delle 3 isole; presentazione multimediale alla popolazione e Amministrazioni locali di Comune, Provincia, scuole e C.S.A. di Trapani. 1.nella scuola dell’obbligo, elementare e media delle isole minori non vi sono casi – se non sporadici – di dispersione o abbandono.Vi sono però numerosi casi di disagio, alcuni di devianza, e molti di insuccesso. Questi ultimi riscontrabili nelle seguenti criticità: 2. il tasso di abbandoni e le ripetenze nella fascia della secondaria superiore – che si frequenta come pendolari sulla terraferma – è alto, alta è quindi la percentuale di drop out senza titolo di studio professionalizzante. In un gradevole pomeriggio: molti consensi dagli ospiti venuti dalla terraferma (tanti); Amministrazione rappresentata solo da un Assessore P.I. ad interim, giovani drop out assenti, popolazione che poteva essere più numerosa. 3. i genitori, adulti ex alunni, abitanti un territorio privo di risorse culturali, sono per lo più incapaci di “ governare”un rapporto, un dialogo fra loro stessi e con i figli. Il Progetto quindi, costituito da 4 moduli per allievi e 1 per genitori, ha puntato al coinvolgimento, condiviso e luminoso, di giovani e adulti “ dispersi” in attività che potessero ricuperarli: a interessi di livello più alto e profondo; alla consapevolezza di sé e delle proprie capacità; alla necessità di reciproca comprensione; alla evidenza delle vere problematiche che investono ogni tipo di rapporto. Reperimento esperti: I bandi sono stati diffusi con molta cura, le risposte poche (l’isola), ben valutate e sistemate in graduatoria. I tutor interni, con i loro curricula, sono stati scelti. Le riunioni preliminari, le iscrizioni, il calendario, tutto è stato svolto, puntualizzato e il materiale di base predisposto e distribuito. I moduli: La centralità del “luogo scuola” doveva modificare in positivo il concetto che adulti e giovani avevano dello stesso: parcheggio,noioso obbli- World Voice: attività ludicoinformatico-operative sulla lingua inglese: solo alunni interni. Un buon 7 risultato in competenze; lavoro collaborativi. - Il giardino di Caliban: prototipo di ripristino di un antico processo agricolo nelle cave di tufo dismesse: Allievi interni, a rischio, con buona percentuale di recupero e molto interesse.Richiesta la prosecuzione. - Il filo di Arianna: modulo sullo studi e recupero di beni culturaliadozione di un sito “ la grotta del pozzo”. Allievi interni. Alto interesse nelle attività e ricerche previste. Si vuole la continuazione. - Forma, movimento, suono: solo allievi interni. Alto il recupero di corporeità e di abilità scenografiche e musicali. Si vuole la continuazione. - Documentiamoci- genitori. Molto più di 20 le iscrizioni richieste di proseguire. Il modulo ha aperto molte finestre nel mondo dei giovani genitori locali, ha fatto loro acquisire abilità nell’uso di strumenti ma soprattutto li ha guidati alla scoperta di se stessi bambini, ragazzi, figli e oggi parte di una comunità che deve affrontare ogni giorno stessi problemi e stesse sconfitte. 8 Istituto Comprensivo ORGOSOLO (NU) Azione 3 . 2 b Una scuola anche per me Il progetto, avviato dall’Istituto Comprensivo di Orgosolo il 15 settembre 2003, era articolato in cinque moduli di 50 ore ciascuno ed uno di sensibilizzazione per i genitori Istruzione gli interventi mirati contro la dispersione scolastica con corsi: di teatro, pittura muralistica, informatica, equitazione per gli alunni della scuola, ambiente per gli adulti, e un modulo specifico per i genitori dei giovani protagonisti delle lezioni extrascolastiche. I moduli, finalizzati al raggiungimento di determinati obiettivi, con attività pertinenti agli interessi e bisogni dei ragazzi, degli adulti e dei genitori, privilegiavano: attività di ascolto e produzione per migliorare il livello delle competenze conoscitive, comunicative, espressive, manipolative e relazionali. Sono ventisei gli alunni delle prime tre classi delle elementari protagonisti del laboratorio teatrale, altri 24 quelli del corso di informatica, 19 sono i ragazzi delle medie a lezione di murales e altri 24 quelli impegnati ad apprendere i segreti dell’equitazione. Preliminarmente all’avvio delle specifiche attività si è proceduto al Bilancio delle Competenze che ha consentito, attraverso le specifiche azioni, di delineare il curricolo personale dell’allievo Doposcuola con sorpresa, però: al rientro dei figli, mamma e babbo devono uscire di casa per frequentare le lezioni riservate ai genitori. Orgosolo investe sui giovani, trasformando i finanziamenti del Pon in una cambiale avvallata dalla volontà di ridare centralità ai paesi dell’interno dove lo spopolamento rischia di lacerare definitivamente un tessuto sociale già debole. Il seguente articolo apparso sul quotidiano locale: “L’Unione Sarda” in data 25 novembre 2003, redatto dal giornalista Michele Tatti, dà merito del lavoro compiuto. ORGOSOLO:Patto tra scuola e Comune: a lezione anche i genitori Le iniziative originali soprattutto nella risposta degli interessati, assumono un particolare valore alla luce dell’entusiasmo che coinvolge anche gli adulti. Se infatti, gli allievi dei vari laboratori sono impegnati due volte alla settimana, i loro genitori frequentano le lezioni di un apposito modulo mirato alla nascita di una associazione di educatori che avrà il compito di promuovere e sostenere anche in futuro la formazione delle famiglie. Cento ragazzi frequentano i corsi contro la dispersione Le iniziative previste dal PON coinvolgono anche gli adulti “Il Piano Operativo Nazionale è uno strumento che interviene su più settori”. A Orgosolo risultano particolarmente efficaci nel settore della Pubblica 9 “ PON Scuola” vuol dire però anche puntare sull’inaspettato entusiasmo di chi da tempo ha finito gli studi: visto il numero delle domande, si è dovuto stilare una graduatoria per selezionare i 26 partecipanti al corso di ambiente (20 ore) e archeologia (30 ore) riservato agli ultraventenni” A conclusione del progetto è stata fatta una riflessione sul percorso seguito e sui risultati conseguiti. Sicuramente le attività svolte hanno consentito di: - affrontare in maniera nuova le difficoltà che normalmente si incontrano nelle classi - che gli insegnanti e gli alunni acquisissero una maggiore consapevolezza delle varie strategie di insegnamento-apprendimento - che gli stessi sperimentassero metodologie di lavoro più efficaci e coinvolgenti. 10 Istituto Comprensivo SANTADI (CAGLIARI) Azione 3 . 2 . b “ A SCUOLA OLTRE LA SCUOLA” “Dopo la prima lezione mia sorella è tornata a casa contentissima e ha raccontato entusiasta quanto aveva fatto e d e i n u o v i a m i c i c h e a v e va incontrato…Allora ho cominciato a pensare che doveva essere bello: ritrovarci tutti assieme e collaborare per realizzare qualcosa che poi, orgogliosi, avremmo mostrato agli altri…Quindi ho deciso di fare anch’ io parte del gruppo” Questa è la storia di un’avventura quella del progetto “A scuola oltre la scuola “ - che il neo-nato Centro Risorse “A.L.C.E.” dell’I.C. di Santadi, ha proposto al territorio, grazie al PONSCUOLA, Una sfida accolta e giocata con qualche paura, con qualche caduta, ma sempre con entusiasmo, da quanti - allievi genitori, docenti, EE.LL. – si sono trovati uniti da un comune desiderio: vivere la scuola come ambiente di accoglienza, conoscenza, relazione. Il progetto articolato in sei laboratori extrascolastici, negli spazi attrezzati del Centro Risorse e in quelli messi a disposizione dai partner della rete, ha dapprima incuriosito: poche volte si era vista una scuola così viva e trafficata . Poi alla curiosità è subentrata la consapevolezza che qualcosa di speciale stava accadendo. Che dire degli allievi di "Tornare a scuola tra gusti e aromi" che si scoprono imprenditori, capaci di trasformare semplici materie prime in profumati saponi e candele e, perché no, gustosi sciroppi, etichettati, prezzati e venduti, con ricettario accluso, in una mostra mercato il cui ricavato, per volontà dei produttori, è stato devoluto in beneficenza? Come non restare stupiti di fronte ai ragazzi di "SURVIVE AND RAP IN ENGLISH" che, in un inglese finalmente da “suff.”, mettono in scena un minimusical inedito, pensato e prodotto interamente da loro? E se questo lasciato ancora un po’ di fiato, ecco il gruppo di "Tra un dritto e un rovescio": nessuno filo di lana o sferruzzamento – a quello hanno pensato i genitori di “Orditi e trame” - ma adolescenti che del tennis fanno motivo per affermarsi cameramen e cronisti sportivi . Ci sono anche i grafici e i pubblicitari in erba di " Un logo e uno slogan per A.L.C.E.” che, pensati una serie di idee grafiche e motti per il Centro Risorse, li sottopongono al voto di tutti gli studenti e dei prescelti, hanno il logo e lo slogan del Centro che ora troneggia sui vari gadget. Al palato pensano i ragazzi di “A scuola oltre la scuola tra cucina e tradizione” che, sperimentate ben 30 ricette anche della tradizione gastronomica locale oggi raccolte in un ricettario illustrato trilingue (italiano-sardo-inglese) a disposizione nella biblioteca del Centro - curano una singolare e appetitosa degustazione finale. SSSS…andiamo a vedere cosa ordiscono e tramano i genitori nel loro laboratorio di tessitura. Meraviglia! Cuscini, centrini, tappeti pronti per la mostra finale e per abbellire il Centro Risorse. Se torniamo in biblioteca troviamo anche un loro manuale che documenta e spiega la preparazione delle lane, dei filati, del telaio, le tecniche e le procedure di lavorazione tradizionali. Guardando ancora meglio tra gli scaffali, troviamo anche un austero tomo realizzato dagli insegnanti: sono i materiali del corso di formazione dei docenti sull’orientamento e il bilancio delle competenze. Anche se per loro non è una novità, sono tornati “a scuola oltre la scuola” per diventare un po’ più bravi a sostenere i ragazzi nella crescita e nella graduale costruzione di un loro progetto di vita. Prima credevo di non cantare bene e di non saper parlare bene l’inglese, invece ora, con l’aiuto degli insegnanti, ci ho creduto.(un’alunna) 11 Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato "SANNINO" PONTICELLI NAPOLI Azione 3 . 