6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Differenze tra socializzazione e sviluppo sociale Socializzazione le competenze sociali del bambino, fino agli anni ‘60, erano concepite in chiave di acculturazione o di acquisizione del controllo degli impulsi o di addestramento al ruolo, secondo prospettive centrate sui processi di apprendimento o sul ruolo di modellamento svolto dall’adulto Oggi si parla di Sviluppo sociale il neonato, considerato un essere sociale fin da subito, diventa sempre più consapevole e competente grazie alla funzione di mediatore o di interlocutore svolta dall’adulto nell’organizzare competenze e capacità 1 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Sviluppo delle competenze sociali Lo sviluppo delle competenze sociali si basa sulla comprensione che le persone sono dotate di stati interni, emozioni, pensieri, intenzioni, scopi, che orientano il comportamento e le relazioni con gli altri e con il sistema di norme e di valori sociali Comprension e degli altri Procede parallelamente Comprension e di Sé Requisiti indispensabili SOCIALITÀ Scambio tra individualità percepite come separate e distinte una dall’altra 2 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale La coscienza di Sé La coscienza di Sé consiste nella consapevolezza di possedere un’identità separata e si basa sul processo di differenziazione e sulla rappresentazione del Sé come un’entità oggettiva che è sentita come interna, ma anche pensata come esterna. La coscienza di Sé si articola in: Sé esistenziale Sé categorico Componente implicita del Sé che organizza l’esperienza Componente esplicita del Sé che deriva dall’autoconsapevolezza 3 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale I diversi livelli di consapevolezza La consapevolezza di Sé si articola in: Consapevolezza primaria Consapevolezza secondaria Coincide con il Sé esistenziale e si basa Coincide con il Sé categorico e si basa • sulla percezione immediata e precoce proveniente dalle informazioni sensoriali • sulla capacità di rappresentazione e di autoriflessione • sulla comunicazione verbale e non verbale nelle interazioni diadiche • sullo sviluppo delle competenze linguistiche 4 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Comparsa della consapevolezza secondaria La consapevolezza di Sé, che appare tra i 15 e i 18 mesi, è segnalata da alcuni indicatori: • Uso di termini verbali che si riferiscono a se stessi e agli altri come entità distinte (me, tu, noi, …) • Autoriconoscimento capacità di percepire la propria immagine fisica e di riconoscerla come stabile e continua nel tempo e nello spazio • Capacità di utilizzare alcune categorie esteriori quali il sesso, l’età, i lineamenti e l’aspetto fisico per identificare se stesso 5 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale COSCIENZA DEGLI ALTRI Capacità di comprendere che gli altri sono entità separate dotate di caratteristiche specifiche, diverse dalle proprie Un’indicazione indiretta del riconoscimento degli altri è la familiarità, cioè il riconoscimento dell’estraneo e la sua identificazione come diverso da sé e dalle persone familiari Bowlby La paura dell’estraneo è una risposta adattiva all’estraneità di un segnale di pericolo, capace di favorire i comportamenti di vicinanza alla madre, utili per la sopravvivenza Lewis, Brooks Connessione tra sviluppo del Sé e reazione all’estraneo: i bambini utilizzano gli schemi di conoscenza relativi al Sé per comprendere gli altri, valutandoli come “simili o non simili a me” 6 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale La rappresentazione degli altri Il bambino, tra i 12 e i 18 mesi, inizia a riconoscere gli altri non più solo sulla base di singoli tratti esteriori e comportamenti, ma tramite un’attività di riflessione e valutazione che porta alla creazione di rappresentazioni mentali Stabilità degli oggetti e delle persone nel tempo e nello spazio Riconoscimento delle emozioni degli altri 7 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Indicatori della coscienza degli altri • La comparsa delle emozioni sociali (colpa, vergogna e imbarazzo) e la loro espressione indica che il bambino è consapevole dell’effetto che il giudizio degli