Il Divulgatore n° 7-8/2012 “ORTI URBANI“ A Bologna l’ortista non ha età Avviati all’inizio degli anni Ottanta, gli orti sociali hanno rappresentato essenzialmente uno strumento per valorizzare le potenzialità della popolazione anziana. Con l’ultimo regolamento comunale anche i giovani possono ottenere un pezzo di terra coltivabile e una parte delle assegnazioni riguarda oggi progetti di integrazione sociale e iniziative didattiche e culturali. Daniele Ara agronomo e Presidente Quartiere Navile di Bologna Ageless garden-keepers in Bologna Social gardens, started early 80’s, have mainly represented an instrument to enhance the elderly population capabilities. the age criteria, one the necessary requirements to obtain a parcel of cultivable land, has been removed by the latest Municipality Regulation and nowadays social integration projects, cultural and educational programs are included. in addition to the traditional social gardens, various experiences have born in bologna and surroundings. Their target is not only the vegetable and fruits self-production but also the development of networks among citizens who share the ambition to have a close contact with nature. furthermore, a considerable school vitality has been observed by asking the surrounding territory a cooperation to develop educational gardens to be included in school activities. Il fenomeno degli orti sociali nelle aree urbane ha preso il via dalla fine degli anni ‘70, in particolare in diverse città del nord con la Regione Emilia-Romagna protagonista. Mettere a disposizione porzioni di terreno per la cittadinanza, in principio solo quella pensionata, ha permesso la costruzione di aggregazione sociale attorno a un’attività che riportava i cittadini a una dimensione rurale spesso dimenticata. da alcuni anni, a fianco di questa finalità, è cresciuta un’attenzione da parte dei cittadini verso nuovi stili di vita che richiedono la possibilità di auto produrre per il proprio consumo con modalità sostenibili avanzate (biologico, permacoltura, ecc.). Promuovere orti per la città significa, inoltre, dare valore alle zone rurali periurbane difendendole meglio dal costante rischio di speculazione edilizia nel medio e lungo periodo, seppur già gli strumenti urbanistici prevedano meccanismi di tutela per le porzioni rurali urbane. Siamo di fronte a un’esperienza con un grande valore dal punto di vista dell’aggregazione e del presidio territoriale, che si mette a disposizione della cittadinanza per la diffusione di nuovi stili di vita nei comportamenti e nei consumi e per processi di trasformazione e rigenerazione urbana. Gli orti urbani, quindi, da semplici luoghi di aggregazione e promozione della socialità, a paradigma di nuovi stili di vita e pilastri di una nuova idea di pianificazione di quelle città che vogliono fermare il consumo di suolo e riconvertire le aree dismesse. Nelle aree urbane occorre strutturare meglio l’offerta di orti da assegnare a cittadini sempre più sensibili rispetto all’autoproduzione. Bisogna individuare nuove aree, cercando anche di stipulare accordi con aziende agricole periurbane per le quali l’ente pubblico può fare il garante dell’incontro fra offerta e domanda di locazione. Una disponibilità nuova per evitare conflitti generazionali nella richiesta di orti. L’agricoltura può finalmente tornare protagonista in città se questa domanda che nasce dal basso viene incanalata nella progettualità giusta e al servizio della collettività ridando una nuova funzionalità a zone periferiche, marginali o da riqualificare. Un laboratorio di convivenza A Bologna l’esperienza degli orti sociali nasce all’inizio degli anni ’80, su terreni di proprietà comunale, con l’obiettivo di promuovere l’impiego dei cittadini nel tempo libero in attività che favoriscano la socializzazione e la vita sociale, valorizzando le potenzialità di iniziativa e di autoorganizzazione delle persone anziane. Oggi le aree ortive sono circa 20 per un totale di oltre 2.700 orti, organizzate in comitati di gestione convenzionati con l’amministrazione comunale, che aderiscono ad Ancescao. Conoscere gli orti di Bologna significa imbattersi in esperienze diversificate e innovative. oggi vediamo in queste aree un significativo sforzo per la convivenza, non sempre facile, di culture diverse nel coltivare (dal convenzionale all’orto sinergico passando per il biologico), di generazioni anagrafiche diverse e di provenienze geografiche e