2 . b S C U O L A E T E R R I T O R IO DAL GIARDINO AL P C Non sembra vero! I due progetti a cui abbiamo lavorato per due anni, sin dalla prima lettura dell’avviso di presentazione, si sono conclusi. L’IPIA di Ponticelli, a cui ne è stato affidato il coordinamento in quanto sede di Centro Risorse, ha sempre progettato e realizzato interventi che hanno richiesto soluzioni innovative e sforzi organizzativi per rispondere alle molteplici esigenze di un’utenza difficile e di un territorio caratterizzato da problematiche sociali complesse. Questa volta, per numero di soggetti coinvolti, risorse impiegate e per l’attuazione di un ampio piano di comunicazione, bisogna dire che, a costo di apparire enfatici, lo sforzo richiesto dalle modalità del percorso progettuale della misura 3.2b è stato davvero titanico. La formula dell’intervento ha visto il coinvolgimento di risorse umane, strutture e mezzi poche volte sperimentato in precedenza e ha richiesto un coordinamento che allo stesso tempo è stato ferreo nel disciplinare le procedure e comunque flessibile nel governare il processo informativo e didattico. A conclusione di entrambi i progetti abbiamo tirato un sospiro di sollievo, un sollievo colmo di soddisfazione per i risultati raggiunti. I due interventi messi in campo hanno visto operare in rete, con diversi ruoli e funzioni, 10 scuole di diverso ordine e grado; hanno coinvolto nelle azioni formative circa 400 allievi compresi in una fascia di età dai 15 ai 19 anni; hanno informato e sensibilizzato alle problematiche dei propri figli e della scuola ben 120 genitori. Inoltre, per lo svolgimento complessivo di 1600 ore di attività sono stati individuati nell’ambito delle 12 scuole attuatrici 40 docenti con funzione di tutor e sono stati stipulati oltre 80 convenzioni di incarico con esperti esterni all’amministrazione. La dimensione dell’intervento, che per i due progetti ha registrato un investimento di oltre 294.000 euro, ha impegnato tutti gli istituti coinvolti, e soprattutto le scuole elementari quasi sempre escluse dai circuiti dei finanziamenti FSE, in una vera e propria gara a promuovere tutte le iniziative che fossero in grado di rimuovere presso le categorie di giovani più deboli quei sedimentati comportamenti che minano il successo scolastico e favoriscono atteggiamenti che alimentano la diffusa illegalità del territorio. Attraverso una metodologia didattica comune che ha privilegiato il fare si è riusciti in molti casi a motivare gli allievi, soprattutto laddove la prevenzione alla dispersione si è attuata attraverso percorsi strutturati come vere e proprie attività preprofessionali, propedeutiche all’inserimento nel mondo del lavoro. Questi stessi allievi hanno manifestato il loro gradimento per questa prassi didattica non convenzionale in maniera convincente. Opinioni come quelle espresse dagli allievi dei due moduli Produzione pasta svolti in entrambi i progetti, per i quali: “È stato divertente preparare i vari tipi di pasta fresca ..... il corso è stato interessante e piacevole, abbiamo imparato tante cose utili ” sono state registrate un pò per tutti i moduli, anche per quelli rivolti ai genitori degli allievi in cui, come rivela la signora Giuseppina: “Sono ritornata bambina! Ho fatto questo corso perché mio marito mi ha spinto ad impegnarmi per cercare di imparare qualcosa. Devo dire che è stato proprio così! Vorrei riprovarci”. Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri Brindisi Azione 3 . 2 b Tra ricerca e innovazione: il successo formativo 3.2b La sperimentazione di percorsi formativi di prevenzione e contrasto della dispersione scolastica ha trovato, nella misura 3.2b, l’ottimale sostegno alla ricerca e alla innovazione didattico-metodologica nelle dimensioni strutturale, laboratoriale, reticolare, interistituzionale. La sistemica attività di ricerca-azione delle scuole di ogni ordine e grado su temi di interesse ambientale, sociale, culturale, vocazionale ha prodotto energia positiva tra allievi/docenti/esperti/genitori, documentata da alti indici di motivata partecipazione, riequilibrio ed avanzamento degli apprendimenti, sviluppo vocazionale, sano senso di appartenenza alla comunità scolastica. In un ciclico e graduale percorso evolutivo:dalla osservazione delle risorse del territorio e delle dinamiche di sviluppo nell’ambiente protetto serra –microcosmo di educazione ambientale e nucleo della ricercazione- alla dimostrazione degli indici di qualità bionutrizionale della produzione agroalimentare tipica. Un percorso dinamico, dunque, finalizzato alla formazione- nell’accezione di sviluppo integrato -di competenze metodologiche di studio, vocazionali rispetto agli indirizzi scolastici e al territorio, trasversali di comportamento organizzativo reticolare ed etico rapporto con le risorse dell’ambiente. La Scuola come Centro Risorse si configura, nella “formula 3.2b”, come sede di aggregazione culturale giovanile per la promozione di pari opportunità formative, (ri)orientamento vocazionale allo studio e al lavoro, integrazione con il territorio. Con modalità di project working e peer counselling -attività di consulenza tra i poli della rete- le risorse allocate su ciascun modulo progettuale hanno sviluppato competenze di specializzazione interfunzionale al servizio della qualità globale del progetto di formazione 3.2b. Un congegno complesso, finanche sofisticato, di comprovata efficacia educativa per la qualità prodotta/percepita di integrazione delle attività di formazione docente e sensibilizzazione genitoriale, di orientamento e bilancio delle competenze del target giovanile, di sviluppo degli apprendimenti in un meccanismo reticolare di ricercazione e scelte strategiche di insegnamento/apprendimento cooperativo. Nel delicato equilibrio tra competizione e collaborazione, “best practice” il polo modulare: “La serra multimediale” selezionata e riconosciuta come esperienza significativa di didattica dell’ambiente nell’ambito del 47° convegno nazionale AIGG (Associazione Italiana Insegnanti di Geografia) Università di Padova. Obiettivo ambiente: questo il campo di indagine di 7 scuole tra elementari, medie e superiori della provincia di Brindisi, impegnate con le istituzioni locali nella esplorazione/educazione/valorizzazione delle risorse ambientali del territorio nelle diversificate dimensioni dell’apprendimento informatico-tecnologico, vocazionale, interculturale, scientifico-nutrizionale. Unitaria la metodologia: laboratoriale, innovativa, altamente significativa. Univoco il consenso ed il successo formativo per alto indice di: - soddisfazione utenza Centro Risorse Polivalente I.P.S.S.A.R. BR; - integrazione tra sistema scolastico l o c a l e e fo r m a t i vo i s t i t u z i o n a l e ; - quadro organizzativo di cooperazione efficiente e condivisa dalla partnership; sviluppo risorse vocazionali di apprendimento individualizzato e cooperativo. 13 Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali, Turistici e della Pubblicità -“Raffaele Gorjux” BARI Azione 3.2b Progetto “…per essere insieme…” Vogliamo raccontarvi la storia di una coppia, quella della scuola e della strada che si sono conosciute nel Centro Risorse del Gorjux a Bari e che oggi vivono per lavorare insieme, con gli altri e per gli altri, su un’idea comune, che è il benessere dei ragazzi e delle famiglie. Queste, un bel giorno di due anni fa, sedute davanti al P r o g e tt o “ … p e r e s s e r e insieme…”, si sono guardate ed hanno capito che avevano qualcosa in comune: galeotto il progetto dal titolo così ben augurante. Sta di fatto che da quel momento la misura 3.2b, i moduli formativi e di sensibilizzazione, la lotta alla dispersione scolastica ed al disagio sociale, il recupero dei drop-out e l’apertura alle differenze sono diventate occasioni per incontrarsi e aprirsi, per farsi conoscere e conoscere. E’ così la scuola ha messo a disposizione tutto quello che ha, la sua capacità di progettare e organizzare, le sue strutture … e anche i suoi soldi; la strada le ha regalato il suo entusiasmo, la sua fantasia, la creatività, un modo diverso di pensare e di vivere, anche se in questa storia il punto fermo rimane. A Bari il Centro Risorse del Gorjux sta accogliendo bambine, ragazzi e adolescenti provenienti da fasce svantaggiate, dalle periferie a rischio, da gruppi etnici minoritari e da famiglie distratte. L’amicizia ha anche aumentato le occasioni di incontro con gli/le altri/e e, quella, che era una Rete di partner, sta diventando sempre più un gruppo di relazioni, una comitiva che si incontra e ognuno presenta i suoi amici: anche noi stiamo conoscendo tanti nuovi amici e amiche, belle e brutti, sicuramente simpatici e interessanti per parlarci e lavorare. La strada ci ha presentato i Centri Fa- 14 miglia Territoriali ed i Centri Educativi Aggregativi, ed ancora tante associazioni e cooperative sociali e poi gli operatori della Fondazione Giovanni Paolo II di Bari che con i suoi “ragazzi” (così li chiamano tutti, perché sono giovani e, ancor più si mescolano ai giovani per i loro … “stili”) sta operando con la scuola per il recupero delle periferie e per l’apertura di questa al territorio. L’amicizia ha potuto sperimentare nuove modalità operative con attività laboratoriali e di gruppo che sviluppano la creatività delle ragazze e dei ragazzi e che convogliano la loro vivacità fisica e intellettiva nella partecipazione alle attività ludiche, sportive, teatrali, artistiche e di professionalizzazione. E nell’aggregazione sociale si sta trovando la chiave per sbloccare tante situazioni negative e “rompere” la condizione di isolamento fisico e psicologico di tanti adolescenti e adulti/e che, invece, con le opportunità del Centro Risorse, si confrontano, rileggono il proprio vissuto, condividono attività e decisioni e sviluppano la propria autostima ed il senso di fiducia verso gli altri, le istituzioni, la scuola e la strada . Sono state tante le attività svolte, belle, coinvolgenti e stimolanti anche per gli operatori e un clima di fiducia e di collaborazione ha pervaso per la prima volta adulti, genitori e famiglie che ormai si sentono coinvolti come attori nei processi di cambiamento sociale. E’ importante adesso che la storia di questa bella coppia sia conosciuta e sostenuta nella collaborazione e nella fiducia. Noi lo stiamo facendo…! Istituto Professionale di Stato per i Servizi Commerciali, Turistici e della Pubblicità -“Raffaele Gorjux” BARI Azione 3.2b Progetto “comune…mente” l’esperienza genitoriale. La scuola aperta al territorio rappresenta ormai da anni una richiesta esplicita da parte di molti, non soltanto a causa di una sempre più consapevole aspettativa nell’aderenza al mandato istituzionale - che non è esclusivamente formativo ed educativo ma anche volto alla migliore socializzazione - ma forse soprattutto per la costruzione, nel tempo, di una connessione sempre più pregnante tra territorio, istituzioni e cittadinanza. Quest’ultimo target è stato particolarmente curato sotto il profilo della ricerca di occasioni, scenari, calendari e sistemi di comunicazione più confacenti alle esigenze di una utenza adulta, coinvolta in concomitanza col periodo estivo. La ragionevole difficoltà di partecipare da parte di persone impegnate nel lavoro ha indotto gli organizzatori a sviluppare un programma, intenso ed