altri o le trasgressioni esercitano sul Sé Se il bambino manifesta tali emozioni vuole dire che attribuisce agli altri stati psicologici interni e diversi dai propri • La nascita di una teoria della mente, ossia la comprensione dei desideri, dei pensieri e del punto di vista attraverso cui gli altri vedono e sentono la realtà 8 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Indicatori dell’evoluzione del concetto di Sé e dell’altro • Acquisizione dello spirito di iniziativa, industriosità e superamento del senso di inferiorità (Erikson) • Sviluppo di attività autonome e del gusto per la competizione • Sensibilità all’opinione degli adulti, con cui il bambino tende ad identificarsi • Attenzione ai ruoli e al modo in cui vengono svolti • Attenzione alle norme e al loro significato interpersonale comparsa del gioco sociale (Piaget) • Incremento delle capacità metacognitive promosso dal legame di attaccamento • Acquisizione dell’abilità di cogliere la prospettiva dell’altro capacità di role taking • Incremento della capacità narrativa, ora maggiormente centrata sulle caratteristiche psicologiche di Sé e degli altri 9 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Nascita del senso dell’autostima AUTOSTIMA Si compone di un insieme di valutazioni che riguarda il Sé nei suoi diversi aspetti di Sé fisico, capacità sociali e identità. A partire dagli 8 anni l’immagine di Sé si arricchisce di autovalutazioni complessive relative a qualità e capacità personali, soggettivamente percepite e ben valutate attraverso l’autodescrizione Il senso dell’autostima è promosso da: Desiderio di essere accettati Vulnerabilità al giudizio degli altri Consapevolezza delle proprie competenze 10 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Sviluppo dell’identità sessuale Lo sviluppo dell’identità sessuale procede inizialmente tramite l’identificazione di caratteristiche fisiche simili alle proprie e a quelle delle persone familiari Port aa Creazione di categorie mentali sulla differenza di genere, grazie a cui il bambino apprende anche la propria identità sessuale e i comportamenti tipici del proprio sesso 11 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Studi sulle differenze di genere Gli studi sul rapporto tra le caratteristiche di personalità e le differenze di genere sostenevano l’esistenza di notevoli diversità tra i due sessi: maschi Maggiore aggressività, autostima, spinta al successo, dipendenza dal campo, autorealizzazione femmine Maggiore socievolezza, livello di ansia, suggestionabilità, paura dell’insuccesso Tali studi sono stati giudicati non attendibili, in quanto influenzati da stereotipi sociali; oggi si pensa che vi siano numerose somiglianze tra maschi e femmine, e che le differenze si possano riscontrare: - nella preferenza della scelta dei giocattoli - nella scelta dei compagni di gioco - nello stile relazionale 12 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Fattori che influenzano la tipizzazione sessuale La tipizzazione sessuale è il risultato dell’interazione di 4 fattori : Sociali Educativi Cognitivi Biologici 13 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Teorie sulla tipizzazione sessuale Teorie psicoanalitiche Teorie dell’apprendimento sociale Identificazione con il genitore dello stesso sesso e interiorizzazione del ruolo sessuale Valorizzazione dei meccanismi di imitazione del comportamento degli adulti e dei modelli sociali, che rinforzano gli stereotipi legati alle differenze di genere 14 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Teoria cognitiva di Kohlberg sulla tipizzazione sessuale La tipizzazione sessuale è un processo primariamente cognitivo che deriva dalla tendenza dei bambini a pensare per categorie. La tipizzazione sessuale avviene in 3 stadi: Identità di genere il bambino differenzia le 2 categorie di appartenenza sociale, stabilendo la propria Stabilità di genere il bambino comprende che le differenze sessuali non cambiano nel tempo Congruenza di genere il bambino comprende che la differenza di genere è una caratteristica intrinseca e immodificabile anche al variare dei segni esteriori 15 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Diverse dimensioni delle norme morali