Riduzione degli
artefatti
da metalli
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Introduzione
La presenza di metalli a livello della
parte anatomica in esame crea, come
tutti sappiamo, degli artefatti
sull’immagine RM con associata
perdita di segnale.
Questo e’ dovuto al fatto che i
materiali metallici creano una
disomogeneita’ locale, con
defasamento importante degli spin
all’interno dei voxel dei tessuti nelle
vicinanze del corpo metallico.
Cosa possiamo fare?
- Dove NON possiamo
intervenire
- Dove possiamo intervenire
- Dove DOBBIAMO intervenire
Dove NON possiamo agire?
L’unico fattore su cui non possiamo andare ad applicare strategie specifiche di
riduzione, e’ la natura del metallo presente.
I metalli con elevate proprieta’ ferromagnetiche (ad esempio una scheggia di
ferro) causano elevati artefatti, mentre altri materiali metallici (come alluminio
piombo ecc e leghe di acciaio) creano minor disturbo.
Cambio macchina?
I magneti che utilizzano un campo magnetico molto elevato,
oltre a creare maggiore attrazione della parte metallica in
questione (con i problemi che ne possono derivare), creano
maggiori artefatti.
Scelta della sequenza
Nello studio classico di una
determinata parte anatomica
solitamente e’ stato definito un
protocollo di studio composto da
TOT sequenze.
In presenza di metalli
possiamo/dobbiamo cercare di
individuare quali sequenze saranno
maggiormente degradate, e se
sono sostanzialmente sostituibili
bisognera’ scegliere una o piu’
sequenze differenti sostitutive.
Scelta della sequenza
L’esempio piu’ classico e’ la sostituzione
delle sequenze Gradient eco con
sequenze Spin eco.
Esempio: Studio del ginocchio SAG GRE
T2*
Possiamo sostituirla con una SAG TSE
T2, ma questa sequenza e’ molto meno
sensibile alle lesioni meniscali, quindi
possiamo decidere di aggiungere anche
una SAG TSE T1
Saturazione del grasso (T2)
L’utilizzo di sequenze con
soppressione spettrale del grasso
(Spir, fat sat) e’ sconsigliato perche’
la soppressione del grasso verra’
notevolmente degradata dalla
presenza di metalli: grandi spot
iperintensi, parti non saturate e in
casi limite inversione della
soppressione con annullamento
dell’acqua e non del grasso.
In questi casi, per le ponderazioni T2,
si consiglia SEMPRE di utilizzare delle
sequenze STIR.
Saturazione del grasso (T1)
Nelle ponderazioni T1, sempre in relazione alla necessita’
di avere la soppressione del grasso, purtroppo non esiste
una soluzione cosi’ pratica come per la ponderazione T2.
Saremo quindi costretti ad usare
comunque la soppressione spettrale,
oppure:
-Non utilizzare la soppressione del grasso,
ma eseguire 2 sequenze perfettamente
identiche prima e dopo mdc, e poi
procedere con la sottrazione
-Utilizzare sequenze dixon se disponibili
Come agire sui parametri di una sequenza
Immagine di partenza, acquisita con parametri «classici»
Come agire sui parametri di una sequenza
Senza l’opzione di imaging parallelo, e senza correzione di
omogeneita’
Come agire sui parametri di una sequenza
Riducendo l’eco space, in modo da acquisire piu’ echi prima
di avere il defasamento degli spin
Come agire sui parametri di una sequenza
Aumentando il turbo factor
Come agire sui parametri di una sequenza
Diminuzione dello spessore, diminuisce l’effetto
dell’artefatto in plane
Come agire sui parametri di una sequenza
Aumentando la bandwith si diminuisce la possibilita’ che vi sia una
registrazione errata delle differenti frequenze, con minor distorsione
geometrica. L’aumento della banda permette anche una ulteriore diminuzione
dell’ecospacing
Come agire sui parametri di una sequenza
Aumento della risoluzione, che permette di diminuire il
defasamento intra voxel
Prima – Dopo – Stessa sequenza
Una volta ridotto l’artefatto,
scegliamo dove farlo visualizzare
FASE DESTRA SINISTRA
FASE ANTERO-POST
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