intensivo, che ha fatto della residenzialità, al contempo, una soluzione pratica ed un valore aggiunto. Un “Centro Risorse” risponde in maniera più strutturata e strategica di altri a tale richiesta, proprio per combattere la dispersione scolastica e la frammentazione sociale. E’ appena il caso di sottolineare la grande dimensione dell’impatto emotivo, a conclusione di quest’ultima esperienza più ancora che delle altre, per il pieno apprezzamento da parte dei partecipanti dell’importante occasione offertagli. Il Centro Risorse dell’Istituto Professionale “Gorjux” di Bari si è impegnato negli anni a raggiungere standard di grande funzionalità, ispirandosi ai moderni criteri di efficacia ed efficienza: per le dotazioni strumentali d’avanguardia, le tante postazioni informatiche, le simulazioni di impresa, i laboratori di immagine, la costruzione di siti web e tante altre iniziative di cui la dirigenza si è fatta promotrice, per consentire alla scuola, ad alunni ed insegnanti di sentirsi a pieno titolo nell’alveo della dimensione europea. Altre attività si sono svolte a scuola e presso alcuni centri di presenza nei quartieri (per esempio sono stati coinvolti i Centri per le famiglie Territoriali di San Paolo e di Japigia, promossi dal piano cittadino per l’infanzia e l’adolescenza, L. 285/97) e per strada. Partner del Centro in questa impresa è stata la Fondazione Giovanni Paolo II che ha messo a disposizione i propri esperti e che sperimenta da molti anni pratiche di inclusione scolastica e sociale, per l’appunto, dentro e fuori della scuola, presso centri aggregativi e nella politica di prossimità, con interventi educativi di strada in una concezione efficace di integrazione e di azione sistemica. Nella sua attività, il Centro Risorse, con il Progetto “comune…mente”, negli ultimi due anni ha previsto interventi formativi e di sensibilizzazione caratterizzati dalla sperimentazione di pratiche innovative per la socializzazione ed il pre-orientamento professionale rivolto a ragazzi in età scolare di tutte le età, a giovani adulti ed a genitori, per i quali, tra l’altro, sono stati predisposti step formativi di sostegno al- 15 Istituto Professionale per i Servizi Commerciali e Turistici “MIANO” NAPOLI Azione 3.2b “I GIOVANI LA FAMIGLIA, LA SCUOLA: AUTENTICHE RISORSE DEL CENTRO” L’IPSSCT “MIANO” di Napoli, già “Centro Risorse contro la dispersione scolastica e la frammentazione sociale”, nell’anno scolastico 2003-2004 ha gestito il progetto PON Misura 3 Azione 3.2b “I GIOVANI LA FAMIGLIA, LA SCUOLA: AUTENTICHE RISORSE DEL CENTRO” per i sottoindicati moduli formativi: 1. Multimedialità attiva 2. Office productions 3. Project work 4. Front office turistico 5.Azienda editoriale simulata 6. Laboratorio teatrale 7. Laboratorio Musicale 8.Laboratorio espressione corporea 9. Natrural..mente..sport 10. Laboratorio di giardinaggio registrando il coinvolgimento degli alunni delle scuole del quartiere e di 60 genitori impegnati nei seguenti moduli: 1. sensibilizzazione 2. orientamento 3. scuola e mondo del lavoro L’utilizzo delle tecnologie del Centro Risorse ha permesso a tutti i partecipanti di sperimentare opportunità formative, ricreative e socializzanti finalizzate a migliorare le proprie attitudini orientate a crearsi un progetto di vita. Questo bisogno è stato particolarmente avvertito nel territorio di riferimento purtroppo difettoso di luoghi di socializzazione, di aggregazione e di orientamento. Significativa è risultata la partecipazione dei genitori al progetto che hanno rinvenuto nell’istituto gestore un luogo di notevole accoglienza che ha visto rafforzato il loro senso di appartenenza con il desiderio di continuare un’esperienza pienamente gratificante. L’articolazione del progetto ha consentito a docenti, alunni, genitori appartenenti a istituti di diversi ordine e grado, una positiva occasione di conoscenza e di approfondimenti utili, nella prospettiva di una continuità didattica e metodologica indispensabile per un efficace ed efficiente rendimento scolastico. Aspetto notevole, altresì, del progetto è risultato il modello di integrazione territoriale tra gli operatori e i fruitori dell’esperienza. 16 Istituto Professioale per i Servizi Commerciali, Turistici e Pubblicità “S. Pertini" - CROTONE Azione 3 . 2 . b SUN SHINE Il progetto ha come campo di azione una città, che vive da molti anni, una situazione di crisi economica e sociale, caratterizzata da un alto livello di disoccupazione, assenza o quasi, di attività imprenditoriali, carenza di strutture, scarsa informazione sulle potenzialità presenti nel territorio, alta criminalità. In tale contesto prevalgono condizionamenti culturali, schemi rigidi, scarsa originalità, resistenza al cambiamento, atteggiamenti che sono alla base del disagio. La scuola , impegnata nell’obiettivo di incidere sullo sviluppo del territorio, ha avuto la opportunità di tracciare attraverso il Centro Risorse, linee di intervento più forti. L’approccio di rete ha aperto un tavolo di concertazione orientato a costruire un Patto Formativo Territoriale tra soggetti istituzionali, politici ed economici, attori responsabili dello sviluppo. Il progetto prevede tempi lunghi di realizzazione e si va sviluppando, in itinere, attraverso azioni rivolte agli alunni e ai genitori per a f fe r m a r e i principi e la cultura della legalità, della responsabilità, della trasparenza e delle pari opportunità. La Misura 3 . 2. b ha rappresentato una tappa significativa del processo in quanto ha offerto nuove opportunità di mediazione educativa volta a sollecitare, attraverso occasioni apparentemente ludiche, forme di impegno civile e sociale. Lo sportello informativo, le cooperative, i murales, la lavorazione della ceramica, la fotografia, il nuoto, la danza, l’informatica, le arti marziali hanno consentito di avvicinare giovani ed adulti verso un quadro di valori che possono rappresentare sul territorio, una occasione di riscatto sociale. 17 Istituto Professionale per l'Industria e L'Artigianato " E. FERMI" CATANIA Azione 3 . 2 . b “Un Centro Risorse per vivere la scuola” E’ “PRIMAVERA” PER I GIOVANI CATANESI “Per star bene con se stessi nella scuola e nella società pensando al futuro” “Un Centro Risorse per vivere la Scuola”, titolo del progetto contro la dispersione scolastica cofinanziato dal Fondo Sociale Europeo, ha avuto uno straordinario successo di partecipazione e di risultati all’IPSIA “Enrico Fermi” di Catania. Il Centro Risorse “Primavera” ha impegnato una rete di scuole per contrastare disagio e dispersione, accogliendo giovani e adulti provenienti da zone deprivate per fare acquisire loro crediti da spendere nel mondo del lavoro o per il rientro nella formazione professionale. Questi i numeri dell’esaltante esperienza che ha visto l’IPSIA “Enrico Fermi” come scuola capofila di 7 istituti in rete: a frequentare il corso sono stati 151 alunni, 1 drop-out, 57 genitori e 8 docenti; 90,07% è la percentuale di alunni promossi. Sono stati impegnati 18 docenti e 26 esperti, formati in un corso propedeutico alla didattica di 10 moduli di 50 ore ciascuno destinati alla formazione degli alunni e 3 moduli rivolti ai genitori. E, ancora, 6 amministrativi, 1 tecnico, 3 collaboratori scolastici, e 2 baby-sitter. Tutto questo è stato il Centro Risorse “Primavera” di Catania. Il progetto, nonostante lo scetticismo iniziale, ha riscosso i consensi e il plauso di tutti. Si preparava il partneriato del Centro Risorse quando un funzionario del Comune esordiva dicendo “In queste cose, io non ci credo; vedremo cosa concluderete!”. Più ottimista, invece, un capitano d’industria che nella lettera d’intenti affermava di “ammirare chi si adopera per promuovere innovazione nella scuola del sud”. E’ stata, dunque, una sfida che il “Fermi” di Catania ha voluto raccogliere e di cui, alla luce dei lusinghieri risultati conseguiti, è legittimamente fiero. I laboratori del Centro “Primavera” hanno accolto giovani provenienti dalle scuole in rete, da Comunità e associazioni, genitori che hanno usufruito di un Baby parking dove i figli sono stati intrattenuti da baby-sitter. E’ stata un’esperienza straordinaria vissuta in una scuola nuova, in cui i genitori si sono confrontati con i docenti senza barriere e formalità e dove i veri protagonisti sono stati comunque e solo i ragazzi, ai quali sono stati certificati i crediti e rilasciato un Portfolio di Competenze. E’ stato bello vederli usare le telecamere e fare interviste, lavorare nelle aiuole e nella serra; impegnati nella spremitura degli agrumi imbottigliandone il succo e nella depurazione di acque reflue; giocare a basket; esercitarsi nella lingua inglese e nello scoprire sane modalità nutrizionali; scattare foto per poi svilupparle e stamparle; fare musica con le percussioni e teatro recitando Shakespeare. Ragazzi difficili, che studiavano poco, ribelli e insopportabili in aula, che nel pomeriggio sembravano subire una metamorfosi: erano diversi, gioiosi, fieri di ciò che facevano. La ragazza che ha interpretato il ruolo di “Giulietta” è felice: “Che bello – affermaadesso so scandire le parole, io che ‘mangiavo’ metà di quello che dicevo”. Anche Fabio, sedicenne diversamente abile, chiede: “Potrò partecipare ancora se rifate il teatro?”. Concetta, casalinga mamma di Mario che frequenta la 3° media in una scuola della rete, s’informa e dice: “Voglio rifare lo sport per i genitori. Non è che si scorda di farmelo sapere?”. Anche i docenti e gli esperti si informano e qualcuno chiede: “Hai notizie, pensi che lo rifaremo?” La referente del Centro “Primavera , vulcanica e instancabile” rassicura tutti che l’esperienza presto avrà un seguito. 