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Lo sviluppo sociale
Differenze tra socializzazione e sviluppo sociale
Socializzazione
le competenze sociali del bambino, fino agli anni ‘60, erano
concepite in chiave di acculturazione o di acquisizione del
controllo degli impulsi o di addestramento al ruolo, secondo
prospettive centrate sui processi di apprendimento o sul ruolo
di modellamento svolto dall’adulto
Oggi si
parla di
Sviluppo sociale
il neonato, considerato un essere sociale fin da subito,
diventa sempre più consapevole e competente grazie alla
funzione di mediatore o di interlocutore svolta dall’adulto
nell’organizzare competenze e capacità
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Lo sviluppo sociale
Sviluppo delle competenze sociali
Lo sviluppo delle competenze sociali si basa sulla comprensione
che le persone sono dotate di stati interni, emozioni, pensieri,
intenzioni, scopi, che orientano il comportamento e le relazioni
con gli altri e con il sistema di norme e di valori sociali
Procede parallelamente
Comprension
e degli altri
Comprension
e di Sé
Requisiti indispensabili
SOCIALITÀ
Scambio tra individualità percepite come separate e distinte
una dall’altra
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Lo sviluppo sociale
La coscienza di Sé
La coscienza di Sé consiste nella consapevolezza di possedere
un’identità separata e si basa sul processo di differenziazione e
sulla rappresentazione del Sé come un’entità oggettiva che è
sentita come interna, ma anche pensata come esterna.
La coscienza di Sé si articola in:
Sé esistenziale
Sé categorico
Componente implicita del
Sé che organizza
l’esperienza
Componente esplicita del
Sé che deriva
dall’autoconsapevolezza
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I diversi livelli di consapevolezza
La consapevolezza di Sé si articola in:
Consapevolezza primaria
Consapevolezza secondaria
Coincide con il
Sé esistenziale e si basa
Coincide con il
Sé categorico e si basa
• sulla percezione immediata
e precoce proveniente dalle
informazioni sensoriali
• sulla capacità di
rappresentazione e di
autoriflessione
• sulla comunicazione
verbale e non verbale nelle
interazioni diadiche
• sullo sviluppo delle
competenze linguistiche
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Comparsa della consapevolezza secondaria
La consapevolezza di Sé, che appare tra i 15 e i 18 mesi, è
segnalata da alcuni indicatori:
• Uso di termini verbali che si riferiscono a se stessi e agli altri
come entità distinte (me, tu, noi, …)
• Autoriconoscimento capacità di percepire la propria immagine
fisica e di riconoscerla come stabile e continua nel tempo e nello
spazio
• Capacità di utilizzare alcune categorie esteriori quali il sesso,
l’età, i lineamenti e l’aspetto fisico per identificare se stesso
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COSCIENZA DEGLI ALTRI
Capacità di comprendere che gli altri sono entità separate
dotate di caratteristiche specifiche, diverse dalle proprie
Un’indicazione indiretta del riconoscimento degli altri è la familiarità, cioè il
riconoscimento dell’estraneo e la sua identificazione come diverso da sé e
dalle persone familiari
Bowlby
La paura dell’estraneo è una risposta adattiva all’estraneità di un
segnale di pericolo, capace di favorire i comportamenti di
vicinanza alla madre, utili per la sopravvivenza
Lewis,
Brooks
Connessione tra sviluppo del Sé e reazione all’estraneo: i
bambini utilizzano gli schemi di conoscenza relativi al Sé per
comprendere gli altri, valutandoli come “simili o non simili a me”
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La rappresentazione degli altri
Il bambino, tra i 12 e i 18 mesi, inizia a riconoscere gli altri non
più solo sulla base di singoli tratti esteriori e comportamenti, ma
tramite un’attività di riflessione e valutazione che porta alla
creazione di
rappresentazioni
mentali
Stabilità degli
oggetti e delle
persone nel tempo
e nello spazio
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Riconoscimento
delle emozioni degli
