Yoseikan Budo Yoseikan Budo Yoseikan Budo cinque ideogrammi per educare Ideata da Soke Hiroo Mochizuki, l’arte coniuga tradizione e modernità Testo di: Valentino Straser Il termine Yoseikan Budo deriva dall’unione di cinque ideogrammi dei quali bisogna interpretare il significato nascosto. YO = l’educazione che dà la vita alla cortesia; SEI = il rispetto che porta alla tolleranza; KAN = la casa, il simbolo di famiglia e di amicizia; BUDO = l’arte di fermare la lancia, ossia la Via della pace con se stessi e con gli altri. Lo Yoseikan Budo Lo Yoseikan Budo è sia un’arte marziale, sia un metodo di apprendimento, ma che nello stesso tempo offre una chiave di lettura moderna per l’Occidente. Quest’arte nasce da una riflessione sul passato, da una scoperta, da una meditazione sull’efficacia e da una costante cura didattica. La riflessione sul passato si basa sulla constatazione che oggi l’insegnamento delle arti marziali è settoriale, mentre anticamente doveva esistere una base comune tra tutte le discipline, che in seguito si è persa. Infatti, i guerrieri dovevano essere in grado di praticare tutte le arti marziali già dalla prima adolescenza. Come ven- gono insegnate attualmente, questa progressione sarebbe impossibile, perché, dedicando una decina d’anni a ciascuna arte, non basterebbe una intera vita per raggiungere questo obiettivo. La scoperta è che tutte le tecniche (proiezioni, colpi, armi, chiavi articolari), anche se visivamente diverse, sono essenzialmente simili e non sono altro che l’applicazione di una catena cinetica, di un movimento ondulatorio denominato dal Maestro Hiroo Mochizuki, “onda schok”. Questa è la base comune che ha permesso di creare un metodo che include tutte le forme tecniche con o senza armi, condensata nel Kata Yoseikan Happo, che costituisce la chiave che dona l’accesso alla totalità delle discipline delle arti marziali, è il ritorno alle sorgenti delle arti marziali nella modernità. Non solo le discipline marziali, ma anche molti sport utiliz- zano il movimento ondulatorio per trasmettere la potenza muscolare. La meditazione sull’efficacia parte dalla constatazione che le arti marziali erano discipline finalizzate al combattimento in una determinata realtà storica. Allora, che senso occorre dare oggi alle arti marziali? Bisogna evitare una rappresentazione stereotipata di una “tradizione” che può essere più attuale. Il realtà la “tradizione” dei samurai è sempre stato il cambiamento e l’adattamento alle nuove realtà. Ad esempio, i samurai dell’epoca Edo, in cui vennero vietate le armature, hanno dovuto modificare le tecniche precedenti alla ricerca di una diversa efficacia. Lo stesso spirito occorre oggi per ricercare un senso attuale delle arti marziali. La cura didattica, basata su esperienze di formazione di competitori d’alto livello, impone di evitare gli allenamenti intensivi che possono favorire traumi o le lesioni articolari tendinee a lungo termine. Sono state istituite forme d’allenamento simmetrico, al fine di favorire uno sviluppo muscolare armonico e ridurre al massimo gli squilibri. Occorre lavorare in forma simmetrica, sia a destra, sia a sinistra, per una durata simile su ogni lato, sia nel corso di formazione regolare, sia per la preparazione agonistica. A cosa serve studiare e praticare le arti marziali oggi? Questa è una domanda posta di frequente, anche tra gli stessi praticanti. È una domanda che può assumere molte forme, come ad esempio questa: a cosa serve continuare a lavorare con la spada, quando oggi ci sono le armi da fuoco? La risposta può essere ricercata nell’esempio dato dai samurai e dai Maestri di arti marziali quando sono passati dal Jiutsu (tecnica) al Do (via). I samurai erano una casta di combattenti, ma anche di intellettuali con responsabilità nell’amministrazione del Pa cui anche Taoismo), la “Via”, intesa come cammino della vita, che può essere percorso in vari modi. Così il Budo, la Via del guerriero, è oggi uno strumento che contribuisce alla comprensione di sé e degli altri ed educa alla pazienza. Insegna ad accettare le difficoltà, prendere il tempo necessario per superarle, senza aspettare i cambiamenti. Nello stesso tempo comunica il rispetto dell’avversario. La pazienza e il rispetto permettono di sviluppare lo spirito dell’aiuto reciproco, indispensabile nella vita sociale e nel progresso mentale. È il motivo d’essere, nello Yoseikan Budo, del Randori, dell’aiuto reciproco. Se in genere, nel combattimento, l’attacco è portato con spirito di supremazia, allo scopo di vincere l’avversario, nel Randori l’attacco diventa un quesito tecnico posto all’avversario, che risponde ponendo a sua volta una domanda attraverso il suo contrattacco. Così ognuno porta nel combattimento la sua esperienza e si arricchisce di quella dell’altro. Il fisico e la mente sono indissociabili, l’uno aiuta l’altra a progredire e bisogna cercare il migliore equilibrio reciproco. Questo è il senso della pratica e dell’insegnamento dello Yoseikan Budo. William Nicolò - Direttore Sportivo Nazionale Yoseikan Budo Roman Patuzzi - Presidente della World Yoseikan Federation Budo International 13 Yoseikan Budo Yoseikan Budo E in Italia? Lo Yoseikan Budo, fondato dal Maestro Hiroo Mochizuki, si pratica in Italia da oltre 35 anni. Dal 1985, l’Accademia Italiana Yoseikan Budo (AIYB), settore del MSP Italia, rappresenta la disciplina nel panorama internazionale ed è coordinata in Italia da Fabrizio Tabella, Romano Patuzzi (attuale presidente della Federazione Mondiale), William Nicolò, Adriano Amari e Valentino Straser. All’attività tradizionale, formativa e sportiva, l’AIYB ha sperimentato e proposto in chiave moderna, una forma pedagogica per i bambini e ragazzi, “Giochi, Sport & Budo”, finalizzata al “contenimento” dell’aggressività e perché promuove la partecipazione dei ragazzi, al di là delle loro possibilità e delle prestazioni fisiche, proposta in Scuole e Istituti italiani, soprattutto in Alto Adige. Fra le attività formative, lo Yoseikan Budo ha recentemente messo a punto un originale formula di gara che riunisce molteplici abilità e tecniche: dalle armi al confronto a mani nude, dalla lotta alle forme del kata, passando dal Randori e da altre forme Emono. La preparazione degli atleti esige un Metodo specialistico che tenga conto sia della forma fisica sia della preparazione mentale. I tecnici italiani, in questo ambito, sono fra i più quotati a scala internazionale, ed è di pochi giorni fa il successo ottenuto in Canada dal Maestro William Nicolò, che ha illustrato a centinaia di praticanti e a insegnanti, su un tatami di oltre mille metri quadrati, alcune fra le metodologie di allenamento che scaturiscono da una attenta ricerca che intreccia la preparazione sportiva con la tecnica, la fisiologia con la Medicina dello Sport. Kyoshi Mochizuki 14 Budo International Budo International 15