L’acquisizione di una norma morale è un processo che contiene diverse dimensioni: Significato affettivo-emotivo: fornisce indicazioni su come sentirsi se si rispettano o meno le norme sensazione morale Guida per la condotta: prescrizione di comportamenti socialmente desiderabili e sanzione di quelli non desiderabili Conoscenza delle norme: comprensione del significato implicito ed esplicito delle norme, favorita dallo sviluppo intellettivo 16 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Teorie sullo sviluppo morale Teorie Psicoanalitiche l’uomo è amorale per natura (dominio del principio di piacere). L’interiorizzazione di norme e divieti parentali precursori sociali e culturali formano il Super-Io, che coincide con la coscienza (principio di realtà) Teoria dell’apprendimento sociale il bambino apprende le norme attraverso l’osservazione e l’imitazione dei modelli proposti dalla famiglia, dalle agenzie sociali e dai mass media. Importanza del concetto di rinforzo per l’attivazione-disattivazione dei controlli interni responsabili del comportamento morale Teorie cognitiviste lo sviluppo intellettivo promuove lo sviluppo morale. Importanza della valutazione cognitiva 17 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Lo sviluppo morale secondo Piaget Il metodo clinico e l’osservazione diretta consentono a Piaget di delineare le diverse fasi dello sviluppo morale Anomia (assenza di regole) Realismo morale (morale eteronoma) 18 Relativismo morale (morale autonoma) 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Realismo morale Nel periodo del realismo morale (fino agli 8-9 anni), il bambino: • possiede un punto di vista egocentrico: giudica la responsabilità oggettiva (conseguenza dell’azione) più importante della responsabilità soggettiva (intenzionalità) • utilizza una morale eteronoma: la validità dei principi morali è strettamente connessa con l’autorità che li promuove • rispetta le norme morali per paura delle sanzioni • considera la menzogna un comportamento sbagliato tanto più grave quanto più si discosta dalla realtà 19 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Relativismo morale Nel periodo del relativismo morale (dai 9 anni), il bambino: • considera le regole come determinate dal consenso reciproco e quindi modificabili • utilizza una morale autonoma: la validità dei principi morali è svincolata dall’autorità che li promuove • attribuisce importanza agli elementi specifici della situazione e alle intenzioni (responsabilità soggettiva) • considera la menzogna immorale in sé perché danneggia la fiducia reciproca e i rapporti interpersonali, minando la stabilità e l’ordine sociale • ritiene che tutti abbiano diritto al rispetto e alla giustizia 20 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Pratica e coscienza della regola secondo Piaget PRATICA DELLA REGOLA COSCIENZA DELLA REGOLA Primo stadio: abitudini motorie il bambino manipola gli oggetti non secondo regole, ma secondo regolarità individuali in funzione dei suoi desideri e secondo schemi di comportamento rituali. Il gioco è individuale e mancano regole collettive Primo livello La regola viene inconsapevolmente subita Secondo stadio: egocentrismo (2-5 anni) il bambino imita le regole codificate che riceve dall’esterno e imita i bambini più grandi iniziando a praticare le regole. Gioca senza entrare in rapporto con i compagni, senza competere. Ognuno gioca per proprio conto, senza preoccuparsi delle regole Secondo livello (3-8 anni) La regola viene considerata sacra e intangibile, imposta dagli adulti e per questo intrinsecamente valida. Modificare le regole significa trasgredirle 21 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale PRATICA DELLA REGOLA COSCIENZA DELLA REGOLA Terzo stadio: cooperazione incipiente (6-11 anni) compare l’agonismo e ognuno vuole vincere. Nasce l’esigenza di cooperare per codificare le regole in base alle quali definire vincitori e vinti Quarto stadio: codificazione delle regole (da 11 anni) Le regole assumono un significato collettivo e ben definito che tutti conoscono. Si acquisisce la consapevolezza che per cambiare le regole è necessario l’accordo di tutti 22 Terzo livello (dai 9 anni) Le regole sono concepite