altri
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Indicatori della coscienza degli altri
• La comparsa delle emozioni sociali (colpa, vergogna e
imbarazzo) e la loro espressione indica che il bambino è
consapevole dell’effetto che il giudizio degli altri o le
trasgressioni esercitano sul Sé
Se il bambino manifesta tali emozioni vuole dire che attribuisce
agli altri stati psicologici interni e diversi dai propri
• La nascita di una teoria della mente, ossia la comprensione
dei desideri, dei pensieri e del punto di vista attraverso cui gli
altri vedono e sentono la realtà
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Indicatori dell’evoluzione del concetto di Sé e dell’altro
• Acquisizione dello spirito di iniziativa, industriosità e superamento del senso
di inferiorità (Erikson)
• Sviluppo di attività autonome e del gusto per la competizione
• Sensibilità all’opinione degli adulti, con cui il bambino tende ad identificarsi
• Attenzione ai ruoli e al modo in cui vengono svolti
• Attenzione alle norme e al loro significato interpersonale  comparsa del
gioco sociale (Piaget)
• Incremento delle capacità metacognitive promosso dal legame di
attaccamento
• Acquisizione dell’abilità di cogliere la prospettiva dell’altro  capacità di role
taking
• Incremento della capacità narrativa, ora maggiormente centrata sulle
caratteristiche psicologiche di Sé e degli altri
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Nascita del senso dell’autostima
AUTOSTIMA
Si compone di un insieme di valutazioni che riguarda il Sé nei suoi
diversi aspetti di Sé fisico, capacità sociali e identità.
A partire dagli 8 anni l’immagine di Sé si arricchisce di
autovalutazioni complessive relative a qualità e capacità
personali, soggettivamente percepite e ben valutate attraverso
l’autodescrizione
Il senso dell’autostima è promosso da:
Desiderio di essere accettati
Vulnerabilità al giudizio degli altri
Consapevolezza delle proprie competenze
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Sviluppo dell’identità sessuale
Lo sviluppo dell’identità sessuale procede inizialmente tramite
l’identificazione di caratteristiche fisiche simili alle proprie e a
quelle delle persone familiari
Port
aa
Creazione di categorie mentali sulla differenza di genere,
grazie a cui il bambino apprende anche la propria identità
sessuale e i comportamenti tipici del proprio sesso
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Studi sulle differenze di genere
Gli studi sul rapporto tra le caratteristiche di personalità e le differenze di
genere sostenevano l’esistenza di notevoli diversità tra i due sessi:
maschi
Maggiore aggressività, autostima, spinta al successo, dipendenza
dal campo, autorealizzazione
femmine
Maggiore socievolezza, livello di ansia, suggestionabilità, paura
dell’insuccesso
Tali studi sono stati giudicati non attendibili, in quanto influenzati da stereotipi
sociali; oggi si pensa che vi siano numerose somiglianze tra maschi e femmine,
e che le differenze si possano riscontrare:
- nella preferenza della scelta dei giocattoli
- nella scelta dei compagni di gioco
- nello stile relazionale
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Lo sviluppo sociale
Fattori che influenzano la tipizzazione sessuale
La tipizzazione sessuale è il risultato dell’interazione di 4 fattori :
Sociali
Educativi
Cognitivi
Biologici
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Teorie sulla tipizzazione sessuale
Teorie
psicoanalitiche
Teorie
dell’apprendimento
sociale
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Identificazione con il genitore dello
stesso sesso e interiorizzazione del
ruolo sessuale
Valorizzazione dei meccanismi di
imitazione del comportamento degli
adulti e dei modelli sociali, che
rinforzano gli stereotipi legati alle
differenze di genere
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Teoria cognitiva di Kohlberg sulla tipizzazione sessuale
La tipizzazione sessuale è un processo primariamente
cognitivo che deriva dalla tendenza dei bambini a pensare per
categorie.