culturali differenti. Inoltre si osserva una grande dinamicità della scuola che chiede al territorio circostante una collaborazione per sviluppare orti didattici da inserire all’interno della attività scolastica. Per sostenere le esperienze realizzate e per offrire ai Quartieri uno strumento idoneo a sviluppare al meglio le relazioni con i cittadini e le realtà associative, alcuni anni fa è stato aggiornato il Regolamento per la conduzione e la gestione dei terreni adibiti ad aree ortive, basandolo su principi cardine quali sussidiarietà, semplificazione, trasparenza e promozione sociale e socioeducativa. La novità più importante è stata la revisione del criterio dell’età tra i requisiti per avere un pezzo di terra coltivabile in comodato gratuito: dalla primavera 2009 quindi a Bologna l’assegnazione degli orti comunali non è più riservata ai soli pensionati. La responsabilità è dei Quartieri Il regolamento stabilisce che per poter chiedere l’assegnazione di un orto sia necessario essere residente nel comune di Bologna e dichiarare di essere in grado di provvedere direttamente alla coltivazione, anche con l’aiuto di un componente del nucleo familiare, di non godere di altro terreno coltivabile, sia a titolo gratuito che oneroso, e di non coltivare fondi appartenenti a familiari o terzi. Le aree destinate all’orticoltura sono affidate alla responsabilità dei Quartieri, che possono riservare una quota di zone ortive per iniziative didattiche o culturali, o per assegnarle a famiglie numerose o a cittadini che rientrino in specifici progetti, o ancora per finalità di carattere sociale e socio-educativo. La richiesta di gestire un’area ortiva deve essere presentata al Quartiere di residenza, se questo dispone di zone ortive, o ad altro a scelta. le assegnazioni – che durano tre anni e sono rinnovabili - vengono fatte dai Quartieri in base all’ordine di presentazione delle domande, con priorità per i residenti e per i cittadini che hanno compiuto sessant’anni, se uomini, o cinquantacinque, se donne. L’assegnatario dell’orto, la cui dimensione varia tra i 30 e i 40 m2, ha il dovere di mantenere il decoro e l’ordine e pagare le spese per acqua e luce, e, di norma, il divieto di impiegare pesticidi. La richiesta di orto può essere presentata online, mediante un sistema informatizzato che facilita i rapporti con l’Amministrazione pubblica, o rivolgendosi direttamente presso gli uffici relazione con il pubblico dei Quartieri. Tutte le informazioni, dal Regolamento comunale all’accesso allo sportello per la richiesta online nonché l’elenco dei gestori degli orti nei singoli Quartieri, sono consultabili sul sito http://www.comune.bologna.it/ambiente/ nell’area dedicata a verde pubblico e privato. PROPOSTE DIDATTICHE QUANDO L’ORTO FA SCUOLA Lorenzo Bonazzi Centro agricoltura ambiente “G. Nicoli” A squola con zappa e rastrello! Potrebbe sembrare lo slogan di una protesta nata tra i banchi di scuola e invece è il titolo di una delle tante attività di educazione ambientale proposte alle scuole. da diversi anni il centro Agricoltura Ambiente “G. Nicoli” di Crevalcore guida gli alunni delle scuole dell’infanzia e primarie nella creazione e gestione di un orto nel giardino della scuola. Quindi zappe e rastrelli ma anche vanghe e annaffiatoi e soprattutto tante mani nude che lavorano e si sporcano, senza timore. Ma non c’è solo il lavoro manuale, c’è anche la fase di studio e di osservazione e quindi bisogna imparare i nomi degli attrezzi, riconoscere i diversi semi, fare un erbario con le erbe infestanti, osservare con grosse lenti gli insetti “invasori” dell’orto. dopo mesi di lavoro, cominciato quando il freddo pungeva ancora, finalmente a primavera inoltrata si cominciano a vedere i primi risultati e già si pregusta il sapore di peperoni e insalata. Quelle stesse verdure che magari nel piatto, a casa, vengono guardate con sospetto ma quando coltivate con le proprie mani pare abbiamo un sapore diverso, più buono! Fare l’orto, gestirlo con tecniche di agricoltura biologica diventa qualcosa che va al di là della semplice produzione vegetale. Il lavoro di gruppo e la collaborazione sono fondamentali per la riuscita del progetto e così pure la costanza e perseveranza nel gestire quasi quotidianamente l’orto che diventa un compagno di banco. Spesso i bambini all’entrata e all’uscita passano a “salutarlo”; spesso trascinano di forza i genitori a dargli un’occhiata: «vedi mamma quel buco l’ho