18 Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato “G. MARCONI” COSENZA Azione 3.2 b “Scuola: luogo nuovo per crescere” ” IL TEMPO RITROVATO Si può vivere senza sogni? Quanti sono i sogni non realizzati o neppure espressi, nella vita di ciascuno? Ma se un sogno è condiviso ... allora è già realtà! Questo e tanti altri sono i temi di cui si è discusso nell’incontro, che si è tenuto nell’aula magna dell’I.P.S.I.A. “G. Marconi” di Cosenza, come momento conclusivo delle attività di sensibilizzazione rivolte ai genitori, svolte nell’ambito del progetto “Scuola: luogo nuovo per crescere”. L’atmosfera è stata quella delle grandi occasioni, ma tutto si è svolto con semplicità: fiori, bambini, hostess improvvisate, corsisti, tutor, esperti e, alle spalle, l’organizzazione di una scuola che si è finalmente aperta al territorio. I temi affrontati sono stati la dispersione scolastica e il disagio di tanti ragazzi d’oggi e di ieri, rivisti con gli occhi di persone adulte, genitori che hanno cercato di pensare al futuro come ad un progetto in corso d’opera per la vita. Questo articolato progetto ha visto coinvolti in molteplici attività formative, anche, tanti giovani, alunni dell’IPSIA o d’altri istituti che hanno accolto gli stimoli per un modo diverso di fare scuola, utilizzando l’attrezzato Centro risorse (laboratorio multimediale, fotografico, musicale, attrezzature sportive, ecc.), come spazio aperto per abbracciare le tante realtà presenti nella scuola e nel territorio. Allontanandosi dalle forme classiche della didattica, tutte le attività formative sono state sviluppate attraverso “percorsi a progetto” in cui si è rivelata essenziale la de-strutturazione del processo d’apprendimento, proponendone forme più dinamiche e aperte. Si è avviata un’attività di ricerca che ha stimolato l’interazione continua tra le parti e favorito la partecipazione. I fiumi di Cosenza, ad esempio, hanno fornito lo spunto per far intraprendere ai ragazzi un percorso d’approfondimento interdisciplinare. Partendo da una situazione semplice “il fiume come acqua che scorre”, si è avviata una forma concreta di studio. I fiumi sono diventati, così, luoghi carichi di storia, di habitat naturali, di rilevanze spaziali. Poi “i sogni di quindici ragazzi che in 50 ore sono diventati un mosaico pieno di visioni e colori”, come un meraviglioso mosaico dell’esistenza, i cui tasselli rappresentano l’espressione creativa di ognuno. Dai sogni di ciascun ragazzo è venuto fuori non solo un meraviglioso gioco di forme e colori, ibrido tra mosaico e dipinto, ma anche la rappresentazione di storie di sirene e miti, in cui ognuno ha inserito un po’ della propria storia e dell’esperienza quotidiana. E ancora, lo spettacolo “Un uomo così, uno come G.G.”, con testi e musiche di Giorgio Gaber, ha messo in scena un percorso tematico-musicale aperto alla storia politica, economica e sociale del nostro paese. Dare Giorgio Gaber in mano e in bocca ai ragazzi è stata una vera scommessa, come portare il suo autentico anticonformismo e la sua sana irriverenza “fin nelle midolla dei giovani”. Lo spettacolo è stato, anche, caratterizzato dall’attività sinergica di vari gruppi, che hanno prodotto un CD-ROM/DVD contenente i testi delle canzoni, le fotografie, i filmati e quanto necessario per offrire il supporto multimediale allo spettacolo. Infine, insieme a queste, molte altre attività sono state realizzate, concretizzando un progetto con chi progetti non ne aveva o non ne aveva ancora. 19 Istituto di Istruzione Superiore “N. Miraglia” Lauria (PZ) Azione 3.2b Virtual discography 2003 Virtual discography 2003 . Questa scuola scrive il rock La musica come antidoto al disagio giovanile: è questo il senso del percorso formativo “Virtual discography 2003” promosso dall’I.S.I.S.”Miraglia” di Lauria. La manifestazione musicale tenutasi nell’ottobre scorso nella palestra dell’ istituto superiore di via Cerse dello Speziale non è stato altro che il momento conclusivo di un intenso lavoro di preparazione che ha coinvolto sei scuole in rete del territorio. All’attività, tesa ad intervenire contro il disagio sociale, utilizzando gli ambienti del Centro Risorse dell’Istituto, hanno preso parte più di duecento studenti ed una sessantina di genitori, che sono riusciti a ricreare a scuola il complesso mondo della discografia, tanto da confezionare un prodotto musicale, da presentare graficamente e da diffondere sul mercato. Composto da dieci moduli destinati agli studenti e da tre riservati ai loro genitori, “Virtual discography”, percorrendo il fascinoso mondo della musica, ha proposto materie inconsuete, ma comunque raccordabili con i contenuti curricolari. “Rimotivare i ragazzi allo studio per garantire ad ognuno il pieno successo formativo è possibile se si riescono ad individuare le strategie più adatte per penetrare nella sensibilità delle giovani generazioni, spesso accusate di essere incapaci di interessarsi davvero del loro futuro” ha dichiarato il dirigente dell’I.S.I.S. “Miraglia” intervenuto al termine dello spettacolo. Come a dire: dove non riescono a giungere le ordinarie lezioni mattutine riescono talora più incisivamente ad arrivare le attività laboratoriali che sfruttano “a pieno ritmo” gli ambienti del Centro Risorse della scuola. Tra quelli più apprezzati dai giovani vi sono soprattutto la moderna aula multimediale e l’attrezzato laboratorio musicale dove sono stati creati i brani inediti presentati live durante l’affollata manifestazione che ha idealmente inaugurato questo anno scolastico. Le parole scritte dai giovani della net generation, passando dalla negatività dell’esistenza all’amore, dalla guerra al pacifismo, esplicitano le emozioni nascoste di un universo in evoluzione. I testi sono stati arrangiati a volte seguendo la linea del pop melodico, a volte puntando sui graffi del rock o sulle cadenze del rap. Spesso alle note si accompagnano clip accattivanti, frutto del lavoro dei partecipanti al modulo “Produzione video”. Sotto la guida esperta di abili professionisti del mondo delle sette note e della multimedialità, sono nati una dozzina di trascinanti motivi. Tutte le composizioni, espressione dell’inaspettata creatività di tanti Mogol - Battisti in erba, sono state accompagnate dal vivo da giovani strumentisti frequentanti le scuole di un’area del Sud della Basilicata, che offre davvero poco, sul piano ricreativo e lavorativo, ai suoi residenti. I ragazzi hanno dimostrato di essere molto più a proprio agio con le percussioni, con le tastiere o con la videocamera anziché con i meno amati libri di scuola. Ma usare strategie didattiche alternative per recuperare i giovani allo studio è la finalità di fondo del P. O. N. Misura 3 Azione 3.2b, finanziato dall’Unione Europea e gestito dal MIUR, grazie al quale è stato possibile progettare ed attivare i tredici moduli, di cinquanta ore ciascuno, di una casa discografica che da virtuale è sembrata divenire magicamente reale. 20 Istituto di Istruzione Superiore “ Isabella Morra” MATERA Azione 3.2b “ COMMUNITY CARE: UNA RETE TERRITORIALE PER LA PREVENZIONE DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA E DEL DISAGIO GIOVANILE” moduli, di 50 ore ciascuno, coprogettati e cogestiti dal Centro, dalle Scuole della rete ( ITIS - IPSAR – ITCG – n° 3 Scuole Medie- IV Circolo didattico), dai Servizi Sociali del Comune di Matera, dal Centro territoriale per l’Impiego – Amm.ne provinciale -e dalle Associazioni di seguito indicate: Oltre il disagio…il sole L’Istituto Professionale per i Servizi Sociali “ Isabella MORRA” è sede di un Centro Risorse per la prevenzione della dispersione scolastica e la promozione del successo formativo. Il Centro “ Arcobaleno” si configura per il territorio fulcro di un servizio integrato di rete: non è organizzato come mero luogo di svolgimento di - DUMBO : associazione ONLUS di n° 80 famiglie con figli affetti da grave handicap attività formative, ludico-ricreative, bensì come volano della sinergia tra Associazioni, EE.LL., Agenzie formative e Scuole partners della rete. - SOLIDARTE ONLUS InCentro: associazione “ cui sta a cuore il futuro dei giovani” - ASSOCIAZIONE ATLETICA AMATORI: associazione sportiva no- profit Il Centro Risorse ha realizzato nel periodo marzo-ottobre 2004 il progetto “ COMMUNITY CARE”, articolato in 10 - AGEFORMA : Agenzia Provinciale 21 per l’Orientamento e la Formazione professionale s.p.a. - COOP. PIUMIDIA formazione agenzia di - LA CITTA’ ESSENZIALE : Consorzio di n° 13 cooperative sociali per l’assistenza ai minori e agli anziani I percorsi formativi, seguiti da 209 ragazzi, dagli 8 ai 18 anni , segnalati dalle scuole, dai Servizi Sociali del Comune , dalle comunità di recupero del territorio sono stati i seguenti: “ Educazione all’uso del PC per lo studio, il lavoro ed il tempo libero” - “L’Inglese sul palcoscenico” - “ La mia ipermedia città” “ Produzione di musica elettronica” - “ Informa…polis” “ Laboratorio sperimentale del pollice verde” “ La danza : strumento di educazione” - “ Pratica motorio – sportiva” “ Conosci te stesso e prova a scegliere” - “Recupero dello svantaggio” “ E’ stata un’esperienza fantastica ! “, sostengono R. e A., di 13 anni, che hanno seguito il percorso - La danza : strumento di educazione -“Danza, musica, movimento,giravolte, capriole senza appoggi: tutto è servito a migliorare il nostro corpo, e non solo. Il tutor del corso ci costringeva a scrivere il diario di bordo, a raccontare ciò che avevamo imparato; poi, all’inizio di ogni lezione, facevamo un circle time e,a turno, dovevamo descrivere gli esercizi della volta 22 precedente.” M. sostiene che a lei è servito parlare davanti a tutti, ha superato la timidezza. R. ammette che ha imparato a seguire il ritmo, a muoversi calcolando le distanze e sentendo la forza nei muscoli, e poi, continua, “ Non so come dire, non è stata solo ginnastica, abbiamo parlato tanto, ci siamo confrontati, ho capito che anche i ragazzi prepotenti e bulli, poi, non sono male, basta capirsi. ” Il progetto Community Care ha sensibilizzato e formato 59 genitori degli allievi dei moduli sui problemi dell’adolescenza e delle relazioni tra figli e genitori ,fra scuola e famiglia. Sono stati organizzati tre gruppi di lavoro composti, rispettivamente, di 20 genitori e condotti da un counselor esperto in relazione di aiuto e da un facilitatore della comunicazione. “ Finalmente si pensa ai genitori! – dice una signora – Non è facile essere la madre di un adolescente ribelle e polemico che non accetta le regole, che odia la scuola. Ero disperata e pensavo di essere una madre incapace. Ora,dopo 50 ore di formazione almeno riesco ad ascoltare mio figlio e a cogliere i suoi segnali di disagio. Mi sento più sicura e non provo più paura, perché so come c o m p o r t a r m i c o n m i o f i g l i o.” I dieci percorsi del progetto hanno previsto il Bilancio delle competenze degli allievi, operato da un gruppo di esperti, attraverso colloqui, tests, attività di osservazione e di rilevazione. Per ciascun utente, quindi, è stato prodotto il Dossier di bilancio e la Certificazione delle conoscenze e delle competenze conseguite (modello ISFOL) che, consegnato alle scuole frequentate, sarà inserito nel portfolio di ciascuno. Istituto Onnicomprensivo Istruzione Secondaria PANTELLERIA (TP) Azione 3 . 