La tipizzazione sessuale avviene in 3 stadi:
Identità di
genere
il bambino differenzia le 2 categorie di
appartenenza sociale, stabilendo la propria
Stabilità di
genere
il bambino comprende che le differenze
sessuali non cambiano nel tempo
il bambino comprende che la differenza di
genere è una caratteristica intrinseca e
immodificabile anche al variare dei segni
esteriori
Congruenza
di genere
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Prime relazioni con i pari
Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i
coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare
la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali.
Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da:
• unidirezionalità  all’azione di un bambino non corrisponde
l’azione coordinata dell’altro
• interazioni speculari contemporenee  i bambini tendono a
fare la stessa cosa contemporaneamente
• interazioni speculari differite  il bambino imita l’azione
dell’altro bambino
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Evoluzione del rapporto coi pari
Età prescolare
Dopo i 3 anni, le interazioni diventano
complementari e reciproche. Si sviluppano le
attività di gruppo grazie all’incremento della
capacità di comunicare e delle capacità
simboliche  giochi di finzione
Infanzia
Le relazioni diventano sempre più selettive,
basate sulle affinità, sulla comunanza di
interessi e di attività. In questa fase si nota
una spiccata tendenza a scegliere compagni
dello stesso sesso (segregazione sessuale)
Le relazioni diventano stimolo per il
confronto, fonte di sostegno e supporto
all’autostima
Adolescenza
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Dinamiche di gruppo nei bambini secondo Montagner
L’autore sottolinea l’importanza delle sequenze di
comportamenti non verbali (NV) nella dinamica “accettazionerifiuto” nel gruppo, distinguendo:
Bambini
popolari
Esibiscono comportamenti NV
rassicuranti e non aggressivi; mediano
i conflitti e difendono gli altri bambini
Bambini
rifiutati
Esibiscono comportamenti NV di
minaccia, sono instabili nelle attività,
hanno scarsa concentrazione e attivano
interventi disorganizzati
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Caratteristiche delle relazioni amicali
Prima infanzia
• amicizia come bisogno di
vicinanza e di rassicurazione
emotiva
Età prescolare
• rapporti meno esclusivi
• creazione di legami affiliativi
caratterizzati da affettività, difesa
dell’esclusività, prossimità fisica,
reciprocità, e rispondenza dei
segnali
• interazioni basate su
scambi verbali
• rapporti più flessibili
• creazione di un mondo comune
condiviso
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Stadi di consapevolezza dell’amicizia secondo Selman
L’autore evidenzia la connessione tra sviluppo del senso dell’amicizia e
abilità di role-taking
Stadio 0: 3-5 anni
• compagni di gioco momentanei
• amicizia come ricerca di contatto
fisico
• assenza di comprensione dei
pensieri altrui
Stadio 2: 9-12 anni
• cooperazione in circostanze
favorevoli
• capacità di coordinare diversi
punti di vista
• iniziale consapevolezza della
reciprocità del rapporto
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Stadio 1: 6-8 anni
• amicizia come aiuto unilaterale
• natura soggettiva del legame
• iniziale considerazione delle
caratteristiche psicologiche
dell’altro
Stadio 3: dai 12 anni
• condivisione mutualistica
• amicizia solida e duratura
caratterizzata da intimità e fiducia
reciproca
• ricerca di compatibilità
psicologica
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Comportamenti favoriti dai legami di amicizia
I legami di amicizia:
• promuovono i comportamenti prosociali
• facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto
• aiutano ad appianare i conflitti
• consentono di superare le emozioni negative di ira e paura
favorendo la collaborazione
• incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro
• aumentano le risposte simpatetiche
• incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il
disagio altrui
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Amicizia e risoluzione dei conflitti
Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle
divergenze e la ricerca di punti di consonanza nell’appianare i
conflitti
Il conflitto assume un valore funzionale, come occasione di
confronto utile a rafforzare l’identità
Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare
strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del conflitto,
impiegando il compromesso, la controproposta, la
giustificazione e la riconciliazione
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