fatto io, quella piantina di pomodoro l’ho piantata io!». Tutte le età vanno bene, ognuno vive questa esperienza in modo diverso, ognuno sfoga creatività e fantasia come meglio crede: dal bambino della scuola dell’infanzia che per piantare un seme comincia a scavare un buco come se dovesse metterci un albero, all’alunno della scuola primaria che già si immagina il business pensando di andare al mercato con un carretto pieno di primizie! poi c’è la natura con i suoi ritmi, le sue esigenze e le sue sorprese come quella di vedere un sottile filamento radicale trasformarsi in poche settimane in un carnoso ravanello rosso. e con la natura i bambini si confrontano, imparando cosa voglia dire prendersi cura e rispettare le piante e il lavoro degli altri. imparano il valore della costanza e della pazienza. per alcune scuole l’orto è diventato, nel programma scolastico, una proposta costante, un appuntamento fisso a cui, nell’arco dei cinque anni, prima o poi tutti gli alunni arriveranno a scuola con in mano zappa e rastrello! www.caa.it Settore di educazione ambientale Paolina Ceccarelli Fondazione Villa Ghigi All’interno del parco Villa Ghigi, a pochi passi dal centro della città di Bologna, da molti anni viene coltivata un’ampia area ortiva utilizzata in condivisione da classi di scuola materna, primaria e secondaria che si avvicendano e partecipano ai lavori agricoli seguendo un calendario stagionale di attività durante l’anno scolastico. Il progetto è seguito dagli operatori della Fondazione Villa Ghigi e si avvale della collaborazione degli anziani contadini ancora residenti nel parco. La preziosa collaborazione degli agricoltori che un tempo coltivavano il parco permette di raccontare ai “giovani orticoltori” in visita i saperi e le abilità proprie della vita contadina, attraverso gesti e racconti di un tempo passato, in un contesto attuale di grande suggestione. Per ogni classe che partecipa all’attività viene dedicato uno spazio dell’orto per semine e trapianti, durante l’anno ogni classe partecipa anche alle attività agricole che la stagione e il ciclo di sviluppo delle colture rende necessarie, collaborando alla coltivazione complessiva dell’orto insieme agli operatori della fondazione. La disponibilità di un grande spazio, l’attrezzatura e la competenza fornita dai giardinieri della coop Agriverde che curano la manutenzione del parco, permettono la coltivazione di piante solitamente difficili da coltivare negli orti scolastici come ad esempio il grano, l’orzo, le patate, il sorgo da scope, ma anche ortaggi più comuni come le cipolle, i fagiolini, i pomodori o piante più inconsuete e curiose come la damigella scapigliata, la silene e il topinambur. il Parco Villa Ghigi rimane aperto all’attività didattica anche nei mesi di giugno e luglio, ospitando campi estivi con turni settimanali che accolgono una trentina di bambini. L’inizio dell’estate è il momento di maggior abbondanza per l’orto; le semine effettuate durante l’anno dalle classi in visita danno i loro frutti anche per chi viene al parco al termine della scuola. Accanto all’esperienza nel parco, la Fondazione Villa Ghigi supporta la realizzazione di orti didattici presso le scuole di bologna e provincia. In alcuni casi il lavoro degli operatori della fondazione consiste nell’affiancare le classi, dalla scuola dell’infanzia alla secondaria di primo grado, nella cura dell’orto ma nella maggior parte dei progetti l’impegno si sviluppa soprattutto a monte, nell’organizzazione e gestione di un percorso che, attraverso il coinvolgimento diretto di bambini, insegnanti e genitori, porta alla progettazione e realizzazione dello spazio ortivo. in questo modo il giardino scolastico si arricchisce di un ambiente estremamente stimolante che rimane in dote alla scuola e può essere utilizzato per gli anni a venire. [email protected] FRUTTI CRESCIUTI ALL’OMBRA DELLE TORRI Oltre ai classici orti sociali, a Bologna e dintorni sono nate svariate esperienze non solo volte all’autoproduzione di frutti e verdura, ma anche alla creazione di reti fra cittadini che condividono l’aspirazione a un contatto ravvicinato con la natura. ORT’ATTACK ORTI GIARDINO NATURALI IN CITTÀ Dal 2009, quando è nato il primo Orto Giardino Naturale nella zona ortiva Pescarola di Bologna, l’associazione culturale Zoè ha continuato a coltivare relazioni e orti condivisi in varie zone della città. Attualmente sono cinque gli orti a Bologna: uno alla zona