2 . b “CERCHIAMOCI E TROVIAMOCI” Il progetto dell’Istituto D'Istruzione Superiore “V. Almanza” di Pantelleria ha avuto inizio ben due anni fa, quando si è cominciato a pensare ai giovani panteschi, a intervistarli, a chiedere loro e a chiedersi che cosa si potesse fare, in vista di una possibilità di studio “alternativa”, una possibilità di studio che fosse diversa da quella canonica ed organizzata della mattina, che non comportasse obblighi, né compiti, né voti, ecc, ecc. Il primo impatto è stato con i giovani che frequentavano l’Istituto solo perché i genitori li obbligavano, ma erano pronti ad abbandonare, non appena le difficoltà da superare fossero state riconosciute, anche dai genitori, insormontabili… Gli incontri con questi alunni hanno determinato il cosiddetto “passaparola”: la maggior parte dei ragazzi che negli anni precedenti aveva abbandonato la scuola è stata convinta a venire a parlare con la referente, giusto per “sapere”, per capire che cosa avesse loro da proporre la prof. . Vivaci, molto vivaci gli incontri: tanto, si sa, è una prof., vorrà che noi si torni a scuola, perché è giusto così, perché un pezzo di carta fa sempre comodo, ecc, ecc. Trovarsi a discutere con una prof. sicuramente, ma che gli proponeva ben altro dalle lezioni di italiano e poi scienza e poi tutto il resto, li ha inizialmente un po’ sconcertati, in un secondo tempo li ha incuriositi, infine li ha convinti… Ecco che i corsi di teatro, di ceramica, di educazione motoria, di agricoltura hanno avuto frequenze altissime, costanti e prolungate nel tempo, interesse e curiosità vivacissime, discussioni guidate e mirate, anche alla comprensione del perché è così tanto sbagliato abbandonare la scuola, senza avere altre alternative che un lavoro sottopagato e non riconosciuto, come cameriere o manovale, nel migliore dei casi o, nel peggiore, non avere nessun tipo di lavoro. I moduli sono stati avviati, rispettando i tempi e i percorsi programmati, c’è stata una generale e diffusa soddisfazione, continue richieste di reiterare l’esperienza, perché molto apprezzata da tutti. Infine, è stato anche molto soddisfacente l’esperienza con i genitori: il modulo “La terra dei nostri padri e dei nostri figli” è stato seguito con partecipazione, curiosità ed attenzione, e non perché fossero pagati, bensì perché gli argomenti presentati sono apparsi intriganti e coinvolgenti. 23 Istituto Tecnico Commerciale “Bachelet” Copertino (LE) Azione 3.2b “ La scuola nella rete: interventi integrati contro la dispersione” L’anno scolastico 2003/04 ha visto l’ITC “Bachelet” di Copertino (Lecce) impegnato nella realizzazione del Progetto “ La scuola nella rete: interventi integrati contro la dispersione”, un progetto di notevole entità (dieci moduli formativi e tre si sensibilizzazione) che ha coinvolto numerosi alunni e genitori delle scuole del territorio collegate in rete con l’ITC, sede del Centro Risorse contro la dispersione e la frammentazione sociale. Le attività realizzate durante i percorsi sono state molteplici: teatro, sport, sicurezza, ambiente, fotografia, restauro, simulazione aziendale, legalità. Tutte però hanno avuto lo scopo di rendere più coinvolgente l’apprendimento e più attraente la scuola. ”Il primo giorno mi è sembrato davvero bello, con il professore abbiamo subito fatto amicizia, era molto simpatico …..da quel giorno andavo molto volentieri a scuola …ero tanto felice di svolgere questo progetto teatrale, con la mia amica M. Chiara ci divertivamo tanto”. “Questa esperienza mi è piaciuta molto, è stata utile perché ho allargato le mie conoscenze, ho imparato nuovi argomenti e ne ho approfondito vecchi con metodi semplici e divertenti.” Sono alcune delle testimonianze dei ragazzi che hanno partecipato ai percorsi. La ricaduta è stata quindi estremamente positiva ed ha ripagato tutto lo sforzo compiuto dalla scuola, dando un senso al lavoro e all’impegno profuso da tutte le componenti impegnate nel progetto che hanno visto realizzate le proprie aspirazioni di dare nuove opportunità a ragazzi a rischio. Il progetto ha coinvolto anche i genitori degli alunni che sono tornati sui banchi di scuola per frequentare i moduli di sensibilizzazione. E’ stata questa un’esperienza interessante che ha rafforzato i rapporti tra scuola e famiglia, favorendo l’autoanalisi, il confronto, la presa di coscienza delle proprie difficoltà, ma anche lo sviluppo e il potenziamento delle competenze genitoriali. Le testimonianze di alcuni genitori possono far comprendere in modo più efficace il significato e il valore che tale esperienza ha avuto per coloro che hanno avuto la possibilità di viverla. “Sinceramente all’inizio non volevo, non avevo capito bene di cosa si trattasse e poi tornare sui banchi di scuola dopo quasi 40 anni mi metteva un po’ di timore. In seguito mi sono talmente interessata e appassionata…” “ Quei giorni che dovevo frequentare il corso li aspettavo con piacere, avevo la sensazione che dentro di me si apriva un grande vortice, un senso di liberazione, non so come altro lo posso descrivere, mi aiutava a stare molto bene; penso che mi sentivo così perché ho avuto modo di esternare quello che avevo dentro sia attraverso il dialogo e la scrittura”. La realizzazione del progetto è stata quindi un’esperienza che ha dato molto alla Comunità Scolastica e al territorio di Copertino in termini di crescita culturale e umana perché il coinvolgimento di tanti attori legati in una rete ha favorito la circolazione di idee, conoscenze, competenze e il rafforzamento di rapporti tra diversi Enti ed Istituzioni tesi alla realizzazione di un bene comune: lo sviluppo di una generazione in grado di affrontare e superare i disagi che la società sempre più difficile e complessa di oggi presenta. La scuola perciò può davvero diventare luogo privilegiato dell’accoglienza, in cui i soggetti siano attori e protagonisti del loro apprendimento ed in cui trovi adeguata valorizzazione l’acquisizione di competenze decisionali, autoorientative e di relazione: elementi fondamentali per facilitare l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. 24 Istituto Tecnico Commerciale “L. STURZO” BAGHERIA (PA) Azione 3.2b ”Percorsi di valorizzazione delle risorse umane e del territorio” L’ITC Luigi Sturzo di Bagheria in provincia di Palermo agisce in un contesto socio-economico difficile che origina dispersione scolastica e disagio giovanile. La piaga della criminalità organizzata trova nell’attività quotidiana della Scuola, le giuste contrarie per fare sì che i giovani possano liberarsi dalla cultura dell’antistato e dei disvalori. Questa sensibilità nel cercare di aggredire il problema della dispersione scolastica che comunque ha origini diverse e complesse, riferite anche alle questioni negative della condizione giovanile, ha trovato un’espressione positiva ed operativa nel PON e nella misura di riferimento che è la 3.2b. L’evoluzione del fenomeno della dispersione ha fatto sì che fosse più difficile gestire il problema stesso nella sua complessità anche da parte della scuola. La scuola si trova nella condizione di essere baluardo nei confronti del male che corrode essa stessa e le impedisce di essere protagonista della crescita civile del paese. Ricerca ed azione strettamente congiunte dunque possono essere la risposta possibile laddove sia chiaro per tutti, docenti in primo luogo, che fenomeni quali la bocciatura, le ripetenze, le disabilità ad apprendere, costituiscono materia da contrastare e problematica di cui farsi carico assolutamente Ecco perché è stato positivo che il nostro istituto sia sede del Centro Risorse polivalente contro la dispersione scolastica “Aquilone” ed abbia concentrato nella sua giurisdizione beni ed attrezzature idonee per accrescere lo “star bene” a Scuola dei giovani. Ci si è subito resi conto che i veri progressi nella lotta contro la dispersione non possono registrarsi senza la collaborazione attiva dei genitori e degli operatori sociali che agiscono nel territorio. E’ sembrato utile che gli adulti-genitori potessero trarre vantaggio dalla scuola ricevendo cultura, formazione e competenze per avvicinare di più genitori e figli, per coinvolgerli in un percorso comune che veda nella cultura e nella educazione uno strumento di liberazione dal disagio. In questa ottica e con questi fini importante è stato considerare l’utilizzazione dei beni acquistati con le risorse dei fondi strutturali. I diversi beni e le attrezzature disponibili per attuare una positiva strategia intesa a mantenere nel circuito formativo i giovani in difficoltà, si sono effettivamente rivelati efficaci, soprattutto quelli destinati per la loro natura ad acuire e coltivare la voglia dei giovani di stare insieme e di socializzare con i loro coetanei le motivazioni profonde della loro difficoltà. Lo sport e la musica si sono naturalmente dimostrate particolarmente adatte a rigenerare l’attitudine dei giovani all’impegno ed alla socialità. 25 Istituto Tecnico Commerciale “Einaudi” Catanzaro Azione 3 . 2 . b Pit-stop: rifornirsi per ripartire L’Istituo Einaudi è ubicato nel quartiere a rischio di Gagliano, con il 30% di disoccupati giovani e problemi di devianza sociale,che esplodono in forme di illegalità o in crisi di sfiducia nelle istituzioni e nella società,e con il 20% di dispersione scolastica.Il disagio giovanile si legge anche nel numero di suicidi, 30 giovani fra i 16-30 anni,registrati in città negli ultimi 4 anni. L’arretratezza economico-sociale di Gagliano sconta un secolare isolamento,dovuto anche alla sua posizione geografica su un costone oltre il torrente Fiumarella,da cui prende il nome la rete di scuole che hanno realizzato con l’IPM, il Centro di Solidarietà Calabrese, il CTP e l’A.ge il progetto della 3.2b. L’ operatività della Rete ha incontrato non pochi ostacoli come la diffidenza iniziale dei soggetti in Rete, la difficoltà nel reperire docenti disponibili ad impegnarsi “oltre” il normale orario di servizio a causa di una visione ancora tradizionalista del proprio ruolo professionale.Superati gli snodi critici,il gruppo progettuale ha rielaborato una mappa dei bisogni in cui è emersa la necessità di approfondire tematiche strettamente legate agli interessi dei giovani ,la necessità di un approccio formativo diverso da quello tradizionale,la necessità di un coinvolgimento operativo dei genitori, la necessità di integrare le attività indirizzate agli alunni e alle alunne delle scuole in rete con il Centro risorse, con le attività curricolari previste nei Pof. Il gruppo progettuale si è posto al lavoro ed ha elaborato il progetto Pitstop articolato in 14 moduli, di cui 1 rivolto ai docenti,10 agli alunni a rischio,3 ai genitori per l’acquisizione di competenze relazionali. La misura, nella sua interezza, ha permesso al Centro Risorse, un inter- vento formativo che ha interessato tutti i soggetti costitutivi della nostra società, coinvolgendoci in prima persona e facendo emergere vissuti sommersi che oggi ci preme raccontare.Sono storie di problemi, storie di disagi, storie di persone: persone coinvolte o no, persone convinte o da convincere; storie di alunni persi che continuano a gravitare nei cortili delle scuole, lo sguardo arrogante che nasconde la paura, il motorino rombante che copre il silenzio dei loro cuori, il vuoto delle loro