A nove anni dalla fine della guerra, la Bosnia-Erzegovina sta lentamente superando, anche grazie al sostegno della comunità internazionale, divisioni e tensioni. Una forte spinta alla riunificazione e al rafforzamento degli organi centrali sta venendo dal settore privato. E specialmente da quello bancario che, anche grazie all’arrivo di grandi gruppi internazionali, sta decollando rapidamente. Come dimostra anche l’ultima operazione tra Zagrebacka banka (Mostar) e Universal banka (Sarajevo) Così la Bosnia ricostruisce l’unità rilanciando le fusioni in banca di Viviana Vestrucci ue entità statali, la Federazione di BosniaErzegovina, croato-mussulmana (F BiH, capitale Sarajevo), e la Repubblica Srpska (RS, capitale Banja Luka) più il Distretto autonomo di Brcko; tre principali gruppi etnici (croati, bosniaco-mussulmani, serbi); una complessa macchina statale e normativa da razionalizzare per portare a termine le riforme indispensabili all’avvicinamento all’Unione Europea. È il quadro della BosniaErzegovina a nove anni dalla fine della tragica guerra, che aveva dilaniato il Paese dal 1992 al 1995 dopo la disintegrazione della ex Jugoslavia. Le divisioni e tensioni, lasciate in eredità dal conflitto, sono in parte superate grazie al sostegno della comunità internazionale, che aveva posto il Paese sotto l’ala protettiva dell’Alto Rappresentante per la Bosnia-Erzegovina, la più alta autorità civile con il compito di monitorare l’applicazione degli accordi di pace di Dayton (novembre 1995) e pungolare i responsabili politici locali a lavorare per il bene comune. Un punto cardine per lo sviluppo è il superamento dell’attuale dicotomia istituzionale della Bosnia-Erzegovina e della conseguente frammentazione di alcune importanti competenze statali, come il sistema fiscale, che frena la crescita del Paese. Su questo fronte una spinta forte alla D Il momento della firma a Parigi dello storico accordo di pace raggiunto a Dayton nel novembre ‘95 che segna la fine di oltre quattro anni di guerra in Jugoslavia. Seduti, da sinistra, l’allora presidente serbo Milosevic, quello croato Tudjman e il bosniaco Izetbegovic. Dietro, in piedi: Clinton, Chirac, Kohl, Major e Chernomyrdin riunificazione e al rafforzamento degli organi centrali sta venendo dal settore privato e in particolare da quello creditizio, che essendo stato riformato e privatizzato anche grazie all’arrivo di grandi gruppi internazionali (circa il 70% del capitale delle banche della Bosnia-Erzegovina è in mano a importanti investitori esteri), è decollato più in fretta di altri comparti. Un evento di pochi giorni fa conferma il suo dinamismo: la fusione tra Zagrebacka banka BH d.d. (Zaba BH., Mostar) e Universal banka d.d. Sarajevo (UBS), controllate da Zagrebacka banka, principale banca della Croazia (Gruppo UniCredito Italiano, maggior player bancario occidentale nell’Europa centrale e orientale, con una presenza in otto diversi Paesi, dalla Polonia ai Balcani). Sancita il 1° luglio dopo un anno di preparativi, la fusione ha dato vita a UniCredit Zagrebacka banka (UZB), primo istituto di credito del Paese in termini di profitto, efficienza, redditività e numero di sportelli (ora sono 68, dovrebbero sali- Grazia Neri_AFP EUROPA 97 COSÌ LA BOSNIA RIPARTE DALLE FUSIONI IN BANCA ZABA E UBS AL 31/12/2003 Indicatori annuali Totale attivo (mln KM*) Depositi della clientela (mln KM*) Crediti netti verso clientela (mln KM*) Utile netto Filiali (al 30 giugno 2004) Dipendenti Zaba BH 701,9 574,5 323,7 16,9 37 478 UBS 474,9 301,8 322,6 8,0 31 307 *KM=Marco Convertibile (1KM=0,51 euro) re a 80 in due anni), e il secondo (dopo Raffeisen Bank) per totale attivo, con una quota di mercato del 19% (21% nei depositi, 18% negli impieghi). Un elemento importante sarà proprio la presenza capillare della nuova banca nelle due parti del Paese, con il potenziamento del presidio nella Repubblica Srpska, ora formato da sei filiali. “Apriremo sportelli in una zona finora relativamente scoperta e avremo una banca più innovativa e forte, una sola per tutta la Bosnia-Erzegovina, che vuole contribuire ad unificare il mercato, a consolidare uno spazio economico integrato, superando l’attuale coesistenza di due aree parallele, con norme non sempre coincidenti e una diversa imposizione fiscale”, dice Paolo Fiorentino, Vice Direttore Generale di UniCredit e Responsabile della Divisione New Europe, cui fanno capo le banche acquisite dal Gruppo nell’Europa CentroOrientale: Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia, Croazia, Bosnia-Erzegovina, Romania, Bulgaria, Turchia. Fautore della fusione, cui attribuisce anche un significato politico come tentativo di cancellare le barriere lasciate dalla guerra, Fiorentino è rassicurato dall’assenza di resistenze o contrasti da parte della