come frutto del consenso reciproco e generale e, come tali, possono essere modificate 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Lo sviluppo morale secondo Kohlberg Lo sviluppo morale consiste nel passaggio da strutture cognitive più elementari a strutture cognitive più mature ed evolute Concetto chiave della teoria di Kolhberg è quello di “CONVENZIONALE” Conformarsi ed attenersi alle regole, alle aspettative, alle convenzioni della società o dell’autorità proprio perché sono regole, aspettative e convenzioni della società 23 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Livelli di giudizio morale secondo Kohlberg Livello preconvenzionale (fino a 9 - 10 anni) valutazione delle conseguenze delle azioni sul soggetto stesso stadio 1: orientamento premio-punizione stadio 2: orientamento individualistico e strumentale Livello convenzionale (13 - 20 anni) focalizzazione sui rapporti interpersonali e sui valori sociali stadio 3: orientamento del bravo ragazzo stadio 4: orientamento al mantenimento dell’ordine sociale 24 Livello postconvenzionale (dopo i 20 anni) focalizzazione su principi etici astratti stadio 5: orientamento del contratto sociale stadio 6: orientamento della coscienza e dei principi universali 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Regole convenzionali e morali Le regole morali differiscono dalle regole convenzionali Regole interiorizzate basate su modelli di convivenza e di relazione sociale, rispettate perché ritenute giuste e non per paura della punizione Regole che dipendono dalle abitudini dei gruppi, delle istituzioni e della famiglia, favorite dalla interazione sociale e dalle attività di routine I bambini sono in grado di discriminare i due tipi di regole già in età prescolare e considerano più grave la trasgressione delle regole morali 25 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale La disattivazione del controllo interno Secondo Bandura, lo sviluppo morale avviene attraverso le interazioni con gli adulti e con i coetanei, che permettono ai bambini di acquisire processi di disimpegno morale. Meccanismi di disimpegno morale Giustificazione morale Dislocamento delle responsabilità Etichettamento eufemistico Diffusione delle responsabilità Confronto vantaggioso Deumanizzazione Distorsione delle conseguenze Attribuzione della colpa L’introduzione dei meccanismi di disimpegno morale consente di spiegare la distanza intercorrente tra il pensiero morale e l’azione morale. 26 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Prime relazioni con i pari Con lo sviluppo si moltiplicano le occasioni di contatto con i coetanei, accresce la capacità del bambino di interagire e valutare la prospettiva degli altri e si strutturano le prime relazioni amicali. Prima dei 3 anni, le relazioni coi pari sono caratterizzate da: • unidirezionalità all’azione di un bambino non corrisponde l’azione coordinata dell’altro • interazioni speculari contemporenee i bambini tendono a fare la stessa cosa contemporaneamente • interazioni speculari differite il bambino imita l’azione dell’altro bambino 27 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Evoluzione del rapporto coi pari Età prescolare Dopo i 3 anni, le interazioni diventano complementari e reciproche. Si sviluppano le attività di gruppo grazie all’incremento della capacità di comunicare e delle capacità simboliche giochi di finzione Infanzia Le relazioni diventano sempre più selettive, basate sulle affinità, sulla comunanza di interessi e di attività. In questa fase si nota una spiccata tendenza a scegliere compagni dello stesso sesso (segregazione sessuale) Adolescenza Le relazioni diventano stimolo per il confronto, fonte di sostegno e supporto all’autostima 28 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Dinamiche di gruppo nei bambini secondo Montagner L’autore sottolinea l’importanza delle sequenze di comportamenti non verbali (NV) nella dinamica “accettazionerifiuto” nel gruppo, distinguendo: Bambini popolari Esibiscono comportamenti NV rassicuranti e non aggressivi; mediano i conflitti e difendono gli altri bambini Bambini rifiutati Esibiscono comportamenti NV di minaccia, sono instabili nelle attività, hanno scarsa concentrazione e