menti affollate di incertezze e di falsi valori; storie strane o banali, storie a lieto fine o storie perse, storie di docenti motivati, storie di docenti scettici o delusi, storie di genitori, distratti, impauriti, a volte presuntuosi, storie come quella di F. C. F.C. appartengono a quella fascia sociale medio-alta registrata in modo sempre più significativo nel nostro bacino d’utenza. Cultura universitaria, attività professionale prestigiosa e ben remunerata, molto impegnati nel settore lavorativo, poco presenti in casa e sostituiti da figure alternative (baby sitter, tata, ). La loro figliola presentava un disagio sociale che si esplicitava con irrequietezza, mancanza di concentrazione, apprendimento lento o quasi nullo. Si è 26 iscritta al corso dapprima, C. perché il marito era impegnato professionalmente ma anche perché giudicava dentro di sé, banali o poco interessanti gli incontri attivati; in seguito F. si è convinto ad assistere nei giorni in cui veniva a prendere la moglie. Pian piano è stato coinvolto nei dibattiti a tal punto da interagire con gli altri genitori in modo propositivo. Il confronto ha convinto la giovane coppia che i problemi dello loro figliola erano collegati ad una mancanza di vicinanza e presenza del loro ruolo genitoriale e così i due giovani hanno cercato di dedicare più tempo alla famiglia, e la figliola ha cominciato a modificare alcuni atteggiamenti ,specie quelli relativi all’aggressività e, pian piano, è rientrata nel circuito scolastico con buoni risultati. Storie come quella di B., uno dei ragazzi ristretti nell’Istituto di pena minorile partner esterno dell’Itc L. Einaudi. B. ha diciotto anni, da due è chiuso in Istituto: il delitto commesso è uno dei più gravi. B. non parla ma guarda gli altri con un sorriso beffardo, non lavora nel gruppo ma frequenta le lezioni e su un foglio, un giorno, disegna una rosa per la moglie-bambina. Lui impara a manipolare la carta e su di essa incide le proprie emozioni: la rabbia che cova dentro di sé per un’ ingiustizia che crede di subire, la solitudine di giornate vissute lontano dal suo mondo arcaico e violento, il sarcasmo amaro di chi non crede in valori che non ha mai conosciuto. Vengono create le Maschere di cartapesta ognuna delle quali sintetizza e rappresenta uno stato d’animo e che, raccolte in un pannello, vanto e orgoglio di questo ragazzo, raccontano la sua storia , la sua crescita emotiva e intellettiva, l'’inizio dello sgretolamento di quel muro di cemento che è al posto dell'’anima. Non ci illudiamo che il disagio sociale di B. sia stato rimosso ma sappiamo che ha chiesto l’autorizzazione a frequentare il secondo anno IGEA presso l’ITC Einaudi, mentre un altro del gruppo ha prodotto domanda per sostenere esami d’idoneità al secondo anno di scuola superiore. Storie di docenti impegnati, storie di docenti timorosi, storie di docenti che si riscoprono diversi, storie di docenti come L. Loredana è una docente appartenente a un’istituzione scolastica in rete con l’ITC Einaudi. Ha partecipato agli incontri del gruppo di progetto solo nella parte conclusiva della fase progettuale in sostituzione di una sua collega che si era defilata. Loredana non ha esperienza di progetti Pon, L. è insicura e timorosa di sbagliare , sempre. L., però, legge tutta la documentazione del progetto, la studia, propone percorsi intelligenti che le permettono di consolidare alcune sue fragilità caratteriali e nello stesso tempo di scoprire a se stessa le sue potenzialità. L., su indicazione del dirigente scolastico della scuola di appartenenza, è proposta come tutor per un modulo dell’area della sensibilizzazione. L. rifiuta, non si sente all’altezza, non sa come operare, teme il confronto con i genitori che non sono persone facili da approcciare. La convinciamo ad accettare l’incarico che svolge con scrupolosa puntualità, diventando un punto fermo del modulo, un prezioso aiuto per gli esperti, un punto di riferimento validamente operativo per i corsisti. Storia di una docente, referente coordinatore, che dopo trenta anni “di onorato servizio” era ormai stanca della scuola e “non ci si ritrovava più”: troppo diverse le generazioni da educare, forse troppo lontane da una idea un pò c r i s t a l l i z z a t a d e l l a p r o fe s s i o n e d’insegnante. Ma la consapevolezza di dover cercare percorsi diversi, la gioia di vedere questi percorsi dare buoni frutti l’hanno spinta a perseverare in questo impegno con grande convinzione. 27 Istituto Tecnico Commerciale “A. GALLO” Aversa(CE) Azione 3.2b FILO DI ARIANNA L’IMPORTANZA DI UN’ESPERIENZA Nato dalla volontà di docenti, dirigenti, genitori e allievi di innovare la scuola per ridarle centralità e importanza in ambito socio-educativo, ed in partico- lare nella lotta alla dispersione, il Filo di Arianna, progetto PON della misura 3.2b, ha raggiunto pienamente lo scopo, affrontando il difficile tema in modo verticale e sistemico, per la varietà dei destinatari, le tematiche trattate, l’approccio con la realtà locale. Già il titolo, che metaforicamente richiama il famoso mito greco, è indicativo del viaggio che si è voluto compiere, un viaggio attraverso tutto l’arco scolastico, dall’infanzia all’adolescenza passando attraverso la formazione degli adulti (genitori e docenti). Qual è stato il coinvolgimento di allievi,docenti, genitori, dirigenti,in un progetto così vasto e così complesso contro la dispersione? Cosa si è capaci di progettare e mettere in campo per contribuire al miglioramento del tessuto sociale del proprio territorio? L’agro aversano, epicentro di gravi situazioni ambientali, nonchè roccaforte della camorra è davvero solo questo? Preparazione del terreno La risposta corale è stata quella di un secco “no”. Insieme, facendo sistema, si può guardare fiduciosi verso il futuro. E’ quello che in particolare il Centro Risorse “Gallo” ha cercato di fare. Il progetto in sintesi PARTNER: Enti locali: Comune di Aversa, 28 Comune di Carinaro, Comune di Gricignano, Comune di Teverola, Associazione Culturale “CALEPIO XXI” di Carinaro strillone on line (giornalismo) M o d u l o f o r m a t i v o n°..10Titolo.......Informatica avanzata (informatica) Modulo di sensibilizzazione n°.13Titolo..www.famiglia-scuola.it (comunicazione). I NUMERI Il progetto ha avuto il seguente svolgimento : 10 moduli formativi rivolti agli allievi di 50h+16 di bilancio competenze, 3 moduli di sensibilizzazione di 60h cadauno rivolti ai genitori, 2 moduli destinati alla formazione dei docenti. attività/moduli realizzati: RIPARTIZIONE DEI MODULI V Circolo Didattico di Aversa Modulo formativo n°.1.Titolo: Navigo…….nella mia città (informatica) Modulo di sensibilizzazione n°....11.TITOLO:Tuteliamo i diritti dell’infanzia (Area giuridica) S.M.S“Pascoli” di Gricignano d’Aversa. Modulo formativo n°...2 Titolo... “DARE FORMA ALLO SPAZIO”( Ed Tecnica) Modulo n°.5TITOLO: Volare tra le note (Ed Musicale) S.M.S “Petrarca” di Carinaro, M o d u l o f o r m a t i v o n°....3.Titolo......”Teatrando… si impara” (Italiano) Modulo formativo n°..6Titolo..”Art…insieme “Cantiere Scuola” (ed artistica) S.M.S “Ungaretti” di Teverola, Modulo formativo n°...4Titolo.....Aula …Verde (scienze) Modulo di sensibilizzazione n°.12.Titolo:Cattivi modelli: Quale Famiglia ? (sulla relazionalità) I.T.C. “A. Gallo” di Aversa Modulo formativo n°...7.Titolo SCUOLA E AZIENDA (ec.aziendale) Modulo formativo n° 8 Titolo La Semaine Parisienne (lingua francese) Modulo formativo n°..9 Titolo. Gallo Alunni coinvolti 200 Genitori 61 Docenti formati 30 Risorse umane utilizzate 13 tutor 20 esperti esterni dirigenti e personale ata delle scuole in rete Un progetto complesso Il progetto della misura 3.2b, il filo di Arianna è stato estremamente complesso nella progettazione, nella realizzazione e nella sistemazione finale del prodotto. - I risultati sono stati importanti, sicuramente un’accresciuta motivazione verso lo studio da parte degli allievi e maggiore duttilità nel lasciarsi coinvolgere in attività educative; - Consolidamento della capacità progettuale delle scuole della rete che hanno saputo monitorare e documentare i percorsi fatti; - Una trasformazione straordinaria del contesto scolastico, soprattutto quello del Centro Risorse. Esaltante quello che il filo di Arianna è stato capace di fare, in particolare nella scuola superiore, riottosa alle innovazioni, dove ancora molti docenti sono ancorati a modi di fare antiquati. Inizialmente l’atteggiamento dei docenti non coinvolti è stato di diffidenza, se non di ostilità, ma dalla critica e dal contrasto si è pervenuti ormai ad una certezza “la scuola è sistema”. Questa, la verità incontrovertibile dalla quale ripartire per arginare e contrastare la dispersione scolastica. 29 Istituto Tecnico Industriale Statale “G. FERRARIS” Napoli Azione 3.2.b SCUOLAPERTA - Occasioni di crescita e di sviluppo per il territorio Il quartiere di Scampia,con i suoi 44.000 abitanti (ufficialmente censiti) e i suoi 75.000 (effettivamente residenti), insiste in un territorio a nord di Napoli che fa da cuscinetto dal 1982 (anno di completamento del complesso edilizio “le Vele”) ad oggi. La fenomenologia caratterizzante Scampia , ovviamente, non è unica tra il capoluogo e la provincia napoletana , quella stessa provincia che, proprio a causa di tale insediamento dopo il terremoto dell’80, presenta fenomeni di conurbazione con il territorio metropolitano. Lo sviluppo disordinato dell’area in esame ha portato il quartiere alla ribalta della cronaca per fenomeni di microcriminalità, illegalità, emarginazione e disgregazione sociale, al punto da costituire una “dolorosa spina nel fianco” di tutte le amministrazioni che si sono succedute nel panorama nazionale, ma è sicuramente simile a quella del quartiere Zen a Palermo, Archi a Reggio Calabria, Librino a Catania; Tor Bella Monaca a Roma o, per estensione, a tutti quei quartieri che, nati per effetto della Legge 167 sull’edilizia economica e popolare, hanno finito col diventare quartieri dormitorio. Scampia è quasi privo di strutture in grado di costituire sicuro centro di riferimento e di aggregazione sociale per la popolazione residente e, soprattutto, per una fascia di giovani a rischio di dispersione 30 scolastica il cui unico sbocco è il lavoro nero, o quello illegale o, quello che è peggio, andare ad ingrossare le file della camorra che trae linfa da questa situazione di estremo disagio. Significativa anche la percentuale di residenti provvisti di titolo di studio che risulta essere del 74,5% contro il 79,9% del capoluogo. Uno scarto che diventa ancora più allarmante se andiamo a confrontare la percentuale dei diplomati (10% contro il 17,8 del capoluogo) e quella dei laureati che non raggiungono l’1% della popolazione. Altrettanto significativo