comunità locale nei confronti del processo ormai avviato. “Non c’è stata nessuna reazione negativa da parte dei clienti, nessun abbandono della banca, anzi…”. Il governo e il mondo politico vedono la fusione con favore, perché rispecchia le aspettative della comunità internazionale per l’integrazione del Paese, e anche la popolazione sembra orientata favorevolmente, dichiara un manager della neo98 nata banca, da anni impegnato nel gruppo UniCredit prima in Croazia e poi a Mostar, che conosce l’umore locale. Il clima positivo è confermato da un osservatore esterno indipendente, un giornalista che lavora in una grande agenzia di stampa internazionale nella redazione di Sarajevo. “La fusione viene vista come un processo normale, che fa bene al Paese, perché con queste razionalizzazioni sarà più facile avere finanziamenti. La nuova banca ha sede a Mostar, ma fa business con tutte le componenti etniche. Il settore bancario e finanziario è il solo a funzionare come PRINCIPALI INDICATORI MACRO-ECONOMICI BOSNIA Indicatori annuali Pil a prezzi di mercato (KM m) Pil (US$ m) Crescita Pil reale (%) Inflazione dei prezzi Retail (%) c Disoccupazione (%) Export fob (US$ m) Import fob (US$) Bilancia Corrente (US$ m) Riserve valutarie senza oro (US$ m) Totale debito estero (US$ m) Tasso di Cambio (KM: US$; media) d 2000a 9,2 4,5 5,4 6,3 39,3 1.173,6 3.795,9 -1.192,3 496,6 2,4 2,12 2001a 10,2 4,8 4,5 3,9 39,4 1.131,2 4.091,4 -1.563,1 1.221,2 2,2 2,19 2002a 11,6 5,6 3,8 0,6 40,3 1.115,1 4.518,8 -2.138,6 1.321,4 2,8b 2,08 2003b 12,2 7,0 3,5 1,0 40,9 1.280,0 4.700,0 -2.025,0 1.400,0 3,5 1,73 a Reale. b Economist Intelligence Unit stime. c Indice basato su KM. d Marco Convertibile (KM=BAM) introdotto nel giugno 1998 al cambio di BAM1=DM1 EUROPA “uno”, il solo che ha fatto delle riforme” commenta il giornalista bosniaco. Prima della fusione, Zaba BH operava prevalentemente nella zona croata, UBS soprattutto in quella mussulmana-bosniaca, mentre la Repubblica Srpska era relativamente poco coperta, essendo anche l’area meno sviluppata del Paese: secondo fonti statistiche locali nel 2001 la Federazione croato-mussulmana ha contribuito alla formazione del Pil nazionale per il 70,8% e la Repubblica Srpska per il 29,2%. Dal punto di vista gestionale, l’unione delle due banche non si tradurrà solo in vantaggi economici grazie a minori costi e sinergie, ma anche in un nuovo approccio al mercato con la divisionalizzazione, cioè la specializzazione delle strutture a seconda del tipo di clientela da servire (ci sarà la divisione “retail” per la massa dei clienti individuali, e quella “corporate” per le imprese), già realizzato nel resto del Gruppo UniCredit. I tagli di organico, uno degli spauracchi di solito legati alle fusioni aziendali, non sembrano una minaccia consistente: non sono previsti licenziamenti, ma riconversioni di personale, con cambiamento delle mansioni per lo spostamento di parte dei dipendenti dal back al front office, in prima La nuova banca avrà il suo quartier generale a Mostar e l’inaugurazione sarà quasi contemporanea alla riapertura dello storico ponte distrutto dai bombardamenti del ‘93. (Sotto, cartoline storiche del ponte prima del bombardamento e durante la ricostruzione) linea a servire i clienti, grazie allo snellimento delle procedure interne, che libera risorse. UniCredit Zagrebacka banka sarà una banca unitaria, multietnica e attenta alle diverse componenti religiose, rispettando per esempio tutte le festività osservate dalle varie comunità, è l’impegno del gruppo dirigente dell’istituto. Un primo assaggio del ruolo che anche in campo culturale la nuova banca vuole avere è stato dato all’inizio di maggio a Mostar e a Sarajevo con due concerti dei solisti dell’Arena di Verona, sponsorizzati da UniCredit e Zagrebacka banka Zagabria. Le due serate, cui hanno partecipato uno dei membri della Presidenza collegiale della BosniaErzegovina, Dragan Covic, e altre autorità e il corpo diplomatico, hanno testimoniato l’importanza della musica e della cultura come occasioni di unione, tanto più in un Paese come la BosniaErzegovina, che storicamente è stato un ponte tra la parte occidentale e quella orientale del Sud Est Europa, tra le religioni cattolica, ortodossa e mussulmana, capaci in passato di convivere pacificamente . A Mostar, dove è il quartier generale della nuova banca, la fusione tra le due controllate di Zagrebacka/UniCredit acquista un valore particolare, venendo più o meno a coincidere con l’inaugurazione dello storico ponte, distrutto nel 1993 durante i combattimenti, e ricostruito nell’ambito del Pilot Cultural Heritage Project della Banca Mondiale. Il ponte, edificato nel lontano 1566, sarà riaperto ufficialmente il 23 luglio con una grande cerimonia alla presenza della comunità internazionale. 99