attivano interventi disorganizzati 29 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Caratteristiche delle relazioni amicali Prima infanzia • amicizia come bisogno di vicinanza e di rassicurazione emotiva Età prescolare • rapporti meno esclusivi • creazione di legami affiliativi caratterizzati da affettività, difesa dell’esclusività, prossimità fisica, reciprocità, e rispondenza dei segnali • interazioni basate su scambi verbali • rapporti più flessibili • creazione di un mondo comune condiviso 30 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Stadi di consapevolezza dell’amicizia secondo Selman L’autore evidenzia la connessione tra sviluppo del senso dell’amicizia e abilità di role-taking Stadio 0: 3-5 anni • compagni di gioco momentanei • amicizia come ricerca di contatto fisico • assenza di comprensione dei pensieri altrui Stadio 2: 9-12 anni • cooperazione in circostanze favorevoli • capacità di coordinare diversi punti di vista • iniziale consapevolezza della reciprocità del rapporto 31 Stadio 1: 6-8 anni • amicizia come aiuto unilaterale • natura soggettiva del legame • iniziale considerazione delle caratteristiche psicologiche dell’altro Stadio 3: dai 12 anni • condivisione mutualistica • amicizia solida e duratura caratterizzata da intimità e fiducia reciproca • ricerca di compatibilità psicologica 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Comportamenti favoriti dai legami di amicizia I legami di amicizia: • promuovono i comportamenti prosociali • facilitano la cooperazione, la solidarietà e l’aiuto • aiutano ad appianare i conflitti • consentono di superare le emozioni negative di ira e paura favorendo la collaborazione • incrementano la sensibilità e l’interesse per l’altro • aumentano le risposte simpatetiche • incrementano la prontezza all’intervento per alleviare il disagio altrui 32 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Amicizia e risoluzione dei conflitti Le relazioni di amicizia agevolano la risoluzione delle divergenze e la ricerca di punti di consonanza nell’appianare i conflitti Il conflitto assume un valore funzionale, come occasione di confronto utile a rafforzare l’identità Già in età prescolare i bambini sono capaci di utilizzare strategie di mitigazione e di risoluzione positiva del conflitto, impiegando il compromesso, la controproposta, la giustificazione e la riconciliazione 33 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Tipologie di comportamenti aggressivi • Distinzione in base alla forma e alle funzioni Aggressività diretta Aggressività indiretta Aggressività ostile Aggressività strumentale • Distinzione in base alla presenza di componenti di attivazione fisiologica (arousal) Aggressione reattiva Aggressività proattiva 34 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Spiegazione della condotta aggressiva Social Information Processing Step di analisi dei comportamenti degli altri: • • • • • • codifica dei segnali sociali interpretazione dei segnali classificazione degli scopi esame delle possibili risposte da dare decisione della risposta da dare messa in atto della risposta Disfunzioni in queste fasi possono generare diversi tipi di condotte aggressive 35 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Il Bullismo Relazione di abuso sistematico di potere di un individuo (il bullo) su un’altro (la vittima). Caratteristiche: • intenzionalità delle prepotenze; • reiterazione delle prevaricazioni; • squilibrio di potere, psicologico, fisico o sociale. Ruoli • Aiutante del bullo • Sostenitore del bullo • Difensore della vittima • Bystander Bullismo diretto Bullismo indiretto 36 6 Luigia Camaioni, Paola Di Blasio, Psicologia dello sviluppo, Il Mulino, 2007 Lo sviluppo sociale Caratteristiche di un bullo (7 anni) • Teoria della mente di secondo ordine • Buone competenze narrative • Livelli più elevati di machiavellismo • Livelli di autostima nella media • Buon senso di autoefficacia • Atteggiamento positivo nei confronti della violenza Vittime passive Vittime provocatrici Origine dei fenomeni di bullismo: • caratteristiche dei sistemi familiari • presenza di biases disfunzionali dei processi attributivi • carenti capacità di condivisione empatica delle emozioni 37