anche il numero di residenti privi di titolo di titolo di studio 13,9% contro il 10,8% di Napoli”. Il tasso di scolarità nella scuola dell'obbligo, per quanto superiore a quello di Napoli, è comunque inferiore ai valori medi nazionali e del Mezzogiorno, altrettanto problematica la situazione nella scuola media superiore. Elevatissima la disoccupazione giovanile: c'è chi nelle proprie stime si spinge oltre i dati ufficiali fino ad ipotizzare una disoccupazione giovanile intorno al 67%; frequenti abbandoni scolastici, scarsa acculturazione, forte incidenza della microcriminalità, carenza di una cultura del lavoro: questi sono i segni di un malessere sociale profondo e di lunga durata che va ben oltre i limiti territoriali del quartiere e che investe l’intero territorio napoletano e il suo hinterland. A Scampia il distacco tra l’istituzione Scuola ed il territorio rischia di divenire una frattura difficilmente saldabile, in taluni casi l'istituzione appare lontana dalle esigenze e dai bisogni dell’utenza, “un corpo estraneo” all’interno di un quartiere incapace di interagire con gli abitanti, con le associazioni, con le strutture. Se quanto esposto rappresenta il “punto debole” del sistema , è pur vero che in questi ultimi anni le scuole che operano nel territorio hanno svolto un’azione di “supplenza” nel tentativo di ridurre la distanza tra il “paese reale” degli emarginati e quello “legale” dell’istituzione. Di qui la necessità di un'azione che tenesse ben presente questa realtà. Il progetto del nostro centro risorse è stato ideato, e poi articolato, ponendo come finalità generale la rimotivazione allo studio e la ri-affezione alla “scuola” come luogo dove trovare una sicura crescita educativa e formativa. L’iniziativa ha messo in piedi azioni ed interventi finalizzati a promuovere uno spazio educativo di socializzazione, di valorizzazione delle potenzialità e di protagonismo degli allievi, degli educatori e delle famiglie. I destinatari sono stati gli allievi a rischio di dispersione delle scuole secondarie di primo e secondo grado dei quartieri Scampia, Piscinola, Secondigliano, i Giovani drop out del territorio ed adulti con necessità di riconversione e/o a rischio di esclusione, i Genitori degli allievi coinvolti nell'azione progettuale, i Docenti, operatori scolastici, operatori dei servizi sociali e dei servizi per l'impiego.Come suscitare allora “quell’Interesse” alle attività che dietro la facciata e il titolo accattivante nascondevano obiettivi formativi ed educativi e miravano al rientro nella vita scolastica attiva? La risposta vincente è stata nella scelta di metodologie non consuete e nell’utilizzo di strumenti e apparecchiature tecnologicamente nuove, ma prima di tutto nell’individuazione, grazie ad una attenta analisi dei bisogni e degli interessi, di moduli progettuali veramente interessanti per l’utenza “problematica”. 31 Istituto Tecnico Industriale "ETTORE MAJORANA" RAGUSA Azione 3.2B “ORIENtamento del TErritorio” Il progetto, con i tanti moduli e le varietà dei temi, ha offerto uno strumento educativo nuovo e vivace ed ha permesso di coinvolgere gli studenti meno portati verso la vita scolastica. Particolare curiosità ed attenzione ha suscitato nei partecipanti (20 allievi circa) il modulo sulla “Conoscenza e oggetto di esame nella fase iniziale del lavoro. Agli incontri in aula, mirati a creare interesse negli allievi, sono seguite le lezioni in situazione presso alcuni siti locali. Il territorio Ragusano è oggi famoso, innanzitutto, per la ricostruzione suc- valorizzazione del patrimonio artistico e culturale”. Il territorio degli Iblei, innalzato ad Eden già da Pindaro, questo “museo a cielo aperto” che riesce a raccontarsi attraverso i suoi insediamenti rupestri sicani e siculi, le sue necropoli greche e romane, i resti bizantini, i monumenti arabi, normanni e borbonici, è stato cessiva alla “ILIADE FUNESTA”, il catastrofico terremoto del 1693. Sui resti dei vecchi insediamenti rasi al suolo, di solito situati su crinali e vallate, furono edificate, nel diciottesimo secolo, città ricche di palazzi signorili, monasteri e chiese secondo lo stile dell’epoca: il barocco. E’, quello degli Iblei, un barocco 32 sobrio ed elegante, omogeneo nel suo bel colore avorio rosato, delicato nei suoi capitelli e nella sua sinuosa plasticità tanto che l’UNESCO ha decretato che divenisse, con le sue opere d’arte, “Patrimonio dell’Umanità”. I centri elevati a tale dignità hanno affascinato viaggiatori come Goethe, incisori come Houel, poeti e scrittori come Quasimodo, Vittorini, La Pira e Bufalino ma sono riusciti a captare, anche, l’attenzione e l’interesse dei ragazzi del modulo. Armati di macchine fotografiche, videocamere e taccuini, i giovani reporters hanno visitato sia i monumenti più rappresentativi di Modica, Ragusa Ibla, Scicli, come, pure, viuzze che profumano di basilico, cortili odorosi di gelsomini, chiesette adorne di violacciocche, che, con il loro fascino discreto, trasformano in presepe quartieri resi vivi da vecchine sedute all’angolo del loro crocicchio, da tendine palpitanti, da gabbiette col canarino attaccate agli stipiti, da gatti miagolanti e da gradini che, con la loro consunzione, sembrano raccontare la storia di tante vite. I ragazzi hanno colto queste sfumature e ne sono rimasti affascinati.E quante domande alle nonnine dai visi rugosi e dai capelli argentati…..! Il timore, quando viene avviato un modulo, è quello che si verifichi, durante il suo svolgimento, un abbandono massiccio da parte degli iscritti. Questo non è accaduto ……….anzi! L’entusiasmo è stato tale che non solo ha permesso di realizzare, su CD e su carta, un interessante prodotto finito ricco di notizie e didascalie rielaborate nella fase conclusiva ma, addirittura, di diventare protagonisti: alcuni studenti si sono improvvisati, guide dei loro familiari e ….. con successo (così è stato riferito dai genitori!). Ancora oggi, incontrando o il Tutor o l’Esperto che li ha seguiti in questo percorso i corsisti domandano: “….quando incominciamo con un altro lavoro? ….è stato proprio bello, altro che studiare sui libri, seduti per ore dietro un banco!”. Nella fase iniziale temi ed argomenti della attività sono stati condivisi con gli insegnanti curricolari ai quali, alla fine del percorso, sono stati comunicati i risultati raggiunti da ciascuno studente. Il livello di socializzazione e collaborazione fra i partecipanti, soprattutto nella fase finale, è apparso buono e altrettanto positivo il grado di conoscenze raggiunto, così come attestato dagli Esperti che hanno curato il bilancio delle competenze. Ad ogni allievo a modulo ultimato è stato consegnato, alla presenza dei compagni di classe, un CD con il lavoro realizzato ed un diploma di partecipazione corredato di certificazione relativa al suddetto bilancio. Che gratificazione! Quanta emozione! Qualcuno aveva rossi………………. 33 gli occhi Istituto Tecnico Industriale "ETTORE MAJORANA" RAGUSA Azione 3.2B “ORIENtamento del TErritorio” Quando sei chiamato a descrivere sinteticamente l’esperienza vissuta di un progetto come questo, potresti parlare a lungo, come peraltro già fatto nei seminari di promozione e agli atti dei fascicoli ti danno un metro esatto con cui misurare gradimento, esperienza, competenze acquisite. Ti danno anche la consapevolezza di avere dato agli “allievi fuori corso” sostegno, di difficoltà incontrate, di potenziali azioni di miglioramento, di corsi di formazione, bilancio delle competenze e di quanto altro. In questa sede si ritiene più opportuno descrivere l’esperienza vissuta con il linguaggio semplice, e a volte sgrammaticato, dei veri protagonisti del Progetto: gli allievi. I brevi racconti (genitori) la possibilità, attraverso la frequenza del modulo, di riscoprire interessi ormai dimenticati, di vivere un’esperienza nuova ed al di fuori della routine, di rafforzare il dialogo con i figli circa “l’utilità” e la “voglia” di istruzione ed a prevenire così, già a partire dal nucleo familiare inteso come “scuola”, il disagio giovanile. I 34 brevi racconti, oltre a mettere in evidenza pregi e difetti dei moduli formativi e dei soggetti coinvolti in qualità di Esperti e Tutor, hanno comunque un unico denominatore comune: terminano tutti con “ è un’esperienza che rifarei”. Pertanto partendo dalla considerazione fatta da uno dei Tutor d’Aula inizia il “nostro racconto” affinché diventi patrimonio ed elemento di riflessione per tutti coloro che ogni giorno si trovano a confrontarsi con la logistica e, a volte, con le difficoltà di espletamento dei Progetti. “In questo corso ho avuto la possibilità di una crescita personale grazie al contributo dei corsisti, alle loro emozioni, i loro sentimenti e la ricchezza che ognuno, individualmente, porta dentro di sé. Identifico il gruppo con l’immagine di una piccola goccia di olio che lentamente si allarga ed espande……”. “Ogni incontro una scoperta, un’emozione, un argomento da cui trarre spunto per riflettere e fare delle c o n s i d e ra z i o n i . Va l u t a r e e comprendere, far proprie delle nuove esperienze. Un aiuto molto valido per capire l’orizzonte delle conoscenze e del sapere” “Durante questo corso ho sperimentato a guardarmi dentro e a provare delle sensazioni che non avrei pensato di provare” 35 “….. ho scoperto aspetti del mio mondo interiore e ho risolto con successo difficoltà che vivevo……” “Voglio essere sincera: ho iniziato questo corso per curiosità e forse anche per diversivo…..ebbene è stata un’esperienza unica. L’Esperto ed il Tutor sono stati bravissimi e mi hanno condotto a vivere un episodio della mia vita che penso rimarrà per lungo tempo nei miei pensieri” “Dopo questo corso ho capito che senza pace nel mondo non avremmo potuto fare questo corso” “Durante questo corso fatto a scuola, ho imparato molte cose nuove che prima non conoscevo. Nonostante tutto ho capito anche come è composto il mondo del lavoro” “Questo progetto, oltre ad essere stato divertente, è stato molto importante, e soprattutto sarà molto importante per il futuro” A proposito……”anch’io lo rifarei”. Istituto Tecnico Industriale “VERONA TRENTO “ Messina Azione 3.2b “ La conquista del successo nel rispetto della legalità “ Rispetto degli altri nella diversità, solidarietà, libertà, onestà, mediazione e negoziazione tra i propri bisogni e quelli degli altri, rispetto delle regole ma anche consapevolezza della possibilità di cambiarle con gli strumenti adeguati, sono i valori che stanno alla base di qualunque civile convivenza e che l’Istituto Tecnico Industriale “Verona Trento” si propone di raggiungere coerentemente con le finalità formative. Infatti, di fronte alle continue trasformazioni e innovazioni della società e ad una famiglia che non sempre sembra in