ortiva Pescarola, due all’interno delle scuole elementari Bottego e Silvani, uno all’Istituto Agrario Serpieri e l’ultimo nato all’Orto dei Giusti in zona collinare. Il sito dell’associazione è: www.zoeassociazione.com ORTI MULTICULTURALI COLTIVIAMO/CI INSIEME Presso gli orti comunali della zona Pilastro (quartiere San Donato) a Bologna un progetto vede da anni donne migranti, che coltivano erbe aromatiche e vegetali dei loro paesi, gomito a gomito con gli “ortolani” nostrani. L’esperienza è supervisionata dall’associazione Anassim, che porta avanti progetti di integrazione fra donne di culture differenti. HORTICITY Il progetto nasce nel 2006 a Padova, riunendo diverse e qualificate figure professionali per realizzare prodotti e servizi volti al comparto orticolo, con particolare riferimento all’orticoltura urbana e alle realtà dei paesi in via di sviluppo. Su Bologna in particolare si segnala la partecipazione alle attività di realizzazione del progetto pilota “Green Housing”, con realizzazione di un orto idroponico semplificato sul tetto di un edificio dell’edilizia popolare per l’autoproduzione di frutta ed ortaggi, in collaborazione con la Facoltà di Agraria e il Comune di Bologna. Inoltre il progetto ha previsto la realizzazione di orti idroponici dimostrativi per l’autoproduzione a partire da materiali di riciclo (in collaborazione con Biodivercity, Eugea, La Bilancia, quartiere San Donato-Bologna, Transeuropa). www.horticity.it ORTI URBANI ALL’ISTITUTO AGRARIO In questo ultimo anno l’Istituto Tecnico Agrario Serpieri di Bologna ha messo a disposizione decine di porzioni di orti per cittadini e famiglie della zona Corticella promuovendo tecniche di gestione sostenibili. www.istitutoserpieri.it ORTALON Sulle colline a ridosso della città, all’interno del Parco della Chiusa, o Parco Talon, ORTALON è un orto giardino aperto a tutti. Frequentando un corso di agricoltura biodinamica applicato alle tecniche orticole si diventa “ortolani”, poi si può partecipare al lavoro con varie modalità e livelli di partecipazione, in base alla disponibilità di ciascuno, e si ottengono in cambio i prodotti dell’orto, che sono anche in vendita presso Casa Margherita, la vecchia casa colonica del Parco. Al Talon ci sono anche i grani antichi, di cui la cooperativa agricola Biodiversi sperimenta la coltivazione in collaborazione la facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. www.ortalon.org KIT ORTO BIOCONVINCI Il progetto, all’interno del contesto più ampio del Biopertutti promosso dalla Regione EmiliaRomagna e gestito da ProBER, prevede la diffusione di un piccolo kit elaborato da Eugea (www.eugea.it) per fare un micro orto in classe, con un semenzaio da seguire dalla classe e con l’esperienza che poi può trasferirsi nell’orto scolastico fino a raggiungere la produzione di ortaggi. (info: [email protected]) GUERRILLA GARDENING In città e nelle zone limitrofe gli attacchi di giardinaggio non autorizzato vengono messi in atto principalmente da terra di nettuno e trame urbane, gruppi di persone senza alcuna struttura gerarchica, accomunate dalla voglia di rendere più verde la città e di dar vita a nuovi luoghi di relazioni mediante la riappropriazione di spazi urbani. Trame urbane ha dato vita a RAPPORTO, orto-giardino condiviso e mobile della Bolognina, con l’intento di creare uno spazio verde e fiorito in una zona urbana in trasformazione. L’area scelta è quella retrostante Xm24, lo spazio pubblico autogestito nato nell’area dell’ex Mercato ortofrutticolo di via Fioravanti 24. http://terradinettuno.blogspot.it/ http://trameurbane.noblogs.org/ GRAMIGNA – MAPPA DELLE AREE VERDI Gramigna è la mappa online dei punti verdi, orti urbani, aiuole di guerrilla gardening e community garden. L’idea è nata dall’esigenza di capire quanto verde autogestito esiste in città e nelle zone limitrofe, con l’intento di creare una comunità potenziale di individui che condividono bisogni e principi, primi tra tutti il rispetto per la natura, la riduzione dei consumi e l’auto produzione. Chiunque coltivi un orto, un piccolo giardino o un balcone può attivare il proprio punto arricchendo la mappa.www.gramignamap.it/ CORSI DI FORMAZIONE Da alcuni anni tecnici esperti di ProBER tengono corsi in alcuni orti sociali del comune di Bologna per promuovere le tecniche di conduzione biologica e la conoscenza del settore biologico. Il corso è organizzato dalle sezioni soci di Coop Adriatica. www.prober.it