grado di costituire un’efficace barriera nei confronti della “ invasività negativa”, la Scuola deve orientare e formare il giovane affinché acquisisca non solo un corredo cognitivo, che gli permetta un continuo sviluppo culturale e professionale, ma anche atteggiamenti e com- portamenti positivi circa i valori della società democratica e gli impegni che dovrà assolvere come cittadino. Il progetto,finalizzato a consolidare la cultura della legalità, intesa come valore primario e strumento di crescita civile, economica e democratica di tutti i settori sociali, è stato realizzato dalle scuole della rete “Colapesce”, di cui l’ITI “Verona Trento” è capofila, attraverso percorsi di tipo ecologico - ambientale, tecnologico, attività laboratoriali, attività musicali e sportive. L’intervento di formazione e sensibilizzazione ha visto coinvolti giovani allievi appartenenti a scuole di ogni ordine e grado e genitori degli allievi a rischio di dispersione ed ha avuto lo scopo di creare un clima di collaborazione fra le varie realtà scolastiche , di potenziare 36 la capacità di rapportarsi con gli altri , di vivere la Scuola come ambiente che sollecita l’insorgere del rispetto e della responsabilità. I percorsi ecologici - ambientali, sono stati realizzati attraverso attività di ricerca e documentazione sul campo che ha reso i ragazzi coscienti del fatto che il non rispetto delle regole ha apportato danni a persone e cose, con conseguente disagi e costi per l’umanità. I percorsi tecnologici , miranti non solo alla conoscenza delle nuove tecnologie della comunicazione ma alla sensibilizzazione dei problemi derivanti dal rapporto genitori – figli, hanno offerto l’occasione per superare il gap culturale -temporale che spesso divide i genitori dai propri figli in periodi di sviluppo fisico e mentale molto difficili, quali quelli della pre-adolescenza e dell’adolescenza. I percorsi laboratoriali ( teatro, lavorazione della creta, attività creative, attività di produzione linguistica e comunicativa….) hanno permesso lo 37 sviluppo di capacità, abilità, comportamenti che interessano armonicamente le dimensioni della personalità, traducibili in un comportamento conoscitivo attraverso cui interagire intelligentemente con gli altri. Le attività musicali e sportive, attraverso giochi liberi, con semplici strumenti musicali ed attrezzi ginnici strutturati, hanno permesso ai venti alunni della scuola elementare di realizzare figurazioni ritmiche di una fiaba che sviluppa il tema della legalità. Tutto ciò ha voluto dare significato e valore al sapere come diritto della persona, come condizione di cittadinanza sociale in un’epoca dominata dalla tecnologia e dall’informazione, come acquisizione di una cultura che renda liberi perché capaci di pensiero e di azioni, come finalità condivisa da famiglie, studenti, docenti e società civile. Liceo Classico “VIRGILIO” VICO DEL GARGANO (FG) Azione 3 . 2 . b “L’ARTE DEL COMUNICARE” Non solo libri a scuola Il Liceo “Virgilio” di Vico del Gargano non è solo Italiano, Greco, Storia, Matematica… Svolge con successo attività integrative per migliorare l’offerta formativa della scuola. In particolare, come Centro Risorse contro la Dispersione Scolastica ed il Disagio Giovanile, nel 2004 ha realizzato il progetto “L’arte del comunicare” che prevedeva cinque moduli per gli alunni ed uno di sensibilizzazione per i genitori.Cosa ne pensano i protagonisti? L’esperto esterno per la danza “Tutti gli alunni partecipanti al corso hanno profuso impegno entusiastico nelle attività. I risultati: grande socializzazione e collaborazione, buon coordinamento dei movimenti, atteggiamento positivo nei confronti del lavoro scolastico”. Un alunno del II liceo scientifico - corso di cinematografia “Grazie alla competenza dell’esperto esterno e dei tutor, abbiamo vissuto, insieme ai ragazzi più piccoli della Scuola Media, tutte le fasi relative alla realizzazione di un cortometraggio: ideazione e scrittura della sceneggiatura, costituzione dello staff tecnico, scelta e preparazione degli attori, supporto alla regia e alla produzione, contatti con Enti, montaggio delle riprese. Alla fine è stata realizzata una originale fiction “folkamorosa” legata alla festa di San Valentino, patrono di Vico. È stata un’esperienza bellissima che mi ha fatto apprezzare di più la scuola e che rifarei con entusiasmo nonostante mi sia costata sacrificio poichè abito in un altro comune ed i collegamenti pubblici sono scarsi: mangerei altri cento panini!”. Il tutor corso di cinematografia “la realizzazione della fiction ha appassionato tutti i partecipanti delle scuole del paese. Sono stati conseguiti più obiettivi: coinvolgimento del tessuto sociale nelle attività della scuola, conoscenza dei valori socio-culturali, ricaduta positiva sul lavoro scolastico, nuovo approccio metodologico nelle ore di attività 38 curriculare” l’alunna del IV ginnasio –attività teatrale “Abbiamo scoperto che attraverso il teatro si possono studiare meglio anche l’italiano, la storia, l’arte. Siamo stati aiutati a farlo dai nostri docenti e dall’esperto teatrale, attore e regista. Andare in scena davanti a autorità politiche e della scuola durante la Mostra nazionale del Cinema e del Teatro classico, è stata un’emozione indimenticabile.” Un alunno del II Liceo scientifico corso di informatica “Durante il corso abbiamo imparato ad usare il computer. Abbiamo fornito anche un servizio utile elaborando grafici per il monitoraggio degli alunni disabili che il nostro Liceo svolge in quanto Scuola Polo per l’integrazione”. Genitori del modulo di sensibilizzazione: “Anch’io provengo da questo Liceo e sono rimasto stupito per i grandi cambiamenti che ho potuto notare nei linguaggi, metodologie, strumentazioni. Il corso ha avvicinato noi genitori al nuovo mondo scolastico, al linguaggio dei ragazzi, e anche noi ci siamo trovati a nostro agio come alunni. Adesso capisco perché i miei figli parlano delle attività pomeridiane e non tanto di quelle curriculari” “Sì, è vero; forse perché costituiscono un modo diverso di stare a scuola: non ci sono voti, i ragazzi non devono competere e hanno rapporti diversi con i docenti. Per questo risultano interessanti e formative.” “Finalmente la scuola ha cominciato a spendere bene i suoi soldi!” Scuola Media ”DANTE” LATERZA (TA) Azione 3.2b "Adolescenza, la fatica di crescere fra opportunità e rischi" Il Pon ha fatto scuola, partendo dagli ultimi Un acronimo (ab)usato, per un’esperienza nuova (l’aggettivo a seguire è voluto). “Pon” sta per Piano operativo nazionale. L’estensione completa poco aggiunge, però, alla versione ridotta. E, crediamo, neanche incuriosisce più di tanto la sigla che (non) si svela. “Pon” è parola autonoma. Tanto da fare scuola. Soprattutto a scuola. Ancora di più alla “media”, dove pure altri acronimi sintetizzano altri piani (il Pof su tutti), forse con maggiore fortuna semantica. Ma dove le Misure e le Azioni, che del Pon sono le coordinate, appartenevano, fino a qualche anno fa, ad altri contenitori lessicali. Alla “Dante-Michelangelo” di Laterza, due plessi e 29 classi in Provincia di Taranto, ad esempio, il Pon Misura 3 Azione 3.2b ha dilatato gli spazi scolastici, li ha “aperti”, li ha condivisi con il territorio. Di più: ha fatto territorio, ribaltando lo stereotipo che tende a separare, magari per esaltare, saltuariamente, spesso in modo effimero, la necessità (e il dovere) di integrare. La scuola è territorio, insomma. A Laterza, paese sospeso tra la premurgia e il mare: lo Jonio), sul fenomeno della dispersione scolastica e del disagio sociale, sintomo e causa di un stesso problema (l’emarginazione), il Pon ha intersecato bisogni e servizi, “mancanze” e risorse. Intorno all’«Adolescenza, la fatica di crescere fra opportunità e rischi», il progetto della scuola media laertina ha annodato gli invisibili fili delle relazioni territoriali. Ha messo le scuole e l’ente locale in rete, innanzitutto: la Dante (Centro risorse), i due Circoli didattici, il liceo scientifico “G.B. Vico”, il Comune. Non senza problemi iniziali. Nella consapevolezza, però, della necessità di fare “sistema”, di co- niugare il formale (gli accordi, le convenzioni, gli adempimenti organizzativi) con l’informale (la passione e la professionalità di operatori e docenti), sintesi massima del vivere in relazione: nel rispetto delle regole e nella condivisione delle emozioni. E delle opportunità. Cinque moduli più uno, oltre cento gli “allievi” frequentanti: fra di loro sedici adulti, genitori impegnati nel modulo della “Sensibilizzazione”. Un’esperienza del tutto inedita, quest’ultima, vissuta in aula (dialoghi, introspezioni, giochi di ruolo), in laboratorio (di informatica) e al cinema (Io non ho paura, di Gabriele Salvatores), a volte in presenza (programmata) degli allievi-figli. Anche confidando: «Mi trovo bene con gli altri, socializzo con tutti, ma non riesco mai a parlare di me» scrive Grazia, mamma e giovane nonna «a tempo pieno». Prospettici i cambiamenti “culturali” attesi, tangibili gli elaborati prodotti. I ragazzi e le ragazze, tra stupore e gioia, hanno prodotto acquasantiere e vasi nel laboratorio ceramica, hanno rispettato esposizione e profondità di campo in quello di fotografia (hanno disegnato con la luce, ritoccando a china le loro stampe in camera oscura), hanno prodotto ipertesti nel modulo di informatica. Hanno fatto giochi d’ombra e teatro, costruendo maschere, strumenti e scenari, imparando la difficile arte della finzione. Hanno percepito, da protagonisti, il senso e l’armonia della leggerezza, galleggiando (e poi nuotando) in piscina. Hanno provato a raccontarsi. Come Endri: «Ho vissuto in Albania, con mia madre e i genitori di mia madre. Mia madre ha cominciato a lavorare con gli inglesi, poi ha incominciato a viaggiare, e io con lei. Poi siamo venuti in Italia, e ora mi ritrovo qui a scrivere il mio romanzo». 39 Istituto Professionale per l'Industria e l'Artigianato "SANNINO" PONTICELLI NAPOLI Azione 3 . 2 . b S C U O L A E T E R R I T O R IO DAL GIARDINO AL P C Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri Brindisi Azione 3.2b Tra ricerca e innovazione: il successo formativo 3.2b 40 Lista dei Centri Risorse Mis. 4 Az. 4.1 Regioni Ob. 1 41 Lista dei Centri Risorse Mis. 4 Az. 4.1 Regioni Ob. 1 42 Lista dei Centri Risorse Mis. 4 Az. 4.1 Regioni Ob. 1 43 Lista dei Centri Risorse Mis. 4 Az. 4.1 Regioni Ob. 1 44 Lista dei Centri Risorse Mis. 4 Az. 4.1 Regioni Ob. 1 45 NOTE 46 NOTE 47 NOTE 48 Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca Dipartimento per l'Istruzione Direzione Generale per gli Affari Internazionali dell'istruzione Scolastica Ufficio V Unione Europea Fondo Sociale Europeo Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2000-2006